Cattolica non cadere nel ricatto

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

tuttO quellO che gli AltRi NON dicONO

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ANNO xii - N° 99 dOmeNicA 1 mAggiO 2016

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta e-mail Redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - euro 1.00

ReStA AggiORNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

Michele Ambrosio

Per il “reportage” fotografico sulle aiuole che il comune ha affidato in gestione ai privati. Circa quaranta scatti che immortalano aree a verde abbandonate all’incuria e al degrado. Tranne poche eccezioni, i privati le utilizzano per soli fini pubblicitari. Il dossier andrà ai dirigenti e alla Municipale per il controllo e le sanzioni. Si spera.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

www.lagazzettadelmolise.it

Antonio Battista

Il Tapiro del giorno lo diamo ad antonio Battista. Il sindaco di Campobasso, proprio, non riesce a cambiare l’assetto della Giunta. Almeno a modificare le deleghe. Una Giunta che, salvo qualche eccezione, non è riuscita a sfornare nulla di positivo per la città. Tutto langue e si continua ad andare avanti alla meno peggio.

L’Ardire

Sulla sanità si riaccende il fuoco Michele Iorio lancia l’allarme sulla decisione della Giunta regionale

Festa del 1 maggio per un lavoro che non c’è più di Giuseppe Saluppo

P

rimo maggio, festa del lavoro? Sì, ma di quale lavoro? Non certo inteso come diritto sancito dalla Costituzione, ovvero con tutele e giusta retribuzione. In 7 anni il Molise ha perso 11mila posti di lavoro. Il tasso di occupazione è tra i più bassi d’Europa. Chi sta al governo dimentica i problemi reali della gente. E oggi c’è un’urgenza ancora più a monte, che non possiamo ignorare: quella di generare nuovo lavoro, in un’epoca ancora segnata dalla crisi economica. E come se non bastasse, in piedi c'è la questione giovanile che è un’emergenza da troppo tempo ignorata: è iniziato tutto (si fa per dire) con i NEET (colore che non studiano e non lavorano) già da diversi anni. Nessuno se ne è preoccupato. Ora siamo ad una condizione di esasperazione tale che le prospettive sembrano essere due: 1) emigrare sperando in qualcosa di meglio (e fidatevi, non è sempre così..) 2) rassegnarsi e smettere di crederci. Ed è quello che sta accadendo in Molise a tanti, troppi giovani. Possibile che a nessuno interessi la questione? Possibile che il Consiglio regionale non abbia potuto pensare ad un Piano occupazionale mettendo a rete progetti e soldi europei? Grave festeggiare il lavoro che non c’è.

regione

Servizio a pagina 3 politica

Agricoltura, speranze dal Piano

Piano agricolo, le speranze vengono dalla programmazione.

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Campobasso

amministrativa

Petraroia mina la leadership

Il sasso di Petraroia, mina la leadership interna alla sinistra.

pagina 2

Università, mancano i fondi

La Regione ha dimenticato di sostenere l’Unimol.

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In Consiglio comunale, la maggioranza rinvia i problemi Giunta più larga? pagina 6


TAaglio lto

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

1 maggio 2016

Obiettivo: leader-ship

L’Opa di Pietraroia sulla Sinistra molisana

Uscendo dal Pd e collocandosi temporaneamente nel gruppo misto a Palazzo Moffa, il consigliere (già assessore alle Politiche sociali) Michele Petraroia s’è aperto la strada per andare a coprire lo spazio a sinistra del partito e a diventare in quell’area il punto di riferimento. La sua iniziativa può essere pertanto considerata una sorta di Opa politica (Offerta pubblica di acquisto), le cui dimensioni si aprono a ventaglio su Gigino D’Angelo, sindaco di Montefalcone, su Domenico Ioffredi, consigliere regionale, su Michele Durante, presidente del consiglio comunale di Campobasso, per citarne alcuni, che alla sinistra cui allude Pietraroia nel documento con cui ha annunciato la presa di distanza dal Pd, da tempo prestano opera e missione. I quali non avranno difficoltà a mettere in risalto come la decisione sappia di opportunismo, sebbene accurata-

mente argomentata sul piano dialettico e, soprattutto, su quello ideologico. Ma difficilmente, se vorranno limitarne il potenziale dialettico e operativo, riusciranno a contenerlo. Ciò che politica-

1° maggio di festa anche per tutti i lavoratori molisani: di coloro che un posto di lavoro ce l’hanno e se lo tengono caro, ma anche di coloro che l’hanno perso e attendono, fruendo di modesti ammortizzatori sociali, di poter ricominciare a lavorare; dei molisani che sono emigrati per cercare altrove opportunità occupazionali che qui non trovano (come i nostri giovani laureati) e dei migranti del mediterraneo mossi dalla necessità di trovare migliori condizioni di vita per le loro famiglie; di coloro, come le donne, che di lavoro ne fanno più d’uno: quello fuori casa e quello di accudimento delle famiglie e dei loro anziani, ma anche dei pensionati che, proprio per il lavoro, hanno speso una vita e che oggi tirano avanti con esigue pensioni.Le Confederazioni sindacali hanno scelto uno slogan

L’intervento Per l’ennesima volta, e come accade ormai da troppi anni,il Piano di riordino sanitario e di rientro dal debito, presentato dal Commissario Frattura,non è stato approvato dal Tavolo Tecnico Romano, a cui siedono il Ministero della salute e quello dell’Economia. E’ ancora tutto da spiegare e dimostrare con dati certi,il risparmio che deriverebbe dalla integrazione tra l’Ospedale Cardarelli e la Fondazione Giovanni Paolo II in un Ospedale Unico,nonché l’effettiva volontà del Rettorato di accettare la proposta alle condizioni date. Ma è da dimostrare , soprattutto,che il

mente e criticamente Petraroia ha sintetizzato nel breve comunicato stampa con cui ha annunciato il distacco dal Pd, etichettato di disdoro morale per essersi reso promotore in campo nazionale di un

disegno di riforma costituzionale a colpi di maggioranza aggregando spezzoni di gruppi di potere storicamente vicini a Berlusconi, il grado d’incisività contenuto nel richiamo agli ideali della sinistra storica, i D’Angelo, gli Ioffredi e i Durante, per citarne alcuni, se lo sognano. E’ vero, costoro potranno obiettare perché mai, con un bagaglio ideologico così raffinato, egli abbia sostato per oltre due anni in un esecutivo affetto da renzismo acuto, condividendone le fumisterie. Già fuori dal Pd, e già nel gruppo misto, non ha sottratto il suo voto all’approvazione del Bilancio regionale in cui sono sedimentatati i ritardi, le inefficienze e le “colpe” di una governo che tiene l’economia in disarmo e i lavorati in cassa integrazione. Per questo, diciamolo, i tratti leninisti/marxisti che sono riaffiorati non appena ha lasciato la compagnia di Frattura, di

1 maggio di festa e di lotta impegnativo per questo primo maggio: Più valore al Lavoro. È tramontata l’illusione che la ricchezza e il benessere di un paese potessero derivare solo dai giochi della finanza, che la coesione sociale si potesse salvaguardare solo con la solidarietà. Il lavoro deve tornare ad avere un ruolo centrale ed un valore di promozione umana, di progresso culturale e sociale per gli individui, di identità personale e di appartenenza sociale. Senza il lavoro, la persona perde o non acquisisce identità personale e sociale, e senza lavoro un Paese muore, un territorio si spopola, crescono dissidi e tensioni nelle comunità, si litiga nelle famiglie.Il lavoro è fattore centrale della de-

mocrazia. Le prime parole della nostra Costituzione sono: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Si sarebbe potuto mettere l’accento sulla democrazia, sulla partecipazione al processo politico, sui diritti di cittadinanza, sulla cultura e l’identità del paese, … si è scelto, saggiamente, di fondare la Repubblica e tutti i suoi istituti: sul lavoro.Il sindacato ha poi scelto alcuni termini evocativi di problemi al centro delle rivendicazioni dei lavoratori: occupazione, contratti, pensioni. Ma si sarebbe potuto aggiungere: legalità, welfare, tutela dei migranti, futuro per i giovani, formazione e scuola, salute e benessere. Ogni tema che è determinante per

riordino. Il pareggio di Bilancio certificato per l’anno 2015 , sbandierato come una vittoria, è

Dardo

la qualità di vita delle persone e per il progresso delle comunità, direttamente o in modo più ampio, è connesso con il lavoro. Questo 1 maggio, in Molise e ovunque in Italia ed in Europa è anche di protesta e di lotta: di lavoro ce n’è poco, spesso è in nero, sottopagato, non protetto, non ben remunerato anche per il mancato rinnovo di molti contratti e, soprattutto, non ci sono politiche efficaci a livello europeo, nazionale e regionale, per creare nuove opportunità occupazionali. CGIL, CISL e UIL pretendono che il lavoro sia al centro delle attenzioni delle autorità, della politica, del governo e parlamento, degli amministratori locali.

Sanità pubblica, in piazza il 18 maggio popolo molisano veda soddisfatti i propri bisogni di salute e di cure in un Piano di riordino ispirato alla salvaguardia degli interessi dei privati invece che al rafforzamento e al risanamento della Sanità Pubblica,che deve garantire in modo ottimale i Livelli Essenziali di assistenza. Il luogo democraticamente deputato a riflettere la volontà popolare è il Consiglio regionale,che istituzionalmente rivendica il suo diritto democratico (e non populistico) ad essere informato e a discutere la “nuova”proposta di Piano di

Nagni e di Facciolla, la giunta, e il suo posto è andato al liberaloide Veneziale, sono offuscati dal sospetto di strumentalità, mancando la chiarezza necessaria per esser acquisti inequivocabilmente per tali. Nella sua azione politica, infatti, è presente una vena di contraddittorietà che mescola il chiaro del suo pensiero, con l’oscuro. Ne vien fuori un personaggio sostanzialmente enigmatico, problematico, ma decisamente insinuante e pertanto capace di penetrare diversi e differenti diaframmi politici (e partitici). In questo suo andare ha accumulato la segreteria regionale delle Cgil, un seggio regionale, e un assessorato. Mai una guida da leader. Lo spazio in cui potrebbe tentare di assumere il primato (e la rielezione) è solo a sinistra. Difatti ci vuole provare.

stato realizzato a prezzo dell’ulteriore degrado dell’offerta sanitaria pubblica: mancati

Segreterie regionali Cgil-Cisl e Uil

investimenti in edilizia e apparecchiature sanitarie,ulteriore diminuzione del personale, chiusura di reparti senza prima riconvertirli in medicina territoriale,insostenibilità dei ritmi di lavoro da parte del personale sanitario,aumento delle difficoltà per i pazienti. Il Forum continua perciò,senza sosta, insieme ai sindacati,in primo luogo la FIOM CGIL, la sua attività di sensibilizzazione e di mobilitazione per la Manifestazione Regionale del 18 Maggio a Campobasso. FORUM PER LA DIFESA DELLA SANITA’ PUBBLICA


TAaglio lto Solo qualche giorno fa, dalle colonne de La Gazzetta, abbiamo commentato la notizia, data con il comprensibile rilievo e la più opinabile soddisfazione, da parte della Regione Molise, del raggiungimento del pareggio di esercizio per l’anno 2015 in materia di sanità. Abbiamo cercato, in quell’occasione, di contemperare le non più differibili ragioni di riassetto finanziario ed organizzativo del sistema sanitario regionale con le altrettanto sacrosante ragioni di chi ancora crede e si batte per un’offerta sanitaria che sia diritto universale dei cittadini, riconosciuto dallo Stato di diritto. Una coperta sempre troppo corta, una missione forse impossibile, non ancora, però, una causa persa. Quali sono, ci siamo chiesti allora e ci chiediamo oggi, i sacrifici accettabili, i confini praticabili di un’opera riformatrice che non lasci i cittadini in balia della sorte? Le prime risposte cominciano a materializzarsi, per chi le sa cogliere ma, soprattutto, per chi ha il dovere di riconoscerle ed interpretarle nell’interesse generale. All’ospedale San Timoteo di Termoli, dal primo di maggio prossimo, i pochi anestesisti rimasti potranno assicurare solo il mantenimento dell’apertura del reparto di Rianimazione e le attività chirurgiche di emergenza. Cioè il trattamento anestesiologico di

L’intervento

3 1 maggio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Sanità, disfunzioni e caos in tutte le strutture ospedaliere A rischio da oggi le attività al San Timoteo. Ma non meglio la situazione al Cardarelli

quei pazienti che arrivano al Pronto Soccorso in evidente pericolo di vita. La stessa cosa, probabilmente solo leggermente differita più in là nel tempo, accadrà al Cardarelli di Campobasso. Sempre al San Timoteo è già realtà il blocco dei parti, sempre per carenza di personale. Queste sono le notizie nella loro asciutta realtà. Le implicazioni, gli effetti a lungo termine, il costo in qualità della vita, se non

proprio in vite umane, è tutto ancora da verificare, da mettere in relazione anche con i beffardi tiri del destino. Ognuno di voi, lettori de La Gazzetta, è libero di costruirsi la propria idea sulla base di queste che sono solo crude informazioni. La partita tra diritti e opportunità, tra garanzie e regole di mercato, tra un passato gestito malissimo ed un futuro che, purtroppo, non sembra promettere di meglio, si

sta giocando in questi giorni sotto i nostri occhi. Comunque la si pensi sarebbe opportuno far sentire la propria voce con i modi ed i mezzi di cui ciascuno dispone. Si sta scrivendo una pagina di storia di questa regione che, senza dubbio, cambierà la costruzione stessa su cui, fino ad ora, si è poggiato il nostro convivere civile. Mai come in questo caso partecipazione ed onestà intellettuale dovrebbero essere messe al servizio, ciascuno di noi per quota parte, del prevalente interesse generale. Quanto ne sappiamo? Ci siamo informati abbastanza? Sappiamo davvero cosa cambierà, per chi e da quando? Se non risponderemo a queste domande; se, ovviamente, avremo fatto colpevolmente a meno di porcele per tempo, saremo tutti dalla parte sbagliata della barricata. Gli assenti hanno sempre torto. Se fino ad ora, specie in campo di sanità, abbiamo probabilmente vissuto al di sopra dei nostri meriti e delle nostre possibilità, è giunto il momento, di non permettere che la cura sia peggiore del male.

La Cattolica non ceda al ricatto

di Michele Iorio Sulla proposta del centrosinistra relativa alla Fondazione Giovanni Paolo II si registra una situazione a dir poco inquietante: la Giunta regionale affida, con delibera, al presidente Frattura il compito di proporre una modifica nello statuto della Fondazione e, dopo poche ore dalla delibera di Giunta, il capogruppo del Pd Totaro chiede al Consiglio regionale di avallare tale proposta. Siamo di fronte ad un utilizzo improprio, strumentale ed equivoco degli organi amministrativi forse per coprire le responsabilità di una simile operazione. Un’operazione nata da un’aspra trattativa, e neanche troppo velata, tutta interna al Partito Democratico che avrebbe ritrovato la quadra su un’idea molto originale di pubblico e privato. Torniamo ai fatti: la proposta che il Pd definisce “un fatto straordinario” si inserisce nel bel mezzo di due eventi cruciali. Da un lato c’è la

Tutto quello che gli altri non dicono

trattativa tra Regione Molise e Università Cattolica, trattativa tesa a risolvere un contenzioso sull’entità del debito rivendicato dalla Cattolica (che ammonta a circa 100 milioni di euro) ma non riconosciuto dalla Regione che, almeno fino a questo momento ha riconosciuto un’offerta di circa 30 milioni di euro). Dall’altro lato, invece,

c’è la trattativa tesa a valutare l’uso fisico delle strutture dell’Università Cattolica nell’ambito di un progetto di integrazione dei servizi sanitari. Bene, nel mezzo di queste trattative si inserisce la proposta della Regione Molise che chiede all’Università di avere in cambio la possibilità di gestire, in via diretta da parte dello stesso presidente della Regione attraverso la nomina di quattro amministratori su cinque, la stessa Fondazione. Questo vorrebbe significare che i quattro amministratori nominati direttamente dal presidente della Giunta regionale del Molise avrebbero il compito di gestire, all’interno della Fondazione, il personale, la nomina dei dirigenti, gli appalti dei servizi, delle forniture e tutto il resto senza però seguire le regole del diritto pubblico in quanto la Fondazione continuerebbe ad essere regolata dal diritto privato. Detto in altre parole, ci troviamo di fronte ad una stra-

biliante formula di gestione politica di una struttura sanitaria di diritto privato. Cosa succederebbe quando la Fondazione dovrà trattare, ad esempio, il budget del contenzioso con la Regione Molise essendo questa emanazione di se stessa? Come funzionerebbe il rapporto tra controllore e controllato? Ho molto apprezzato, fino ad oggi, la posizione limpida, coerente e corretta del rettore della Cattolica, Anelli, che sicuramente continuerà a respingere questo maldestro tentativo di fare pressioni psicologiche con strumenti di convinzione a dir poco singolari. Mi voglio augurare che tutto ciò non avvenga e che la Fondazione continui ad operare offrendo come sempre le opportunità di cure qualificate e assolutamente indispensabili non solo all’utenza molisana ma di tutto il centro sud Italia. Alla Cattolica dico: non abbiate paura delle velate minacce di questi governanti, i molisani sono con voi.

Nottetempo hanno fatto sparire una legge di Lucio Pastore Come i carbonari, di notte, il consiglio regionale del Molise ha abolito la vecchia legge sanitaria. Non erano riusciti a farlo fino ad ora perché con le nostre mobilitazioni sotto il consiglio regionale avevamo creato un qualche imbarazzo agli inquilini di palazzo Moffa. Di notte è tutto più tranquillo e si possono attuare i blitz. Ora faranno un pó di sceneggiate con la fondazione Cattolica, per far finta che esista un contrasto con quella struttura, nella proposta di portare a 4 i membri pubblici del consiglio di amministrazione e poter dire che i posti letto rimangono nel pubblico. Così non è. Questo è un mostro giuridico di compartecipata che serve solo a buttare fumo negli occhi alla popolazione per non far comprendere bene come deve avvenire la privatizzazione del sistema sanitario e scaricare sugli utenti i costi tramite i sistemi assicurativi. In Molise, sotto la gestione Iorio abbiamo avuto che il costo pro capite del sistema sanitario regionale è il più alto d’Italia. Per ogni cittadino in Italia si spende 1800 euro. Nel Molise se ne spendono 2200. Tutto questo, non per avere servizi migliori, ma per alimentare un potere clientelare che passa dalla creazione di reparti e strutture inutili, per parenti ed amici, e per accreditamenti a privati, amici/clienti, in una situazione già esistente di ingorgo pletorico per il pubblico. Frattura continua e porta a termine l’opera di trasformazione del SSR, con la privatizzazione in atto. Fanno semplicemente il gioco delle tre carte per far finta che esista un qualche contrasto anche con i privati, ma, ripeto, questa è solo sceneggiata. Il blocco di potere che sembrava incrinarsi, si è ricompattato per sopravvivere e per dare risposte ai potentati a cui risponde.


Taglio Alto Consiglio comunale “de plano” l’ultimo del 28 aprile a Palazzo san Giorgio. Maggioranza comoda e del tutto indifferente ai rilievi procedurali (delibere senza i prescritti pareri preventivi e di regolarità). Tasse confermate, partecipazioni societarie (Sea e Consorzio industriale di Boiano) favorevolmente apprezzate. Copione della vigilia ampiamente rispettato. Unico interrogativo perché mai il sindaco che pure aveva annunciato l’allargamento della giunta alla richiesta di spiegazione si ritrae e mena il can per l’aia? Porte aperte quindi alle supposizioni. Uno dei due assessori in pectore avrebbe problemi giudiziari in via di risoluzione; l’altro si direbbe insoddisfatto delle deleghe: poco più di un contentino, ma nessuna possibilità d’incidenza sul destino dell’amministrazione. Situazioni che il primo cittadino giudica degne di un differimento. Ma dietro la facciata di questa improbabile giustificazione pare vi siano motivi di ben altro spessore e … sapore. L’allargamento della giunta comporterebbe una riduzione delle indennità e una sottrazione di potere ai consiglieri delegati. L’unione di questi due interessi farebbe da diga al progetto della

Sono cambiati i tempi, è proprio vero. O, forse, è soltanto l’aria molisana ad intorpidire le menti, e quindi le azioni, anche di quelle categorie storicamente più agguerrite e contestatrici, come gli studenti universitari, per esempio. Solo qualche giorno fa il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceveva il deferente omaggio delle istituzioni regionali presso l’aula magna dell’Università degli Studi del Molise. In un clima così tranquillo e rilassato che ancora un po’ e scappava la pennichella. Eppure sarebbe stata l’occasione giusta per gli studenti molisani per rappresentare, con il piglio che solo la gioventù sa dare, una situazione che in altre piazze, ed in altre stagioni, avrebbe certamente riscaldato l’aria. La Regione Molise, il cui presidente, Paolo Frattura, non si è negato l’occasione, davanti a Mattarella, di incensare il ruolo dell’Università del Molise nel tessuto sociale della regione, ha, però, previsto nel bilancio di previsione per il 2016 la miseria di trecentomila euro di finanziamenti per il diritto allo studio. Una cifra che vale una paghetta da bimbi e non una misura, in altri contesti molto importante e lautamente finanziata, per garantire l’accesso all’istruzione superiore per classi e/o categorie di studenti particolarmente bisognose. Trecento-

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Consiglio comunale secondo copione: maggioranza compatta e silente Nonostante resti aperta la questione della giunta a nove giunta a nove che, va detto, rientra nel disegno di tacitamento degli appetiti dei vari gruppi consiliari oltre che al bilanciamento dello strapotere del Pd nella geografia municipale. Che siano valide o meno le une e le altre ragioni, al sindaco Battista la faccenda gli scorre felice tra le mani. Più c’è gente che aspetta qualcosa, più lui può pretendere che stiano al gioco delle parti e votino come hanno votato: compatti e silenti. Ma un’amministrazione di tale fatta e composizione alla lunga potrebbe ammalarsi di “eccesiva attesa” e venir meno al rigore dei comportamenti abilmente pretesi (ed ottenuti) dal sindaco. Per dire, l’assessore in pectore Colarusso non sta prendendo parte ai lavori consiliari ed anche Elio Madonna ondeggia tra l’esserci e non esserci. Del che, però, nes-

suno rileva attenzione. Se hanno potuto godere di una qualche considerazione (politica e personale) si deve andare al tempo dell’in-

tergruppo ispirato, motivato e suffragato da Michele Ambrosio. Dopodiché, il silenzio. E per Colarusso, il supplizio dell’attesa e

delle deleghe minimali. Per Battista, superato lo scoglio delle tasse, arrivederci al prossimo anno. Dardo

Quando anche l’Università si arrende al torpore dei tempi... Solo trecentomila euro per il diritto allo studio, ma da studenti e docenti nessuna mobilitazione

mila euro sono quasi un insulto all’istituto stesso che garantisce il socialmente equo diritto d’accesso all’istruzione. Senza contare che di sovvenzioni dirette da parte dell’ente Regione all’Unimol non ce ne sono, ammontano letteralmente a zero; anche in questo caso in decisa controtendenza rispetto a quanto accade in tutte le altre realtà italiane. Dove si ben comprende, e si agevola materialmente, il ruolo dell’università che, invece, in Molise si riconosce solo a chiacchiere, quando atterra il Presidente della

Repubblica. Se si considera, per chiudere (quasi) il cerchio, che nello stesso documento finanziario per il 2016 è previsto un esborso di quattro milioncini a favore di vitalizi e prebende varie, si potrebbe comprendere quale sia il grado di assuefazione e di apatia che pervade l’orizzonte finanche degli studenti universitari. Nessuna manifestazione, nessun intervento, nemmeno lo straccio di un flash mob (così dicono quelli fighi) da parte degli studenti su questo tema, che avrebbe goduto

di una discreta risonanza in occasione della visita presidenziale. Un silenzio tombale, da destra e da sinistra. Sono proprio cambiati i tempi. Ma abbiamo lasciato il meglio per la fine, come si dice. La ciliegina sulla torta è rappresentata dal fatto che la Regione Molise ancora non rimborsa la tassa regionale per il diritto allo studio che, per quei capotici meccanismi burocratici tipici di questo assurdo Paese, gli studenti che ne sarebbero esonerati sono comunque costretti ad anticipare per poi attenderne il rimborso. Rimborso che, in maniera altrettanto scontata e tipica, ancora si fa attendere. Insomma ci sarebbe tanta di quella carne al fuoco per mettere in piedi una bella, rumorosa, senz’altro civile, è ovvio, ma altrettanto vispa, mobilitazione da parte degli studenti. Ma evidentemente il tempo della partecipazione, dell’impegno in prima persona per costruirne uno collettivo è decisamente passato. Soprattutto alla periferia dell’impero, in terra di Molise. Molto cortesemente le organizzazioni studentesche

hanno presentato in Regione, e regolarmente protocollato, un’ istanza formale per la restituzione della tassa in questione, chiedendo un incontro al governatore dal braccino e/o dalla memoria corti. In caso di mancato e cortese cenno di riscontro i (bravi) ragazzi dell’Unimol si dichiarano disposti a scrivere al Presidente della Repubblica. Lo stesso che avrebbero potuto interessare direttamente della questione solo qualche giorno fa. Per carità, è apprezzabile il fatto che gli studenti abbiano compiuto passi concreti e formali per essere rimborsati; la protesta fine a se stessa è sempre stato soltanto un boomerang che ha picchiato forte sulla faccia di coloro che lo hanno lanciato. Ciò che colpisce, però, è la totale assenza di forme collaterali di dissacrante protesta, di vitale e gioiosa affermazione di sé, di contestazione sbeffeggiante del Potere sordo ed, in questo caso soprattutto, palesemente in torto, così tipiche della migliore gioventù. O tempora, o mores.


TAaglio lto

5 1 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La politica regionale ha scelto di sostenerla nelle sue prerogative e possibilità di sviluppo

Tornare alla terra con spirito d’iniziativa e convinzione per salvare l’ambiente e la biodiversità

Il Molise ha sperimentato negativamente la fase industriale e la fase post-industriale, per cui ha motivo di riaprire con idee nuove e nuove energie il capitolo dello sviluppo agricolo e della pastorizia L’agricoltura sta risalendo, seppure lentamente, la scala dei valori economici e sociali e, seppure con ritardo, la politica regionale si va orientando a sostenerla in tutte le sue prerogative e possibilità di sviluppo. L’assessore Facciolla sta girando il Molise a decantare il Piano di sviluppo rurale, gli aiuti che dal Piano possono trarre gli agricoltori e le priorità da finanziare. Ciò, in corrispondenza di una transizione storica in cui la produzione industriale ha raggiunto livelli infimi e la disoccupazione galoppa. Il ritorno alla terra però non deve vissuto come uno stato di necessità quanto, invece, una riscoperta, una realtà che ha al suo attivo molti aspetti positivi tra cui “la costituzione e la salvaguardia di una grande varietà di habitat seminaturali di grande pregio, svolgendo un ruolo fondamentale nel preservare l’equilibrio dell’ambiente e nella conservazione della biodiversità”. Questa definizione agli sprovveduti potrà suonare arcaica, bucolica, soprattutto se utilizzata per giustificare l’esistenza e la prevalenza dell’agricoltura distruttiva del suolo, modellata su teorie di sviluppo che l’hanno depauperata e resa fragile. L’attenzione che si vuole

Lettera aperta In questo momento complicato per la vita del paese siamo a sottoporVi alcune nostre riflessioni e considerazioni che speriamo possano essere da Voi condivise e rese proprie. La volontà di collocare sul mercato una ulteriore quota del 35% del capitale di Poste Italiane S.p.A., per necessità di cassa del Governo, prefigurerebbe uno scenario desolante: lo Stato e la Società Poste rinuncerebbero al controllo dell’azienda e alla socialità del servizio a danno dei cittadini, dei comuni, delle comunità e della collettività, creando i presupposti per far venir meno l’unicità aziendale. Il futuro di Poste, l’azienda più grande del Paese per numero di lavoratori presenti, seguirebbe quello di altre aziende e, per favorire inte-

venga riposta alle attività agricole, in un contesto che non dia primati di alcun genere alle produzioni intensive, leggendo con cura i punti qualificanti del Piano di sviluppo rurale che Facciolla sta spiegando in giro per il Molise, lo si trova abbastanza facilmente. Il Molise non ha spazi sufficienti, né cultura, né tradizione e nemmeno esperienza per una agricoltura intensiva. Tutt’altro. Ha dimensioni e caratteristiche per una agricoltura di qualità, di nicchia, di forte tipizzazione. Non disgiunta, s’intende, dalla

ricerca e dall’applicazione delle nuove metodologie. Il Piano ha capitoli sufficienti anche in questa direzione. Il che aiuta il cronista a ricordare la riflessione proposta in tal senso dall’Associazione Ecologisti Democratici del Molise, con il contributo, tra gli altri, di Loredana Pietroniro – Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio; di Antonio De Cristofaro – Docente di Entomologia generale e applicata presso l’Università degli Studi del Molise e dell’onorevole Siro Marrocu – della Commis-

sione Agricoltura della Camera dei Deputati. Il punto più alto dell’analisi e dell’approfondimento del settore agricolo nel Molise fu quello relativo a un’agricoltura di qualità, che si può raggiungere – venne detto “pianificando una corretta gestione del territorio a difesa del suolo fertile e attivando sistemi integrati di ricerca scientifica finalizzati all’introduzione di innovazioni nei settori del controllo biologico e integrato delle avversità delle piante e all’individuazione di tecniche colturali, sistemi di alleva-

Poste, i parlamentari molisani devono impegnare il Governo ressi finanziari, verrà “spacchettata” con pesanti ripercussioni per i lavoratori e per le loro famiglie. Proseguire con la vendita di quote di Poste, in presenza di un attivo di bilancio di 550ml, rappresenterebbe un fallimento per il nostro Paese e ci sarebbero migliaia di esuberi da gestire con costi che verranno scaricati sulle collettività, con l’impossibilità di una vera ripresa e la creazione di nuovi posti di lavoro attraverso lo sviluppo, possibile e realizzabile, delle attività Finanziarie e di quelle nella Logista, Pacchi e Servizi Postali. Nel contempo assistiamo ad una gestione superficiale ed approssimativa: un’azienda ferma che non pro-

muove attività in grado di rilanciare i servizi in un mercato fortemente competitivo. La SLP-CISL del Molise è fortemente preoccupata per la gestione della riorganizzazione in PCL (Posta, Comunicazione e Logistica) nonché di tante problematiche ancora non risolte in M.P.

(Mercato Privati), per la superficiale ed approssimativa gestione del management aziendale, preoccupato non già di sviluppare i servizi dell’azienda, ma soltanto di svolgere il compito loro assegnato dalla volontà politica, che è quella di smantellare il servizio postale a favore di altre logiche economiche e finanziarie di questo Paese (vedi Decreto salvabanche). Per queste ragioni riteniamo indispensabile che il Governo apra la discussione con i corpi sociali sulla materia e, in generale, del sociale, superando una sorta di

mento, specie e cultivar autoctone che comportino un minore impiego di risorse naturali e minore dispendio energetico”. Concetti limpidi, coerenti con la sostenibilità della produzione di qualità o di nicchia, che dir si voglia. A tal riguardo come non richiamare in cronaca l’esperienza di Simone Gentile a Castel del Giudice? Il Molise ha sperimentato negativamente la fase industriale e la fase post-industriale, per cui ha motivo di riaprire con idee nuove e nuove energie il capitolo dello sviluppo agricolo e della pastorizia, facendo tesoro delle tecnologie e delle innovazioni che possono aiutare. Il ruolo dell’Arsarp (Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo, rurale e della pesca), le cui competenze, attraverso la divulgazione di informazioni, notizie, tecniche produttive volte a favorire lo sviluppo delle singole filiere nel rispetto delle vocazioni della zona, diventa essenziale. L’assessore Facciolla è dell’avviso. Motivo da aggiungere alla possibilità che il Psr diventi finalmente uno strumento di crescita e di qualificazione della produzione agricola del Molise. Dardo

autoreferenzialità dell’azione di governo e della politica. In un clima di conflittualità sociale crescente e a rischio di ulteriore esasperazione, non può che essere un atto di responsabilità riaprire una stagione costruttiva di dialogo e confronto sociale. Ed è per tutte queste ragioni che nelle Vostre funzioni istituzionali Vi chiediamo di condividere le proposte espresse dalla SLP CISL Molise e di farVi parte attiva della presentazione delle presenti ragoni agli Organi di Governo. Certo della Vostra sensibilità e sicuro che non farete mancare il Vostro contributo, per tirare fuori il nostro paese da questa difficile situazione, porgo i miei più cordiali saluti. Slp Cisl Molise



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Campobasso

1 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Negozi chiusi il 1 maggio” Per l’assessore Salvatore Colagiovanni è giusto il riposo dei lavoratori CAMPOBASSO. “A parte qualche eccezione, le attività commerciali di Campobasso resteranno chiuse domenica 1° maggio”. Ad annunciarlo l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Campobasso, Salvatore Colagiovanni, che aggiunge: “La mia struttura ha sentito i rap-

mico, secondo quello che mi riferiscono i dipendenti delle attività commerciali, non sono consoni alla giornata festiva trascorsa al lavoro. Si nega, con questo modus operandi, una consona vita familiare e sociale ai nostri concittadini, che sono costretti a sopportare di tutto, in barba ai di-

presentanti della piccola, media e grande distribuzione ed è stato raccolto il mio appello di onorare la festa dei lavoratori. Mi compiaccio con gli esercenti delle attività commerciali, che raccogliendo il mio invito permetteranno ai propri dipendenti di restare a casa nel giorno in cui

“Non desertifichiamo i piccoli comuni” E’ l’appello che sale da Pietracatella per chiedere alla Regione interventi per favorire le attività economiche PIETRACATELLA. “Altrove i giovani investono nei piccoli centri, da noi no. Il Consiglio regionale approvi una legge ad hoc” è questo in sintesi l’appello raccolto da Antonio Tomassone, capo gruppo di minoranza in Coniglio Comunale di Pietracatella, e lanciato dal Presidente dell’Anci Molise Pompilio Sciulli, approvato all’unanimità nella seduta del 28 aprile. “In Molise, moltissimi Comuni non hanno un negozio. La desertificazione commerciale è in crescita. Salvare i negozi sotto casa, nei piccoli Comuni e nei centri delle aree montane, è una necessità sociale, culturale, economica, politico-istituzionale” dice Tomassone “È determinante difendere e valorizzare i negozi sotto casa, schiacciati negli ultimi due decenni dai supermercati e dai centri commerciali che comunque oggi rappresentano un modello inadeguato sotto il profilo economico e sociale.” Nei Comuni montani, il negozio è un ancoraggio della comunità. Luogo di aggregazione prima ancora che di acquisto. Punto multifunzionale dove comprare alimentari, frutta, verdura, prosciutto e formaggi, biscotti e succhi di frutta, poi sigarette e giornali. Punto dove matura la comunità. Si rilevano, in diverse luoghi degli Appennini, nuove scelte di giovani e non solo che decidono di aprire imprese, negozi, avviare start up, e partite iva credendo nel rilancio del territorio montano, luogo della “libertà” e della ricerca. Le loro storie, riprese molto spesso sui media, sono di stimolo affinché si moltiplichino le scelte di chi “ritorna” e di chi vuole fare innovazione. “Servono scelte politiche chiare per la difesa dei negozi e delle botteghe di paese, ma anche una diversa consapevolezza da parte della comunità che vive su un territorio.” Continua il capogruppo Tomassone “ Salvare i piccoli negozi nei Comuni di montagna passa dalla nuova consapevolezza e dalle nuove scelte culturali di chi vive e frequenta queste aree. Per questo occorre individuare misure fiscali vantaggiose per esercizi commerciali e imprese presenti nelle aree montane e interne del Paese e della Regione, così da compensare il naturale svantaggio geografico e territoriale, colmando un gap che si rischia di avere conseguenze dirette molto negative, con nuovo abbandono dei territori e aumento della povertà.” La mozione approvata chiede al Consiglio regionale di varare una legge che individui sgravi fiscali e minor carico burocratico per chi possiede un negozio in un Comune montano, per chi avvia un’attività nelle Terre Alte, per chi vuole potenziare una piccola impresa, per chi apre una partita iva. Prevedere opportune “zone a fiscalità di vantaggio” nella legislazione regionale e anche all’interno dei provvedimenti adottati con la Strategia nazionale Aree interne. Incentivare, quindi, i centri multifunzionali, sostenendo inoltre la proposta di legge recante misure per i Comuni con meno di 5000 abitanti e le aree montane. Chiude Tomassone “È il momento di favorire nuovi progetti di sostegno agli esercizi commerciali di prossimità dei piccoli Comuni, come già promossi in passato dalla Regione.”

ritti conquistati negli scorsi decenni e che sono alla base della festa del 1° maggio. È giusto che i miei concittadini riposino il 1° maggio – conclude Colagiovanni. – Servirà a poco, ma occorre iniziare a prendere coscienza che ai lavoratori debba essere restituita quella dignità, spesso, negata”.

si ricordano i grandi traguardi raggiunti dai lavoratori in campo economico e sociale. Una festa, seppur simbolica, dal forte significato, soprattutto nel periodo in cui viviamo. Io mi schiero dalla parte dei lavoratori rispetto a questo modello di consumo – rimarca l’assessore comunale – che anche a Campobasso vede aperture, soprattutto della grande distribuzioni, in quasi tutti i giorni festivi del calendario. Nella maggior parte dei casi, il riscontro econo-

“Rifiuti, a Campobasso non si vuole cambiare” Simone Cretella, consigliere dei Cinque Stelle, spiega il no del gruppo alla proposta comunale CAMPOBASSO. “Regolamento per l’approvazione delle tariffe TARI in discussione ieri in consiglio comunale. Abbiamo detto NO, senza alcun appello, ad un regolamento tariffario ancora basato su criteri inaccettabili, ovvero la composizione del nucleo familiare e la grandezza dell’immobile, criteri oramai superati dalle amministrazioni più virtuose che applicano il più giusto ctiterio del “chi più inquina, più paga”, attraverso la tariffazioni puntuali basate sull’effettiva produzione di rifiuti, associate ad efficienti sistemi di raccolta differenziata”. Così Simone Cretella consigliere comunale del gruppo Cinque Stelle. “Campobasso invece, nonostante i mille proclami, gli annunci e le promesse e le ingenti risorse a disposizione, ancora non vede uno straccio di piano operativo ed un progetto serio per la raccolta differenziata dei rifiuti, per cambiare finalmente rotta ed allinearsi alle direttive europee e nazionali che impongono alle amministrazioni l’adozione di sistemi certamente piu’ efficaci, efficienti e sostenibili. Persino la virtuosa pratica del compostaggio domestico per lo smaltimento dei rifiuti organici ha trovato scarso sostegno da parte della maggioranza a guida Battista: le recenti normative introdotte dal governo, impongono infatti alle amministrazioni di prevedere l’applicazione di premialitá e riduzioni della TARI per quelle utenze che praticano lo smaltimento dell’umido mediante una compostiera domestica; il regolamento approvato ieri si limita invece ad un

misero ed insignificante 5% sulla parte variabile della tariffa, mentre gran parte delle città italiane applica riduzioni comprese tra il 20 ed il 30 %. Vano il tentativo del Movimento 5 Stelle, attraverso un emendamento bocciato dalla maggioranza, di innalzare la percentuale al 30% per dare un vero incentivo alle famiglie, ma anche un importante messaggio politico capace di orientare la cittadinaza verso pratiche capaci di ridurre la quantita di rifiuti da smaltire. Approvato invece un altro emendamento del Movimento 5 Stelle contro una modifica regolamentare che avrebbe comportato il pagamento della tariffa anche per quelle unità immobiliari sprovviste di contratti di fornitura di acqua ed energia elettrica. Ad oggi infatti, i proprietari di immobili disabitati e senza le predette forniture, possono chiedere ed ottenere l’esenzione del pagamento, trattandosi di unità immobiliari che non producono rifiuti. La modifica proposta dalla maggioranza invece avrebbe sostituito, quale condizione per l’esenzione , le parole “contratti attivi” riferiti alle utenze, con la parola “allacci”, ovvero la presenza di impianti e contatori, anche se sigillati ed inattivi. Un “sotterfugio”, abilmente camuffato dal cambio di una parolina, che avrebbe però comportato un ingiusto pagamento a carico di chi possiede immobili inutilizzati e per i quali, giusto ricordarlo, già paga tributi di natura patrimoniale come la TASI e l’IMU.


Italy


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Isernia

1 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Isernia deve aprire gli occhi” Lucio Pastore torna a denunciare le situazioni legate a quelle che chiama “i soliti personaggi”

ISERNIA. A Isernia, dove si devono svolgere le elezioni comunali e nuovamente si ripresentano i soliti personaggi che hanno distrutto la città e la regione, come se niente fosse”. Lo scrive Lucio Pastore denunciando la situazione politica in atto. “Occupano tutti

gli spazi, moltiplicando liste, ignorando la questione morale che proprio in questi giorni è esplosa in tutta la sua gravità. Noi di PENSIERO LIBERO, quando abbiamo visto il ricompattarsi di queste forze distruttive del territorio, abbiamo sentito il dovere di

presentarci alle elezioni per creare un’alternativa possibile per cambiare rotta. Ma abbiamo bisogno, per fare questo, della partecipazione attiva della popolazione anche nella formazione delle liste. Stanno distruggendo questo territorio e se non sarà il popolo che rompe le vecchie logiche della politica e partecipa in modo attivo e diverso al cambiamento, nel Molise non crescerà neppure un filo d’erba. Si distrugge il sistema sanitario pubblico, si distrugge il territorio trasformandolo in una grande discarica, come sta avvenendo nella piana di Venafro, si distrugge la città di Isernia che dopo la cementificazione selvaggia, avvenuta con maestranze e materiali portati da fuori regione, hanno

Lettera aperta

L’autovelox di Sesto Campano è illegittimo di Feliciantonio Di Schiavi Pregmo Sig. Prefetto, molti cittadini spesso si rivolgono a questa Associazione Sindacale per essere assistiti e/o tutelati a vario titolo, segnalando anche eventuali abusi o soprusi che purtroppo avvengono nelle nostre zone. Spesso hanno segnalato l’installazione di Autovelox da parte di Amministrazioni comunali lungo le nostre strade statali e provinciali e che a loro modo di vedere più che servire ad una azione di prevenzione e di controllo, probabilmente vengono installati per fare soldi. Riguardo alla installazione degli Autovelox, compete alla Prefettura assicurare e garantire il corretto posizionamento degli stessi e le corrette modalità del servizio. Infatti codesta Prefettura con nota Prot. N. 6304 del 22.02.2013 a firma del Viceprefetto Aggiunto Sig. Antonio Incollingo attestava solennemente che “questa Prefettura, con la sua continua attività di controllo garantisce una corretta applicazione delle norme che disciplinano l’utilizzo dei dispositivi di controllo elettronico della velocità a mezzo di autovelox fissi e mobili esistenti sul territorio di questa Provincia”. Purtroppo Sig. Prefetto, con una certa amarezza, abbiamo constatato che codesta Prefettura, nei fatti, si comporta in modo completamente diverso. Infatti, tutti ricordiamo l’Autovelox installato dal Comune di Macchia d’Isernia lungo la SS. 85; esso era illegittimo, ma funzionava e faceva soldi; la Prefettura non è intervenuta per farlo rimuovere. Anzi, i cittadini che ricorrevano avverso gli illegittimi verbali venivano puntualmente penalizzati dalla Prefettura stessa perché gli dava torto e gli raddoppiava la sanzione; essi così erano costretti a rivolgersi al

Giudice di Pace ed ovviamente hanno avuto puntualmente ragione. Tanto è vero che molto spesso la Prefettura è stata condannata a risarcire i cittadini, cosa che ad oggi ancora non fa determinando anche in questo caso una ulteriore anomalia. La stessa cosa ora si sta verificando per l’Autovelox installato dal Comune di Sesto Campano lungo la SS. 85 direzione Napoli, al Km 12+440. Ebbene anch’esso è illegittimo. Lo abbiamo detto noi e lo hanno sentenziato i Giudici di Pace, sia di Venafro che di Isernia, però, codesta Prefettura non solo non è intervenuta disponendo la sua rimozione, come fece il “grande” Prefetto ff. Dott.ssa Caterina Valente nel 2011 con gli autovelox illegittimi di Isernia e di Cantalupo del Sannio, ma, ai cittadini che ricorrono avverso gli illegittimi verbali, gli da puntualmente torto e gli raddoppia le sanzioni. I poveri malcapitati sono così costretti a rivolgersi al Giudice di Pace ed ovviamente hanno ragione e la Prefettura viene anche condannata. E guarda caso, chi firma le ordinanze di rigetto dei ricorsi è lo stesso Funzionario Prefettizio che con la nota 6304/2013 diceva di voler assicurare e garantire il corretto uso degli autovelox. Insomma, qualcosa che non va c’è. Questa Associazione si rivolge alla S. V. innanzi tutto perché è rispettosa della Prefettura ed in essa ripone fiducia e poi perché la S.V. è da poco al vertice della Prefettura di Isernia e probabilmente non conosce molto bene alcune situazioni. Pertanto si auspica il Suo autorevole intervento in merito. *SEGRETERIA PROVINCIALE F.I.A.D.E.L

prodotto un abbassamento, senza senso, del valore degli immobili, hanno distrutto un’economia locale che si manifesta con la continua chiusura dei negozi, la migrazione costante dei giovani, il degrado urbano ed una povertà sempre più diffusa e percepibile. Abbiamo solo come popolo la possibilità di reagire per invertire la tendenza al degrado. Vi invito ad andare al comune a firmare la richiesta di referendum per impedire che negli inceneritori, di cui siamo pieni, possa essere bruciato di tutto senza controllo. Vi invito a partecipare in massa alla manifestazione del

18 maggio a Campobasso, contro le decisioni scellerate di questa giunta regionale che privatizza la sanità, nella speranza che vadano a casa e si possa cominciare una nuova e pulita stagione politica. Vi invito a partecipare attivamente, anche nella formazione delle liste, al nostro movimento, PENSIERO LIBERO, per costituire un nucleo alternativo forte per uscire dal marciume e dal pantano in cui siamo caduti. Se non ci muoviamo ora nessuno, in futuro, avrà il diritto di lamentarsi e dire di non sapere quello che sta succedendo.

Museo della zampogna, nuovi orari Il Comune di Scapoli ha predisposto una nuova serie di possibilità per le visite SCAPOLI. Il Comune di Scapoli rende noto, per evitare spiacevoli disguidi ai visitatori, che “il Museo Internazionale della Zampogna “P. Vecchione” osserva i seguenti orari di apertura: dal venerdì alla do-

0865.954505, specificando nella richiesta il giorno, l’ora, il numero dei partecipanti, il nominativo ed un contatto telefonico di un Responsabile. Per motivi puramente organizzativi, è opportuno che la comu-

menica: dalle ore 10.30 alle ore 12.00 e dalle ore 16.30 alle ore 18.00; nei giorni festivi (anche infrasettimanali): solo su prenotazione; nei giorni diversi da quelli di apertura: solo su prenotazione. Eventuali prenotazioni potranno avvenire solo ed esclusivamente via e-mail all’indirizzo info@museodellazampogna.it o via fax al n.

nicazione della prenotazione avvenga con almeno una settimana di anticipo rispetto al giorno della visita. Per ulteriori informazioni è possibile contattare telefonicamente i seguenti numeri: 0865.954270 (durante l’orario di apertura del Museo) e 0865.954143 (durante l’orario di apertura degli Uffici comunali)



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Termoli

1 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Droga, arrestata una donna Operazione dei militari del Reparto Operativo, Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri diCampobasso a Guglionesi I Carabinieri delNucleo Investigativo del Comando Provinciale di Campobasso, nella mattinata odierna, nell’ambito di un servi-

zio mirato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nel comune di Guglionesi, unitamente ai carabinieri della locale

“Fenice, sit in di protesta dei dipendenti” La variazione unilaterale di orario non ha convinto il sindacato che ha indetto la protesta TERMOLI. “Siamo qui per protestare contro la variazione di orario che è stata comandata dalla direzione aziendale di Fenice – ha affermato Mercogliano – in quanto riteniamo che penalizzi i lavoratori sia nella vita personale, con interruzione di molte domeniche lavorative rispetto all’attuale turno di lavoro, e sull’aspetto retributivo in quanto si perde retribuzione con l’istituzione di questo nuovo orario di lavoro articolato in maniera particolare dove la Fenice, che fornisce servizi elettrici ed energetici a Fiat, lavora con una turnazione a giro continuo su 21 turni lavorativi. Già ci sono lavoratori che qui stanno tutte le festività e le domeniche ma con questo nuovo sistema vengono aumentate le domeniche lavorative con un impatto anche su quelle che sono le famiglie considerando

che i lavoratori non possono più stare a casa neanche le domeniche. Tutto questo crea dei disagi personali aggravati dalla perdita della retribuzione rispetto all’attuale sistema di turnazione. Noi – ha continuato Mercogliano – riteniamo che l’attuale sistema sia sufficiente per soddisfare i servizi. Abbiamo anche

stazione hanno tratto in arresto una donna del luogo. Dopo accurati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, i militari hanno effettuato perquisizioni domiciliari con l’ausilio di unità cinofile antidroga, scoprendo la sostanza stupefacente che era ben occultata in una intercapedine di una abitazione nella disponibilità di una ventiseienne del posto. L’accurata perquisizione permetteva di rinvenire un involucro contenente grammi 30 di sostanza stu-

pefacente del tipo eroina e nr.2 involucri in cellophane contenente grammi 12 di sostanza stupefacente del tipo cocaina, oltre a sostanza da taglio e materiale vario per il confezionamento delle dosi, nonché un bilancino di precisione.

Lo stupefacente rinvenuto e sequestrato, immesso sul mercato avrebbe fruttato la somma di circa 3.000 euro. La donna tratta in arresto, è stata sottoposta agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria frentana.

Fanno saltare il bancomat dell’Unicredit Il fatto a Portocannone. Alla vista dei Carabinieri i malviventi hanno esploso colpi di arma da fuoco

proposto delle alternative all’azienda per migliorare il servizio ma al momento l’azienda non ha accettato queste condizioni. Auspichiamo che ci sia una risoluzione nel più breve tempo possibile in quanto il nostro auspicio è quello di risolvere la questione e tornare al più presto sul posto di lavoro”.

Si costituiscono due pregiudicati pugliesi Su di loro pendevano ordini di carcerazione. Si sono presentati ai carabinieri di Larino LARINO. Due pregiudicati pugliesi, sul cui conto pendeva un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari, si sono costituiti, ieri pomeriggio, ai Carabinieri della Compagnia di Larino. In particolare i due, uno residente a Barletta e uno a San Ferdinando di Puglia (FG),rispettivamente di 47 e 34 anni, condannati ad oltre 5 anni di reclusione per spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, devono ancora scontare una pena residua di oltre 4 anni ciascuno. Gli arrestati, dopo le rituali formalità, sono stati associati al carcere della cittadina frentana, a disposizione della competente A.G., informata dai militari della Stazione Carabinieri di Larino che gli hanno notificato i provvedimenti.

PORTOCANNONE. Erano circa le tre sabato mattina quando un gruppo di malviventi ha fatto saltare per aria il bancomat della Banca Unicredit in via Madonna Grande riuscendo a portare via migliaia di euro. I ladri, riuscendo a forzare anche la porta d’ingresso, son riusciti ad entrare anche all’interno della banca, penetrando all’interno e mettendo a soqquadro gli uffici: l’intento, secondo le primi ricostruzioni, era quello di prelevare anche il contenuto della cassaforte dell’istituto bancario. Operazione non riuscita per l’arrivo delle forze dell’ordine della vicina stazione dei carabinieri di Campomarino. Alla vista dei carabinieri, i malviventi prima di fuggire in direzione Nuova Cliternia, hanno esploso dei colpi di pistola. Alcuni bossoli sono stati ritrovati,prelevati per gli

esami delle forze dell’ordine. Alla filiale dell’Unicredit di Portocannone sono al lavoro tecnici e responsabili della sicurezza per ripristinare il

servizio bancomat e visionare le registrazioni, nel tentativo di avere qualche indizio maggiore sui responsabili, delle telecamere di sicurezza. E’ solo l’ultimo episodio una serie di furti di questo genere che avviene in Basso Molise. Di recente, a marzo, un furto analogo, è stato compiuto presso la Tercas di via Favorita a Campomarino: stesso obiettivo e stesse dinamiche.



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