Cacciate i soldi

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 77 mArtedi 5 Aprile 2016

GIORNALE SATIRICO Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo santagostino rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 - stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it

restA AggiOrNAtO, seguici ANche su FAcebOOk

Raffaele Pagano L’Oscar del giorno lo assegniamo aRaffaele Pagano. La prima nuova uscita su carta del nostro giornale, vuole significare la presenza fattiva del Questore di Campobasso sul e per il territorio. Abbiamo, così, ritenuto di dovergli assegnare l’Oscar come garante della tranquillità e della sicurezza. Un passaggio necessario per potere avere la certezza della qualità di vita dei cittadini.

L’Ardire

La sfida più grande

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

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Antonio Battista Il Tapiro del giorno lo diamo a antonio Battista. Il sindaco di Campobasso ha ritenuto di dovere ‘sposare’ lo striscione di amnesty international con il quale si chiede “verità sul caso Regeni”. Lodevole iniziativa. Solo che non ci è parso riscontrare analoga solerzia in merito alla situazione dei due Marò ancora prigionieri in India. Anzi, è parso quasi che questa situazione sia di imbarazzo.

Il settore dell’edilizia è in ginocchio Occorre un mutuo per pagare le imprese

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a oggi siamo in edicola. La sfida più forte de La Gazzetta del Molise. Nata come free press e cresciuta grazie a tutti voi che ci avete sempre seguito con affetto e attenzione. Per oltre dieci anni siamo riusciti ad essere vicini ai problemi quotidiani dei molisani, a cercare di carpirne le emozioni e la voglia di guardare al domani. A spronare la classe politica molisana a rappresentare un Molise diverso, nuovo, capace di un futuro. Oggi, vogliamo rendere ancora più forte la sfida e, per questo, abbiamo scelto la strada dell’edicola. Per abbracciare tutti i comuni di questa nostra terra nella consapevolezza che vorrete esserci vicini per dare maggiore forza a un progetto che ha per base i molisani e per altezza il disegno del futuro. E’ questa la nostra sfida che, siamo certi, sarà anche la vostra. Giorno per giorno sproneremo la nostra classe politica a pensare di più alle idee, ai progetti e ai programmi e meno ai privilegi. Saremo qui, in questo agone aperto a tutti e, soprattutto, alle vostre considerazioni per immaginare un Molise possibile. Che non resti immobile a guardare andare via i suoi giovani, le migliori energie; a contare le imprese commerciali, edili, manifatturiere che chiudono; a implorare col cappello in mano altrui servigi. Un Molise a testa alta, desideriamo, e per da qui partiamo per la sfida più grande. Per voi, con voi.

cronaca

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Incendio doloso al Convitto ‘Pagano’, denunciato un uomo di 36 anni

Denuncia a piede libero per un 36enne di Campobasso che sarebbe responsabile dell’incendio doloso al convitto “Pagano”di Campobasso.

la lettera

“Cacciate i soldi” Servizio a pagina 3 IL FATTO

Sanità

Posti letto al pubblico: 75% 25% al privato

L’accordo tra Ruta, Leva eFrattura sui posti letto in sanità sembra pronto.

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Project Giovani, “da mesi lavoriamo ma non vediamo un euro”

Lettera aperta di quanti operano attraverso il Project Giovani. “Da mesi siamo stati chiamati al progetto ma ancora non vediamo un euro. Perchè?”

regione

La Regione rinuncia a costuire la sede sull’ex Romagnoli? Potrebbe fare un passo indietro la Regione per la costruzione della sede sull’ex Romagnoli.

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Il Gioco dell’Oca dei trasferimenti dirigenziali Intrigato si fa il Gioco dell’Oca dei movimenti dei dirigenti regionali.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

5 aprile 2016

Il libro della riorganizzazione rimane aperto e non si escludono sorprese

L’accordo tra la Regione e le Province ha lasciato in bilico il personale e il destino della Biblioteca “Albino”

L’intesa tra la Regione e le Province di Campobasso e Isernia l’abbiamo data nell’edizione di domenica 3 aprile, nella versione regionale. La ribadiamo perché resti meglio impressa nella memoria di chi legge in tutta la sua complicata e ancora irrisolta soluzione. Dunque, colpo di reni della Regione per rialzarsi dall’inedia nei confronti delle Province di Campobasso e d’Isernia , e - voilà - ecco l’accordo sulle funzioni delegate e sul personale della Polizia provinciale. Schiarita improvvisa quanto provvidenziale per togliere dall’incertezza quella parte del personale dei due Enti rimasto intrappolato negli uffici dove si gestiscono le materie (…) che dalle Province sono passate alla Regione. Effetto della sempre più evidente riforma/caos che porta il none del ministro Delrio. Con questo accordo, la Regione e le Province hanno abbassato il livello della tensione che si era creata per il perdurare dell’incertezza sul numero e i profili professionali del personale che deve passare alla Regione, compreso quello della Polizia provinciale. Ciò ha consentito al presidente Frattura di dichiarare: “Con la sottoscrizione dei due accordi puntiamo a ridurre al minimo le unità di personale presenti sul portale nazionale dei soprannumerari, mettendo in salvo quanto più possibile il prezioso bagaglio professionale di cui ci siamo avvalsi finora a garanzia della qualità dei servizi ai nostri cittadini”. Non proprio vero e non proprio apprezzabile se, come ha ammesso lo stesso presidente, il lavoro per individuare soluzioni per tutto il personale provinciale proseguirà nei prossimi giorni. In bilico, con danni gravissimi procurati alla “fonte di cultura” più rilevante che il Molise può vantare di avere – la Biblioteca provinciale <Albino> –, rimane il personale di quel presidio. Una condizione di emarginazione che ha riversato sull’utenza della Biblioteca i maggiori disagi senza peraltro che si manifestasse ciò che era lecito attendersi da parte dell’intellighenzia molisana e

L’intervento

La Regione Molise faccia presto L’edilizia sta morendo di Massimiliano Scarabeo

del sistema scolastico, degli apparati scientifici e culturali: una vibrante protesta nei confronti della Regione, colpevole d’indifferenza nei confronti dell’attività bibliotecaria, cui avrebbe dovuto dare una riposta immediata e risolutiva. Risposta che verrà, se tutto andrà liscio e si manterranno gli impegni e le promesse, entro la fine dell’anno . Infatti, volendo dare credito alle parole del presidente Frattura: “la proficua interlocuzione avviata con il Ministero dei beni culturali per definire un piano di razionalizzazione che valorizzi il nostro patrimonio culturale”, si dovrebbe avere il trasferimento dei beni e del personale della Biblioteca al Mibact, “affinché diventi nel nostro territorio presidio librario del Mibact stesso”. Un Frattura in versione Ponzio Pilato mancava alla galleria dei personaggi che lo hanno affiancato nel corso dello svolgimento della carica, con gli alti e bassi, le gaffe, le inappropriatezze di cui s’è reso protagonista. Con l’intesa è stato individuato il personale delle due amministrazioni pro-

l’intervento

vinciali che sarà ricollocato nella dotazione organica della Regione: si tratta di 11 profili professionali per la Provincia di Campobasso e di 7 per la Provincia di Isernia. Inoltre, per il personale di Polizia provinciale sono state individuate 4 unità per la Provincia di Campobasso; per la Provincia di Isernia, 7, assegnate alle funzioni delegate. Per il tempo necessario all’approvazione “della previsione legislativa regionale”, il personale resterà collocato negli organici provinciali e il costo sarà a carico della Regione. Per il resto, la Regione ha scelto di confermare in capo alle Province le funzioni amministrative non fondamentali già conferite dalla legge regionale, mentre per l’ulteriore assegnazione di funzioni non fondamentali si riserva di darle a soggetti più idonei a garantirne efficace ed efficiente esercizio. Ciò significa che il libro della riorganizzazione rimane aperto, e non si escludono sorprese. Dardo

Il settore edile è uno dei comparti dell’economia tra i più complessi e articolati, dove l’aspetto organizzativo e il fattore umano giocano un ruolo decisivo. Oggi le difficoltà sono sempre più evidenti,e certe scelte non consentono alle Imprese di svolgereuna normale attività. Occorrono più certezze e i giusti supporti sia amministrativi che finanziari oltre all’aiuto proficuo da parte della Regione.La riprova di quanto da tempo lamentato dalle Imprese italiane ètutto condensato nella richiesta dello stato di crisi di settore inoltrata al Governo Renzi dalle rappresentanze di categoria. Una richiesta resasi necessaria perché la politica sembra non recepire il loro grido d’aiuto affinché ci si attiviin provvedimenti urgenti ecapaci di dar loro gli strumenti perpoter operare sul mercato. Le imprese hanno pagato a caro prezzo le conseguenze di una crisi largamente diffusa a livello nazionale, e fanno rilevare come nel settore delle costruzioni ci sia stato, nel 2015, un saldo molto negativo. Una condizione di criticità sottovalutata per un comparto che rischia di morire: troppe le promesse disattese per un settore rilevantenel tessuto economico e produttivo del Molise. Molti degli impegni non mantenuti, da parte della Regione, fanno aumentare i rischi per tantissime imprese locali, a cominciare dal ritardo nei pagamenti che proprio la Regione Molisedeve ancora effettuare nei confronti delle imprese.Un quadro poco edificante e quindi la Regione deve rendersi attore di un programma di interventi mirati,utili quantomeno a tamponare la difficile situazione del momento e infine mantenendo fede alle promesse fatte finora circa la soluzione dell’annosa questione.

Necessario dare forza anche al gioco di squadra sindacati-imprese

Quando riparte l’edilizia, gira l’economia di Tecla Boccardo Quando riparte l’edilizia, si mette in moto l’economia, si sveglia il territorio. Chiunque ha l’obiettivo di rilanciare la produzione, creare nuovi posti di lavoro, trasformare gli ammortizzatori sociali in buste paga, far girare il denaro, accrescere il benessere delle persone e salvaguardare la coesione sociale, deve concentrare sforzi e iniziative a favore del settore edile. Prima di tutto il lavoro e gli investimenti per far ripartire il settore: avvio di

Da subito pensare a 25 opere prioritarie da cantierare 25 opere prioritarie, su cui nelle prossime settimane saranno costruite singole vertenze su scala regionale con l’obiettivo di ottenere l’immediata apertura o la prosecuzione

dei cantieri, in piena trasparenza, sicurezza, legalità.” Dai sindacati inoltre la richiesta di “rafforzare la qualità del lavoro – che la crisi ha reso sempre più frammentato e irregolare – contrastando il falso lavoro autonomo ed escludendo i voucher nell'edilizia, ripristinando il DURC nella sua originaria formulazione ed introducendo norme specifiche per la qualificazione di impresa ai fini dell’accesso al mercato privato, potenziando i controlli e le sanzioni in materia di sicurezza sul

lavoro.Considero particolarmente significativo il percorso unitario fra le tre Organizzazioni sindacali e la capacità, a livello molisano, di trovare un percorso condiviso con i datori di lavoro del settore fino a costruire un elenco di richieste e di sollecitazioni ai decisori politici ed agli amministratori regionali e locali. Che non potranno certo, né a Roma né in Molise, girare la testa dall'altra parte: è in gioco la salute dell’importante settore economico, la ripresa del Paese, il benessere di tutti.


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3 5 aprile 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’ACEM invia un documento alla Regione in cui chiede rispetto della legge e l’accensione di un mutuo per i pagamenti

A fronte di 26 milioni incassati dallo Stato sono stati liquidati alle imprese solo due milioni e settecentomila euro

Crisi dell’edilizia in consiglio regionale: cosa oltre le parole? Stamattina in consiglio regionale ci sarà la seduta monotematica dedicata alla crisi dell’edilizia. Così come ci fu, mesi addietro, quella dedicata alla questione occupazionale. Fin troppo facile sottolineare come, a seguito di quell’intera seduta passata a discutere di chi il lavoro lo ha perso, di chi non riesce a trovarlo, di chi se l’è costruito da sé per vederlo poi strozzato da mancati pagamenti, di chi il lavoro lo vede sospeso tra un periodo di mobilità e uno di cassa integrazione, non furono poi presi provvedimenti concreti per tamponare l’emergenza. Una discussione che non portò a nulla: nessun documento firmato, nessun impegno preso, nessun provvedimento legislativo da impostare, né, tantomeno, nessun investimento finanziario. Solo una montagna di prevedibili parole. Vorremmo tanto che non fosse così anche per la seduta di stamattina ma le premesse non sono delle migliori. Se è vero come è vero che, anche in questo caso, non sono alle viste sottoscrizioni di responsabilità da parte del governo regionale, né sotto il profilo della redazione di strumenti legislativi ad hoc né

come impegno di risorse finanziarie. Anzi, parlando proprio di vile moneta, possiamo solo registrare che, a fronte dei 26 milioni di euro incassati da Roma (dicembre 2015) per il pagamento delle opere di ricostruzione, ad oggi risultano liquidati alle imprese la tristezza di due milioni e settecentomila euro. In verità risultano attivate anche le prime somme destinate al piano di interventi per la viabilità (finanziato dalla scorsa legislatura) già decurtati dell’1,5%, però, a causa di inadempienze procedurali ed a rischio di un ben più ferale taglio del 15% se, entro il 30 giugno prossimo, non si partirà affettivamente con i cantieri. Ed anche questa sarà una durissima scommessa da vincere. A scanso di equivoci l’Associazione Costruttori Edili del Molise (ACEM), da lungo tempo impegnata in un braccio di ferro con la Regione proprio sulla questione del pagamento delle opere di ricostruzione post sisma, ha inteso inviare un documento al presidente della giunta, all’assessore ai lavori pubblici, al presidente del consiglio regionale ed a tutti i capigruppo, con la speranza di introdurre temi di concre-

tezza nella discussione. Nel testo l’ACEM: “…con particolare riguardo al blocco dei pagamenti alle imprese, dopo aver manifestato sconcerto per come si pretenda dalle aziende l’adempimento di tutte le prescrizioni, ma non si è altrettanto diligenti nel rispettare le norme previste a carico della Pubblica Amministrazione, ha invocato il rispetto da parte degli Enti delle leggi vigenti in materia e segnatamente delle disposizioni che prevedono

tempi certi per i pagamenti dei corrispettivi maturati per l’esecuzione di lavori pubblici e delle norme che impongono che i provvedimenti comportanti una spesa siano adottati soltanto in presenza di idonea copertura finanziaria. Intanto, allo scopo di far fronte alla contingenza del momento, l’ACEM con riguardo al passato ha chiesto alla Regione la contrazione di un mutuo per liquidare tutti i crediti maturati dalle imprese e per il futuro l’approvazione di una disposizione normativa che istituisca in via esclusiva i conti correnti dedicati, inamovibili ed impignorabili relativamente ai flussi finanziari inerenti le opere pubbliche che si realizzeranno nel territorio della Regione Molise.” A volte la semplice applicazione della legge appare come una chimera, soprattutto quando riguarderebbe lavoratori da pagare o brave persone in senso lato. Vedremo a consuntivo se la discussione di stamattina porterà novità, soprattutto in riferimento a questi due veri e propri nodi gordiani, sottolineati nel documento dell’ACEM, che sarebbe vitale sciogliere il prima possibile.

lettera aperta

Project Giovani, ma i soldi quando arrivano?

Buongiorno Direttore. Con la presente email vorrei segnalarle un caso di malcostume e malgoverno (l’ennesimo) che si sta verificando qui in Regione. La Regione Molise e l’Unimol congiuntamente hanno bandito nello scorso aprile 2015 un bando denominato “project work innovation” riservato a 50 giovani (poi allargato a 80). Il bando era simile a “Garanzia giovani” perché, dopo aver superato le

selezioni,i giovani venivano assegnati miratamente a datori di lavoro privati per un periodo di 6 mesi ( da Giugno a Dicembre 2015) al fine dell’effettuazione del classico tirocinio... Orbene i giovani selezionati hanno iniziato il 15 giugno 2015 e terminato il tirocinio esattamente il 15 dicembre 2015... ma udite udite a tutt’oggi ( aprile 2016) NON VEDONO ANCORA LA CLASSICA LIRA.. nonostante una delibera di Giunta Regio-

Tutti hanno accampato scuse preferendo il gioco del lavarsi le mani

nale,mai revocata, di settembre 2015 prevede la corresponsione dei 450 euro mensili, mese per mese da giugno a dicembre...Da telefonate effettuate prima con Unimol, poi con ‘ Agenzia Molise Lavoro e poi con l’ufficio bilancio della Regione Molise (sig. Scapillati Luigi) hanno sempre accampato scuse (lavandosene le mani) con motivi generici come per esempio (il consiglio regionale non ancora approva i residui, non ci sono soldi, ecc

ecc... Poiché tutto ciò non è affatto giusto e legale chiedo a nome mio ( padre di un ragazzo che ha svolto il tirocinio e quindi lavorato per 6 mesi) ed a nome di tutti i giovani e loro genitori creditori delle somme...che vi occupiate della cosa dandone ampia divulgazione sia sulla carta stampata che televisivamente. Grato per quanto farà La ringrazio immensamente. Dr Max Farina (Campobasso)


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4 5 aprile 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Angela Aufiero dirigente regionale responsabile del Servizio Risorse Umane e Organizzazione del lavoro dell’Area Prima, “ex abrupto” sbolognata al Servizio “Supporto al Co.re.com. ed altri Organi collettivi e di garanzia” Di cosa si sarà macchiata mai la dottoressa Angela Aufiero, dirigente regionale responsabile del Servizio Risorse Umane e Organizzazione del lavoro dell’Area Prima, per essere “ex abrupto” sbolognata al Servizio “Supporto al Co.re.com. ed altri Organi collettivi e di garanzia”, subordinatamente ai provvedimenti di competenza della Giunta regionale, struttura dirigenziale ricadente nell’apparato organizzativo del Consiglio regionale? Vistosa la diminuzione di responsabilità e di prestigio mandandola in mobilità ad occuparsi “subordinatamente ai provvedimenti di competenza della Giunta regionale”, al Comitato regionale per le comunicazioni. Conoscendo quali sono i meccanismi che alla Regione Molise in versione centrosinistra vengono posti in atto per premiare e per deprimere i ruoli dirigenziali e funzionali, immaginiamo che l’Aufiero subirà il diktat senza muovere ciglio. Solo pochi giorni fa su queste colonne abbiamo accennato in proposito a tutta una serie di spostamenti, di movimenti, di incarichi, quasi che gli amministratori si dedicassero al Gioco infantile dell’Oca, chiaramente indirizzati ad avere un quadro chiaro e intellegibile delle risorse umane da valutare in prospettiva dell’attivazione dei Dipartenti. D’infantile, purtroppo il Gioco dell’Oca regionale non ha niente, visto che nell’incasellare e nel mandare avanti o indietro qualcuno/a c’è sempre un sottofondo premiale, punitivo, rivendicativo e/o vendicativo a promuoverlo. Questo andirivieni di dirigenti, di incarichi, e di responsabilità da un capo all’altro del apparato regionale, stranamente coincide con l’affidamento della direzione generale dell’Ente a Massimo Pillarella, colui che per il suo multiforme ingegno e per le sue innumerevoli incombenze cui tiene testa, abbiamo appellato il Pico della Mirandola molisano. Pedissequo

l’intervento Questa O.S. non può sottacere lo sconcerto di fronte alle affermazioni del Direttore Sanitario del Cardarelli, dott. Luigi Di Marzio, circa la garantita continuità delle attività della segreteria amministrativa dello screening oncologico nonostante i licenziamenti del “personale amministrativo” assegnato al servizio! Lo sconcerto è totale quando apprendiamo che i “sostituti” di detto personale, e cioè due o tre persone, sono state “selezionate”, udite udite, tra gli infermieri (Sic!). Di quale selezione parla il Direttore sanitario? E’ stato forse pubblicato un qualche avviso interno? Di sicuro vorremmo conoscere la ratio di tale arcana scelta.. Noi non siamo a conoscenza di un bando di selezione da parte ASREM per assegnazione di personale sanitario da collocare in una segreteria amministrativa. Ancor più ci stupisce che l’Azienda abbia deciso di assegnare 2 o 3 infermieri pur nella consapevolezza della carenza cronica di detto personale

Colpire uno per educarne cento

Nell’incasellare e nel mandare avanti o indietro qualcuno/a c’è sempre un sottofondo premiale, punitivo, rivendicativo e/o vendicativo a promuoverlo interprete ed esecutore delle idee illuminanti (?) che gli vengono suggerite (o imposte?) da Palazzo Vitale. Nel provvedimento a carico dell’Aufiero, nella parte istruttoria di esso, c’è un lato comico e cinico all’un tempo, generato dal fatto che il direttore generale il 30 marzo scorso ha chiesto al Servizio, ossia alla dottoressa Aufiero, la predisposizione di una proposta di atto deliberativo da sottoporre all’approvazione dell’esecutivo regionale, finalizzata alla revoca del suo incarico di direzione del Servizio Risorse Umane e Organizzazione del Lavoro, e al contestuale conferimento della reggenza del Servizio al dirigente regionale Claudio Iocca, “attesa la necessità e l’urgenza di garantire l’efficace espletamento delle attività d’istituto della struttura, investita tra l’altro delle

procedure, attualmente in itinere, per l’attivazione dei Dipartimenti, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 44 della legge regionale numero 8 del 2015”. Insomma, all’Aufiero è stato chiesto di darsi una martellata sui piedi, di auto flagellarsi e di piegarsi al volere dei capobastone secondo la migliore tradizione del rituale delle sottomissioni: in silenzio. Claudio Iocca è un dirigente che va annoverato tra gli eletti (o prediletti?) della giunta potendo contare della titolarità del Servizio “Sistema integrato dell’Istruzione e della formazione professionale” e della reggenza del Servizio “Politiche per l’occupazione”, entrambi ricadenti nell’Area Terza della Direzione generale della Giunta regionale, cui, come diciamo, si aggiunge la reggenza del Servizio Risorse Umane e Organizza-

zione del Lavoro. Di questi accadimenti alla Regione Molise, il denominatore comune è l’affidabilità del dirigente, la sua fedeltà al potere, la sua disponibilità ad interpretare senza incertezze, timori o sbavature, il volere del “dominus”. Il quale, come è notorio, al primo sgarro soprassiede, al secondo provvede. Dell’Aufiero, seppure con la nebulosità del ricordo per il tempo trascorso, torna in mente la posizione non proprio entusiasta nel seguire e nel giudicare la faccenda delle centrali a biomasse ai piedi del Matese, particolarmente care a chi comanda in Regione. Per cui se ne faccia una ragione. Il metodo è inquietante: colpire una per educarne cento. E ci fermiamo qui. Dardo

Screening oncologico, resta lo sconcerto nei reparti, negli ambulatori, nei servizi sanitari quando con il provvedimento n. 1001 del 21.12.2015 l’Azienda segnala l’utilizzo improprio di parte del personale le cui mansioni sono total-

mente incompatibili con i profili propri di assunzioni, falsando di fatto la dotazione organica, aggravando i carichi di lavoro dei singoli operatori con conseguente peggioramento della qualità

Un Guscio di Noce...per la politica Molisana "Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e sentirmi re dello spazio infinito". Forse da bambini abbiamo tentato di affidare un guscio di noce a un piccolo specchio d'acqua, immaginando che fosse una delle caravelle di Colombo in navigazione nell'oceano. E', questa, la forza della fantasia che liberamente vaga in spazi immensi, trasformando la realtà concreta in metafora, l'oggetto in simbolo, il manico di una scopa in un cavallo su cui galoppare. Purtroppo ai nostri giorni i giochi elettronici riescono a esaurire presto nel bambino l'inventiva, disseccandola. Eppure,è necessario custodire nella mente e nel cuore questa libertà interiore. Ce lo dice in modo folgorante Shakespeare, usando proprio l'immagine del guscio di noce. Ci sono persone che hanno palazzi, ville,barche di lusso, ricchezze, eppure non sono mai sazie. hanno bisogno di spazio ulteriore, il loro spirito

anela a cose e a piaceri più sfrenati e alla fine rimangono insoddisfatte. C'è, invece, chi ha un orizzonte modesto in cui vive serenamente: là egli trova la sua quiete, l'ambiente sufficiente per creare, il grembo per coltivare i suoi affetti più cari. Secondo l'inno omerico,di cui non ricordo il numero, il dio Hermes un giorno passeggiando incontrò una tartaruga. Si fermò, la prese in mano, ne esaminò il guscio, lo prese in prestito ed ebbe un'intuizione. Tese su di esso delle corde metalliche e cominciò a pizzicarle secondo sequenze diverse. Era nata la musica... La bellezza e l'armonia sbocciano dalla trasfigurazione delle cose semplici. Gli Italiani, questo Popolo di Santi, di Poeti, di Navigatori....di Figli, Nipoti, Cognati....di Ministri per lo Sviluppo Economico del proprio fidanzato-compagno. cappellaroccodettotommaso

delle prestazioni offerte. Nessuno dell’Azienda sanitaria ha ritenuto di dovere spiegare, né pubblicamente né per le vie brevi, come e perché le prestazioni di screening sono (se non formalmente) sostanzialmente bloccate. Ultima precisazione: vogliamo ribadire ancora una volta che questo atto è palesemente discriminante rispetto a quanto disposto per tutto il personale del comparto e della dirigenza prorogato fino al 31.12.2016 e ai sensi della L.R. n.3/2015 “disposizioni straordinarie per la garanzia dei LEA” dove si richiama il Decreto Legge n. 101/2013 che consente la proroga dei contratti a tempo determinato dei soggetti che hanno maturato tre anni di servizi delle P.A. che prevede di effettuare procedure di stabilizzazione in relazione al proprio fabbisogno. Con 13 anni e 6 mesi di servizio tali soggetti rientrano abbondantemente nella fattispecie. Cgil Molise


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5 5 aprile 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Si paventa una clamorosa retromarcia della Regione Qualora l’idea di realizzare sull’area pubblica del già campo sportivo Romagnoli e su quella attualmente occupata dall’ex Hotel Jolly di Piazza Savoia la sede della Regione Molise dovesse abortire, saremmo di fronte alla più grande turlupinatura che una istituzione pubblica potesse fare ai danni della collettività di riferimento. Nel caso che ipotizziamo, peraltro con un alto indice di probabilità che accada, l’istituzione pubblica è la Regione Molise, la collettività di riferimento i molisani. E non solo. I turlupinati sarebbero anche gli studi professionali di architettura e i singoli progettistici (83 in tutto) che hanno preso parte al concorso internazionale indetto dalla giunta regionale. La graduatoria finale risale al 23 settembre 2015 con ai primi tre posti lo studio professionale dell’architetto Nicola Guglielmi di Campobasso, lo studio Ottavio Di Blasi & Partners di Milano e lo studio Roberto De Cosmo di Campobasso. Il 23 settembre 2015 la giunta regionale nell’approvare la graduatoria del concorso d’idee ha anche deliberato di procedere all’esposizione delle 83 proposte progettuali presso il palazzo dell’ex Gil (Fondazione Molise Cultura), e d’impegnare l’importo di 40mila euro sul capitolo “Oneri per la fase di progettazione delle sedi istituzionali della Regione, necessario ai fini del pagamento dei premi in favore dei primi tre classificati”. Facendo grazia ai lettori del La Gazzetta del Molise di ripetere le polemiche che si sono avute fin dall’indomani della pubblicazione della graduatoria, polemiche alimentate dai rilievi tecnici sollevati da parte di studi professionali che hanno partecipato al concorso, e dai sospetti sulla nota relazione professionale tra l’ar-

La sede regionale sul Romagnoli? Un bluff Il sospetto malizioso quanto si vuole della contiguità professionale tra la presidenza della giunta e lo studio professionale vincitore del concorso d’idee potrebbe aver consigliato di lasciare cadere la cosa

chitetto Guglielmi e l’architetto Paolo di Laura Frattura (presidente della Regione Molise), l’esposizione non c’è stata e, per quanto risulta, nemmeno il pagamento dei premi ai tre classificati. Un clamoroso venir meno della Regione alle disposizioni del bando concorsuale, ai tempi e ai modi di rispettarlo. Un clamoroso venir meno al diritto dell’opinione pubblica di conoscere l’intera produzione delle idee progettuali e di partecipare al dibattito che l’avrebbe accompagnata. Stando ai “si dice”, entro questo mese la Regione intenderebbe esporre preso l’ex Gil le 83 proposte progettuali e, lo sperano i primi tre classificati, procedere al pagamento dei premi. Dopodiché, stando sempre ai “si dice”, il capitolo della nuova sede regionale verrebbe chiuso e messo da parte. Sicché, le illusioni di un in-

vestimento pubblico di rilevanza internazionale, di una struttura destinata a “raccogliere e soddisfare le diverse istanze ed aspettative della collettività, concorrendo a migliorare la qualità urbana, l’occupazione e le opportunità di crescita e sviluppo durevole dell’economia locale, rilanciando l’immagine della città e la sua capacità di attrazione di investimenti pubblici e privati”; a realizzare “un intervento di eccellenza nonché volano di sviluppo per la riqualificazione architettonica, la rivitalizzazione economica e la valorizzazione culturale e sociale della città di Campobasso, insieme segno architettonico riconoscibile e rappresentativo di un impegno programmatico concreto della Regione Molise verso il capoluogo”, e ad animare un “dibattito e confronto culturale, collettivo,

sui temi dell’architettura e della trasformazione urbana del capoluogo in grado di offrire la migliore soluzione urbana possibile e sostenibile per la localizzazione degli uffici attraverso la visualizzazione e il confronto di ipotesi progettuali provenienti da diversi progettisti”, sarebbero destinate miseramente cadere. E la grande turlupinatura conclusa e servita. Non proprio in questi termini nudi e crudi, ché sarebbe un affronto troppo grave e insopportabile anche ad una realtà socio/politica disgregata e minimale qual è quella del capoluogo regionale. Quei 40 mila euro devono trovare necessariamente una giustificazione agli occhi della gente e della Corte dei conti e per non alimentare ulteriormente le polemiche circa la contiguità professionale tra la presidenza della giunta e lo studio professionale

vincitore del concorso d’idee. Questo aspetto, malizioso quanto si vuole, se portato all’esasperazione, potrebbe sfociare pericolosamente sul fronte giudiziario. Meglio evitare, si saranno detti a Palazzo Vitale. Meglio sollevare una cortina fumogena con l’esposizione dei progetti, una finta illustrazione dell’iniziativa, un finto dibattito. E dietro la cortina di fumo nascondere il dietrofront della giunta Frattura, far trascorre il tempo per allentare le pressioni e le attese, per rimangiarsi una ad una le parole che sono state spese e trascritte nel bando a sostegno della necessità di avere una sede e di dare alla città capoluogo un’opera strategica per il suo rilancio urbanistico, architettonico ed economico. Dopodiché verrà detto che la legge sulla razionalizzazione della spesa pubblica impedirebbe un investimento di oltre cento milioni di euro avendo la Regione la possibilità di utilizzare gli stabili pubblici sottoutilizzati (il Distretto militare, l’ex Cardarelli di Via Petrella o altri ancora) per le proprie esigenze logistiche, magari verrà abbattuto l’ex Hotel Roxy e speso qualche soldo per sistemare l’area del Romagnoli alla bene e meglio. E saremo tutti felici e contenti. Di essere presi per i fondelli. Felici e contenti soprattutto i destinatari dei 40 mila euro dei premi per la elaborazione delle idee progettuali. Dardo

Accordo raggiunto tra Frattura, Ruta e ministeri sulla sanità Sarà venerdì 9 aprile prossimo il giorno della verità riguardo alla riorganizzazione dell’offerta sanitaria regionale faticosamente elaborata dal commissario straordinario alla sanità, Paolo Frattura. Come vi abbiamo anticipato la scorsa settimana dalle pagine de La Gazzetta, negli ultimi tempi c’è stato un lavoro di mediazione, di concertazione di alcuni degli aspetti più sensibili e concretamente percorribili della riforma, avviato dal senatore Ruta proprio con il governatore e con la supervisione delle strutture ministeriali della sanità e dell’economia. A quanto ci è dato di sapere pare che siano stati trovati degli ag-

giustamenti e delle limature (anche sostanziali) all’impianto originale, così come ci era stato dato di conoscerlo. Il risultato più significativo che il senatore Ruta pare abbia raggiunto è il riequilibrio della disponibilità di posti letto nelle strutture sanitarie regionali. Il “Piano Frattura” prevedeva il 63% a favore del servizio pubblico ed il 37% concesso alle strutture private, con un sensibile incremento a favore di queste ultime rispetto allo status quo precedente. Voci e spifferi ci annunciano una mediazione raggiunta sulle cifre di un 75% al pubblico ed il restante 25% ai privati. Una rimodulazione che, se confermata, ri-

sulterebbe tutto tranne che marginale. Altro non ci è dato di sapere al momento e molte altre solo le questione che meriterebbero una maggiore concertazione (anche se in piena zona Cesarini) ed altre limature di buon senso. Come la chiusura dei reparti di oncologia e cardiologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso per passarne le attività alla Fondazione Giovanni Paolo II, gli strumenti per limitare gli effetti della mobilità passiva, la chiusura del reparto di ostetricia ad Isernia qualora non venissero registrate 500 nascite nel prossimo anno solare, la questione dell’ospedale di Venafro, delle case della salute e

tanti altri passaggi di grande delicatezza ed importanza. In attesa di venerdì prossimo e di saperne, quindi, molto di più, possiamo comunque, per una volta, esprimere una certa soddisfazione per la pratica, sana e virtuosa, della discussione, della mediazione, della concertazione. Sia pure con ritardo, sia pure con tutti i limiti di una situazione generale sempre carica di tensione e di senso ultimativo di perenne emer-

genza. Solo venerdì prossimo avremo il quadro complessivo ma, questo è poco ma sicuro, tutto sarà meglio di quanto previsto e scritto nella bozza che abbiamo avuto modo di leggere e che era stata cacciata in gola a cittadini, medici ed operatori senza il minimo riguardo e la necessaria, preventiva, discussione, quanto più partecipata possibile. Staremo a vedere.


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Campobasso

5 aprile 2016

Ritorno al successo dei nostri ragazzi dopo tre modesti pareggi

Jonathan Alessandro riaccende il Campobasso Un gol e un assist dell’italo-argentino alla base del trionfo al Del Duca di Gennaro Ventresca Era diventato lungo come un sermone di quaresima il magro mese di marzo. Tra pareggi e soste la nostra squadra aveva perso il gusto della vittoria. Poi, finalmente, arriva l’appuntamento al Del Duca, la vecchia e indimenticabile casa di Costantino Rozzi, e ritrova la via del gol e la vittoria. Jonathan Alberto Alessandro, l’italo argentino con i piedi di velluto e la mania del dribbling, ha aperto le marcature e ha confezionato l’assist del raddoppio per i ruvidi piedi di Gabrielloni, giunto al suo quarto centro personale. E’ bello e sciccoso Alessandro, vederlo così leggiadro nel magma della D sembra un vero e proprio scialo. Forse per questo lui si sente castigato e allora sceglie (quasi sempre) di avvolgersi nei suoi tocchi superflui, mentre si

specchia come la matrigna di Biancaneve. La semplicità e l’uno-due non sono mai stati i compagni dei suoi risvegli. Forse per mancanza di un vero e proprio maestro capace di insegnargli i rudimenti del

mondo dei calci d’angolo. Durante le sue lunghe sgroppate a serpentina Alessandro si accompagna certamente coi suoi soliloqui. Altrimenti non si spiegherebbero certi irritanti “a solo”. Lui gode della felicità ri-

Se lo scherzo finisce male Quattro persone denunciate che si divertivano alle spalle di altra persona CAMPOBASSO. Quattro le persone denunciate, nei giorni scorsi, dalla Polizia di Stato di Campobasso a seguito di specifiche indagini condotte dagli agenti del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni – Molise. E’ costato caro lo scherzo ideato e ripetuto più volte da un uomo nei confronti di una persona con cui aveva avuto qualche screzio al quale inviava, per dispetto, pacchi con merce acquistata online da pagare in contrassegno. La merce, ordinata a nome della vittima ed inviata al suo domicilio, consisteva in libri, bottiglie di vino ed altri oggetti, tutti da pagare in contrassegno alla ricezione. L’uomo ha sporto denuncia e attraverso le indagini, anche telematiche, della Polizia Postale e delle Comunicazioni, si è risaliti all’autore ed al movente: cattivi rapporti di vicinato. L’autore è stato denunciato per i reati di sostituzione di persona e molestie.

Inoltre è stato denunciato per ricettazione il titolare di un negozio di telefoni cellulari sito in Abruzzo per aver venduto ad ignari acquirenti dei telefoni cellulari provento di altri reati. I telefoni, infatti, erano stati illecitamente procurati da un terzo soggetto che li aveva acquisiti tramite dei finti contratti telefonici intestati ad ignari utenti. Questi ultimi si erano visti recapitare le bollette per la fornitura di 25 telefoni cellulari, che non avevano mai acquistato, che in un secondo momento erano stati ceduti al commerciante che li aveva

venduti agli ignari utilizzatori. Un’altra persona è stata denunciata per sostituzione di persona e truffa per aver utilizzato, cambiandone la fotografia, la copia dei documenti identificativi della denunciante, di cui era venuta precedentemente in possesso, per sottoscrivere un contratto promozionale con un gestore telefonico per l’acquisto di un telefono cellulare e di una sim, utilizzati a spese della parte offesa. Infine, un uomo è stato denunciato per accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico per aver “sbirciato” all’interno della casella email della ex fidanzata, di cui conosceva la password.

servata ai predestinati che, come nel suo caso, spesso si perdono per strada. E per questo rimangono impigliati nelle ragnatele dei campionati minori. TIFOSI Trentasette cuori ardenti hanno seguito i rossoblù ad Ascoli. Non c’è voluto molto al vostro cronista per contare il numero dei tifosi che si sono stretti l’uno all’altro nell’immensa curva vuota del glorioso stadio ascolano, in fase di ristrutturazione. Trentasette cuori e quattro bandiere, a cui si sono aggiunti un paio di striscioni che in un primo momento erano stati legati a una transenna che vieta l’accesso nella zona dove un pezzo dei “distinti” è stato raso al suolo, per consentirne la costruzione di un nuovo, sicuro e a norma. Fuori dalla formazione base è andato Todino la cui stagione sta andando avanti a strappi, nei pochi

minuti in cui è rimasto in campo, dopo essersi bevuto anche il portiere, si è visto deviare il tiro del possibile tre a zero sulla linea, da un difensore. Non c’è piaciuta l’espulsione di Aquino, sono troppi i nostri tesserati che tra il campo e la panca finiscono prima le loro domeniche. Senza pressione i rossoblù potrebbero giocare sereni, favoriti dal confortevole quarto posto. PAGELLE Grillo (8), Lenoci (6), Rhao (6,5), Di Pasquale (6,5), Gattari (6,5); Lucchese (7,5), Rinaldi (7), Lanzillotta (7); Aquino (4), Alessandro (7,5), Gabrielloni (6,5). All. Favo (7). P.S. Il tecnico campobassano ha portato un pugno di juniores in panchina. E la cosa ci piace. La trovata sarebbe stata più gradita se qualcuno di quei giovanotti fosse entrato nei minuti finali.

L’intervento

Uno striscione anche per iMarò di Giovanni Muccio* I cittadini campobassani hanno potuto osservare lo striscione che campeggia sul balcone principale del Comune di Campobasso, con la scritta “verità per Giulio Regeni”. Una campagna lanciata da Amnesty International Italia e la Repubblica per non permettere che l’omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante “inchieste in corso” o peggio, per essere collocato nel passato da una “versione ufficiale” del governo del Cairo, bene ha fatto il Comune di Campobasso ad aderire a tale campagna, interpretando anche la volontà della cittadinanza su un fatto che ha colpito profondamente lo stato d’animo di ogni singolo cittadino. Detto ciò il Movimento del Guerriero Sannita rivolge un appello al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio comunale di Campobasso ma anche ai Comuni dell’intera Regione, di valutare la possibilità di dimostrare ulteriormente tale sensibilità anche nei confronti dei due marò Girone e La Torre, con un analogo striscione con la semplice dicitura “Girone e La Torre subito a casa”. Sappiamo tutti che a distanza di circa quattro anni di burocrazia, di rinvii, di stop and go (nonché di problemi di salute e di lontananza dalle famiglie) non sono stati ancora tecnicamente incriminati di alcun reato dalla giustizia indiana. Anche in questo caso, lo dobbiamo alle loro famiglie, ai loro amici e colleghi e a tutti gli italiani, campobassani e molisani che hanno a cuore la dignità di un intero popolo. *Presidente regionale del Guerriero Sannita


Campobasso

7 5 aprile 2016

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Incendio al ‘Pagano’, una denuncia a piede libero L’accusa, quella di incendio doloso e danneggiamenti. Oggi l’autopsia, domani i funerali indiscrezioni trapelate, dovrebbe lavorare a Rimini alle Poste. Sembrerebbe anche che in passato, sempre secondo quanto riferito dagli inquirenti, sia stato implicato in operazioni antidroga. Al termine dell’interrogatorio, il 36enne è stato accompagnato attraverso un’uscita secondaria per evitare il contatto con parenti e conoscenti di Domenica De Maria che da ieri mattina hanno stazionato davanti alla Caserma. Si sono vissuti attimi di tensione, anche se la situazione non è mai degenerata. Intanto è slittata l’autopsia sul corpo del De Maria che dovrebbe essere effettuata, con molta probabilità, nel pomeriggio di oggi. Poi sarà allestita la camera ardente al Mario Pagano e quasi sicuramente nella giornata di domani si terranno i funerali in Cattedrale.

CAMPOBASSO. Sarà denunciato a piede libero per incendio doloso e danneggiamenti L.M., il 36enne di Campobasso responsabile delle fiamme che da un cassonetto dell’immondizia si sono propagate sino al portone del Mario Pagano nella notte di venerdì. Una bravata che si è trasformata in tragedia perché Domenico De Maria, custode dello stabile, nel tentativo di domare le fiamme ha perso la vita a causa di un malore. Ieri mattina, L.M. è stato prelevato dalla sua abitazione di Vazzieri e condotto in Caserma dove è rimasto sino al pomeriggio per le deposizioni del caso. L’uomo, dalle prime

Di quella assurda morte, ricerchiamo le cause Caro sindaco, Quello che mi ha inorridito di tutto l’accaduto non è solo il fatto in sé, quanto l’ostinazione di tutta la nostra classe politica così come della cittadinanza campobassana nel non voler ricercarne le cause. Cause che, senza dover possedere necessariamente un titolo di studio, risiedono in quel buonismo che da anni a questa parte contraddistingue la nostra città nei confronti di episodi che la stanno deturpando. Al buonismo va aggiunta la scarsa messa a fuoco del problema dovuta alla superficialità dei nostri giorni, una superficialità che ti porta a ritenere importante l’acquisto di uno smart phone di ultima generazione piuttosto che la messa in sicurezza di marciapiedi pericolanti o la costruzione di dossi che rallentino la velocità delle auto, tanto per fare degli esempi. Se ci stiamo progressivamente immergendo nel mare della apatia, della tiepidezza nell’agire bene, del farmi i fatti miei tanto la soluzione dei problemi cittadini non dipende dame, stiamo lentamente ma inesorabilmente regalando la città ai teppisti.

Chiedersi oggi il perché dell’accaduto, all’indomani di un fatto che si poteva evitare, sollecitare a gran voce l’installazione delle telecamere, quando si poteva farlo in tempi non sospetti e quando alcuni cittadini lo stavano già facendo nell’indifferenza generale, non è credibile, quindi chiederei a tutti di fare un passo indietro e tacere, per farsi un serio esame di coscienza ed arrivare alla conclusione che se non si cambia atteggiamento, si decreterà la fine di Campobasso. Tutti, dall’amministratore al cittadino, passano e ripassano assopiti dinanzi alle brutture del capoluogo, e non muovono un dito, non ne parlano neanche! A cosa serve quindi menzionare ora sistemi di prevenzione? Allo stato attuale delle cose, non si può più parlare di prevenzione, ma solo di cura drastica di un soggetto pluripatologico. Questa è la verità, cari signori: può far male sentirsela dire, ma è la pura verità. Le cose non nascono mai dal nulla, e il gesto sconside-

Una città che ha perso quella sua voglia di vivere e di costruire

rato del piromane va semplicemente inserito in un contesto che lo ha determinato ed avallato. Rimane il tristissimo, inaccettabile epilogo: un povero lavoratore che perde la vita nel tentativo di salvare la struttura e gli studenti a lui affidati. Sembra un film dell’assurdo, eppure è vero. Con profondo sdegno Maria Luisa Amato

Il castello d’Evoli di Castropignano torna a vivere Idee e progetti per rilanciare le aree interne con MoliHub CASTROPIGNANO. Il Castello d’Evoli di Castropignano, uno dei manieri più belli ma anche meno conosciuti della regione, ha ospitato il quarto appuntamento de “Il Sabato delle Startup”, evento di vetrina per imprese innovative ideato e promosso dal Polo tecnico Giovanile MoliHub, in collaborazione con l’associazione MoliStart. Un esempio di turismo di comunità è certamente il Parco delle Morge Cenozoiche, realtà significativa della quale il Comune di Castropignano fa parte integrante, insieme ad altri nove centri della valle del Trigno-Biferno. Una realtà che grazie alla crescente sinergia tra promotori del Parco, associazioni , aziende ed enti locali sta assumendo sempre più un ruolo di primaria importanza per il territorio direttamente coinvolto e non solo. In piena sintonia con il connubio tradizione e innovazione, sono state lanciate ieri altre due startup create da giovani

molisani e confluite all’interno dell’incubatore MoliHub-MoliStart. La prima è Coltivo Coltura (il fagiolo di Acquaviva d Isernia), una impresa innovativa che è il frutto dell’impegno e dell’intraprendenza di quattro giovani molisani, uniti da un profondo legame con la loro terra di appartenenza. L’altra startup è Molise Home Cooking, che attraverso il legame cucina e turismo, punta a riscoprire e valorizzare le tradizioni e la storia dei borghi antichi del Molise. Una startup che ha avuto il merito di far tornare a galla la memoria storica della Campobasso sotterranea, quella dei rifugi utilizzati dalla popolazione locale durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, facendola rivivere in chiave turistica.



Italy



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Isernia

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5 aprile 2016

senza alcun finanziamento pubblico

La partita nel centrosinistra resta tutta aperta in attesa dei posizionamenti

“Io candidata di Ruta e Leva” Rita Formichelli interviene nel dibattito delle candidature a sindaco di Isernia ISERNIA. “Ho accettato la sfida delle primarie del centrosinistra per la città di Isernia accogliendo l’invito di Danilo Leva e Roberto Ruta. Mi candido per cambiare il destino della mia città, per affermare il diritto alla salute dei cittadini a partire dalla difesa del suo ospedale, per garantire opportunità ai giovani a partire da un sostanziale rilancio della sua università, per affermare il diritto al lavoro attraverso lo sviluppo di nuovi investimenti“. Così, Rita Formichelli una delle tre candi-

essere il progetto di riscatto di un’intera comunità su cui auspico la convergenza delle più ampie e diverse sensibilità”. Un Comune che attende da tempo di potere trovare una programma-

L’evento

Spariti i 14 profughi sistemati a Venafro date a sindaco per il comune di Isernia. “Spero così di contri-

buire a cambiare il destino della nostra Regione. Questo dovrà

Il caso

“Diabete, la Regione distrugge la rete” A Isernia al via la XXXIV assemblea nazionale FAND In Molise 23mila mila malati ISERNIA. Da venerdì 8 a domenica 10 aprile si svolgerà a Isernia, al centro congressi del Grand Hotel Europa, la XXXIV assemblea nazionale FAND, che rappresenta la maggiore organizzazione di persone con diabete in Italia grazie alle 118 associazioni territoriali aderenti. Al suo fondatore, Roberto Lombardi, si deve la legge 115/1987, che tutela i diritti delle persone con diabete. L’incontro di Isernia vedrà anche

zione e, soprattutto, una linearità nelle scelte e negli obiettivi. Anche per cercare di uscire da una spaventosa crisi che ha minato la stessa sopravvivenza della città.

la nomina del nuovo presidente FAND dopo la prematura scomparsa di Egidio Archero, avvenuta nell’ottobre dello scorso anno. Secondo recenti stime sono quasi 23.000 le persone con diabete in Molise, pari al 7,4% di una popolazione residente di circa 312.000 abitanti: una percentuale superiore alla media nazionale, con un’elevata presenza di anziani. “Questa spesa è in massima parte sostenuta a causa dei ricoveri ospe-

dalieri dovuti all’acuirsi di complicanze derivanti dalla cattiva gestione della malattia. In Molise la Sanità regionale sta distruggendo la rete assistenziale in un momento in cui andrebbe rafforzata la lotta contro il diabete, soprattutto investendo in prevenzione ed informazione”, dice Lorenzo Greco, Consigliere di Presidenza nazionale e Coordinatore regionale Molise di Fand-Associazione italiana diabetici.

Hanno abbandonato il centro di accoglienza Ma erano stati già identificati? VENAFRO. La fuga a pochi giorni dall’arrivo. Mentre bruciamo denaro per l’accoglienza, senza riuscire ad aiutarli, né a controllarli, 14 di loro sono sfuggiti ai controlli. Erano arrivati a Venafro tre giorni fa. Dopo la visita medica erano stati alloggiati in una sorta di centro di accoglienza. Molto probabilmente i profughi hanno voluto raggiungere amici o familiari in altre regioni. Non sono i primi a sparire, dei tanti arrivanti non si hanno più notizie. Con i pochi controlli e con i pochi mezzi a disposizione, è

È questo il volto più doloroso di un’immigrazione incontrollata che pretende di accogliere tutti ma in realtà abbandona i più deboli ed indifesi alla mercè di sfruttatori e criminali. C’è il rischio che migranti finiscano in circuiti illegali, forniscano manovalanza alla crimininalità organizzata e siano variamente sfruttati anche per i più turpi traffici. Più che un rischio una certezza. Si ha la sensazione di esser davvero arrivati a un bivio: o si mette in campo una politica seria, organica ed adeguatamente finanziata per i migrati

impossibile gestire persone che come ben sappiamo vogliono raggiungere il Nord Europa e non rimanere a tempo indeterminato in Molise. Perchè mai un migrante dovrebbe rimanere in Molise? Anche loro hanno capito che siamo una Regione senza speranza. Sembra che anche i profughi arrivati a Frosolone si siano dileguati. Ora sono persone non identificate, fantasmi, sofferenti o malavitosi non si puo’ sapere. Il Molise ha gia’ dato, non deve attenderne altri per poterlo dire. La situazione è insostenibile e i segnali arrivano da varie aree del territorio. E’ inutile che gli albergatori partecipino ai bandi per l’accoglienza solo per lucrare su questi poveri disgraziati, loro in Molise non ci vogliono restare ed oggi abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione.

oppure è evidente che la condizione di queste persone nel nostro Paese continuerà a peggiorare e presto il declino apparirà ineluttabile. Con la bella stagione le partenze di carrette del mare dalla Libia sono destinate ad aumentare. I rapporti dell’intelligence parlano di centinaia di migliaia di profughi ammassati in campi gestiti da trafficanti di uomini e pronti ad essere imbarcati verso l’Europa. Sembra anche che le tariffe del viaggio siano scese, proprio per la presenza dei mezzi italiani che raccolgono i barconi in difficoltà fin a ridosso delle coste libiche. Se il Molise non riesce a dare aiuto concreto ai molisani in difficoltà, come puo’ mai dare aiuto e sostentamento ai migranti? Siamo seri, e cerchiamo di non trasformare questa regione in un grande campo profughi.

“Scuola San Lazzaro, allarmi ingiustificati” Il commissario del comune di Isernia, Vittorio Saladino, interviene sulle polemiche in atto ISERNIA. “In merito alle notizie riportate dagli organi di stampa e riguardanti la scuola materna di San Lazzaro, ospitata nei locali di Cicchetti, si stigmatizzano i contenuti virgolettati giacché disinformanti e basati su una presunta pericolosità (scarico di fumi tossici ed esalazioni nocive), riportata artatamente oggi dall’autore dell’esposto e prospettata dall’Asrem un anno fa, nell’aprile 2015, ma completamente superata per effetto di successive opere di spostamento e allontanamento degli scarichi da parte dei proprietari dei locali, così come rilevato dalla stessa Asrem con verbale dell’ottobre 2015, stranamente dimenticato dall’estensore della c.d. diffida al Commissario”. Lo sostiene il commissario del comune di Isernia, Vittorio Saladino. “Pertanto, ormai da mesi non c’è

più un rischio diretto sui piccoli ospiti, a causa di fumi o di esalazioni nocive. Le uniche altre anomalie evidenziate dall’Asrem e dall’Arpa, confermate da un sopralluogo congiunto del Nas e ribadite dalla stessa azienda sanitaria lo scorso marzo, sono relative alla parziale inadeguatezza del fabbricato rispetto agli standard dei plessi scolastici (altezza delle aule, spazi ludici, refettorio). Ma anche per tali problematiche, il Commissario Straordinario si è prontamente attivato, invitando i rappresentanti della Società Cicchetti a rimuovere le criticità segnalate nel verbale del 9 marzo 2016. Inoltre, sono stati programmati con gli organi competenti ulteriori accertamenti tecnici finalizzati a verificare l’impatto e la compatibilità dell’attività tipo-

grafica con quella didattica. All’esito di dette indagini, il Commissario, dr. Saladino, adotterà i conseguenti provvedimenti. Ma c’è di più: il Commissario Saladino ha già ordinato la predisposizione di un nuovo Avviso Pubblico, in corso di pubblicazione, col quale vengono invitati a manifestare il proprio interesse quei proprietari che intendono locare immobili che siano a norma sotto l’aspetto antisismico e dell’edilizia scolastica; a comprova che la soluzione di emergenza da lui operata è da ritenersi transitoria e temporanea, come ripetutamente affermato. Tutto ciò chiarito - chiude Saladino - si auspica che il legale di parte, in futuro, prima di cercare visibilità sui giornali, rifletta sulle conseguenze che possono derivare da un allarmismo immotivato”.


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Termoli

5 aprile 2016

Nel centro frentano saranno prossimi i lavori del «Complesso Polifunzionale per manifestazioni fieristiche» in Contrada Monte Arcano

Larino e non più Campobasso ad avere il primato nelle attività espositive

Se immaginiamo il Molise un sistema di vasi comunicanti, possiamo immaginare ciò che per Campobasso s’è rivelato un fallimento, per Larino, al contrario, un successo. Da qualche anno il centro fieristico di Selvapiana, dove si sono celebrati eventi espositivi (Moliseinfiera) e propositi di sviluppo economico e produttivo delle industrie e delle maestranze molisane, è in un penoso abbandono, lasciato all’ingiuria del tempo, finanche cancellato dalla memoria collettiva. Un ingente patrimonio edilizio, una struttura progettata con dovizia d’ingegno e per alcuni anni misurata in tutta la sua ampiezza ed efficienza, sono diventati il simbolo del decadimento del capoluogo nel senso pieno del termine, economico e sociale. Il decadimento politico e amministrativo viene ancora più da lontano. L’una cosa e l’altra sono strettamente connessi. A proposito dei vasi comunicanti, il fallimento della struttura fieristica di Selvapiana sta per consacrare il successo di un centro fieristico a Larino. Infatti, nel centro frentano saranno prossimi i lavori del «Complesso Polifunzionale per manifestazioni fieristiche» in Contrada Monte Arcano, “per corrispondere all’esigenza di garantire un’adeguata localizzazione alla tradizionale Fiera di Larino e di fornire alla realtà territoriale locale un’area attrezzata e spazi fruibili durante l’anno per eventi espositivi e per manifestazioni culturali e sociali oltre a offrire la possibilità di accesso alle comunità locali interessate senza interferire con la mobilità urbana del nucleo consolidato del Comune di Larino”. Proprio così: per garantire un’adeguata loca-

lizzazione alla tradizionale Fiera di Larino che, a differenza di “Moliseinfiera” a Campobasso, regge nel tempo, alle crisi, agli alti e bassi dell’economia locale, radicata, com’è, nel costume locale e fortemente difesa dagli amministratori e dai larinesi. Qualità e circostanze che sono mancate per tenere in vita il centro fieristico di Selvapiana e la continuità di “Moliseinfiera”. A Larino il

popolo e l’amministrazione hanno anche il pregio di essere coesi e compatti là dove l’interesse del paese è messo in discussione; a Campobasso ciò non avviene. A Larino per il “Complesso Polifunzionale per manifestazioni fieristiche” è stato sottoscritto uno specifico Accordo di Programma tra la Regione Molise e il Partenariato locale; a Campobasso la Regione

e l’Amministrazione, se possono, si guardano in cagnesco. D’altronde, se la Regione, cui spetta legiferare e organizzare i settori produttivi, ha ritenuto non fosse necessaria una legge che regolasse la rete regionale delle Fiere e delle Mostre, attribuendo compiti e missioni alle singole strutture e organizzazioni, non c’è da meravigliarsi che “Moliseinfiera” sia finita e, di contro, il complesso larinese sia destinato a crescere, magari con la prospettiva di surrogare ogni altra manifestazione similare là dove dovesse ancora persistere. Più che logico che accada. Sul centro fieristico di Selvapiana incombe e permane il silenzio dell’amministrazione comunale e quello ancora più inquietante degli altri enti territoriali (Regione in testa) che hanno condiviso gli anni d’oro di “Moliseinfiera”. A Larino incombe e

Il pregio di valorizzare una tradizione permane il coro delle voci concordi che postulano la realizzazione del Complesso Polifunzionale per farne luogo di eventi espostivi e manifestazioni culturali e sociali, fiduciosi - i larinate – nelle loro capacità di lavoro e determinati a sviluppare il territorio assecondando le vocazioni agroalimentari, artigianali, e industriali che lo contraddistinguono. Che sia Larino e non più Campobasso ad avere la palma del primato nelle attività espositive non è un capriccio della sorte, ma la differente sorte delle due amministrazioni. Dardo

Campomarino, incuria di Luigi Romano* o inciviltà? “Domenica mattina vengo chiamato da alcuni cittadini attenti al decoro urbano che mi fanno notare qualcosa di davvero increscioso. Scendiamo a Campomarino Lido, ci troviamo in via Rosa Luxemburg, quasi di fronte alla statua di Padre Pio troviamo un tronco di palma (lungo almeno 2 metri) but-

tato sul ciglio della strada, con evidenti segni che, qualcuno per liberarsene ha agganciato dietro ad un’auto (forse un Suv), trascinato fin dove notate. Nel trascinarlo, ovviamente la terra attaccata all’albero, ha lasciato una scia indelebile che ci ha condotti in via Ancona, davanti ad un cancello di proprietà pri-

vata dove vi sono alcune villette. Va evidenziato che i cittadini avevano già chiamato i Vigili urbani spiegando il fatto, sottolineo anche la solerzia degli stessi vigili nell’intervenire, verificando da dove era uscita la palma trascinata ed abbandonata. E’ doveroso ricordare alla popolazione che esiste una società di servizi per far fronte a tutte le necessità di smaltimento di ogni tipo di materiale ingombrante e non. Per le strade di Campomarino lido, il comune ha provveduto con della evidente cartellonistica, ad informare chiunque del suddetto servizio. Per cui si fa appello al buon senso di ogni cittadino onde evitare scempi ed inciviltà del genere sul nostro territorio che va tutelato e difeso da simili atteggiamenti”. *Consigliere comunale di Campomarino

Un gruppo di pensionati di Ceprano ha visitato la cittadina adriatica

Alla scoperta di Termoli TERMOLI. In una giornata tipicamente primaverile, un gruppo di 115 soci del Centro Sociale Pensionati di Ceprano, località in provincia di Frosinone, sono venuti ieri a Termoli per visitare la nostra città. Arrivati con due pullman sul piazzale del porto nella tarda mattinata, dopo una colazione al sacco per alcuni e, un pranzo a base di pesce per altri, nelle prime ore del pomeriggio, accompagnati dal presidente dell’Archeoclub Oscar De Lena e dal socio della stessa associazione Raffaele Bassani, sono stati accompagnati

al Borgo Antico dove, passeggiando per le stradine e le piazzette in due ore, hanno potuto ascoltare la storia della città dal V

secolo d. C. ai giorni nostri. Arrivati in Cattedrale hanno ascoltato il racconto della vita dei due patroni San Basso e San Timoteo

patrono e compatrono della città visitando anche la cripta. E’ seguito il passaggio alla “rejiecelle” dove sono state scattate

centinaia di foto e il tour si è concluso con la visita al Castello per ammirare la spiaggia e la nuova Termoli da un posto privilegiato. Molti i complimenti dei componenti del gruppo del frusinate per la bellezza del nostro borgo e sopratutto per la pulizia dei vicoli e delle piazzette attraversate. Saluti e abbracci hanno chiuso un bellissimo pomeriggio che, grazie all’impegno e alla disponibilità dell’Archeoclub, è servito ancora una volta per far conoscere la nostra città ai tanti turisti che ogni anno arrivano da tutta Italia per visitarla.


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Termoli

5 aprile 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Timori per la campagna saccarifera che dovrebbe vedere una micro stagione

“Vogliamo altri 6 mesi di Cigs” I lavoratori dello Zuccherificio ribadiscono la necessità della Cassa integrazione

“PM2,5 questo sconosciuto” di Vincenzo Pietrantonio

TERMOLI. “Poiché la campagna saccarifera 2016 non può avere sicuramente l’obiettivo di preservare le quote per il prossimo anno e il numero di ettari da seminare e il brevissimo ciclo di manutenzione non permette un ritorno ai passati regimi produttivi, ne consegue che questa campagna di trasformazione ha il solo scopo di creare reddito proveniente dall’affitto delle quote non produttive. Riteniamo che questa opportunità è stata raggiunta anche grazie alla collaborazione dei dipendenti che si sono resi disponibili e hanno lavorato con serietà consapevoli dell’importanza del raggiungimento dell’obiettivo della campagna 2015. Risulta a questo punto doveroso e ci sen-

tiamo legittimati a chiedere che nel 2016 anche i dipendenti possano cogliere le maggiori opportunità che questa campagna offre soprattutto in termini di reddito». Lo sostengono i sindacati dei 63 lavoratori rimasti allo Zuccherificio di Termoli. “Si chiede che in occasione della campagna saccarifera 2016 sia sottoscritto un accordo di campagna che prevede la massima estensione di lavoro in azienda per tutti i dipendenti, con un piano di lavoro che vada ad interessare la manutenzione di tutti gli impianti in modo da conservare l’opificio integro peri futuri acquirenti. Il programma sopradescritto dovrà essere sommato a quello redatto dai capifabbrica. Nello stesso tempo si

chiede da ora la proroga della cassa integrazione straordinaria per ulteriori 6 mesi dalla data di scadenza potendo così dare seguito al programma già presentato in sede Ministeriale e ancor di più in seguito alla richiesta di concordato da parte dell’azienda, dando così l’opportunità a tutti i dipendenti di conservare gli ammortizzatori sociali per la massima estensione che prevede la legge. La mozione sopradescritta – concludono i lavoratori - è stata presentata e portata alla votazione nelle varie assemblee dove i lavoratori l’hanno approvata all’unanimità ritenendola essenziale al fine di concedere la disponibilità per la trasformazione“.

L’onorevole Venittelli ha incontrato gli operatori del settore per fare il punto della situazione

“Il settore pesca deve vivere” TERMOLI. L’onorevole pd Laura Venittelli, responsabile nazionale dem per la Pesca e l’acquacoltura, ha affrontato il delicato tema della riduzione della risorsa ittica nel Mediterraneo in un incontro con gli operatori del settori, armatori, marittimi e filiera. Il confronto è avvenuto al mercato ittico di Termoli, anche alla presenza delle autorità portuali m i l i t a r i . «Come d’intesa con le marinerie, da cui abbiamo avuto il suggerimento, noi partiamo dal fermo di spazio, più funzionale al ripopolamento della fauna ittica. E’ fondamentale che le istituzioni scientifiche collaborino per validare la tesi proposta nella risoluzione. Stiamo ragionando su tutte queste variabili, che saranno più chiare quando riusciremo ad avere i risultati dello studio scientifico fino ad allora è chiaro che rimarrà in essere l’attuale sistema con la possibilità di incidere sul calendario del divieto alla pesca». L’occasione di sabato mattina ha permesso di fare un quadro riepilogativo delle iniziative assunte e delle norme varate negli ultimi mesi, a cominciare dalla cosiddetta finanziaria Blu, con l’iter di approvazione del testo unico in materia ittica al vaglio di Camera e Senato nei prossimi mesi e, inoltre, intervenendo con strumenti finanziari per aiutare le imprese di pesca in un momento storicamente debole

per il comparto. «Prima di tutto è stata sottolineata l’importanza dell’introduzione di un piano assicurativo nazionale per gli operatori della pesca e dell’acquacoltura - afferma ancora la parlamentare – attraverso il ricorso a un finanziamento nell’ambito dei fondi comunitari Feamp del 65%. Una prosecuzione estesa a tutto il Paese di quanto fatto nell’estate scorsa con l’emendamento Orbetello, dopo la moria di pesce nella laguna. E’ stata presentata e approvata una risoluzione sugli strumenti finanziari a disposizione dell’Ismea, coi quali garantire anche alle imprese di pesca l’accesso al credito. Una iniziativa che avvia la cosiddetta fase operativa. Su questi argomenti a breve organizzeremo un seminario nazionale di divulgazione, informazione e formazione per gli operatori, invitando a relazionare proprio i tecnici delle agenzie governative di settore». In conclusione, vista anche la partecipazione di una delegazione termolese a Roma, ma soprattutto per l’interesse nei vari segmenti costieri del Paese, l’onorevole Venittelli ha ricordato la svolta significativa con cui le donne che operano nel mondo ittico vengano equiparate ai fini previdenziali come gli imbarcati.

Abbiamo appreso dalla stampa che per Arpa Molise, nella persona della commissaria straordinaria dottoressa Antonella Lavalle, «i valori relativi alle polveri ed agli ossidi di azoto riscontrati durante i controlli delle emissioni in atmosfera effettuati in 7 aziende del Nucleo industriale di Termoli, sono risultati nella norma. Per quel che riguarda la qualità dell’aria, si è conclusa la campagna di monitoraggio del PM10 effettuata con il Centro mobile dell’Agenzia nei pressi della stazione Termoli4. I risultati non hanno evidenziato superamenti della media giornaliera. Sul particolato raccolto sono state condotte anche analisi volte ad individuare le concentrazioni dei metalli arsenico, cadmio, nichel e piombo; i valori ottenuti risultano in linea con il monitoraggio effettuato nella stazione Termoli1 della rete regionale». Ma le cose stanno davvero così? Rileggendo l’affermazione ci viene spontaneo sottolineare qualche punto che non collima perfettamente con i dati a disposizione e farci qualche domanda: 7 aziende del nucleo industriale controllate emettono in atmosfera polveri e ossidi di azoto secondo i limiti di legge; quali sono queste aziende? in esse è compreso l’inceneritore industriale (associato alla Momentive), la biomassa, il “gessificio”? La centralina fissa Termoli4 ha segnalato che nel 2015 ci sono stati 60 superamenti del limite giornaliero del PM10, limite posto a 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte l’anno; attualmente, dato del 31/03/2016, ne segnala 7; dal centro mobile di monitoraggio secondo quanto affermato dalla dottoressa Levante non vi superamenti della media giornaliera: cosa vuol dire? Per la stessa centralina negli ultimi 60 giorni, dato ottenuto dalla scheda grafica scaricabile da chiunque nel sito di Arpa Molise, periodo 01/02/201631/03/2016 la raccolta dei dati è pari al 65%, risultano infatti come n.d., ovvero dato non disponibile, 21 giorni dei 60 riportati, questo dato è al di sotto della soglia minima di raccolta dati prevista dal D. Lgs. 115/10 che all’allegato 1 tabella 1 prevede una raccolta minima dei

dati pari al 90%; tale raccolta minima dei dati peraltro risulta inferiore anche nelle schede relative ai mesi del 2015; le centraline come sono manutenute? i dati sono validati su che base? La concentrazione dei metalli pesanti sul particolato raccolto è in linea con quello di Termoli1; una raccolta estemporanea di particolato con relativa analisi della concentrazione di metalli pesanti è sufficiente a dire qualcosa su una zona dove i superamenti del PM10 sono stati 60 nel 2015? Non si parla, nemmeno a livello di citazione, del PM2,5; nessuna delle centraline della rete effettua questo monitoraggio e la legge impone che il monitoraggio venga effettuato da stazioni fisse e che il valore obbiettivo previsto negli anni passati è divenuto valore limite dal 1 gennaio 2015 e tale valore è di 25 µg/m3 media annuale; quando avremo tale dato? Il PM2,5 è in grado di penetrare profondamente nei polmoni, le polveri più sottili possono attraversare la barriera alveolo-capillare riversandosi nel torrente ematico. Il Comitato di Difesa della Salute & Ambiente ha più volte evidenziato nel corso del 2015 gli sforamenti del limite giornaliero PM10 e che è necessario ed impellente il monitoraggio del PM2,5 quale dato più sensibile nella valutazione della qualità dell’aria. Così come si è espresso sul carattere di emergenza che ha assunto la realizzazione di una zonizzazione dell’aria. Senza di essa e senza un monitoraggio completo e preciso, alla cui base ci sia una raccolta dati corretta, tutto quello che si dice sulla qualità dell’aria rimane aleatorio e inconcludente. Vorremmo che fosse chiaro a tutti e in particolare alla Regione Molise che le valutazioni di impatto ambientale di nuove attività aziendali o di ampliamento di quelle esistenti non possono prescindere da una visione completa della situazione di base che solo una zonizzazione può dare. Non ci bastano più i proclami, è giunto il tempo del fare. *Presidente Comitato di Difesa della Salute & Ambiente Molise.



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Opinioni

5 aprile 2016

di sergio genovese Purtroppo uno dei sentimenti che connota maggiormente gli italiani in genere è la retorica scivolosa che usiamo per ricordare qualcuno che ci ha lasciato per sempre. L’apoteosi su scala nazionale è stata raggiunta con il racconto della morte di Cesare Maldini. Le descrizioni sulla persona sono state tutte improntate usando superlativi e aggettivazioni da fuochi d’artificio. Eppure almeno da quindici anni nessuno, quando era in vita, si era interessato del perché, una leggenda del calcio italiano, non fosse più stato coinvolto in una qualsiasi mansione. Anzi anche nel momento di migliore fulgore le critiche sulla sua persona erano tante, ricordiamoci di quando faceva l’allenatore della nazionale di calcio o ricordiamoci quando di-

Il caso

Il consigliere regionale, Salvatore Ciocca presenta richieste di chiarimento al Governo

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’ipocrisia del ricordo post-morte ventò il bersaglio preferito di Teo Teocoli. Ora con la morte tutto azzerato, anzi tutto ribaltato. Non credo che questo sia un modo giusto per ricordare con commozione ed onestà una persona che ci ha lasciato. Affidarsi a contenuti ascensionali e persino celestiali con i verbi coniugati da tutti allo stesso modo, è come fingere di essere commossi e in lacrime mentre nella stessa serata si aderisce ad un festa da ballo. Allora la morte non azzera semmai costituisce bilancio delle per-

centuali del bene ed eventualmente del male, inevitabilmente rintracciabili nelle storie di vita scritte. E se quelle del bene sono in netta maggioranza è ipocrita ricordarle solo per affidarle ai posteri. Ma credo non si possa accettare che con la morte di qualcuno, si entri in profili di speculazione dal dubbio significato. Il giorno dopo la disgrazia del Mario Pagano, a Campobasso, più di qualcuno si è voluto esprimere su quella morte per rappresentare una esigenza. Farla il giorno dopo, li-

bera perplessità dalla opaca traduzione. I sistemi di sicurezza della città fanno acqua per una serie di motivi. Perché ricordarsi della mancanza delle telecamere trecentosessantacinque giorni dopo e non qualche mese prima ? Forse perché la posizione, in un particolare contesto di inquietudine sociale, fa più rumore o oserei dire, più immagine? Allora, per mio conto, si parta dal presupposto che se da un lato la dipartita per dirla con Totò è una livella, dall’altro deve essere onesto racconto delle storie belle e brutte scritte che non possono essere livellate. Infine gli estremi saluti si sgancino dai circuiti spettacolari in cui sono finiti. Applausi, musiche, palloncini, usiamoli per i matrimoni o le nascite dei nostri figli, ai morti restituiamo lacrime vere e toni dimessi come è giusto che sia.

Profondi restano ancora i dubbi su quanto verificatosi nel passato

Scandalo petrolio, e Cercemaggiore?

L’aumento di neoplasie nella zona rilancia la questione del sito

Sii muore e si continua a morire, é la fase finale del ciclo della vita ma, quando le morti si registrano a Cercemaggiore e per il 70% le cause sono di natura neoplastica, allora i dubbi riafforano e torna la paura di cosa ci sia in fondo a quei pozzi della ex Montedison tappati con una colata di cemento. Troppo, la realtà davvero supera la fantasia. Troppo é il tempo che le Istituzioni stanno impiegando per effettuare i controlli e per pubbli-

nella zona del Fosso Vernile); valori riconducibili – come spiegano bene - allo scarico dei residui. Operazione questa, tra l’altro, confermata dai tecnici Edison che hanno partecipato alla Commissione prefettizia ma che, inspiegabilmente, rifiutano di intervenire in sede di audizione» «In qualità di cittadino, prima di tutto, e di presidente della Commissione consiliare competente – conclude Ciocca - vorrei che fosse definitivamente accertato che in

cizzare i risultati. Intanto si muore e il paese si tinge gradualmente di nero, come gli abiti che indossano i parenti di chi non c’é più. E, purtroppo un altro dato allarmante e che dovrebbe sveltire le indagini e gli accertamenti, é che ci sono casi di serie patologie in bambini di tenera età. Bisogna capire se le falde acquifere sono prive di sostanze cancerogene e se c’é bisogno di una eventuale bonifica, non per cancellare il passato ma quanto meno per tentare di modificare un futuro che sembra ormai già scritto. Intanto, Salvatore Ciocca torna sulla questione dei pozzi petroliferi di contrada Capoiaccio a Cercemaggiore, dopo l’esplosione dello scandalo-petrolio a seguito dell’inchiesta della Procura di Potenza che ha portato

quei pozzi, sigillati con il cemento armato, non ci sia nulla di pericoloso. Vorrei capire cosa è arrivato lì dagli stabilimenti di Potenza, alla luce degli atti ufficiali di cui sono in possesso e che hanno alimentato dubbi che non sono stati chiariti affatto.L’Edison spa è tenuta a fornire i chiarimenti, non può continuare a sfuggire alle nostre legittime richieste. Per questo, ancora una volta, chiederò ufficialmente di audire i tecnici della società, riservandomi azioni legali ove mai dovessero ancora una volta evitare di chiarire i dubbi di una intera comunità che, per troppo tempo, è stata tenuta all’oscuro e non ha potuto prendere le precauzioni dovute rispetto all’inquinamento ambientale, ormai certificato, al quale è stata esposta»

alle dimissioni del ministro dello sviluppo economico Federica Guidi. Un filone di quest’inchiesta riguarda lo smaltimento dei rifiuti petroliferi nel centro Oli di Viggiano, in Basilicata. I magistrati e i carabinieri hanno indagato sull’ipotesi di disastro ambientale ed hanno arrestato 5 dirigenti dell’Eni e l’ex sindaca di Corleto Perticara (Potenza), con le accuse di aver ridotto il numero di comunicazioni sugli sforamenti delle emissioni invece di incidere direttamente sulla causa del malfunzionamento degli smaltimenti, per non allarmare gli enti di controllo, e di aver classificato come ‘non pericolosi’ rifiuti che in realtà non sono tali. A Capoiaccio, da anni, si discute in-

vece su cosa ci sia nei pozzi della ex Montedison. «Sebbene – scrive Ciocca - le indagini portate a conclusione nei mesi scorsi dalla Commissione tecnica prefettizia, da me fortemente voluta, abbiano escluso alcun rischio attuale, derivante dall’anomalo tasso di radioattività riscontrato dall’Arpa Molise prima e dall’Ispra successivamente nell’area dove insistevano gli stabilimenti estrattivi della ex Montedison, la vicenda che è stata portata alla luce in Basilicata evidenzia alcune strane similitudini con quanto potrebbe essere accaduto in agro di Cercemaggiore. E ci sono aspetti rilevati dall’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che vanno chiariti con immediatezza»

«Come ho già detto in più occasioni – prosegue il consigliere regionale - ho chiesto ufficialmente di audire in Terza Commissione consiliare – che fin dal novembre 2013 ha avviato un percorso di indagine finalizzato alla definitiva chiarezza sui procedimenti di reimmissione avvenuti nei pozzi di Capoiaccio e sulle motivazioni dell’elevato tasso di radioattività riscontrato nell’area – i funzionari dell’attuale Edison Spa i quali, fino ad oggi, non hanno inteso dare riscontro alle mie richieste. L’Ispra, nella relazione conclusiva, ha certificato la presenza di valori anomali di radioattività - rispetto al fondo ambientale locale - lì dove insistevano i pozzi petroliferi (nell’area del pozzo S. Croce 1 e



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