Attenti a quei due

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

tuttO quellO che gli AltRi NON dicONO

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ANNO xii - N° 102 giOved’ 5 mAggiO 2016

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta e-mail Redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it -

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Vincenzo Cotugno

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Vincenzo Cotugno. Il presidente del Consiglio regionale ha detto chiaro e tondo che la sede della Regione va fatta. Come dire, che se la Giunta intende non considerare nemmeno più la gara fatta per l’idea progettuale, sarebbe un passaggio non comprensibile.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

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Micaela Fanelli

Il Tapiro del giorno lo diamo a Micaela Fanelli. Il segretario regionale del Pd, che non si ascolta da tempo sulle vere problematiche del Molise, ha subito plaudito alla risposta ai molisani di Matteo Renzi. Senza accorgersi, però, che questi non ha ritenuto comunque di chiedere scusa. anzi, si è detto “un po’ scocciato”. Lui.

ATTENTI A QUEI DUE Il Molise ne esce distrutto

Servizio a pagina 4

Pronta l’altra bufala del Patto per il Molise Il presidente della Puglia ha detto no alla firma con Renzi: “Una mascherata”

Servizio a pagina 3


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

5 maggio 2016

La rinuncia alla sede regionale valga almeno il recupero e soprattutto l’efficientamento energetico degli edifici pubblici

Le bollette per luce e gas degli uffici regionali mettono i brividi

La Regione Emilia-Romagna ha stanziato 28 milioni di euro in favore dell’edilizia residenziale pubblica (case popolari) per affrancarla dal consumo energetico creando un bonus di centinaia di euro per inquilini Le Regioni italiane che della propria destinazione istituzionale hanno coscienza e sono sintonizzate con l’Unione europea, da cui sanno trarre, tra l’altro, molte risorse e, soprattutto, le sanno impiegare utilmente e velocemente, a differenza della Regione Molise, vanno stanziando somme considerevoli per recuperare il patrimonio immobiliare pubblico e renderlo efficiente energeticamente. L’obiettivo è la loro totale decarbonazione, in linea con le direttive europee che entro il 2020 prevedono che le linee d’indirizzo siano leggi nei vari Stati dell’Unione. Ultima, la Regione Emilia e Romagna che ha stanziato 28 milioni di euro in favore dell’edilizia residenziale pubblica (case popolari) per affrancarle dal consumo energetico. Per le famiglie che quelle case le abitano scomparirà la bolletta della luce e del riscaldamento. Un bonus di oltre trecento euro mensili che quelle famiglie, da qui a qualche tempo, il tempo necessario per rendere le abitazioni affrancate dal consumo energetico, si troveranno in più nel portafoglio. Una Regione saggia, l’Emilia e Romagna, che ha fatto la scelta più congruente alle linee europee in materia energetica per andare incontro ai bisogni economici della collettività e all’abbassamento della soglia dell’inquinamento atmosferico. Il parallelo tra queste Regioni virtuose e la Regione Molise diventa impietoso. Ma è opportuno farlo nel momento in cui, come tutto già sembra predisposto, la Regione Molise rinuncerà alla sede sul terreno dell’ex campo sportivo Romagnoli. Con la sede avrebbe risolto tutti i contratti di fitto in essere (circa tre milioni all’anno) e ridotto il costo delle spese energetiche, avendo dovuto adottare le tecniche costruttive che lo avrebbero permesso. Con

il risparmio (per milioni) che ne sarebbe venuto, avrebbe potuto aumentare i cespiti finanziari destinati allo sviluppo economico e all’occupazione. Il problema energetico è centrale, fondamentale, inevitabile. Prima lo si af-

fronta, meglio è. Le Regioni del Nord sono decisamente avanti. Il Molise non si perita nemmeno di copiare, di guardare oltre i confini territoriali per prendere ed apprendere come amministrare questi anni difficili di crisi e come

risolverli, avendo chiaro il costo dei consumi energetici che gli vengono dall’avere gli uffici in appartamenti privati ad alto consumo energetico e in edifici pubblici (di proprietà) altrettanto inadeguati sotto quell’aspetto.

Il presidente Cotugno sulla sede regionale e il risparmio energetico la pensa come noi de “La Gazzetta del Molise” In relazione all’articolo relativo ai consumi energetici e alla ipotizzata rinuncia alla sede regionale in questa stessa pagina, apprendiamo con ragionevole compiacimento il punto di vista e la presa di posizione del presidente del consiglio regionale Vincenzo Cotugno sulle questioni da noi de “La Gazzetta del Molise” sollevate. Nel corso della conferenza dei capigruppo, il presidente ha informato di aver interessato verbalmente - e prossimamente lo farà anche formalmente - il Presidente della giunta Paolo Di Laura Frattura, “affinché si accelerino al massimo le procedure per arrivare entro la fine dell’attuale legislatura a posare la prima pietra della nuova sede istituzionale della massima assemblea regionale”. Con l’occasione ha ricordato che la Regione Molise ha acquistato i locali dell’ex hotel Roxy di Campobasso proprio

Il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno ha informato i Presidenti dei Gruppi che l’Ufficio di Presidenza dell’Assise, nella seduta di questa mattina, ha deliberato di proporre all’Assemblea l’intitolazione della sede Istituzionale del Consiglio Regionale a Florindo D’Aimmo. Decisione, ha ricor-

a questo scopo (a dire il vero ha acquistato allo stesso scopo anche il terreno dell’ex campo sportivo Romagnoli per 6 miliardi del vecchio conio). Per Cotugno, quindi, è tempo di mettere a frutto tale acquisto, dando finalmente una sede di proprietà al consiglio. E, in una sola struttura, riunire sia gli organismi politico-istituzionali che gli uffici amministrativi attualmente dislocati in stabili in locazione. Operazione da farsi velocemente e senza ulteriori spese per la collettività. Egli, infatti, richiama le procedure del project financing e il recupero delle risorse dei fitti dismessi. Sarebbe un notevole passo avanti, ma non esaustivo. Ciò perché Cotugno - “Cicero pro domo sua” - pone il problema della sede del consiglio e non già anche della giunta e degli assessorati. Ha tempo per rimediare.

L’aula consiliare dedicata a Florindo D’Aimmo dato, concordata in precedenza e che ha avuto anche il sostegno e la condivisione dell’Associazione ex Consiglieri regionale. “Florindo D’Aimmo, illustre

personalità molisana –ha rilevato il Cotugno-, oltre a ricoprire importanti incarichi politici a livello parlamentare e governativo nazionale, è stato Presi-

Laddove le stesse condizioni erano presenti, le Regioni virtuose, attente, responsabili e competenti, come diciamo portando ad esempio l’Emilia e Romagna, hanno immediatamente posto in atto le contromisure, stanziando le risorse finanziarie dei rispettivi Por 2014/2020, per intervenire sul patrimonio abitativo pubblico. L’Emilia e Romagna con 28 milioni di euro. La Regione Molise avrà certamente presente la misura abnorme della spesa energetica (solo a pensare quanto paga di riscaldamento per gli ospedali, vengono i brividi), che avrebbe potuto eliminare costruendosi la sede, ma presa dal panico di una possibile deriva giudiziaria del concorso d’idee cui hanno preso parte 83 studi progettuali dall’Italia e dall’estero, sarà costretta a mantenere in essere una situazione che le succhia euro a milioni, togliendoli agli investimenti. La faccenda non potrà andare a lungo. L’Europa (una tantum) in materia energetica pare abbia le idee chiare e l’autorità per indurre anche le Regioni riottose e/o incapaci a mettersi al passo. La rinuncia alla sede regionale valga almeno il recupero e soprattutto l’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Ma senza ulteriore perdita di tempo. Dardo

dente della Giunta e primo Presidente del Consiglio Regionale, all’atto della prima elezione del 1970”. La proposta sarà quindi, come primo punto all’Ordine del Giorno, all’esame dell’Assise per l’approvazione definitiva nella prossima seduta fissata per martedì 10 maggio (con inizio alle ore 16.00).


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3 5 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Frattura mette una pezza: “Entro fine mese Matteo Renzi firmerà il Patto per il Molise”

La miglior difesa è l’attacco. Senz’altro si può leggere così la dichiarazione che il governatore della Regione Molise, Paolo Frattura, ha rilasciato nella giornata di ieri all’agenzia ANSA: “Io non ho mai sentito il presidente del Consiglio delegittimare il Molise che non esiste, anzi, tutt’altro: sta facendo in modo che il Molise esca da quella situazione di estromissione da tutto che abbiamo ereditato. E a testimonianza di questo c’è anche il fatto che proprio qualche giorno fa ha detto che entro fine mese firmerà il Patto per il Molise.” Accidenti. Il Patto per il Molise. Vediamoci un po’ più chiaro. Le elezioni amministrative sono alle porte e si voterà in alcune grandi città tra cui Roma, Milano, Torino e Napoli. In evidentissime difficoltà su tutti questi fronti, meno a Milano ma tantissimo a Napoli, il premier Renzi ha cercato nei giorni scorsi di spingere, neanche tanto indirettamente, la candidatura di Valeria Valente presentando proprio a Napoli la prima tappa del suo tour “Un Patto per…” (il titolo glielo abbiamo dato noi, sperando che l’ufficio marketing di palazzo Chigi non disprezzi troppo n.d.r.), poi proseguito in Calabria, Sicilia e Basilicata. Mancheremmo noi Molise, che aspettiamo che magari Renzi ci trovi sulla cartina e la Puglia. Già la Puglia del presidente Emiliano

L’intervento Protocolli mai partiti, lettere non recapitate, smentite di rito”: un clima da resa dei conti da parte del Governo regionale nei confronti di quei Consiglieri che hanno deciso solamente di esercitare un loro diritto, ottenere informazioni complete e quanto più dettagliate su una tema emergenziale di questa regione come la sanità e l’insufficienza di garanzia dei servizi essenziali alla persona. Preoccupati dal costante venir meno del diritto alla salute per carenza di personale, per insufficienza di servizi, per insufficienza di organizzazione, abbiamo ritenuto nostro dovere chiedere conto sulla realtà di una situazione che con il passare del tempo andava peggiorando, nonostante i sacrifici continui e giornalieri dei medici, degli infermieri e del personale sanitario per garantire il rispetto dell’art. 32 della nostra carta costituzionale. Di fronte alle crescenti difficoltà dei pronto soccorso, alle chiusure di reparti, alle criticità

Grazie al PD in Italia abbiamo un governo. E una vera opposizione Emiliano: “Firmare, sarebbe accettare la riduzione delle somme destinate al Mezzogiorno”

cui lasciamo molto volentieri analisi ed interpretazione di quest’ennesima, acrobatica, spericolata uscita del nostro premier col ciuffo: “Io non ho firmato il Patto per il Sud perché nella sostanza non aggiunge nulla a ciò che noi abbiamo già ottenuto e a quello che abbiamo il diritto di ottenere.

Se io firmo il patto per il Sud - ha spiegato - partecipo ad un meccanismo di comunicazione che dà l’impressione che io abbia ottenuto chissà che cosa in più rispetto al dovuto; é evidente che sto facendo cattiva informazione e in più sottoscrivo un forte abbattimento del denaro del Fondo

di sviluppo e coesione che secondo la legge italiana ammontava a 58 miliardi di euro, poi scesi a 38 e ora la suddivisione per il patto del Sud di quel fondo dovrebbe essere da 12,8 mld e quindi noi dobbiamo firmare praticamente la riduzione ad un terzo di quelle che erano le

somme destinate al Mezzogiorno.” Capito il trucco? Con una bella messa in scena, che pure va saputa fare, intendiamoci, il governo è pronto a spacciare un intervento ridotto per un terzo rispetto a quello annunciato, per un grande piano straordinario. “Abbiamo ricevuto dalla Repubblica - ha concluso Emiliano - un certo tipo di addestramento per il quale non si può firmare una cosa solo perché vuoi partecipare a tutti i costi. Firmi una cosa se quella cosa ha un significato e un’utilità. Sono convinto - ha detto ancora Emiliano - che alla fine riuscirò a parlare col governo, magari con l’aiuto del governatore di Bankitalia e a cercare di capire perché non essere ascoltati da un interlocutore che ha intenzione di venirti incontro è una delle ragioni della grande questione meridionale”. Come spesso ci capita di osservare, dovremmo esprimere tutti una sincera gratitudine al Partito Democratico senza il quale in questo Paese non avremmo né un governo, tantomeno, una vera opposizione.

Sanità, 15 le lettere dell’Asrem alla Giunta ogni giorno paventate dalla stampa, nostro unico canale di informazione secondo una prassi oramai consolidata da parte di questa amministrazione regionale, abbiamo deciso di avvalerci di un nostro diritto, sancito peraltro dall’art. 103 del regolamento interno del Consiglio regionale. Abbiamo scritto al Direttore facente funzione e al Direttore amministrativo dell’ASReM per avere contezza, tramite l’accesso agli atti, dei provvedimenti che l’azienda, ovviamente di concerto con il Commissario ad acta, aveva intenzione di mettere in campo per risolvere l’annosa questione della criticità dell’organico presso tutti i presidi ospedalieri molisani, soprattutto preso atto dell’impegno del Presidente Frattura a chiedere una deroga al blocco del turnover per sessantacinque figure professionali ospedaliere. Il nostro è stato quindi un percorso più che mai istituzionale, nei canoni dei compiti e del ruolo proprio del Consigliere re-

gionale, un lavoro solerte che ha evidenziato una situazione per la quale l’ASReM più volte ha chiesto al commissario di intervenire con atti di indirizzo e atti di programmazione idonei ad assumere provvedimenti attuativi in grado di superare quanto meno le criticità e le emergenze più volte segnalate. Quindici le missive inviate dall’ASReM alla Regione negli ultimi dodici mesi, alle quali non è mai stato dato riscontro, con il conseguente deterioramento della situazione. È bastato l’accesso agli atti per arrivare a spingere il Governo regionale a

presentare in aula un ordine del giorno atto a garantire i livelli essenziali di assistenza, ricorrendo altresì ad ogni tipologia di rapporto di lavoro attivabile per assicurare con ogni mezzo il funzionamento della rete di emergenza? Allora si che serviva l’esercizio della nostra funzione. Vista questa risposta siamo ancor di più stimolati a promuovere iniziative anche in altri comparti in difficoltà come il sociale, il lavoro, settore nel quale il Molise, con un tasso di occupazione tra i più bassi d’Europa, si colloca al secondo posto (-9,7%), dopo la

Calabria (-11,9%), nella classifica delle regioni che hanno perso più posti di lavoro. Il Governo sulla stregua di ciò presenterà un ordine del giorno per promuovere le politiche attive e incentivare le aziende che nonostante le costanti difficoltà continuano ad operare sul territorio? Il nostro sentimento di fondo è uno solo: a ogni cittadino deve essere garantito sia il diritto alla salute sia il diritto al lavoro nella propria Regione, e a tutela di questo principio continueremo a porre in essere ogni atto necessario affinché venga rispettato. Infine un’ultima chiosa: perché si è posta tutta questa attenzione solamente sulla governance della Cattolica, lasciando fuori da questo discorso e da ogni forma di integrazione con il pubblico anche le altre strutture private che operano in Molise in regime di convenzione? Consiglieri regionali centrodestra


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4 5 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Alcuni commenti ci fanno tornare sull’uscita di Renzi sul Molise e su quanto si possa difendere l’indifendibile

Frattura: “Parole non negative” Non poteva non suscitare reazioni e commenti l’improvvida uscita del presidente del consiglio, Matteo Renzi, sul Molise all’interno del primo discorso ufficiale per l’apertura della campagna referendaria sulla riforma costituzionale. Si possono tranquillamente tralasciare quelli beceri tipici della cultura web: mai argomentati, mai ragionati, secchiate di veleno e frustrazione un tanto al chilo così perfetti nell’apposita sezione dei commenti sulle bacheche di fecebook. Decisamente più interessante il ragionamento che ha provato a fare il governatore della Regione Molise, Paolo Frattura: “Io non leggo in maniera negativa le parole di Renzi: è il Paese che si promuove e all’interno di questa promozione le regioni hanno i loro spazi. Il presidente non ha detto che non possiamo fare promozione turistica all’estero, ma che dobbiamo farla insieme. Quello che dice Renzi mi sembra un fatto interessante – prova a spiegare Frattura - perché il Molise, visto che è stato fatto l’esempio della Cina, per interloquire con un miliardo e 300 milioni di abitanti, quanto dovrebbe spendere per promuoversi? Cosa diversa è se in-

l’intervento

Le riforme costituzionali sviliscono le decisioni dei cittadini: sempre meno decisivi nella scelta degli amministratori, sempre meno protagonisti del proprio futuro. Il Movimento 5 Stelle Molise a tutto questo dice NO NO alla riforma del Senato; NO alle modifiche della legge elettorale. Per arginare la deriva costituzionale del governo serve una semplice firma di tutti i molisani che vogliono continuare a contare davvero qualcosa. Già a ottobre scorso i portavoce M5S hanno depositato una richiesta di referendum alla Camera. Allo stesso modo il Movimento 5 Stelle Molise ha deciso di appoggiare il Comitato per il NO, mettendo a disposizione la propria rete di attivisti affinché siano i cittadini, con le loro 500.000 firme, a richiedere il referendum popolare. Il Senato pensato dal governo non è eletto dal popolo, mentre la legge elettorale che Renzi (e Berlusconi) sta cucendo addosso all’Italia è pensato per gli interessi propri, oltre che di

vece si promuove il Paese Italia e all’interno del Paese Italia trovano spazio le unicità, le eccezionalità, le cose dei singoli territori. Alcune deleghe, secondo me, è giusto che siano centralizzate perché insieme si ottengono risultati migliori”. Bisogna ammettere che, almeno in questa delicata occasione, il presidente della giunta sia stato partico-

larmente cauto e ponderato nel tentare di difendere l’indifendibile. Già perché il tono e le parole testuali con cui Renzi ha parlato (e che vanno ascoltate in prima persona) tutto lasciano passare tranne che concetti mediati come quelli che espresso Frattura. Concetti, tra l’altro, su cui ci sarebbe anche da discutere a lungo. Primo perché

l’estero non è soltanto la Cina e procedendo per estremizzazioni poi si arriva ad esprimersi come un venditore di pentole e non come un presidente del consiglio. Secondo perché affibbiare differenti status ad istituzioni pubbliche della stessa Nazione proprio rispetto alla legge fondamentale del nostro ordinamento, cioè la Costituzione, è operazione talmente delicata che richiederebbe eccezionali cautele e fortissime argomentazioni e non un un’irridente sarcasmo. Terzo perché Renzi non ha parlato affatto di collaborazione tra governo e Molise ma ha semplicemente detto: cosa vuoi promuoverti a fare tu, Molise; non perdiamo tempo che ci pensiamo noi, se ci va, quando ci andrà. Renzi è indifendibile, non ci sono santi. Che poi coloro che hanno amministrato il Molise non siano stati capaci di promuoverlo efficacemente è un fatto che in questo discorso non rileva. Da un premier parole di quel tono e concetti così maldestramente tagliati con l’accetta sono semplicemente indecorosi. Per lui e per coloro che, tristemente, cercano di metterci una pezza, per altro non richiesta. Ci piace chiudere con il pensiero di Pa-

squale Di Lena, ex assessore regionale: “Se il suo riferimento è alla mancanza di programmazione e di una strategia di marketing, soprattutto territoriale, per colpa di chi ha governato e governa la Regione Molise, c’è da dire che ha ragione. Forse non sa che quelli che, in questi ultimi due anni e più, si sono dimenticati di programmare dipendono tutti da lui. Fin quando resisterà ad essere solo al comando. Ma se il riferimento è (mi permetto di interpretare il suo pensiero) alla grandezza del territorio molisano, alla sua superficie, al suo essere una città-campagna formato da minuti borghi e giardini intorno sempre verdi, è pericoloso, non solo per il Molise, ma per il Paese, i suoi territori ricchi di storia, cultura, paesaggi, tradizioni, identità cibo di qualità. C’è da dire che ragiona come una multinazionale e, per lui, conta solo la quantità. Non a caso lo stravolgimento della Costituzione e, sempre non a caso, l’adesione entusiasta al TTIP, alle trivellazioni, agli inceneritori. Un bel guaio che possiamo risolvere solo con una forte partecipazione. Prima viene fermato e prima si evita il tracollo dell’Italia già annunciato da esperti”.

Una firma per salvare la democrazia banchieri e petrolieri. L’Italicum puzza di vecchia politica e per questo va abbattuto con due referendum abrogativi. Il primo chiede l’eliminazione del premio di maggioranza, per il Movimento 5 Stelle una sorta di doping dei risultati elettorali che consente a un partito che al primo turno ha preso una percentuale anche inferiore al 20 per cento dei voti di essere maggioranza parlamentare con il ballottaggio. Il secondo referendum è per l’eliminazione dei capilista bloccati, il vecchio vizio della politica di nominare i propri fedelissimi. Un modo per rispondere agli ordini di partiti e gruppi di potere sottraendo forza alla volontà dei cittadini. Una legge che ricalca i vizi del cosiddetto Porcellum, la legge elettorale già bocciata dalla Corte Costituzionale. Per chiedere il referendum, però, abbiamo bisogno delle vostre firme. Ecco perché nei prossimi giorni allestiremo banchetti in varie piazze molisane. Inoltre, chi voglia firmare o voglia aiutare a raccogliere firme già da ora può scrivere al refe-

rente molisano, il nostro Antonio Federico, alla mail: molisem5sreferendum@gmail.com. Questo è l’indirizzo di riferimento anche per chi voglia ritirare i moduli da portare nel proprio Comune e garantire la raccolta firme. Ma la stessa mail serve anche ad altro. A ottobre, infatti, vogliamo che i cittadini possano decidere anche su alcuni temi sociali A partire dai beni comuni. Il Movimento, ad esem-

pio, dice no alle privatizzazioni e ai monopoli privati per una gestione pubblica e partecipativa dell’acqua e dei beni comuni. Rifiuti. Il Governo vuole cancellare la classificazione degli inceneritori e tutta una serie di parametri per la loro realizzazione e il loro mantenimento. Il Movimento vuole invece ridare alle regioni il potere di programmazione nel settore. Petrolio. In questo caso votare dobbiamo bloccare tutti i nuovi

progetti di perforazione ed estrazione al di fuori delle 12 miglia e cominciare a ragionare sull’abbandono progressivo dello sfruttamento degli idrocarburi. Infine scuola. L’obiettivo è abrogare le norme sui finanziamenti a singole scuole che crea istituti di serie A e altri di serie B; le norme che consentono ai dirigenti scolastici di nominare i docenti e decidere sui loro bonus economici; abrogare la norma sull’alternanza scuola-lavoro obbligatoria che, così come concepita ora, non serve a nulla. Presto scenderemo nel dettaglio di ogni singolo quesito. Per ora invitiamo ad andare a firmare e ci mettiamo a disposizione anche dei comitati per i referendum sociali sorti in Molise. È importante partecipare a un’opera di democrazia in difesa della Costituzione e della legalità. Siamo noi a dover decidere le regole e il nostro futuro, non altri. Movimento Cinque Stelle


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5 5 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Altre società a partecipazione regionale con identiche scarse connotazioni di utilità sono state chiuse

Sviluppo Italia Molise: 1.375 euro il risultato d’esercizio 2015

Per il presidente Frattura e gli assessori Facciolla, Nagni e Veneziale è la migliore performance da quando la Regione Molise n’è socio Stando ai numeri e alle risultanze di bilancio, la Sviluppo Italia Molise Spa, società di capitali a diretta e piena partecipazione regionale, dovrebbe essere chiusa. Essendo un presidio politico che non dispiace all’onorevole Patriciello (chi la presiede è una sua emanazione), non dispiace nemmeno al presidente Frattura che, però, con altre società a partecipazione regionale con identiche scarse connotazioni di utilità, s’è disposto diversamente. Il caso della Korai, rimane emblematico della parzialità di giudizio da parte del vertice regionale. Con la Sviluppo Italia Molise … “Tutto va bene Madame la Marchese”. I numeri e le risultanze di bilancio, dicevamo. Affidiamo ad essi le considerazioni del caso, perché il lettore si faccia autonomamente un giudizio. Numeri e risultanze estratte dalla deliberazione della giunta regionale numero 183 del 2 maggio 2016. La Sviluppo Italia Molise S.p.A. in house providing, nel 2015 ha ottenuto un risultato d’esercizio pari a 1.375 euro in continuità all’esercizio precedente (4.222 euro); il patrimonio netto, sempre riferito al 2015, è di 3.412.841 euro (esercizio precedente 3.411.467 euro); il valore della produzione, di 2.311.845 euro, ha subito un aumento percentuale del 13% rispetto all’esercizio

Lettera aperta

2014 da ricondurre principalmente all’attività svolta come soggetto attuatore del progetto per Expo 2015 e ad un aumento delle azioni riconducibili alla misura 1.1.1 del Programma operativo - Fesr e all’avvio di altre nuove attività realizzate per conto della Regione Molise. Nella sua magnanima interpretazione e con manifesta soddisfazione, la giunta ha registrato un aumento totale dei costi che da 1.729.016 del 2014 è passato a 2.004.512 del 2015, con un incremento di 275.496 da attribuire all’attività svolta come soggetto attuatore del progetto per Expo 2015. Strano davvero l’effetto di soggetto attuatore del progetto Expo

2015: da un lato ha contribuito al valore di produzione e dall’altro all’incremento dei costi. La magnanimità di giudizio, come si può constatare, è soprattutto nelle parole. I debiti della Società nel 2015 ammontano ad 1.913.464 (400.115 euro in più rispetto al 2014) e non risultano assistiti da garanzie reali in quanto sono principalmente costituiti dai debiti verso banche per 220.000 euro, dai debiti verso i fornitori per 463.712 euro (343.737,00 esercizio 2014), da un debito nei confronti della Regione Molise di 409.836 euro e da debiti previdenziali per 218.391 euro e da debiti tributari per 238.057 euro e verso altri finanziatori per

Dardo

Il Pd torni ad essere collegiale e democratico

Cara Segretaria Fanelli, ho letto e apprezzato la nota che hai trasmesso ai militanti di SINISTRADEM – CAMPO APERTO del Molise e per questo raccolgo da subito l’invito ad aprire un confronto nel partito sui temi nazionali e locali che meritano di essere esaminati ed approfonditi ad ogni livello, per fare chiarezza sulla prospettiva strategica del PD e del centrosinistra in Italia e in Molise. Il Segretario del Partito, Matteo Renzi, aprendo a Firenze, la campagna referendaria sulle modifiche costituzionali, ha annunciato l’avvio di 10mila Comitati Territoriali per il SI, spendendo tutto il PD su una scelta politica radicale e univoca, che non lascia margini di agibilità a quanti nel partito,in

188.095 euro (Finmolise spa), nonché da altri pesi per 175.373. Su questi numeri l’affermazione della giunta: “la gestione dei flussi finanziari è positiva”. A questo punto cade a proposito la domanda: ma per amministrare una società del genere, con quei compiti d’istituto e con quelle risultanze d’esercizio, quanto spende il contribuente molisano? Presto detto. Il compenso dell’Amministratore unico Claudio Pian, relativo all’anno 2015, ammonta ad 39.000 euro comprensivo di spese (36.000 euro esercizio 2014); quello per il collegio sindacale è di 36.000 euro (34.000 euro esercizio 2014). Altra vocina di bi-

lancio in uscita è la gestione dell’incubatore, che incide negativamente sull’equilibrio economico della Società per l’ammortamento dell’immobile e del livello di tassazione locale a cui è soggetto (costo per ammortamento pari ad 190.000 euro – tasse 70.000 euro). Al presidente Frattura e agli assessori Facciolla, Nagni e Veneziale la relazione sulla gestione della Sviluppo Italia Molise Spa nella parte in cui, non senza una vocazione all’iperbole, è detto che “… la Sviluppo Italia Molise SpA in house providing nel 2015 è riuscita a realizzare un sensibile aumento del valore della produzione facendo segnalare il miglior risultato da quando la Regione Molise n’è socio unico e migliorando sensibilmente i dati del 2014”, è caduta a pennello. Sulla scorta dei numeri e delle valutazioni espresse, la giunta regionale infatti ha preso atto del Bilancio al 31.12.2015, demandando al Presidente della Regione Molise, quale rappresentante del socio unico, l’approvazione, nel corso dell’Assemblea dei soci della Sviluppo Italia Molise Spa, del Bilancio d’esercizio 2015 e suoi allegati. Con decenza parlando.

Non si può continuare ad andare avanti non ascoltando tutte le posizioni disaccordo con questa riforma,vogliono promuovere e/o aderire ai Comitati per il NO. Non convince la narrazione di una modernizzazione del Sistema – Paese che passa per una semplificazione istituzionale affidata

a una élite di illuminati o a singole personalità deputate ad interpretare il bene degli amministrati. Sul tema della tutela ambientale e dei beni comuni meritano rispetto i 13milioni di italiani che sono andati a votare

SI al referendum sulle trivellazioni a mare, così come, ad esempio, merita rispetto il Presidente PD della Regione Puglia, Michele Emiliano che, in questi giorni, sta lottando insieme ai cittadini del Salento per salvaguardare 55 Km di uno dei tratti di costa più belli d’Italia a San Foca, sollecitando lo spostamento del gasdotto a Brindisi. Le questioni del lavoro, con le iniziative sindacali sulla previdenza, sul Jobs Act, sulle politiche industriali, sul mezzogiorno e sui giovani, non possono essere derubricate a proteste di gufi, ma obbligano ad aprire confronti di merito tra le parti. Così come l’entità geografica e demograficadi modeste dimensioni del Molise non può essere indicata in

negativo dal Presidente del Consiglio. La nostra comunità e il nostro territorio hanno una loro dignità che non andrebbe umiliata in nessuna circostanza;tanto di più se si ricoprono ruoli istituzionali apicali nazionali. Da ultimo, bisogna animare la discussione nel centrosinistra e nel PD, sollecitando gli iscritti ed i militanti a partecipare attivamente alla vita democratica nazionale e locale. Per queste ragioniribadisco la piena disponibilità a raccogliere il tuo appello e contribuire in sede regionale, nelle federazioni e nei circoli del partito a rilanciare un metodo di lavoro collegiale, partecipato e democratico. Nicola Palombo Coordinatore SinistraDem Molise - Assemblea Nazionale PD


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5 maggio 2016

La Coldiretti Molise torna a ribadire la necessità della tutela del prodotto molisano

“La distintività dei nostri prodotti, l’arma vincente”

Il presidente Giagnacovo: “Denunceremo all’opinione pubblico chi di molisano ha solo il nome”

CAMPOBASSO. “La distintività dei nostri prodotti è l’unica arma vincente per reggere la competizione sui mercati ed offrire nel contempo ai consumatori prodotti di alta qualità”. Con queste parole il direttore regionale della Coldiretti Molise, Saverio Viola, ha aperto la conferenza stampa tenuta oggi, nella sede regionale della Coldiretti a Campobasso. Indetta per illustrare l’azione della maggiore associazione professionale agricola nazionale e regionale in difesa del latte e derivati Made in Italy e, più nel dettaglio, Made in Molise, l’incontro ha visto la partecipazione anche del presidente regionale di Coldiretti, Tommaso Giagnacovo, del direttore dell’Aprolatte Molise, Michele Sisto, nonché di vari produttori di latte della Cooperativa. “In Molise – ha spiegato il direttore Viola – si producono circa un milione di litri di latte l’anno mentre la produzione di lattiero

caseari è pari all’equivalente di due milioni di litri. Un dato emblematico – ha osservato Viola – che fa riflettere sulla provenienza del latte che beviamo o consumiamo sotto forma di derivati”. Inoltre, analizzando i dati dell’Aprolatte, salta subito all’occhio che circa il 40% dei caseifici

della regione ha inviato lettere di disdetta di fornitura di latte regionale. Il latte estero ha infatti un prezzo di circa la metà rispetto al nostrano. Ciò sta causando la chiusura di decine di stalle “molte delle quali – ha spiegato Viola – messe su da giovani che hanno

investito tanto nelle loro aziende e che d’un tratto si trovano a rischio fallimento”. “Mi chiedo – ha inoltre osservato il presidente Giagnacovo – se ad un prezzo del latte di circa la metà si possa avere un prodotto di pari qualità. Inoltre – aggiunge il presidente - è curioso notare anche

come ad un dimezzamento del prezzo del latte non corrisponde una benché minima diminuzione del prezzo dei derivati. Il nostro passo successivo sarà quello di denunciare all’opinione pubblica i caseifici che di molisano hanno ormai solo il nome”. Da tempo Coldiretti ha intrapreso una battaglia in difesa del latte e derivati Made in Italy ed oggi l’organizzazione agricola ha trovato un supporto anche da parte della politica regionale. “Domani, infatti – ha annunciato il direttore Viola – il governatore Paolo di Laura Frattura firmerà un Manifesto sull’etichettatura per chiedere, come stanno facendo anche altri governatori di Regioni italiane, l’obbligo di indicare sull’etichetta dei prodotti l’origine delle materie prime. Inoltre, l’assessore regionale all’Agricoltura, Vittorino Facciolla, si è dato subito disponibile a convocare un tavolo con tutti gli attori della filiera”.

Sono anni che manca una visione strategica Non bastasse la sensazione generale, ci sono anche i numeri a confermare che la città di Campobasso sta vivendo una fase di riflusso. Una risacca inesorabile sta erodendo, palmo a palmo, tutto il margine faticosamente strappato, negli ultimi decenni del secolo scorso, all’arretratezza; tutto ciò che fu fatto per fare di Campobasso un capoluogo di Regione vero e non semplicemente segnato come tale sulle vecchie carte geografiche politiche appese nelle aule scolastiche. Il saldo demografico della città è negativo. Nel 2015 ci sono stati 327 fiocchi appesi alle porte delle case e 474 funerali. Molte più lacrime di dolore che di gioia. La popolazione residente in città, secondo i dati contenuti nel Documento Unico Comunale del Comune di Campobasso, è pari 49.174 abitanti; dal 2004, in cui si registrarono 51.633 residenti, un quasi impercettibile ma costante trend negativo ha procurato 2.459 campobassani in meno. Onestà vuole che si consideri il fatto che molti paesi della cintura esterna più prossima alla città (Ferrazzano, Oratino, Ripalimosani, Busso, Baranello, Vinchiaturo…) siano stati meta di molte giovani famiglie, ma la sostanza non cambia di molto. La sensazione netta è che, pur sorgendo, qua e là, qualche disarmonico casermone, la città sia ferma,

Campobasso, una città senza una programmazione Anche i numeri portano a segnare più morti che nascite non cresca. Da decenni a questa parte l’unica vera svolta significativa è stata segnata dall’Università che ha portato in città migliaia di ragazzi che, seppur raramente davvero partecipi della vita cittadina, quella che non riguardasse essenzialmente lo svago, hanno indiscutibilmente portato una ventata di aria fresca ed enormi benefici ai proprietari di case. Per il resto tabula rasa, o quasi. Campobasso è stata amministrata senza coraggio e senza coraggio continua ad esserlo. Non si ricordano scelte coraggiose, innovative, magari di rottura, che abbiano mai animato discussione e partecipazione. Il massimo cui si può aspirare in questo senso è se chiudere o meno al traffico piazza Prefettura. Pur dovendo riconoscere la progressiva perdita di disponibilità finanziaria da parte dell’Ente Comune, non si registrano investimenti tali da generare quantomeno la percezione della spinta in avanti. Solo mera, stanca, narcotiz-

zante normale amministrazione. L’offerta culturale è deprimente per volume e qualità; anche qualche apprezzabile sforzo, praticato in genere da associazioni, è stato, alla lunga, frustrato dall’impossibilità e dall’incapacità delle varie amministrazioni, compresa quest’ultima, di proporsi come tutor e motore; di proteggere, assistere e far crescere le forze migliori che a Campobasso sono nate e che lì vorrebbero vivere con una qualche soddisfazione. L’impiantistica spor-

tiva giace abbandonata a sé stessa, l’incuria è totale e la sporcizia assedia sempre di più l’orizzonte, segno che il disinteresse e la noncuranza hanno attecchito anche nell’anima degli stessi cittadini. E’ un dato di fatto che, complice la cronica mancanza di lavoro, moltissimi campobassani hanno dovuto fare le valigie e di solito quelli che se vanno sono i più in gamba. Purtroppo da quelli che sono restati e che si sono impegnati in politica abbiamo registrato parabole e comporta-

menti spesso avvilenti: nessuna capacità di fare squadra, anzi una litigiosità non da giovani ma da bambini; nessuna proposta di forza ed originalità dirompenti, magari anche semplicemente mutuata da qualche esperiemento di città più grandi e vitali; la stessa pervicace maniacalità di curare sempre e solo il proprio orticello, ereditata dai nonni e dai padri. Giuseppe Di Iorio


Campobasso

7 5 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La Giunta è inesistente Un grazie al “sindaco” Colagiovanni

di Michele Coralbo Grazie a Salvatore Colagiovanni si riesce a parlare di programmazione all’interno di palazzo S. Giorgio. In occasione della festività del Corpus Domini, è emersa ancora una volta la doppia velocità con cui si muove la giunta Battista, da una parte c’è Colagiovanni che in autonomia e soli-

tudine cerca con i mezzi che ha a disposizione e con l’ottimo sostegno di tutta la struttura commercio a programmare un’azione politica e di rilancio territoriale, mentre dall’altra parte c’è l’intero esecutivo che in maniera incerta e zoppicante non riesce ad esaltare le singolarità ed il potenziale del nostro territorio e di tutta la macchina amministrativa. L’iniziativa, degna di ogni merito e lode, messa a sistema dall’assessore al commercio, ribadisce il consigliere Coralbo, è stata quella di ampliare ai comuni della provincia di Campobasso la possibilità di allestire stands lungo corso Vittorio Emanuele e piazza Municipio, che raccontassero le realtà interne della nostra provincia per promuovere le bellezze architettoni-

“Il sindacato Cobas non dice la verità”

che, paesaggistiche, territoriali, culturali e delle tradizioni di tutto il territorio molisano. Una iniziativa semplice, ma che racchiude mille talenti. Promuove la diffusione della festività del Corpus Domini, lancia un messaggio culturale nuovo, ovvero Corpus Domini festa dei Molisani e non solo dei Campobassani, getta le basi per creare ponti di collegamento per una osmosi delle tradizioni popolari e culturali Molisane, raccoglie il messaggio lanciato dal Presidente della Repubblica Mattarella in visita presso l’ateneo dell’Università del Molise in occasione della Inaugurazione del Centro di Ricerca delle Aree Interne e degli Appennini, per il rilancio delle aree meno popolate al fine di generare opportunità nuove per

l’intero Paese. Da una semplice intuizione, possono nascere grandi idee e grandi movimenti, in grado di generare una cooperazione capace di supe-

SUAP - siglato il Protocollo Anci-Unioncamere Sarà più facile estendere l’utilizzo di www.impresainungiorno.gov.it

La Fondazione Giovanni Paolo II interviene sulla nota di antisindacabilità CAMPOBASSO. “In riferimento alla nota stampa diffusa nei giorni scorsi dalla dott.ssa Di Bianco, rappresentante legale dei COBAS per il Pubblico Impiego,la Direzione Generale della Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II” intende precisare che tali affermazioni non trovano alcun riscontro nella realtà dei fatti“. A sostenerlo è la Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso. “La Fondazione ha sempregarantito tutti i diritti sindacali ai propri dipendenti e ha posto in essere tutte le misure necessarie per renderli effettivi. Anche gli organismi giudiziari, interpellati in merito dalla dottoressa Di Bianco, hanno confer-

mato che la struttura ha agito nel massimo rispetto delle normative vigenti. Infatti il ricorsoè stato respinto; nel decreto di rigetto si legge chiaramente che: “alcuna

condotta antisindacale può ascriversi alla Fondazione laddove non ha garantito le prerogative sindacali delle RSU Cobas elette”. Appare evidente, quindi, che le dichiarazioni del rappresentante legale Cobas non corrispondono al vero“.

rare ogni difficoltà. I compagni di banco dell’assessore Colagiovanni dovrebbero osservare e magari replicare!

CAMPOBASSO. Grande soddisfazione del Presidente della Camera di Commercio del Molise, Paolo Spina per il Protocollo d’Intesa firmato tra l’Unioncamere Nazionale, l’ANCI e Infocamere, il quale da atto dell’efficienza e della validità della piattaforma “impresainungiorno”, realizzata da InfoCamere - la società che gestisce il patrimonio informativo delle Camere di Commercio. Obiettivo del suddetto Protocollo è quello di estendere l’utilizzo dello strumento “impresainungiorno” al maggior numero di Comuni italiani, affinché gli adempimenti svolti dagli imprenditori per l’avvio e l’esercizio della propria attività siano non solo interamente digitali ma anche omogenei e standardizzati. La piattaforma digitale www.impresainungiorno.gov.it costituisce il punto unico di contatto a livello nazionale per consentire all’utenza di

accedere ai servizi degli Sportelli unici per le attività produttive. Il Suap telematico, che tra l’altro offre anche informazioni e assistenza diretta all’utenza, ha ottenuto in 5 anni di operatività ottimi risultati e rappresenta un esempio di buona pratica amministrativa: 250mila visitatori al mese, 600mila i procedimenti digitali completati dai 3.390 Comuni (il 40% del totale) che, sulla base di un rapporto di delega o di convenzione con le Camere di commercio, hanno adottato la piattaforma digitale. Il Protocollo a cui ha contribuito per l’ANCI il Vicepresidente con delega ai piccoli Comuni, Roberto Pella, prevede quindi un impegno di ANCI e di Unioncamere per promuovere l’utilizzo dei servizi di “impresainungiorno” da parte di quei Comuni che finora hanno adottato differenti soluzioni digitali affinché considerino l’opzione di adesione al portale nazionale per uniformare il servizio offerto agli imprenditori del territorio.



Italy



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Campobasso

5 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Superticket, ora basta”

Manifestazione di Cittadinanzattiva all’ospedale Cardarelli di Campobasso CAMPOBASSO. Ieri, 4 maggio, si celebra a livello europeo e italiano la X Giornata Europea dei Diritti del Malato. A Bruxelles Active Citizenship Network, la rete Europea di Cittadinanzattiva, ha deciso di dedicare la celebrazione del decimo anniversario dell’ European Patients’ Rights Day al tema del “Reducing waste and inefficiency in the Healthcare Systems, increasing quality of patient care”. La conferenza, multistakeholder, nel Parlamento Europeo con lo scopo di accrescere la cultura dei beni comuni e la lotta contro ogni forma di spreco, favorendo la cooperazione tra i differenti attori della sanità, cittadini, istituzioni, professionisti, università, ospedali e cliniche, per trovare soluzioni utili al problema. In Italia è stata organizzata una azione simbolica in Piazza delle Cinque Lune a Roma, ed in contemporanea altre 90 iniziative su tutto il territorio nazionale sono state realizzate da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato e dalle associazioni del CnAMC. Nell’ambito di tali iniziative a Campobasso, nell’androne del Presidio Ospedaliero ‘Cardarelli’, è stato organizzato un flash mob incentrato sui diritti della Carta Europea dei Diritti del Malato. In occasione della stessa Giornata Europea dei Diritti del Malato Cittadinanzattiva lanciata una mobilitazione per la difesa del servizio sanitario e dei diritti del malato con la petizione per l’abrogazione del superticket. Dal 2011 infatti per un esame o per una visita specialistica oltre al ticket, con costi diversi da regione a regione, si pagano 10 euro in più su ogni ricetta. Il ticket per una visita specialistica in Calabria

costa fino a 45 Euro, nel Lazio 36,15, in Sardegna fino a 46,15: al ticket si aggiungono poi i 10 Euro di super ticket. Nel Lazio e in Molise, oltre ai 10 euro, si pagano in più € 4 euro per prestazione, addirittura 15 se si tratta di TAC o RM, le cosiddette misure regionali aggiuntive. Nel 2015 gli italiani hanno pagato 2.857,4 milioni di euro di ticket sanitari tra compartecipazione alla spesa farmaceutica, specialistica ambulatoriale, pronto soccorso e altre prestazioni. A dirlo è il “Rapporto di coordinamento della Finanza Pubblica” realizzato dalla Corte dei Conti e pubblicato a marzo di quest’anno. La quota procapite di compartecipazione media italiana è di 47 euro; la più alta si registra in Veneto con 61,6 euro a testa e in Valle d’Aosta con 59,5 euro; la più bassa in Sardegna con 32,4 euro e in Calabria con 36,7 euro. La spesa sostenuta privatamente dai cittadini per prestazioni sanitarie in Italia è poi al di sopra della media OCSE [Fonte: Osservatorio civico sul federalismo in sanità del Tribunale per i diritti del malato] (3,2% a fronte di una media OCSE di 2,8%). Molto diversificata anche la spesa privata per Regione (€781,2 in Valle d’Aosta a fronte di € 267,9 in Sicilia). Per contro, la spesa sanitaria pubblica pro capite, nel 2013, assume valori massimi nella PA di Trento (€ 2.315,27) e Bolzano (2.308,21) o in Valle d’Aosta con 2.393,03, mentre presenta valori minimi in Campania (€ 1.776,85). Nelle Regioni in piano di rientro si registrano livelli di tassazione più elevati: l’addizionale regionale Irpef media più alta è stata registrata nel Lazio (€470 per contribuente) seguita dalla Campania (€440). Nelle

Agenzia delle entrate, il tour in camper Il mezzo ha sostato a Campobasso per assistenza e informazioni ai cittadini CAMPOBASSO. L’ufficio mobile dell’Agenzia delle Entrate ha fatto tappa a Campobasso nell’ambito del tour nazionale. Il camper ha sostato in piazza Municipio, e resterà fino alle 17 per dare assistenza e informazioni ai contribuenti sulla dichiarazione precompilata e sulle

nuove modalità di pagamento del canone tv oltre che per offrire tutti gli altri servizi quotidianamente erogati dai front-office. Diversi molisani hanno approfittato dell’iniziativa per ottenere una consulenza e e delucidazioni su questioni personali.

stesse regioni, l’aliquota Irap media effettiva ha raggiunto il suo valore massimo (4,9%). Un cittadino su quattro, fra gli oltre 26mila che si sono rivolti al Tribunale per i diritti del malato nel 2015, lamenta difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie per liste di attesa (oltre il 58%) e per ticket (31%). Il super ticket di 10 euro non è quindi servito né ai cittadini né al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), è una tassa iniqua che ha alimentato le disugua-

glianze esistenti, ha aumentato i costi delle prestazioni sanitarie, gravando ancor più sulle tasche delle persone che sempre più spesso rinunciano a curarsi, pur avendone bisogno. E non ha rimpinguato neppure le casse del SSN, anzi paradossalmente le ha impoverite, spingendo i cittadini, snervati dai costi maggiorati e dalle lunghissime liste d’attesa, ad andare nel privato, che spesso diventa persino più conveniente per alcune prestazioni, come gli

esami del sangue; quella che doveva essere una manovra transitoria e straordinaria, a distanza di 5 anni dalla Legge Finanziaria del 2011 che l’ha introdotta, è diventata invece la normalità. Per questo Cittadinanzattiva ha deciso di avviare una petizione per l’abolizione del superticket, ed anche in Molise sarà possibile sottoscrivere la richiesta presso la sede di Cittadinanzattiva e presso gli sportelli del Tribunale per i Diritti del Malato.

Caro Sindaco Antonio Battista. Si ricordi della nave Campobasso di Gennaro Ciccaglione Ill.mo Signor Sindaco, Le scrivo sotto l’impulso irrefrenabile che si scatena ogni volta che giunge la data di oggi, una data particolare che evoca in me, ma credo anche in quanti conoscono a fondo questa storia, la tragedia che colpì centinaia di famiglie tra cui la mia e quella dei Barbieri di Ripabottoni. Una tragedia alla quale è indissolubilmente legato anche il nome della nostra Città. Erano appena le 19 del 3 maggio 1943 quando la Torpediniera PERSEO (115 membri dell’equipaggio oltre al Comandante ed un reparto di 50 marinai di leva destinati al Comando Marina di Tunisi), dopo avere fatto distribuire l’anice, intraprese la rotta prefissata aprendo la strada, tra le insidie dei campi minati, ad un vecchio piroscafo ansimante, proprio male in arnese, che procedeva a stento (consumava 25 tonnellate di carbone al giorno per muovere la sua vecchia e malridotta macchina da 1.200 cavalli vapore) con a bordo armi, materiali, esplosivo, carburante e viveri per diecimila tonnellate, un equipaggio non militare di quasi cento unità e un reparto di settanta marinai di leva destinati a Tunisi. L’ordine di partenza e la rotta dettagliata erano stati comunicati nel pomeriggio via radio, in chiaro, come se non

bastava che la marina inglese avesse il radar, conoscesse i nostri cifrari e fosse costantemente in agguato. E fu così che poco prima di mezzanotte, a meno di dieci miglia da Capo Bon, gli inglesi attaccarono e distrussero le due navi italiane. Sopravvissero appena 47 uomini della Perseo. Se non ci fossimo incontrati stamane, signor Sindaco, a questo punto mi avrebbe certamente chiesto dove volessi... arrivare: così non è perché ormai sa che quel vecchio, malandato, ansimante piroscafo (che una cara amica giornalista di guerra ha felicemente definito “ancora capace di compiere il proprio dovere”) si chiamava CAMPOBASSO. Esattamente così! Jack La Bolina diceva che “...ciascuna nave possiede un’anima individuale, donde la naturale tendenza ad imporle un nome” mentre Udalrigo Ceci aggiungeva che “...il nome della

nave parla all’immaginazione del marinaio con voce altrettanto eloquente quanto quella che si sprigiona dalla bandiera”. Ebbene ascoltiamo le voci di queste due navi, non lasciamole mute in fondo al mare, ricordiamo quei ragazzi in esse sepolti tra cui un diciottenne di Riccia ed un diciannovenne di Ripabottoni, due ragazzi che nelle loro brevi licenze si erano scambiata la valigia, quella valigia che forse conteneva tutti i loro sogni... sepolti in mare con loro. Sono certo, signor Sindaco, che insieme potremo in qualche modo onorare questa Storia che Loro hanno scritto e che io ho avuto la fortuna di divulgare. Voglio concludere proponendo le foto di questi due ragazzi, niente affatto dissimili da quelle di tanti giovani molisani, partiti anch’essi con una... valigia. Solo che questi non sono più tornati. Né meritano di essere dimenticati!


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Isernia

5 maggio 2016

Ufficio elettorale, nuove aperture Per la presentazione delle liste per le Comunali a Isernia il Comune assicura orari più ampi ISERNIA. Per assicurare i servizi riguardanti la presentazione

delle liste per le elezioni amministrative del 5 giugno, l’ufficio

elettorale del Comune di Isernia resterà aperto, oltre che nei nor-

Coinvolto in incidente stradale viene trovato positivo all’alcool test Denunciato dalla Sezione Polizia Stradale di Isernia un giovane 27 enne di Isernia ISERNIA. Poco dopo la mezzanotte del 1° maggio un pattuglia della locale Sezione Polizia Stradale interveniva nei pressi di Pozzilli sulla Strada Statale 85 Var, a seguito del verificarsi di un incidente stradale con feriti. Sul posto, gli operatori, hanno constatato che poco prima era avvenuto un violento tamponamento tra due veicoli a seguito del quale, uno dei due conducenti, era già stato trasportato presso il reparto Ortopedia dell’ospedale Civile di Isernia e sottoposto ad intervento chirurgico per una frattura alla gamba, riportando lesioni guaribili in 30 gg.

Il secondo conducente, un giovane 27 isernino, presente al momento dei rilievi, manifestava subito con i suoi atteggiamenti sintomi riconducibili alla assunzione di sostanza alcooliche e pertanto veniva sottoposto a test alcolemico dal quale risultava positivo con un tasso superiore di ben tre volte il limite consentito dalla legge. Il giovane, che da un controllo in Banca Dati Interforze risulta già segnalato altre volte per guida in stato di ebbrezza, è stato pertanto deferito alla competente Autorità Giudiziaria ed il veicolo da lui condotto, è stato sottoposto a sequestro amministrativo per la successiva confisca.

Il museo Winterline di Venafro diventa più ecosostenibile grazie al gruppo Scarabeo Da tempo ormai il Gruppo Scarabeo è vicino alle problematiche di gestione che colpiscono il museo Winterline di Venafro; una di queste problematiche è legata ai costi di gestione della struttura, va ricordato infatti come, solo pochi mesi fa, il museo creato dall’associazione Winterline Venafro ONLUS fosse stato a rischio sfratto in quanto i proprietari dei locali, l’ Istituto Autonomo Case Popolari per essere chiari, dichiararono di non poter piu’ affidare gratuitamente i locali per il museo e di non poterne piu’ sostenere le spese di esercizio. Considerata l’attività di volontariato svolta dall’Associazione Winterline Venafro ONLUS, che si regge sulle sole offerte raccolte durante le visite o da eventuali sponsorizzazioni, si trovo’ una parziale soluzione al problema sfratto tramite un ac-

cordo tra Ente Parco dell’Olivo, Regione Molise,IACP, Comune di Venafro e l’Associazione Winterline stessa. Tale accordo a tutt’oggi risulta solo parzialmente rispettato, in particolare va evidenziato che la richiesta, fatta dallo IACP al Comune di Venafro, di abbassare i costi tributari sull’immobile non risulta ancora ottemperata, inoltre va detto che l’Ente Parco dell’Olivo si sta facendo carico delle spese nonostante anche la riduzione degli stanziamenti Regionali previsti. Ad ogni buon conto, proprio per ridurre i costi di gestione e di esercizio del Museo Winterline, il Gruppo Scarabeo ha inteso fornire il museo di illuminazione a LED e a risparmio energetico, in questo modo si ottiene un abbattimento del 70/80 % del consumo energetico con conseguente risparmio economico. Luciano

Bucci, Presidente dell’associazione Winterline Venafro ONLUS, dichiara: “La vicinanza del Gruppo Scarabeo alla nostra iniziativa è da sempre stata fattiva e collaborativa, l’azione odierna, che vede il gruppo Scarabeo donatore di corpi illuminanti a basso consumo per il Museo, è la dimostrazione di come la volontà di voler salvaguardare il proprio territorio si manifesta anche con piccoli gesti come questo che si trasformano in un risultato di risparmio effettivo per l’esercizio del Museo stesso e, nell’ottica di salvarlo, danno un tassello in piu’ affinché si eviti lo sfratto. Ringrazio personalmente, e a nome dell’associazione il Gruppo Scarabeo e, sono convinto, ci saranno anche altre iniziative, alcune già in corso, che ci vedranno collaborare”

mali orari d’ufficio, anche oggi fino alle ore 18, venerdì 6 maggio

fino alle ore 20, e sabato 7 maggio dalle ore 8 alle ore 12.

La cittadina di Venafro nel degrado I residenti sono sempre più delusi dell’andamento dell’amministrazione comunale VENAfRo. Il cittadino di Venafro – dal professionista alla casalinga, dal pensionato al dipendente pubblico, allo studente – è a dir poco deluso e scoraggiato per come vanno le cose a livello locale e non ne fa mistero. Tanti i motivi di dissenso e tantissima la contrarietà della maggioranza della gente per l’assai relativo funzionamento della macchina municipale a difesa dei diritti della collettività e dell’immagine stessa della città. Ne è prova un sms giunto al cronista che si pubblica di seguito, per intero e senza commento alcuno. Vi si parla della raccolta diffe-

pubblici esercizi, piuttosto che tenere i bidoni per la raccolta nella propria area, riversano gli stessi e l’immondizia INDIFFERENZIATAMENTE sui marciapiedi dove insistono civili abitazioni di gente onesta e rispettosa delle decisioni assunte dall’amministrazione al governo, la quale -piace sottolinearlo- aveva promesso di tutto e di più ma al tirar delle somme …! E’ doveroso perciò denunciare lo schifo che attanaglia il centro urbano di Venafro per l’inciviltà di taluni gestori di bar e per l’inerzia dei tutori dell’ordine e degli amministratori al governo

renziata che a dire dell’estensore del testo fa acqua da tutte la parti, complice anche l’inciviltà di tanti, e testimonia appunto il “momento no” che Venafro sta vivendo. L’sms ricevuto : “Sono cittadina -scrive un’esponente del gentil sesso- che osserva e denuncia le evidenti problematiche di una Venafro che di giorno in giorno peggiora sotto tutti gli aspetti. Vorrei che Venafro tornasse ad essere la ridente cittadina di un tempo in cui almeno la pulizia veniva osservata e fatta osservare. Ed invece la presunta raccolta differenziata in questo paese è cosa tutt’altro che positiva e i

della città. Parlo di interesse pubblico nel rispetto della verità e dell’attenzione ai fatti della realtà. La situazione che qui espongo si verifica su Viale Vittorio Emanuele III (il Viale della Stazione, ndc), ma anche in tant’altre zone di Venafro. Ne ho espressamente interessato sindaco e comandante della polizia municipale, senza avere alcuna soddisfazione !”. Come detto all’inizio, commenti del tutto inutili e superflui data l’assoluta contrarietà espressa dalla cittadina, suffragata da considerazioni certamente e in toto da sottoscrivere.


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Termoli

5 maggio 2016

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Zuccherificio, protesta a Roma Il sit-in si avrà domani a Roma per richiamare l’attenzione del ministero sulla problematica TERMOLI. Domani sit-in di protesta dei lavoratori dello Zuccherificio di Termoli a Roma. “In considerazione degli impegni assunti dall’assessore regionale all’Agricoltura Vittorino Facciolla di

spostare il tavolo bieticolo ai Ministeri competenti per i motivi già illustrati nella nostra richiesta di incontro del 16 aprile scorso – spiega la rappresentanza sindacale unitaria dello Zuccherificio del Molise

– ritenendo fondamentale il confronto e non essendo pervenuta alcuna convocazione, i lavoratori si riuniranno con un presidio il giorno 6 maggio dalle ore 10 presso il vostro Ministero”.

“Raccolta rifiuti verso il porta a porta” L’amministrazione comunale di Termoli ritiene superata l’attuale situazione

“Fenice, sit in di protesta dei dipendenti” La variazione unilaterale di orario non ha convinto il sindacato che ha indetto la protesta TERMOLI. “Siamo qui per protestare contro la variazione di orario che è stata comandata dalla direzione aziendale di Fenice – ha affermato Mercogliano – in quanto riteniamo che penalizzi i lavoratori sia nella vita personale, con interruzione di molte domeniche lavorative rispetto all’attuale turno di lavoro, e sull’aspetto retributivo in quanto si perde retribuzione con l’istituzione di questo nuovo orario di lavoro articolato in maniera particolare dove la Fenice, che fornisce servizi elettrici ed energetici a Fiat, lavora con una turnazione a giro continuo su 21 turni lavorativi. Già ci sono lavoratori che qui stanno tutte le festività e le domeniche ma con questo nuovo sistema vengono aumentate le domeniche lavorative con un

impatto anche su quelle che sono le famiglie considerando che i lavoratori non possono più stare a casa neanche le domeniche. Tutto questo crea dei disagi personali aggravati dalla perdita della retribuzione rispetto all’attuale sistema di turnazione. Noi – ha continuato Mercogliano – riteniamo che l’attuale sistema sia sufficiente per soddisfare i servizi. Abbiamo anche proposto delle alternative all’azienda per migliorare il servizio ma al momento l’azienda non ha accettato queste condizioni. Auspichiamo che ci sia una risoluzione nel più breve tempo possibile in quanto il nostro auspicio è quello di risolvere la questione e tornare al più presto sul posto di lavoro”.

TERMOLI. “Non ci saranno più i bidoni grandi ma solo i mastelli, anche nei condomini“.Ne è convinto il sindaco di Termoli, Angelo Sbrocca. “Saranno esclusi solo i grandissimi condomini, ma a Termoli ce ne sono pochissimi. No, verranno smantellate. Non hanno avuto grande successo, spesso si trasformano in mini discariche . A parte sporadiche segnalazioni – replica Sbrocca –non ci sono particolari situazioni di sporcizia, se si escludono zone in cui qualche buontempone si diverte a scaricare rifiuti anche se stiamo facendo continuamente dei giri e siamo in contatto con la Teramo Ambiente per tenere alta l’attenzione. Ci stiamo attrezzando per un’estate che sia ancora più pulita. Parallelamente proseguono gli incontri istituzionali in vista del cambio di gestione. La settimana prossima ci sarà un nuovo confronto con la società incaricare di redigere un programma industriale. È praticamente tutto pronto, ma ci sono delle criticità da limare e dei dati da analizzare». Potrebbe arrivare dopo quell’incontro il via libera alla redazione di un bando pubblico per assegnare la gestione dei rifiuti a Termoli. Cercheremo di fare il prima possibile . Siamo ormai alla fine della programmazione, il progetto è quasi pronto e intendiamo fare il bando precedentemente all’arrivo dell’estate“.

Tunnel, il comune ignora la petizione Il Comitato pronto ad azioni più energiche se non si dovesse svolgere il referendum a Termoli TERMOLI. Oltre tremila le firme raccolte contro la realizzazione del tunnel a Termoli. La petizione è stata presentata al sindaco Sbrocca per chiedere un referendum sul progetto. “E’ la prima volta in assoluto che una petizione viene consegnata è la posizione dei cittadini che non può essere ignorata. In Molise – ha continuato – siamo l’unica città ad aver fatto richiesta del referendum. E’ una battaglia che è durata dal 3 aprile con l’apertura della petizione che ha visto una grande affluenza dei cittadini. Voglio rimarcare – ha proseguito Botteri – che c’è ancora tanta disinformazione perché tanti cittadini non sanno ancora nulla dell’opera”. Una raccolta firme che continua “perché c’è ancora la testardaggine di realizzare l’opera senza dire nulla ai citta-

dini. Ribadiamo che è un’opera che non convince nessuno se non pochi cittadini”. Di qui anche la richiesta di votare l’opera in consiglio comunale “perché si devono prendere la responsabilità di quello che fanno. L’Amministratore ha il diritto e il dovere di

recepire i suggerimenti del cittadino e soffocare un referendum significa mettere il bavaglio ai cittadini. Questa petizione – ha concluso il Comitato – urla la voglia dei cittadini di tornare a fare sintesi su alcuni temi importanti”



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Opinioni 155 anni orsono, dopo la proclamazione del Regno d’Italia, nasceva a Torino l’Esercito Italiano, erede delle gesta e delle tradizioni delle armate preunitarie che avevano combattuto nelle campagne risorgimentali per l’unificazione della Patria. Il 4 maggio 1861, infatti, l’allora Ministro della Guerra, Manfredo Fanti, ne decretava la costituzione con una breve e semplice nota Ministeriale, la n. 76, che così recitava:

5 maggio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’esercito ha festeggiato il 155° anniversario

“Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d’ Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d’ ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l’ antica denominazione di Armata Sarda.” Da quell’ormai lontano 4 maggio, l’Esercito Italiano, quale “costruttore” d’identità nazionale, è stato indiscusso protagonista del processo di edificazione della nostra storia, contribuendo in maniera significativa, e a tratti determinante, all’affermarsi degli ideali di libertà e democrazia. L’Esercito Italiano costituisce, oggigiorno, una moderna, dinamica e preziosa risorsa per il “sistema-Paese”, dove tradizione e innovazione si fondono per realizzare uno strumento militare pienamente integrato a livello interforze e multinazionale, tecnologicamente al passo coi tempi. L’operato della Forza Armata a supporto della comunità internazionale, nel delicato processo di stabilizzazione delle aree di crisi, suscita ovunque l’unanime riconoscenza da parte di istituzioni e popolazioni, dal Libano alla Somalia, dai Balcani all’Afghanistan, dall’Iraq al Mali, consentendo all’Italia di guadagnare sempre maggiore prestigio e credibilità. A tutto questo, grazie alla capacità “dual – use” dei reparti, vanno aggiunte le apprezzate attività svolte in Patria sia per garantire la difesa e la sicurezza dei cittadini, con l’operazione “Strade Sicure” in concorso alle Forze di Polizia, sia in occasione di emergenze e calamità naturali. La solida professionalità dimostrata in ogni circostanza dagli uomini e dalle donne dell’Esercito Italiano, il diuturno e silenzioso impegno fondato sulla dedizione, sulla disciplina, sul senso del dovere, sullo spirito di abnegazione e sulla fedeltà alla bandiera, rappresentano qualità che trovano origine in una lunga e gloriosa storia, punteggiata da innumerevoli ed esemplari atti di valore e di coraggio, talvolta condotti anche sino all’estremo sacrificio. Il Comando Militare Esercito “Molise” ha voluto, commemorare il 155° anniversa-

rio della costituzione dell’Esercito Italiano con una sobria ed austera cerimonia svolta nella caserma “Gen. Gabriele PEPE”. Per la circostanza, dopo l’Alzabandiera, è stata data lettura dell’Ordine del Giorno all’Esercito del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Danilo ERRICO, e dei messaggi augurali inviati dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio GRAZIANO e dal Presidente della Repubblica Sergio MATTARELLA. Successivamente, presso il cimitero comunale di

Campobasso, hanno avuto luogo un momento di preghiera e la deposizione di un omaggio floreale dell’Esercito sulla tomba del C.le Magg. Sc. Alessandro DI LISIO, deceduto a Farah (AFGHANISTAN) il 14 luglio 2009 nel corso di una Missione Internazionale di Pace. Alla commovente cerimonia di suffragio, tra gli altri, hanno presenziato i familiari del Caduto, il Comandante Militare Esercito “Molise”, Col. Angelo IONTA, e una

rappresentanza composta da Ufficiali, Sottufficiali e Graduati del Comando molisano.



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