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Prologo

Sherlock è un gatto. Come tutti i gatti, ha parecchie vite. Alcuni pensano di averne sette, ma non è per niente certo. I gatti non sanno contare.

A ogni vita Sherlock atterra in un posto nuovo e in un’epoca diversa. Per fortuna i gatti ricadono sempre sulle zampe.

E così per Sherlock non è difficile farsi nuovi amici.

La vita dei gatti riserva tante sorprese. Sherlock ha grande spirito di osservazione ed è sempre in prima linea quando si tratta di risolvere misteri e svolgere indagini, anche le più complicate.

Ecco dunque che comincia una nuova avventura…

Capitolo 1 Aloha

Oceano Pacifico, 1657

Sdraiato sul ponte del vascello, Sherlock si godeva i dolci raggi del sole nascente insieme ai suoi amici.

In cima all’albero maestro sventolava la bandiera nera dei pirati, sostenuta da una brezza leggera. Il pappagallo Gauguin scrutava l’orizzonte tutto impettito sul parapetto.

All’improvviso l’uccello si mise a starnazzare indicando con l’ala un pezzo di legno che galleggiava sull’acqua.

Sherlock sollevò una palpebra e si alzò lentamente.

«Potrebbe essere il relitto di una nave!» osservò.

«Il relitto di una nave!» ripeté il pappagallo.

«Per mille balene! Sopra c’è qualcosa che si agita» aggiunse Top Ten il topo.

Sherlock, che aveva la vista lunga, scorse un gatto nero con gli artigli piantati nelle assi fradicie.

«Perdincigatto! Dobbiamo metterlo in salvo» esclamò.

E con una zampata il pirata investigatto afferrò una cima e ne lanciò un’estremità a Gauguin.

«Presto, amico, prendi! Rimorchiamo il relitto» esclamò.

Con la corda nel becco il pappagallo volò fino al pezzo di legno e vi si aggrappò.

Gli altri lo trainarono a fatica verso il vascello. E finalmente riuscirono ad avvicinare le assi fluttuanti allo scafo.

Il gatto nero atterrò sul ponte, sfinito, con la pelliccia tutta arruffata.

In realtà avevano soccorso una micia molto carina.

“Bella come una fregatta!” commentò tra sé e sé Top Ten il topo orbo da un occhio.

«Grazie a tutti» balbettò infine la superstite. «Mi chiamo Bi Ju»

«Mi chiamo Bi Ju» ripeté Gauguin il pappagallo.

Sherlock fu percorso da un brivido lungo tutta la schiena, dalla collottola fino alla punta della coda, e il suo cuore si mise a battere forte.

Sotto i raggi del sole la lucida pelliccia della gattina brillava quasi quanto gli occhi di Sherlock fissi su di lei.

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