Note biografiche Susanna Fabiani Mimmo Roselli nasce a Roma nel 1952 e all’età di dieci anni si trasferisce a Firenze, dove vive e lavora. Nella seconda metà degli anni Sessanta compie gli studi classici al Liceo Michelangiolo e al medesimo tempo entra nello studio dello scultore Vanni Cortecci, la cui conoscenza lo porta a dedicarsi alla pittura (mezzo tra le sue prime esperienze espressive), e alla scultura, impostando sulla tela dei paesaggi, suo grande interesse, e sviluppando il tema “Uomo e società” che sarà basilare per il suo percorso d’artista. Dagli anni Settanta – all’inizio dei quali si annovera la sua prima personale in territorio fiorentino – alla metà degli anni Ottanta, realizza la serie “Le acque - La terra” (1974-84) dove la materia pittorica si avvale di un colore molto diluito, tenue, vicino alla trasparenza, distribuito in poche pennellate attraverso stratificazioni di velature che vanno a caratterizzare la superficie, spesso nelle tonalità del rosa, azzurro e giallo dorato alla maniera del Beato Angelico e con rimandi – in quanto sensibile all’antico – alla tecnica dell’affresco di tradizione toscana. Nella seconda metà degli anni Ottanta lavora anche a Venezia, sviluppando un rapporto con la cultura orientale, relativo in particolar modo al valore del “vuoto” con la serie pittorica “Il vuoto-il pieno”: vuoto di spazio, vuoto di materia caratterizzano le sue tele dove lo stesso spazio rimanda ad un modus mentale, di potenza meditativa. Nel 1986 espone a “il Traghetto”. La mostra a Stuttgart del 1988 alla Bund Deutscher Kunstler Galerie da avvio ad un rapporto molto saldo con la cultura artistica tedesca, che riconosce fortemente la qualità della sua ricerca, la sua contemporaneità. Mette mano alla serie “Borderline” analizzando il concetto di “confine”, confine del vuoto, segno e fondo: «…quello che sta sul confine è caratterizzato da estrema instabilità e possiede una capacità, la forza del cambiamento». Per Roselli, che fa propri il pensiero di una valenza morale dell’arte, il potere ed il dove-
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re dell’artista attraverso l’arte di operare sulla “coscienza”, questi sono anni molto significativi per l’immensa esperienza umana che connota e connoterà la sua vita d’artista. Nei frequenti viaggi in Sud America (dal 1985), viene a contatto con realtà sociali marginali soprattutto Bolivia e Brasile, dove non solo espone il proprio lavoro ma anche svolge azione di volontariato e cooperazione internazionale. Sia in America che in Italia si dedica alla pittura murale, operando insieme a collettività di persone in maniera interattiva, rendendosi promotore di un messaggio sociale con la creazione e fruizione della stessa opera artistica. È da ricordare il suo lavoro presso una delle Comunità Guaranì in Bolivia (1988) con “Ascensione”; presso la Comunità della favela di S. Marta, a Rio de Janeiro (Brasile, 1991) con “Por uma favela”; in Italia presso la Comunità di anziani a Villa Solaria a Sesto Fiorentino (Firenze, 1992) con “Flussi d’incontro”. Roselli da sempre si confronta internazionalmente con le più disparate comunità e culture, viaggiando per il desiderio di dialogo e scambio, cercando di penetrare in profondità stili e valori. Le sue attività e pratiche artistiche nelle favelas brasiliane ne sono prova, mirate come sono a stabilire delle relazioni, a mostrare delle strade, dei possibili percorsi. Gli anni ’90 lo vedono dedicarsi con continuità alla realizzazione di una serie di esposizioni che hanno luogo non solo in Europa (Italia, Svizzera, Repubblica Ceca, Germania, anche in collaborazione con artisti come Herbert Mehler e Ivan Ouhel), ma anche negli Stati Uniti (San Francisco, Chicago, S. Monica etc,) e in America Latina – principalmente curate da Irma Arestizabal – (Bolivia, Brasile, Argentina, Venezuela). In quegli anni il suo iter d’artista si impreziosisce sempre più di progetti, di conoscenze con artisti dei più diversi paesi, di viaggi e di attività artistiche non solo pratiche ma anche teoriche. È ideatore del progetto “Artisti in viaggio”,