Hans Arne Jensen
IL MONDO DELLE PIANTE NELLA BIBBIA
Traduzione di Fabio Gorian
A proposito della grande saggezza del re Salomone: “Parlò delle piante, dal cedro del Libano all’issopo che sbuca dal muro ...” (1Re 5,13)
Traduzione di Fabio Gorian © Il Segno dei Gabrielli editori, 2020 Via Cengia 67 37029 San Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 – fax 045 6858595 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it ISBN 978-88-6099-423-3 Stampa: Gabrielli editori (Verona), Giugno 2020 Il mondo delle piante nella Bibbia è stato pubblicato con il contributo finanziario della Velux Foundation. © Hans Arne Jensen / 2020
SOMMARIO
Prefazione - Il giardino dell’incanto, di Suor Grazia Papola 3 Introduzione 5 Illustrazioni presenti nel volume
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Piante della Bibbia descritte in ordine alfabetico secondo il nome italiano
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Piante della Bibbia e prodotti vegetali raggruppati secondo il tipo
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Datazioni
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Abbreviazioni
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Autori antichi
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Bibliografia
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L’autore
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Altre pubblicazioni dell’autore
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Indice dei nomi
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Nella Bibbia, espressioni come ‘giglio del campo’, ‘fiore del campo’, ‘erba verde’ sono, molto probabilmente, termini per qualsiasi tipo di vegetazione naturale. La tavola a colori di Centonchio (Anagallis arvensis L.) rappresenta questo gruppo di piante.
Prefazione
IL GIARDINO DELL’INCANTO Nel Primo Libro dei Re (1Re 5,12-13) si tratteggia la modalità con cui il re Salomone risultò il più sapiente fra gli uomini dell’Oriente e dell’Egitto: la sua capacità di dare nome e di parlare del mondo della natura lo rivela come un uomo colto e saggio. Dare nome alle cose fa parte della vocazione umana, del modo con cui partecipa al potere divino di dare ordine al mondo (vedi Gen 2,19-20). Nominare, classificare, conoscere la realtà costituiscono la modalità per strappare le opere della creazione alla molteplicità indifferenziata, facendo trovare a ogni creatura il suo posto, la sua funzione, il suo legame con le altre manifestazioni del cosmo. Elencare il nome delle opere della creazione non esprime solo perizia e conoscenza, ma consegna innanzitutto l’immagine di un mondo ordinato e armonico. In riferimento alla natura, Israele condivide con i popoli confinanti l’apprezzamento per il giardino, uno spazio di terra recintato con cura, abbondantemente irrigato, popolato di piante profumate, cespugli in fiore e alberi pieni di frutti gustosi, espressione di bellezza, di piacere e di raffinatezza. Il giardino non è uno spazio di natura spontanea, selvaggia, ma è lo spazio di una natura coltivata, è il luogo in cui si intessono natura e cultura. In questo senso, a differenza del deserto, il giardino è il luogo in cui si valorizza l’impegno dell’uomo che esercita la sua libertà nel ricordo di Chi gli ha affidato il compito e donato il giardino. Il giardino è lo spazio dell’obbedienza, della libertà e del desiderio. È lo spazio in cui si intrecciano la dimensione naturale e quella umana del lavoro l’impegno
e il godimento personali, la ricerca e la coltivazione di molteplici legami, è il luogo in cui si impara che gli esseri umani vivono di parola, di condivisione, di legami senza dominio, nella gioia dell’incontro. Nel Libro che più di tutti enumera piante dai molteplici e intensi profumi, il Cantico dei Cantici – attribuito dalla tradizione a Salomone – il giardino, non deserto, né la città, è il luogo dell’amore, e diventa anche l’immagine per descrivere l’amata. In Cantico 4,12-15 il diletto descrive il corpo dell’amata, che, a sua volta risponde, invitandolo a entrare nel suo giardino. Nella cornice della strofa si parla di giardino e di sorgente: «Giardino chiuso tu sei, sorella mia, mia sposa, sorgente chiusa, fontana sigillata». E al centro emerge la descrizione di questo giardino meraviglioso attraverso il risalto dato ai sensi del gusto e dell’olfatto: «I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane, con i frutti più squisiti, alberi di cipro e nardo, nardo e zafferano, cannella e cinnamomo, con ogni specie di alberi d’incenso, mirra e aloe, con tutti gli aromi migliori. Fontana che irrora i giardini, pozzo d’acque vive che sgorgano dal Libano. Alzati, vento del settentrione, vieni, vieni vento del meridione, soffia nel mio giardino, si effondano i suoi aromi». L’enumerazione delle piante, attraverso l’accumulo, crea un’impressione di abbondanza, di ricchezza e di splendore. Nel tripudio della stagione primaverile, tutti i sensi sono coinvolti per evocare la pienezza della gioia. Essa si respira dalle e nelle fragranze che occupano la scena; l’immersione nella natura è totale, traboccano i colori, i suoni, le essenze profumate. 3
il mondo delle piante nella Bibbia
Non solo, anche la terra di Israele è descritta attraverso l’elenco delle piante che la rendono una terra feconda. In realtà Israele è una terra prevalentemente desertica, sassosa, arida, allora, gli alberi, i giardini sono evidentemente non solo il simbolo della vita, ma anche quello della benedizione, cioè di una vita permessa e raggiunta dall’azione di Dio, che dona la pioggia, che garantisce la vita: «Il Signore, tuo Dio, sta per farti entrare in una buona terra: terra di torrenti, di fonti e di acque sotterranee, che scaturiscono nella pianura e sulla montagna; terra di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele; terra dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla; terra dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame. Mangerai, sarai sazio e benedirai il Signore, tuo Dio, a causa della buona terra che ti avrà dato» (Dt 8,7-10). Sono elencate una serie di piante coltivate che evocano il lavoro dell’uomo, che appartengono a diverse stagioni e che permettono di avere cibo abbondante, vario, segno di una vita quieta, prospera, in pace. Così è la terra anche quando si annuncia il ritorno del popolo dall’esilio, e di nuovo, il profeta può proclamare: «I miseri e i poveri cercano acqua, ma non c’è; la loro lingua è riarsa per la sete. Io, il Signore, risponderò loro, io, Dio d’Israele, non li abbandonerò. Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo alle valli; cambierò il deserto in un lago d’acqua, la terra arida in zona di sorgenti. Nel deserto pianterò cedri, acacie, mirti e ulivi; nella steppa porrò cipressi, olmi e abeti; perché vedano e sappiano, considerino e comprendano a un tempo che questo ha fatto la mano del Signore, lo ha creato il Santo d’Israele» (Is 41,17-20). Il fascino di questo mondo ha attraversato il tempo trovando delle interessanti variazioni
negli scritti apocrifi della tradizione giudaica. L’aroma della vita ha la sua fonte nell’albero della vita del paradiso terrestre, il cui profumo è il più soave tra tutti gli aromi. Tutto il giardino è peraltro inondato di aromi che provengono da fiori, frutti, alberi, erbe, olio, unguento, incenso. La vita eterna è immaginata similmente come un giardino in cui si trova l’albero della vita e nel quale gli uomini giusti ed il Signore emanano eternamente profumo. La Vita di Adamo ed Eva (fine I d.C.) parla ampiamente dell’aroma dell’albero dell’olio, descrivendo il momento in cui Adamo stava per prenderlo quando fu cacciato dal giardino: «Vostro padre pianse alla presenza degli angeli davanti al paradiso; e gli dicono gli angeli: “Che vuoi che facciamo per te, Adamo? Vostro padre rispose agli angeli dicendo: “Ecco, voi mi cacciate. Vi prego, lasciatemi prendere degli aromi del paradiso: così, una volta fuori, potrò sacrificare a Dio e farmi esaudire da lui. Gli angeli si avvicinarono e dissero a Dio: “Jael, re eterno, lascia che Adamo prenda degli aromi profumati del paradiso”. E Dio diede ordine che Adamo andasse a prendere degli aromi profumati del paradiso. Come gli angeli lo lasciarono entrare, egli ne raccolse di entrambe le specie: croco, nardo, canna e cinnamomo e altri semi (utili) per il suo sostentamento». Così, il lettore della Bibbia è invitato non solo a conoscere le piante e i fiori nominati nei testi, ma a percorrere i diversi giardini che punteggiano la terra dei racconti, a contemplarne la varietà delle piante, i loro colori e aromi, per lasciarsi incantare dalla meraviglia. Prof.ssa Suor Grazia Papola (Biblista, direttrice dell’Istituto di Scienze Religiose “San Pietro Martire”, Verona)
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introduzione
bro su questo argomento, Biblens Planter (‘Piante della Bibbia’) è stato pubblicato nel 1974. Le linee guida di questo libro sono basate sul mio ultimo volume in danese: Bibelens Planteverden del 2004, aggiornato con le più recenti informazioni apparse nell’edizione in inglese intitolata Plant world of the Bible, AuthorHouse (2012) nonché nella relativa edizione in tedesco Die Biblische Pflanzenwelt, Verlag Dr. Kovac (2017). Come fonte dei riferimenti biblici è stata utilizzata La Bibbia di Gerusalemme (2009, 2015) e Nuova Traduzione CEI (2008). Molte informazioni sulle piante bibliche ed i nomi in ebraico, arabo e altre lingue semitiche imparentate sono state desunte dal libro del professor Michael Zohary Plants of the Bible del 1982. L’autore è debitore anche nei confronti del l’opera del dott. F. Nigel Hepper Illustrated encyclopedia of Bible plants del 1992. Questo libro contiene preziose informazioni botaniche e storiche. Nel volume di H.N. e A.L. Moldenke Plants of the Bible del 1952 è stata trovata un’ampia lista di vecchi riferimenti. Il mondo delle piante nella Bibbia include una lista globale delle piante bibliche, rinvenute in scavi archeologici in Israele e paesi limitrofi, ed è ora possibile per molte di esse, con questo riferimento archeologico, essere inserite nel contesto biblico. Le notizie sulle piante nell’Antico Egitto vengono utilizzate come preziosa fonte di informazione nei nostri tentativi di conoscere il contemporaneo uso di un certo numero di piante nell’area del Mediterraneo.
La Bibbia è ricca in racconti, parabole o descrizione di eventi nei quali vengono citate le piante o i loro prodotti vegetali. Al lettore di questo libro sarà sufficiente girare solo alcune pagine per imbattersi in un mondo di piante conosciute o sconosciute, quali ad esempio: ‘aloe, cedro, ebano, fico, lenticchie, platano, sandalo, uva, zafferano’ e termini un po’ più generici come ‘gigli del campo’. L’Antico Testamento ha un considerevole numero di nomi di piante, mentre nel Nuovo Testamento questi nomi sono meno frequenti, anche se i ben noti esempi del pane e del vino costituiscono simboli fondamentali nell’Ultima Cena ed il fico ed i ‘gigli del campo’ sono presenti in alcune importanti parabole. Quando si legge o si ascolta la Bibbia sarebbe utile, di conseguenza, avere qualche conoscenza della flora contemporanea e dell’utilizzo di piante e dei loro prodotti nelle aree dove si sono verificati gli eventi biblici. Lo scopo del presente libro è introdurre il lettore nell’affascinante mondo delle piante nella Bibbia. E comunque non solo i lettori, ma anche gli appassionati di botanica, archeo logia o storia potranno trovare argomenti di interesse in questa pubblicazione, poiché si fa riferimento sia al ricco utilizzo di piante nella Bibbia sia alle scoperte ed uso di piante nelle coeve circostanti culture. La descrizione delle piante e del loro contestuale impiego è stato affiancato da illustrazioni. Una parte di esse è contemporanea al testo biblico. Per ulteriori dettagli, vedi le pagine 7-8. Le piante nella Bibbia sono state per molti anni al centro dei miei interessi ed il mio primo li5
il mondo delle piante nella Bibbia
Il libro è organizzato in ordine alfabetico secondo il nome italiano della pianta o suo prodotto così come presenti ne La Bibbia Di Gerusalemme (2009, 2015). Al nome biblico segue quello botanico e tra parentesi l’attuale nome italiano della pianta trattata. Viene quindi data una descrizione del contesto in cui la specie, o un suo prodotto, viene citata nella Bibbia. Lo scopo è stato quello di includere tutti i riferimenti relativi possibili, in modo tale da fornire armonia alle piante bibliche. Questi dati sono affiancati da informazioni sull’identificazione del nome della pianta in ebraico o in greco. Alcuni nomi fanno riferimento senza alcuna incertezza a specie botaniche ben note (ad esempio orzo, frumento, fico, cedro); altri possono essere assegnati ad un gruppo di piante (ad esempio la resina), ove invece come modello di pianta di incerta identificazione, può essere citato il legname impiegato nella costruzione dell’Arca di Noè (legno di cipresso). Questa sezione è seguita da una breve descrizione botanica e, quando possibile, da riferimenti a ritrovamenti archeologici, letteratura classica, origine della specie e altre informazioni sull’uso e sulla coltivazione della pianta in passato e ai giorni nostri. Il libro comprende le piante da fiore bibliche ed i prodotti vegetali come la manna e gli alcolici. I microorganismi citati nella Bibbia che causano malattie all’essere umano (infiammazioni, febbre e lebbra), o alle piante (ruggini, fumaggini), muffe o processi di fermentazione del vino e della birra, non sono trattati. Nella Bibbia, sono frequenti espressioni collegate alle piante o alla loro comunità: radice, stelo, ramo, foresta, gemma, foglia, fieno, foraggio, campo e deserto. Queste parole di solito possono non essere collegate a piante
specifiche e non sono, di conseguenza, citate specificatamente. L’importanza della coltura e del trattamento delle piante (aratura, piantagione, raccolta, trebbiatura, pulizia e macinatura di cereali) così come la manutenzione di frutteti sono citati frequentemente nella Bibbia. Queste piante sono state trattate solo se hanno una connessione col nome di una specie coltivata. Pane e vino sono tra i più importanti prodotti vegetali ed anch’essi sono frequentemente menzionati nella Bibbia. Non è comunque corretto concludere che i più comuni riferimenti alle piante nella Bibbia siano un segnale dell’importanza per la gente nella loro vita quotidiana in quanto, ad esempio, al legno importato di cedro e agli aromi ed al balsamo viene prestata maggiore attenzione che a qualunque altra pianta rilevante del paese. La parte dedicata alle piante contiene riman di al testo biblico in forma abbreviata il cui elenco completo è a pagina 149. Sono inclusi anche riferimenti ai ritrovamenti archeologici relativi alle piante bibliche. Per chiarimenti sui metodi di datazione e abbreviazioni utilizzate vedi pagina 148. L’autore desidera ringraziare il dott. Fabio Gorian ed il dott. Gigi Speri per la fruttuosa cooperazione ed il gentile aiuto avuto durante il processo di traduzione e produzione dell’edizione italiana de Il mondo delle piante nella Bibbia. In Danimarca, un prezioso aiuto è stato dato da don Daniel Nørgaard, dalla pastora emerita Inger Riiskær Christensen e dal teologo Antonio Mastrandrea. Mia moglie Lisbeth Thormann ha in vari preziosi modi sostenuto il progetto. Per il supporto finanziario, vedi il colophon. 6
ILLUSTRAZIONI PRESENTI NEL VOLUME
Sembrerebbe impossibile illustrare un libro sul mondo delle piante nella Bibbia con immagini coeve del testo biblico. Le uniche belle e ben conservate rappresentazioni a colori delle piante riportate in questo libro risalgono, però, ad un periodo che va dal I secolo a.C. al III secolo d.C. Esse sono state riprese dal manoscritto Codex Vindobonensis medicus Graecus I. La parte principale di tale antico codice contiene un erbario insieme ad illustrazioni di erbe medicinali e relativa descrizione, prese principalmente dai lavori in farmacologia di Dioscoride Pedanio. Costui visse nel I secolo d.C. in Anazarbo, Cilicia, ed è da allora che il manoscritto è conosciuto come Vienna Dio scorides. Questo capolovoro include anche opere di Crateuas (I secolo a.C.) e di Galeno (129-199 d.C.). Tra le immagini presenti all’inizio del manoscritto vi è un’illustrazione dedicatoria con la rappresentazione della principessa imperiale Anicia Juliana assieme ad una trascrizione che esprime i più calorosi ringraziamenti per aver fatto erigere una chiesa ad Honoratae, un sobborgo di Bisanzio. Poiché la costruzione della chiesa è nota essere stata eseguita attorno agli anni 512-13, il manoscritto deve essere stato completato all’incirca in questo periodo. Johannes Chortasmenos rilegò nuovamente il libro nel 1406 per ordine del monaco e medico Nathanael del monastero Prodromos in Costantinopoli. Successivamente, un amanuense trascrisse le belle lettere onciali in corsivo, che erano comunemente utilizzate a quel tempo.
Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, il libro entrò in possesso dei turchi. Essi aggiunsero al testo greco i nomi delle piante in arabo e turco, che possono essere osservati su alcune delle tavole a colori delle piante. Nel XVI secolo, inoltre, i nomi delle piante vennero trascritti in ebraico, forse da Hamon, il dottore di famiglia ebreo del sultano Solimane II. Il figlio del dottore vendette questo libro all’imperatore Massimiliano II nel 1569 per 100 ducati d’oro. Questo tesoro botanico e storico, che è stato miracolosamente risparmiato dalla distruzio-
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il mondo delle piante nella Bibbia
ne per oltre 1500 anni, è ora in possesso della Biblioteca Nazionale Austriaca. Attualmente serve come prezioso contributo alla nostra comprensione delle piante citate nella Bibbia. Le illustrazioni in bianco e nero sono riprodotte dalle fonti come di seguito citate. Nella versione danese del mio libro sul Mondo delle piante nella Bibbia, viene specificato dopo ogni titolo in quali pagine trovare le illustrazioni. In questa versione viene indicato il numero di illustrazioni utilizzate per ogni singola fonte: Baillon, H., 1867-1895: Histoire des plan tes: 33 illustrazioni. Benzinger, J., 1894: Hebräische Archäolo gie: 10 illustrazioni.
Dujardin-Beaumetz & Égasse, E., 1889: Les plantes médicinales: 11 illustrazioni. Engler, A. & Prantl, K., 1887-1915: Die natürlichen Pflanzenfamilien: 32 illustrazioni. Jensen, H.A., 1998: Bibliography on seed morphology: 4 illustrazioni. Le Maout, E. & Decaisne, J., 1868: Traité géneral de botanique: 6 illustrazioni. Moldenke, H.N. & Moldenke, A.L., 1952: Plants of the Bible: 2 illustrazioni. Skottsberg, C. (ed.), 1911: Växternes liv, bd. 10 & 11: 2 illustrazioni. Wettstein, R.R.v., 1911: Handbuch der Sy stematischen Botanik: 2 illustrazioni. Woenig, F., 1886: Die Pflanzen im alten Ae gypten: 11 illustrazioni.
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PIANTE DELLA BIBBIA DESCRITTE IN ORDINE ALFABETICO SECONDO IL NOME ITALIANO ABETE
dionale. Gli alberi crescono in bosco misto ad un’altitudine compresa tra 1000 e 2000 metri. L’Abies cilicica ha dei bei coni eretti e legno pregiato, ampiamente usato nel corso dei secoli per costruzioni e scopi simili. Esemplari di piccola taglia di questa specie forse fecero parte della fornitura di legname da parte del re Hiram al re Salomone, per la costruzione del tempio di Gerusalemme. In Italia questa specie non esiste, ma è molto diffusa sulle Alpi e sugli Appennini l’Abies al ba, mentre in Sicilia sopravvive qualche decina di esemplari della specie Abies nebrodensis. Wikipedia riporta che la resina di abete e i derivati dagli oli furono tra l’altro utilizzati per la mummificazione e a scopo antisettico.
Abies cilicica (Antoine & Kotschy) Carrière (Abete della Cilicia) «Salomone rivestì all’interno le pareti del tempio con tavole di cedro dal pavimento al soffitto; rivestì anche con legno di cedro la parte interna del soffitto e con tavole di cipresso il pavimento. [...] Lo stesso procedimento adottò per la porta della navata, che aveva stipiti di legno di ulivo a forma quadrangolare. I due battenti erano di legno di abete; un battente era costituito da due pezzi girevoli e così l’altro battente» (1Re 6,15; 33-34). «Mandami legno di cedro, di abete e di sandalo dal Libano. Io so, infatti, che i tuoi uomini sono abili nel tagliare gli alberi del Libano. Ora i miei uomini si uniranno ai tuoi» (2Cr 2,7). «Ricoprì con legno di abete il vano maggiore e lo rivestì d’oro fino; sopra vi scolpì palme e catenelle» (2Cr 3,5). «Pianterò cedri nel deserto, acacie, mirti e ulivi; porrò nella steppa cipressi, olmi insieme con abeti» (Is 41,19). «La gloria del Libano verrà a te: cipressi, olmi e abeti insieme, per abbellire il luogo del mio santuario, per glorificare il luogo dove poggio i miei piedi» (Is 60,13). Zohary (1982) suppone che quando nella Bibbia viene menzionata la parola berosh associata a Libano, o erez, ci si riferisca probabilmente all’abete della Cilicia (Abies cilicica), che cresce in Libano assieme al cedro. Abies cilicica è una piccola conifera che in natura si trova sulle montagne settentrionali della Siria, del Libano e della Turchia meri-
ACACIA
Acacia tortilis (Forssk.) Hayne subsp. raddiana (Savi) Brenan (Acacia ad ombrello) Il legno di acacia era tra i regali accettati come offerta al Signore (Es 25,5; 35,7.24) e si dice sia stato adoperato dagli Israeliti quando costruirono l’arca con i relativi pali per trasportarla (Es 25,10 e segg.; 35,24; 37,1 e segg.; Dt 10,3). Si pensa pure che il legno di acacia sia stato usato per i pannelli verticali del Tabernacolo e per i supporti sorreggenti le tende che separavano il Luogo Santo dal Luogo Santissimo nonché le barre ed i pannelli dei fianchi del Tabernacolo (Es 26,15 e segg.; 36,20 e segg.). Inoltre, il legno di acacia sarebbe stato utilizzato per la base del Tabernacolo, per i pali durante il suo trasporto, per l’altare dove si bruciava l’incenso e, infine, per i pali usati nel 9