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Il personaggio: Daniele Bianchini

DanieleBIANCHINI

A tu per tu con Lele

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di Tamara Winkler

“Cribbio Bianchìn dam el temp da saltaa gio da la machina!”

Con queste parole, pronunciate nei primi anni Ottanta da Seo Crivelli, maestro di ginnastica delle Medie1 di Bellinzona, ebbe inizio la carriera sportiva di Daniele (Lele) Bianchini che dal quel momento fu ribattezzato “cavallo pazzo”. Ma andiamo con ordine…Il giorno in cui Lele si guadagnò il soprannome di cavallo pazzo era probabilmente un tiepido giorno di primavera, quando le lezioni di ginnastica si spostano all’aperto e lungo l’argine del fiume i semi dei pioppi ricoprono il terreno con la loro bianca lanugine. Uno di quei giorni da maglietta, calzoncini e occasionali starnuti. Per la classe del Lele in programma quella mattina c’era la temutissima corsa da scuola al ponte di Sementina. Lele però non si scompone, accetta la notizia di buon grado. Cosa sarà mai, è abituato a scorrazzare tra i ronchi e le vigne che sovrastano la casa paterna di Carasso e stare all’aria aperta gli piace. All’altezza del Ponte della Torretta ha già notevolmente staccato i compagni. Nel frattempo Seo, forse non riponendo la giusta fiducia nella forma fisica “da inizio stagione” dei suoi allievi, si avvia senza troppa fretta alla macchina e quando finalmente arriva a Sementina, Lele sta per tagliare il traguardo e non sembra nemmeno troppo trafelato. Sarà proprio Seo a consigliare a Lele l’atletica. Il ragazzo ha talento e quando si ha la doppia fortuna di avere talento in qualcosa che si fa con piacere, ecco che iniziano ad arrivare i risultati.

Nel 1985, a 14 anni, Lele “cavallo pazzo” entra così a far parte del GAB e si cimenta dapprima in discipline come il salto in lungo e il salto in alto, sotto l’occhio vigile del Brech. In seguito, vista la sua passione per la corsa, inizierà ad allenarsi con Marco Montalbetti e successivamente con Marco Rapp e Luigi Nonella. “Marco Rapp allora era all’apice della sua carriera, nel 1988 parteciperà alle Olimpiadi di Seul e Luigi era il suo allenatore, per cui erano spesso molto impegnati e noi seguivamo da soli gli allenamenti che ci preparavano. Il clima di squadra era bellissimo. Di Luigi Nonella mi ricorderò sempre la frase “Cur coi pè, respira con la panza”. A quei tempi mezzofondisti e sprinter erano due mondi abbastanza separati, ma da adulto mi sono spesso ritrovato a pensare a cosa sarebbe successo se avessi avuto il Fiorenzo come allenatore. Forse mi avrebbe domato o forse, testa dura entrambi, avremmo fatto scintille”.

Lele è portato per il mezzofondo. Partecipa ad un mix di gare in pista, su strada e a vari cross. In pista le sue gare sono i 1500m, i 3000m, i 1500 siepi e i 5000m ma le sue gare preferite sono i cross e le corse del circuito ASTI. Vive i pregara con un certo nervosismo ma quando sparano il via “te dismentiga tütt e te def domaa cor”. Un grazie particolare Lele sente di doverlo ai suoi genitori Rina e Aldo. “Senza di loro non avrei potuto partecipare alle gare ASTI e ai vari cross disseminati per il Ticino. All’epoca mi scarrozzavano ovunque.”

Tra i risultati migliori Lele si ricorda di un 5000m popolare a Bellinzona corso a quasi 17 anni in un ottimo 15’48” dopo una settimana (non proprio di allenamento) trascorsa ai Monti di Medeglia con l’amico e compagno di squadra Alberto Marcacci.

Lele ha dei bellissimi ricordi degli anni trascorsi nel GAB: “è stata una bella gioventù, essendo un po’ un testa matta, il fatto di aver frequentato le compagnie dell’atletica mi ha tenuto lontano da altre compagnie meno edificanti...” Nel GAB nascono belle amicizie. “Il giorno di Natale ci trovavamo per giocare a unihockey e spesso organizzavamo uscite insieme. Alcune amicizie sono durate nel tempo, io e Alberto Marcacci siamo stati reciproci testimoni di nozze”. Indimenticabili anche le domeniche mattina trascorse a raccontarsi barzellette durante i lunghi lenti o le due divertentissime settimane di campo di allenamento estivo a Celerina organizzate dal mitico Giorgio Meneghetti. “Ci trovavamo tutti insieme a guardare il Tour de France nella sala TV della Chesa Margna. Il Brech noleggiava una televisione per l’occasione. Erano i famosi tempi in cui, secondo il Mimo, “al Peloton al vinceva sempar, l’eva sempar davanti”. Le risate non mancavano di certo e insieme agli allenamenti organizzavamo anche tornei di badminton e l’immancabile partita di calcio tra mezzofondisti e sprinter. Ricordo con piacere anche Franz Koch, ha fatto molto per la Società e una volta all’anno ci portava tutti all’Alpamare.”

La (prima) esperienza di Lele col GAB si concluderà con l’inizio dell’apprendistato al quale farà seguito la scuola reclute e il primo lavoro a Zurigo, dove parteciperà per tre volte alla staffetta SOLA e continuerà di tanto in tanto a correre tra i boschi e i Percorso vita della città sulla Limmat.

Tra gli interessi sportivi giovanili di Lele ci sono anche l’hockey e il tennis. “Ho cominciato a tifare Ambrì grazie al mio maestro di scuola elementare, Michele Censi. Seguivo le partite alla radio, sotto le coperte, cercando di fare meno rumore possibile per non far capire ai miei che ero ancora sveglio. Quando già facevo atletica spesso giocavo a tennis con un amico e non era proprio l’ideale perché mi distruggevo le gambe. Il calcio invece non mi è mai interessato più di tanto. So di essere un caso raro.”

Il secondo capitolo di Lele nel GAB ha inizio con una telefonata. “Una sera di novembre del 2005 arrivo a casa e mia moglie mi dice che ha chiamato un certo Alessandro Lafranchi”. Caba gli proporrà di allenare il gruppo dei piccoli insieme alla Loretta e alla Sabri. “Ero piuttosto timoroso, ma per finire ho accettato la sfida ed è stata una bella esperienza durata una decina d’anni, alcuni dei quali ho allenato anche mio figlio Mattia.”

Estate 1981. Ricordo vintage. Lele mentre fa da babysitter a Tamara.

A novembre 2006 arriva la seconda telefonata di Caba, che stavolta chiede a Lele se gli interesserebbe entrare in comitato. Per fortuna Lele accetta anche questa sfida, un’avventura che si concluderà a fine 2020, avendo Lele purtroppo (per il GAB) deciso di dare le dimissioni. “Mi preparo alla pensione”, dice Lele sorridendo. “A mia moglie Patty piace molto viaggiare e benché io faccia un po’ fatica a staccarmi dal mio Ticino, ho deciso che la seguirò. L’idea è quella di svernare al caldo e, perché no, di venire a trovarti in Nuova Zelanda.” (L’hai detto Lele! NdR)

A novembre del 2008, arriverà infine (sarà vero?) la terza telefonata del Caba, puntuale come il calendario dell’avvento. Era ormai diventata una tradizione. Questa volta gli viene proposto il ruolo di vicepresidente della società, ruolo che Lele accetta di buon grado e che si appresta a lasciare a fine anno, insieme al posto in comitato. Nel 2011, stavolta in primavera e non al telefono, Lele, Chico e Caba si trovano a mangiare una pizza. E così, come le idee migliori nascono nei momenti più impensati, ecco che germoglia l’idea di organizzare un meeting internazionale di atletica a Bellinzona, che potesse sostituire lo scomparso Meeting di Lugano. “Nessuno di noi aveva mai organizzato nulla di simile, ma l’entusiasmo non ci mancava e cià che prövom, cià che femm, nel 2011 è nata, non senza qualche difficoltà, la prima edizione del Galà dei Castelli”. Dal 2011 al 2017 Lele sarà vicepresidente di un meeting destinato a crescere esponenzialmente e che quest’anno è stato annoverato tra i dieci meeting di atletica più importanti al mondo.

Lele ha fatto tantissimo per il GAB e per il Galà dei Castelli e la sua presenza costante mancherà di certo. Rimarrà sempre legato al GAB e continuerà nel suo ruolo di starter. Lele ridendo ammette: “la Presidente Laura la ma già cargaa da legna verda” e io scherzando aggiungo... chissà che uno dei prossimi mesi di novembre il telefono non riprenda a squillare...

Grazie mille Lele, ce ne fossero di cavalli pazzi come te!

Pronto a svernare. "A mia moglie Patty piace molto viaggiare e benché io faccia un po’ fatica a staccarmi dal mio Ticino, ho deciso che la seguirò."

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