Frattura scomposta aprile maggio 2015

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Tatuaggi siberiani e arte della recitazione. Bucare lo schermo tra Vilnius e Mosca Il tatuaggio, ben lontano nelle sue origini dall’essere una moda temporanea accompagna la storia dell temporanea, dell’uomo uomo da migliaia di anni. anni Forse al pari delle incisioni rupestri, risponde all’esigenza ancestrale di fissare – in questo caso sulla propria carne - simboli di appartenenza, momenti cruciali o iniziatici della propria storia, amori e odi profondi, immagini totem. Proibiti da alcune religioni, auspicati da altre, considerati da alcuni studiosi sinonimo di criminalità. Un interessante nesso tra tatuaggio e società criminali lo ritroviamo all’interno della narrazione di “Educazione siberiana” di NicolaiLilin, trasposto da Gabriele Salvatores nell’omonimo film del 2013. “La tradizione del tatuaggio degli Urca siberiani ha un processo lungo quanto la vita di un criminale. Si cominciano a tatuare segni all’età di dodici anni e, solo dopo essere passati attraverso varie esperienze e periodi della vita, queste cose si possono raccontare con i tatuaggi […]. Per leggere i corpi con tatuaggi così complessi, complessi bisogna avere molta esperienza e conoscere perfettamente la tradizione del tatuaggio; per questo nella comunità siberiana il tatuatore ha un posto speciale: è come un sacerdote autorizzato da tutti gli altri ad operare in nome loro”. (dal romanzo “Educazione siberiana”, ed. Einaudi) Kolima, giovane narratore protagonista dell’iniziazione ai valori e modus vivendi della società criminale siberiana da Nonno Kuzja, è interpretato nel film da ArnasFederavičius, attore lituano dai tratti delicati e maschili al contempo. In una scena cruciale, il giovane si ppresenta alla comunità dei criminali ‘anziani’ durante una sauna,, con la schiena ed il petto atletici completamente sgombri, lisci come un ‘libro da scrivere’. Vi può essere una stretta similitudine tra lo scenario vissuto dal giovane iniziato e la condizione, più in generale, dell’attore: un corpo del quale regista personaggi e spettatori della vicenda narrata scrivono centinaia regista, di storie.La pelle dell’attore come schermo di proiezione di innamoramenti, desideri, sogni, empatia, compatimento. Pelle coperta da tatuaggi disegnati dai nostri sguardi.

Tatuaggi siberiani, immagine tratta dal documentario The Mark of Cain (2001)


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