Frattura Scomposta 19

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Francesco De Molfetta

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Come il torinese Aldo Mondino, De Molfetta vede le cose distorte, dissimula proporzioni, afferma negando, crea dissacrando: guarda, con occhi vergini e insieme carichi di tutto ciò che nel DNA gli hanno trasmesso i suoi padri, il mondo immenso attorno a lui. 4 D’altra parte, come Pino Pascali, al quale il giovane artista ha reso debito omaggio partecipando al prestigioso Premio annuale indetto all’artista barese nel Museo di Polignano a Mare, 5 Francesco De Molfetta nasce all’incrocio fra teatro 6 e mass media, e da qui se ne diparte, intrecciando nella sua opera il fascino di una sempre diversa mise en scene, l’importanza della narrazione, l’urgenza della declamazione di un messaggio che è insieme moderno, attualissimo, e favolosamente proiettato in un passato, o in un futuro, lontani. Forse per questo di lui sono stati suggeriti parallelismi indifferentemente appartenenti al passato lontano o al più vicino secolo scorso. Moderna traduzione di una Wunderkammer seicentesca, stanza del principe dove raccogliere insieme rarità e minuterie – perle deformi, parti anatomiche immerse in ampolle, gioielli e foglie essiccate, cammei, filigrane, nani e mostri dipinti e scolpiti…per far sfoggio di preziose naturalia e artificialia – l’opera del giovane artista nasce dal fascino verso un oggetto dimenticato e curioso, da una vecchia cosa tirata fuori dalla soffitta, e riattivata di senso grazie ad un cortocircuito linguistico innescato da inediti accostamenti – basti pensare alla piccolissima vespa ed alla Vespa motorizzata.

Idea lampante


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