Frattura Scomposta novembre-dicembre 2013

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“Inondo i miei quadri di acqua”, così una delle prime battute tra me e Leandro Russo, Russo artista siciliano che vive e lavora a Milano (classe 1973). In effetti i paesaggi di Leandro si liquefanno, i colori si allontanano e si avvicinano a vicenda secondo dinamiche che sono per me ignote. Rimango incredula e mi chiedo come sia possibile creare con un elemento così poco stabile come l’acqua. Quando entro nel suo studio capisco subito che la sua tecnica è assolutamente particolare: non lavora al cavalletto, ll tt ma su un tavolo t l tenuto t t perfettamente f tt t orizzontale sotto il quale mi trovo a inciampare in un enorme telo di plastica. “Modello l’acqua”, mi dice. E la mia curiosità cresce ancora. Le tele di Leandro Russo attirano come un magnete lo sguardo: i colori, le forme, la compenetrazione degli elementi naturali gli uni negli altri, il cielo e l’acqua formano paesaggi, difficilmente individuabili, unici. “Belli”, commenta chi li ha visti in mostra. Non è solo una questione di bellezza, perché una sottile inquietudine emana da essi e si muove tra le campiture. Osservo con attenzione O tt i L’ i L’orizzonte t degli d li eventi, ti tela t l appena terminata e gli dico che il quadro varrebbe anche girato al contrario. Non si capisce più cosa è cielo e cosa è terra: la natura forma un magma unico, tutto pare liquefarsi e i colori aggiungono pathos a questa sensazione di angoscia.

Leandro mi risponde che è così, “sto lavorando sul rapporto tra la natura e ll’uomo uomo, che pur non apparendo mai, tranne in qualche sporadico caso, è importante nelle mie opere. Noi uomini pensiamo di essere importanti e unici, ma sommersi dal turbinio delle nostre debolezze e dei nostri istinti, stiamo distruggendo il pianeta. Ma siamo uno sputo nell’economia dell’universo. Stiamo facendo un danno enorme, ma la natura prenderà il sopravvento sulle nostre esistenze.” EEcoline, li acquerelli lli e chine hi vanno a descrivere d i cieli i li rossii e striati da colori artificiali, e per questo segnale di significati volutamente simbolici, bagliori (ma sono albe? tramonti? oppure bombe esplose?), nuvole che assumono la famigerata forma di fungo che immediatamente ci riporta con la memoria a una delle tragedie del Secolo breve, Tutto ciò narra la caduta dell’uomo e la forza, enigmatica e inquietante, della natura. Pericolosa.

L’arte rispecchia, per me, la realtà. Riflette il baratro verso il quale ll’umanità umanità sta andando; la liquefazione del mondo, della natura e quindi di noi stessi. In mezzo a questa bolgia, la natura seguirà il suo corso.


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