il salvagente

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I cop 48 _copertina 48_2012 04/12/12 09:55 Pagina 1

2 euro

Postapressventiquattrore Anno 21 • n. 48 • 6-13 dicembre 2012 • www.ilsalvagente.it

Poste italiane spa - sped. in a. p. D.L. 353/03 ( c o n v. L . 4 6 / 0 4 ) a r t . 1 c o m m a 1 , D C B R o m a

Settimanale dei Diritti, dei Consumi e delle Scelte

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TASSE SCONTRINI DETRAIBILI ARMA ANTIEVASIONE

O FAVORE AI DISONESTI?

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FACEBOOK & CO. IL PREZZO DI UN “LIKE” COSÌ TI IMBROGLIO I CONSUMATORI SUL WEB

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IL SALDO IMU COME SI CALCOLA QUANTO PAGARE SENZA ERRORI

SPECIALE DI 8 PAGINE Tutte le regole aggiornate

CONDOMINIO




SalviamociGente

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Se il telefono naviga (e consuma) da solo

salvaweek

a cura di Riccardo Quintili

IN MOLTI TEMEVANO CHE IL PARLAMENTO NON CE L’AVREBBE FATTA. IN MOLTI, UNA VOLTA VARATA, L’HANNO DEFINITA UNA RIFORMA INUTILE, CON SARCASMO ADDIRITTURA UNA NORMA SCRITTA A ESCLUSIVO VANTAGGIO DI CANI E GATTI.

E INVECE LA RIFORMA DEL CONDOMINIO HA RISPOSTO A MOLTE DELLE QUESTIONI CHE SI ERANO APERTE IN QUESTI 70 ANNI, TANTI NE SONO PASSATI DALL’ULTIMA LEGGE DI SETTORE.

A OGNI MODO, ANCHE SENZA VOLER ESPRIMERE UN GIUDIZIO, CHE QUESTA NUOVA LEGGE CAMBI LE CARTE IN TAVOLA È COSA CONDIVISA. CHE POSSA DAVVERO SERVIRE A RIDURRE LA LITIGIOSITÀ, INVECE, SARÀ IL TEMPO A DIRCELO. INTANTO - COME MOLTI LETTORI CI AVEVANO CHIESTO - ABBIAMO DEDICATO UNA GUIDA DI 8 PAGINE (AL CENTRO DEL GIORNALE) PROPRIO ALLE NUOVE NORME, TRACCIANDO UN COMPENDIO SULLE REGOLE DEL CONDOMINIO CHE SARANNO IN VIGORE TRA 6 MESI, QUANDO LA RIFORMA DIVERRÀ OPERATIVA. UN INSERTO DA STACCARE E CONSERVARE, DIVISO PER TEMI, FACILE DA CONSULTARE E, SPERIAMO, UTILE PER RISOLVERE LE MILLE BEGHE CHE, REGOLARMENTE, TURBANO LA VITA DI INQUILINI E PROPRIETARI.

Caro direttore, a metà ottobre sono passata a Poste Mobile con un contratto solo per le telefonate e gli sms, senza internet. Dall’epoca tutte le mattine verso le 3,30 mi arrivava un sms: “Poste Mobile: da ora sino alle 24 di oggi hai 250 MB gratuiti per navigare dal cellulare. Superati 250 MB navighi a 0,1 cent ogni 100 KB a scatti anticipati di 100 KB”. Come ovvio, li ho ignorati tutti visto che la cosa non mi interessava , fin quando il 21 novembre, alle 4 del mattino, insieme al solito sms mi arriva anche questo: ”Hai consumato 48 euro di traffico dati nazionale. Il servizio verrà bloccato per il mese in corso a 60 euro”. Chiamo il servizio clienti e una operatrice mi informa che avevo già speso 44 euro in quanto ogni sms che loro mi inviavano mi costava 2,50 euro. Immaginate il mio sgomento, spendere tanti soldi per un servizio che non ho chiesto e che non ho usato. La signorina, cortesemente, mi ha dato tutte le indicazioni per disattivare il “servizio” e, vedendo dal suo terminale la mia mancanza di operazioni, mi ha fatto accreditare metà dei soldi spesi ( 22 euro ). La spiegazione che ho ottenuto è che non avendo un abbonamento internet il mio cellulare si collegava automaticamente a prezzi proibitivi. Ma io come avrei potuto saperlo? A questo punto vi chiedo: al di là del fatto che avrei dovuto essere più accorta con quegli sms quotidiani, come si possono tutelare le persone, specialmente le più anziane? MANUELA PEDERZINI S. VENANZIO DI GALLIERA (BO) Cara Manuela, ciò che è capitato a lei succede, purtroppo molto spesso, a tante altre persone che hanno il telefonino configurato per la navigazione sul web. Il cellulare, in questi casi, va automaticamente su internet e

consuma traffico senza che il cliente se ne accorga. C’è da dire che in questi casi (e quando non c’è un pacchetto dati attivo nel contratto telefonico) il gestore in genere avverte l’utente. Che lo faccia con sms a pagamento, però, è un ine-


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Il Salvagente 6-13 dicembre 2012

Direzione e redazioni Roma (00182), via Pinerolo 43. Tel. 06/7020265, 06/7020413, 06/7020440. Fax 06/7020026. Bologna (40125), via Santo Stefano 13. Tel. 051/233383, 051/273574. Fax 051/2759028.

dito. La sua lettera, a ogni modo, ci dà l’occasione per mettere in guardia chi in questo periodo di fine anno si doterà di un nuovo cellulare. Il consiglio, per chi non desidera utilizzare internet, è di far disattivare tutte le funzioni del telefono che permettono il collegamento automatico al web. QUANTI OSTACOLI PER PAGARE IL TICKET Caro Salvagente, vi sembra possibile che in un grande ospedale come l’Umberto I di Ancona, l’ufficio ticket non accetti carte di credito ma solo Bancomat, tra l’altro a esclusione del BancoPosta? A me sembrano cose“dell’altro mondo”. Vado spesso in Francia e altri paesi europei ma non mi è mai capitato nulla di simile. ABALZANI@LIVE.IT

IL MOMENT VENDUTO COME LA PASTA Caro Salvagente, volevo segnalare una pubblicità che da settembre va in onda sulle reti televisive relativa al Moment del gruppo Ange-

lini che si dice “sempre vicino alla salute dei consumatori”... Di cosa si tratta? Uscendo dalla farmacia un’amica fa vedere all'altra che, oltre alla confezione da 36 compresse, ha acquistato anche quella più piccola e pratica da 6. Mi chiedo come mai in Italia si vada controcorrente in maniera distruttiva anche su questo punto: in altri paesi (Germania, Austria, per esempio) si commercializzano confezioni con numero limitato di compresse e capsule proprio per mandare già dal packaging un segnale di attenzione all’uso. Noi, pubblicizziamo e vendiamo dosi da supermercato, come fosse il 3x2 di una barretta di cioccolato, di un chilo di pasta! ROSSELLA SALMOIRAGHI GORLA MAGGIORE (VA) LA VELOCITÀ ADSL E I CONTROLLI TELECOM Caro Salvagente, da utente Telecom, ho chiesto assistenza tecnica per velocità di navigazione adsl. Il gestore ha incaricato una ditta esterna, nel mio caso la Sietel Spa, ed è arrivato un tecnico. Dopo le prove il verdetto

E-mail redazione@ilsalvagente.it quotidiano@ilsalvagente.it Quotidiano on line www.ilsalvagente.it Il Salvagente è anche su Facebook, Twitter e Google+

è stato: “Per me è tutto a posto”. Inutile chiedere che certificasse i risultati, si è rifiutato. Ma la Telecom non dovrebbe vigilare un po’ di più sugli incaricati? ROBYMACH@TISCALI.IT

Caro lettore, in casi come questi si può utilizzare il software dell’Agcom Nemesys (https://www.misurainternet.it) che certifica ufficialmente la velocità della sua adsl. In questo modo potrà avere un dato inoppugnabile da contrapporre alle assicurazioni del tecnico. DUE PRECISAZIONI SUL TEST DEI MINESTRONI Cari lettori, nel test della scorsa settimana sui minestroni pronti, per un errore tipografico sono usciti degli interrogativi nel campo del prodotto Simply. Il prezzo corretto era di 2,69 euro a confezione. Dalla Dimmidisì, invece, ci hanno fatto notare che nel loro prodotto, oltre al 46% di verdure, ci sono (anche se non quantificati in etichetta) piselli e fagioli borlotti. Ne prendiamo atto.


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S ommario COPIA CARTACEA+ON LINE

Annuale senza omaggio Annuale con omaggio Sostenitore 1 anno Doppio+omaggi Tre mesi (solo carta) Sei mesi (solo carta)

52 € 57 € 60 € 94 € 17 € 30 €

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Annuale senza omaggio 25 € Annuale con omaggio 30 € Sostenitore 1 anno 35 € Un numero 1€ Un articolo 0,80 € Uno speciale 0,90 € ARRETRATI

chiedeteli a “Il Salvagente”, via Pinerolo 43, 00182 Roma, inviando per ogni copia richiesta 4,00 euro in francobolli.

800-015260 Il numero verde è a disposizione per gli abbonamenti dal martedì al giovedì nel seguente orario: 10-13 e 16-18. abbonati@ilsalvagente.it

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ttualità

4 SalviamociGente 8 Parliamone/Ilva, la politica e gli interessi privati 9 Io, un cittadino 9 Amico di penna 11 PitStop/Il circo mediatico delle primarie 13112 Le Parole della Settimana 13 Scontrini detraibili: l’arma antievasione? Critiche e consensi verso l’idea dello “scarico totale” 18 Un bel giorno l’utopia sbarcò a Gaza La storia di Vittorio Arrigoni diventa un libro 20 InformaWeb

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onsumi

22 Il vero prezzo di un “like” Come ci imbroglia il web Il mercato dei follower e dei mi piace su internet 27 Gli italiani? Pazzi per le librerie on line I segreti per scegliere bene 29 L’alimento della settimana Il salmone affumicato 32 MondoItalia

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COME SI PUÒ PAGARE CARTA DI CREDITO:

sul www.ilsalvagente.it CONTO CORRENTE POSTALE:

numero 69412005 intestato a Editoriale Il Salvagente Società Cooperativa, via Pinerolo 43, 00182 Roma BONIFICO BANCARIO: Monte dei Paschi di Siena: IBAN IT94 C01030 02400 000003859225. Specificate esattamente la causale e l’indirizzo dell’abbonato.

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Nu me ro

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uovocondominio Speciale di otto pagine da staccare e conservare

iritti

35 L’ora del saldo Imu Istruzioni per l’uso Come si calcola e si paga l’imposta più odiata 38 Bonus bebè, l’aiutino solo a 3mila mamme Tanti annunci e pochi fondi 40 Salvagiovani 42 SpazioCivile

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celte

45 Torino racconta Degas 80 capolavori in mostra 48 Alice Munro, piccole vicende di donne in lotta Due raccolte di novelle 50 Piante&piante 51 Sì, mangiare 52 Ciambella/Sport a scuola 52 Ciambella/Babbo Natale 54 Ciambella/Letti per voi 55 Filmando 56 LeggoVedoSento 58 Teledipendente 58 Fenomenale!

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salvagente il

Nuovissima serie anno 21, numero 48. Direttore responsabile: Riccardo Quintili. Direttore editoriale: Rocco Di Blasi. Garante dei lettori: Francisca Colli. Impaginazione: Claudia La Torre, Monica Rodriguez, Silvia Pagliarini. In redazione: Enrico Cinotti (vicecaposervizio), Barbara Liverzani, Giorgia Nardelli, Michela Rossetti, Davide Sfragano, Marta Strinati (vicecaposervizio). In segreteria di redazione: Enza Ciminelli. Marketing e pubblicità: Federico Venditti. In amministrazione: Daniela Fagioli. Progetto grafico: Silvia Pagliarini. Hanno collaborato a questo numero: (in ordine di apparizione): Alessandro Marescotti, Antonio Lubrano, Antonio Zollo, Eugenio Manca, Luisella Costamagna, Livia Parisi, Lorenzo Misuraca, Samuele Tavani, Roberto Quintavalle, Patrizia Pallara, Monica Timba, Valentina Corvino, Delia Vaccarello, Fernando Guerci, Gabriella Brugnoli, Vito Lamberti, Marina Ros, Martino Ragusa, Francesco Piromallo, Costanza Beltrami, Francesca Mossa, Valerio Calzolaio, Rita De Buono. Vietata la riproduzione di articoli, test e relative tabelle, senza preventiva autorizzazione del “Salvagente”. Questo numero è stato chiuso in tipografia il 3/12/2012. Editore: Editoriale Il Salvagente Società Cooperativa s.c. a r.l. Presidente: Rocco Di Blasi. Stampa: Rotopress International Srl, via Brecce, Loreto (An). Distribuzione esclusiva per l’Italia: Parrini e C. spa, via di Santa Cornelia 9, 00060 Roma. Iscrizione numero 212 del 3 aprile 1992 al Tribunale di Roma. Questa testata fruisce dei contributi statali diretti della legge 7 agosto 1990, n. 250. ISSN 1123 - 7236.

35 Legacoop - Associazione Cooperative Editoriali e di Comunicazione


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L’ opinione

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Alessandro Marescotti Presidente di PeaceLink

Ilva, la politica troppo vicina agli interessi privati

“D

ue casi di tumore in più all’anno... una minchiata”, dice telefonicamente Fabio Riva (attualmente latitante) a un avvocato. L’intercettazione è nelle oltre 500 pagine dell’ultima ordinanza del gip Patrizia Todisco che parla di una “associazione a delinquere” fatta di politici, amministratori, giornalisti e funzionari. Il “disastro ambientale” diventa ora “questione morale”. Dal telefonino di Girolamo Archinà, uomo chiave dell’Ilva e “tessitore” di tantissime relazioni, vien fuori il finimondo, un copione che neanche Beppe Grillo avrebbe saputo inventare. Gli intercettati vengono sorpresi ad accordarsi amichevolmente con Archinà. Sono personaggi di spicco: il presidente della Regione Nichi Vendola (Sel), il presidente della Provincia Gianni Florido (Pd), il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno (Sel). L’on. Ludovico Vico (Pd) rassicura Archinà che “non passerà” la mozione dell’onorevole Alessandro Bratti (anche lui Pd) per ristabilire il limite al benzo(a)pirene. Proprio a Bratti mi ero rivolto - come presidente di PeaceLink - per chiedere di reintrodurre quel limite al benzo(a)pirene (noto cancerogeno dell’Ilva). Il 13 agosto del 2010 un decreto del governo Berlusconi lo aveva cancellato. Emerge una resistenza “nascosta”

nei confronti di una campagna - come quella di PeaceLink - finalizzata a ristabilire un limite per difendere la salute dei bambini. Pazzesco. Se non ci fossero state queste intercettazioni della magistratura oggi non sapremmo chi ha lavorato per creare quel muro di gomma. L’inchiesta sull’Ilva di Taranto è oggi diventata la nuova Mani Pulite e si abbatte soprattutto su esponenti del centro-sinistra. Sono quelli che avrebbero potuto difendere i cittadini dai veleni e salvare vite umane: i decessi annui per inquinamento industriale sono 30. Lo dice la perizia della procura. I politici avrebbero dovuto mettere il bene della vita al di sopra del pro-

A Taranto al disastro ambientale si somma anche una questione morale. Il decreto del governo “restituisce” gli impianti ai Riva ma di nuovo acuisce il conflitto con la procura

fitto. Avrebbero dovuto rispondere picche all’uomo dell’Ilva, sbattergli il telefono in faccia. E invece lo chiamano per nome, ridacchiano, si intrattengono amichevolmente con lui: “ti abbraccio”, “ciao Girolamo”. E di fronte a questo scempio il governo che fa? È ossessionato dai magistrati che indagano sull’Ilva. Scrive un decreto per restituire ai Riva (agli arresti) quegli impianti Ilva posti sotto sequestro dalla magistratura. Monti come Berlusconi. Anzi, peggio. Ovviamente tentare di bloccare i magistrati è incostituzionale, ma i tempi si allungano. Quante altre persone si ammaleranno?

’’

Nella foto: Fabio Riva.


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I ouncittadino

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E il Papa “sfratta” il bue e l’asinello Antonio Lubrano

za. Ma c’è un altro museo, secondo me, che rischia di perdere pezzi: il Museo del Presepe, da quello celeberrimo di Gubbio a quello di Capodimonte a Napoli, e poi di Bergamo o di Reggio Calabria. Perché? No, i ladri qui non c’entrano, c’entra Benedetto XVI. Già, il Papa. Che, come sapete, ha scritto un altro libro su Gesù. O meglio sulla sua infanzia. Ed è partito dalla Grotta di Betlemme. Secondo la sua ricostruzione dell’evento, al momento della nascita non c’erano a dar calore al Bambino il bue e l’asinello. Quindi se vogliamo essere, come dire, ortodossi, quando fra pochi giorni faremo anche noi il presepe, per favore, togliamo i due animali. Chissà, sia detto per inciso, che cosa ne penseranno gli artigiani di S. Gregorio Armeno, la famosa strada dei pastori a Napoli. Di certo i dirigenti del Museo del Presepe stanno vivendo nell’imbarazzo: togliere dalle bacheche gli esemplari del bue e dell’asinello o lasciarli lì, a testimonianza di un “falso” cui pure siamo affezionati?

In

Italia ci sono più di 60 musei singolari, non saprei come altro definirli: si va dal museo dell’ombrello a quello dei lampioni stradali, dal museo della scarpa a quello del fischietto. Prendiamo ad esempio l’ultimo, che si trova ad Asiago ed espone ben 10mila esemplari. Visitandolo non possiamo fare a meno di pensare al confronto tra il successo e l’insuccesso: dal fiasco teatrale al modo americano di celebrare un trionfo; dalle proteste di piazza al destino dell’arbitro di calcio. Su ciascuna collezione museale si potrebbe fare una riflessione. Ne cito un altro: il museo del rame, quello di Isili in Sardegna. Se considero che ogni tanto in Italia un treno si ferma perché sempre più di frequente un malvivente d’importazione ha rubato qualche chilometro di cavo rosso, mi viene fatto di pensare che il museo del rame sia in pericolo. Occorre raddoppiare la sorveglian-

A mico penna di

Bambini, soldati e un conflitto disumano D

avvero la storia sembra non insegnare nulla. Il razzismo diventa sempre più aggressivo, segnatamente quello di stampo nazifascista, rivolto quindi verso gli ebrei o tutto ciò che sa di ebreo. Anche un’Europa distratta e ignava di fronte al problema - Italia compresa - è, alla fine, spiegazione e ragione del perché non si venga a capo della tragedia mediorientale, che ciclicamente incendia quella regione, lasciando sul campo morti e distruzione. Non molto tempo fa ho avuto la fortuna di visitare Gerusalemme e altri luoghi d’Israele, in un periodo di relativa tranquillità. Dalle finestre del sobrio albergo di Betlemme era possibile vedere, di mattina, piccoli gruppi di ragazzini arabi, zainetto in spalla, che si recavano a scuola: un commovente simbolo di speranza. Nel trasferimento da Gerusalemme a Tel Aviv, sosta a Emmaus, dove Cristo risorto (Vangelo di Luca) si pa-

Antonio Zollo lesò a due suoi discepoli. Visita al complesso monastico tenuto da benedettini francesi e - sorpresa - due soldati israeliani armati di tutto punto all’ingresso. Spiegazione: dentro, accoccolati in una sorta di piccolo anfiteatro naturale, alcune decine di loro commilitoni ascoltavano un monaco, alternando risa e applausi. Tutti giovanissimi - alcune ragazze soldato bellissime - dopo un po’, ammucchiati i fucili mitragliatori sotto un albero, erano impegnati con i cellulari, a mangiare pizzette, a bere succhi di frutta. Erano - ci fu detto - reclute in gita: allegre, festose, rilassate. Spero che siano tutti vivi - bambini e soldati - e che possano serenamente morire di vecchiaia. E, tuttavia, agghiaccia il cuore vedere come non si riesca a por fine a un conflitto così disumano. I protagonisti del più recente romanzo di David Grossman (un figlio ucciso 6 anni fa in quella stupida guerra) sono attratti verso un luogo - un “laggiù” - dove ci sono la morte e la vita. Perché si continua a scegliere la morte e non la vita?


Tu ti regali

Un fine anno tutto da leggere col Salvagente. Tra i doni per chi si abbona come sostenitore c’è il nuovo romanzo di Daniel Pennac. “Diario di un corpo”, 352 pagine, prezzo di copertina 18 euro. Chi lo sceglie lo riceve gratis a casa. Un bel regalo da fare (o da farsi). Il diario indimenticabile di una vita in carne e ossa. Con i suoi dolori e le sue grandezze.

o m a i c c N o i t i fa e l a t a N i d O L A G il RE Modalità e coupon per l’abbonamento a pagina 31.


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PitStop

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Tra “noi” e “loro” ha vinto la politica spettacolo Eugenio Manca che senso ha avuto schierare l’uno contro l’altro i candidati invece di affiancarli, quasi si trattasse di contendenti che si battevano ciascuno per una sua squadra? Perché l’accusa di regole truccate, colpi bassi, brogli (magari per esorcizzarli, il che è pure peggio), in un crescendo di toni esasperati? E perché mai perfino un giornale prudente come“l’Unità”ha fatto uso e abuso di parole come “duello”, “sfida”,“guerra”,“scontro”, di fatto avallando l’idea di una resa dei conti fra opposte e inconciliabili fazioni? NON SONOdettagli senza valore. Fra chi s’è impegnato nella consultazione, molti vengono da un partito, ormai defunto, nel quale mai si sarebbe tollerato un frasario guerresco e ostile come quello adoperato: perché era monolitico, antidemocratico, insofferente alla critica? No, perché era un collettivo animato da valori condivisi, nel quale era inconcepibile che un iscritto varcasse la soglia oltre cui si potesse dire“noi”e“loro”. E non per un bisogno di correttezza formale o di buona creanza ma per una ragione eminentemente politica: perché dire e anche subire il“noi”e“loro”allude a una doppiezza di fondo, a un retropensiero in agguato, forse anche a modi alternativi di intendere la politica. È utile sottacerlo per una forza che si candida al governo del paese? Qualcuno crede di dover rimarcare differenze profonde nei contenuti: fran-

camente ci è parso disageIN VERSI vole coglierle. Più che i contenuti, percorsi a volo raROTTAMANTI dente specie in tv, a restarci impresse sono parole sommarie come Insaziabili nel “rottamazione”, “inciucio”, “intrigo”, rottamarci “vecchio” e consimili, tutte piuttosto /Per lunghi e estranee a categorie politiche sevebrevi anni re e convincenti. Semplificazioni /Poeticamente grossolane, espedienti semantici, rosempre ba che i vinai direbbero“di pronta beva”, inadatta a fermentare e a produr- /Ci rottamammo. /L’esito fu la re un vino che si rispetti. Scriviamo coppia senza illuderci di trovare udienza. Per/Di magnifici, ché - ammettiamolo - la sinistra anche in questa occasione ha mostra- che oggi siamo, /Rottami. to di saper cadere in pieno nella re(…) te della politica-spettacolo. 1993 PIÙ CHE FARSI convincere dal merito, la suggestione sembra venire dal Guido Ceronetti colore della giacca, dal nodo alla crain LE BALLATE vatta, dalla battuta feroce, dalla zamDELL’ANGELO FERITO, pata negli stinchi, dalla metafora azil notes magico, 2009 zeccata e dalla lacrima commossa, il tutto affidato al vaglio di semiologi, politologi, esperti di comunicazione e marketing, comici e imitatori, ingaggiati da giornali e agenzie demoscopiche per stilare pagelle e dispensare voti. È il circo mediatico il destino anche per noi? S’è detto: è stato un vero confronto libero, “all’americana”. Può darsi. Resta da non dimenticare che Barack Obama e Mitt Romney erano i contendenti di due fronti ferocemente opposti e alternativi. Appunto.

P

rimarie, festa della democrazia. Davvero possiamo pronunciarla convintamente, serenamente questa frase, senza rischio che suoni un po’retorica e stonata, come una campana che nasconda una crepa? Due milioni e 750mila al voto, in tempi di rifiuto e di disimpegno dalla politica, costituiscono certo un segnale confortante; che ciò sia avvenuto nell’area del centro-sinistra mentre il centro-destra resta appeso agli umori altalenanti del suo proprietario, questo pure è un dato eloquente. Dunque una prova di vitalità e passione civile, non c’è dubbio, da cui risulta che il candidato premier per questo versante sarà Bersani. Ma, a costo di un pizzico di irritazione, ora può forse esserci posto non solo per l’autocompiacimento ma anche per qualche non malevola riflessione. UNA ANZITUTTO sul clima che ha pesato sulla competizione e che lungamente - dobbiamo saperlo, malgrado gli entusiasmi - ne accompagnerà l’esito: perché quella che doveva essere la scelta ragionata e tranquilla del candidato più adatto a rappresentare uno stesso partito (oltre che l’intera coalizione) ha preso i toni di una guerra intestina, di un match velenoso e talvolta scorretto giocato su un ring attorno a cui opposte tifoserie si aspettavano e forse si auguravano di vedere il sangue? La nettezza delle posizioni è un dovere, ma


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LeParoledellaSettimana

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C’è e non si vede la commissione che valuta l’operato della P.A. Luisella Costamagna

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ombattere gli sprechi e rendere più efficiente la pubblica amministrazione. Erano queste le linee guida della grande riforma dell’allora ministro Renato Brunetta. Ora, a 3 anni dall’entrata in vigore, gli ultimi dati sull’assenteismo dei dipendenti pubblici ci dicono che, effettivamente, le assenze per malattia dei dipendenti pubblici continuano a diminuire. Considerato che non si registrano miglioramenti né nelle condizioni meteorologiche dell’Italia né nella salute degli italiani, dobbiamo pensare che il rischio punizione - ed eventuale licenziamento - previsto dalla legge funziona da deterrente. La riforma ci ha anche lasciato in eredità un ente che merita qualche riflessione. Si tratta della Civit, la Commissione indipendente per la valutazione, l’integrità e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche. Considerati l’opacità dei conti e delle nomine, l’inefficienza e gli sprechi di denaro pubblico che siamo purtroppo abituati a conoscere nelle più diverse strutture pubbliche, una commissione di controllo di questo tipo appare come assolutamente indispensabile, preziosa, e carica di responsabilità e lavoro su cui mettere le mani. Peccato che, a meno di un anno dalla sua nascita, uno dei commissari Pietro Micheli, professore di Analisi delle politiche pubbliche nell’Università inglese di Cranfield, arrivato ap-

posta dalla Gran Bretagna per dare il suo contributo alla Civit - decise di dimettersi, inviando al ministro Brunetta una lettera in cui denunciava l’inutilità della commissione, la dipendenza dalla politica, i limiti di intervento, poteri e risorse, la burocrazia eccessiva. Non solo. Micheli puntava il dito anche contro il meccanismo delle punizioni per i “fannulloni” cui non corrispondevano premi per i meritevoli (anche perché i soldi erano stati tagliati dalla legge di stabilità), che - scriveva testuale l’ex commissario - avevano “finito per deprimere la reputazione e il senso di appartenenza di tanti dipendenti pubblici”. Da quelle dimissioni, era il 14 gennaio 2011, sono passati quasi 2 anni e di questa Civit non abbiamo saputo più nulla - avete mai letto o visto in tv uno dei membri relazionare sui risultati ottenuti? Avete mai sentito interventi tipo:“Abbiamo scoperto questo”,“Abbiamo tagliato o messo a posto quest’altro”? Eppure di scandali nelle amministrazioni pubbliche (basti pensare agli enti locali e alle Regioni) ce ne sono stati eccome - e l’ultima notizia è ancora e semplicemente formale: la trasformazione della commissione in Autorità per la lotta alla corruzione. La domanda è inevitabile e scontata:

Istituita 3 anni fa, ci costa molto, ma non sappiamo che cosa fa. E sì che di scandali nelle strutture pubbliche ce ne sono stati

non è che semplicemente si è creata una nuova - ennesima - struttura, con tante persone che costano molto (il presidente guadagna 180.000 euro lordi l’anno, i commissari 150.000, più 30 dipendenti e una decina di consulenti ed esperti che certo non lavorano gratis), senza però migliorare la qualità dei servizi per i cittadini (che poi dovrebbe essere lo scopo ultimo di tutto questo)? Certo, non è che dall’oggi al domani si possa cambiare un malcostume di gestione che risale nel nostro paese a qualche era geologica fa. Anche la migliore commissione ha bisogno di tempo. Ma sarebbe utile sapere, a distanza di 3 anni, se non quali risultati si sono ottenuti, almeno su cosa stanno lavorando - faticosamente e con competenza, non lo mettiamo in dubbio - tutte queste persone pagate con denaro pubblico. Diversamente, si alimenta il dubbio che si sia voluto combattere lo spreco solo in apparenza, mentre nella sostanza si è prodotto solo altro spreco. O no?


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Attualità

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Tasse

SCONTRINI detraibili: perdita secca o arma antievasori? Fa discutere la possibilità di scaricare le spese di tutti i giorni per far emergere il nero. Enrico Cinotti

Un emendamento introduce il meccanismo che incentiva i consumatori a chiedere la fattura. Ma sono molti quelli che bocciano questo sistema

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nestà per convenienza o la carta vincente per sconfiggere l’evasione fiscale? Una perdita secca per le casse dello Stato oppure un modo per aumentare il gettito tributario? È bastato un emendamento alla legge di Stabilità, presentato dal Pd in commissione Finanze al Senato e votato all’unanimità, a riaprire il dibattito sul contrasto di interessi, cioè la possibilità di dedurre dalla dichiarazione dei redditi alcune spese, certificandole attraverso gli scontrini e le ricevute fiscali. Il meccanismo premiale incentiverebbe i consumatori a richiedere sempre la fattura e, per lo Stato, questo significherebbe far emergere dal nero basi imponibili che al-


A ttualitàTasse

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Scontrini detraibili: perdita...

trimenti sfuggirebbero ai radar dell’Erario. Così facendo nelle casse pubbliche affluirebbero maggiori entrate. Tutto, insomma, funzionerebbe alla perfezione.

Il fronte del No Eppure il fronte dei contrari è molto ampio. A cominciare da Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate: “Sono contrario al contrasto di interessi, non mi piace ‘l’onestà per convenienza’, non la trovo corretta, e questa misura peraltro non porta quei vantaggi di cui tutti parlano”. “Contrarissimo” è anche il segretario della Cgia, l’associazione degli artigiani di Mestre, Giuseppe Bortolussi, autore del recente libro “Evasori d’Italia”: “All’estero, nei paesi che hanno sperimentato il contrasto di interessi, è stato un disa-

stro. In Italia, se guardiamo alle agevolazioni fiscali legate alle ristrutturazioni edilizie (dal 1998, ndr) e al risparmio energetico (dal 2008, ndr), lo Stato ci ha rimesso 2,4 miliardi di mancato gettito. È vero che i due provvedimenti erano motivati dal rilancio dell’attività edilizia da una parte e dall’emersione di parte del nero dall’altra. Ma per lo Stato al momento sono state operazioni costose”. Il senatore Giuliano Barbolini, capogruppo del Pd in commissione Finanze del Senato, è l’autore del famoso emendamento: “Nessuno ha mai pensato di rendere scaricabile qualsiasi spesa. Il

provvedimento sarà mirato, temporaneo e settoriale”.

Carrozzieri e idraulici L’emendamento, inserito nella legge delega sul riordino fiscale, affida al governo la definizione del meccanismo che deve seguire però i paletti posti in Senato. “Innanzitutto - aggiunge il senatore Barbolini - pensiamo che il contrasto di interessi possa essere sperimentato in alcuni settori. Si può ad esempio partire con le spese au-

recia G e a i h c r u T ro, ato Bolivia, Cip esi che ci hanno prov Ecco i pa

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alla Bolivia a Cipro, passando per la Grecia e la Turchia, il contrasto di interessi non ha portato molti frutti. Li analizza Giuseppe Bortolussi nel suo ultimo libro “Evasori d’Italia” (Sperling & Kupfer, 224 pagine, 16,50 euro). In Bolivia - il secondo stato al mondo per evasione fiscale che ha raggiunto il 70% del Pil - nel 1986 fu adottato un sistema che prevedeva che il datore di lavoro trattenese 4 mensilità all’anno per “restituirle” al dipendente via via che presentava delle spese scaricabili. A Cipro, come in Turchia, più recentemente è stato varato in via sperimentale un sistema che consente di portare in detrazione qualsiasi spesa a comincia-

se de ch sca ga In cri tat pe me pr se ti d ri No la


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tomobilistiche di carrozzeria e con i lavori di manutenzione della casa, come quelli elettrici o idraulici. Il contribuente potrebbe portare in detrazione una parte di queste spese certificate, fino al raggiungimento di un tetto”. Secondo uno studio, soltanto nel settore delle riparazioni

to

re dagli scontrini fiscali. A Cipro, oltre a essersi creato un florido mercato degli scontrini, si è osservato che anche i più ricchi riescono, scaricando le spese, a non pagare le tasse. In Grecia, prima della grande crisi, per un anno è stato adottato un sistema analogo subito però archiviato. Più recentemente in Parlamento è stata presentata una legge che consente ai clienti di bar e ristoranti di mangiare gratis se i gestori non presentano la fattura. Non c’è che dire: la crisi stimola la fantasia.

A ttualitàTasse

auto appena 3 interventi su 10 vengono certificati tramite ricevuta fiscale. Se questo dato salisse a 5-6 fatture ogni dieci interventi, il maggior gettito che ne deriverebbe andrebbe a coprire il vantaggio fiscale per i cittadini. “In generale - conclude Barbolini - per far funzionare il contrasto di interessi servono tre cose. Occorre garantire un’agevolazione per il contribuente, un benefit per il prestatore del servizio - ad esempio si potrebbe prevedere un’aliquota Iva più bassa - e nella fase di avvio ci sarà un minor gettito per l’Erario che lo Stato dovrà coprire”. Sarà la volta buona per introdurre in Italia il contrasto di interesse? La strada sembra tracciata, ma gli ostacoli non mancano.

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IL TRIBUTARISTA RAFFAELLO LUPI

“Non è una medicina miracolosa ma potrebbe funzionare”

“Se

Se si dà la giusta convenienza al consumatore e si sperimenta partendo da alcuni settori il “contrasto di interessi” sarebbe utile a far emergere parte del nero

si vuole rendere appetibile il meccanismo bisogna garantire al cliente uno sconto fiscale maggiore dell’Iva che pagherebbe con la fattura. Se no continuerà a prevalere il nero”. Raffaello Lupi, ordinario di Diritto tributarioall’Università di Roma Tor Vergata, crede“che il contrasto di interessi non sia la medicina miracolosa, ma applicate in alcuni casi e con determinati accorgimenti, potrebbe aiutare contro l’evasione”. Professor Lupi, che cosa servirebbe per far funzionare il contrasto di interessi? Innanzitutto non si può pensare di poter scaricare ogni cosa, dallo scontrino della colazione alla fattura del parrucchiere. Bisogna mettere dei paletti. Proviamoci. A mio giudizio è opportuno: indicare il fornitore del bene o del servizio nella dichiarazione dei redditi; garantire una convenienza fiscale al cliente che chiede la fattura; individuare i settori dove poterlo sperimentare; prevedere comunque delle sanzioni anche per il cliente che non chiede lo scontrino o la fattura. Sul primo punto: il meccanismo non è simile a quello delle spese detraibili del 730? E no! Dobbiamo indicare all’Agen-


A ttualitàTasse

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Non è una medicina miracolosa...

zia delle Entrate non solo il quanto ma anche a chi ho dato i miei soldi, indicare il fornitore o il venditore attraverso il suo codice fiscale, altrimenti come può incrociare i dati? Come si fa a invogliare i consumatori a farsi rilasciare la fattura? Con la convenienza. Oggi qual è la mediazione che si raggiunge tra un cliente e il fornitore? Senza la fattura, il primo non paga l’Iva, il secondo si risparmia l’Irpef, perché di quel guadagno si perdono le tracce. A questo punto lo Stato deve garantire al cliente che potrà avere uno sconto fiscale maggiore dell’Iva che “risparmierebbe” senza fattura. E per lo Stato quale sarebbe la convenienza? Stando all’esempio, si porta a casa l’Irpef del fornitore che altri-

LA LEGGENDA METROPOLITANA DEGLI USA

“B

isogna scaricare tutto, come si fa negli Stati Uniti!”. Quando si propone di introdurre il contrasto di interessi, il riferimento al sistema a stelle e strisce è d’obbligo. Anche se nella realtà è una leggenda metropolitana. Negli Usa i contribuenti hanno la

menti gli sfuggirebbe. Ma se è così semplice perché non lo si applica subito? Perchè semplice non è. Se decido come Stato di far emergere il nero dalla vendita di mobili e quindi, per fare un esempio, garantisco uno sconto fiscale pari all’Iva, per i cittadini è una cuccagna ma per le casse pubbliche è un bagno di sangue. E questo perché le grandi catene di mobili, con o senza contrasto di interessi, fatturano regolarmente mentre sono pochi i negozi che non emettono gli scontrini.

possibilità di scegliere tra un sistema di detrazioni a forfait oppure uno analitico, dove occorre indicare la spesa e il venditore. Nella stragrande maggioranza dei casi i contribuenti americani scelgono la detrazione a forfait dove ci sono dei tetti massimi di spese da poter scaricare: fino a 7.500 dollari per i single e i coniugi con dichiarazione separata, 8.400 dollari per un capo famiglia non coniugato, 11.400 dollari nel caso in cui i coniugi facciano una dichiarazione congiunta.

Nell’esempio dei mobili, settore tradizionalmente “tracciato”, non ci sarebbe per lo Stato un’emersione dal nero tale da garantire un aumento di gettito. Giusto? Sì. Per questo a mio giudizio il contrasto di interessi va sperimentato solo in alcuni settori. Cominciamo con i collaboratori domestici e le riparazioni di carrozzeria. E sulle sanzioni? Se il fornitore non fa la fattura e la Finanza lo pesca, vogliamo chiedere al cliente di contribuire al pagamento dell’Iva evasa? Del resto anche a lui è convenuto non pagarla.



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A ttualitàL’intervista

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“Un bel giorno L’UTOPIA sbarcò a

“Un

bel giorno l’utopia sbarcò a Gaza”. Con queste parole una ragazza palestinese ricorda l’entusiasmo che accolse l’arrivo di Vittorio Arrigoni nella striscia di terra stretta tra Israele e il mare. Era il 23 agosto 2008 e Vittorio ci arrivò dopo una traversata in nave di quasi un mese, organizzata dal gruppo di attivisti per i diritti umani International Solidarity Movement. Attraverso poesie, disegni e riflessioni, il percorso che ha portato un ragazzo di Bulciago, in provincia di Lecco, a diventare Vik Utopia è raccontato dalla mamma, Egidia Beretta, nel libro “Il viaggio di Vittorio” (Dalai editore). “Iniziò ad accompagnare i pescherecci in mare, facendo da scudo

Vittorio Arrigoni è morto a Gaza il 15 aprile 2011. La madre racconta il viaggio che lo ha portato a diventare per tutti Vik Utopia

umano contro gli attacchi israeliani”, racconta, “gli venne conferito un passaporto palestinese di cui andava orgoglioso, sebbene non avesse alcuna validità nel resto del mondo”. Nato in una famiglia dove si respirava amore per letteratura e solidarietà, in Palestina Arrigoni ha trovato la morte, a 36 anni, il 15 aprile 2011. “Chiedo perdono per non essermi guardato allo specchio e non essermi scoperto reso alla ricerca dell’assurdo, scriveva Vittorio in un poesia. Mi sono domandata spesso se stesse chiedendo perdono a noi genitori, per l’angoscia che ci provocava saperlo in pericolo”, parla col cuore la madre, Egidia. “Vedendolo così turbato dalle esperienze che affrontava, in alcuni momenti ho desiderato che avesse vita normale. Non me lo dico più, sono orgogliosa del-

le scelte che ha fatto”. “Utopia” era soprannominato Vik, un nome coniato da Tommaso Moro per il luogo che non c’è... Condivido le parole di don Giorgio de Capitani: utopia è luogo che non c’è, ma che potrebbe esserci. È più del sogno, è l’esigenza spirituale di non fermarsi, non temere di pensare grande. È il cammino e anche la meta, che va cercata senza dimenticarsi di “restare umani”. Così Vittorio chiudeva i reportage, terribilmente cruenti, che scriveva per “il Manifesto” durante Piombo fuso, l’offensiva israeliana scoppiata a fine 2008. Per lui che era sotto le bombe, significava non farsi prendere dal risentimento, dalla rabbia. Mentre faceva servizio volontario a bordo delle ambulanze lo ripeteva incessantemente: restiamo umani.


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ò a Gaza” Piercing e tatuaggi, di cui adava fiero, attiravano l’attenzione... Soprattutto quella dei bambini, che per Vittorio avevano una grande passione. Raccontava che il piercing era un incidente di pesca, un amo rimasto impigliato e quando parlava dei tatuaggi diceva che erano le cicatrici della sua anima. Uno di quelli a cui era più affezionato era Handala, il bimbo palestinese disegnato, da Naji Ali, di spalle: fino a quando il mondo gli volterà le spalle, lui le volterà al mondo. In un video Vittorio risponde all’intervento di Saviano al convegno “Per la verità! Per Israele!”, chiedendo di non dimenticare le atrocità subite dai palestinesi. Aveva apprezzato“Gomorra”e il coraggio di Saviano di esporsi. Quando lo sentì tessere le lodi di Israele e decantarne la democrazia,senza accenni all’apartheid, rimase addolorato e deluso. Un’indignazione dettata da un sentimento di offesa nei confronti dei diritti umani,“che sono tali in tutto il mondo, non solo a Scampia”. Gli dissi: hai avuto coraggio a chiedere “che differenza c’è tra Brusca che scioglie nell’acido un bambino e Israele che col fosforo bianco ne ha uccisi in un anno 350?”. Il 13 aprile 2011 il suo ultimo post, il giorno dopo il video in cui appare bendato e malmenato. Poi l’uccisione, per la quale è stato condannato un gruppo salafita. Restano dubbi? Nel suo blog Guerrilla Radio aveva documentato i raid militari e le morti palestinesi nei tunnel che collegano Gaza all’Egitto per rifornire la popolazione. Con il suo impegno si era

A ttualitàL’intervista guadagnato le minacce tanto dell’estrema destra israeliana che dei salafiti islamici. La verità non si saprà, ma su questo interrogativo non mi consumo. Che la sua morte sia avvenuta per mano di questo o quello poco aggiunge, conta il suo esempio. I semi gettati hanno rinvigorito tante vite: lo leggo dalle lettere che mi arrivano. Questo intendo quando scrivo che è“più vivo che mai”. La sua sepoltura ha coinciso con il giorno di Pasqua e non celebrammo il rito funebre, ma quello della resurrezione. Ne fui felice. Ricordo che durante la messa il parroco disse “la Chiesa si onora di te”: era la cosa più bella che potesse dire. Martire, eroe, pacifista? Non deve essere un’icona o un modello, ma un compagno di viaggio. Il fatto che abbia sacrificato la vita fa riflettere su come siamo immersi nel nostro piccolo quotidiano:“la Palestina è fuori l’uscio di casa nostra”, diceva. Era pacifista, nel senso di “costruttore di pace”: cercava la pace, sapendo che non si ottiene senza giustizia. La voglia di tornare in Palestina nasceva an-

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il libro

Il viaggio di Vittorio Autore: Egidia Beretta Arrigoni Editore: Dalai Pagine: 198 Prezzo: 15 euro che dalla voglia di affermare il diritto di potersi muovere libermente. Fu malmenato più volte, incarcerato ed espulso da Israele. Per questo il suo corpo non è rientrato in Italia dall’aeroporto di Tel Aviv, ma attraverso l’Egitto. Mio marito Ettore fu lapidario: “Israele non lo ha voluto da vivo, non lo avrà da morto”. Nella stessa settimana in cui è uscito il libro è partita una nuova offensiva israeliana su Gaza. Sembra ci abbia guidato la mano nella scelta. Mi sono detta: chissà se è nuovamente la voce di Vittorio che ci impone di parlare di Gaza.Vik iniziò a scrivere il suo blog proprio contro la disinformazione. Quando andava a parlare agli incontri diceva sempre: “Invitate gli scettici, soprattutto, e quelli che la persano diversamente. Perché se anche solo una persona ne uscirà spinta a riflettere, sarà la ricompensa più grande”.


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I nformaWeb

parliamone

su

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SCARICA SCONTRINO Si riapre il dibattito sul contrasto di interessi, cioè la possibilità di dedurre dalla dichiarazione dei redditi alcune spese, certificandole attraverso gli scontrini e le fatture fiscali. Ma in quali settori lo vorreste sperimentare? Nelle riparazioni auto? Per i lavori elettrici e idraulici di casa? O per il conto al ristorante? Parliamone sulla nostra pagina Facebook.

IN CONDOMINIO Piace, viene condiviso e anche commentato. Il tema di discussione lanciato la scorsa settimana sulla nostra pagina era dedicato alla riforma del condominio. E i nostri utenti non si sono tirati indietro. Soprattutto sulle novità che riguardano gli animali. Molto critica è Sabrina: “Premesso che anche prima della riforma era impossibile vietare gli animali con un regolamento assembleare, con il nuovo non cambia nulla. È una questione di gerarchia delle fonti”. Per questi e altri dubbi rimandiamo alla lettura del nostro speciale sulla riforma del condominio.

Giorgia Nardelli

La più letta

Famiglia, mai più figli e figliastri

“I

figli sono tutti uguali”, diceva Filumena Marturano, alias Sofia Loren nella celebre trasposizione cinematografica di Eduardo De Filippo, per convincere Don Mimì-Mastroianni a riconoscere in toto la sua numerosa prole. Ma fino a ieri non era così. La legislazione italiana, per anni, non ha riconosciuto uguali diritti ai figli legittimi (cioè nati nel matrimonio) e a quelli naturali. Fino a ieri, appunto. Dopo 56 anni, svariati tentativi e un lungo iter legislativo, il Parlamento ha approvato in via definitiva la legge che

equipara quelli nati fuori dal matrimonio a tutti gli altri. Dal codice civile sono spariti infatti tutti i riferimenti a ogni distinzione. “Il figlio nato fuori del matrimonio”, questo uno dei passaggi chiave della norma, “può essere riconosciuto dalla madre e dal padre anche se già uniti in matrimonio con altra persona all’epoca del concepimento e il riconoscimento può avvenire tanto congiuntamente quanto separatamente”. La legge riguarda oggi circa 120.000 nuovi nati all’anno, ed è di fondamentale


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Sigarette

Inps

SENZA LOGO MA SOLO FOTO CHOC Non ci sarà più il logo del produttore sui pacchetti di sigarette d’ora in poi venduti in Australia. Secondo le nuove di sposizioni di legge, che puntano a scoraggiare il fumo tra i più giovani, le sigarette devono essere confezionate in pacchetti anonimi, tutti uguali, di color verde oliva, con le immagini choc di malattie legate al fumo. La novità non è piaciuta alla British American Tabacco, secondo cui la normativa provocherà una vera esplosione del mercato nero.

importanza per il rapporto tra nonni e nipoti, il cui vincolo di parentela con le vecchie norme non era riconosciuto, comportando non pochi problemi in caso di morte di entrambi i genitori. Con la modifica arrivata la scorsa settimana il riconoscimento della prole da parte dei ge-

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PAGINA FACEBOOK PER COLF E BADANTI

Un Panini FIGURINE PER LE FORNITURE SCOLASTICHE Incoraggiati dall’enorme successo dell’iniziativa promossa lo scorso anno da Conad, Panini lancia una campagna per donare attrezzature multimediali alle scuole tramite la raccolta di bustine vuote. L’iniziativa si chiama “Compagni di collezione”, ed è legata alla raccolta “Zampe & Co. 2012-2013”, dedicata agli animali. I collezionisti potranno consegnare le bustine vuote alla propria scuola fino al 15 giugno 2013. Per informazioni e iscrizioni: http://zampe.paninianimalworld.c om/compagni-di-collezione.

nitori estende la propria efficacia anche ai parenti di questi, e cambia le cose in caso di morte e di eredità: nel caso si verifichi questa tragica eventualità, infatti, i bambini potranno essere affidati ai nonni, senza diventare automaticamente adottabili, ed ereditare i beni della famiglia.

aiuto per i collaboratori domestici e i loro datori di lavoro. Lo ha pensato l’Inps, che ha dedicato una pagina Facebook , “Gestire il lavoro domestico”, a colf, badanti, camerieri, cuochi e baby sitter che vogliono mettersi in regola. Sul social network, alla pagina http://www.facebook.com/INPS.LavoroDomestico, ci sono tutte le informazioni utili per la gestione di un rapporto di lavoro domestico: dall’assunzione fino alla cessazione del rapporto di lavoro, passando per il calcolo dei contributi dovuti e le modalità di pagamento. Una guida utile per non incorrere in errori e omissioni. L’iniziativa sui lavoratori domestici arriva dopo le pagine facebook “Riscattare la laurea” e “Utilizzare i buoni lavoro”. La scelta di frammentare gli argomenti è pensata per facilitare gli utenti che così possano trovare velocemente le indicazioni di cui hanno bisogno. Queste pagine, però, ha chiarito l’istituto di previdenza, non fungono da sportello virtuale (anche se, assicurano, vengono lette e aggiornate quotidianamente), e spesso per ricevere una risposta ai quesiti l’Inps consiglia di rivolgersi al numero verde accessibile anche via Skype (803 164) o alla sezione “Inps risponde” del sito internet www.inps.it.


Consumi Test

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Ld’ gi ng cf gh gi ef ds ft ia

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COME CI CONDIZIONANO A TT

Il vero PR ti casi tramite finti utenti, per una azienda è facile come bere un bicchiere d’acqua. Basta pagare, e in poco tempo il video del film di un regista esordiente ha mille visualizzazioni su YouTube, oppure la pagina fan di un politico in campagna elettorale si riempie magicamente di “mi piace”.

Al suk dei clic

Visualizzazioni, “like”, followers... Come funziona un gigantesco inganno per il consumatore. Lorenzo Misuraca

Il listino dei fan su fbfans.it

Da

quando anche i telegiornali usano i video di YouTube per i loro servizi è chiaro a tutti che i

social network e i loro contenuti sono il centro del sistema mediatico di oggi. Il successo di un prodotto commerciale, per esempio, si misura non solo in vendite, ma anche nel numero di “mi piace” (“I like” in inglese) che riceve su Facebook, di followers che ha su Twitter o appunto di visualizzazioni che ottiene su YouTube. Quello che la maggior parte dei consumatori non sa è che gonfiare questi contatti, in mol-

La pratica in sé è scorretta perché induce il consumatore a credere che il prodotto abbia più successo di quanto ne consegua nella realtà. La reputazione sul web, però, ha un vero e proprio mercato con i suoi prezzi. Aggiungere mille contatti alla propria fanpage su Facebook può costare anche meno di 60 euro, mentre per 5mila visualizzazioni sul canale YouTube bastano 22 euro su magicviral.com, uno dei maggiori siti italiani di compravendita di contatti su internet. Salvatore Paradiso di Magic Viral spiega al Salvagente: “Noi forniamo numeri alle pagine dei nostri clienti, ma ovviamente si tratta di uno strumento da abbinare a campagne appropriate con pubblicità tradizionale oppure on line. Per procurare fan, esistono varie metodologie, da quelle meno etiche e tradizionalmente scorrette a quelle mol-


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O A TTRAVERSO IL FINTO GRADIMENTO IN RETE

PREZZO di un “like” to più democratiche”. Tra le meno etiche, Paradiso cita la creazione di veri e propri profili falsi su Facebook, magari sotto le mentite spoglie di belle ragazze o aitanti giovani, per attirare nuovi contatti e poi venderseli su internet. “Oppure lo si può fare con i bot - sta per robot - che simulano fan su piattaforme come Twitter e Facebook”, aggiunge Paradiso. E stima che in Italia ci siano almeno 30mila persone che in un modo o nell’altro partecipano alla rete di “cliccatori a pagamento”. Quale vantaggio ne traggono le aziende acquistando ammiratori falsi? Risponde l’esperto di Magic: “Quando un video comincia a fare 50mila visualizzazioni alla settimana, solitamente

M

I servizi di magicviral.com

Cliccatori a pagamento Paradiso ha lanciato da poco la piattaforma internazionale Clinkomatic.com, con l’intento di far profitto e di far emergere dall’opacità questa pratica. Si tratta di un sistema in cui sia l’azienda sia la persona che vuol fare soldi cliccando hanno ben chiaro come funziona il business a cui stanno par-

dibilità agli occhi degli investitori, dopo il crollo in Borsa di inizio settembre. F acebook, infatti, zeppa di profili falsi e meccanismi per gonfiare l’apprezzamento delle fanpage, è ritenuta p oco affidabile da molti investitori finanziari. Non a caso, la prima mossa di Zuckerberg dopo il crollo delle quotazioni è stata quella di fare pulizia dei falsi profili. Azione non facile, senza rischiare di bloccare anche le pagine di utenti in carne ossa particolarmente attivi o al contrario particolarmente pigri. Discorso simile vale per T witter, dove i followers, quelli che seguo-

no gli aggiornamenti di altri utenti, sono tanti. Periodicamente esce una notizia su un personaggio famoso il cui numero di followers è pesantemente aumentato grazie ai falsi: il 29% per il profilo di O bama, il 71% per Lady Gaga e così via. Esiste anche un’applicazione, F akers, che permette a ognuno di stimare quanti followers non veri ha tra i suoi seguaci. Il professore M arco Camisani Calzolari, esperto di web e insegnante allo I ulm, per esempio, ha realizzato un software con il quale ha stimato che ben il 54% di seguaci di Grillo su Twitter erano inesistenti.

entre in tanti fanno soldi con la compravendita di contatti sui social network, M ark Zuckerberg non se ne sta con le mani in mano. Il fondatore di Facebook già da alcuni mesi ha lanciato la sua offensiva contro quella che per la sua creatura ritiene essere una piaga da sconfiggere. A fine settembre l’azienda statunitense ha comunicato di aver cominciato l’eliminazione sistematica di falsi “mi piace”. L’obiettivo di Zuckerberg è quello di recuperare cre-

tecipando. Una sorta di “garanzia” per gli investitori che fino a ora non potevano verificare come l’agenzia alla quale si rivolgono procuri i nuovi fan. Rimangono molti dubbi sulla legalità di queste pratiche. An-

Facebook, l’invasione dei “fakers”

YouTube lo posiziona in testa ai ranking (le classifiche, ndr) visualizzati e a volte lo mette anche tra i video più visti di quella settimana. E poi se condividi la pagina di una determinata azienda, anche se non sei un vero fan, i tuoi amici su Fb la vedono comunque”.


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Il vero prezzo di un “like”

▲ che se il nostro intervistato non lo ammette, sia per l’azienda che compra sia per chi vende il “mi piace” il rischi di vedere bloccato il proprio pro filo sul social network utilizzato esiste. Secondo Paradiso, invece, “il progetto è legale: quello che facciamo si chiama pay per view e pay per clic ed è permesso dalla legge. I social network chiaramente non gradiscono perdere le loro campagne pubblicitarie, ma eticamente penso che sia giusto redistribuire agli utenti che hanno arricchito i social alcune delle entrate economiche”. Tuttavia, dal punto di vista etico e legale sarebbe troppo facile cavarsela così. Innanzitutto perché nei social network che lo consentono, come YouTube, è possibile comprare anche i dislike, i “non mi piace” e questo

Come si guadagna con clinkomatic.com

potrebbe essere usato per danneggiare la campagna pubblicitaria di un’azienda rivale. E in generale perché, comunque la si voglia mettere, il consumatore si trova davanti a una percezione del prodotto falsata ad arte, ingannevole. Qui Paradiso ammette la contraddizione: “Sono d’accordo che sia discutibile. Io per primo mi domando se è giusto che la realtà dia dei valori così alti a qualcosa che è puramente virtuale. D’al-

Facebook, l’invasione...

“Una volta - spiega al Salvagente Calzolari - era semplice scovare i profili falsi, adesso vengono prodotti algoritmi complessi che simulano meglio gli utenti veri. Ma il punto non è tanto come vengono utilizzati questi finti followers”. Secondo Calzolari, che sul tema ha appena pubblicato un libro dal titolo F uga da Facebook, c’è proprio un problema di base: “I numeri sulla rete devono essere ripensati. Diecimila like su Facebook si raggiungono facilmente ma, visto che i fan sui social network sono

tra parte con questa dinamica il consumatore può arricchirsi con un sistema economico dal quale prima era completamente tagliato fuori”. Arricchirsi va bene, ma a qualsiasi costo?

molto distratti, valgono di meno di mille iscritti alla tua community e forse meno di cento persone che vengono alla presentazione del tuo prodotto, perché potenzialmente interessate all'acquisto”. Il mercato è drogato ma nessuno sembra far nulla. A parte Zuckerberg che dice di voler fare piazza pulita, anche se Calzolari non ci crede molto: “Facebook ha dichiarato di avere il 9% circa di profili falsi, pari a 100 milioni di u tenti. Come fanno a cancellarli tutti se ognuno di loro è valutato 100 dollari in Borsa?”.

In queste pagine alcune delle schermate di siti che “trafficano” con i numeri della rete.


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I T R U CC H I D E L M E S T I E R E

Come ti maschero il gradimento (a prezzi modici) I Non c’è solo chi vende “legalmente”. Un operatore ci racconta anche i giochi sporchi di chi non si fa

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venditori di contatti sui social network lavorano spesso nell’ombra. Quello che fanno non è sempre illegale, ma comunque non è tollerato da Facebook, YouTube e piattaforme simili. Il Salvagente ha intervistato un professionistadi questo settore, che preferisce rimanere nell’anonimato, ma ha accettato di raccontare i trucchi del mestiere, anche quelli sporchi. Immaginiamo che venga da lei e voglia aumentare i contatti della mia pagina Fb... Io personalmente promuovo la pagina all’interno del mio net-

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work di fanpages che raggiungono, sommando tutte le pagine, 3 milioni di fan. Tutte pagine create da lei? Sì, pagine di proprietà mia. Tre milioni di contatti sono tantissimi, deve avere molte fanpages. Quindici pagine grosse, alcune da 400mila contatti. Che tipo di pagine? Di tutto: pagine comiche, news, con target di sole donne o soli uomini, sul calcio e via elencando. Che tipo di performance può “promettere” a un cliente? E in che tempi? Posso selezionare anche soli fan uomini o sole donne oppure per età, dai 25 ai 50 anni per esempio. Come tempi, io cerco di convincere il cliente a farlo il più lentamente possibile perché risulta più naturale, ma a volte sono “golosi” e li vogliono in fretta. Il singolo cliente, al massimo, quanti contatti può avere? Ad esempio, mille fan in 3-4 giorni. Ma a volte i clienti ne vogliono mille al giorno. Ne ho uno molto importante al quale ho portato circa 300mila fan in un anno. Lavora solo su Fb? Anche su YouTube, Twitter, Vimeo, Soundcloud. Ma con Twitter deve essere più difficile, non ci sono gli “I like”. Sì, per Twitter, in questo momento non esistono followers reali da vendere, sono costruiti tutti con un software. Tempo fa riuscivo a farli anche reali e italiani, tramite una mia app che poi Twitter ha bloccato. Sono create via software anche le view di YouTube. Tutti vendono views fatte via software. Io pure, ma offro anche view italiane e reali, di persone del mio network.

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A volte su Facebook arrivano delle richieste di amicizia strane, da belle ragazze, con foto provocanti, ma che non hanno molte attività registrate sulla loro pagina. Sono profili falsi? Sono profili di gente che vuole aggiungere contatti per poi mandare pubblicità o altro e usano queste ragazze finte per renderlo più facile. Ci sono un sacco di ragazzini che fanno il mio lavoro spammando e vendendo fan in nero sui forum. Vendono a 40 euro mille fan, non fatturano e non pagano le tasse. E in più usano il “likejacking” ossia mascherano la pagina del cliente e ottengono il “mi piace” in modo subdolo. Mascherano in che senso? Mettono un pulsante “mi piace” nascosto dietro un’immagine, oppure invisibile. Ma questa è una truffa! Esatto. Io invece mi faccio pagare di più, ma dichiaro sempre a chi dare il like e uso bottoni standard di Facebook. Questi metodi, tipo creare profili falsi su Fb oppure aggiungere follower su Twitter tramite software, sono legali? Credo di sì sul piano legale, ma non è comunque permesso da Facebook né da Twitter. E se la scoprono cosa rischia? Ti chiudono le pagine: la tua e quella del cliente. Tantissime persone che conosco hanno perso pagine da 300mila e 700mila fan perché spammavano e usavano likejacking. A proposito del cliente, ma è consapevole che questi follower sono generati via software e che nel caso di Fb vengono da profili falsi? Io dichiaro sempre cosa è vero e cosa non lo è.


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C onsumiRisparmio

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IL 56% DEL FATTURATO DELLE CASE EDITRICI PROVIENE DAGLI ACQUISTI SUL WEB

V

olete comprare un libro in modo comodo e conveniente? Magari regalarlo per Natale? Potreste anche abbandonare autobus, treni, biciclette, perdite di tempo nella ricerca e sedervi davanti al computer per “entrate” in una libreria virtuale. Una visita che sembra stia appassionando gli italiani: secondo l’Aie (Associazione italiana editori), infatti, circa il 56% del fatturato delle aziende editoriali

Pazzi per le LIBRERIE ON LINE I segreti per scegliere bene Ibs, laFeltrinelli e inMondadori) per scoprire la qualità delle offerte e le possibilità di risparmio che offrono rispetto alle comuni librerie “in carne e ossa”.

Samuele Tavani proviene dai “traffici” on line, mentre in uno studio dell’Istat si legge che circa il 30% di chi fa acquisti su internet compra prodotti culturali. Il Salvagente ha messo a confronto le quattro librerie on line più famose della rete italiana (Amazon,

Abbiamo

Prezzi allineati

messo a confronto 4 big del settore: sconti identici sui volumi cartacei e sugli e-book, ma le differenze non mancano

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Quali sono le variabili da considerare prima di affidare la propria scelta a un negozio virtuale piuttosto che a un altro? La prima che viene alla mente è il prezzo e lo sconto che praticano le librerie on line. Peccato che a una seconda analisi non ci siano differenze di scontrino, almeno tra i best seller offerti dai big del mercato. Noi abbiamo provato a cercare tra 4 classici tanto in edizione cartacea che digitale (ossia in e-book), tra i più gettonati di questo periodo, trovando una perfetta sintonia di listini tra le 4 librerie on line.


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C onsumiRisparmio

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N La versione italiana di Amazon ha aperto i battenti nel 2010. La libreria on line più famosa del mondo offre sconti sui libri del 15, 25 e 35%. Amazon.it consegna gratuitamente per spese superiori ai 19 euro e offre la possibilità ai suoi clienti di sottoscrivere l’abbonamento “Amazon Prime” che, al costo di 9,99 euro all’anno, dà diritto alla consegna gratuita senza limiti di spesa. È possibile usufruire di questo servizio per un periodo di prova gratuito di un mese. La procedura di registrazione al sito è intuitiva: basta compilare un breve modulo e si è subito parte della rete Amazon. E si può attivare l’ordine con “un clic”, in maniera decisamente rapida. Il costo per la spedizione 1 giornoè di 8 euro se non si è clienti “Prime” e di 3,98 per chi invece è affiliato, ed è più alto rispetto a quello degli altri store che operano sul mercato italiano.

Pazzi per le librerie on line

L Più interessante, allora, può essere il tempo di spedizione. Qui è bene chiarire che le opzioni “spedizione 24 h”, “spedizione 1 giorno” ecc. presenti nei siti delle librerie in esame sta a indicare il tempo in cui il libro ordinato viene preso, impacchettato e affidato al corriere per la spedizione. Non indica il tempo effettivo che ci mette per arrivare a casa. I tempi del corriere non sono calcolabili con precisione, poiché variano in base alle distanze da coprire, ma la media è quella dei due, tre giorni dalla presa in carico del pacco.

Il Salvagente 6-13 dicembre 2012

N Ibs.it è stata la prima libreria on line italiana. Gli sconti di ibs.it vanno dal 15% al 55%. Per i clienti affezionati ibs.it offre la possibilità di trattamenti di favore nel prezzo e nei costi di spedizione, tramite il sistema Cliente Premium. Per diventare “Premium” (argento, oro e platino) si deve arrivare a una spesa di almeno 150 euro nell’arco dell’anno (150 euro argento, 300 oro e 600 platino). Gli affiliati hanno diritto a: consegna gratuita in Italia “1-2 giorni”, consegna a prezzi scontati all’estero, spedizione in contrassegno a 2 euro invece che a 3,70 (ma solo per i clienti oro e platino), accesso prioritario al servizio clienti (solo i clienti oro e platino) e un agente dedicato (clienti oro). Per ordini superiori ai 19 euro la consegna è gratuita, altrimenti il prezzo è di 2,90 euro. Il processo di registrazione non è dei più veloci, ma permette di evitare di inserire i dati di fatturazione a ogni acquisto. Ibs.it può definirsi, con ragione, uno degli store più forniti ed efficienti d’Italia.

N Lo store on line della casa editrice fondata a Mantova e con sede a Segrate ha i suoi principali punti di forza nella modalità di registrazione al sito, tramite il contatto Facebook, e nella Mondadori Card, la carta punti gratuita della libreria. Per ogni euro speso per un libro si ha diritto a 10 punti e al raggiungimento di 1.000, 2.500 e 5.000 punti si ha diritto a uno sconto rispettivamente di 5, 20 e 50 euro. Gli sconti arrivano fino al 55% e, per tutti i libri, lo sconto base è del 15%. La spedizione è gratuita per chi supera i 19 euro di spesa e per chi sottoscrive l’abbonamento inviaGratis a 9,99 euro, che dà diritto anche a uno sconto del 30% sul pagamento mediante contrassegno e del 10% sulle consegne all’estero. Anche da inMondadori si può usufruire del servizio di ritiro presso un punto vendita, evitando così costi aggiuntivi di spedizione. Se si spendono meno di 19 euro il prezzo per la consegna a domicilio è di 2,30 euro.

N LaFeltrinelli.it è la vetrina on line della famosa casa editrice milanese. Garantisce uno sconto del 15% su tutti i volumi e arriva al 60% su alcuni libri in prossimità del Natale. Da laFeltrinelli la spedizione è gratuita per chi spende più di 19 euro o per chi decide di farsi inviare il prodotto nella libreria più vicina. Il numero di titoli è probabilmente inferiore rispetto ad Amazon e Ibs, ma l’offerta è comunque molto vasta. Per chi volesse c’è la possibilità di agevolazioni sottoscrivendo le due carte clienti: la “CartaPiù” (4 e 2 euro per under 26 e over 60) e la “Carta Multipiù” (10 oppure 2 euro se si possiede la “CartaPiù”). I possessori delle due Carte hanno diritto a un 3% di sconto ogni euro di spesa. Le carte non offrono sconti per le spese di spedizione e per chi rimane sotto i 19 euro il prezzo per la consegna in Italia è di 3,50 euro. La registrazione non richiede lunghe compilazioni di moduli.


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L’ alimento Settimana

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della

SALATO E AFFUMICATO È PROTAGONISTA DEL PERIODO

Pregi e segreti del salmone Roberto Quintavalle

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alla risalita di fiumi e torrenti alla discesa sulle nostre tavole. La storia del salmone, come specialità da portare nel piatto, pur caratteristica dei paesi del Nord Europa si è diffusa enormemente anche da noi. E soprattutto con l’avvicinarsi del periodo di fine anno, nella sua versione affumicata, questo pesce finirà per accompagnare pranzi e cene degli italiani. Per ottenere questa specialità, dopo che è stato pulito il salmone viene scongelato (in genere, infatti, arriva sottozero), aperto “a libretto”e salato. Si procede poi all’affumicatura che, nelle migliori lavorazioni, proviene dalla combustione di una miscela di essenze legnose non trattate. In moltissimi casi tuttavia l’aroma è ottenuto con il ricorso a essenze chimiche, che dovrebbero essere prive di rischi per la salute del consumatore. Dal risultato di questo processo dipendono molte qualità organolettiche del prodotto finale. Non è infrequente, infatti, trovarsi di fronte a fette troppo salate o con un gusto troppo marcato di fumo. Fondamentale è la scelta della parte da cui si ottengono le fette. Quelle vicine alla coda sono meno pregiate e danno tranci più piccoli, comodi da utilizzare in cucina, ma meno “belli” da servire crudi.

E la provenienza? Sulle confezioni di salmone affumicato compaiono diverse indicazioni. E c’è anche chi si spinge a decantare le virtù del salmone selvaggio, pescato in acque aperte. Meglio diffidare: la quasi totalità del pesce destinato a essere essiccato o venduto fresco è d’allevamento. Il Salmo salar “selvaggio”, ossia il salmone del Nord Atlantico, è quasi un lontano ricordo. Più facile dunque che provenga da allevamenti norvegesi. Le qualità di queste fette, a giudizio degli intenditori, non sono eccelse. A sentire gli intenditori la palma della qualità spetterebbe, in teoria, ai salmoni scozzesi e irlandesi. I primi sono caratterizzati da carne di tessitura fine e sapore delicato. Gli irlandesi autentici, invece, danno luogo a fette poco grasse. Meno considerati infine i canadesi.

salmone affumicato

Grassi buoni Meno grassi, meno calorie e un miglior rapporto tra omega 3 e omega 6. Oltre che per il suo pregio organolettico, il salmone selvaggio ha anche moltissime doti nutrizionali che lo dovrebbero far preferire a quello d’allevamento. Come abbiamo visto, però, è difficile reperirlo a costi abbordabili nei nostri mercati, per cui vale la pena di soffermarsi sulle caratteristiche nutrizionali del prodotto affumicato più comune, per l’appunto quello di allevamento. E da questo punto di vista spiccano tanto il contenuto di omega 3 (grassi ritenuti utili per la prevenzione di infarto e ictus) che di vitamine (soprattutto la D e la B12), oltre che di minerali interessanti come iodio e selenio. Trattandosi di prodotto salato e affumicato evidentemente il contenuto eccessivo di sodio potrebbe rappresentare un problema e dovrebbe indurre chi soffre di ipertensione a non esagerare con il consumo di questo tipo di salmone. TABELLA NUTRIZIONALE ( PER 100 GRAMMI DI PARTE EDIBILE ) Calorie Proteine Lipidi Colesterolo Carboidrati Sodio Potassio Fosforo Vitamina B1 Vitamina B2 Vitamina PP Vitamina A (ret. eq.)

147 25,4 4,5 50 1,2 1.880 420 250 0,16 0,17 8,8 13

kcal g g g g mg mg mg mg mg mg mcg Fonte INRAN


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Il Salvagente 15-22 novembre 2012

IL NUOVO CONDOMINIO

Enrico Cinotti

SPECIALE A CURA DI BARBARA LIVERZANI

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Il nuovo condominio

LE NUOVE REGOLE CHE CAMBIANO LA VITA IN CONDOMINIO

UNA RIFORMA ATTESA DA TROPPO TEMPO PATRIZIA PALLARA

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na riforma pasticciata”. “Un’enorme delusione”. “La più brutta legge degli ultimi 150 anni”. All’indomani dell’approvazione della riforma del condominio abbiamo letto e ascoltato le reazioni e i commenti di esperti e operatori del settore, avvocati, amministratori. Dal nostro piccolo osservatorio, la rubrica del Salvagente dedicata ai temi del condominio,

Si poteva fare di più? Certo. Ma i 32 articoli disciplinano molte delle situazioni più dibattute

possiamo aggiungere che questi nuovi 32 articoli affrontano le questioni e disciplinano le situazioni oggetto di molti dei quesiti, dei dubbi, delle richieste di chiarimenti da parte dei lettori, a cui abbiamo risposto in questi 18 anni. Non solo: in tanti casi non hanno fatto altro che confermare la strada tracciata in 70 anni dalle sentenze dei giudici di merito e della Corte di Cassazione. Posso staccarmi dall’impianto centralizzato di riscaldamento? L’assem-

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blea vorrebbe vietare la detenzione di animali domestici: può farlo? Il nostro amministratore ci fa versare le quote sul conto personale: come costringerlo ad aprire un conto intestato al condominio? Sono alcune delle domande a cui ricorrentemente abbiamo risposto settimana dopo settimana, spesso attingendo agli orientamenti (e alla saggezza) delle massime della Suprema Corte che nei decenni hanno colmato le lacune, i vuoti legislativi, le zone rimaste grigie, consentendo un’applicazione delle disposizioni del 1942 in linea con l’evoluzione della società. Oggi i nuovi articoli del codice civile, dal 1117 al 1139, e delle disposizioni di attuazione, danno una risposta a molti di questi quesiti, recependo di fatto quelle sentenze. In più, la legge delinea una figura tutta nuova dell’amministratore, che deve soddisfare specifici requisiti di onorabilità e professionalità, e impone obblighi di trasparenza per la gestione, settori nei quali interviene in maniera più organica. Mentre le modifiche introdotte in materia di maggioranze per deliberare complessivamente definiscono un quadro abbastanza disordinato. Si poteva rinunciare alla riforma? Assolutamente no. Si poteva fare di più e meglio? Certamente, soprattutto se si pensa che la nuova disciplina, in discussione fin dal 2008, è stata approvata a fine legislatura in tutta fretta, e nel passaggio da un ramo all’altro del Parlamento ha cambiato fisionomia diverse volte. Ma sposando la filosofia tutta italiana del “meglio poco che niente” ci accontentiamo, con l’auspicio che non si avverino le previsioni più pessimistiche secondo cui nei prossimi anni aumenteranno i contenziosi.


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Il nuovo condominio

ambiano le regole della vita condominiale. Il Parlamento ha approvato, lo scorso 20 novembre, la legge

di riforma del condominio. Trentadue

articoli che aggiornano una legislazione ferma al 1942, recependo in larga parte le sentenze che in questi 70 anni si sono susseguite sulla materia. La riforma, in particolare, interviene sugli articoli dal 1117 al 1139 del codice civile e dal 61 al 72 delle disposizioni attuative, introducendo criteri di trasparenza e garanzia nei bilanci e nella gestione, semplificando procedure e maggioranze e qualificando sempre più la figura dell’amministratore. In attesa che le nuove norme entrino in vigore, dopo sei mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Salvagente propone una guida al Nuovo condominio indicando per ogni argomento le disposizioni vecchie e quelle nuove in una sorta di “testo unico”, utile per conoscere diritti e doveri della vita in condominio. BARBARA LIVERZANI

Amministratore È nominato dall’assemblea che decide a maggioranza a patto che siano presenti almeno la metà dei millesimi. Resta in carica un anno e il suo mandato si intende rinnovato per uguale durata.

N ov i

La nomina è obbligatoria quando i condomini sono almeno nove. Se l’assemblea non vi provvede la nomina di un amministratore è fatta dall’autorità giudiziaria su ricorso di uno o più condomini o dell’amministratore dimissionario. Per potere esercitare il ruolo la riforma prevede dei requisiti specifici: godere dei diritti civili; non essere stati interdetti per delitti contro la pubblica amministrazione o il patrimonio; non essere nell’elenco dei protestati; avere il diploma di scuola superiore e aver frequentato un corso di formazione (unica deroga per gli amministratori nominati tra i condomini o per chi abbia esercitato negli ultimi tre anni l’attività di amministratore per almeno un anno); aggiornarsi periodicamente.

Obblighi e responsabilità. Spetta all’amministratore eseguire le deliberazioni dell’assemblea, disciplinare l’uso delle cose comuni, riscuotere i contributi ed erogare le spese per la manutenzione ordinaria, eseguire gli adempimenti fiscali, rappresentare in giudizio il condominio. L’amministratore ha l’obbligo di conservaretutta la documentazionecondominiale e di metterla a disposizione per la verifica dei condomini che lo richiedono. Tra tale documentazione rientrano ovviamente le cosiddette pezze giustificative (in originale) dei

pagamenti riguardanti l’esecuzione dei lavori e le forniture di beni e servizi, le ricevute fiscali, i documenti riguardanti i rapporti di lavoro dipendente.

N ov i

L’accettazione dell’incarico avviene in forma scritta con un documento che, oltre a specificare nel dettaglio l’onorario, deve contenere i dati anagrafici e professionali, il codice fiscale e (nel caso di società) la sede legale. Su richiesta dell’assemblea l’amministratore dovrà stipulare una polizza di assicurazione individuale per la responsabilità civile conseguente all’esercizio del mandato. Nel caso dovessero essere eseguiti lavori straordinari, il massimale della polizza andrà adeguato all’importo dei lavori. Su decisione dell’assemblea a maggioranza degli intervenuti e dei millesimi, l’amministratore deve attivare un sito web del condominio che consenta ai condomini di consultare i documenti e le delibere assembleari. La riforma ribadisce che tale consultazione può avvenire in ogni momento e da parte di tutti i condomini.

Revoca.L’amministratore può essere revocato in ogni momento e anche senza giusta causa. Per farlo è necessario convocare un’assemblea straordinaria e che ci sia la stessa maggioranza richiesta per la sua nomina. Può essere revocato anche dall’autorità giudiziaria su ricorso di uno o più condomini in caso di gravi irregolarità.


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tà i v o N L’amministratore che non indice l’assemblea straordinaria su richiesta dei condomini rischia la revoca per giusta causa. Costituiscono gravi irregolarità (e quindi senza risarcimento danni per interruzione di mandato) per esempio: l’omessa convocazione dell’assemblea per l’approvazione del rendiconto, la mancata esecuzione di provvedimenti giudiziari e amministrativi e di delibere assembleari, la mancata utilizzazione del conto condominiale, la possibile confusione tra patrimonio del condominio e dell’amministratore, non aver curato la tenuta del registro di anagrafe condominiale, di quello dei verbali di assemblea, di quello contabile, non aver fornito al condomino che ne faccia richiesta la documentazione sul pagamento delle spese condominiali, l’incompleta o inesatta comunicazione dei dati anagrafici, professionali o fiscali.

N ov i

La riforma vara un nuovo articolo del codice civile per facilitare l’installazione di impianti non centralizzati di ricezione televisiva e di produzione di energia da fonti rinnovabili (a servizio di proprietari singoli). A patto di recare il minor pregiudizio possibile alle parti comuni e alle unità immobiliari di proprietà individuale, preservando in ogni caso il decoro architettonico dell’edificio. L’assemblea può, comunque, prescrivere - a maggioranza dei partecipanti al condominio che possiedano almeno i due terzi del valore dell’edificio - adeguate modalità alternative di esecuzione dei lavori o imporre cautele a salvaguardia della stabilità, della sicurezza o del decoro.

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to d’aria. E hanno diritto di intervenire (senza poter votare) sulle delibere relative alla modificazione degli altri servizi comuni. Tra le sue funzioni c’è quella di nominare, confermare o revocare l’amministratore, approvare il preventivo delle spese e la ripartizione tra i condomini, approvare il rendiconto annuale e decidere sull’eventuale impiego del residuo attivo della gestione, decidere in merito alle opere straordinarie, deliberare sull’opportunità di promuovere una vertenza giudiziaria o resistere a una causa intentata da terzi. Di norma spetta all’amministratore convocarla, ma può anche essere richiesta da ciascun condomino quando manca l’amministratore o è impossibilitato, da due condòmini che rappresentino un sesto del valore dell’edificio, dal curatore speciale. In prima convocazione devono essere presenti i due terzi del valore dell’edificio e la maggioranza dei partecipanti al condominio. In seconda convocazione è regolarmente costituita con l’intervento di tanti condomini che rappresentino almeno un terzo del valore dell’intero edificio e un terzo dei partecipanti al condominio.

Assemblea

Antenne televisive e fonti rinnovabili In questo capitolo le disposizioni sono del tutto nuove.

È l’organo deliberante del condominio, composto da tutti i proprietari dell’unità immobiliare, dagli usufruttuari e, in certi casi, dagli affittuari. In particolare gli usufruttuari hanno diritto di voto nelle delibere che riguardano l’ordinaria amministrazione e il semplice godimento delle cose e dei servizi comuni. Gli inquilini hanno diritto di voto, invece, per le decisioni che riguardano i servizi di riscaldamento e di condizionamen-

N ov i

È riconosciuto il diritto di voto agli usufruttuari, al posto dei nudi proprietari, quando eseguono opere anche di manutenzione straordinaria a proprie spese, anche se poi possono chiederne il rimborso.


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lega, senza che tale diritto trovi limitazioni.

Contabilità Spetta all’amministratore redigere il rendiconto condominiale annuale della gestione e convocare l’assemblea per l’approvazione entro 180 giorni.

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ov i t à

Il rendiconto condominiale deve contenere le voci di entrata e uscita e ogni altro dato sulla situazione patrimoniale del condominio, i fondi disponibili e le eventuali riserve, espressi in modo da consentire l’immediata verifica. Si compone anche del registro contabile e di una nota sintetica esplicativa della gestione. Inoltre è imposto l’obbligo di creare un conto corrente condominiale su cui vanno fatte transitare le somme ricevute a qualunque titolo. La sua mancanza rappresenta giusta causa per la revoca dell’amministratore. Ogni condomino può chiedere di prendere visione ed estrarre copia del conto. ddlhits.com

Deleghe Ogni condomino può intervenire in assemblea anche a mezzo di rappresentante, munito di de-

N ov i

Le deleghe devono essere obbligatoriamente scritte e nessuna delega può essere data all’amministratore. Inoltre se i condomini sono più di 20 il delegato non può rappresentare più di 1/5 dei condomini e più di 1/5 del valore proporzionale.

l’amministratore. L’azione di annullamento non sospende l’esecuzione della deliberazione, salvo che la sospensione sia ordinata dall’autorità giudiziaria. La ripartizione delle spesi legali sostenute per una causa che si è persa avviene sempre in base ai millesimi di proprietà.

N ov i

Qualora il condomino opti per la richiesta di sospensione della delibera prima di far causa per il suo annullamento ha comunque sempre 30 giorni per chiedere l’annullamento: l’istanza per la sola sospensione non interrompe questo termine.

Delibere La delibera è l’atto col quale l’assemblea decide in merito a questioni riguardanti il condominio. Deve essere adottata con la prevista maggioranza, variabile a seconda delle decisioni. Le delibere possono essere nulleo annullabili. Le prime (affette da vizi più gravi) è come se non fossero mai state prese, per questo sono impugnabili in qualsiasi momento. Viceversa le delibere annullabili(quelle affette da vizi meno gravi) diventano valide se non impugnate entro 30 giorni. Il termine decorre dal giorno dell’assemblea per i presenti e dal ricevimento del verbale della seduta per gli assenti. L’impugnazione deve essere formulata con un atto legale da notificare a mezzo di ufficiale giudiziario al-

Lavori e sicurezza Nel caso delle innovazioni cosiddette gravose(con riferimento all’entità delle spesa) e voluttuarie, ossia quei cambiamenti e quelle opere che siano del tutto prive di necessità, esistono due tipi di possibilità: che l’innovazione sia suscettibile di uso separato(un ascensore può servire solo alcuni condomini o alcuni piani) o che sia fruibile da tutti i condomini. Nel primo caso l’opera deve essere pa-


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gata solo da chi se ne serve. Chi al momento non è coinvolto nella nuova opera o nel nuovo servizio può, in seguito, decidere di cambiare idea: in questo caso dovrà affrontare le spese necessarie per connettersi all’impianto fatto da altri e dovrà contribuire a quelle a suo tempo sostenute dagli altri. Nei casi in cui l’uso separato sia impossibile (per esempio la decisione di decorare l’androne con stucchi), i costi sono sempre a carico di chi vuole l’opera ma i lavori devono essere approvati dalla maggioranza dei condomini.

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Per alcuni tipi di opere con un marcato contenuto sociale la riforma riconosce maggioranze agevolate. Basta il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti in assemblea che possiedano almeno il 50% dei millesimi per deliberare: l’eliminazione delle barriere architettoniche, il contenimento dei consumi energetici e l’utilizzazione di fonti di energia rinnovabile, le migliorie per la sicurezza e la salubrità degli edifici e degli impianti, l’adozione della termoregolazione e contabilizzazione del calore e la conseguente ripartizione delle spese di riscaldamento in base al consumo, la costruzione di parcheggi pertinenziali nel sottosuolo o al piano terra, l’installazione di impianti centralizzati per la ricezione televisiva e di reti di comunicazione elettronica in fibra ottica, l’installazione di im-

pianti di video-sorveglianza sulle parti comuni e di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici.

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sulle innovazioni dirette al miglioramento o all’uso più comodo delle cose comuni. Fanno parte di queste innovazioni, per esempio, l’installazione di un ascensore che modifica il vano scale o la scavo nel cortile per costruire posti auto interrati.

Maggioranze In genere le delibere sono assunte con una doppia maggioranza, quella delle “teste” cioè dei partecipanti al condominio, e quella dei millesimi, cioè del valore della proprietà. Esistono diverse maggioranze a seconda che le delibere riguardino l’ordinaria amministrazione o decisioni più importanti. Per le decisioni ordinarie, in seconda convocazione, è necessario il voto favorevole della maggioranza dei presenti che possiedano almeno un terzo dei millesimi.

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La riforma riconosce una maggioranza dei due terzi del valore dell’edificio e della maggioranza dei partecipanti all’assemblea (precedentemente erano necessari sempre i due terzi delle quote ma la maggioranza era quella di tutti i condomini, non solo dei partecipanti all’assemblea) quando si deve decidere

Morosità In caso di mora nel pagamento dei contributi che si sia protratta per un semestre, l’amministratore può sospendere il condomino moroso dalla fruizione dei servizi comuni suscettibili di godimento separato.

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L’amministratore è tenuto ad agire per la riscossione forzosa delle somme dovute entro 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio. Senza bisogno dell’autorizzazione dell’assemblea può ottenere un decreto di ingiunzione immediatamente esecutivo, nonostante opposizione, ed è tenuto a comunicare i dati dei morosi ai creditori non ancora soddisfatti che lo interpellino. I creditori terzi non possono rifar-


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si contro i condomini che pagano le loro quote, se non dopo l’e scussione (ossia aver iniziato un processo di esecuzione di pagamento) verso il debitore. Dunque il creditore dovrà dimostrare che non solo il moroso non vuole pagarlo ma anche che non riesce a rifarsi sui suoi beni. L’acquirente dell’immobile del moroso può liberarsi dell’obbligo di pagare i suoi debiti pregressi consegnando all’amministratore copia autentica del rogito.

Parti comuni Rientrano fra le parti comuni il suolo su cui sorge l’edificio, le fondazioni, i muri maestri, i tetti, i lastrici solari, le scale, i portoni d’ingresso, i vestiboli, gli anditi, i portici, i cortili e in generale tutte le parti dell’edificio necessarie all’uso comune. Ne fanno parte anche i locali per la portineria e per l’alloggio del portiere, per la lavanderia, per il riscaldamento centrale, per gli stenditoi. Infine appartengono alle parti comuni gli ascensori, i pozzi, le cisterne, gli acquedotti, le fognature e i canali di scarico, gli impianti per l’acqua, il gas, l’energia elettrica, il riscaldamento fino al punto di diramazione degli impianti ai locali di proprietà esclusiva dei singoli

condomini. È possibile dividere tra i condomini una parte comune dell’edificio a condizione che tale divisione non renda più incomodo l’uso della cosa a ciascun condomino.

Registri

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La riforma chiarisce che la divisione (intesa come vendita o donazione) delle parti comuni è consentita solo con l’unanimità dei consensi. Si introduce inoltre una nuova maggioranza pari ai quattro quinti dei condomini e i quattro quinti del valore dell’edificio (prima era necessaria l’unanimità) per modificare la destinazione d’uso delle parti comuni (per esempio trasformare un giardino in un parcheggio) a meno che non arrechino pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato o che ne alterino il decoro architettonico. Invece il nuovo articolo del codice (1117-quater) introduce il principio dell’impossibilità per un condomino di incidere negativamente e in modo sostanziale sulle destinazioni d’uso delle parti comuni: l’amministratore ma anche un singolo condomino può diffidare chi lo fa in qualsiasi maniera ed eventualmente convocare una assemblea che deliberi a maggioranza degli intervenuti (che rappresentino metà del valore dell’edificio) la cessazione della violazione.

Spetta all’amministratore tenere il registro dei verbali delle assemblee in cui sono annotate le mancate costituzioni dell’assemblea, le deliberazioni approvate e le dichiarazioni rese dai condomini. Va conservato per la durata della vita condominiale e passato da un amministratore all’altro.

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Tra i nuovi compiti dell’amministratore c’è la tenuta di tre registri. Quello dell’anagrafe condominiale contenente le generalità dei singoli proprietari e dei titolari di diritti reali, i dati catastali di ciascuna unità immobiliare. Ogni variazione nei dati deve essere comunicata entro 60 giorni all’amministratore in forma scritta. Il registro di nomina e di revoca dell’amministratore in cui sono annotate cronologicamente le date di nomina e revoca di ciascun amministratore. Infine c’è il registro di contabilità in cui vengono annotati, entro trenta giorni dall’effettuazione, i singoli movimenti di entrata e uscita.


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Regolamento Il regolamento contiene le norme che disciplinano l’uso delle parti e dei servizi comuni e regolano i rapporti tra i componenti del condominio. È obbligatorio se vi sono più di 10 condomini, ma l’assemblea può decidere di introdurlo anche se il numero è inferiore. Una volta approvato ha valore finché non venga modificato. Se manca, la vita condominiale è disciplinata dagli articoli che vanno dal 1117 al 1139 del codice civile e dal 61 al 72 delle disposizioni attuative. Il regolamento può essere di due tipi: assembleare o contrattuale. Il primo è approvato direttamente dall’assemblea con il voto favorevole della metà più uno degli intervenuti in rappresentanza del 50% dei millesimi. Il regolamento assembleare riguarda esclusivamente le regole dell’uso delle parti comuni e dei servizi. Il secondo, obbligatoriamente in forma scritta, è quello accettato da tutti i condomini perché contenuto negli atti di acquisto delle singole unità immobiliari.

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Nella riforma si prevede che le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici. Questa novità però vale solo per il futuro: per i nuovi con-

domini e i nuovi regolamenti mentre nulla cambia per i regolamenti già in essere, in forza del principio dell’irretroattività della legge. Inoltre il divieto (di tenere animali domestici) potrebbe restare anche in futuro in un regolamento di natura contrattuale (approvato con il consenso unanime di tutti i condomini) purché la clausola sia trascritta nei pubblici registri immobiliari.

Riscaldamento L’impianto di riscaldamento è un bene comune, la sua custodia compete all’amministratore. Il funzionamento è regolato dal principio di uguaglianza per cui tutti hanno diritto di godere dei servizi in maniera uguale. Se l’impianto è da rinnovareper adeguarsi a norme di sicurezza o di contenimento dei consumi energetici, ha senso parlare di maggioranze solo per quel che riguarda le scelte possibili (tipo di riscaldamento, tipo di caldaia ecc.). Infatti l’obbligo del rinnovo è assolutamente vincolante. La conversione degli impianti da gasolio a metano, se prevede la semplice sostituzione del bruciatore (l’impianto rimane centralizzato e la spesa contenuta), può essere decisa con il voto di un terzo dei condomini e almeno un terzo del valore dell’edificio. Nel caso di sostituzione della caldaia la maggioranza è quella degli intervenuti in assemblea che rappresentino il 50% dei millesimi.

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La riforma consente al condomino di distaccarsi dal riscaldamento centralizzato, anche senza il permesso dell’assemblea, a patto che non arrechi notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. Resta l’obbligo di concorrere alle spese di manutenzione straordinaria dell’impianto. La trasformazione di impianti centralizzati in termoautonomi per tutti i condomini non è più agevolata dalle maggioranze ridotte essendo opinione comune che non sia opera di risparmio agevolabile perché la possibilità alternativa della contabilizzazione dell’impianto unico condominiale permette investimenti minori e tagli della bolletta più sostanziosi.

Sanzioni Per le infrazioni al regolamento può essere stabilito il pagamento di una sanzione.

tà i v o N Le sanzioni sono innalzate: si passa da 100 lire (5 centesimi di euro) a 200 euro incrementabili, in caso di recidiva, fino a 800. La somma è devoluta al fondo per le spese ordinarie.


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MondoItalia

NEWS Olanda/abbigliamento GREENPEACE DENUNCIA E ZARA CAMBIA ROTTA

Il Salvagente 6-13 dicembre 2012

Francia/guerra dei prezzi

Carrefour vs Auchan Ma chi ci guadagna? Monica Timba

Dopo il rumore fatto dalla campagna di Greenpeace, che ha denunciato le maggiori multinazionali della moda di fabbricare vestiti con sostanze tossiche, Zara risponde alle accuse, e promette di migliorare i sistemi di produzione, annunciando che la casa madre Inditex, ha firmato l’impegno per eliminare le sostanze chimiche pericolose dai prodotti lungo tutta la catena di fornitura entro il 2020. Fino a questo momento, Zara rappresenta l’ottavo marchio che si impegna pubblicamente a eliminare le sostanze tossiche dalla sua linea di produzione, da quando Greenpeace ha lanciato la campagna nel 2011. Spiega l’associazione ambientalista Greenpeace: “Inditex richiederà a 20 fornitori di rivelare i valori delle emissioni delle sostanze chimiche pericolose a partire da marzo (e ad almeno 100 fornitori entro la fine del 2013), garantendo a coloro che vivono vicino alle fabbriche tessili il diritto a ricevere informazioni corrette sugli scarichi di sostanze pericolose nell’ambiente, tra cui quelle di coloranti azoici che liberano ammine cancerogene”.

Se

lo trovi a un prezzo più basso nel raggio di 15 chilometri ti rimborsiamo il doppio della differenza. Con questo slogan, valido per 200 giocattoli di marca, alla fine di ottobre Carrefour ha aperto la sua campagna prenatalizia per sbaragliare la concorrenza. Che in Francia, in quel segmento, si chiama Auchan. Tempo un mese, infatti, Auchan ha rilanciato: stesso rimborso, ma nel raggio di 30 chilometri dal punto vendita e su tutti i giocattoli sullo scaffale. La guerra dei prezzi tra colossi non è sfug-

gita a 60 millions de consommateurs, che ci ha voluto vedere chiaro. Il mensile dei consumatori francesi ha così indagato bene le condizioni delle due proposte. E ha scoperto che la “guerra” è a rischio zero per le due catene della Gdo francese. Per cominciare, perché è difficile trovare prezzi diversi sulle promozioni prenatalizie dei giocattoli di marca, che sono proposti alle stesse cifre in tutto il mondo o affidati in esclusiva a una sola catena. Non è un caso se Carrefour pretende che il giocattolo di confronto sia identico, nella confezione e nel codice a barre, a quello che propone. In più, per conce-

M N DO I T Unione europea/alimentazione

10 NUOVE DOP CINESI Scambio di Dop tra Europa e Cina. Alla fine del progetto 10-10, il Vecchio Continente ha ottenuto dal governo cinese la protezione di dieci celebri denominazioni di prodotti alimentari europei, tra le quali il grana padano, il prosciutto di Parma e i formaggi White Stilton Cheese e Blue Stilton Cheese. Allo stesso tempo, l’Unione europea ha accordato il riconoscimento europeo a 10 prodotti made in China. Tra gli ultimi prodotti ora registrati in Europa figurano la pesca “Pinggu da Tao” e l’asparago “Dongshan Bai Lu Sun”. Le dieci denominazioni cinesi si sommano alle oltre mille denominazioni di prodotti agricoli e alimentari protette all’interno dell’Unione europea, tra le quali 13 sono indicazioni geografiche relative a prodotti extraeuropei.


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Germania/contaminazioni

Cioccolata tossica nei baby calendari

dere il rimborso chiede, entro 8 giorni dall’acquisto, la consegna dello scontrino o della pre-fattura del concorrente più conveniente. Insomma, per avere il rimborso bisogna comprare il gioco due volte, stante l’assurdità di ottenere una pre-fattura senza acquistare nulla. Altro dettaglio di peso: la lista dei 200 giocattoli è modificabile in qualsiasi momento.

Meno severa nelle condizioni (la prova di un prezzo meno caro non è descritta, quindi basta una foto), Auchan pecca sui tempi: la promozione va dal 26 novembre al 6 dicembre, ben prima degli acquisti per Natale. Uno scenario che fa scrivere al mensile francese: “Non giocate con i grandi distributori. Perché c’è sempre da perdere”.

Si sospetta che la contaminazione sia stata causata dal contatto con i cartoncini colorati e spesso di carta riciclata - con i quali sono realizzati i calendari dell’avvento. Sta di fatto che nei cioccolatini inseriti nelle finestrelle dei tipici calendari natalizi sono stati rilevati oli minerali in quantità anche piuttosto elevate: fino a 7 milligrammi per chilo. La contaminazione, correlata a rischio cancerogeno, è stata scoperta dall’autorevole mensile dei consumatori tedeschi Stiftung Warentest, che ha analizzato i cioccolatini contenuti in 24 calendari dell’avvento illustrati con i personaggi più cari ai bambini. In tutto, dicono le analisi di laboratorio, sono 9 i campioni irregolari: Aldi, I Puffi, Friedel Avvento, Lindt, Hachez, Smarties, Feodora, Riegelein per I Simpson Arko, Confiserie Heilemann, Rausch.

DO I T A L I A Italia/Consumer’s forum

Autorità di vigilanza: serve più trasparenza

Al

sitema delle Autorità di vigilanza è dedicato il quinto rapporto Consumerism e per l’occasione Consumer’s forum ha organizzato una tavola rotonda alla quale hanno partecipato tutti i presidenti degli enti di regolazione. Fabio Picciolini presidente di Consumer’s Forum: “Le Authority funzionano e sono un argine allo strapote-

re delle aziende. Non c’è dubbio però, andando nello specifico, che il sistema può funzionare meglio. Innanzitutto è importante che l’autorità per i Trasporti venga al più presto messa nelle condizioni di funzionare. Non c’è dubbio poi che, in un momento di grandi turbolenze finanziarie, la Consob dovrebbe dimostrare con dei fatti concre-

Picciolini: “La Consob si rende conto di quello che succede?”

ti che è consapevole di quello che sta accadendo in Italia”. Servirebbero sanzioni più severe e maggiore trasparenza nel settore finanzario. E sul versante dei cittadini come dovrebbe migliorare l’attività delle autorità di vigilanza? “Devono - aggiunge Picciolini - essere più veloci nel prendere le decisioni: un comportamento commerciale scorretto non può essere sanzionato mesi dopo, magari quando è cessato”.


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Italia/mutui

Estinzione N e premio restituito

il regolamento Isvap 35/2010. Le nuove garanzie per i mutuatari sono state in introdotte grazie a un emendamento della senatrice del Pd Anna Rita Fioroni approvato la scorsa settimana dalla commissione Industria, commercio e turismo dove è in discussione la conversione in legge del decreto Sviluppo. “Sono soddisfatta - spiega la Fioroni - poiché si tratta di un e mendamento a favore della concorrenza e della tutela del con sumatore”. La misura approvata consentirà ai titolari dei mutui di recuperare parte della somma pagata in un’unica soluzione anticipata per la stipula di polizze vita a garanzia del finanziamento per l’acquisto della casa.

Italia/energia e gas

Italia/pubblicità

el caso in cui il mutuo venga estinto anticipatamente o surrogato il mutuatario non perderà più la parte del premio assicurativo - incendio e scoppio e polizze vita - pagato e non goduto interamente. Una tutela che vale per tutti i mutui e non solo per quelli attivati dal primo dicembre 2010 come prevedeva

Salta l’elenco morosi e crescono i bonus

F

inisce sepolto dalle proteste dei consumatori, il registro dei clienti morosi che l’Authority dell’energia elettrica e il gas aveva proposto per tutelare le aziende del settore dal mancato pagamento delle bollette. Cancellata la brutta notizia, ne arrivano di buone. Come la campagna informativa, promossa dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero dello Sviluppo economico, per spiegare agli utenti i loro diritti. La campagna è condotta dall’Authority attra-

verso il numero verde 800166654 e fornisce istruzioni su allacciamenti, doppie fatturazioni, conguagli e altri temi ricorrenti nelle lamentele dell’utenza. Un’attenzione particolare è riservata ai bonus su energia e gas, sui quali sono in arrivo modifiche per aumentarne l’importo e ampliare la platea dei beneficiari. A goderne sono le famiglie a basso reddito e quelle con un malato grave: attualmente, oltre 900mila utenti per l’energia elettrica e quasi 600mila per il gas.

MISURA E GALBUSERA MULTATE DALL’ANTITRUST

M

eno tot per cento di grassi, di zuccheri, di grassi saturi. Interessante, ma meno rispetto a quale quantità? Proprio questa omissione, la mancata indicazione di un valore di comparazione, ha messo nei guai Galbusera e Colussi-Misura, che sulla confezione dei loro prodotti vantano i ridotti quantitativi di grassi e zuccheri. Con sentenza del 26 novembre, l’Antitrust ha condannato le due aziende per pratiche commerciali scorrette e uso di claim nutrizionali comparativi privi di valori di confronto. Per la comunicazione su packaging, giornali e web, Galbusera dovrà pagare una sanzione di 100mila euro e Colussi-Misura di 60mila euro.


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Diritti

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Imu

Il saldo dell’imposta più odiata dagli italiani andrà versato entro il 17 dicembre. I consigli per calcolarlo e per pagarlo senza il timore di sbagliare.

, ultimo atto ISTRUZIONI per non sbagliare Valentina Cor vino

D

l’Imu, l’Imposta municipale unica, che il governo Monti ha “regalato” agli italiani al posto dell’Ici abolita (sulle abitazioni principali) nel 2008 dall’allora premier Silvio Berlusconi. Appena varata, l’Imu si è guadagnata il titolo di

imposta più odiata. E non a torto, se anche l’Agenzia del Territorio, di recente, ha confermato quello che gli italiani avevano già capito da subito, il gettito non è equidistribuito a livello territoriale: l’imposta versata al Nord è pari al

opo tante polemiche, molta incertezza, e qualche colpo di scena rientrato (come il giallo sul presunto slittamento a febbraio), il momento tanto temuto è arrivato. Il 17 dicembre scade il termine per versare il saldo del-


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D irittiImu

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E LA DICHIARAZIONE SLITTA AL 4 FEBBRAIO 2013 Nei giorni scorsi il ministero dell’Economia e delle finanze ha prorogato il termine ultimo per la presentazione della dichiarazione Imu al 4 febbraio 2013. Il comunicato stampa aveva generato false aspettative nei contribuenti che avevano creduto posticipato anche il pagamento del saldo. Così non è perché la dichiarazione Imu riguarda solo una platea ben delimitata di proprietari di immobili. È, di fatto, una dichiarazione che si presenta quando c’è una variazione del possesso di un immobile e che non sussiste per le abitazioni principali, tranne- come è spiegato nel modello e nelle istruzioni - “nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto a quanto risulta dalle dichiarazioni Ici già presentate, nonché nei casi in cui si sono verificate variazioni che non sono, comunque, conoscibili dal Comune”. Va presentata anche quando gli immobili godono di riduzione dell’imposta (per esempio quelli inagibili o inabitabili, o quelli di interesse storico o artistico).

Imu, ultimo atto. Istruzioni...

▲ 54,8% del gettito complessivo mentre le quote del Centro e del Sud sono rispettivamente al 27,1% e al 18,1%. L’imposta media versata è, invece, maggiore al Centro (746 euro) rispetto al Nord (682 euro) e al Sud (441 euro). L’altra notizia è che, mettendola a confronto con l’Ici del 2007, anche per effetto delle diverse detrazioni l’incidenza dell’Imu è inferiore a quella dell’Ici per le rendite catastali basse (fino a circa 660 euro), mentre per rendite superiori risulta più elevata dell’Ici. Nonostante tutto, l’incasso della prima rata (giugno 2012) è stato in linea con le aspettative: 9 miliardi di euro. L’obiettivo complessivo delle Finanze, invece, è di portare in cassa 23 miliardi di euro. E quello in scadenza è il saldo-salasso perché, a differenza delle prime due rate che i contribuenti hanno calcolato applicando l’aliquota base del 4 per mille valida su tutto il territorio nazionale, la rata in scadenza il 17 tiene conto delle nuove ali-

quote fissate da ciascun Comune. A quanto ammontano? Un’indagine realizzata dall’Osservatorio della Uil servizio politiche territoriali su 4.146 comuni (la metà del totale) ha rilevato, riguardo alla seconda casa, che ben 3.230 Municipi hanno deciso di aumentare l’aliquota base; circa 833 sindaci hanno deciso di lasciare le cose come stanno (il 20,1%) e in 83 comuni (circa il 2%) hanno optato per una riduzione. Con la prima casa la manovra è stata meno pesante anche se non meno dolorosa. Sui 4.146 Comuni che hanno notificato al ministero dell’Economia la propria decisione, il 36,8% (pari a 1.526 centri) ha optato per il rincaro; più della metà - il 55,8% ovvero 2.313 Comuni - ha confermato l’aliquota; e 307 Comuni (il 7,4%) hanno deciso di ridurre l’Imu prima casa sotto l’aliquota base. Tornando al saldo, devono mettere “mano” al portafogli i proprietari di fabbricati (anche se prima casa), aree fabbricabili e terreni a qualsiasi uso destinati; i titolari del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie sugli stessi; gli ex coniugi affidatari del-

la casa coniugale; i locatari degli immobili, anche da costruire o in corso di costruzione, concessi in locazione finanziaria. Sì, perché l’Imu colpisce il possesso di qualunque immobile. Le detrazioni sono previste ma valgono solo per la prima casa (una

I passaggi per chi fa tutto da solo Quanto si paga di Imu? Pur avendo già fatta tutta la procedura per l’anticipo di giugno, è necessario ora ricalcolare nuovamente l’imposta, con le aliquote definitive, per poi sottrarre quanto già versato. La base di calcolo è la r endita catastale (così come risulta dalla visura catastale), che va incrementata con una doppia rivalutazione: ◗ del 5 %; ◗ di un ulteriore 6 0%. Questa rendita catastale rivalutata va m oltiplicata per cento, per ottenere il v alore catastale dell’immobile. Per calcolare l’Imu, bisogna poi

applicare al valore cata sta le l’aa liquota: ◗ per la prima casa, dello 0,4% (aliquota ordinaria), che ciascun Comune può variare da un minimo di 0,2 a un massimo di 0,6%; ◗ per le a ltre proprietà, dello 0,76% (aliquota ordinaria), che ciascun Comune può variare da un minimo di 0,46 a un massimo di 1,06%. Per le a ree edificabili, l’aliquota dello 0,76% si applica al valore di mercato al 1° gennaio dell’anno a cui si riferisce l’imposta. Alla cifra così ottenuta vanno applicate le detrazioni (200 euro per la prima casa e 50 euro per ciascun figlio con meno di 26 anni) e l’importo versato a giugno (prima rata). In questo modo si ottiene il saldo da pagare.

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sola unità immobiliare iscritta o iscrivibile in catasto nella quale il possessore e il suo nucleo familiare vivono abitualmente e risiedono anagraficamente) e sono pari a 200 euro più 50 euro per ogni figlio a carico fino ai 26 anni (al massimo, in totale, 600 euro). Per ottenere gli sgravi e limitare così gli abusi, queste agevolazioni si conteranno una volta sola per ciascuna famiglia, anche se i singoli componenti hanno stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi dello stesso comune. In altri termini, i coniugi conviventi che posseggono due case e dichiarano residenze separate potranno applicare le detrazioni (ma anche l’aliquota agevolata, più bassa) alla sola abitazione in cui hanno “dimora abituale”.

MOLTI I MODI PER EFFETTUARE IL SALDO

Modello F24, bollettino Così si fa il versamento ddlhits.com

Si può pagare alla Posta, in banca e usare il web. Ma se si sceglie di presentarsi agli sportelli è bene essere preparati ddlhits.com

a-

ESEMPIO

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Contribuente con 2 figli a carico (minori di 26 anni) unico proprietario di un immobile adibito ad abitazione principale a Roma (aliquota 5 per mille) e rendita catastale di 603,25 euro. Acconto versato a giugno: 53 euro.

o e a o oola. per n mail

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Rendita catastale rivalutata del 5% 603,25+5% = 635 euro Valore catastale= rendita catastale x 160 635x160=101.600 Incremento aliquota comunale (nel nostro esempio abbiamo ipotizzato il 5 per mille) 101.600 x 5 : 1.000 = 508 euro Detrazioni (nel nostro caso pari a 200 euro prima casa e 100 euro per 2 figli) 508 - 300 = 208 euro A questa cifra va sottratto l’acconto versato a giugno (nel nostro esempio 53 euro). Saldo da versare: 208 - 53 = 155 euro

P

er pagare è necessario usare il modello F24, tramite il servizio di home banking fornito dalla propria banca, oppure tramite il servizio “F24 Web” sul sito dell’Agenzia delle Entrate, o ancora tramite un intermediario abilitato, come il Caf. Dal 1° dicembre è possibile pagare il saldo anche con il bollettino postale che Poste Italiane ha messo a disposizione gratuitamente in tutti i suoi uffici. La compilazione del bollettino parte dal centro, con l’indicazione dei dati anagrafici (codice fiscale, nome e cognome, data e luogo di nascita). Nella riga sopra va trascritto il codice catastale del Comune (il dato è già stato usato per l’acconto). Sotto, si riportano i dati dei versamenti relativi alle quattro tipologie immobiliari ammesse: abitazione principale, fabbricati

rurali, terreni agricoli, aree fabbricabili e altri fabbricati. Si può pagare anche in via telematica, tramite il servizio gestito da Poste Italiane. Con la conferma di avvenuta operazione, il contribuente riceve l’immagine virtuale del bollettino conforme al modello, oppure una comunicazione in formato testo contenente tutti i dati identificativi del bollettino e del bollo virtuale di accettazione. Queste sono le prove del pagamento e vanno conservate. Il numero di conto corrente è unico (1008857615): Poste Italiane verserà tutto l’incasso sulla contabilità speciale n. 1777 “Agenzia delle Entrate - Fondi della riscossione”, aperta presso la Banca d’Italia e trasmetterà i dati analitici indicati nei bollettini (codice fiscale, codice catastale del Comune, importi e indicazioni specifiche).


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UN PROVVEDIMENTO, PIÙ VOLTE ANNUNCIATO, SI RIVELA POCO PIÙ DI UN BLUFF

Il BONUS BEBÈ del governo Monti? Basterà solo per 3.300 mamme Giorgia Nardelli

La

notizia sembrava buona, anzi ottima: 300 euro al mese, per un massimo di sei mesi, per le mamme che rientrano al lavoro dopo la maternità pur avendo un bimbo con meno di un anno di vita. E già a partire dal gennaio 2013. Il problema, stavolta, è che i fondi sono davvero troppo pochi, e quell’aiuto tanto annunciato (se ne era parlato già lo scorso agosto, quando fu varata la riforma del La-

I CONGEDI “SMALL” PER I PAPÀ

N

ello stesso documento che prevede i bonus baby sitter per le neomamme, e cioè lo schema di regolamento della riforma del Lavoro, ci sono anche chiarimenti al neonato congedo di paternità, istituito proprio con la legge varata lo scorso agosto. Anche in questo caso la misura viene piuttosto ridimensionata rispetto alle aspettative. Il congedo obbligatorio previsto nel testo di legge varrà infatti per un solo giorno: il lavoratore non potrà rinunciarvi e sarà retribuito al 100%. A questo potrà aggiungere due giorni di congedo facoltativo. Anche in questo caso la retribuzione resterà al 100%, ma con una clausola che di certo scoraggerà molti: i dipendenti potranno usufruire di questi permessi solo nel caso in cui i due giorni vengano “scalati” dalla maternità obbligatoria della madre. In questo modo il congedo del papà non porterà nuovi oneri al bilancio statale. Ma funzionerà esattamente come il congedo parentale facoltativo (retribuito con il 30% dello stipendio), misura a cui possono accedere sia la mamma che il papà, ma alternativamente.

voro), basterà per poco più di 3.300 mamme all’anno. La misura, messa a punto nei giorni scorsi all’interno dello schema di regolamento della 92/2012, è stata pensata per incentivare al ritorno al lavoro le madri lavoratrici, che in molti casi usufruiscono del congedo parentale facoltativo fino all’anno di vita del bambino (circa il 10% del totale, secondo i dati Istat, su una media di 300mila congedi obbligatori), con costi per lo Stato molto alti. In secondo luogo, c’era l’esigenza di affrontare il problema dell’emorragia di mamme dai luoghi di lavoro, causata dal fatto che 27 donne su 100 - circa una su quattro - , dopo il primo figlio, in ufficio non tornano più.

Buone intenzioni Il bonus di 300 euro serviva proprio a loro. Per queste ragioni è stato concepito noncome un una tantum, bensì come una sorta di“buono” che l’Inps pagherà alle lavoratrici che dimostrino che il figlio frequenta il nidoo viene affidato a una baby sitter. In quest’ultimo caso l’esistenza di una persona che a pagamento si prende cura del bebè potrà essere documentata anche usando i voucher pensati per i lavo-

300 euro al mese, per 6 mesi, alle mamme che tornano al lavoro con un bimbo fino a un anno. Ma i fondi bastano per poche...

ratori domestici occasionali. I tecnici hanno anche ristretto all’indispensabile la platea delle aventi diritto, che dovranno avere bimbi di età inferiore a un anno, e non potranno godere dell’assegno per più di sei mesi, e comunque non oltre l’anno di età del bambino. Una donna che torna al lavoro quando suo figlio ha sette mesi, per intenderci, non potrà giovarsi dell’aiuto statale per più di 5 mesi.

E molti ostacoli Il vero ostacolo, però, sta nella cifra - esigua, se non ridicola - messa a disposizione dal governo per finanziare i bonus, cifra pari a 20 milioni di euro da dividere in tre anni.


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IL BONUS IN CHE CONSISTE 300 euro per un massimo di sei mesi per ogni neomamma che rientra al lavoro entro l’anno di vita del bebè. I LIMITI DI ETÀ Il piccolo da accudire dovrà avere meno di un anno, e comunque il voucher sarà elargito non oltre i 12 mesi di vita. LE CONDIZIONI Documenti alla mano, la lavoratrice dovrà dimostrare che il piccolo frequenta il nido o è assistito da una bay sitter regolarmente assunta o retribuita tramite i voucher per i lavoratori domestici occasionali. LA DOMANDA L’Inps istituirà un clic day come ha fatto in passato per le regolarizzazioni di colf e badanti. La data deve ancora essere definita. LA SOMMA FINANZIATA Al momento si tratta di appena 20 milioni di euro in tre anni. I CRITERI DI ASSEGNAZIONE Sarà valutato l’indice di ricchezza Isee (che tiene conto del reddito, e delle proprietà immobiliari e finanziarie). A parità di Isee sarà valutato l’ordine di arrivo delle domande. Ci sarà una graduatoria unica e nazionale.

Ciò significa che se per ipotesi tutte le richiedenti facessero domanda di contributo per sei mesi, i soldi basterebbero per poco più di 11.000 neomamme, vale a dire 3.300 all’anno, contro una media di circa 300 mila donne che ogni anno usufruiscono dei congedi obbligatori (e che ipoteticamente potrebbero accedere all’agevolazione). Anche se il contributo medio richiesto scendesse a tre mesi, il numero del-

le aventi diritto sarebbe comunque troppo basso: circa 6.600. A complicare le cose, e a rendere l’assegnazione dei bonus troppo simile a una lotteria, è il criterio di assegnazione scelto. Mentre scriviamo queste righe (ma le cose potrebbero ancora cambiare, in quanto all’Inps non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale), il provvedimento uscito dalle stanze del ministero di Elsa Fornero prevede che per inol-

trare le domande verrà istituto un clic day (presumibilmente entro fine anno), un giorno in cui presentare richiesta per via telematica, così come è stato fatto in passato per la regolarizzazione di colf e badanti. L’ordine di arrivo della domanda sarà determinante per ottenere i buoni baby sitter, che verranno assegnati in base al reddito. In caso di indicatore Isee uguale, infatti, “vincerà” il bonus che sarà arrivato per primo. La graduatoria, infine, sarà unica e su base nazionale. Il che fa perdere alla maggior parte delle famiglie ogni speranza di ottenere l’agognato bonus bebè.


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Delia Vaccarello

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Il

va gio VA

modo di essere di alcuni ragazzi e ragazze a scuola desta dubbi e interrogativi nei compagni e anche negli insegnanti. Ci sono comportamenti, sensibilità, indumenti persino, che sconfermano le aspettative della maggioranza relative all’orientamento sessuale e al genere. Dai sospetti alla derisione il passo è breve. È facile isolare “lo strano”, “l’insolito” per compattarsi, giocare al tutti contro uno, dire “noi che non siamo come lui”. In alcuni casi a stuzzicare le reazioni dei compagni può essere anche un colore. Andrea lo chiamavano “il ragazzo dai pantaloni rosa”. Il ragazzino quindicenne che amava il rosa è stato preso in giro dai suoi coetanei, cosa che è stata visibile in una pagina ad hoc comparsa su Facebooke ora oscurata. Una derisione bonaria? No. C’erano frasi ine-

Quando un di essere s quivocabilmente non bonarie. Il ragazzo che aveva 15 anni si è tolto la vita a Roma impiccandosi in casa. I motivi del gesto sono oscuri. Alcune dichiarazioni fatte a scopo difensivo hanno negato la portata di ostilità delle derisioni su Facebook. Succede spesso. Dopo. Si dice che erano scherzi da ragazzi. È certo però che Andrea si tingeva le unghie di rosa, a volte si truccava. Il rosa non è considerato un colore “da maschi”. Si chiama ruolo di genere: fin da piccolissimi maschi e femmine sono chiamati a interpretare il genere al quale ci si aspetta che loro sentano di appartenere e ad assumere il ruolo sociale associato. Questa chiamata è spesso rigida, non ammette creatività e originalità. Ci si aspetta che i ragazzini amino il calcio, siano svegli e anche un po’

SU “STOP SECRET” I RAGAZZI LIBERI

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“Sono smemosessuale e mi piace il rosa, embè?!”. Stop Secret, nel sito www.smemoranda.it/archivio/amore, è dedicato ad Andrea e parla di “smemosessuali”, cioè di ragazzi liberi. Si legge: “A parte che a noi il rosa sembra un colore niente male, siamo fermamente convinti che ognuno si debba poter colorare la vita come cavolo gli pare e piace... diteglielo!”. E: “Stop Secret, l’angolo smemosessuale vuole solo essere solidale con chi ancora deve soffrire tanto per una scelta che dovrebbe essere libera e spontanea”. Da consultare, specie “smemopride”, “due volte genitori”, “coming here”.


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La posta di Delia

un colore smette e solo un colore

aggressivi. A loro si regalano armi e macchinine da corsa. Li si cresce da piccoli uomini. I ragazzi diventano vittime delle aspettative degli adulti. Se uno non gioca a calcio viene deriso. Se poi ama il rosa può essere perseguitato. Occorre realizzare molti progetti nelle scuole per educare i ragazzi alla sorpresa, all’insolito, a ciò che con una parola sbagliata viene indicato come“diversità”. Un termine che rafforza le rigide aspettative sul genere, e colloca la creatività nell’eccezione, facendo diventare“strano”nel senso di“anormale”chi non si comporta come si ritiene che tutti debbano comportarsi. I ragazzi gay vengono vissuti dai coetanei come “mezzi maschi” e disprezzati. Gli adolescenti trans non vengono assolutamente compresi. Di Andrea non sappiamo nulla, se non che amava molto il colore rosa. I compagni di scuola il giorno che si è ucciso occupavano l’istituto in segno di protesta contro i tagli. Avevano ragione. La scuola ha bisogno di tantissime risorse affinché si facciano con i giovani progetti di educazione sentimentale come educazione alla cittadinanza. Solo dando ai ragazzi più punti di vista sulle identità e sui sentimenti possiamo sperare di impartire loro autentiche lezioni di rispetto.

LA SCAMBIANO PER UN MASCHIO E MI DISPIACE Gentile Delia, mia figlia ha comportamenti strani, si veste sempre in modo maschile, jeans e giubbotto, scarponi, camicie da uomo, capelli corti. Anche le sue amiche portano i jeans ma hanno qualcosa di femminile magari una maglietta scollata o i pantaloni aderenti. A volte quando siamo insieme nei negozi le commesse riferendosi a lei mi dicono“suo figlio…”, insomma la scambiano per maschio. Quando questo avviene lei si chiude e si indurisce, e quando usciamo commenta l’episodio anche in modo piuttosto colorito. Io mi chiedo perché non si veste in modo diverso se non vuole essere scambiata per maschio, però non provo neanche a dirglielo per non irritarla e metterla ancora più di malumore. Mi sono chiesta se mia figlia è omosessuale, una volta il padre nel corso di una lite glielo ha detto ma lei ha risposto “fatevi i fatti vostri”. Da allora sull’argomento tra noi c’è il silenzio più assoluto. A me dispiace molto, vorrei vederla sorridente come devono essere le ragazze alla sua età, e mi dico di portare pazienza perché questa è una età difficile e magari un bel giorno le vedrò indossare una gonna e tutto sarà finito. Però a volte temo che le cose non siano così semplici. Vorrei un suo parere. Rachele.

Il rosa non è “da maschi”. Si chiama ruolo di genere. È spesso rigido, non ammette creatività e originalità

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Gentile Rachele, sicuramente sua figlia percepisce il disagio che lei prova. Sa bene che la vuole in gonna. E questo risolverebbe “gli incidenti” con le commesse. Ma sua figlia non sarebbe più la stessa, lei avrebbe per casa una ragazzina mascherata che ha rinunciato al modo di essere che ha scelto per sé. Lei porta le gonne, immagino. È così difficile accettare che sua figlia non le somigli? È così difficile amare una persona nella quale non ci rispecchiamo? Non credo che lei abbia desiderato di mettere al mondo un clone di se stessa. Non stia dalla parte delle commesse, ma da quella di sua figlia che ha tutto il diritto di essere come vuole senza essere catalogata come non è. Parlare di sentimenti e di sessualità con i ragazzi richiede molta delicatezza, è meglio non farlo nel corso di una lite. Si goda sua figlia. Provi a guardarla con il gusto della scoperta e non con il sapore amaro del giudizio.

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S pazioCivile

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Spazio

Civile In piazza, sul web

Concerto/1

La buona musica del recupero

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cologia, musica, solidarietà: ecco gli ingredienti di “L’Ambiente Si Nota”, primo Festival nazionale degli strumenti musicali riciclati. Ovvero: chitarre realizzate con manici di scopa, batterie ricavate da bidoni di latta e persino elettrodomestici che suonano alla perfezione e attraverso la musica rendono molto concreto il concetto di sostenibilità. Il concerto di Natale, in programma a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, il 9 dicembre (alle 21) riunisce per una serata ambientalista e solidale le maggiori band italiane - Capone & Bungt Bangt, Riciclato Circo Musicale, Manzella Quartet e Miatralvia - che, in un’ottica ecologista, hanno reinventato gli strumenti musicali tradizionali e ne hanno creati di nuovi utilizzando materiali di recupero. Il ricavato dei biglietti (prezzo unico 15 euro) sarà devoluto alla Comunità di Sant’Egidio, che sin dalla fondazione si rivolge ai bambini in difficoltà, e ai Sonidos de la Tierra, l’organizzazione paraguayana che dal 2002 istruisce musicalmente bambini e ragazzi delle zone più emarginate del paese. L’iniziativa è promossa da Pentapolis, associazione non profit che dal 2006 diffonde la responsabilità sociale e lo sviluppo sostenibile. Info: www.ambientesinota.it.

Quel sapore in più che ha il regalo solidale Fernando Guerci

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sapore di cioccolata il Natale 2012 di Intersos: regalando le cioccolate spalmabili Deanocciola si sostiene il suo programma di protezione e recupero psicologico di 400 bambini ex soldati in Congo. Il progetto prevede il ritorno a scuola e il sostegno post traumatico

Concorsi LA CREATIVITÀ VINCE A “FABER”

È

on line il bando di “Faber. Quando la creatività incontra l'impresa”, il concorso nazionale, sostenuto dal Comune e dalla Camera di Commercio di Torino e dalla Compagnia di San Paolo, che promuove l’incontro tra giovani talenti digitali e imprese italiane interessate a sviluppare i loro progetti. Le opere: video, animazione, web e App, graphic design. I premi: la partecipazione al salone professionale Fabermeeting 2013 e stage retribuiti, occasioni di alta formazione, servizi professionali gratuiti, sostegno economico. Info: www.fabermeeting.it.

delle giovani vittime. I fondi raccolti servono per le rette scolastiche, quaderni, uniformi e zaini, corsi di formazione per 83 insegnanti, lezioni pomeridiane extra. Una squadra di assistenti psico-sociali lavora in 8 scuole aiutata dai Club Scolaire, gruppi-sentinella di 6 alunni e 6 alunne che segnalano casi di abusi e disagio: www.intersos.org e 06/853743. Dal 7 al 9 dicembre Ail porta in 4mila piazze le sue Stelle di Natale: con una donazione di 12 euro si riceve la pianta natalizia per

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se sotto l’albero ci mettessimo... Dalla gallina all’asinello, dalla zanzariera al ciclo di fisioterapia per un bambino, Ciai-Centro italiano aiuti all’infanzia elenca una lunga lista di regali solidali ( da 5 a 120 euro) a sostegno dei bambini, e delle loro famiglie, in Cambogia, Etiopia, India,


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SpazioCivile

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eccellenza e si sostengono i progetti di Ail per la ricerca scientifica su leucemie, linfomi e mieloma; l’assistenza ai malati e alle loro famiglie, la formazione di personale. Viaggia sul web (fino alla fine di gennaio) la campagna di Aism “Finisce la ricerca del regalo, continua la ricerca scientifica”. Con un clic

su www.seletti.it da “Seletti per Aism” si scelgono complementi di arredo, articoli per la tavola e la cucina, decorazioni in porcellana (5 euro) e in vetro (7 euro) per l’albero. Una clessidra (25 euro) ricorda che ogni 4 ore nel mondo a una persona è diagnosticata la sclerosi multipla. I proventi del catalogo finanziano una ricerca genica.

Solidarietà

In tuo nome il dono più bello Burkina Faso, da fare anche a nome di un amico o un parente (che riceverà da Ciai un cartoncino augurale numerato, con l'immagine del dono e la Certificazione di donazione). Info: www.ciai.it e 02/84844438-39. Anche Save the Children, organizzazione internazionale per i diritti e migliori condizioni di vita dei bambini, ha la Lista dei Desideri: 24 regali, interventi od oggetti indispensabili, che salvano la vita a un bambino dall’altra parte del mondo. Bastano 8 euro per una confezione di latte te-

rapeutico in polvere ad alto valore nutritivo, ne bastano 10 per una cura di 10 giorni per 3 bambini, 15 per 100 vaccini, 20 per 3 copertine (il freddo causa polmoniti mortali). Info: www.savethechildren.it/desideri. Desideri all’asta per Amnesty International. Dall’11 al 18 dicembre su www.ebay.i sono battuti, tra l’altro, un aperitivo con Luca Argentero, il backstage del concerto dei Litfiba all’Alcatraz di Milano (30-31 gennaio), un’opera autografata di Vasco Rossi. Prezzo di partenza: 1 euro.

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Grandi&Bollani per Spazio Giallo

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artedì 18 dicembre (alle 21), al Teatro della Luna “sosta” il tour nazionale di Irene Grandi e Stefano Bollani per concerto due volte speciale: la sola tappa milanese è anche l’unica dell’intero tour con un intento sociale. I due artisti si esibiscono infatti a favore di Bambinisenzasbarre Onlus, l’associazione impegnata nella tutela del diritto del bambino alla continuità del legame affettivo con il genitore (o i genitori) detenuto, nella cura delle relazioni familiari durante la detenzione e nella sensibilizzazione della rete istituzionale di riferimento e della società civile. Il concerto sostiene il progetto “Spazio Giallo”, il luogo dentro al carcere per i bambini che si preparano al colloquio con il genitore detenuto. Grazie al lavoro di psicologi ed educatori dell’associazione l’esperienza del carcere, potenzialmente traumatica, diventa comprensibile perché elaborata insieme. Biglietti: da 25 a 120 euro (escluse commissioni). Info e prevendita: 02/465467467 e www.vivaticket.it.


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Torino racconta DEGAS Gabriella Brugnoli

Al Parco del Valentino 80 capolavori prestati dal Musée d’Orsay di Parigi.

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In alto, “Autoritratto” e “Donna alla toilette che si asciuga il piede”. A fianco, l’ingresso della Promotrice.

apertura, un giovane borghese, beneducato, lo sguardo interrogativo e, in mano, un pennello: è l’“Autoritratto del giovane artista” (1855) a introdurre Degas, la bellissima mostra antologica dedicata al grande artista francese, in corso a Torino, al Parco del Valentino, nella Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti (fino al 27 gennaio 2013). Seguono, nelle sale, le ballerine, i nudi, i cavalli, gli orchestrali, i caffè, tutti i soggetti cari all’artista, fino alla “Donna alla toilette che si asciuga il piede”. Nata da un accordo tra il Comune di Torino, il Museo d’Orsay di Parigi, che vanta la maggior collezione delle opere di Degas e ce le ha prestate, e l’editore Skira, la rassegna che racconta la modernità del maestro dell’impressionismo e anticipa il “2013 anno della Francia a Torino”, è un appuntamento davvero importante, e non solo perché sono quasi trent’anni che in Italia non gli veniva dedicata un’antologica di tali proporzioni e qualità. Sono 80 le opere esposte (prestito del Museo d’Orsay), abbracciano tutto l’arco della vita artistica del pittore parigino, comprendendo anche capolavori per ragioni di conservazione difficilmente visibili se non al d’Orsay, e rappresentando l’insieme delle diverse tecniche che ha utilizzato, non solo i disegni, i dipinti, le sculture, ma anche i pastelli, che viaggiano di rado perché


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Torino racconta Degas

Da sinistra, “Il défilé (Cavalli da corsa davanti alle tribune)”, “Fin d’arabesque”, “Prove di balletto in scena”, “Donne fuori da un caffè la sera” e “La famiglia Bellelli”.

▲ fragili e sensibili alla luce. Un’opera raramente trasportata, per le considerevoli dimensioni, ma presente a Torino accompagnata da molti studi preparatori, è il capolavoro della giovinezza del pittore: La famiglia Bellelli. Nel quadro, cominciato durante uno dei suoi viaggi in Italia tra il ’57 e il ’59 - Degas aveva radici italiane - è rappresentato un momento del menage familiare dei suoi zii: l’atmosfera non è serena e l’artista non ha timore a rappresentarla, ma gli aspetti più significativi sono l’innovazione del ritratto e lo studio psicologico dello sguardo che si rifà ai grandi pittori del passato: ne sono esempio l’influenza di Giorgione nel profilo dello zio o di Van Dyck nel volto della zia. Edgar Degas (Parigi 18341917), il più classico tra gli impressionisti, ma anche più anziano di almeno dieci anni dei suoi compagni, percorre una strada del tutto personale tanto da essere considerato il grande conciliatore tra passato e presente nella pittura della seconda metà dell’Ottocento. DEGAS. CAPOLAVORI DAL MUSÉE D’ORSAY A cura di: Xavier Rey. Dove: Torino, Palazzina della Promotrice delle Belle Arti, viale Diego Balsamo Crivelli 11. Quando: fino al 27 gennaio 2013. Orari: tutti i giorni 10-19,30; giovedì 10-22,30; chiuso il martedì. Biglietti: 12 euro; ridotti da 9 a 5; gratis i bambini sotto i 6 anni. Info: 011/5790095 e www.mostradegas.it. Catalogo: Skira.

I riferimenti classici Da giovane esegue copie dei primitivi al Louvre, nei suoi viaggi in Italia - glielo permettono i rapporti familiari e le agiate condizioni economiche - ammira profondamente Giotto e copia i maestri del Rinascimento. Anche i fiamminghi come van Dyck e soprattutto Ingres

contribuiscono alla sua opera: “Nessuna arte - diceva Degas è meno spontanea della mia. Quello che faccio è il risultato della riflessione e dello studio sui grandi maestri”. Ad accomunare Degas agli impressionisti è piuttosto lo studio degli effetti della luce. Gli impressionisti dipingono “en plein air” ed esaltano le luci


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esterne; Degas ama gli ambienti chiusi, tanto che nei suoi “Taccuini” consiglia di “lavorare molto sugli effetti della sera, delle lampade, delle candele ecc. L’eccitante non è affatto mostrare la fonte della luce ma l’effetto della luce. Quest’aspetto dell’arte può al giorno d’oggi divenire immenso. Com’è possibile non rendersene conto?”. Degas si annoia a disegnare dal vivo paesaggi. “Per viaggiare da soli bisogna attraversare paesi dove ci sia della vita, ovvero pieni di monumenti d’arte”, dice. “La noia mi vince presto a contemplare la natura”. E gli effetti di luce si possono ammirare nelle atmosfere parigine fin de siècle dei caffè, dei teatri, degli artisti e dei letterati, capolavori del museo d’Orsay oggi a Torino, come anche bellissimi e poco conosciuti paesaggi francesi. La popolarità di Degas è legata alle sue ballerine: e alla Promotrice le ballerine spaziano in tutte le tecniche: dall’olio ai pa-

stelli, alla guache con capolavori quali Prove di balletto in scena, “Arlecchino e Colombina” e Fin d’arabesque. Eppure: “Mi chiamano il pittore delle ballerine. Non capiscono che per me la ballerina è un pretesto per rappresentare il movimento”, ebbe a dire una volta al gallerista Ambroise Vollard. E infatti un altro soggetto d’ispirazione preso a pretesto per lo studio del movimento sono i cavalli: a Torino compaiono in tre quadri, tra cui il celebre Défilé (la “Sfilata).

Movimento e modernità Degas è affascinato dalla fotografia, che gli permette di scomporre il movimento, tanto da usarla spesso come modello per i suoi quadri e questo sicuramente a partire dagli anni 70. Ma è attratto ancor più dal cinema: è tra gli spettatori della prima proiezione cinematografica dei fratelli Lumière a Parigi nel 1895, e l’esperienza guiderà il suo sguardo per tutta la sua successiva carriera artistica. Di fatto lo studio del movimento è una costante nell’opera di Degas e rappresen-

ta la sua modernità. Lo dimostrano le sculture in mostra, e la più spettacolare tra queste, “La piccola danzatrice di quattordici anni”. Ricerca di nuovo di equilibrio e movimento, la danzatrice in cera rossa, con il tutù di vero tulle e il volto stravolto, è una metafora della società borghese: una giovane che da una condizione sociale bassa attraverso la danza si eleva fino a divenire una stella dell’Opera di Parigi. Infine il nudo femminile, tema prevalente soprattutto nell’ultima fase della sua vita. In realtà Degas nutriva un rapporto di odio-amore per le donne. Per un artista metodico come lui, dalla vita regolata come un orologio, le donne costituivano un “campo” di sperimentazione artistica quasi alla stessa stregua delle opere d’arte che amava e studiava. Esemplari, in mostra, lo straordinario pastello “Donna alla toilette che si asciuga il piede” e “Le bagnanti nell’erba” dove i corpi femminili sono schematizzati, ma dove la modernità prevalente conserva la memoria della purezza formale dell’arte classica italiana.


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“CHI TI CREDI DI ESSERE?” E “DEAR LIFE”

Alice MUNRO: piccole storie di donne in lotta Vito Lamberti

A 81 anni, la scrittrice

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roppe volte, nel paese di West Hanratty in cui è cresciuta, Rose si è sentita dire “Chi ti credi di essere?”. Anche dalla matrigna Flo, donna pratica e un po’ volgare, meschina e generosa, incarnazione della realtà provinciale da cui Rose vorrebbe, ma sa di non poter fuggire. Per quanto studi, per quanto si ribelli, per quanto scappi. È certo che è scappata, ha studiato e si è ribellata alla provincia Alice Munro, autrice di “Chi ti credi di essere?”, che da sempre scrive le sue storie attingendo a un repertorio di materiale privato senza mai esaurirne la forza e riuscendo sempre, in modo naturale, a far identificare i lettori con i personaggi, come Ro-

canadese avvince e convince con due raccolte di novelle: la nuova edizione italiana di un libro del 1978 e l’ultimo lavoro (per ora disponibile solo in inglese)

QUALCHE CONSIGLIO DI LETTURA

È

un mese fortunato per i fan di Alice Munro. Dopo la riscoperta del suo quarto libro (in ordine di pubblicazione) “Chi ti credi di essere?”, ecco l’ultimo lavoro (in ordine di scrittura): Dear Life, 14 racconti inediti concepiti come altrettanti piccoli romanzi (Knopf Publishing Group, 319 pagine, 22,24 euro), per ora disponibile solo in originale. Chi mastica bene l’inglese potrà saggiare la candida narrativa dell’autrice nella sua lingua madre. “Dear life” è forse la sua raccolta più complessa, da leggere lentamente. È come se ogni racconto dovesse sistemarsi in testa prima di essere apprezzato, perché mai come in questo libro la Munro accentua la peculiare tendenza a convincere il lettore

se e Flo, che le abitano. Canadese, 81 anni (è nata a Wingham, Ontario, il 10 luglio 1931), autrice prolifica (17 titoli tra il 1968 e il 2009), vincitrice dei maggiori premi letterari negli Usa e in Canada, perenne candidata al Nobel, Alice Munro rivela a poco a poco il suo talento, forse perché, con l’eccezione di un solo romanzo, tutti i suoi libri sono raccolte di racconti, “short stories” come li chiamano gli anglosassoni. E a molti i racconti fanno storcere il naso, come fossero una forma letteraria minore. “Dovevo lavorare e badare alle mie figlie, non avevo il tempo per scrivere un libro per intero”, dichiarò la Munro in una vecchia intervista, col tono sbrigativo di chi ha appena finito di rassettare la cucina e deve

che i personaggi delle sue storie hanno vite proprie anche fuori dal racconto. A chi non ha mai letto nulla della scrittrice, suggeriamo un’incursione nella produzione più recente. Noi consigliamo sicuramente: “Il sogno di mia madre”(2001), “In fuga” (2004) e “Nemico amico amante…” (2003), tutti pubblicati da Einaudi. L’ultima raccolta citata contiene “The Bear Came Over the Mountain”, la novella da cui l’attrice Sarah Polleyha tratto il suo primo film come regista, Away from Her (“Lontano da lei”), che nel 2007 ha avuto due nomination all’Oscar: per la miglior sceneggiatura non originale, realizzata dalla Polley con l’aiuto di Alice Munro, e per la miglior attrice protagonista, Julie Christie.

stendere ancora il bucato. Oggi il suo poco tempo a disposizione sembra averlo sfruttato al massimo: la scrittrice Cynthia Ozick e nomi altisonanti della critica letteraria americana l’hanno definita l’erede naturale di Anton Cechov. Chi non l’ha mai letta potrebbe sospettare di questo giudizio, ma finirebbe per comprendere, come recita un detto, che “nulla ispira a un uomo tanti sospetti quanto il fatto di saper poco”. E allora, per saperne di più, si può partire proprio da Chi ti credi di essere?(“Who Do You Think You Are”, 1978), riproposto oggi, nella traduzione sensibile e precisa di Susanna Basso, da Einaudi ( 267 pagine, 19,50 euro; la prima edizione e/o, 1995, è introvabile). Quarant’anni e 10 novelle in sequenza, fra lealtà e disprezzo per l’universo di Flo, perché Rose, la protagonista, arrivi a capire chi davvero crede di essere e chi davvero è. Nelle accorate pagine di queste storie troviamo tutti gli elementi narrativi tipici della Munro: innanzitutto l’ambientazione, il Sud-ovest del Canada, l’Ontario e la Contea di Huron in particolare, do-


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ve molti dei suoi racconti prendono forma. Poi, le donne: che lottino per farsi strada nel mondo o contro una rivale, che cerchino di superare un abbandono o la perdita di un figlio, sono quasi sempre al centro delle sue storie. Donne semplici e mai banali, generose e cattivissime, a un tempo tradizionaliste ed emancipate, femministe quasi mai ma nemmeno soggette all’autorità maschile, a meno di non deciderlo loro stesse. E, infine, lei: è talvolta visibile il sentiero della sua stessa vita, e molte sono le analogie tra i dati autobiografici e quello che narra: l’adolescente sognante e incompresa Ann Alice Laidlaw, il matrimonio precoce con James Munro e il trasferimento a Vancouver, la nascita delle figlie, il divorzio, il cancro, la morte dei genitori, il ritorno in Ontario. E tuttavia i riferimenti biografici non oscurano mai la brillantezza letteraria. Lo si capisce dallo stile di scrittura, che non privilegia l’asse portante della storia. Non è importante quel che accade, ma il modo in cui i fatti si dispiegano. Importante, per esempio, può essere la ruggine nascosta in rapporti logorati dal tempo, le ossessioni di una fatuità ostentata o di un trauma troppo doloroso da raccontare, un piccolo dettaglio come la vecchia conchiglia in cui si avvertono “tutti i battiti formidabili del cuore”. Talvolta, e in questo il paragone con Cechov è azzeccato, sono gli eventi secondari, i pensieri non espressi apertamente dei protagonisti, la mancanza di slancio emotivo o di eccessiva passione, a risultare cruciali. Il cuore della vita nelle short stories della Munro non batte negli eventi occorsi, ma nel sottile territorio del non detto, nei mormorii emotivi del ventre, nelle improv-

S celteScrittrici vise rivelazioni di una realtà dipinta con un lessico tanto semplice e conciso nella forma quanto micidiale e spietato nei contenuti. Come una volta protettiva, c’è un personaggio sempre presente nei racconti: la natura. Descritta minuziosamente, ma mai pedante, condiziona la vita dei protagonisti, ne acuisce i sensi spesso sbalzandoli in un attimo dal dolore alla felicità. La

49 Munro contempla momenti della quotidianità che altri autori considererebbero troppo triviali o troppo superflui - i crudi dettagli di un aborto clandestino, il lento cangiare delle foglie dal caramello al rosso - e vi scova la vita stessa. E forse raggiunge il massimo quando tira le somme, come la protagonista di uno dei racconti più belli, Ortiche (in “Nemico, amico, amante…”), che alla fine della storia, di un ritrovato amore di gioventù rivelatosi ancora vero, dice: “Un amore non utilizzabile, che sapeva stare al suo posto. Un amore che non rischia niente, ma che si mantiene vivo come una goccia di miele. Con il peso di questo nuovo silenzio venuto a sigillarlo”.


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P iante&Piante Marina Ros

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Tillandsie, belle e insolite le “figlie del vento”

TERRAZZO D’AUTORE “Una cassetta di fiori non fa ‘terrazzo’, e neppure una fila di cassette. Non lo fanno neppure più file, se si tratta di cassette piene di gerani (o di tutto quello che volete d’altro) messe lì: una nota di colore, riempire un vuoto, ornare una facciata. Su un terrazzo come questo non è nemmeno il caso di stare a ragionare”. Parola di Ippolito Pizzetti, giornalista e scrittore, che nel suo “Piante e fiori del terrazzo” (Orme Editori, 16,50 euro), invita a guardare con occhi nuovi i nostri balconi e terrazzi. Un vademecum utile per costruire uno spazio verde che ci aiuti a ritrovare il contatto con la natura.

TUTTO SULLE ROSE Il vivaio Mondo Rose di Sieci (Fi) organizza il venerdi o il sabato dal 12 gennaio al 9 febbraio 2013 un corso di potatura sia sulle rose moderne che sulle rose antiche, a cespuglio e rampicanti. Il corso è strutturato in due momenti: una parte teorica, in cui si parla del ciclo biologico della rosa (come è strutturata, come si nutre, come si riproduce) con accenni su habitat e necessità colturali fondamentali e teoria sulle tecniche di potatura; e una seconda parte pratica in cui si avrà la possibilità di intervenire su cespugli e rampicanti adulti in piena terra (per saperne di più: info@mondorose.it).

O

ra che, dopo aver provveduto a riparare le piante più fragili, giardino e terrazzo non richiedono particolari cure, viene voglia di rinnovare il verde in casa. Adattissime come piante d’appartamento, le tillandsie sono particolarmente insolite e di semplicissima gestione. Originarie dell’America tropicale, sono prive di radici e vengono chiamate “figlie del vento” perché in natura rotolano trascinate dal vento, dal momento che non hanno ancoraggio. Sono piante epifite, perché in natura si appoggiano su di un sostegno vegetale sopraelevato ma, al contra rio di quanto a volte si dice, non so no parassite perché non insinuano ramificazioni nell’ospite e non rubano sostanze nutritive o linfa. Le tillandsie sono caratterizzate da foglie lineari verde scuro oppure grigio molto decorative, coperte da squame riflettenti, capaci di assorbire l’umidità. Apparentemente “vivono d’aria”, in realtà

hanno una struttura complessa, in grado di assorbire dall’ambiente le sostanze di cui ha bisogno. Di fatto sono molto parche nei consumi e nelle esigenze. Il locale dove vivono meglio è la stanza da bagno, la più umida, ma non devono ricevere raggi solari diretti. Non sopportano temperature inferiori ai 13°C e vanno vaporizzate ogni giorno, possibilmente con acqua piovana. È ottimale poterle immergere in acqua a temperatura ambiente per qualche minuto 1-2 volte la settimana e non è necessario poi scrollare le piante, al contrario è utilissimo lasciare le gocce sulle foglie: l’acqua evaporerà oppure verrà assorbita. È importante invece accertarsi che non vi sia ristagno d’acqua. In estate si possono trasferire all’aperto, sotto alberi in grado di garantire ombra: ci offriranno infiorescenze simili a spighe piatte formate da fiori nei toni del rosa, del blu, dell’azzurro.


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S ì,mangiare

Le erbe fini fanno il pollo alla francese Martino Ragusa Il pollo alle erbe fini (“poulet aux fines herbes”) è un classico della cucina provenzale, quindi un piatto francese, ben affrontabile da noi italiani, anche a dieta. La ricetta. Fatevi tagliare il pollo in 8-10 pezzi. Lavateli immergendoli per una mezz’oretta nel vino bianco, poi metteteli a scolare. Pelate le carote e tagliatele a rondelle; pelate le patate e tagliatele a cubetti di circa 2 cm di lato; pulite le coste di sedano, eliminando eventuali filamenti, e tagliatele a rondelle. Tenete le verdure a bagno nell’acqua fino al momento della cottura perché non anneriscano. Pulite i funghi, ma affettateli solo all’ultimo momento. Tritate insieme (tutte o solo alcune) le erbe aromatiche che riuscite a trovare: maggiorana, prezzemolo, alloro, erba cipollina, dragoncello, basilico, salvia, rosmarino, timo, finocchio selvatico, menta, nepetella, origano fresco, cerfoglio, aneto. In 4 cucchiai di olio di oliva, scaldati in un tegame di coccio o ghisa o a fondo pesante e antiaderente, rosolate i pezzi di pollo a fuoco allegro per 10 minuti, poi ri-

muoveteli con la schiumarola e teneteli da parte. Affettate sottilmente la cipolla e fatela appassire a fuoco basso nel fondo di cottura. Quando accenna a dorarsi, unite il pollo. Salate, alzate la fiamma e bagnate con il vino che lascerete evaporare completamente, quindi condite con metà delle erbe tritate, uno spicchio di aglio e il cipollotto con tutto il verde tritati. Fate insaporire, poi coprite con acqua o brodo bollente e lasciate cuocere a fuoco basso per 2 ore. Unite le carote, le patate, il sedano e i funghi tagliati a fettine piuttosto spesse. Portate a cottura in circa 40 minuti aggiustando di sale. Badate che l’umido non si asciughi troppo, deve rimanere piuttosto liquido. Lo farete addensare a fine cottura aggiungendo un cucchiaino di farina doppio zero sciolto bene in mezzo bicchiere di acqua fredda. Cospargete con l’altra metà di erbe tritate. Servite con purè di patate o riso basmati bollito.

51 MULTA ALLA DANONE Era da dire che a furia di scendere le scale come una forsennata prima o poi sarebbe ruzzolata. Lo scivolone non l’ha preso proprio la Sandrelli ma Danaos, yogurt del quale la nostra attrice a rischio di osteoporosi è assillante testimonial. Le dichiarazioni che accompagnano le continue discese ardite e le pacche sulla coscia sono state giudicate ingannevoli dall’Antitrust che ha somministrato alla Danone una multa di 180.000 euro. Riprendo la notizia dal bellissimo (e utilissimo) sito www.ilsalvagente.it al quale rimando per i particolari.

INGREDIENTI

DOSI PER 4 PERSONE 1 pollo di circa 1,2 kg Un misto di maggiorana, prezzemolo, alloro, dragoncello, basilico, salvia, rosmarino, timo, erba cipollina, finocchio selvatico, menta, nepetella, origano fresco, cerfoglio, aneto 1 cipolla 1 cipollotto 1/2 litro di vino bianco da tavola per la marinata 1/2 bicchiere di vino bianco secco di qualità 1 spicchio di aglio 250 g di carote 250 g di coste di sedano 250 di funghi champignons 400 g di patate 1 cucchiaino di farina 00 olio extravergine di oliva sale pepe bianco


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S celteCiambella

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In movimento

Under 14

Caro Bab anzi ti v e

LO SPORT: A SCUOLA COL CONTAGOCCE Francesco Piromallo

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assegnazione. Per tutti gli studenti dagli 11 ai 17 anni la parola d’ordine da associare a “sport a scuola” quest’anno è proprio rassegnazione. Non ci sono le risorse (i soldi) per le attività promesse e previste dai piani scolastici del ministero dell’Istruzione. Quindi, per il momento, i ragazzi restano con le due ore settimanali che servono appena a scaldare i muscoli o a far fare il minimo movimento ai più sedentari. Meglio di niente? No. Come è ampiamente dimostrato, i ragazzi lo sport lo vogliono fare: il 70% dei ragazzi dagli 11 ai 17 anni partecipa infatti ad attività sportive al di fuori della scuola. Tra le ragazze dagli 11 ai 14 anni la percentuale è del 62%. Va meglio nella scuola primaria, perché negli ultimi tre anni l’alfabetizzazione motoria (termine burocratico e inutile se ce n’è uno, per indicare lo sport alle elementari) è cresciuta sia come quantità di spazi che come numero di alunni e alunne avviati alle discipline sportive. Nell’insieme, c’è un mondo grande, grandissimo che aspira alla pratica sportiva, non solo come piacere di fare sport, ma anche come benessere fisico e prevenzione dalle malattie. Le attività della scuola - bilanci permettendo - prevedono i gruppi sportivi pomeridiani, l’avviamento alla pratica sportiva e la partecipazione ai Giochi Sportivi Studenteschi (ex Giochi della Gioventù). Servono 60 milioni di euro per i Giochi: se anche quest’anno si avvieranno, nel corso delle finali nazionali gli studenti troveranno interessanti momenti formativi di educazione alla sicurezza stradale, che permetterà di avere, a seconda dell’età, i primi rudimenti su come ci si comporta alla guida di un veicolo, e anche a piedi quando si cammina in mezzo agli altri.

Durante tutto l’anno Santa Klaus abita a

Rovaniemi in Lapponia. Ma ora, e fino

Costanza Beltrami

all’Epifania, capita di incontrarlo in tanti altri posti, in una grotta o in un castello, in montagna come al mare. Eccone alcuni

La

letterina per Babbo Natale è pronta? Potete spedirla al suo ufficio postale (Joulupukki, Joulupukin Pääposti, FI-96930 Napapiiri, Finlandia). O portargliela a casa, nel Villaggio Santa Klaus a Rovaniemi in Lapponia. È troppo lontano? Allora scegliete una delle tante case italiane (si vede, dirà qualche genitore, che l’Imu non gli pesa). Ecco qualche suggerimento. Il “Magico paese di Natale” è in Piemonte, nelle colline del Roero, a Govone, che fino alla Befana accende mil-


S celteCiambella

abbo ti scrivo... v engo a trovare

è o , a e o -

le luci colorate, ospita elfi e fantasiosi personaggi, allestisce la mostra dei presepi nuovi e antichi e, nel Castello Sabaudo, la fantastica Casa di Babbo Natale (8-9, il 15, 16, 22, 23, 26 29, 30 dicembre, 5-6 gennaio ore10-19 con animazioni; il 1° gennaio, ore 15-18). A Riva del Gardafino al 5 gennaio Babbo Natale abita una Rocca sul lago, costruita nella notte dei tempi insieme agli elfi. Ci si arriva, passato il ponte magico, seguendo il profumo dei biscotti appena sfornati da Natalina nella sua Cucina e il rumore degli elfi al lavoro nell’Officina. Poi si attraversa l’Ufficio Postale, dove gli elfi postini smistano le letterine di Natale, e la Stanza dei Racconti. Babbo Natale passa da una stanza all’altra per dare una mano e racconta ai bambini fantastiche storie. In Val Seriana, a Gromo (Bg), Santa Klaus aspetta i pic-

coli visitatori nel castello medioevale di piazza Dante. Con lui ci sono i folletti della Fattoria didattica Ariete, impegnati tutto l’anno nella cura degli amici animali, di prati e boschi. Tra tutte le letterine consegnate nelle sue mani ne sorteggerà alcune: chi le ha scritte visiterà gratuitamente, con i compagni della classe, la Fattoria per conoscere da vicino gli animali e le miniere della Val del Riso (8, 9, 16, 23, 24, 26 dicembre ore 14-19; ingresso unico 5 euro; www.fattoriaariete.it/babbo). A Camaiore (Lu) il Villaggio di Babbo Natale coinvolge tutto il paese in un’unica animazione, con le tipiche casette in legno dei mercatini tirolesi. La Dimora di Babbo Natale, con gli elfi affaccendati a costruire i giocattoli, è in piazza S. Bernardino da Siena. Gli spettacoli sono nella piazza del Municipio. A Fermo la Casa di Babbo Natale si visita nel tunnel del trenino che univa la costa all’entroterra. Ci sono la stanza da letto, la cucina e tante altre attrazioni colorate e magiche, piene dei suoi aiutanti gnomi e di oggetti fantastici. Ci si arriva seguendo le indicazioni dal centro storico. Dall’8 dicembre (ore 17-20).

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A piedi o in treno fino alla Grotta A ORNAVASSO (VB). Fino al 6 gennaio le letterine si possono consegnare a Bab bo Natale nella sua Grotta, nella vecchia cava di marmo rosa dove i Twergi, i suoi aiutanti nella preparazione dei doni e dei giocattoli, e gli gnomi creano la tipica atmosfera natalizia. Dopo aver consegnato la letterina, i bambini possono sedersi sul suo trono e salire sulla slitta, poi riceveranno un piccolo regalo di manifattura artigianale (l’8-9-15-16-22-23 dicembre, ore 9,30-16; ingresso: 8 euro dai 3 anni; la temperatura è di circa 6°, copritevi bene; i passeggini non passano). Alla Grotta si arriva con un viaggio nel magico mondo del Natale da fare a piedi (sono 1,8 chilometri, ci vogliono scarpe comode) o col trenino Renna Express, dal centro di Ornavasso verso la monta gna incantata del Natale e fino al Santuario della Madonna della Guardia che ospita l’imponente presepe meccanico, u no dei più belli e famosi d’I talia, realiz zato dall’artista Giu sep pe Loda (la vi sita: 1 euro). Lungo il per corso sarà offerta una tradizionale me renda natalizia: frittelle di mele per tutti, cioc co lata calda per i bam bini, vin brûlé per gli a dul ti (www.grottadibabbonatale.it).


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Letti per voi

LEZIONI DI RICICLO DIVERTENTI E SAGGE

Francesca Mossa

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appiamo bene che non dobbiamo sprecare quello che produciamo, ma usarlo in modo oculato e buttarlo e riciclarlo solo quando è troppo vecchio per essere usato ancora. Roger Rubbish racconta ai bambini una storia, divertente e saggia, che si muove tra il mondo reale e quello dei “rifiuti e dei rifiutati”. Valentina è una grande ciclista, ha una bicicletta nuova fiammante che si chiama Quattrosei con cui scorrazza a volontà, la curiosità è la sua principale compagna di vita e non fa nulla in cui non crede fino in fondo.

Un bel giorno per uno strano caso si ritrova a Mondizia (Biancoenero, 106 pagine, 13 euro) tra creature singolari, montagne di rifiuti, cani ringhianti, nutrie e assemblaggi vari. Spinta dalla sua proverbiale curiosità, esplorerà fino ai più piccoli anfratti di questo mondo parallelo, comprenderà le regole su cui si fonda la vita di Mondizia acquisendo così una visione più ampia e profonda del mondo da cui tutto proviene. Il libro è stampato secondo i criteri dell’Alta Leggibilità per i bambini che hanno

difficoltà di lettura. Dai 7 anni. È adatta ai piccolissimi (che ascoltano) e ai bambini che hanno appena imparato a leggere (il carattere è lo stampato maiuscolo) il libro di Lia Levi che racconta di un’amicizia tra una bambina costretta a casa da una gamba rotta e Francesco Giuseppe, un piccolo pettirosso eccentrico e sentimentale. La finestra sul bosco (Piemme, 44 pagine, 7,50 euro) è il solo luogo da cui la piccola Susi contatta il mondo: lì avverrà l’incontro tra i due. Dai 4 anni.

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Scienze

Libri-strenna

Narrativa

Oggetti misteriosi sotto la lente Autori Vari Editore Editoriale Scienza Pagine 20 Prezzo 11,90 euro Età di lettura dai 4 anni

È gustoso, Aguzza l’occhio. Caccia all’oggetto nascosto, il volume concepito e realizzato da tante mani e teste per divertire e stimolare lo spirito di osservazione. Le pagine originali nascondono oggetti che non è facile trovare, come la matita nel formicaio o il pupazzo di neve nel ristorante. In alcuni casi si dovrà ricorrere all’aiuto delle tre lenti speciali fornite con il libro.

Come in un quadro una giornata di vento Il papà pittore racconta una giornata di vento forte, in cui il mare s’increspa sempre più fino alla burrasca. Una bambina dapprima sta a guardare dalla finestra, poi scende sulla spiaggia e raccoglie oggetti d’ogni sorta, per fare un mercatino dove gli amici pagano con i sassi… arriverà il papà con tela e tavolozza per dipingere il mare. Tutto è libertà, allegria, vita. Come nel quadro di Matisse al quale Pinin Carpi si è ispirato. Autore Pinin Carpi Editore Piemme Pagine 30 Prezzo 12 euro Età di lettura dai 3 anni

Una finestrella sulla Notte di Natale Autrice M. Loretta Giraldo Editore San Paolo Edizioni Pagine 24 Prezzo 12 euro Età di lettura dai 4 anni

Si apre come un trittico che illustra un presepe, le pagine che seguono raccontano passo passo, con le rime (di Maria Loretta Giraldo) e le belle immagini (di Nicoletta Bertelle), quel che accadde Nella notte di Natale: Maria e Giuseppe che partono per il censimento, la ricerca di una locanda, il ricovero nella grotta, la nascita del bambinello, i regali portati da ricchi e poveri. Semplicemente e con garbo dice tutto.


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F ilmando

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Eastwood

Di nuovo in gioco Vito Lamberti

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itorna Clint Eastwood al cinema. E torna nelle vesti di attore, dopo “Gran Torino”, quando giurò di aver chiuso con la recitazione. E invece no: Clint è il protagonista di “Di nuovo in gioco”, diretto da Robert Lorenz alla sua prima prova come regista. La coppia si conosce da tempo, visto che Lorenz aveva lavorato insieme a Eastwood come produttore ai tempi di “Mystic River” e come aiuto regista, giovanissimo, ai tempi di “Mezzanotte nel giardino del bene e del male”. La sceneggiatura di “Di nuovo in gioco”, firmata da Randy Brown, ci racconta di Gus (Clint Eastwood), scout di una squadra di baseball, gli Atlanta Braves, che deve scoprire nuovi talenti nelle leghe dilettantistiche. Tra i suoi dirigenti c’è chi lo guarda con sospetto, per la sua non più giovane età e soprattutto per i nuovi e ricercati software che, attraverso statistiche mirate, potrebbero intercettare nuove stelle di baseball meglio del vecchio scout. Gus tiene nascosto un segreto: una malattia degenerativa agli occhi che avanza inesorabilmente. In suo aiuto, mettendo a rischio la propria carriera, arriva la figlia avvocato, Mickey (Amy Adams), che sta per diventare socia dello studio per il quale lavora. Tra i due ci sono vecchi dissapori, forse anche il rimpianto di Gus di non aver mai esternato l’affetto necessario, consideran-

do che la madre di Mickey è morta quando lei era ancora una bambina. Dopo gli screzi iniziali, però, padre e figlia riusciranno a trovare un equilibrio e, soprattutto, il talento che stavano cercando. Tante buone premesse aleggiano all’inizio di “Di nuovo in gioco”: la presenza di Eastwood, un territorio fertile per certi valori indiscutibilmente americani come la difesa della propria professione (Gus non si arrende a chi lo vorrebbe fuori) e lo sport come momento per confrontare le proprie qualità fisiche e morali. Azzeccati appaiono anche altri personaggi come l’amico di Mickey, Pete, interpretato da John Goodman, e Johnny, l’ex campione di baseball (il cantante Justin Timberlake) che cerca di farsi strada nel mondo del giornalismo sportivo. Quello che manca ed è gravissimo per un film di simile portata - è una regia solida, capace di creare un punto di vista originale. Lorenz - quasi avesse paura di osare - sceglie uno stile fin troppo lineare, che appiattisce la storia finendo per farla sembrare una lezioncina morale a stelle e strisce.

REGIA: Robert Lorenz SCENEGGIATURA: Randy Brown ATTORI: Clint Eastwood, Amy Adams, Justin Timberlake, John Goodman, Matthew Lillard, Robert Patrick, Bob Gunton DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia PAESE: Usa 2012 GENERE: drammatico DURATA: 111 minuti

Lawless Guarda all’epoca del proibizionismo, il nuovo film di John Hillcoat, “Lawless”, che racconta di tre fratelli bootleggers, distillatori di whisky illegale. Nonostante la terribile lotta tra gangster che incombe nella Chicago degli anni Venti, distillano clandestinamente alcolici fino a quando non attirano l’attenzione di un rappresentante della legge corrotto e spietato… “Lawless” mescola il dramma rurale, il western e i film di gangster. Ne viene fuori un discreto lavoro di genere, forse godibile durante la visione ma che difficilmente rimarrà nella memoria. Nel film c’è tanta violenza, gole squarciate e fiumi di sangue. Negli anni in cui sembra che al cinema si debba mostrare tutto (dimenticando che a volte la violenza è più forte se si sente e non si vede), “Lawless” rientra in quel bacino di film più “rumorosi” che “sostanziosi”.


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L eggo vedo sento

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Primo piano Sono sempre da prendere con le molle i romanzi dei grandi narratori che escono postumi. Ma “Micro” scritto da Richard Preston sulla base di testi e appunti di Michael Crichton potrebbe rappresentare un’eccezione. Il romanzo (pubblicato in Italia da Garzanti, 440 pagine, 18,80 euro, si trova anche a prezzo scontato) è dichiaratamente scritto a quattro mani. Anzi Preston, a sua volta apprezzato scrittore, è stato incaricato da Sherry, la giovane moglie di Crichton incinta quando Michael morì, di condurre in porto un testo che lo scrittore, malato di cancro, non

Noir di Courmayeur, un tris interessante Valerio Calzolaio

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ourmayeur, 12 dicembre: viene assegnato lo Scerbanenco 2012. Nei mesi scorsi avete potuto leggere su “Salvagiallo” le recensioni dei finalisti “Respiro corto” di Carlotto, “Festa di piazza” di Costa, “Il metodo del coccodrillo” di De Giovanni, “Il male quotidiano” di Gardella, “L’uomo nero” di Pondelmengo. Nella quindicina selezionata c’erano altri bei romanzi, alcuni di scrittrici, alcuni qui già presentati. Provo a suggerirne altri. Enrico Pandiani, “Pessime scuse per un massacro” (Rizzoli), ambientato in Francia, serie di “Les Italiens” questa volta in trasferta a Barbizon, Ile-de-France. Il commissario Jean-Pierre Mordenti della Brigata Criminale di Parigi racconta in prima l’indagine sull’omicidio di un anziano senatore dal passato quasi oscuro, con l’aiuto della bella tenente Delphine. Omosessuale! Piergiorgio Pulixi, “Una brutta storia” (e/o), ambientato in una metropoli del Nord Italia con la vicenda parallela (in terza) dell’ispettore superiore della Sezione Narcotici Biagio Mazzeo, capo di una banda di po-

Oroscopi/1

Branko: sarà l’anno del Grande Falciatore liziotti corrotti, e dello spietato potente mafioso ceceno Sergej Ivankov, ex leader della guerriglia e re di Grozny, costretto a venire da noi dal casuale assassinio del fratello. Cento personaggi, poche vie d’uscita, decine di incroci. Pericolosi! Patrizia Rinaldi, “Tre, numero imperfetto” (e/o), ambientato nella sua Napoli, dove a ottobre il commissario Vincenzo Martusciello, poliziotto comune, con l’aiuto della bellissima sovrintendente cieca Blanca Occhiuzzi, indaga sul cantante Gennaro Mangiavento (Jerry Vialdi), trovato ucciso allo stadio San Paolo, in terza (in corsivo il colpevole). Mozart, nonostante tutto!

Si intravede già il nuovo anno e gli scaffali delle librerie si riempiono di astrologia. Questa settimana ne presenteremo, in queste pagine, tre di astrologi che vanno per la maggiore. Anche gli scettici, infatti, amano “sbirciare” qualche frammento di futuro. Insomma “non è vero ma ci credono”. Cominciamo da Branko, che presenta il suo 2013 Calendario astrologico con la Mondadori. Fin dalle prime pagine Branko avverte i lettori che “questo è l’anno di Saturno, definito il Grande Falciatore, presenza in qualche modo inquietante nell’oroscopo sociale, ma nello stesso tempo anche simbolo della trasformazione, del rinnovamento, della rinascita”. “Se vogliamo e ci impegniamo, tutti insieme, il miglioramento ci sarà”. Autore Branko Editore Mondadori Pagine 370 Prezzo 10 euro


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L eggo vedo sento

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Quattro mani... d’oro Rita De Buono era riuscito a portare oltre un terzo, pur volendo finirlo a tutti i costi per dedicarlo al figlio allora non ancora nato. Quel manoscritto ora è diventa-

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Dischi

to un romanzo. Preston racconta che ha dovuto fare a modo suo, perché Crichton non aveva lasciato una struttura, anche se aveva descritto quelli che dovevano essere i “suoi” protagonisti a uno a uno e aveva perfino deciso quale di loro doveva morire e quale sopravvivere. La trama è avvincente: sette studenti di biologia miniaturizzati dal presidente di una società di nanotecnologie devono sopravvivere nella foresta pluviale delle Hawaii. In un mondo popolato di insetti. E non sarà facile.

Oroscopi/2

Pesatori: l’elogio del Capricorno Molto raffinato 2013 la rinascita dopo l’apocalisse di Marco Pesatori, che dal 2002 cura la rubrica astrologica per “D di Repubblica”. A parte il corredo tradizionale, Pesatori si fa apprezzare per l’analisi che premette a ogni capitolo sulle caratteristiche di ciascun segno. E non si tratta di poche righe tirate via, ma di una descrizione molto attenta. Notevole il “racconto” sugli Scorpioni “tuareg”, sui Leoni “che domano qualunque domatore” e sui Gemelli “dolci nevrastenici”. Ma il segno più apprezzato dall’autore è il Capricorno: “Il mondo sa che su di loro si può contare”. Autore Marco Pesatori Editore Feltrinelli Pagine 284 Prezzo 14 euro

Federico Venditti

Vi ricordate dove eravate il 10 dicembre 2007? Probabilmente nel posto sbagliato, perché in quella data i leggendari Led Zeppelin si riunivano in un concerto esclusivo alla O2 Arena di Londra, dove Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e il figlio dello scomparso John Bonham davano vita all’ultimo atto di una carriera lastricata di successi, ma anche di immani tragedie personali, che hanno condotto la band a sciogliersi nel lontano 1980. Be’, se non c’eravate ora avete una seconda chance, visto che esce il dvd del concerto “Celebration Day”, dove i nostri rispolverano i loro più grandi successi radiofonici e inseriscono anche qualche chicca (tra cui una lunga jam funky su “Trampled Under Foot”). Nell’arco dei 16 brani il gruppo inglese dimostra di avere ancora frecce al proprio arco, facendo dimenticare in fretta un po’ di ruggine nel brano d’apertura “Good Times, Bad Times” poi, a mano a mano che prosegue, il concerto ingrana la quinta e raggiunge l’acme nella splendida ed evocativa “Kashmir”, in cui Plant si produce in una performance da brivido.

L’ultima dei mitici Zeppelin

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Oroscopi/3

Perfetti e la rivincita della Bilancia “Le stelle indicano, ma non determinano”: mette subito le mani avanti Mauro Perfetti, nel presentare il suo Oroscopo 2013. Anche lui sfrutta, come Branko e Paolo Fox, una consolidata fama televisiva. Astrologo di “Quelli che… il calcio” dal 2006 al 2011, ora presenta le sue previsioni a Domenica5. Il suo volume indica ciò che accadrà (o potrebbe accadere) mese per mese per quanto riguarda amore, lavoro, salute e tutto il resto. Perfetti fa anche capire quali sono, per l’anno prossimo, i suoi segni preferiti. Tra questi ci sono i Bilancia, che hanno subito per due anni e mezzo Saturno contro e ora... Autore Mauro Perfetti Editore Rizzoli Pagine 320 Prezzo 10 euro


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T eledipendente

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Fenomenale Ricordate l’antico gioco della “Settimana enigmistica”, “scopri la differenza”? Stavolta ve lo proponiamo tra le due modelle di Liu-Jo e di Twin-set, che presentano entrambe intimo femminile. Allora: una è bionda e l’altra pure, una ha gli occhi azzurri e anche l’altra. Continuate voi. E, se non trovate troppe differenze, vuol dire che la vostra scelta sarà guidata solo dalla qualità dei prodotti così sapientemente illustrati.

Federica Sciarelli, conduttrice della fortunata trasmissione di Rai3.

Chi l’ha visto, la serie che cambia la realtà Rita De Buono

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no Fe me na e

on ce n’eravamo accorti, ma abbiamo da anni sulla tv italiana un programma che somiglia sempre più a “Cold Case”, la fiction andata in onda negli Usa dal 2003 al 2010 e che ancora riempie, nelle ore serali, diverse reti televisive. Nella serie americana Lilly Rush (interpretata da Kathryn Morris), giovane e grintosa investigatrice della squadra omicidi di Filadelfia, e i suoi colleghi appaiono spesso con dei grandi scatoloni in mano, in cui sono archiviati, appunto, i “Casi freddi”, i delitti irrisolti. La fiction è molto ben costruita, perché - grazie ai flash back - persone che hanno 50 o più anni vengono riportate al momento della giovinezza, per ricostruire gli avvenimenti da cui nacque il delitto. Anche in Italia c’è qualcosa di simile, ma non è una fiction. È la storica trasmissione “Chi l’ha visto?”, che col passare del tempo ha mu-

tato pelle e trasformato sempre più i giornalisti in detective, portando alla luce casi che erano stati accantonati dagli inquirenti. Di recente ha destato scalpore il caso di Elisabetta Grande e Maria Belmonte, rispettivamente madre e figlia, sepolte a casa loro, in una villetta di Castel Volturno, in provincia di Caserta, scomparse nel 2004 e di cui non si era saputo più nulla. Ma il fratello di Elisabetta, Lorenzo Grande, visto l’inutile trascorrere degli anni, ha deciso di rivolgersi alla trasmissione di Federica Sciarelli, che è riuscita a riportare la storia al centro dell’attenzione e a risolverla, perché i corpi sono stati ritrovati e il marito e padre delle due donne, ex direttore sanitario del carcere di Poggioreale, ha fatto ritorno nel penitenziario questa volta in manette. Insomma, abbiamo una serie televisiva che sembra una fiction ma che cambia, invece, la realtà. Meglio di “Cold Case”!


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IIll n nuovo uovo rromanzo omanzo d dii

VA V A L E R IO I O M A SSI S S I MO MO

M ANFRED DII I L GI U R A M E N T O Ulisseo, Odysseo, Nessuno. L’ingegno multiforme e l’ardimento di un uomo più immortale di un dio.

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