Il Settimanale di Arezzo 167

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ANNO IV NUMERO 167 • VENERDÌ 25 OTTOBRE 2013 • COPIA GRATUITA IN COPERTINA: SCATTO ED ELABORAZIONE GRAFICA DI ANDREA BARDELLI

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GLI ARETINI E IL LAVORO


IN QUESTO NUMERO VITA DELLA CITTÀ 3 Tutto il mondo ai Mercatini 5 Ripartiamo dalla scuola per disegnare il futuro 6 Urban Cafè: un esempio d’impresa 7 Dai money transfer alla Bossi-Fini: la politica eppur si muove… 10 Giovani e lavoro AREZZO’N’ROLL 8 Interno Aurora AREZZO SPORT 13 Alla scoperta di un talento: Niccolò Ghinassi dell’Atletica Sestini 15 Benedetta Cuneo, Una stagione da applausi 16 Arezzo, tornano i sorrisi 17 Ilaria Badalotti di nuovo protagonista del karate nazionale 18 Nuove strategie per un’assegnazione più equa delle palestre comunali

19 Talento e ambizione: l’Under 19 Solare della Sba punta al top 20 In vasca nei primi mesi di vita con il Metodo “Giletto” A REGOLA D’ARTE 21 Catena Fiorello al Giardino delle Idee 22 L’arte, strumento di bellezza ma anche di denuncia 23 Un autunno tutto da ridere ad Arezzo 24 “Percorsi di vita fluente”: con la mostra di Laura Serafini al via il secondo capitolo di “Donne allo specchio” LE PELLEGRINE ARTUSI E… 27 …i tortini di riso all’olio FACOLTÀ… DI PAROLA 28 “Il presente e la storia”, un ciclo di conferenze al Dipartimento aretino

“IL SETTIMANALE DI AREZZO“ È UNA TESTATA EDITA DA EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL ANNO IV NUMERO 167 – VENERDÌ 25 OTTOBRE 2013 © EDIZIONI GIORGIO VASARI DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO CIABATTI, EMAIL FRANCESCOCIABATTI.EGV@GMAIL.COM VICEDIRETTORE: MARCO BOTTI, EMAIL MARCO.BOTTI9@GMAIL.COM REDAZIONE: ELENA AIELLO, ENRICO BADII, ANDREA BARDELLI, GIACOMO BELLI, SERENA CAPPONI, FERNANDA CAPRILLI, MARCO CAVINI, GIACOMO CHIUCHINI, DORY D’ANZEO, JACOPO FABBRONI, CECILIA FALCHI, ELETTRA FIORINI, MICHELE GIUSEPPI, SARA GNASSI, ILARIA GRADASSI, VALERIA GUDINI, GIACOMO MANNESCHI, CHIARA MARCELLI, LUCIO MASSAI, DAVID MATTESINI, FABIO MUGELLI, OMERO ORTAGGI, VALENTINA PAGGINI, ROBERTO PARNETTI, LUCIANA PASTORELLI, IVANA MARIANNA PATTAVINA, LUCA PIERVENANZI, CHIARA SAVARINO, ALESSIO SEGANTINI, LUCA STANGANINI, VALENTINA TRAMUTOLA, LUCA TRIPPI. FOTO: ANDREA BARDELLI, ROBERTO PARNETTI, SAIMON SAVINI AMMINISTRAZIONE: EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL, VIA MANTEGNA 4, 52100 AREZZO (AR), TEL. 392/95.96.285, FAX 0575/16.57.738, EMAIL EDIZIONIVASARI@ARUBA.IT PUBBLICITÀ E MARKETING: PAOLA PRATO, 333/46.04.264, PAOLAPRATO.EGV@GMAIL.COM AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO 02/2010 DEL 10 FEBBRAIO 2010 ISCRIZIONE AL REGISTRO DEGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE AL N. 19155 STAMPA: LA ZECCA SRL, VIA UMBERTO TERRACINI 25/27, 52025 FRAZ. LEVANE, BUCINE (AR), TEL. 055/91.80.101, FAX 055/91.80.412, EMAIL INFO@TIPOGRAFIALAZECCA.IT

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TUTTO IL MONDO AI MERCATINI e per contare gli ingressi al parcheggio Mecenate basterebbe una calcolatrice e un po’ di santa pazienza, per calcolare le reali presenze al Mercato Internazionale dei Prodotti Tipici, che ha allietato gli aretini nel weekend scorso, servirebbe un’impresa titanica se non impossibile. Ci sono comunque dei dati, e i dati della Confcommercio parlano di 270 mila astanti. Per rendere l’idea, è come se ad Arezzo si fosse giocato il Clasico Barcellona-Real Madrid per tre giorni di fila. Ma, a prescindere dai freddi numeri, è certo che sia stato infranto il record delle ultime due edizioni. Che il Mercato Internazionale, più popolarmente conosciuto come “Mercatini del Mondo”, sia l’evento più importante dell’anno sembrano non esserci più dubbi. Più di 200 operatori, 150 dei quali stranieri; un giro di affari da 1000 euro al minuto; oltre 1000 bistecche cucinate dai macellai aretini; circa 1500 panini venduti dai banchi più in voga (il balcanico o il bavarese, per esempio) nel solo giorno di domenica; file interminabili all’ora di cena che hanno costretto lo stand argentino a disporre di un bodyguard per ordinare la gente in coda, un po’ come si fa in discoteca. Domenica sera, al termine di un tour de force dai sapori forti, gli standisti più soddisfatti erano coloro che somministravano alimenti pronti da mangiare. Vista anche la confusione, spesso non c’è modo di fermarsi ai banchi, si va diretti ad inforchettare la paella o il panino e via. Il “Settimanale di Arezzo” ha cercato di capire cosa si

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di Luca Trippi

nasconde dietro questo successo e soprattutto dove e come potrà crescere ancora una manifestazione inarrestabile. E lo ha fatto con un raggiante Franco Marinoni, direttore Confcommercio. Cosa pensano gli aretini dei Mercatini del Mondo ormai lo sappiamo, ma cosa ne pensano loro, gli operatori che vengono da tutto il mondo? «Il format del Mercato Internazionale è conosciuto in tutta Europa, e altre città italiane lo propongono. Ma ogni anno tutti gli ambulanti mi ripetono

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Eletto il nuovo CdA di Borgo Italia, sempre capitanato, pure per il prossimo triennio da Piero Iacomoni, supportato da Basagni dell’azienda associata Miniconf, Terziani dell’azienda associata Fartan oltre alla marchigiana Apunis, e la toscana Casheart, maglieria in cashmere.

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che Arezzo è una piazza unica, straordinaria. Questo perché accogliamo l’evento con una grande promozione e un grande lavoro alle spalle. È un’iniziativa semplice, nazional-popolare direi, ma questo non è per forza un fattore negativo, anzi». Un format solido e ormai tradizionale. Ma può bastare? Oltre all’arrivo dei banchi locali, c’è qualcosa che si può cambiare? «Per tenerlo vivo dobbiamo rinnovarci sempre, è chiaro. L’evento di Arezzo è l’unico nel suo genere che ha gli operatori locali accanto a quelli esotici. Per i 50 banchi nostrani il traino degli stand che vengono da fuori è fondamentale. Va dato merito a questi esercenti che non subiscono passivamente la fiera ma che si mettono in gioco e cavalcano l’evento, come quei ristoranti che per tre giorni hanno chiuso per spostarsi in toto ai mercatini. Non dimentichiamoci poi delle iniziative collaterali, come il corso dei mini-chef organizzato in collaborazione con la Lilt che ha richiamato 662 bambini solo domenica». Le ricadute per Arezzo? «Solo gli operatori, considerandone tre per ogni stand, erano 450: 450 persone che hanno dormito ad Arezzo. Per non parlare dei giovani aretini che vengono a lavorare nei banchi. Inoltre hanno battuto molti più scontrini del solito anche gli esercizi commerciali che si affacciano sul percorso...». Però quelli che invece sono lontani dalla zona Eden tanto contenti non sembrano... «È normale che sia così. Però a loro dico sempre: meglio averla, una fiera così, che non averla. Il problema non è cosa succede in questi tre giorni, il problema è cosa non succede nei restati 362 giorni all’anno. Infine, mi consenta una battuta». Prego. «È l’unico evento capace di riempire il “Mecenate”!». Come è possibile far crescere ancora la manifestazione? «Arezzo forse non è nemmeno strutturata per un evento del genere [oltre al centro paralizzato, si pensi all’immondizia che traboccava dai cassonetti già a metà pomeriggio, ndr], ma ce ne fossero di eventi così! Secondo me il limite fisiologico di questa fiera non è molto lontano, è questione di spazi, solo che se gli operatori locali chiedono di partecipare è giusto accontentarli».

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RIPARTIAMO DALLA SCUOLA PER DISEGNARE IL FUTURO DUE PAROLE CON LUCIA TANTI, CAPOGRUPPO PDL IN PROVINCIA DI AREZZO iciamolo: forse questa storia della “crisi” ci ha un po’ inebetito; al punto che il refrain “colpa della crisi” è passato da essere l’amara constatazione dello stato delle cose a una sorta di giustificazione passepartout all’inazione. Se dovrebbe essere proprio nei momenti difficili che un popolo si attrezza per affrontare al meglio il presente, pianificando il futuro, forse ciò che è seguito alla crisi è stato invece uno scadimento complessivo: della volontà di cercare soluzioni; dell’attitudine a affrontare sacrifici per raggiungere obiettivi; della disponibilità a mettersi in discussione; della capacità di progettare il futuro. Di futuro parliamo con Lucia Tanti, capogruppo del Popolo della Libertà in Provincia di Arezzo, mentre discorriamo di scuola e formazione a fronte dei tristi esiti del Patto di Stabilità, che ha privato il settore di circa

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due terzi delle risorse sulle quali poteva contare. Perché se vogliamo parlare di futuro dobbiamo farlo a partire da chi il futuro lo incarna: i giovani. «Parliamo di

scuola, di risorse e l’attenzione va a problemi come edilizia scolastica, sicurezza degli edifici ecc. È giusto – afferma Lucia, – ma ciò che manca ad Arezzo è un progetto sul lungo periodo che coinvolga didattica, piani formativi, sbocchi occupazionali». Ha ragione Lucia: quella filosofia del “tutto e subito” che negli anni ha prodotto il moltiplicarsi degli indirizzi e la tendenza a trincerarsi dietro al presupposto dell’autonomia scolastica ha impedito la pos-

sibilità di disegnare un progetto organico, di Carlotta capace di offrire quei Andrea Buracchi requisiti utili anche al rilancio del territorio. L’idea è quella di una scuola capace di coniugare professionalità e territorialità: «Vorremmo aprire un tavolo con le scuole, i rappresentanti del mondo industriale, commerciale, manifatturiero per tracciare un progetto sul lungo periodo e supplire alla carenza di risorse. Cosa mi offrono oggi gli istituti aretini per collocare i giovani nel mondo del lavoro e assieme rilanciare l’eccellenza che apparteneva a questa provincia? C’è troppa frammentazione: serve un progetto organico di cui la Provincia si renda regista con una-due eccellenze posizionabili in campo internazionale». Le facciamo gli auguri: è un investimento che comporta grande impegno ma non possiamo permetterci di alzare bandiera bianca sul futuro.

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IL GIRO DELLE BOTTEGHE

URBAN CAFÈ: UN ESEMPIO D’IMPRESA di Giacomo Manneschi

uesta settimana siamo andati a incontrare una giovane attività emergente aretina, non per questo poco solida, anzi con la testa ben salda sulle spalle: l’Urban Cafè. Le due menti pensanti che lo hanno dato alla luce sono Moreno Berneschi e Francesco Ciabatti. Raccontateci un po’ quando è nato l’Urban Cafè e com’è stato il cammino fino a oggi. «Abbiamo aperto un anno e cinque mesi fa, con poca esperienza ma tanta voglia di fare. Fin dall’inizio volevamo dare un’impronta giovane e dinamica, difatti Urban Cafè e musica sono un binomio imprescindibile, e i tanti eventi che organizziamo ne sono la dimostrazione. I vari dj set e live acustici sono sempre protagonisti, ma il Find Your Place organizzato all’interno del vasto parcheggio “Pietri” è stato il coronamento di quanto fatto fino a ora. L’evento ci ha visto collaborare con Oxfam Italia e alcune compagini aretine, il tutto patrocinato dal Comune di Arezzo. Il progetto in questione si chiama Oxjam-Music For a Change e ha come scopo condiviso raccogliere fondi per combattere la povertà nel mondo, attraverso un linguaggio semplice e reperibile da tutti: la musica è sicuramente il verbo migliore! Per quasi tutto l’arco della giornata si sono alternate sul palco molte band aretine e abbiamo concluso con alcuni dei migliori dj della provincia in consolle». Qual è l’affezionata clientela dell’Urban?

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«Ci rivolgiamo prevalentemente a un pubblico giovane, difatti la fascia media è quella che va dai 18 ai 35 anni, rimanendo in periodo serale; mentre durante il resto della giornata riceviamo qualunque tipo di cliente, dalla madre con bambino al signore anziano. La mattina è più difficile lavorare in modo assiduo, perché ci sono molte altre attività consolidate nel servizio di bar e colazioni, ma ci stiamo ritagliando una buona fetta di mercato. Sicuramente il cambiamento del parcheggio “Pietri” a pagamento non ha di certo agevolato la situazione. Uno degli apprezzamenti che ci rivolgono spesso e volentieri è che all’Urban Cafè ci si sente come a casa, di questo andiamo molto orgogliosi». A quali modelli di attività vi ispirate e prendete spunto? «Siamo sempre molto attenti a quello che succede fuori dal Paese: ad esempio per la stagione invernale, che ormai è alle porte, metteremo a disposizione dei clienti alcuni comodi e caldi plaid. Ci siamo ispirati a un tipico modello di bar/cafè scandinavo e dell’Europa del Nord. Insomma, un modo di gustarsi una bevuta anche sulla terrazza in modo diverso, e se vogliamo pure romantico… Berlino docet. Inoltre continueremo con i nostri soliti appuntamenti: la serata topica del giovedì con Dj Mr Leo e i live della Terrazza Acustica».

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DAI MONEY TRANSFER ALLA BOSSI-FINI: LA POLITICA EPPUR SI MUOVE… el Comune di Arezzo i phone center potranno tornare a svolgere attività di money tansfer. Insomma, si dà un segnale di solidarietà nei confronti dei tanti migranti arrivati in Italia per trovare un lavoro e rimandare a casa, alle famiglie nel Paese di origine, i soldi guadagnati nella maggior parte dei casi facendo lavori che per primi gli italiani non vogliono fare, seppur la crisi stia parzialmente cambiando le proporzioni. Una tendenza generale che poco ha a che fare con il riciclaggio di denaro sporco. Nel mezzo però si sono scatenate le solite furenti polemiche, che hanno infiammato il dibattito politico aretino. Tra le righe, si è riaperto anche in città il dibattito tra favorevoli e contrari al reato di clandestinità, introdotto da una delle più arretrate normative in materia di immigrazione: la tanto discussa Legge Bossi-Fini. Sintomatica l’analisi del voto in Consiglio comunale, da parte dell’assessore all’Integrazione del Comune Stefania Magi: «Noto che l’approvazione della di David pratica sul money transfer – ha commentato l’Assessore, – adesso ammesso nei phone center a Mattesini determinate condizioni tese sempre a garantire ogni aspetto della legalità, è avvenuta con la stessa maggioranza che nella commissione competente del Senato si è pronunciata a favore dell’abolizione del reato di clandestinità: Pd-Scelta Civica-Sel e sinistra, Movimento 5 Stelle. Così come noto analogia fra i gruppi senatoriali e consiliari che si sono espressi negativamente in entrambi i casi». Il riferimento è verso quei settori del centrodestra che ad Arezzo si sono espressi contro la modifica al regolamento. Ma la cosa più interessante è che finalmente si è tornati a parlare dell’assurda esistenza nel nostro Paese, nella nostra città, del reato di clandestinità. Il limite lampante però è che il dibattito politico nazionale, più che aretino, si è riaperto sul serio solo dopo le recenti tragedie al largo della costa siciliana. Un dato assai allarmante che ci riconsegna ancora l’immagine della lentezza della politica rispetto ai mutamenti, velocissimi, che avvengono nella società. La battaglia culturale e politica, per una vera riforma della normativa in tema di immigrazione, con il necessario supporto dell’Europa, per gestire al meglio i flussi in ingresso, a giudizio di chi scrive, è infatti urgentissima. E tragicamente la cronaca degli ultimi tempi ce ne ha fornito, semmai ce ne fosse stato bisogno, l’ennesima conferma.

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INTERNO AURORA

di Lucio Massai

bbiamo intervistato Silvio Trotta, il direttore artistico della rassegna culturale che si svolge nella saletta auditorium del Circolo culturale Arci “Aurora” che ha sede in piazza Sant’Agostino. Interno Aurora, che cosa è? «Una “stagione culturale” che rappresenta un esempio di gestione, impegno e continuità sicuramente raro, forse unico. Uno staff di appassionati e competenti operatori e/o artisti della città mette a disposizione la propria esperienza per organizzare e coordinare le quasi 200 serate che presentiamo alla cittadinanza nell’arco dell’anno. In particolare, ogni giorno della settimana di Interno Aurora è dedicato a un’arte specifica». Quali sono le serate? «Per questa edizione, appena iniziata, il lunedì Francesco Maria Rossi coordina e presenta una rassegna di cineforum Il buio della sala illumina la mente – Metacinema e paradisi perduti. Marco Boncompagni è invece il referente dei concerti di musica classica per le serate del martedì, tenuti da allievi ed ex allievi del Liceo Classico Musicale. Nei mercoledì vengono presentati libri di autori aretini o comunque di particolare interesse per la città, in collaborazione con le Edizioni Fuori|Onda, promotore Leonardo Pancioni. Chiara Renzi cura le rassegne teatrali nelle sere del giovedì. L’attrice aretina con la sua grande esperienza è sempre alla ricerca di nuove proposte teatrali e nella scorsa edizione ha condotto una riuscitissima rassegna di corti teatrali, rassegna che sicuramente vedrà una seconda edizione nella prossima primavera. I fine settimana sono generalmente dedicati alla musica, con particolare attenzione alle proposte acustiche, ai giovani emergenti, ai cantautori e comunque a tutti quegli artisti che cercano spazi culturali liberi da interessi economici e da mode, nei quali portare la propria proposta artistica. Nell’arco dell’anno vengono poi ospitati alcuni ormai consolidati festival cittadini quali Aurora Ridens, il grande cabaret dei Noidellescarpediverse, Pifferi muse e zampogne che giunge alla sua XVIII, edizione portando il folk nazionale e internazionale in città con l’organizzazione dell’associazione culturale Musicanti del Piccolo Borgo. Di grande interesse poi la nuova

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rassegna Jazz on the Corner coordinata da Francesco Giustini. Come si può quindi capire Interno Aurora rappresenta un immenso contenitore artistico/culturale essenziale e insostituibile per un circolo che della cultura vuole fare il fulcro delle proprie attività. Tutto ciò è chiaramente realizzabile con una grande unità di intenti che lega il presidente del circolo Sergio Nenci (Cico) a noi altri coordinatori e direttori artistici». Ci parli della tua esperienza come direttore artistico? «Ho sempre pensato che la musica, il teatro e le arti in genere avessero bisogno, in questa città, di uno spazio di “attenzione”. Un luogo dove l’artista potesse esibirsi a pochi metri da un pubblico che, gratuitamente, abbia la possibilità di godersi gli spettacoli nel miglior modo possibile. Non ho mai cercato le grandi folle, non ho mai legato le serate al cibo o alle bibite, e soprattutto non considero un concerto come un riempitivo o un sottofondo. Ritengo che uno spazio così sia necessario, e per ora ho sempre ricevuto grandi apprezzamenti dal pubblico (nella scorsa edizione abbiamo avuto circa 3500 spettatori) ma soprattutto dagli artisti, che sono alla ricerca continua di “attenzione”». Il Circolo Aurora che cosa rappresenta per te e per Arezzo? «Per me è stato un luogo dove ho potuto realizzare un grande sogno. Fin dai primi contatti, 25 anni fa, mi resi conto infatti che il mio sogno di creare un luogo simile al mitico Folk Studio di Roma, città dalla quale arrivavo, poteva realizzarsi ad Arezzo proprio all’Aurora. Per la città credo sia una immensa opportunità da cogliere. Non c’è che da scegliere, le programmazioni ono aperte le selezioni per la prima compila- proposte sono sempre di ottimo livello e anche gratuite. tion delle band aretine, prorogate fino al 30 Le trovate ogni settimana ottobre. Regolamento e invio file su www.arez- sulla pagina facebook del zonroll.it Circolo Culturale Aurora».

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media si occupano spesso dei giovani e della mancanza di lavoro che riguarda ragazze e ragazzi, “giovani adulti”. Oggi è davvero difficile, tra i 15 e i 29 anni, ricercare l’autonomia nella speranza di realizzare le proprie aspirazioni professionali.

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La disoccupazione giovanile è un problema italiano e, più in generale, europeo. La crisi economica che colpisce tutte le fasce d’età e tutti i settori economici aumenta considerevolmente i problemi di una generazione che le tabelle dell’Istat traducono in numeri, raccontando la difficoltà di sognare e costruire il futuro. Nel secondo trimestre 2013, nella fascia tra i 25 e i 34 anni solo 6 persone su 10 erano al lavoro. Inoltre, un mercato del lavoro fin troppo flessibile utilizza sempre più forme contrattuali discontinue, scarsamente retribuite che intrappolano nella precarietà un numero crescente di giovani collaboratori e collaboratrici (dipendenti nei doveri, assai meno nei diritti), che accettano contratti di pochi mesi sperando di volta in volta che vengano riconfermati. Alessandra D., 27 anni, una laurea in Scienze dell’Educazione, disoccupata. Nel suo curriculum lavorativo di progetti a termine ne ha inseriti diversi: «Posso vantare una serie notevole di collaborazioni, lavori, precari e sottopagati. La ricerca dell’occupazione “giusta” è lunga e difficile. Dopo la laurea ho iniziato a rispondere agli annunci delle offerte di lavoro o a rivolgermi alle agenzie interinali. Ho inviato il curriculum proponendomi per qualsiasi attività: avevo bisogno di guadagnare per non dipendere economicamente dai miei genitori. Il mio obiettivo è quello di lavorare con i bambini, non sempre però si riesce a trovare ciò che si desidera, ciò per cui si studia, e quindi spesso bisogna accontentarsi. Molti miei coetanei hanno scelto di trasferirsi all’estero, per inseguire prospettive lavorative più interessanti. Io voglio cercare di realizzare i miei progetti, continuare a inseguire i miei sogni qui… Spero di non dover cambiare idea!». Quali attività lavorative ha svolto in passato? «Ho impiegato intere giornate a consegnare (oltre che inviare) curriculum vitae e fare colloqui. Ho lavorato in un negozio d’abbigliamento nel centro di Arezzo; come cameriera nei fine settimana in una pizzeria; ho fatto la babysitter e anche volantinaggio. Ho iniziato a mandare curricula alle scuole private

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E LAVORO e sono stata chiamata da una scuola materna per una sostituzione: da un giorno all’altro mi sono trovata in una classe di 20 bambini vivacissimi. All’inizio è stata dura, poi è diventato tutto più semplice. Mi piace tantissimo stare in mezzo ai bambini, occuparmi di loro. Ho deciso anche di iscrivermi di nuovo all’università». È ottimista, pensando al futuro? «I media, i telegiornali continuano a fornire dati negativi rispetto all’occupazione, soprattutto quella giovanile. Spesso sento ripetere che chi non ha lavoro deve accontentarsi di qualunque cosa. Si parla molto dei giovani e talvolta si esprimono giudizi poco lusinghieri nei nostri confronti. A mio avviso bisognerebbe essere più concreti e progettare politiche ade-

di Luciana Pastorelli

guate. Spero vivamente di poter raggiungere la mia indipendenza economica e costruire il mio futuro senza dover rinunciare a trovare un lavoro coerente con la mia formazione, e che desidero davvero fare nella vita». lu.pastorelli@libero.it

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Atletica Sestini

lasse 1999, in questo anno ha gareggiato contro avversari più grandi di lui nella categoria “Cadetti”, ma non ce ne è stato per nessuno. Niccolò Ghinassi, infatti, nei meeting regionali che ha fatto, ha sempre disputato corse a sé, vincendole tutte per distacco. Il giovane aretino, che svolge l’ attività nella Atletica Sestini, ha parlato, insieme al suo istruttore Stefano Del Mastro, con noi riguardo la sua vittoria ai campionati regionali nella distanza dei 2000 Metri e della sua esperienza a Jesolo, come rappresentante della Toscana ai campionati italiani. «La vittoria ai Regionali è stata una grande soddisfazione per me. Non capita spesso di migliorare il proprio personale in una finale, per di più di così tanto»: afferma Ghinassi, che ha sbaragliato la concorrenza sui 2000 Metri rimontando tutti negli ultimi due giri e vincendo in 6’02”49, 14” meglio del suo record precedente, e tagliando il traguardo molto prima dei suoi avversari. «Inoltre, questo risultato mi ha permesso di

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Niccolò Ghinassi ha vinto il titolo regionale nella gara dei 2000 Metri

Alla scoperta di un talento

di Alessio Segantini

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andare a Jesolo ai campionati italiani: qui ho imparato tante cose, oltre a essermi divertito molto. Ho capito che il livello nazionale è molto più elevato di quello regionale e che per arrivare fra i migliori in Italia dovrò ancora lavorare tanto duramente. A Jesolo, comunque, ho acquisito molta esperienza che mi potrà tornare utile in futuro e ho gareggiato con i più forti della mia età». Dopo le parole dell’allievo, ci sono le parole del maestro, Stefano Del Mastro, presidente dell’Atletica Sestini, molto fiducioso riguardo un brillante futuro del suo giovane atleta. «Niccolò è riuscito a staccare tutti nettamente nei 2000 Metri, dove ha vinto in scioltezza, ma ai regionali, se si fosse gestito meglio, secondo me avrebbe vinto anche i 1000 Metri, corsa nella quale si è classificato secondo dopo una gara svolta sempre in testa. Da questa esperienza, come dall’avventura di Jesolo (diciottesimo della categoria, ma terzo dei nati nel 1999), deve trarre molti insegnamenti per il futuro. Le prospettive sono ottime: è riuscito a migliorarsi ulteriormente di un secondo ai campionati italiani e il prossimo passo sarà quello di scendere sotto i sei minuti. Per la prossima stagione l’obiettivo principale è confermarsi sulle distanze intermedie e – aggiunge Del Mastro – tra i suoi coetanei, ai campionati nazionali, sarebbe salito sul podio. Sarebbe un risultato importante riuscire a mantenerlo». Il presidente dell’Atletica Sestini, poi, svela pure quali specialità potrebbero essere il futuro di Ghinassi: «Per adesso è bene che continui a fare sia corse di velocità sia di resistenza: non si deve specializzare subito su una disciplina ben specifica, perché quello che andrà a fare dipenderà anche dallo sviluppo che avrà. Certo è che il ragazzo per ora sta dimostrando ottime capacità nelle gare di durata intermedia, e a lui piacerebbe provare con maggior continuità il fondo. Se la crescita fisica e atletica sarà costante, non escludo che posso provare anche qualcosa di diverso da quello che sta facendo ora. Dipenderà, poi, tutto dalla sua voglia e forza di volontà».

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l 2013 per Benedetta Cuneo sarà senza dubbio un anno da ricordare. Un anno pieno di grandi esperienze e vittorie, arricchito con il primato nel salto triplo e la seconda posizione nel lungo, entrambi ottenuti ai Campionati Italiani disputatisi da poco a Jesolo. Un importante piazzamento e un successo di grande rilevanza, che vanno a concludere una stagione alla quale la diciassettenne saltatrice guarda con grande soddisfazione, tenendo sempre i piedi per terra: «Nonostante le misure sottotono ottenute al campionato italiano, sono riuscita a guadagnare un titolo nazionale e una seconda piazza, e per me tutto questo è motivo di grande soddisfazione. In questa annata tutto è andato nel migliore dei modi, e io sono riuscita a migliorarmi crescendo gara dopo gara. Senza dubbio, questa è stata fino a ora la mia migliore stagione». Un 2013 al quale Benedetta si è approcciata con grandi aspettative, senza però aspettarsi una serie così importante di risultati, frutto di grande costanza di rendimento: «A inizio anno l’obiettivo centrale erano i campionati mondiali, ai quali mi sono avvicinata crescendo di settimana in settimana e ottenendo piazzamenti e misure che fino a poco tempo prima non mi aspettavo di raggiungere». Campionati Mondiali raggiunti grazie a un impegno costante che ha permesso a Benedetta di arrivare al top della forma all’evento di Donetsk, nel quale la talentuosa saltatrice non si è accontentata “di partecipare”, riuscendo a raggiungere la sesta piazza finale in entrambe le categorie, distinguendosi nel Triplo con un limpido 13,27 che gli è valso il record personale, a coronamento di un’esperienza indimenticabile: «Sono stati giorni molto importanti per me, nei quali ho vissuto all’interno di un grande gruppo come quello della nostra comitiva azzurra. Inoltre ho potuto incontrare atlete di livello internazionale contro le quali ho potuto misurarmi, imparando tantissimo sul mio comportamento durante la gara». Adesso, in questo finale di 2013, per Benedetta Cuneo è già arrivato il momento di guardare alla stagione prossima, nella quale approderà in categoria Juniores: «Ora devo guardare avanti, visto che il prossimo anno sarò tra le Juniores e ci saranno i Mondiali di categoria che si terranno negli Stati

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Una stagione da applausi Benedetta Cuneo ci parla del suo splendido 2013, culminato con la convocazione azzurra ai Mondiali Allievi di Donetsk e il titolo italiano nel salto triplo Uniti. Mondiali che ho intenzione di raggiungere e per i quali devo cogliere qualsiasi occasione per migliorare le mie misure e ottenere la convocazione». Perché il sentiero è ancora lungo e Benedetta non ha alcuna voglia di fermarsi. Prossima tappa: Stati Uniti, Mondiali Juniores.

di Omero Ortaggi

Locanda del Duca mangiare bene, con stile

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Arezzo, tornano i sorrisi

di Luca Stanganini

e vittorie sono come il vento che spazza via le nuvole sopra San Cornelio e riporta sorrisi larghi come sofficini, ma soprattutto grande fiducia e rinnovato entusiasmo nell’ambiente amaranto. Dopo la sconfitta di Sansepolcro, in tre settimane, quattro vittorie tra campionato e coppa, e una classifica che vede gli amaranto a soli tre punti dalla capolista Pianese, prossimo avversario dei ragazzi di Mezzanotti nella sfida di domenica prossima tra i boschi e le castagne del Monte Amiata. La classifica si è allungata, le prime quattro in classifica – oltre alle già citate Arezzo e Pianese, Foligno e Pistoiese – hanno già un piccolo ma significativo vantaggio, frutto di una evidente maggior potenzialità e altrettanto evidente superiorità tecnica. Intendiamoci, sarà da lottare con il coltello tra i denti fino a primavera, a partire come detto dalla prossima gara contro la capolista nelle cui fila militano gli ex amaranto Giomarelli e Zuppardo, ma la salita sembra meno ripida. Nel frattempo, a livello societario sembra essere tornata la serenità, dopo le recenti piccate esternazioni del Presidente. Ferretti ha toccato con mano quanto l’aretino può essere riconoscente con chi si impegna alla causa amaranto. L’applauso spontaneo partito dai tifosi a metà del secondo tempo della gara contro lo Spoleto ne è la prova. D’altronde, lo dice anche Pupo quando canta l’inno amaranto: “Quando c’è allo stadio la partita, l’aretino scorda il Saracino”. Alcuni sempre, altri solo se toccano con mano i risultati. Ma si sa, così va il mondo. Teniamoci stretto il vento che spazza le nubi nere dal cielo, finalmente amaranto.

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TEL.

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335 6363847 –

Mauro FERRETTI Magari avrà tutti i difetti del mondo, però il suo dovere di presidente lo fa alla grande, mettendo mano al portafoglio senza mai tirarsi indietro, che sii tratti di ricomperare gli effetti personali ai propri giocatori derubati, oppure di regalare a Mezzanotti due innesti di qualità quali Tonetto e Daniele Quadrini, un vero e proprio lusso in questa categoria. Che dire? Complimenti. Ednane ESSOUSSI A volergli trovare il pelo nell’uovo, ha già sbagliato due rigori. Si fa per dire, visto che oltretutto è il primo a conquistarseli e comunque, come diceva Roberto Baggio, i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli. Fino a oggi è stato il trascinatore della squadra, imprescindibile tranne quando l’arbitro indica il dischetto. Mira da migliorare. Andrea BRICCA Il “vecchio” capitano amaranto dei tempi d’oro, trascorre più tempo seduto accanto al mister che in campo. Ci sta, vuoi perché gli anni passano per tutti, vuoi perché la concorrenza è valida e inoltre la regola degli Under indirizza le scelte. Però viene nostalgia a ripensare al vecchio coro “…E la vita l’è bela… segna Bricca di testa”.

ARCIPESCAFISAAREZZO@GMAIL.COM

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more incondizionato per la propria disciplina, anche quando il gioco si fa duro. La storia di Ilaria Badalotti va di pari passo con quella della sua più grande passione, il karate, e con una carriera sportiva costellata di vittorie. Classe 1996 e tenacia da vendere, Ilaria è una delle più promettenti atlete dell’Arezzo Karate. Ma ciò che colpisce del cammino della giovane karateka aretina è la capacità di affrontare le sfide con grande tenacia e non darsi per vinta, anche quando le cose non sembrano andare per il verso giusto. Perché il karate forgia pure lo spirito e il carattere di chi lo pratica. E il carattere di certo non manca a Ilaria. Basta guardare gli impegni che l’hanno vista sul tatami in questo 2013 per comprendere che ci troviamo davanti a un vero talento del karate targato Arezzo. Dopo aver partecipato, all’inizio dell’estate, ai Campionati Europei per Regioni in Montenegro, a fine agosto Ilaria ha preso parte all’Open Internazionale di Lignano Sabbiadoro, portandosi a casa una meritata vittoria che le ha permesso di guadagnare terreno nel ranking nazionale. «L’Open di Lignano è una gara prestigiosa e di livello – afferma Ilaria. – È una buona occasione per mettere a frutto il lavoro svolto negli ultimi mesi, e un’ottima preparazione sul campo ai fini degli impegni successivi». Ma i successi della Badalotti non finiscono qui. Tra gli obiettivi dell’atleta, già laureatasi campionessa italiana nel 2011, c’era quello di continuare a portare alti, in tutta Italia, la bandiera della propria città e il nome dell’Arezzo Karate, la società nella quale è cresciuta. E poiché per Ilaria non sembrano esistere obiettivi impossibili da raggiungere, a ottobre ha intrapreso una nuova avventura che la sta già portando alla ribalta come protagonista nella scena nazionale. «All’inizio del mese ho vinto la medaglia di bronzo al Campionato Italiano Cadetti di Roma – spiega la karateka. – Non è stato facile, ma non mi sono scoraggiata di fronte alla sconfitta. Grazie ai ripescaggi ho comunque portato a casa un buon risultato. Accedere di Elettra Fiorini alla finale sarebbe stata una bella soddisfazione, ma ho ugualmente guadagnato il podio e di questo sono davvero contenta». Intanto ad attenderla ci sono i Campionati Italiani Juniores di kumite (combattimento). Domenica prossima, 27 ottobre, a Roma, Ilaria scenderà nuovamente sul tatami per rappresentare con Jessica Marchesini l’Arezzo Karate. La qualifica per l’aretina è arrivata la scorsa settimana, grazie alla partecipazione al torneo regionale di Certaldo. Al suo esordio nella categoria juniores, Ilaria ha subito conquistato il secondo posto nella 61 kg, guadagnandosi di diritto il pass per la fase nazionale. «Mi dedicherò alla sfida con concentrazione ed entusiasmo. L’importante è lavorare sodo, non demoralizzarsi e considerare errori e sconfitte come uno stimolo per crescere e migliorare».

Ilaria Badalotti di nuovo protagonista del karate nazionale

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ll’inizio di ogni stagione sportiva, l’assegnazione delle palestre e degli impianti comunali è motivo di lamentele da parte di numerose società aretine. Questa insoddisfazione è generata dalle tante lacune contenute nel regolamento che disciplina la materia, un testo che non rende equo e trasparente il sistema di concessione tra le varie società e che, al contrario, penalizza numerose realtà del territorio. Ad aver presentato il problema all’Amministrazione comunale è stato il capogruppo dei Popolari per Arezzo Luigi Scatizzi, che ha chiesto alla Giunta di introdurre

da sx, Gallorini, Grasso e Roggi

Nuove strategie per un’assegnazione più equa delle palestre comunali I Popolari per Arezzo hanno presentato le problematiche legate alla concessione degli impianti sportivi nuovi criteri e maggiori controlli per l’assegnazione degli impianti pubblici. «La concessione delle palestre di proprietà del Comune – spiega Scatizzi – avviene attraverso un bando pubblico annuale che premia quelle realtà che presentano i migliori progetti e il maggior numero di iscritti. Purtroppo questo regolamento non prevede verifiche né sui dati presentati dalle singole società né, successivamente, sull’effettivo utilizzo degli impianti negli orari e nelle modalità stabilite dal di Marco Comune, dunque vengono spesso premiati sempre gli stessi soggetti che possono utilizzare arbiCavini trariamente il proprio spazio. Con tali premesse, ho chiesto all’Assessore di prevedere un sistema di controlli sull’utilizzo reale delle strutture con la possibilità di penalizzare quelle società che non rispettano i contratti o che, ancora peggio, subaffittano i loro spazi ad altre realtà». Un ulteriore problema riscontrato è che, di anno in anno, continua a essere confermata l’assegnazione anche a quelle società non virtuose che risultano inadempienti nei pagamenti e che hanno maturato ingenti debiti nei confronti del Comune. «È evidente – aggiunge Lorenzo Roggi, segretario dei Popolari per Arezzo – che le società che non pagano le proprie quote non dovrebbero continuare a essere ammesse. Le modalità di rientro studiate per sanare i debiti pregressi dalle varie realtà devono essere correttamente monitorate per evitare di privilegiare soggetti inadempienti a discapito di soggetti virtuosi». Alla luce di questa situazione, i Popolari per Arezzo hanno chiesto all’Amministrazione di rendere più equo e corretto l’utilizzo degli impianti sportivi pubblici, modificando il regolamento con norme più severe sia per l’ammissione all’utilizzo degli impianti sia per i controlli di un corretto la palestra della “Cesalpino” e pieno utilizzo nei tempi e negli spazi assegnati.

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Talento e ambizione: l’Under 19 Solare della Sba punta al top La squadra di Massimo Bini ambisce ad arrivare ai vertici del campionato nazionale Élite

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el loro futuro c’è solo la prima squadra. I 12 ragazzi dell’Under 19 Solare giocano nell’ultima squadra del settore giovanile della Roster Under 19 Scuola Basket Arezzo, quella che precede l’approdo tra i senior Élite Solare della Serie D. Consapevoli di rappresentare il futuro della pallacaAlessandro Boldi nestro aretina, gli atleti dell’Under 19 prima di spiccare il volo tra i Giacomo Cacioli grandi nutrono l’ambizione di lasciare un segno anche nel campionato gioFrancesco Calzini vanile Élite che disputeranno in questa stagione. Pur sfidando alcune delle miLorenzo Chini gliori squadre toscane, l’obiettivo minimo che la squadra si è fissata è l’arrivo Alberto Gavagni nei primi tre posti della classifica, per riuscire così ad approdare alle fasi finali Lorenzo Ghezzi nazionali. «Dobbiamo essere ambiziosi – afferma Massimo Bini, tecnico della Daniel Malile squadra supportato da Cristian Cappanni. – Affronteremo società di assoluto Gianmaria Mariottini livello come il Pistoia, formazione la cui prima squadra gioca in A1, ma sono Jacopo Moscardi sicuro che abbiamo i valori per disputare un bel campionato e per piazzarci Peter Francesco tra le primissime realtà toscane. In questo senso è stata di fondamentale imporPasulischi tanza la vittoria nella prima giornata di campionato contro l’Olimpia Rignano, Filippo Provenzal una squadra che negli ultimi anni ci aveva sempre sconfitto: è stato un sucTiziano Sini cesso raggiunto con il cuore che ha fornito ai miei ragazzi una bella iniezione di fiducia». Allenatore I giocatori dell’Under 19 Solare sono tutti nati tra il 1995 e il 1996 e hanno Massimo Bini dato vita a un bel gruppo rinforzato anche da due atleti del 1997. A dimoViceallenatore strare quanto la Sba punti su questa squadra è il fatto che quattro ragazzi Cristian Cappanni (Alessandro Boldi, Alberto Gavagni, Daniel Malile e Francesco Calzini) hanno già avuto l’onore e l’onere di scendere in campo in una gara di Serie D. «La tecnica di questi ragazzi non si discute – continua Bini, – dunque il mio lavoro sarà soprattutto da un punto di vista caratteriale. Devo convincerli che hanno le carte in regola per giocarsela contro ogni avversario, motivandoli a dare sempre il 101%, a trovare la giusta carica agonistica e a maturare l’adeguata fiducia nei loro mezzi. Quando raggiungeranno questa mentalità sicuramente potranno portare la Sba ai vertici della Toscana».

Scuola Basket Arezzo, il coach Massimo Bini

Scuola Basket Arezzo, l’Under 19 Élite Solare

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PRESSO

CENTRO SPORT CHIMERA

In vasca nei primi mesi di vita con il Metodo “Giletto” i può imparare a nuotare fin dai primi mesi di vita. Forte di questa convinzione, la Chimera Nuoto da sempre è impegnata nell’organizzazione di corsi rivolti esclusivamente ai più piccoli, dando vita alla prima scuola di nuoto neonatale della città di Arezzo. Con oltre dieci anni di esperienza alle spalle, anche in questa stagione sono ripartiti i corsi di nuoto baby rivolti a neonati e bambini tra gli 0 e i 5 anni, una fascia d’età a cui la Chimera Nuoto offre la possibilità di vivere l’ambiente acquatico con il proprio genitore e imparare con lui a nuotare. Organizzati presso il Centro Sport Chimera, i corsi di nuoto neonatale hanno come principale obiettivo lo sviluppo della sicurezza in acqua del bambino che, già a pochi mesi, impara a galleggiare e a muoversi in piscina. Per raggiungere questi scopi, la Chimera Nuoto utilizza il metodo italiano di nuoto infantile “Giletto”, un metodo certificato che garantisce l’apprendimento del nuoto in età precoce permettendo lo sviluppo affettivo, cognitivo, linguistico e motorio del neonato. Questo metodo consente l’insegnamento attraverso sette fasi consequenziali che permettono al bambino di abituarsi all’acqua e acquisire sicurezza, spingendolo ad apprendere i primi fondamenti del nuoto e l’autonomia natatoria. Tutto questo avviene insieme al genitore che sta in acqua con il bambino, assicurandogli una presenza costante e rassicurante. «Il nuoto baby – spiega Marco Magara, direttore tecnico della Chimera Nuoto – permette al neonato di sviluppare le proprie capacità psico-motorie in un ambiente diverso e più stimolante di quello terrestre. In questi corsi il bambino svolge un’attività che lo aiuta a prevenire piccoli handicap psicomotori che possono verificarsi al momento del parto, a rinforzare il proprio sistema cardiocircolatorio, respiratorio e scheletrico, a ristabilire atteggiamenti posturali corretti e favorire la fiducia in sé, dunque si tratta di un corso che si adatta alle esigenze di ogni bambino e ogni famiglia».

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La Chimera Nuoto organizza corsi di nuoto baby per neonati e bambini tra gli 0 e i 5 anni

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da sx, Carla Mazzoli, Manuela Giletto e Marco Magara

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er informazioni sull’attività della Chimera Nuoto è possibile recarsi alla segreteria del Centro Sport Chimera in viale Gramsci 7, chiamare lo 0575/35.33.15, inviare un sms al 347/42.49.641 o scrivere una mail a info@ chimeranuoto.it


AREZZO

BELLE ARTI

prodotti per artisti eventi d’arte tel. 0575/294110 www.mastroartista.it

UN PIACEVOLE RITORNO PER IL PRIMO APPUNTAMENTO DELLA NUOVA di Cecilia EDIZIONE INVERNALE Falchi

CATENA FIORELLO AL GIARDINO DELLE IDEE

abato 26 ottobre, alle 17, Catena Fiorello sarà nuovamente nella nostra città, gradita ospite del Giardino delle Idee nella consueta e suggestiva cornice della Sala delle Muse del Museo Nazionale d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo, in via San Lorentino 8. Il pretesto è la presentazione del suo ultimo libro Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Ricordi, sogni e ricette di una famiglia come tante. La mia, edito da Rizzoli e giunto alla quarta ristampa. Libro di cui anche Arezzo è un po’ protagonista: l’editore infatti ha scelto per il lancio una foto di Catena Fiorello scattata dal fotografo Luca Brunetti proprio nella nostra città: un intenso primo piano della scrittrice e sullo sfondo la skyline del centro storico aretino. L’opera ripercorre e racconta la storia della famiglia Fiorello attraverso aneddoti e ricordi della scrittrice: una narrazione molto personale arricchita di foto, racconti, emozioni, nostalgia e persino delle ricette di cucina della madre, una cucina povera e familiare. Un testo per questo diverso dai precedenti libri Picciridda e Casca il mondo, casca la terra. A fare da filo conduttore il rispetto delle tradizioni e l’importanza dei ricordi familiari: le feste comandate e gli aneddoti del passato, come il semplice rituale del mettersi a sedere attorno alla tavola e mangiare tutti insieme le pietanze preparate dalla madre. Ma anche l’amore e il legame con la propria terra: la Sicilia che con la sua cultura, i suoi sapori ha influenzato la vita della famiglia Fiorello, che nel tempo non ha mai spezzato il cordone ombelicale con l’isola. Tra le gioie semplici e i valori veri raccontati e messi in luce anche l’amicizia forte, importante, indissolubile e il desiderio profondo di ogni uomo di sognare e di guardare avanti. Dacci oggi il nostro pane quotidiano non è tuttavia solo un diario, ma un ricettario di vita di una famiglia come ce ne sono tante, il racconto appassionato della straordinarietà dell’ordinario. Per chi avesse voglia di vivere questo racconto insieme con la sua autrice, l’appuntamento è sabato 26 ottobre al Giardino delle Idee. Ingresso come sempre libero e gratuito.

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GALLERIA ESPOSITIVA CENTRO DI RICERCA E DOCUMENTAZIONE PER L’ARTE CONTEMPORANEA via Oberdan 30 – 347 8717183 www.rielaborandoarte.it

AMBIENTE E VITA

L’ARTE, STRUMENTO DI BELLEZZA MA ANCHE DI DENUNCIA

di Marco Botti

onsidero un grande risultato il fatto di aver potuto esplorare diverse strade della conoscenza, sentendomi arricchita da tante esperienze, dalla pittura alla poesia, fino alla scrittura». Da queste parole si comprende con quanta sensibilità viene portato avanti il percorso artistico di Gabriella Ventavoli – piombinese di nascita e milanese d’adozione – che ha inaugurato ad Arezzo la sua mostra personale dal titolo Ambiente e Vita lo scorso 19 ottobre, al secondo piano del Palazzo della Fraternita dei Laici di Piazza Grande. L’esposizione, curata da Liletta Fornasari, proseguirà fino al prossimo 2 novembre e si inserisce nel programma delle Giornate Mediche dell’Ambiente promosse dai medici dell’Isde (International Society of Doctors for the Environment), svoltesi nei giorni 18 e 19 ottobre nell’Auditorium “Pieraccini” dell’Ospedale “San Donato” di Arezzo e aventi per tema l’inquinamento atmosferico. Medico psicoanalista per professione e artista per vocazione, Gabriella Ventavoli riesce con esiti importanti e apprezzati da pubblico e critica a portare avanti da anni un affascinante connubio di pittura, spiritualità e impegno per la salvaguardia dell’ambiente. L’arte diventa lo strumento con cui denunciare lo sviluppo tecnologico irresponsabile, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta e più in generale l’attacco mortale sferrato dall’uomo contemporaneo a Madre Natura, che di questo passo metterà a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. I grandi acrilici su tela di cui si compone la mostra, armoniosi negli accostamenti cromatici e nelle sinuose pennellate, diventano un vero e proprio viaggio nell’ambiente fisico e simbolico, tra elementi primordiali come terra, aria e acqua, i quali nonostante siano soffocati e compromessi dai veleni riescono ancora a esprimere bellezza, seppur precaria e fragile. Se uno degli obiettivi della mostra era quello di far riflettere lo spettatore, la Ventavoli è riuscita in pieno nel suo intento. Un evento di spessore che valorizza gli ambienti espositivi del Palazzo di Fraternita e la vocazione dell’ente anche sul fronte dell’arte contemporanea.

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foto di Laura Davitti

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www.fraternitadeilaici.it


AURORA RIDENS PORTA IN CITTÀ IL MEGLIO DELLA COMICITÀ NAZIONALE

UN AUTUNNO TUTTO DA RIDERE AD AREZZO

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appuntamento con la comicità ritorna ad Arezzo. È partito mercoledì 16 ottobre, al Circolo Culturale “Aurora”, il primo evento autunnale di Aurora Ridens, il laboratorio di cabaret dei Noidellescarpediverse giunto alla sua undicesima edizione. La serata, condotta come sempre da Samuele Boncompagni e Riccardo Valeriani e arricchita dalla presenza dei comici casentinesi Alan Bigiarini e Lenny Graziani, ha dato il via alla competizione per la selezione di comici del concorso Sos Cabaret, sostenuto da Ministero della Gioventù, Regione Toscana e Provincia di Arezzo. Tantissimi i giovani comici da tutta Italia che si sfideranno nelle prossime settimane a suon di battute e sketch per cercare di conquistare la finalissima del concorso, che si terrà al Teatro “Signorelli” di Cortona il prossimo 29 novembre. Una giuria qualificata, composta da giornalisti e da esperti di arte, cultura, cinema e teatro, valuterà la verve comica di ogni cabarettista nelle prossime tappe a Palermo e Roma, per ritornare poi ad Arezzo con la rosa dei finalisti. Sono 72 i giovani cabarettisti che si sono iscritti, tutti intenzionati a far ridere il pubblico presente per riuscire a guadagnare l’accesso alla finale del concorso. «Sos Cabaret negli ultimi anni è stato il trampolino di lancio per molti artisti – spiegano Samuele

e Riccardo. – Comici che sono poi sbarcati nei più importanti programmi televisivi nazionali. Dalla prima serata di Aurora Ridens, dunque, sarà possibile vedere in anteprima le promesse del cabaret italiano». La manifestazione tornerà ad allietare gli aretini nelle serate del 30 ottobre, del 13 e del 27 novembre, per concludi Chiara Savarino dersi il 27 dicembre sempre al Circolo Culturale “Aurora” di piazza Sant’Agostino. Serate di comicità sperimentale a ingresso gratuito, che vedranno alternarsi sul palco alcuni dei migliori comici in circolazione, pronti a testare le loro battute sul pubblico aretino. Le attività dell’associazione Noidellescarpediverse tuttavia non si fermano qui: il 31 ottobre sarà infatti la volta dei Delitti comici, spettacolo-indagine con degustazione a Casa Museo Bruschi di Arezzo e al ristorante “Paesemio” dell’antico borgo di Ficulle in Umbria.

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CON LA MOSTRA DI LAURA SERAFIN DI “DONNE ALLO SPECCHIO”

PERCORSI DI VITA FL

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rovandoci a scrivere di Percorsi di vita fluente, secondo appuntamento di Donne allo specchio. Svelarsi tra corpo e mente, un progetto di pittura e fotografia curato da Marco Botti per il Centro benessere “Corpo e mente” di via Tanucci 21 ad Arezzo, facciamo nostra la frase che ha usato la protagonista stessa – la pittrice Laura Serafini – per spiegare la sua nuova fase artistica, quella in cui utilizza per la prima volta delle vecchie mappe idrografiche come tele per i suoi quadri: “Vita che di Valentina fluisce dentro e fuori il corpo, trasportando frammenti che sedimentano coi detriti di Paggini altre vite e vanno a mutare un corso già tracciato». Vita e corpo sono infatti i due nuclei tematici che si intrecciano nelle opere e nelle indagini introspettive delle quattro artiste chiamate a esporre per il progetto: Elisa Girelloni, Laura Serafini, Lucrezia Senserini ed Elisa Zadi. Percorsi di vita fluente li contiene sicuramente entrambi. Non risulta facile e forse nemmeno utile descrivere le sue pitture, proprio perché l’aretina, confrontandosi con le tecniche e i supporti più svariati, presenta uno stile figurativo in costante evoluzione e quindi sempre diverso e mutevole. Un motivo in più per ammirare le opere della pittrice e partecipare al suo intenso percorso espositivo. I colori della sua tavolozza, decisamente originali ed espressionisti come la gamma dei grigi tendenti al celeste, sono talvolta in contrasto con toni più decisi come il rosa o il giallo; oppure si staglia sulla tela un elegante monocromatismo, attraverso il quale Laura indaga l’universo femminile e se stessa, dove il corpo diventa la superficie riflettente della vita. Accanto ai colori, l’artista sperimenta tecniche e materiali versatili come olio, acrilici, pastelli, gesso e pigmenti su tela; ma anche seta, filo e vari tipi di carta applicati su tela e poi dipinti.

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AFINI AL VIA IL SECONDO CAPITOLO LA TINA DELL’OMO SALVATICO Giovanni Nocentini svela i segreti del misterioso monolite di Monterchi

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enerdì 25 ottobre, alle ore 21, nella sala consiliare di Palazzo Massi di via XX Settembre, a Monterchi (Ar), lo studioso aretino Giovanni Nocentini spiegherà la storia e le finalità di un affascinante oggetto: la Tina dell’Omo Salvatico. Di cosa si tratta? All’apparenza la Tina è una specie di vasca di pietra, situata a Ca’ di Murcia in un bosco presso Monterchi, che ha sempre suscitato interesse, soprattutto per una misteriosa leggenda che si racconta da secoli. Si dice infatti che l’Omo Salvatico, un personaggio irsuto, con capelli e barba che arrivavano fino alle gambe, la utilizzasse per appoggiare e sgozzare gli animali di cui si cibava. Andando oltre il mito, alcuni studiosi hanno interpretato il monolite come uno strumento per riti ancestrali riguardanti la vita e la morte. Di questo oggetto e di altri culti arcaici nella società agro-pastorale di quella zona parlerà Nocentini, apprezzato storico dell’arte, esperto di teologia medievale e di riti pre-cristiani. Valeria Gudini

Le opere, così palpitanti nella trama equilibrata di cromie e strati materici, sono il frutto di un’attività, quella artistica, che la fa stare bene e le dà forza; quella forza che sempre si accompagna alla passione, all’amore, che entra in gioco quando mettiamo del nostro in ciò che facciamo, da un’opera d’arte a un’analisi chimico-fisica di un pezzo di terreno. L’appuntamento con il vernissage di Percorsi di vita fluente di Laura Serafini, in mostra fino al 9 novembre nel centro benessere a breve distanza dalle piscine Pantano, è per giovedì 24 ottobre a partire dalle 19.30. Tra arte, cibo e musica, sarà possibile degustare anche una pregiata selezione di vini offerta dall’Azienda agricola “Podere di Pomaio”.

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tortini di riso sono da sempre una delle mie passioni, la ricetta che vi propongo oggi è una variazione sul tema molto gustosa e sana, perché prevede una base fatta con olio extravergine di oliva. Da sempre uso quello fatto dalla mia amica Morena Domini. Lei ha degli splendidi olivi nelle colline del Bagnoro. Il suo olio, rigorosamente macinato a freddo e a pietra, ha un profumo delizioso e un sapore molto deciso. Usato a piccole dosi nei dolci conferisce un sapore straordinario. Per la farcia invece di mettere i pinoli interi ho fatto una pasta di pinoli, che a mio parere esalta ancora di più il gusto di questo frutto delicatissimo.

Il sapore dei pinoli, dolce e aromatico rappresenta per me l’infanzia, quanti pomeriggi ho passato a cercarli e schiacciarli, spesso ferendomi le mani con i sassi e sempre macchiandomi con la resina. Ancora oggi che sono mamma non resisto al raccoglierli nel parco vicino casa, con il mio bambino ci ripromettiamo ogni volta di farci un bel dolce, ma a casa ne arrivano sempre pochissimi! La maggior parte viene da noi mangiata all’istante. Per questa ricetta li ho dunque comprati, stando però sempre attenta all’origine, pagandoli magari un euro in più, ma con la certezza di trovarvi il sapore e il profumo dei nostri pinoli.

TORTINI DI RISO ALL’OLIO INGREDIENTI Per la base • 300 grammi di farina 00 • 70 grammi di zucchero • 50 millilitri di olio extravergine di oliva • 100 millilitri di acqua ghiacciata • 1 pizzico di sale In una ciotola mettete tutti gli ingredienti secchi, unire l’olio e infine l’acqua ghiacciata. Lavorate velocemente l’impasto. Non appena avrà preso consistenza e si potrà fare una palla sarà pronto. Avvolgetelo nella pellicola e ponetelo in frigo. Stendete la pasta e mettetela in uno stampo da crostata, o in più stampini monodose.

Per la farcia • 500 millilitri di latte fresco intero • 100 grammi di riso originario • 80 grammi di pinoli • 70 grammi di zucchero • 100 grammi di cioccolato bianco • 3 cucchiai di olio E.V.O. • la scorza di due limoni biologici • un pizzico di sale PROCEDIMENTO In un pentolino mettete il latte; non appena raggiunge l’ebollizione unite lo zucchero, il sale e infine il riso. Portate a cottura sino a che il liquido non sarà assorbito, e il tutto avrà un aspetto cremoso, ci vorranno circa 20 minuti con un riso di buona qualità. Unite il cioccolato bianco spezzettato.

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Nel frattempo grattugiate la scorza dei limoni e mettetela in infusione con l’olio extravergine di oliva. Preparate la pasta di pinoli: accendete il forno a 180 gradi, quando sarà caldo infornate i pinoli disposti su carta da forno, non appena li vedete lucidi (occorreranno solo pochissimi minuti) toglieteli dal forno e metteteli nel mixer. Frullateli sino a che non otterrete una crema. Unite la pasta di pinoli al riso. Con questa crema farcite la base e infornate a forno caldo (180 gradi) per circa 20 minuti. Quando togliete i tortini dal forno, versate sopra a ognuno un cucchiaino di olio E.V.O. al limone. Servite tiepidi.

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“IL PRESENTE E LA STOR CONFERENZE AL DIPAR

L

o scorso 15 ottobre si è aperto al campus universitario di Arezzo un ciclo di incontri, di carattere storico, che nelle prossime settimane tenterà di gettare una luce su alcuni episodi, periodi storici e personaggi dell’ultimo secolo. Il primo incontro, svolto a ridosso del 70° anniversario della strage di Cefalonia e Corfù, ha voluto mettere in risalto proprio quei drammatici eventi vissuti nelle due isole greche dai militari italiani nelle settimane successive all’armistizio dell’8 settembre 1943. All’iniziativa, promossa dal dipartimento aretino dell’Università di Siena e coordinata dalla professoressa Patrizia Gabrielli, direttore del laboratorio universitario di Storia Contemporanea, hanno partecipato Luca Lenzini, direttore della biblioteca di area umanistica della sede di Arezzo, Graziella Bettini, presidente nazionale dell’Associazione “Divisione Acqui”, Camillo Brezzi, direttore scientifico dell’Istituto Storico Autonomo della Resistenza dei Militari Italiani all’Estero, e infine Andrea Biagiotti, che durante l’incontro ha letto l’epistolario di alcuni soldati italiani presenti all’epoca dei fatti. «Con questo incontro – spiega la professoressa Gabrielli – inauguriamo un ciclo di quattro conferenze dal titolo Il presente e la storia. Questo perché la storia è ancora utile e fondamentale per offrirci delle categorie di lettura rispetto al presente. Da qui la scelta di quattro conferenze su tematiche diverse, oggi su Cefalonia, il prossimo incontro sarà su giovani e rivoluzioni e in particolare i linguaggi del Sessantotto, poi un incontro sulla crisi economica, infine il ciclo si concluderà con un incontro su Papa Francesco. Oggi però partiamo da dei fatti drammatici, da Cefalonia e Corfù anche per un legame più forte tra passato e presente. Senza conoscere profondamente cosa sono state le guerre, in particolare le guerre mondiali, è difficile far sviluppare nelle nuove generazioni un sentimento o una politica di pace». Fatti drammatici dunque, e una pagina di storia ancora poco conosciuta, quella della feroce repressione tedesca ai danni di soldati italiani lasciati a se stessi dopo l’armistizio firmato da Badoglio. «Abbiamo voluto che in questo settantesimo – ag-

e ti accompagnano in città (e a ballare!)

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di Luca Piervenanzi

ORIA”, UN CICLO DI ARTIMENTO ARETINO

di Gigi Paggetti

giunge Bettini – molte delle nostre iniziative fossero rivolte proprio ai giovani, che tramite la conoscenza del nostro passato possano capire che la libertà, la democrazia sono eredità preziose e che vanno difese con un impegno costante. Dai fatti di Cefalonia e Corfù emerge anche un messaggio di solidarietà, per questo nel nostro viaggio fatto dal 6 al 13 ottobre abbiamo voluto che oltre alla marcia della pace nelle due isole, fossero donati dei defibrillatori, che al di là della loro utilità rivestono pure un grande significato morale. Come fu salvata la vita dei tanti militari della divisione Acqui dagli abitanti delle due isole che li nascosero dai tedeschi – continua Bettini, – così quando i defibrillatori (a Cefalonia è stata donata anche un’ambulanza) salveranno delle vite, sarà come una restituzione, un ringraziamento per tutte quelle persone che superarono la paura, perché riconobbero come loro fratelli coloro che fino a qualche giorno prima erano stati invasori delle loro terre». Presso il Dipartimento aretino ha inoltre sede l’Istituto Storico Autonomo della Resistenza dei Militari Italiani all’Estero, risultato vincitore nel 2011 di un progetto europeo intitolato “Memoria per i cittadini”. Tale progetto ha consentito, tra le altre cose, la realizzazione di un dvd, Onora il padre, con la regia di Maria Erica Pacileo, che ha ricevuto la lettera di congratulazioni firmata dal presidente Napolitano. Il dvd è stato proiettato in moltissime scuole in Italia ma anche nelle isole di Cefalonia e Corfù, ed è stato inviato presso tutti i Paesi europei come previsto dal bando essendo in lingua italiana, greca e inglese. Il documentario è stato proiettato al termine dell’incontro subito dopo la conferenza dal titolo Settembre 1943, tenuta dal professor Brezzi.

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il sonetto

«Bersani ha vinto… e ha perso ’l premiaràto!» «Con Renzi, forse, un sarebbe successo» «Letta, furbino, el posto gn’ha fregato» «El Pidì se fa male da se stesso» «Adesso Renzi s’è aricandidato…» «Si l’altra volta un gne n’han permesso, che vù che ora gni sia regalato?» «Ma de fasse la guerra unn’hàno smesso?» «Troppe correnti fan male al partito» «Ma si Renzi dovènta Segretario, el Prèmie lo pol fare?» «Un s’è capito!»

di Leonardo Zanelli

«Lù, de certo, un vorrà fare ’l gregario…» «Ma chj comanda?» «La Nomenklatura!» «… e gn’ardaràn ’na bella fregatura!»

chilometro zero

JAZZ A CASTIGLION FIORENTINO

VOX POPULI

di Lucio Massai

La Pera Scipiona o pera fiasca gli aretini, e in particolare i casentinesi, la conoscono molto bene. È una antichissima cultivar romagnola, della provincia di Forlì Cesena, di cui si hanno notizie fin dal 1800. Sembra infatti che questo frutto abbia origini inglesi, e non è un caso che resista facilmente all’inverno, per farsi trovare pronta e matura fra il dicembre e il marzo, quando la primavera comincia a fare capolino. Il frutto è di pezzatura media, di forma allungata, lievemente ristretta verso il calice e possiede anche ottime caratteristiche di conservazione, una di Fabio Mugelli volta còlto.

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Al Velvet Underground di Castiglion Fi o re n t i n o , domenica 27 ottodo ore 22, pribre dalle d ma jam in questo prestigioso club a cura del Jazz Club Arezzo con la band Jazzmania e i maestri Pezzola, Maurizio Bozzi “Bozorius”, Cuseri. Ospite Andrea Donnini.

Spring breakers di Harmony Korine *** Quattro splendide adolescenti, in fuga dalla noia, si lasciano nella viziosa lascività delle vacanze primaverili in Florida. Troveranno un mentore e un gioco molto più grande di loro. Il regista di Gummo dirige la giovane moglie e le ex enfant prodige disneyane Gomez e Hudgens, che si spogliano di casacche liceali e abiti principeschi per gettarsi in bikini in un viaggio di vuota dissoluzione e autodistruzione, pilotate da uno straordinario James Franco treccine e denti d’oro munito. Musica hip hop, colori fluo, fotografia ultra pop. Un viaggio nella vacuità di una società in cui l’adrenalina è l’unica droga a fare ancora effetto. Oltre al doppiaggio italiano, che riduce il tutto a un pomeriggio al Samsara di Gallipoli. Enrico Badii, enrico.badii@gmail.com

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Specialità pesce fresco tutti i giorni. È possibile consumare pesce crudo: aragoste, astici, granchi, frutti di mare, che arrivano giornalmente freschissimi nelle nostre vasche. Naturalmente disponibili anche primi e secondi piatti di carne con materie prime di alta qualità. Vera pizza napoletana anche a pranzo, cotta in forno a legna. Aperto tutti i giorni. Possibilità di pranzi veloci offerta non valida sabato e festivi, * e non cumulabile con altre offerte

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AREZZO


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