Digitalic n.6 - Big Data

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www.keaykolourpaper.com

Esplorare/Innovare/Ispirare

La vita creativa e culturale dell’artista Ian Wright, fonte di ispirazione di una serie di opere d’arte per presentare la nuova collezione Keaykolour, ora disponibile nella versione 30% Riciclato, 100% Riciclato e la nuova e unica gamma di carte “upcycled”.

ARJOWIGGINS ITALIA SRL www. arjowigginscreativepapers.com info.awcreativepapersitaly@arjowiggins.com


EDITORIALE

LA|NOSTRA|AURA|DIGITALE Se si potesse visualizzare intorno alle persone la mole dei dati prodotti e consultati, come se fosse una sorta di moderna aura, vedremmo nuvole gigantesche, mondi sconfinati intorno a ciascuno di noi. Un turbine di foto, video, numeri, conversazioni, presentazioni, e-mail, opinioni, tweet, fogli di calcolo, testi: un cosmo digitale in tumultuosa espansione. Tutto produce dati e noi ce ne andiamo in giro con dispositivi (dai cellulari ai tablet) che solo qualche anno fa sarebbero stati considerati dei supercomputer, con all’interno migliaia di foto, musica, ma anche budget aziendali, presentazioni, appunti per nuove idee. Sono dati eterogenei – ma mai disordinati – che contengono informazioni di grande valore, organizzate secondo criteri nuovi, ramificati, che si snodano con schemi inediti e su piattaforme diverse. Quindi per archiviarli, comprenderli e gestirli occorre una nuova tecnologia, un nuovo approccio, quello a cui dedichiamo la nostra “esplosiva” copertina: i Big Data, un insieme di tecnologie, ma soprattutto un nuovo modo di guardare ai dati che sono prodotti. Ma poi questi dati come si spostano in un clic da una parte all’altra del Globo? Certo, attraverso la grande Rete, che tutti immaginiamo fatta di

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bit: un etereo cyberspazio… ma non è così. Per spostarsi, queste informazioni usano giganteschi cavi transoceanici che percorrono gli abissi per migliaia di chilometri, che giacciono sul fondo del mare al nostro servizio e uniscono inaspettatamente luoghi che sembrano avere poco in comune. Così leggendo la rubrica Geografia scoprirete che uno di questi condotti collega la Florida a Mazara del Vallo (passando per Lisbona) dipanandosi sul fondo dell’Oceano Atlantico. I dati, i bit, hanno ancora bisogno di un supporto fisico per colmare le distanze che separano le nazioni, le persone, per arrivare al proprio destinatario; spesso lo scordiamo, perché in mezzo alla nostra aura digitale, forse, diventa più complicato accorgersi delle cose semplici. Se volete un piccolo corso alla scoperta di quanto la semplicità sia al centro dell’invenzione, leggete Creative Park, in cui due persone che contribuiscono in modo significativo alla crescita delle nostre aure digitali – ovvero Larry Page e Sergey Brin, i fondatori di Google – sanno che sono proprio le cose semplici ad attirare i talenti: una buona colazione, un luogo piacevole in cui passare la giornata, giochi e anche un cinema a disposizione. Siamo entrati nella sede europea di Google per scoprire come lavorano i geni dei bit e quanto, in fondo, apprezzino le cose semplici.

Francesco Marino Direttore Responsabile Digitalic francesco@digitalic.it

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SOMMARIO

AVVIO

TECNOLOGIA

Photo

Mobile

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Anno 1 ‚ numero 6‚ aprile 2012 www.digitalic.it Registrazione Tribunale di Milano n. 409 del 21/07/2011 ROC n. 21424 del 3/08/2011

47 Il tablet più sottile al mondo

Nella tana di Google

White Paper

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/10/2011-31/12/2011

Trend

12 I magnifici quattro

48 Miliardi di dollari per miliardi di dati

Geografia

16 Internet abissale

Big Data

Smau Wow

50 Big Data, problema o opportunità?

18 La tecnologia è il motore

Periodicità: 11 numeri Tiratura media:15.250 copie Diffusione media:14.450 copie Certificato CSST n. 2011/2247 del 27/02/2012 Società di Revisione: REFIMI

Punto G

News

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60 Rio+20: se fa bene all’ambiente, fa male ai politici?

MERCATO

Attualità

Direttore Responsabile: Francesco Marino francesco@digitalic.it

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Convegno

21 Idc Cloud Symposium 2012, le nuvole per ripartire

WEB SOCIAL CLUB The Marketing Side

Digitalk

70 Se non sei Fonzie… leggimi

22 Mondi virtuali, sicurezze reali

Report

Management

26 Imprese familiari e business intelligence: un matrimonio possibile?

76 La grande Rete per le piccole imprese

Eventi

34 Il valore è sul territorio

Creative Park

40 Questo non è un sasso

Responsabile di Produzione: Raffaella Navarra produzione@mmedia.info Hanno collaborato: Alessio Ferri, Girl in the Cloud, Lega Nerd, Pierantonio Macola, Angela Perego, Francesca Pilone, Riccardo Pirana, Matteo Ranzi, Valerio Rosano, Daniela Schicchi, Barbara Silbe, Antonella Tagliabue, Elena Veronesi. Progetto grafico e impaginazione: Davide Spagnuolo/BluLapis s.n.c.

Attualità

72, 73, 74, 75

Pubblicità e Pubblicità Web Ufficio Traffico: adv@mmedia.info

Eventi

28 Viaggio nella generazione 8 dei server HP ProLiant

Caporedattore: Marco Lorusso marco@digitalic.it

Ufficio Abbonamenti: abbonamenti@mmedia.info

SHUTDOWN

Una copia euro 3,90 - Arretrato euro 7,80

Lega Nerd

80 Una muffa ci salverà… Mad4It

82 Gira, gira, tanto torni qua…

Abbonamento annuale (11 numeri) Italia euro 33,00 - Estero euro 66,00 http://www.digitalic.it/wp/abbonati Stampa: RDS WEBPRINTING s.r.l. via Belvedere, 42 - 20043 Arcore (MB) Cellophanatura: NUOVA EFFEA s.r.l. v.le Lombardia, 51/53 - 20861 Brugherio Mi

Coffee Break

44 Il mondo dei lead Attualità

MMEDIA s.r.l. via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB) tel. 039.2301393, fax 039.2326449

30, 32, 35, 36, 38, 42

Alias 19 - 31 - 43 Arjowiggins II cop Computer Gross - McAfee 14/15 Dell 11 - 39 Emc 49 - III cop - digiguide Esprinet 24/25 Evolution 29 F-Secure 53 HP 9 Idc 69 iStockphoto 63

Luxoro Nexin Technologies Rds Webprinting Salvix Smau Systematika Distribution Tipografia Litografia Economica Viscom - Reed Exhibitions Italia Western Digital Zyxel

5 55 67 57 79 37 IV cop 65 59 20 - 33

Informativa ex D.Lgs 196/3 (tutela della privacy) MMedia s.r.l., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarle la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il legale rappresentate di MMedia s.r.l., presso MMedia s.r.l., nella sede operativa di via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio operativo, Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale. Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”. La società MMedia s.r.l., editore della rivista Digitalic rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali . Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso la sede operativa delle segreterie redazionali (fax 039.2326449).

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www.teamwork-eu.it

LE LUCI DELLA CITTÀ

Nuove e brillanti idee prendono forma sotto la luce delle foglie Kurz. Con Metropolis, il nuovo progetto presentato in occasione di Luxe Pack 2011 e realizzato in collaborazione con Hinderer + Mühlich, Kurz arricchisce le collezioni “Presentation Box” dedicate ai designer. La resa dei dettagli è estremamente nitida e precisa su foglie trasparenti, lucide, olografiche e perlacee: così un packaging nobilitato può diventare una metropoli alle prime luci dell’alba. Embossing, lamine per la decorazione a caldo e a freddo, effetti metallizzati lucidi e opachi, le possibilità di nobilitazione offerte da Luxoro sono infinite e creative, proprio come le idee.

DISTRIBUTORI ESCLUSIVI PER L’ITALIA DELLE FOGLIE KURZ PER LA STAMPA A CALDO E A FREDDO Luxoro è a Impatto Zero®. Le emissioni di CO2 generate sono state compensate contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita.

Luxoro utilizza energia rinnovabile a Impatto Zero®.

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NELLA|TANA|DI|GOOGLE foto e testo di Barbara Silbe

Ci sono sale giochi, la palestra, un cinema e un centro massaggi. L’atmosfera che si respira somiglia a quella di un campus universitario indaffarato e multilingue.

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Ma non stiamo parlando di un moderno ateneo, bensì di un’azienda. È la sede di Google a Zurigo (la più grande d’Europa), uno dei centri dove nasce tutto ciò che noi comuni mortali chiamiamo “motore di ricerca”, senza ben capire cosa ci sia dietro. Posteggiate accanto all’ingresso principale si scorgono centinaia di biciclette. Sono quelle che l’azienda ha donato ai suoi dipendenti qualche Natale fa e che tutti usano per spostarsi. L’anno successivo hanno provveduto a fornir loro un casco, per proteggere la testa e le loro idee. Appena varcata la soglia principale si accede a una reception coloratissima

che fa da palcoscenico a un via-vai frenetico di gente che sorride. Centralinisti, ricercatori, comuni impiegati e ospiti hanno a disposizione un palazzo che sembra una Disneyland in miniatura, dove tutti si sentono un po’ bambini e un po’ inventori, dove il modo di lavorare è diverso che in ogni altro luogo del mondo. Qui le neomamme possono portare i figli in ufficio e usufruire di una stanza attrezzata dove cambiarli. Se hai un cane, puoi portarlo al lavoro con te: accanto a molte scrivanie ci sono dei recinti per ospitarli e le ciotole per l’acqua e il cibo. Entrando in una delle mense – gratuite per tutti – la prima cosa che si nota è un enorme

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4 scivolo d’acciaio che arriva dal piano di sopra, caso mai uno volesse accelerare i tempi del pranzo. In alternativa, esiste anche un palo tipo quelli che usano i pompieri, e ogni neoassunto viene invitato a provare – almeno una volta – una di queste due divertenti possibilità: un sorprendente battesimo del fuoco che chi non è mai stato a Google non riesce nemmeno a immaginare. In questo mondo complesso fatto di idee e invenzioni che diventano poi fruibili semplicemente collegandosi a un pc, anche gli ingegneri sono fatti in un altro modo: girano in short e sandali, o anche scalzi, con barbe e capelli da hippy; oppure

sono come Lidia Oshlyansky, simpaticissima ricercatrice di origine ucraina che si offre di guidarti in ogni angolo di questo Eden. Un palazzo dove il relax è possibile in ogni momento, dove non si rispettano i cartellini e gli impegni a cui tutti sono di solito abituati, dove si può scegliere di leggere un libro in biblioteca, dedicarsi a un’ora di shiatsu, fare due tiri a canestro o divertirsi con un pallone da football, dormicchiare su un’amaca in corridoio o ascoltare musica da un juke-box. Intendiamoci, anche qui conta fare ciò per cui si è pagati. Ma come lo si fa e quanto tempo ci si mette sono affari tuoi. E dal momento che tutto viene fatto via computer, il dove diventa del tutto ininfluente. Se un dipendente sente la necessità di prendersi una pausa, può dunque farlo senza rischiare di essere licenziato. L’atmosfera cambia negli uffici, dove regnano serietà, concentrazione, silenzio, ma già nei corridoi Lidia ci fa notare che ogni piano è stato allestito a tema (la spiaggia, lo sport, il cielo, la montagna), con

1 La reception di Google Zurigo racconta già molte cose di come è concepita l’accoglienza aziendale sia per i visitatori che per i dipendenti: gente sorridente, arredamento allegro e colorato (compreso un divanetto con la forma dei comandi di una tastiera per pc, alle pareti orologi che segnano tutte le ore del mondo e in diversi angoli sono disponibili, per tutti, frigobar con bibite gassate o salutiste per ogni esigenza). 2 La mensa principale, gratuita per tutti e funzionante in ogni momento (dall’apertura fino alla chiusura dell’azienda). Al centro lo scivolo d’acciaio che è possibile utilizzare dal piano superiore per raggiungere più velocemente i tavoli. Diverse le opzioni per il pranzo, comprese il cibo macrobiotico o la cucina giapponese. 3 L’interno di una cabina adibita alle telefonate riservate. Google ha attrezzato vecchie “ovovie” da sci con tutti i comfort per farle diventare spazi privati per telefonate di lavoro o personali e dotate di ogni tecnologia per poter lavorare con un computer. Questa cabina è rivestita di palline da tennis e si trova sul piano dove ogni cosa è a tema sportivo. 4 Qui siamo nella sala biblioteca – altro luogo per il relax e la convivialità – dove si può venire per prendersi una pausa e rilassarsi leggendo un libro, oppure lavorare al computer sorseggiando una bibita. Ogni bevanda, cibo o merenda è offerto gratuitamente. Nei molti bar dello stabile sono disponibili tè, caffè, barrette, caramelle, acqua, frutta, yogurt e altro ancora.

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5 La sala cinema, arredata con tante poltrone una differente dall’altra. Anche qui i dipendenti e gli ospiti possono venire a rilassarsi davanti a un film oppure visionare qualche clip per ragioni di lavoro. E vista la comodità delle sedute, non è detto che qualcuno non schiacci pure un pisolino per scaricare lo stress… 6 Due googler in un momento di pausa a metà mattina. I bar, oltre a fornire ogni sorta di snack gratuitamente, sono dotati di giochi e aree ludiche. Dal biliardo al biliardino, dal juke-box alle carte da gioco, chiunque può prendersi una pausa durante la quale non pensare al lavoro, per ricaricarsi e tornare in ufficio al massimo della forma. Per Google è importante coccolare i dipendenti e le loro menti creative. La cosa fondamentale è raggiungere il risultato finale, non importa quante ore impieghi o come lo fai. 7 Siete single e avete un cane? Appassionati cinofili non temete, se lavorate a Google potete portare il vostro amico peloso in ufficio. L'azienda vi fornirà di ciotole, box e tutto il necessario per accudirlo e tenerlo accanto a voi anche mentre lavorate. Il cane in questa foto sembra proprio felice dell'accoglienza

bar arredati secondo l’argomento anch’essi sempre aperti, rigorosamente gratuiti e attrezzati per ogni esigenza dietetica; inoltre in ogni piano compaiono cose folli tipo le cabine delle vecchie teleferiche svizzere recuperate ad arte, arredate nei modi più strani e trasformate in salette per riunioni o per telefonare in tutta privacy anche alla mamma. In poco tempo scopri che dietro molti servizi a portata di clic che sembrano così semplici, si cela lo sforzo di un’equipe di pensatori. Una stanza serve a studiare i comportamenti degli utenti. È dotata di telecamere che scrutano le reazioni dei soggetti come fossero cavie. Lì si fanno test per capire quello che i consumatori vogliono e fornirglielo nel modo più rapido possibile sull’interfaccia che compare sul monitor. Visitare questo palazzo cambia almeno per un paio d’ore la prospettiva. Per un visitatore, che viene dal clima di recessione

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economica e risparmio che aleggia in Occidente, è un vero colpo alla vita complicata di tutti i giorni. Viene da immaginare di portar lì per un tour il vostro capo del personale, di prenderlo per mano e condurlo come ha fatto Lidia in questo luogo senza tempo e senza gli obblighi che tutti conosciamo e che qualche volta cerchiamo di disattendere. Gli spiegheremmo che un dipendente coccolato e responsabilizzato è un lavoratore che alla fine produce di più. Forse Google non è Disneyland, ma forse scoprireste che qui – scalzi e sorridenti – il lavoro è la parte migliore della giornata.

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NEWS Stefano Nordio, vice presidente D-Link

Sowre,|eccellenza|italiana|nel|canale|IBM

D-Link|cerca|valore|e apre|a|Computer|Gross Più forte, più specializzato, più verticale sul territorio. D-Link tira a lucido il suo canale indiretto annunciando una partnership strategica con Computer Gross. Sulla base di questo accordo, Computer Gross Italia avrà l’incarico di distribuire su tutto il territorio la gamma di prodotti business-to-business di D-Link, tra cui la soluzione completa di videosorveglianza, storage e wired/wireless network. Con questa iniziativa, D-Link Mediterraneo rafforza il proprio posizionamento di azienda di riferimento nel mercato delle business solutions, confermando la volontà di trasformare il segmento business in un’area sempre più centrale. «Siamo soddisfatti di questo accordo – ha dichiarato Stefano Nordio, vice presidente D-Link –. La storia più recente di D-Link è caratterizzata da un’importante crescita nel segmento enterprise, sia in termini di fatturato sia in termini di ampliamento della gamma».

Di mestiere fa il system integrator e l’independent solution vendor e ha avuto recentemente l’onore della ribalta in uno dei più prestigiosi scenari del mondo IT, grazie al valore della sua soluzione dedicata al mondo retail. Sowre ha infatti vinto l’IBM Beacon Award, un premio ambito, internazionale, assegnato ogni anno a un ristretto numero di business partner IBM. «Il riconoscimento di miglior Industry Solution Retail da parte di IBM – ha dichiarato Marco Tronati, marketing & sales esecutive di Sowre

– conferma l’impegno e il successo di Sowre nello sviluppare e proporre soluzioni innovative rivolte a mercati verticali. La soluzione premiata, Chm (Consumer Heat Maps), è dedicata al mondo retail e analizza il comportamento di acquisto dei clienti. Grazie all’integrazione dei dati di comportamento – raccolti con sensori a intelligenza biometrica – con quelli di vendita e l’applicazione dei principi della business intelligence tramite IBM Cognos, Chm misura le performance del punto vendita in modo efficace».

L’orgoglio, gli obiettivi e le strategie di Sowre dalla viva voce di Marco Tronati; il tutto in un reportage video esclusivo di Digitalic disponibile collegandosi a questo QR code

Marco Tronati (a destra), marketing & sales executive di Sowre, mentre riceve l’IBM Beacon Award

Yacme-Nexin,|accordo|per|rivendere|servizi|cloud Verso le nuvole… Il cloud chiama e il canale risponde con accordi strategici e nuove intese destinate ad aprire importanti scenari di business. L’ultima partnership in ordine di arrivo è quella firmata da Yacme – software house bolognese attiva nel mondo open source – e Nexin

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Technologies, importante realtà nel panorama dei servizi di cloud computing. Le due società hanno infatti annunciato di aver siglato un accordo che consentirà a Yacme la rivendita dei servizi Nexin a completamento dei propri progetti erogati all’utente finale. Nexin ha creato un

sistema integrato di servizi cloud caratterizzati dai più elevati standard qualitativi, tramite i quali è oggi possibile approcciare in modo altamente qualificato il mondo delle Pmi. È con questo obiettivo comune che è nata la stretta collaborazione tra le due società.


Dell vStart Il percorso semplice, veloce e intelligente verso l’infrastruttura virtuale in una soluzione pronta per l’uso.

Dell vStart offre un’unica soluzione semplice per ottenere rapidamente tutti i componenti necessari e iniziare a realizzare e massimizzare i vantaggi della virtualizzazione, senza la relativa complessità. La soluzione Dell vStart viene consegnata pronta per l’uso, con le macchine virtuali immediatamente operative. Tutti i componenti sono già montati su rack, cablati, convalidati e configurati. Dell vStart si collega senza problemi alle attuali console di gestione, consentendo la semplificazione degli strumenti e delle attività di gestione dei server, l’accesso a dettagli approfonditi a livello di dispositivo per il monitoraggio e gli avvisi,l’installazione di hypervisor in server bare metal e l’aggiornamento del BIOS e del firmware in remoto. La soluzione Dell vStart viene fornita già correttamente dimensionata e convalidata per la gestione di fino a 100 o 200 macchine virtuali, in base a specifici requisiti di configurazione e carichi di lavoro, sfruttando al meglio tutte le risorse, i processi e le tecnologie disponibili. Pre-progettata per offrire un ambiente potente, ampiamente disponibile e altamente scalabile per la virtualizzazione, Dell vStart è una soluzione affidabile e pronta per l’uso, oggi e nel futuro. Il risultato finale? Il cliente ottiene una scalabilità senza precedenti, mentre i dipendenti possono dedicarsi alle attività aziendali e non all’infrastruttura virtuale.

Dell vStart è attualmente disponibile nelle seguenti configurazioni: Dell vStart 100v

Dell vStart 200v

• Estensioni di gestione pre-installate • Servizi di installazione iniziale • Dell PowerEdge™ R610 con processore Intel® Xeon® serie 56XX (1) • Dell EqualLogic™ PS6000XV (1) • Dell PowerConnect™ 6248 (4) • Rack 42U con tutti i componenti PDU, UPS e KVM necessari

• Estensioni di gestione pre-installate • Servizi di installazione iniziale • Dell PowerEdge™ R610 con processore Intel® Xeon® serie 56XX (1) • Dell EqualLogic™ PS6000XV (2) • Dell PowerConnect™ 6248 (4) • Rack 42U con tutti i componenti PDU, UPS e KVM necessari

Per ulteriori informazioni su come aiutare i clienti ad accelerare il percorso verso la virtualizzazione, visitare il sito Web dell.com/vStart © 2011 Dell Inc. Tutti i diritti riservati. Dell, il logo DELL, il marchio DELL, PowerEdge e OpenManage sono marchi di Dell Inc. Nel presente documento possono essere utilizzati altri marchi e nomi commerciali in riferimento sia alle società titolari dei marchi sia ai nomi dei rispettivi prodotti. Dell non rivendica alcun diritto di proprietà su marchi e nomi depositati da terzi. Il presente documento ha scopo puramente informativo. Dell si riserva il diritto di apportare modifiche, senza preavviso, a qualsiasi prodotto descritto. Il contenuto viene fornito “così com’è”, senza garanzie espresse o implicite di alcun tipo. Intel, the Intel logo, Xeon and Xeon Inside are trademarks of Intel Corporation in the U.S. and other countries.


WHITE PAPER 12

I MAGNIFICI QUATTRO Daniela Schicchi “Schicchina, tu farai la giornalista”. Così ha avuto inizio tutto, credo. 26 anni, appena laureata in una materia che non c’entrava nulla con il giornalismo, con un direttore fantastico al quale devo molto (Sergio Meda) e una totale inesperienza. Da lì sono passati 12 anni. Ho bazzicato tra testate di sport e fitness, gossip, digital printing, beauty, salute, sanità e un’agenzia di comunicazione per arrivare – infine – al Grande Salto. Quello nella Rete e nella consulenza della libera professione. Un percorso fatto di incontri, apprendimento, curiosità, risate e parecchie arrabbiature. Ho scoperto che le parole possono essere fantastiche. Ho toccato con mano la bellezza di supporti unici e portenti della tecnologia in grado di realizzare “quasi” tutto. Ho imparato che per comunicare bisogna andare al passo con i tempi e che, per stare al passo con i tempi, bisogna rimettersi in gioco tutti i giorni.

Sono loro che hanno realizzato questo nuovo sogno firmato Digitalic. Quattro eccellenze nell’ambito di carta, stampa e nobilitazione. Qualcuna di queste aziende la conoscete già, le altre siamo orgogliosi di presentarvele, perché… le ritroveremo nel corso di un 2012 all’insegna del printing innovation.

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Colorata come la primavera… Da questo numero entra a far parte della “squadra Digitalic”

Arjowiggins Creative Papers. La cartiera francese, divisione Creative Papers, è operativa, sul territorio italiano attraverso la sua società Arjowiggins Italia, guidata da Simone Medici. Proprio la divisione Creative Papers, sempre attenta alle novità del mercato, vestirà sei copertine del nostro magazine, iniziando con KeayKolour (qui in versione Original Sunny Green da 300 gr), dal perfetto sapore primaverile. Questa gamma di carte si caratterizza per l’introduzione del ReKreate,

un prodotto “up-cycled” realizzato con fibre recuperate e reinserite nel ciclo produttivo. Un processo brevettato che riduce del 50% i coloranti e la pasta di cellulosa impiegati. I punti di forza di questa carta sono le varianti di colore disponibili in catalogo: 11 nuove tonalità realizzate in collaborazione con il celebre fashion trend forecaster olandese Li Edelkoort. L’obiettivo è quello di dimostrare che la moda e le tendenze si riflettono in ogni ambito della creatività. Carta compresa.

ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS

LUXORO

Arjowiggins Creative Papers è una cartiera che opera in 82 Paesi con 1.300 collaboratori. Le sue carte creative, commercializzate in tutto il mondo, consentono di ottenere performance eccellenti in termini di resa di stampa e non solo. Ogni linea di prodotto è disponibile in un’ampia varietà di finiture e per infinite applicazioni. Tutte le carte Arjowiggins Creative Papers sono certificate FSC da giugno 2008. L’azienda è costantemente impegnata nell’ampliamento della propria offerta di carte riciclate e collabora con clienti e fornitori, continuando a innovare l’offerta e il modo di operare. www.arjowigginscreativepapers.com

Luxoro ha scelto la via della qualità e delle tecnologie più innovative nel settore delle foglie per stampare a caldo. È partner del gruppo Kurz, leader sul mercato internazionale. I prodotti sono divisi per settore: industria grafica, decorazione della plastica, industria del legno e del mobile, settore moda, nastri per trasferimento termico, codifica, protezione del marchio, card, biglietteria e macchine per la stampa a caldo. www.luxoro.it


Realtà industriale specializzata nella stampa in elevata tiratura nel settore editoriale e della grande distribuzione, RDS WebPrinting è diretta e coordinata da Erre di Esse Grafica S.p.a, holding del Gruppo Spreafin. Costituita nel 2009, RDS WebPrinting ha realizzato una struttura molto snella e flessibile, sia sul fronte del personale sia su quello operativo, focalizzando il proprio processo produttivo su quello che è il suo core business: la stampa. www.rdswebprinting.it

TIPOGRAFIA LITOGRAFIA ECONOMICA Dal 1969 siamo tra i migliori fornitori italiani di stampa a caldo e rilievo a secco. Ciò grazie alle competenze tecniche di uno staff professionale e dinamico e alle più avanzate tecnologie di settore che ci permettono di recepire le vostre richieste, trasformandole in un risultato di qualità. I nostri servizi di progettazione grafica e comunicazione visiva sono pensati per vestire con eleganza e originalità le vostre idee: dalla progettazione di un marchio alla realizzazione di una campagna pubblicitaria. Sempre e comunque con una grande idea al centro. info@economica.it

… luminosa come il sole Seconda new entry di questo numero è Luxoro. Leader nella distribuzione di foil e cliché, l’azienda ha allungato i nostri raggi rendendoli irresistibili… La luminosità, sempre diversa, delle bande che escono dai nostri big data in copertina sono frutto di un magnifico foil olografico semitrasparente nella sua texture Jungle Select. Cangiante a seconda della luce, mai uguale e magnetico. Sono tre caratteristiche che rendono questa lamina sempre attraente. La semitrasparenza dà la possibilità di stampare (con inchiostri offset, flexo o serigrafici) tanto sotto il foil quanto sopra: immaginate la varietà di effetti ottenibili con lo stesso prodotto. Nel nostro caso la stampa è stata realizzata sotto il foil che, quindi, primeggia senza nessun tipo di “intrusione” o sovrapposizione. Luxoro ha fornito anche il cliché della cover per dare un tocco in più a un lavoro che non lascia mai nulla al caso.

L’arte di nobilitare Poi, una “vecchia conoscenza” che ci ha dato fiducia fin dal nostro numero 1: Tipografia Litografia Economica. L’azienda veronese ha nobilitato anche questa copertina, stampando con la lamina e il cliché in ottone 7 mm fornito da Luxoro. Poi, sulla quarta di copertina, trovate una stampa a caldo con lamina in due colori. Un lavoro delicato, a registro, che richiede attenzione e cura; caratteristiche che fanno di Tipografia Litografia Economica uno dei migliori fornitori di stampa a caldo, rilievografia e microincisione. I lavori vengono seguiti dalla progettazione grafica alla finitura, accompagnando il cliente nella scelta del supporto migliore sul quale stampare e della tecnica più adatta, per arrivare alla consegna del prodotto nei tempi stabiliti.

Quadricromia, alleata preziosa Anche in questo caso ritroviamo chi ha creduto nel progetto Digitalic fin dall’inizio. Mi riferisco a RDS WebPrinting che ha fatto, letteralmente, il “fondo” di questa meravigliosa cover. Una base fondamentale per la resa finale che state osservando. Si tratta della quadricromia della copertina che è in grado di donare all’immagine e ai colori una brillantezza cromatica assolutamente unica. RDS ha scelto di stampare in Uv vista la particolarità del colore e della finitura della carta scelta. Se, infatti, fosse stata scelta una quadricromia tradizionale, la stampa sarebbe risultata molto spenta e la stessa cosa sarebbe accaduta per i colori, che sarebbero sembrati poco accesi. Perché nulla va lasciato al caso.

RISORSE

RDS WEBPRINTING

www.drupa.com Dal 3 al 16 maggio apre i battenti Drupa, fiera del printing che ogni quattro anni riunisce il meglio degli operatori della stampa tecnica per quindici giorni di workshop e incontri utili a fare il punto sullo stato dell’arte di questo mercato. Quest’anno Digitalic sarà distribuito in fiera per raccontare, attraverso le sue copertine, come l’innovazione possa comunicare sempre qualcosa di speciale.

www.ecoprintshow.com Altro appuntamento da mettere in agenda è sicuramente EcoPrint Europe Live 2012. Marcus Timson e Frazer Chesterman, usciti lo scorso anno dall’organizzazione di Fespa, si sono buttati in una nuova avventura: questo evento è il punto di raccolta del meglio disponibile sul mercato riguardo alle soluzioni green per visual communication e printing. Appuntamento dunque a Berlino, il 26 e 27 settembre prossimi, con il mondo della sostenibilità.

www.bompan.it Bompan, importatore esclusivo dei prodotti Mimaki (multinazionale nipponica leader nella produzione di stampanti inkjet wide-format e di sistemi da taglio per grafica, tessile e abbigliamento, nonché al mercato industriale - www.mimaki.co.jp) ha presentato sul mercato italiano la nuova JV400 LX (Latex) che sarà a breve affiancata dalla JV400SUV (solvente). Un’alleata preziosa per stampare anche su supporti termosensibili – grazie a temperature più basse che riducono i danni sui media –, per inquinare meno e per garantire un notevole risparmio energetico.

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La sicurezza Non è più una questione di singoli prodotti che rispondono a singole esigenze. La nuova sfida della security passa da un approccio consulenziale che il canale indiretto deve essere in grado di garantire alle aziende italiane. Il caso di successo della partnership tra McAfee e J.Soft, Business Unit Software di Computer Gross

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nsieme, da sempre, per sviluppare opportunità di business ad alto valore aggiunto per i reseller italiani che vogliono affrontare la sfida della nuova security. McAfee, che proprio nel canale indiretto vede un suo strumento chiave di approccio al mercato, ha da tempo deciso di stringere una partnership con un distributore ad alto valore aggiunto come J.Soft, Business Unit di Computer Gross. «La relazione tra noi, i distributori, i reseller a valore aggiunto e il cliente finale è simbiotica, dipendiamo tutti l’uno dall’altro – racconta Marco Ottavi, distribution manager per l’Italia, McAfee –. A ulteriore riprova del nostro impegno nel supportare i Security Connected, un framework dedicato a partner e clienti McAfee e Intel hanno unito le proprie forze per rivoluzionare il settore della sicurezza combinando la potenza di hardware e software. Il framework “Security Connected” permette a partner, sviluppatori e clienti di adottare un approccio più intelligente, efficace e sostenibile alla protezione delle informazioni digitali. I componenti di McAfee Security Connected includono: sicurezza proattiva (grazie a integrazione e intelligence incorporate), Global Threat Intelligence (grazie ad attività di ricerca all’avanguardia), analisi predittiva delle minacce, punteggi sulle reputazioni, cloud delivery e intelligence approfondita per alimentare le tecnologie di sicurez-

za connesse. Ampio il portafoglio di contromisure (sicurezza integrata per pc, Mac, smartphone, tablet, storage incorporata, silicio, perimetro della Rete, data center, Gateway Web, sicurezza dell’e-mail, contenuti e così via, con una scelta di modelli di delivery on-premise, SaaS o ibrido). Sono previste inoltre una piattaforma di gestione intelligente delle sicurezza (integrazione di soluzioni eterogenee e ampliamento da un semplice dashboard di reporting a un’interfaccia di gestione della sicurezza razionale, informata, scalabile e adatta alla situazione), soluzioni di sicurezza predittiva – che possono individuare e proteggere in modo proattivo contro le vulnerabilità, indirizzare e prevedere le minacce sulla base di policy ed eventi – e un ecosistema di partner, per garantire che i clienti possano sfruttare al massimo le tecnologie più recenti di McAfee.


è un valore partner di canale e a completamento dell’ottima relazione con J.Soft-Computer Gross, sottolineo che ci stiamo impegnando per creare un gruppo di reseller a valore aggiunto che sviluppino insieme il business di un mercato trainante come la security. Siamo molto soddisfatti di poter intensificare la nostra collaborazione con un partner quale J.Soft-Computer Gross che ha una consolidata presenza sul territorio ed è un’importante struttura per l’attività specialistica di valore». «La collaborazione tra McAfee e Computer Gross è oggi più solida che mai – afferma David Baldinotti, responsabile divisione software J.Soft di Computer Gross –. Nel corso degli anni il nostro know how sulle soluzioni e tecnologie McAfee si è rafforzato sempre di più, permettendoci di offrire ai nostri partner un supporto qualificato su tutto il portfolio del vendor. Il team di J.Soft lavora a stretto contatto con McAfee per identificare e sviluppare insieme nuove strategie che rispondano alle esigenze del canale, fornendo momenti di formazione, supporto specialistico e confronto sulle soluzioni più innovative del vendor. In questo momento stiamo collaborando con McAfee per promuovere l’Smb Specialization Program, ideato per aiutare i partner a focalizzarsi e specializzarsi nel mercato delle Pmi attraverso una serie di vantaggi che vanno da una maggiore marginalità a una serie di strumenti a supporto delle vendite».

Contatti:

McAfee Italy - McAfee Inc. Tel. 02 55 417 1 www.mcafee.com/it

Computer Gross Italia S.p.A. Via del Pino, 1 50053 Empoli (FI) Empoli tel. 0571-9977 Milano tel. 02-21001 www.jsoft.it www.computergross.it

Il panorama della security «Il mercato – spiega Marco Ottavi – si sta evolvendo sempre più rapidamente e anche le necessità delle aziende vanno ben oltre gli anti-virus e i firewall; sono infatti sempre più indirizzate verso soluzioni per la sicurezza più complesse e “versatili”, possibilmente anche a costi ridotti. Mentre la sicurezza viene sottoposta a prove senza precedenti». In appena un decennio la definizione di Rete ha oltrepassato le tradizionali infrastrutture protette da firewall. Ai dati si sono aggiunti voce, video e mobilità: gli utenti vogliono connettersi ad applicazioni e informazioni con dispositivi mobili diversi e innovativi. L’accesso in qualsiasi luogo e momento sta diventando la regola, quando un tempo era l’eccezione. «L’esigenza di ridurre i costi, poi, sta guidando le imprese verso la virtualizzazione e i servizi a pagamento “in the cloud” – continua il manager –. A questa pressione si aggiunge la sempre maggiore accettazione delle tecnologie del Web 2.0. E mentre accade tutto ciò, le minacce del crimine informatico aumentano, evolvono e diventano sempre più complesse e mirate. Molte aziende si trovano così a implementare un mosaico sempre più complicato di sistemi di sicurezza indipendenti; tuttavia la risposta più adeguata è quella di ripensare le proprie misure di sicurezza, abbandonando i prodotti singoli e proteggendo le infrastrutture informatiche con una security che deve essere “connessa” e correlata, con intelligence condivisa e gestita centralmente. I prodotti devono essere ancora altamente specializzati (senza andare a discapito della qualità) e l’IT deve poter essere in grado di “dire sì” a dati e applicazioni, in qualsiasi momento, su qualsiasi dispositivo, da qualsiasi posizione. Per il canale è quindi fondamentale affidarsi a vendor in grado di soddisfare queste necessità; vendor in grado di fornire un’ampia gamma di soluzioni, dal desktop al satellite».


GEOGRAFIA

INTERNET|ABISSALE L’infinita libertà di Internet, il mondo senza confini fatto tutto di bit e di nessun atomo, si regge – in realtà – sulla più grande infrastruttura hardware del mondo. Ci sono cavi che percorrono gli oceani per migliaia di chilometri e collegano tutto il mondo. Posati sui fondali marini, assicurano che un “clic” a Roma produca i suoi effetti a New York o a Tokyo. Questa trama di super-cavi è stata disegnata da TeleGeogaphy, un progetto free basato sulla ricerca “Global Bandwith”. Nella mappa sono

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rappresentati i collegamenti sottomarini attivi e quelli in via di realizzazione che abbiano una capacità di almeno 5 Gbps. Il loro percorso in cartina non corrisponde alla posa esatta dei tubi, ma è un’approssimazione, per renderne più chiaro il loro sviluppo. Sono evidenziate inoltre le stazioni di arrivo (ovvero i punti di connessione con gli altri sistemi) che sono una sorta di “Tele-porti” o di porti digitale, in cui i cavi arrivano e si collegano


ad altri cavi o sistemi diversi di trasmissione. Le linee tracciate disegnano relazioni interessanti e gli snodi, come si può vedere, non sono sempre in corrispondenza delle città più importanti. Per esempio il Columbus III, in funzione dal 1999, percorre 9.833 Km e collega la Florida (Stati Uniti) a Mazara del Vallo, passando per Lisbona. I cavi più impressionanti sono quelli che corrono nel Pacifico, come il

“Southern Cross Cable Network”, un sistema doppio – lungo 30.500 Km – che unisce gli Stati Uniti all’Australia e alla Nuova Zelanda. Per vedere la mappa interattiva potete collegarvi all’indirizzo www.submarinecablemap.com e scoprire le diverse lunghezze, nonché i proprietari di questa fitta maglia di intrecci abissali.

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SMAU WOW

La tecnologia fa bene alle aziende, fa bene all’Italia. Non è un lusso, non è un qualcosa in più. È uno strumento di produzione importante, fondamentale per il nostro Paese, come può esserlo un tornio per un’azienda meccanica, un telaio per una impresa tessile. È l’elemento cruciale per la produttività di una nazione moderna. Tanto per capirci: è il motore dell’auto da corsa, non gli adesivi che abbelliscono le portiere…

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TANTO PER CAPIRCI: E’ IL MOTORE DELL’AUTO DA CORSA, NON GLI ADESIVI CHE ABBELLISCONO LE PORTIERE… UN PAESE CHE VUOLE CORRERE E COMPETERE CON GLI ALTRI NON PUO’ PRESCINDERE DALLA TECNOLOGIA.

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Un Paese che vuole correre e competere con gli altri non può prescindere dalla tecnologia. Il settore IT sta vivendo un momento di rapida evoluzione, come lo sta vivendo l’economia in tutto il mondo. Le imprese hanno dimostrato, nei vari appuntamenti di Smau Business Roadshow in giro per l’Italia (a Bari e Roma, ora a Padova e poi a Bologna), di essere preparate a cogliere le opportunità che si stanno presentando. Tecnologie come tablet, smartphone, apps che ormai sono affermate in ambito privato, si stanno facendo sempre più strada anche all’interno delle imprese e, insieme al cloud computing e ai sistemi di comunicazione e collaborazione avanzati, promettono di rivoluzionare il modo di lavorare semplificando l’intera governance aziendale e riducendo sensibilmente i costi interni. Tale rivoluzione è supportata dai vertici aziendali, veri e propri innovatori delle imprese

italiane, che per primi hanno sperimentato i benefici di tali tecnologie e che per questo credono nei vantaggi che possono apportare alla propria organizzazione. Questo è, inoltre, un momento di grandi cambiamenti anche nel settore pubblico: si pensi alle Smart City, un tema che coinvolge non solo le tecnologie digitali, ma anche il mondo delle utilities, dell’edilizia, dell’ambiente, della mobilità, insomma tutti i settori in cui l’innovazione è protagonista e che sarà centrale per i prossimi quindici anni e in grado non solo di creare un nuovo modello di rapporto tra la città e i suoi abitanti, ma anche un indotto significativo per l’economia delle imprese del territorio. È questo il motore che farà correre le nostre città, la nostra economia, la nostra Italia.

Pierantonio Macola


Alias, da oltre 18 anni, ricerca e seleziona i marchi e le soluzioni migliori nell’ambito della Sicurezza, dello Storage /Backup, del Networking / Wireless e del Voip. In linea con la costante evoluzione del mercato di riferimento e con le esigenze che lo stesso esprime, Alias forma i propri rivenditori fornendo loro uno specifico know how e strumenti altamente innovativi indispensabili per far fronte alle necessità della propria clientela. Attraverso percorsi formativi specifici, Alias dà identità e valore ai propri rivenditori, condividendo l’importanza di saper offrire qualità e servizio attraverso soluzioni dall’efficacia comprovata e marchi di rilievo internazionale.

Sicurezza - Storage/Backup - Networking/Wireless - Voip


Digitalic per ZyXEL

Sicurezza & Networking

L’anno di ZyXEL

Valerio Rosano, sales & marketing manager ZyXEL Italia

Nata nel 1989 e presente in Italia da 12 anni, ZyXEL inizialmente sviluppa il proprio business soprattutto con i prodotti di accesso a banda larga. «In realtà negli ultimi anni, la security, il wireless professionale e il networking di fascia alta – spiega Valerio Rosano, sales e marketing manager di ZyXEL Italia – sono diventati il business principale; in particolare la security ha ottenuto molti successi, sia a livello di fatturato sia a livello di market share. Sulla fascia Pmi, dove si posiziona ZyXEL, siamo certamente un partner importante per i nostri dealer». Il 2012 di ZyXEL sarà all’insegna di rinnovamento, crescita e fidelizzazione. «Rinnovamento – racconta Rosano – anche grazie al fatto che ZyXEL ha aperto il suo headquarter europeo a Londra. ZyXEL Italia fa parte del progetto e questo ci permetterà di collaborare

alle strategie anche a livello di sviluppo di prodotto. Parliamo di rinnovamento anche per le persone nuove che entrano nel team ZyXEL e che saranno orientate verso lo sviluppo di progetti verticali e, a stretto contatto con i partner di canale, verso l’attivazione di nuove occasioni di business. Crescita, perché anche in un anno complicato come il 2011 il brand è andato bene e ha ottime prospettive per il 2012. Fidelizzazione, perché ZyXEL è nata con il suo partner program, lo segue e lo gestisce da 12 anni. La fidelizzazione sarà al centro dell’attenzione anche grazie alle soluzioni verticali, come quelle nell’ambito della videosorveglianza, che ci permetteranno di catturare l’attenzione dei rivenditori». I motivi per scegliere ZyXEL nel 2012 sono tanti: «ZyXEL è una buona scelta – aggiunge Rosano – perché ha un gamma di prodotti molto completa e questo permettere ai partner

di proporre ZyXEL in ogni applicazione, ma non solo. Con il supporto diretto del brand si ha la possibilità di proporre anche la qualità e la competenza del personale ZyXEL. Inoltre, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, noi offriamo anche un ottimo rapporto qualità prezzo, caratteristica che viene molto apprezzata dalle piccole e medie imprese». Da sempre un grande successo, che anche nel 2012 verrà festeggiato a dovere, quest’anno l’evento itinerante ZyXEL Tour compie 10 anni. «Proprio in occasione del tour – conclude Rosano – presenteremo nuovi programmi di partnership, legati alla nuova attività di sviluppo del business insieme al dealer. Uno dei vantaggi che da sempre dà il partner program è la marginalità e aderire significa aumentare ulteriormente proprio la marginalità, già buona, rispetto a quella offerta da altri vendor».

Contatti ZYXEL www.zyxel.it


MERCATO IDC|CLOUD|SYMPOSIUM|2012, LE|NUVOLE|PER|RIPARTIRE La “terza piattaforma” è arrivata: i servizi cloud si affiancano all’esplosione di dispositivi mobili e dei dati in azienda. Se ne è parlato al Cloud

Symposium 2012 di Idc, al quale hanno partecipato Cio, aziende e brand protagonisti nella scena IT. Oltre 350 iscritti e un interesse crescente nel corso dell’intensa giornata di lavoro. Non ha deluso le attese l’evento dell’anno che Idc ha organizzato a Milano per fare il punto su quello che rappresenta sempre più l’antidoto sul quale il mercato conta per disinnescare gli effetti della sfavorevole congiuntura economica. I dati emersi, le voci dei protagonisti in esclusiva per Digitalic. Da Fabio Rizzotto,

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IT research director di Idc Italia, a Matt Eastwood, group vice president enterprise platforms & datacenter trends di Idc, un intenso tour tra le nuvole più utili e strategiche per il mercato e le aziende italiane. Per vedere e sentire l’esclusivo reportage, basta salire sulla nuvola qui sopra e collegarsi al QR code integrato.

Ibm DataCore

Microsoft

HP

L’evento è stato sponsorizzato da HP, Ibm, Microsoft, Tibco, Trend Micro, Veeam, DataCore e Oracle. Per vedere e ascoltare le strategie, gli obbiettivi e i pensieri di questi otto colossi dalla viva voce dei loro manager presenti all’evento firmato Idc, basta collegarsi ai QR code qui accanto.

Oracle

Trend Micro Tibco

Veeam

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DIGITALK Marco Lorusso

SI FA PRESTO A DIRE CLOUD E VIRTUALIZZAZIONE… PRIMA DI SPICCARE IL VOLO OCCORRE MUNIRSI DELLE PIU’ INNOVATIVE E FUNZIONALI SOLUZIONI DI SICUREZZA. DI TUTTO QUESTO E MOLTE ALTRE COSE ANCORA SI E’ PARLATO IN UN EVENTO ESCLUSIVO CHE WATCHGUARD HA ORGANIZZATO, NEL CORSO DI SMAU ROMA, IN COLLABORAZIONE CON DIGITALIC E IL POLITECNICO DI MILANO. Collegandosi a questo QR code si avrà la possibilità di ascoltare e vedere il racconto dell’evento “Mondi virtuali... sicurezze reali” che, nel corso delle giornate di Smau Roma, ha chiamato a raccolta un pubblico delle grandi occasioni composto soprattutto da operatori di canale a valore aggiunto Questo secondo QR code offre invece un’esclusiva video intervista con Stefano Chiccarelli, grande esperto di sicurezza, Ceo di Quantum Leap e protagonista dell’evento “Mondi virtuali... sicurezze reali” che WatchGuard ha organizzato in collaborazione con Digitalic

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La sicurezza, cuore pulsante del business. Nell’era della virtualizzazione, del cloud e delle nuove dimensioni per le infrastrutture IT, la sicurezza è il primo, strategico snodo dal quale partner e aziende devono necessariamente passare. Non c’è business, non c’è cloud, non c’è virtualizzazione, non c’è mobility se i dati – di qualunque forma e dimensione essi siano – non sono a disposizione di aziende e IT manager, quando lo desiderano, dove lo desiderano e, soprattutto, nelle migliori condizioni di salute possibili. Mai come in questo periodo grandi aziende e operatori di canale sono alla ricerca di momenti di incontro e contenuti indipendenti che offrano loro un quadro della situazione il più concreto e completo possibile. Momenti e contenuti di valore che li aiutino a interpretare al meglio una sfida decisiva per il loro

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futuro. Esattamente con questo spirito è nato e si è svolto nel corso di Smau Roma, davanti ad un pubblico degno delle grandi occasioni, l’evento “Mondi virtuali… sicurezze reali” organizzato da WatchGuard in collaborazione con Digitalic e il Politecnico di Milano. Un appuntamento dedicato agli operatori di canale ad alto valore aggiunto e fortemente voluto dalla società protagonista del mercato della security. Durante l’intensa mattinata, sul palco, si sono alternati alcuni dei massimi esperti del mondo della sicurezza e delle strategie di mercato a esso relative. Interventi che hanno permesso ai reseller e system integrator presenti di avere un quadro completo delle minacce più dannose per le moderne infrastrutture IT, delle strategie e delle tecnologie su cui puntare per costruire opportunità di business a valore: cosa, come e quale policy consigliare alle aziende. Da Stefano Chiccarelli – esperto di sicurezza e amministratore di Quantum Leap – che ha illustrato, con una pirotecnica presentazione, quali sono le più clamorose e dannose vulnerabilità dei sistemi cloud e virtuali oggi, passando a Emilio Tonelli, sales engineer South Europe WatchGuard Technologies, che ha invece mostrato la possibile cura di fronte a un simile scenario. Il tutto focalizzandosi in particolare sull’innovazione portata da soluzioni come la nuova serie di firewall virtuali WatchGuard XTMv che forniscono una sicurezza di rete senza precedenti e una


ALESSANDRO PIVA

EMILIO TONELLI

FABRIZIO CROCE

STEFANO CHICCARELLI

protezione avanzata di applicazioni e dati. Chiusura tutta a base di strategia con i dati e le analisi esclusive di Alessandro Piva, responsabile delle ricerche sul cloud computing e Ict as a service e sulla unified communication della School of Management del Politecnico di Milano, che ha invece raccontato quali sono le possibili opportunità di business a valore che il canale indiretto può sfruttare nell’ambito di uno scenario in continua evoluzione. «In questo periodo – ha spiegato Chiccarelli – il cloud è molto di moda; le aziende stanno, ognuna a modo suo, preparandosi per la migrazione da una infrastruttura tradizionale a una infrastruttura virtuale prima e cloud poi. Le minacce che però questo spostamento di tecnologia comporta sono notevoli. Ora l’azienda è aperta e senza confini e gli asset critici si stanno spostando in ambienti pubblici. Uno scenario in cui le organizzazioni criminali alla ricerca di dati e identità da rubare stanno davvero diventando molto pericolose. Inoltre bisogna prestare molta attenzione al fatto che spesso, legata a questi servizi cloud, c’è una tematica piuttosto complessa di responsabilità della gestione

dei servizi. Una responsabilità che i Cio condividono con un fornitore esterno e dunque è da considerare con molta attenzione non solo il tema tecnologico, ma anche il tema contrattualistico e legale».

valore che permettano loro di effettuare un simile passaggio senza paura. Progettata per un ambiente hypervisor VMware, la nuova serie di firewall virtuali WatchGuard presenta quattro versioni per incontrare le necessità di ambienti piccoli, medi e distribuiti su larga scala. Queste versioni virtuali forniscono lo stesso tipo di elevata sicurezza offerta dalla serie XTM di appliance hardware, inclusi: Application control, Reputation enabled defense, Intrusion prevention, Gateway anti-virus, Web blocking traffic shaping e altro ancora».

di servizi (service provider), c’è chi sviluppa e offre i mattoni base, HW e SW, per la costruzione dei servizi (component developer), chi mette insieme diverse offerte erogate (cloud broker) e chi realizza progetti su misura per le varie aziende (solution developer), andando a realizzare o gestire attività dedicate, spesso integrati con il sistema informativo aziendale. Non ultimo il mercato della consulenza IT, che supporta i decisori aziendali nel capire quale strada intraprendere in questo percorso. Come vedete la competizione è molto forte e aumenta la pressione diretta sul cliente, sia esso la direzione Ict o la Line of Business. Aggiungiamo poi i numerosi accordi di partnership che fanno in modo che molti player espandano il proprio raggio di azione. Queste sono naturali caratteristiche di un mercato che sta nascendo, ancora lontano dalla maturità e dall’equilibrio, dove sono in atto molteplici strategie. Su tutti va però citato un dato molto importante: l’81% degli operatori di canale da noi mappati dichiara un incremento di fatturato/ marginalità a seguito dell’introduzione di soluzioni cloud nella propria offerta».

La cura di WathGuard «Insieme a Digitalic abbiamo davvero organizzato un evento molto importante e di grande successo – ha spiegato Fabrizio Croce –. Come WatchGuard siamo focalizzati sulla sicurezza perimetrale e da oggi anche sulla protezione degli ambienti virtuali grazie al lancio, proprio qui a Smau Roma, della nuova serie di firewall virtuali WatchGuard XTMv, che si occupano di proteggere i mondi virtuali dal loro interno. Questi mondi virtuali sono come una cipolla: se non si interviene tra i vari strati, è impossibile proteggerli in maniera adeguata». «Come protagonista del mondo della sicurezza e della protezione degli ambienti IT – ha poi spiegato Emilio Tonelli, sales engineer South Europe WatchGuard Technologies – non possiamo non farci trovare pronti su un tema di strettissima attualità. Le aziende stanno affrontando la transizione ad ambienti virtuali e cloud e sono alla ricerca di soluzioni ad alto

Gli operatori in campo La sicurezza dunque come primo strategico mattone che permetterà agli operatori di canale di cavalcare in maniera intelligente l’onda di una evoluzione che sta cambiando molto i connotati della filiera a valore. «Il cambiamento che impone il cloud computing non è solo tecnologico, ma interessa l’intera filiera del canale Ict – ha raccontato Alessandro Piva, responsabile delle ricerche sul cloud computing e Ict as a service e sulla unified communication della School of Management del Politecnico di Milano –. Accanto al ruolo dei fornitori

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Digitalic per V-Valley

una nuova e strategica opportunità di business

V-Valley-VMware, sarà l’anno dell’Smb

La virtualizzazione è ormai uno standard, i numeri parlano chiaro. Grazie a una partnership ormai consolidata, per V-Valley e VMware è il momento giusto per aiutare anche il mondo SMB a fare un salto di qualità proprio in direzione degli ambienti virtuali. Decisiva sarà la spinta del cloud e di partner di canale adeguatamente formati.

Vito Carcea, business unit manager di V-Valley

Matteo Uva, VMware channel manager per l’Italia

Non servono tanti giri di parole per capire come e quanto la virtualizzazione, nel volgere di pochi anni, sia diventata uno standard per gli ambienti IT di aziende di ogni forma e dimensione e a ogni latitudine. L’etichetta di fenomeno emergente è in soffitta e, anzi, è sempre più corretto parlare di “dato di fatto” o di “standard”. Uno standard che è ora pronto per portare i suoi benefici anche in un segmento complesso come la piccola e media impresa italiana. A tale scopo un distributore a valore come V-Valley, insieme a un vendor come VMware – punto di riferimento indiscusso del mondo virtuale – ha messo a punto una strategia molto precisa, che animerà tutto il 2012. L’obiettivo è sviluppare un team di operatori di canale in grado di affrontare una sfida così complessa ma di grande prospettiva. «La virtualizzazione ormai va ben oltre la gestione dei server – spiega Matteo Uva, VMware channel manager per l’Italia –. Si tratta di un modello di business più ampio che ora, grazie all’avvento del cloud computing (sua naturale conseguenza), è in grado di aprire all’SMB nuove opportunità di mercato. Prima si investiva in infrastrutture, nel data center, e si cercava nel tempo di capirne il ritorno. Oggi il cloud permette di acquisire ciò che serve quando serve e questo è decisivo per i piccoli imprenditori con poche risorse». «La virtualizzazione – spiega anche Vito Carcea, business unit manager di V-Valley – per-

mette un miglior utilizzo delle risorse, ma richiede una riconsiderazione dell’intero data center, che non può prescindere da tematiche quali le risorse storage, le risorse di rete, la virtualizzazione del desk­top, la sicurezza IT, i servizi connessi e ovviamente partner competenti che sappiano aiutare i clienti. In questo senso la partnership con VMware è per noi strategica, in quanto ci permette di offrire soluzioni complete ai rivenditori e di conseguenza agli utenti finali, attraverso la combinazione delle tecnologie VMware con quelle dei produttori leader di server, storage e networking con cui V-Valley ha già stretto alleanze». «Il percorso comunque – continua Carcea – è in qualche modo segnato: si è passati dalla virtualizzazione dei server all’innovazione verso il cloud computing, che sempre più sarà il paradigma IT dei prossimi anni. Quanto al mercato della piccola e media impresa, i clienti chiedono ai nostri partner soluzioni complete in grado di rispondere a specifiche esigenze, con una minore attenzione alla “scelta tecnologica”, ma un’attenzione maggiore al “risultato” di questa scelta. VMware è il partner giusto anche per il mercato SMB, in quanto spinge forte sul cloud e, oltre alla consolidata piattaforma vSphere, offre soluzioni per l’end user computing che permettono la virtualizzazione del client». «V-Valley è un partner per noi decisivo per sviluppare valore anche in un ambito come l’SMB – conferma Uva –: vanta infatti una capillarità dav-


vero notevole sul territorio. In generale il rapporto con V-Valley si sta sviluppando molto bene, e anche nelle attività di formazione e specializzazione del canale ci sta offrendo un supporto fondamentale». la strategia, un cloud su misura per ogni sMb Il cloud dunque come trampolino di lancio della virtualizzazione anche in ambito SMB. Una sfida importante per il 2012 di VMware e V-Valley, una sfida che passa al 100 per cento dalle mani del canale indiretto. «Dieci anni fa abbiamo fatto la scelta di vendere indirettamente – ricorda Uva –. Non potrebbe essere altrimenti, poiché le opportunità si allargano: rispetto all’approccio che fino a ieri portava a virtualizzare quello che era fisico, ora si offre la possibilità di sviluppare un nuovo meccanismo IT che prevede l’integrazione tra data center virtualizzato e fornitori di cloud computing». «L’aspetto fondamentale per noi – continua Uva – è che il rivenditore sia un vero solution provider e che si presenti a un’azienda individuando prima di tutto il tipo di IT di cui essa ha bisogno. Può darsi che il cloud serva, può anche darsi che non sia necessario o che lo sia solo in parte. Non esiste una ricetta per tutti e questo è il vero valore aggiunto che il nostro canale deve esprimere». il valore della formazione Un canale sempre più speciale, dunque, sul quale VMware e V-Valley stanno scommettendo forte. «La partnership con VMware – sottolinea Carcea –, che distribuiamo da oltre quattro anni, ci ha permesso di strutturare servizi dedicati e specifici che coinvolgono diverse strutture. Il supporto fornito non coinvolge, ad esempio, solo la prevendita tecnica o commerciale, ma riguarda anche il post-vendita, i servizi finanziari, la formazione, i servizi cloud, oltre ovviamente alla possibilità di ragionare in termini di soluzioni, in particolare per il da-

ta center, cercando di favorire l’integrazione di offerta tra diversi partner vendor. V-Valley è anche Vatc VMware (VMware Authorized Training Center), quindi è l’entità che ha il compito di formare e certificare i partner per conto di VMware». «Proprio sulla certificazione e la formazione dei partner – commenta Uva – stiamo investendo moltissimo. Oggi la certificazione sulla nostra offerta vSphere, ovvero Infrastructure Virtualization, rappresenta la base, la barriera d’ingresso per ogni partner. A questa certificazione abbiamo aggiunto a listino altre due tipologie di certificazioni: Desktop Virtualization e Business Continuity ed annunciato al contempo un ulteriore arricchimento della nostra offerta di Solution Competency. Abbiamo infatti rilasciato la certificazione Virtualization of Business Critical Application (dedicata a coloro che vogliono acquisire competenze sulla virtualizzazione di applicazioni critiche come Sap) e certificazione Infrastructure as a Service, legata proprio al tema del cloud. Entro giugno inoltre verrà introdotta la Infrastructure Management, una certificazione legata a soluzioni che si occupano di gestire in maniera ottimale un’infrastruttura già virtualizzata. Per fine anno, poi, è attesa una certificazione vFabric per sviluppatori in ambito applicativo cloud ready. Per supportare i Partner in questo percorso di certificazioni e acquisizione di competenze VMware ha deciso di premiare i partner certificati sulle soluzioni sopra menzionate con rebate aggiuntivi sugli ordini relativi, vantaggi che si sommano ai benefici del programma di opportunity registration. A questo proposito non si può non menzionare il significativo incentivo assegnato ai partner per l’acquisizione di Nuovi Clienti VMware, vantaggio che sommato ai precedenti, rende il nostro programma di partnership estremamente vantaggioso in termini di marginalità».

UN EVENTO DA NON PERDERE Dopo l’edizione mondiale dello scorso mese di febbraio, Partner Exchange 2012 – evento che VMware dedica ai suoi partner di canale e all’annuncio delle più importanti novità – vivrà anche una serie di edizioni “locali”, compreso un attesissimo appuntamento italiano in due tappe: 23 maggio a Milano e 29 maggio a Roma. Per info: www.partnerexchangeontour2012.com

L’ANNO DI V-VALLEY «Il 2011 – spiega Carcea – è stato l’anno di nascita di V-Valley, che ci ha permesso di raggiungere importanti risultati. La nostra strategia è e rimane volta a offrire nuove opportunità di business ai nostri partner in tutte le aree per noi strategiche (data center, networking, nuove tecnologie, servizi). V-Valley si è posta importanti obiettivi di crescita anche per il 2012, investendo in termini sia di risorse specializzate sia di nuove opportunità da offrire ai nostri partner. Sarà l’anno dell’innovazione».

Contatti V-VALLEY Via G. Saragat, 4 20834 Nova Milanese (MB) Tel. +39 0362 496.1 Fax +39 0362 496.800

Contatti VMWARE ITALIA Centro Leoni, Via Spadolini 5 20141 Milano Tel: +39 02 30412700 Fax: +39 02 30412701


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IMPRESE FAMILIARI E BUSINESS INTELLIGENCE: UN MATRIMONIO POSSIBILE? Angela Perego Docente e Lecturer della Unit Sistemi informativi di Sda Bocconi

La diffusione e l’utilità dei sistemi di Business Intelligence (BI) nelle aziende di dimensioni medie e grandi è ormai conosciuta, ma non si può affermare altrettanto quando ci si riferisce a imprese di piccole dimensioni e, in aggiunta, “a conduzione familiare”. È infatti opinione abbastanza diffusa che questi sistemi siano troppo costosi e complessi per aziende di piccole dimensioni, che, nella maggioranza dei casi, basano la propria redditività su un’estesa quanto mai impeccabile conoscenza del mercato e delle sue caratteristiche

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NELLE IMPRESE FAMILIARI ITALIANE LA DIFFUSIONE DELLE TECNOLOGIE DI BUSINESS INTELLIGENCE E’ UN FENOMENO PIU’ AFFERMATO DI QUANTO SI POSSA PENSARE. TALI IMPRESE DIMOSTRANO INFATTI UNA SPICCATA E DIFFUSA CONSAPEVOLEZZA DELL’IMPORTANZA DI UNA GESTIONE STRUTTURATA DELLE INFORMAZIONI A SUPPORTO DELLO SVILUPPO AZIENDALE.

da parte dell’imprenditore. La dinamicità del contesto competitivo sta però apportando dei cambiamenti radicali in questo segmento di mercato, che resta comunque molto attivo e dinamico e che, negli ultimi anni, ha dimostrato di saper conservare una redditività superiore ad altre forme di impresa. In tale processo di cambiamento gli strumenti di Business Intelligence assumono un ruolo sempre più rilevante, come dimostra la ricerca condotta dall’Osservatorio Business Intelligence di Sda Bocconi realizzata su un campione di circa 100 aziende familiari italiane di piccole e medie dimensioni. Nelle imprese familiari italiane la diffusione delle tecnologie di Business Intelligence è un fenomeno più affermato di quanto si possa pensare. Tali imprese dimostrano infatti una spiccata e diffusa consapevolezza dell’importanza di una gestione strutturata delle informazioni a supporto dello sviluppo aziendale. Dimostrazione di ciò è il fatto che molte aziende dispongono di una propria strategia di Business Intelligence che si

concretizza in percorsi di adozione – già intrapresi o pianificati – che, partendo dalle tipiche analisi commerciali, si arricchiscono di strumenti d’indagine più sofisticati come l’analisi della marginalità e delle componenti di costo, fino ad arrivare a forme fortemente specializzate e pervasive rivolte alla misurazione del servizio (come ad esempio l’efficienza della logistica e della rete distributiva). I risultati della ricerca evidenziano come il 42% delle aziende utilizzi già sistemi – riconducibili alla sfera della Business Intelligence – per la raccolta, l’integrazione, l’analisi e la presentazione delle informazioni per il controllo aziendale e per il supporto alle decisioni manageriali. In aggiunta, il 52% delle aziende che non ha ancora sperimentato soluzioni di BI afferma che la loro introduzione è in corso di valutazione o è prevista entro i prossimi 12 mesi. La ricerca mostra inoltre come la metà di queste imprese prevede di adottare soluzioni di fornitori diverse da quella del sistema Erp, risultato che può essere letto come ulteriore conferma della


RISORSE www.sdabocconi.it/obi “Le practice e le modalità di adozione della BI nelle imprese familiari italiane”. 2011, Rapporto di ricerca, Osservatorio Business Intelligence.

30,4%

26,1%

21,7%

17,4%

13,0%

10,9%

10,9%

8,7%

scarsità di risorse competenti IT interne o esterne

fisiologica mancanza di tempo da parte dei manager per l’intelligence e l’analisi dei dati

incapacità di gestire il processo di “change management” sottostante

tecnologie poco usabili dagli utenti

difficile coinvolgimento della funzione amministrativa/controller

dati provenienti dal sistema amministrativo-gestionale poco aggiornati o affidabili

aspettative disattese ed insuccessi riportati da precedenti esperienze

mancanza di best practice e di benchmarking nel nostro settore

37,0%

Finora i sistemi di Business Intelligence non sono stati introdotti in azienda per… 39,1%

organismi “vivi”, che si evolvono con le organizzazioni di cui sono parte integrante. Anche nelle aziende familiari, quindi, i sistemi di BI sono sempre più considerati una componente della visione strategica aziendale, causa ed effetto dello sviluppo del business. A conferma di ciò si nota come stiano emergendo interessanti risvolti organizzativi, destinati ad aprire nuovi scenari in termini di ruoli e responsabilità nella gestione delle informazioni in azienda. Esempio concreto di questa tendenza è la presenza diffusa di nuove figure organizzative cui è affidata la certificazione e il presidio delle informazioni. Infine, un’ulteriore conferma del ruolo della Business Intelligence nelle imprese familiari come elemento di discontinuità e di cambiamento può essere riconosciuta nel fatto che l’introduzione di tali sistemi è stata promossa o supportata dai membri più giovani della famiglia, che hanno avuto un coinvolgimento diretto e un ruolo determinante nel successo di questi progetti. Ciò fa emergere l’interessante, quanto affascinante, prospettiva secondo la quale i sistemi di BI possano supportare in modo proficuo il sempre critico passaggio “di padre in figlio” dell’azienda.

mancanza di un reale sponsor direzionale interno

nei confronti del lavoro svolto e dei risultati ottenuti: oltre la metà di esse considera oggi “medioalto” il livello di completezza delle informazioni disponibili per il controllo, mentre è consapevole che ancora molto può essere fatto per migliorare la qualità delle soluzioni in termini di previsione e di copertura delle esigenze di carattere strategico. Le evidenze emerse dall’attività di ricerca portano a considerare i sistemi di Business Intelligence come

investimenti e costi crescenti e di difficile previsione

comprensione del ruolo e della strategicità dei sistemi di Business Intelligence anche in realtà di piccole dimensioni. Sicuramente un elemento di criticità nell’introduzione dei sistemi di BI è rappresentato dai costi – elemento che ad oggi risulta essere ancora il maggiore freno – anche se questa barriera sembra poter essere in buona misura superata con l’utilizzo di soluzioni specializzate ed eventualmente già verticalizzate sul settore di appartenenza. Per la maggioranza delle aziende, il valore degli strumenti di Business Intelligence consiste nella possibilità di incrementare in modo significativo la capacità di governare in modo flessibile l’evoluzione del business e dell’organizzazione, più che in quella di rispondere alle pressioni dell’ambiente competitivo. L’attuale contesto aziendale e di mercato si presenta, infatti, alle imprese come più complesso rispetto al passato e il suo governo risulta maggiormente efficace attraverso tecnologie specializzate che non tramite i sistemi tradizionali. Le aziende che stanno già utilizzando strumenti di Business Intelligence manifestano una sostanziale soddisfazione

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EVENTi Collegandosi al QR code si avrà accesso diretto all’esclusivo reportage che DGTV ha realizzato in occasione dell’atteso evento firmato HP e Intel. Le voci e le emozioni dei partecipanti

Viaggio|nella|generazione|8 dei|server|HP|ProLiant

deluso un simile livello di aspettative sia per i contenuti trasmessi sia per la cornice all’interno della quale è avvenuto, il lussuoso hotel Nhow di Milano. «Richieste crescenti, dimensioni crescenti, complessità crescenti. Per

Marco Lesmo, Enterprise Server, Storage & Networking director HP Italiana

Rosalba Agnello, Industry Standard Server bu & sales manager HP Italiana

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Un evento di successo. Una location di grande impatto. Un reportage esclusivo di Digitalic. Non ha deluso le aspettative l’attesissimo lancio in Italia della nuova generazione di server HP ProLiant Gen8

White is the new Black, ovvero la tecnologia IT e l’innovazione diventano smart, veloci e sempre più al servizio delle moderne esigenze di business aziendale. Mercato, operatori di canale e aziende avevano infatti da tempo gli occhi puntati su quello che era stato annunciato come uno dei momenti chiave della strategia firmata HP in questa prima parte dell’anno. Un annuncio che non ha

anni, all’infrastruttura IT è stato richiesto di essere più veloce, più snella e più conveniente – ha spiegato Marco Lesmo, Enterprise Server, Storage & Networking director HP Italiana –. Nell’era del cloud è il momento che diventi anche più smart. Dopo due anni di ricerca e 900 brevetti acquisiti, HP è riuscita a far convergere queste caratteristiche in una unica famiglia di prodotti. Crediamo dunque molto nell’Italia, in cui siamo presenti dal 1966 – ha continuato Lesmo – e per noi era molto importante lanciare un prodotto così innovativo su questo mercato. Si tratta infatti di una vera innovazione che pensiamo possa aiutare il sistema Paese Italia a essere più competitivo e a crescere». Presente per l’occasione a Milano anche Florian Reithmeier, Industry Standard Server Emea vice president di HP. «Tutti parlano di cloud

e di Big Data – ha spiegato Reithmeier – e tutte le aziende stanno affrontando la necessità di ridurre i costi e, allo stesso tempo, fronteggiare processi sempre più complessi. La nuova generazione dei server ProLiant di HP rappresenta un vero cambio di passo in questo senso, un nuovo modo di pensare al data center e alle infrastrutture IT. Un nuovo modello più agile e semplice e per questo adatto per piccole, medie e grandi imprese. HP permette di disegnare il data center in maniera integrata proprio perché la sua offerta si declina in tutte le componenti che danno vita alle moderne infrastrutture IT, dai server, al networking, passando per storage, servizi cloud fino alle postazioni client. In tutto questo un ruolo chiave sarà interpretato dai partner di canale che avranno grosse opportunità per avviare relazioni importanti con le aziende, diventandone consulenti nella gestione del data center». «La generazione 8 dei server ProLiant – ha raccontato Rosalba Agnello, Industry Standard Server bu & sales manager HP Italiana – velocizza l’implementazione delle soluzioni che il business stesso chiede all’IT e il tutto si traduce in time to market molto più breve e quindi in una maggiore competitività sul mercato».



ATTUALITA’

Microsoft-Telecom, scatta|l’operazione|Pmi e|nasce|un|nuovo|canale Se due colossi si incontrano, confrontano e alleano, ciò che ne consegue è sempre un’iniziativa di portata eccezionale, anche se per parlare di successo si devono attendere i primi bilanci generali. Questo è quanto è accaduto nella sede Telecom Italia di Piazza Affari a Milano, dove una folta platea è stata riunita per annunciare un accordo firmato dal gestore telefonico congiuntamente a Microsoft. Si tratta di un’iniziativa volta a stimolare la crescita e l’informatizzazione di quelle che rappresentano il 99% delle aziende italiane per un totale che corrisponde al 70% del Pil nazionale. Prospettiva Impresa è una

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partnership che consentirà alle piccole e medie imprese italiane di accedere a tutte le soluzioni informatiche necessarie a supportare e sviluppare le proprie attività imprenditoriali avvalendosi delle tecnologie cloud, che permettono di ottimizzare prestazioni e costi senza la necessità di investimenti onerosi per dotarsi di infrastrutture e risorse informatiche. Fornitore di connettività e fornitore di software – rispettivamente Telecom Italia e Microsoft – saranno i garanti di questa proposta. Il progetto, infatti, prevede l’integrazione e la valorizzazione degli asset e dei rispettivi know how messi in campo dalle due aziende. Ma come si strutturerà la nuova offerta Prospettiva Impresa? L’iniziativa prevede la selezione e l’aggregazione di una rete di esperti informatici specializzati nelle tecnologie Microsoft e nelle soluzioni cloud di Telecom Italia che entreranno a far parte di IT IS, il canale specializzato nell’offerta di soluzioni IT per le Pmi già avviato da Telecom nell’ultimo anno. In sostanza verranno selezionate le

software house di prossimità che già, di norma, supportano le Pmi, per inglobarle nell’offerta della quale stiamo parlando. A oggi sono 300 – degli oltre 25.000 professionisti in ambito informatico – quelli che sono già stati selezionati, formati e certificati da Microsoft e Telecom, ma la prospettiva è di farli progressivamente crescere. Il tutto senza vincoli di esclusività per non limitare l’attività delle piccole software house. Questa decisione va nell’ottica di non eliminare lavoro, ovviamente, ma di crearne di nuovo e di aumentarlo. I due partner, infatti, ritengono che nel medio-lungo periodo Prospettiva Impresa e il cloud porteranno a una crescita di posti di lavoro misurabile in circa 120.000 nuovi occupati. «Sono molto lieto di presentare insieme a Telecom Italia Prospettiva Impresa, un’iniziativa che potrà favorire lo sviluppo digitale delle Pmi, offrendo competenze di alto livello e una capillarità sul territorio senza precedenti. Riteniamo che questo accordo contribuirà al raggiungimento del traguardo che ci siamo prefissati, ovvero la digitalizzazione di 500.000 aziende di piccole e medie dimensioni», ha dichiarato Pietro Scott Jovane, presidente e amministratore delegato Microsoft. «Siamo convinti che il cloud computing rappresenti un importante fattore di crescita per l’intero Paese; perciò Telecom Italia è da tempo impegnata a favorirne la diffusione. Grazie alla partnership con Microsoft anche le Pmi avranno la possibilità di accedere agli stessi strumenti tecnologici che un tempo erano riservati alle aziende di classe enterprise», ha aggiunto Marco Patuano, amministratore delegato Telecom Italia.

Annuncio in grande stile per i due colossi. Nasce Prospettiva Impresa, una partnership che consentirà alle Pmi italiane di accedere a tutte le soluzioni informatiche necessarie a supportare e sviluppare le proprie attività imprenditoriali avvalendosi delle tecnologie cloud. Tutto passerà da una nuova rete di operatori di canale specializzati Daniela Schicchi

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Pietro Scott Jovane, presidente e amministratore delegato Microsoft

Marco Patuano, amministratore delegato Telecom Italia


FORMAZIONE SUPERIORE PER UN SAPERE SUPERIORE. CERTIFICA LE TUE CONOSCENZE E DIVENTA PARTNER SONICWALL. SSL-VPN | E-CLASS | CONTINUOUS DATA PROTECTION | E-MAIL SECURITY | UNIVERSAL MNGMT APPLIANCE | FIREWALL UTM

La certificazione CSSA è tra le 10 più importanti nel mondo IT (fonte: Techrepublic) e rappresenta un requisito necessario per diventare SonicWALL Partner. Alias, unico centro di formazione autorizzato in Italia, propone su tutto il territorio nazionale corsi base e corsi di certificazione sulle soluzioni SonicWALL. La formazione proposta da Alias viene erogata in aula e tramite webinar online, attraverso corsi tecnici e commerciali. L’importanza di mantenere aggiornato il know-how sui prodotti SonicWALL

diventa fondamentale alla luce del continuo evolvere delle soluzioni che, ad ogni passaggio di firmware, si arricchiscono costantemente di nuove funzionalità. Essere pronti a rispondere alle sempre nuove esigenze di sicurezza dei vostri clienti è un fattore decisivo nella competizione odierna del mercato: con Alias e le soluzioni SonicWALL sarete sempre pronti e preparati a raccogliere nuove sfide!

Essere SonicWALL Partner (Silver oppure Gold) consente di avvalersi di diversi benefici tra cui una scontistica più vantaggiosa, un supporto privilegiato, fondi e strumenti di marketing per l’organizzazione di eventi con i vostri clienti, consolidati, nuovi e potenziali. Certificarsi e mantenere aggiornata la propria certificazione è indispensabile per conservare il livello di partnership con SonicWALL.

IL 1° DISTRIBUTORE ITALIANO DI SOLUZIONI


ATTUALITA’ Ernest Quingles Blasi, amministratore delegato di Tech Data Italia

Un|canale|sempre|più|speciale La focalizzazione, il supporto, i servizi, la precisione che solo un vero distributore a valore è in grado di offrire uniti alla rapidità di esecuzione e alle potenti leve logistiche e finanziarie tipiche di un broadliner di successo. Il presente e il futuro di Tech Data si giocano sempre più sulla perfetta intersezione di questi due binari, apparentemente

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Il|cuore di|Tech|Data

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A tu per tu con Ernest Quingles Blasi, amministratore delegato di Tech Data Italia, a pochi giorni dalla pubblicazione degli importanti dati di fatturato della multinazionale della distribuzione

La divisione broadline è il Dna che da sempre alimenta le potenti leve di Tech Data. Un Dna al quale, di volta in volta, si collegano oggi strategicamente le varie divisioni verticali e specializzate. «È questa la chiave di volta del nostro modello di business – racconta Cinzia Perucca, product marketing director broadline e marketing communication manager di Tech Data Italia –. Partiamo dall’analisi del mercato e delle esigenze dei clienti e poi sviluppiamo attività commerciali sia tramite Web sia di persona, mettendo in contatto i vendor con i nostri partner. Abbiamo un’organizzazione divisa per brand e categorie di prodotto, dai pc alle periferiche, passando per software, components e supplies». «A breve – spiega ancora Cinzia Perucca – è in arrivo una nuova release di InTouch, il nostro famoso sistema di e-commerce che aiuta i rivenditori a risparmiare tempo negli ordinativi, consentendo loro di fornire ai clienti livelli di servizio superiori».

distanti e incompatibili, ma complementari e integrati grazie all’unicità di una ricetta che sta portando la filiale italiana della multinazionale della distribuzione ad avere un ruolo sempre più di primo piano nel mercato del nostro Paese e anche in ambito Emea. Sono infatti freschissimi i dati di fatturato dell’anno fiscale conclusosi il 31 gennaio 2012. Si parla di un business da 26,5 miliardi di dollari, in crescita del 9% se paragonato ai 24,4 miliardi di dollari dell’anno fiscale conclusosi il 31 gennaio 2011. Non solo, nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2012 si parla di un fatturato di 7,1 miliardi di dollari. «Siamo un distributore broadline – racconta Ernest Quingles Blasi, amministratore delegato di Tech Data Italia – ma con uno “specialist touch”. Al nostro storico motore broadline abbiamo infatti affiancato focus specifici in diversi segmenti, una “collection of specialists” che va dal video (con Maverick) alla progettazione con Datech (che recentemente ha anche acquisito Man and Machine), al mondo

enterprise con Azlan fino al mobile e alla telefonia con Brightstar». Un doppio livello di sviluppo che permette oggi a Tech Data Italia di essere scelta dai rivenditori proprio per la sua completezza. «Grazie ai risultati raccolti negli ultimi anni – spiega poi Quingles – Tech Data Italia occupa una posizione rilevante all’interno di Tech Data Europe e vanta una rappresentatività molto ampia anche alla luce degli ultimi cambiamenti nell’organizzazione continentale». Il distributore ha infatti annunciato dal 1° febbraio un nuovo European Executive Board (EEB), costituito per rendere più snella ed efficace la struttura europea e il collegamento tra i vari Paesi. L’EEB guiderà la direzione strategica delle operations europee della compagnia. Le operations delle diverse nazioni sono state divise tra due regional senior vice president, uno per l’Europa del Nord (Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Germania, Austria, Svizzera, Polonia e Cecoslovacchia) e l’altro per l’Europa del Sud (Regno Unito, Irlanda, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Italia, Spagna e Portogallo).



EVENTI Collegandosi a questo QR code sarà possibile ascoltare dalla voce di Massimo Federici di Fujitsu le novità, le sensazioni e i momenti salienti della tappa romana del Channel Roadshow firmato Fujitsu e Intel

IL|VALORE|È|SUL|TERRITORIO Incontrare partner e clienti finali sul loro territorio e ascoltarli, capirne le esigenze strategiche e di business per poi toccare con mano insieme la tecnologia e le soluzioni che possono aiutarli a fare il fatidico salto di qualità. Fujitsu crede fermamente nella presenza e nel contatto diretto per sviluppare quelle relazioni ad alto valore aggiunto di cui spesso si sente parlare. Relazioni che, mai come nel nostro Paese, devono essere alimentate, coltivate e basate su una conoscenza reciproca molto profonda. Dalle parole ai fatti: il vendor ha quest’anno deciso di organizzare il suo Channel Roadshow proprio in collaborazione con Smau Business, che diventa dunque una presenza fissa e

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importante in occasione di tutte le tappe dell’evento itinerante. Dopo il successo dell’edizione barese, svoltasi lo scorso febbraio, a marzo è stata la volta di Roma. «Fujitsu è a Smau perché crediamo fortemente in una presenza territoriale del vendor – racconta Massimo Federici, channel development manager di Fujitsu Technology Solution –. Siamo partiti a metà febbraio da Bari con un ottimo riscontro a livello di incontri e confronti con i partner di canale. Ora a Roma abbiamo avuto conferma dell’ottima formula scelta e abbiamo avuto importanti incontri anche a livello di end user. Tutti hanno apprezzato lo stand, il format scelto e soprattutto la presenza diretta delle nostre soluzioni da toccare e provare, proprio come accadeva nelle grandi fiere

Continua il Channel Roadshow di Fujitsu, quest’anno in collaborazione con Smau Business. Dopo la tappa di Bari è stata la volta di Roma, dove il vendor ha incontrato partner e utenti finali alla ricerca di innovazioni e soluzioni concrete da toccare e testare. In esclusiva la voce di Massimo Federici, channel development manager di Fujitsu Technology Solution Marco Lorusso

degli anni Novanta». Nel dettaglio Fujitsu era presente sia con la sua offerta legata a Fujitsu Technology Solutions sia con l’offerta di soluzioni targate Pfu. Nel corso dei due giorni di evento, dunque, rivenditori e Cio hanno potuto toccare con mano gli attesi tablet Stylistic, presenti in anteprima all’evento, i notebook Lifebook, le workstation Celsius con processore Intel Core i5 vPro. Grande interesse anche intorno alle soluzioni data center ovvero i server Primergy con processore Intel Xeon e lo storage Eternus. Pfu dal canto suo ha presentato la gamma di scanner professionali ScanSnap e fi-Series. «Come già accaduto a Bari e come accadrà anche a Padova e Bologna – racconta ancora Federici – a tutte le tappe di Smau Business, all’interno del nostro stand abbiamo ospitato un Partner Village con i migliori Partner Select Expert territoriali e a tutti i nostri dealer abbiamo dedicato un evento esclusivo, intitolato “Il dato è tratto…” che Fujitsu e Intel hanno organizzato in collaborazione con Digitalic. Una vera tavola rotonda in cui abbiamo cercato di trovare nuovi spunti di business, partendo da un documento cartaceo che attraverso uno scanner entra nei processi aziendali, ne diventa una informazione critica fino a essere coinvolto in tematiche molto importanti di storage, sicurezza, ottimizzazione. Insieme a Intel e Pfu abbiamo poi cercato di analizzare le potenzialità e le capacità del mercato “locale” di implementare soluzioni IT innovative».


ATTUALITA’ Guilherme Augusto De Souza, sales & team manager di E.Ict

E.Ict:|non|è un|canale per|vecchi… «Non siamo un distributore, non siamo un vendor, non siamo un rivenditore, siamo fuori dalla filiera, intesa in questo senso. Noi ci posizioniamo al fianco di tutti questi attori – 23 anni e le idee piuttosto chiare per Guilherme Augusto De Souza, sales & team manager di E.Ict, nuovissima realtà nel panorama Ict –. Noi siamo il primo gateway italiano riservato alle migliori azien-

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Tutto da scoprire il caso di E.Ict, età media 22 anni, e la volontà di proporre un modello nuovo di approccio (supporto) al canale: dai vendor ai distributori, fino ai rivenditori. Oltre 1000 i dealer affiliati in un mese e diversi contatti con produttori e distributori

de per la qualificazione e lo sviluppo del business. Una società che propone un nuovo e inedito modello di business in Italia, finalizzato all’ottimizzazione della filiera grazie a una gestione strategica dei rapporti tra tutti gli attori del canale». E.Ict punta dunque a garantire il miglior profitto e il miglior supporto a ogni rivenditore affiliato, grazie anche alla gestione strategica dei rapporti e degli incentivi offerti da distributori e brand. «E.Ict – dice Guilherme Augusto De Souza – sostiene e incoraggia il business garantendo l’eccellenza a 360 gradi: il brand migliorerà la propria reputazione beneficiando di programmi specifici di formazione e assistenza; il distributore avrà la possibilità di proporre le proprie soluzioni a una nuova rete di rivenditori, godendo dei vantaggi economici che derivano da un’ottimizzazione delle risorse per mezzo di servizi a valore aggiunto in outsourcing; il rivenditore potrà, da un lato accedere ad una pluralità di soluzioni alle migliori condizioni commerciali, dall’altro godere di un servizio di supporto personalizzato. Nel giro di un mese abbiamo coinvolto circa 1000 rivenditori e stretto alcuni importanti accordi con distributori a valore come Avangate e con brand come Norman Security. In un primo momento temevamo che la nostra giovane età fosse un blocco per qualcuno, ma devo dire che c’è molta voglia di nuove idee e di energia… giovane».

Itway,|il|“Campus”|come|trampolino verso|le|nuvole Dopo il successo ottenuto nelle edizioni precedenti, Itway Vad ha presentato nelle scorse settimane un nuovo appuntamento con Itway Campus, quest’anno a Milano. Un evento di successo ma anche un’occasione unica per incontrare Michele Papa, country manager della società e fare il punto della situazione sulle strategie e le novità in arrivo, a partire dall’offerta cloud per i rivenditori. «Itway Campus – spiega Michele Papa – è un progetto forma-

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tivo di alto livello che consente agli operatori IT di ottenere in un’unica giornata la possibilità di acquisire un gran numero di informazioni necessarie per supportare il business». «Per quanto riguarda Itway – continua Papa – siamo molto soddisfatti di come abbiamo af-

frontato un anno, il 2011, molto complicato per tutto il settore Ict. Abbiamo rilanciato le partnership storiche con i nostri brand, da Ibm a Check Point Software… e abbiamo aperto a nuovi marchi molto importanti come Vidyo, Spamina e recentemente Back Box».

Successo annunciato per l’appuntamento milanese con l’Itway Campus, un’occasione molto importante durante la quale Michele Papa, country manager della società, ha tracciato le linee strategiche per il prossimo futuro, a partire dallo sbarco sul cloud

Ma la maggiore novità riguarda il lancio di un’offerta di servizi cloud interamente Itwaty. «Il cloud è una realtà concreta – conclude Papa – non mettiamo la testa sotto la sabbia. Sappiamo che si tratta di un paradigma con il quale confrontarsi e che va interpretato al meglio, soprattutto dal canale indiretto. Tra i primi abbiamo iniziato a parlarne e abbiamo aperto ai servizi cloud di molti nostri brand. Ora è arrivato il momento di una nostra offerta cloud, brandizzata Itway e commercializzata esclusivamente attraverso canale. Ai rivenditori offriamo, attraverso il cloud, servizi che possono acquistare e a poi portare verso i loro clienti».

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ATTUALITA’ Andrea Massari, country manager di Magirus Italia Monica Bernabei, marketing manager di Magirus Italia

Collegandovi a questo QR code, potrete ascoltare e vedere, attraverso un reportage esclusivo, i momenti più importanti di Data Center Hands ON

Magirus,|le|mani sul|data|center C’era grande atte­ sa intorno a “Data Center Hands ON”, convegno voluto da Magirus e dedicato alle tecno­ logie Network Centric proposte in un’offerta aggregata di data center unificato. La manifesta­ zione, svoltasi il 13 marzo a Mi­ lano presso MilanoStudio in col­ laborazione con i principali pla­ yer del mercato IT, ha visto 200 partecipanti tra rivenditori, pro­ duttori e utenti finali. «Siamo molto soddisfatti del­ l’esito dell’evento. La scelta di un format dinamico come quel­

C’

Il data center è sempre più nel cuore di un distributore a valore come Magirus, protagonista di “Data Center Hands ON”, evento che ha chiamato a raccolta oltre 200 partecipanti tra rivenditori, produttori e utenti

lo proposto è stata vincente – dice Monica Berna­ bei, marketing manager di Magirus Italia –. I par­ tecipanti hanno apprezzato la possibilità di con­ statare il reale funzionamento delle tecnologie proposte dai vendor, così come l’area espositiva, le sessioni tecniche e lo scheduling dei meeting di approfondimento one-to-one con il distributo­ re. Il tutto in una location originale e innovativa». Magirus ha realizzato un ecosistema sulla virtua­ lizzazione, per aiutare i clienti ad allestire un da­

La|versione|di|Ingram|Micro «Ingram Micro Italia sta cambiando, in maniera precisa e strategica». Non ha dubbi Dominique Meyer – re­ gional vice president Southern Re­ gion & executive managing director Italy – nel va­ rare la nuova era del valore targato Ingram Micro che prende il nome di Value Division. Obbiettivo: «Far diventare Ingram Micro Italia il key player del mercato a valore. Siamo il secondo distributore

«I

Il valore è il fulcro della distribuzione IT. Ingram Micro Italia annuncia la sua personale declinazione, basata su una strategia articolata e precisa

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per fatturato, ben posizionati sul mercato a volume. Abbiamo buone partnership con aziende come Cisco, HP, Fujitsu e una strategia che punta a farci di­ ventare partner di riferimento anche per i vendor del mondo a valore. Abbiamo investito nel nostro team aprendo linee di credito per oltre 40 milioni di euro, al fine di aumentare il business sviluppato proprio in ambito Smb, oltre che il nume­ ro dei clienti attivi. Il modello da implementare contempla una nuova realtà in Ingram che of­

ta center coniugando virtualiz­ zazione, gestione, open source e security. Oggi la virtualizzazio­ ne cambia la conduzione delle infrastrutture IT, offrendo alle aziende i vantaggi della gestio­ ne centralizzata e semplificata, il risparmio di energia e la ridu­ zione del Tco, e favorendo lo svi­ luppo del cloud computing.

Collegato a questo QR code, invece, un divertente video che spiega quale sia il lavoro del distributore a valore aggiunto, tra pressioni, dati di mercato e velocità. In esclusiva per Digitalic, un filmato inedito per saggiare la dura ma entusiasmante vita del canale indiretto

fre una serie di servizi pre e post-sale, marketing ecc. dedicati al valore, con una separazione netta dal resto dell’organizzazione anche a livello di cre­ diti e condizioni di pagamento». A guidare la nuova creatura, i cui capisaldi saran­ no networking, storage, security, virtualizzazione e DC/Pos, sarà Emanuele Baldi, B2B sales se­ nior manager, che, supportato da Armando Pola­ to, value business development manager, aggre­ gherà le funzioni di sales & marketing nell’area a valore. «A differenza dei nostri competitor – dice Sergio Ceresa, deputy managing director di In­ gram Micro – non abbiamo creato una società separata, ma optato per la crescita organica. Puntiamo sul focus di ben 15 persone dedica­ te nella divisione a valore e abbiamo sviluppato una innovativa formula a livello di servizi. Abbiamo creato un marketplace da cui attingere risorse e competenze on-demand, sviluppato con Digitro­ nica, che si occupa anche della sua gestione».


Digitalic per Systematika Distribution

La formazione che fa la differenza

Systematika Distribution, tutto pronto per la nuova era della virtualizzazione La virtualizzazione è ormai un fenomeno di massa sul mercato; con essa VMware è cresciuta e sta ora decisamente cambiando passo in direzione di nuove e strategiche specializzazioni. Systematika Distribution è pronta, con corsi e certificazioni ufficiali, per traghettare i rivenditori verso questa nuova era

Samuele Cerutti, professional services manager at Systematika Distribution

È un momento decisivo per il canale indiretto che presidia e sviluppa valore attraverso la vendita e lo sviluppo di soluzioni di virtualizzazione. Systematika Distribution, distributore a valore specializzato proprio in ambito virtuale e tra i primissimi a scoprire e lanciare in Italia VMware, chiama a raccolta il canale dopo gli annunci che proprio VMware ha lanciato lo scorso mese di febbraio al Partner Exchange di Las Vegas. «VMware – spiega Samuele Cerutti, professional services manager at Systematika Distribution – chiede oggi ai suoi partner di diventare grandi, specializzandosi con le nuove competenze. La server consolidation è uno standard e per generare valore aggiunto occorre sviluppare nuovi segmenti, come la gestione degli ambienti virtuali, il cloud, lo sviluppo di applicazioni cloud ready e ancora la virtualizzazione di applicazioni critiche. Noi siamo pronti ad affiancare il canale: lo scorso anno siamo stati, ancora una volta, il primo distributore per il numero di persone formate in ambito VMware, servendo oltre 350 professionisti di cui il 60% circa erano rivenditori». Da ottobre 2012, i rivenditori VMware saranno portati ad aggiungere una nuova competenza rispetto a quella classica e base denominata Infrastructure Virtualization. «A questa competenza e a quelle già esistenti declinate per la Virtualizzazione dei Desktop e la Business Continuity – prosegue Cerutti – sono state aggiunte quest’anno altre 3

aree di specializzazione, che stiamo erogando in anteprima, e sulle quali saremo pronti a brevissimo con corsi ufficiali presso tutte le nostre sedi di Saronno, Roma, Torino e Padova. Queste nuove competenze vanno ancora di più nello specifico, indicando che la virtualizzazione non è un tema “general purpose”, ma deve essere definita in base agli obiettivi per i quali si virtualizza. Le aree in questione riguardano: la virtualizzazione di applicazioni critiche (Virtualization of Business-Critical Applications), Infrastructure as a Service e Management, quest’ultima disponibile entro fine giugno 2012». Nell’ambito formativo VMware identifica sempre tre target/soggetti su cui tagliare i contenuti didattici: personale di vendita, pre-vendita e post-vendita. I contenuti per le prime due categorie sono disponibili gratuitamente previa registrazione sul portale per i partner VMware (VMware Partner Central) e generalmente compressi in uno massimo di due giorni di corso. «Systematika Distribution – aggiunge Cerutti – dà

la massima attenzione a questa evoluzione del programma di canale e propone questi corsi di formazione e certificazione in aula, sempre a costo zero. L’impegno dei rivenditori che si certificheranno ha un immediato beneficio in quanto VMware riconosce sulla vendita delle soluzioni legate all’area di competenza maturata sconti, rebate e molti altri importanti vantaggi». Tornando alle nuove competenze «Virtualization of Business Critical Applications – spiega Cerutti – è dedicata a coloro che vogliono sviluppare competenze nell’ambito della virtualizzazione di applicazioni critiche, come per SAP, Exchange, Sql, Oracle, mentre Infrastructure as a Service è focalizzata sui contenuti legati al cloud e alla vendita di soluzioni e servizi a esso collegati. La competenza relativa al Management è quella che, a mio avviso, segnerà i prossimi mesi e sulla quale credo i rivenditori debbano farsi trovare pronti. Management con vCenter Operations Management Suite significa aggiungere un componente, un “enzima” strategico alla propria infrastruttura IT in cui la virtualizzazione è ormai diffusa. Vuol dire infatti che il partner si presenta al cliente finale con una soluzione che permette alle aziende di gestire in maniera centralizzata e funzionale più ambienti virtuali e cloud, attraverso un cruscotto con informazioni immediate. Una “naturale evoluzione” della server consolidation».

Contatti Systematika Distribution Via Luigi Sampietro, 110 21047 Saronno (VA) Tel. 02 96410.282 Fax 02 9670.3113 corsi@systematika.it www.systematika.it


ATTUALITA’ Elena Bonvicino, channel territory representative Brocade Italia

Brocade|accelera sul|canale: ecco|i|dettagli Dopo una serie di annunci strategici, ecco ora il dettaglio di tutte le ultime iniziative di canale pensate per supportare la vision di Brocade “The Effortless Network”. «L’intento – spiega Elena Bonvicino, channel territory representative Brocade Italia – è quello di supportare la crescita del canale nel mercato campus Lan con l’introduzione di nuovi programmi dedicati ai partner, per permettere loro di capitalizzare al meglio le opportunità di vendita. Tra le novità vi sono sconti più elevati per il programma di Deal Registration e Demo, uniti all’iniziativa globale di distribuire uni-

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Detto, fatto. Da tempo Brocade aveva annunciato che il 2012 sarebbe stato l’anno del nuovo focus sul valore che i system integrator e reseller sono in grado di sviluppare. Ecco i risultati

tà di test degli switch Brocade Icx che permettano ai partner qualificati di provare i nuovi prodotti, allo scopo di toccare con mano il loro reale valore. Inoltre, i programmi di canale supportano la vision “The Effortless Network” per fornire nuovi livelli di automazione e semplificare l’ambiente di rete campus Lan. Queste iniziative fanno parte del programma Brocade Alliance Partner Network e sono sviluppate sia per premiare i partner che attualmente offrono soluzioni campus Lan sia per reclutarne di nuovi. Combinate alle ultime novità del portafoglio prodotti dedicati al campus Lan di Brocade (switch Brocade Icx 6450 e Brocade Icx 6430), queste iniziative di canale disegnate per il campus offrono ai partner una proposta interessante che ha l’obiettivo di incrementare la loro redditività». In particolare, per quanto riguarda il miglioramento dei programmi Demo e Rewards, i partner di Brocade possono ora acquistare gli apparati di networking per il campus da usare per le demo o per equipaggiare i propri laboratori a costi significativamente ridotti. Inoltre, possono utilizzare i fondi di marketing (Mdf) per coprire le spese vive. Brocade estenderà inoltre il raggio di azione del programma Rewards, un’iniziativa che premia la forza commerciale dei propri reseller, per includere tutti i prodotti Ethernet di Brocade.

Tutto|esaurito|al|corso|sulla videosorveglianza|IP:|Sidin|replica La videosorveglianza su IP si conferma come uno dei segmenti di maggiore interesse in questa difficile fase dell’anno. Gli operatori di canale sono alla ricerca di spunti e competenze per interpretare al meglio un simile fenomeno. Emblematico in que-

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sto senso è il caso del nuovo corso Sidin sulla videosorveglianza IP – partito a Torino il 13 marzo 2012 – che sta riscuotendo un grande successo da parte del pubblico. Il corso, gratuito e articolato in due giornate formative, è pensato per gli installatori tradizionali e i rivenditori che operano nel set-

Partito lo scorso 13 marzo, il nuovo corso Sidin sulla videosorveglianza IP sta raccogliendo grande successo a livello di adesioni e quindi il programma è stato allungato. Il canale ha fame di valore e competenze concrete

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tore della videosorveglianza e che vogliono migliorare le proprie competenze e incrementare il proprio business: il corso permette di apprendere le nozioni di networking di base per essere autonomi nell’installazione e nella gestione di impianti di videosorveglianza IP, su rete cablata e wireless. «Il feedback dei partecipanti – spiega Valerio Rosano, marketing manager di Sidin – è stato molto positivo e ha offerto alcuni interessanti spunti di riflessione: buona parte degli installatori usa ancora l’analogico, ma ritiene fortemente neces-

sario e auspicabile il passaggio al digitale perché garantisce minori costi di installazione e gestione, aumento di flessibilità e fruibilità del servizio, possibilità di sfruttare il controllo remoto, limitando così l’eventualità di errori e malfunzionamenti del sistema». Il calendario, che prevede diverse tappe in tutta Italia, ha aggiunto alcune nuove date: il 9-10 maggio a Milano, il 1617 maggio a Bologna, il 2324 maggio a Firenze. Al termine del corso i partecipanti potranno beneficiare di alcuni vantaggi esclusivi: un attestato di “Specialista della VideoSicurezza IP”, un tutor tecnico a disposizione per la strutturazione dei progetti e la loro realizzazione, promozioni dedicate o starter kit dei marchi coinvolti.


Digitalic per Dell

Nuove strategie, nuove soluzioni

Valore tra le nuvole: la sfida di Dell

Il colosso IT è da tempo pronto ad aiutare le aziende nell’affrontare la nuova era del cloud. Il tutto attraverso una precisa strategia che punta su soluzioni e servizi ad alto valore che semplificano le attività degli staff IT. A tu per tu con Sante Roselli, Italy & Switzerland sr. solution channel manager di Dell, a poche settimane dal lancio della dodicesima generazione dei server Dell

Sante Roselli, Italy & Switzerland sr. solution manager Dell, global commercial channel

L’appellativo di pc-company è ormai in soffitta da tempo. Dell, per le aziende e i partner di canale, è ormai un affermato solution provider capace di supportarli con un’offerta di tecnologie e servizi innovativi e strategici. Una vocazione consolidata, che trova ora l’ennesima espressione concreta nel lancio della nuova generazione di server, la dodicesima. Una nuova famiglia di soluzioni che si va ad integrare in un preciso disegno strategico che Dell ha pensato e sviluppato per accompagnare le aziende nella nuova era del cloud computing. «Sul mercato – spiega Sante Roselli, Italy & Switzerland sr. solution channel manager di Dell – piccole e grandi imprese richiedono oggi di ridurre le spese operative. Questo non vuol dire parlare solo di costi legati all’hardware o al software, ma vuol dire che ci viene chiesto di implementare soluzioni più semplici e maggiormente in simbiosi con i processi di business dell’azienda. La richiesta più ricorrente è, non a caso, la flessibilità e la velocità. Due caratteristiche che geneticamente i sistemi IT “tradizionali” non possono avere». «In questo senso – continua Roselli – il cloud rappresenta una soluzione perfetta per abbattere i costi e per dare una risposta concreta a queste esigenze. Un cloud che oggi è sicuramente più maturo sia a livello di proposizione tecnologica sia a livello di mentalità delle aziende. Gli IT staff hanno infatti capito che devono semplificare al massimo il lo-

ro lavoro per entrare in maniera più diretta in processi aziendali a valore. Il 2012 sarà sicuramente l’anno del cloud e Dell è pronta da tempo». L’idea di Dell è quella di accompagnare i clienti verso questo nuovo paradigma nella maniera più immediata e dolce possibile. Una transizione che ha tempi e modalità peculiari studiati sulla base delle specifiche esigenze di una azienda. «Tanto per fare un esempio – continua Roselli – sul tema della sicurezza abbiamo soluzioni cloud già pronte, che permettono di comprare pacchetti sui quali le aziende, controllando costi ed efficacia, si affidano per la protezione totale della propria infrastruttura IT. In tema poi di porting sul cloud cerchiamo di essere meno invasivi possibile, non costringendo gli utenti a impiegare strumenti nuovi, ma aggiungendo valore alle piattaforma già in uso in ciascuna azienda». Una nuova generazione di server In questa strategia a 360° si inserisce alla perfezione il recentissimo

lancio della nuova famiglia di macchine server, PowerEdge, giunta alla sua dodicesima generazione. «Il mondo dei server – racconta sempre Roselli – ci vede protagonisti dal 1994 e oggi più che mai impegnati nel fornire soluzioni a valore all’intera struttura del data center, alla quale offriamo anche storage, networking, servizi… La nuova famiglia di server Dell monta tecnologie sempre più innovative, maggiore capacità di calcolo, Cpu di ultima generazione, maggiore densità della Ram, il tutto pensato per integrarsi con virtualizzazione e cloud. Ciò che però Dell ha cercato di fare evolvere sono soprattutto una serie di concetti e visioni di insieme che avevamo già introdotto nel 2009 e che molti competitor hanno mutuato nel tempo. Un esempio in questo senso è il tema del lifecycle controller. Una soluzione attraverso la quale l’IT gestisce l’intero ciclo di vita della macchina, dall’acquisto all’integrazione, ecc. Ciò significa dare agli staff IT meno strumenti, ma più semplici. In questo modo, infatti, i task di bassa manovalanza non devono essere seguiti da personale dedicato e vengono automatizzati permettendo all’IT staff, come anticipato, di essere coinvolto nei processi aziendali a maggior valore. È così che l’IT smette di essere un costo, ma diviene un valore che trasforma i processi aziendali rendendoli più competitivi».

Contatti DELL ITALIA SPA viale Piero e Alberto Pirelli 6 20126 Milano Tel. 02 577821 www.dell.it


CREATIVE PARK 40

QUESTO NON È UN SASSO Elena Veronesi Laureata in comunicazione d’impresa, è consulente di comunicazione visiva e direttore creativo della Creative Park Srl. Lavora nel settore comunicativo da oltre 10 anni e nella sua carriera ha collaborato con numerose agenzie pubblicitarie in tutta Italia. Da alcuni anni, al ruolo di consulente aziendale ha affiancato quello di formatrice, tenendo corsi sul marketing e la comunicazione visiva presso enti e aziende. È relatrice Smau, dove tiene workshop dedicati al Web design e alla comunicazione efficace e cura un blog nel quale parla di creatività, design e visual communication: www.elenaveronesi. com.

Immagina per un momento di passeggiare sul greto di un fiume. L’acqua cristallina scorre placida sul fondo ghiaioso e si divide in tanti piccoli rigagnoli, inframmezzati da grandi massi e piccoli sassolini. Ti chini per osservarli, ne prendi uno in mano. È un sasso di fiume striato, levigato e dagli angoli smussati. Ha un peso invitante, sembra fatto apposta per essere lanciato e fare innumerevoli balzelli sulla superficie dell’acqua. Il sasso è solcato da leggere venature biancastre che lo rendono molto bello da guardare. Ti piace e lo metti in tasca. Stasera, forse, lo poserai sulla scrivania e diventerà il souvenir di una bella passeggiata al fiume. Ma se quel sasso non fosse un semplice sasso? A porsi questa domanda è stato il celebre designer italiano Bruno Munari, che

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nel corso della sua carriera ha indagato i molteplici aspetti della creatività a servizio della progettualità. Nel suo libro Arte come mestiere, Munari suggerisce di guardare i semplici ciottoli di fiume come illustrazioni di storie e di trovare fra le linee che li compongono delle immagini che per molti potrebbero sembrare impossibili. Così nascono gabbiette con uccellini, strade in salita per ciclisti oppure intricati arabeschi per cupole monumentali. Un gioco semplice e infantile come questo racchiude un grande insegnamento: saper

UN GIOCO SEMPLICE E INFANTILE COME QUESTO RACCHIUDE UN GRANDE INSEGNAMENTO: SAPER GUARDARE LA REALTA’ CON OCCHI DIVERSI E’ LA CHIAVE DELLA VERA INNOVAZIONE.

guardare la realtà con occhi diversi è la chiave della vera innovazione.

Trasformare le limitazioni in opportunità Essere creativi significa saper vedere il mondo non soltanto per “com’è” ma anche per “come potrebbe essere”. La creatività è la chiave dell’innovazione, anche perché consente di superare le barriere autoimposte dal management e dalle vecchie logiche di marketing. Basarsi soltanto su ciò che chiede il mercato significa limitare la propria offerta all’immaginazione


soltanto venne accolto con grande favore, ma fece di Sony il leader indiscusso del settore. Questo episodio dimostra come la creatività permetta di vedere delle opportunità laddove molti scorgono soltanto limitazioni. Se Ibuka avesse deciso di eliminare il prodotto perché non in linea con le aspettative, oppure di continuare nell’obiettivo di un registratore portatile con suono stereo, probabilmente avrebbe messo sul mercato l’ennesimo esemplare di un prodotto già conosciuto. Scommettendo invece sul Walkman, ha aperto le porte a un’innovazione inaspettata e vincente.

L’innovazione cresce dove si semina la creatività Come affermava il matematico francese Henri

Poincaré, “creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”. Ma per fare questo è necessario creare un ambiente favorevole alla ricerca di idee. Promuovere la creatività in azienda è il primo passo per aprire le porte all’innovazione, partendo dal presupposto che le idee non nascono per magia ma, come affermava Thomas Edison, sono il frutto dell’1% di ispirazione e del 99% di… traspirazione e duro lavoro. La creatività si manifesta maggiormente dove il management incentiva la produzione di idee, dove la libera iniziativa viene premiata e i punti di vista originali sono accolti e non demonizzati. A tale scopo è buona norma stimolare lo scambio di opinioni fra i dipendenti non soltanto in sedute ufficiali di brainstorming, ma anche in momenti conviviali e più informali. Proprio per facilitare questi scambi, numerose multinazionali hanno dotato uffici e aree comuni di piccoli punti di aggregazione dove è possibile sostare in relax e confrontarsi con i colleghi. È il caso di Procter & Gamble, che ha fatto della creatività un modus operandi. Dice Craig Wynett, Chief Innovation Officer di P&G: «Noi non vediamo la creatività come un dono misterioso riservato a pochi fortunati, ma come un compito quotidiano che consiste nell’effettuare delle connessioni non ovvie, cioè nel mettere insieme delle cose che di solito non vanno insieme».

RISORSE

di chi (il cliente), nella maggior parte dei casi, non sa che cosa vuole. Uno degli esempi più eclatanti in questo ambito è stato il rivoluzionario “Walkman” della Sony. Nato nel 1978, all’inizio doveva essere un piccolo registratore portatile con suono stereo. Purtroppo però i progettisti si resero conto ben presto che la qualità del suono registrato non era abbastanza buona. Allora Masaru Ibuka, presidente onorario della società, decise di affiancare al prodotto una coppia di auricolari, in quel periodo in fase di sviluppo in un’altra divisione, e di eliminare tutte le funzioni tranne quella di riproduzione. Quello che all’inizio parve un prodotto “mutilato” venne lanciato sul mercato con una spesa, irrisoria per l’epoca, di 100.000 dollari. Il prodotto non

http://tinyurl.com/7oy8l6f Arte come mestiere è un libro di Bruno Munari ricco di spunti e riflessioni sul mondo della comunicazione e del design.

http://tinyurl.com/7rtopdl Dalla collana Harvard Business Essentials, Creatività ed Innovazione è dedicato alla crescita aziendale nell’ottica dell’innovazione creativa.

http://tinyurl.com/87bfyau Quando diventiamo un ostacolo alla nostra creatività: cinque brutte abitudini da perdere subito.

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ATTUALITA’ Giovanni Calvio, manager of storage platform Italia presso Ibm Italia

Lo|storage|Ibm strizza|l’occhio|alle|Pmi La data explosion resta una questione aperta e da gestire in modo strategico in ogni azienda. Per questo Ibm – sulla scorta degli ottimi risultati di fatturato raggiunti lo scorso anno in area Storwize – sceglie sempre più di puntare non solo su realtà di livello enterprise, ma di diventare partner anche per le piccole e medie imprese. E il concetto di “efficientamento” può spiegare le quattro mosse previste da Ibm per migliorare le architetture di archiviazione anche per le Pmi. Per prima cosa, i dati vanno messi al posto giusto

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La|nuova era|di System|X passa|dal canale

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«Portare la tecnologia enterprise verso le Pmi è il nostro obiettivo, perché ognuno ha i suoi big data da tutelare e proteggere!»: Giovanni Calvio, manager of storage platform Italia, ci spiega il ruolo sempre più strategico del canale Daniela Schicchi

grazie a un’archiviazione dinamica resa possibile da sistemi quali Ibm Easy Tier e Ibm Active Cloud Engine. Secondo, è fondamentale archiviare solo i dati che servono, per cui è necessario un sistema di riduzione automatica dello spazio fisico reso possibile attraverso compressione, deduplica,

La crescente necessità di incrementare il business nel rispetto di budget contenuti porta le aziende a ricercare soluzioni IT efficienti e flessibili. Per queste esigenze nascono le nuove offerte System X86 di Ibm che diventano ancora più pratiche, veloci, con performance e capacità di storage sempre maggiori. Offerte il cui successo dipenderà soprattutto dal ruolo dei partner di canale, sempre più strategici, sempre più nel cuore del motore Ibm. Verso di loro sono state infatti studiate tre iniziative. La prima è “Blade e X5 Partner Community” che è un programma a livello europeo in collaborazione con Intel, che offre ai business partner opportunità di enablement (tramite newsletter settimanali con aggiornamen-

thin provisioning, thin copies e thin replication. Terzo, serve uno spazio crescente per i dati, per questo la virtualizzazione diventa sempre più sofisticata grazie a Storage Hypervisor e Virtual Storage Center. Infine, c’è l’automatismo nella gestione dei dati sempre grazie a nuove interfacce e

ti sui prodotti, sui programmi di formazione, eventi e study tour) e di networking (con la possibilità di utilizzare fondi di co-marketing per attività di demand generation e strumenti di produttività con tool semplici e gratuiti che consentono ai business partner di ottenere velocemente le informazioni richieste). Il secondo programma è “10x4 set targets, track progress, receive rewards”; in questo caso è il business partner a scegliere l’obiettivo di crescita ritenuto opportuno: più elevato è l’obiettivo, maggiore è l’incentivo. L’ultimo programma è “Sell 2 Win” e ha l’intento di aiutare i distributori a incrementare le vendite dei prodotti Ibm System x e Storage per raggiungere gli obiettivi trimestrali di vendita.

all’interazione tra uomo e macchina, realizzabile con prodotti come Productivity Center e console in 3D. In generale l’intento è quello di “vestire” in modo sempre più esteso tutte le opportunità di storage facendo leva su un portafoglio di soluzioni Ibm a 360° (server, Swg, servizi, finanziamento) per creare una rete di partner commerciali sempre più specializzata e competente. «Il contributo del canale alla Business Unit Storage – hanno spiegato gli uomini di Ibm – nel 2011 è salito del 3%, dal 66 al 69,5%». Tra gli obiettivi di quest’anno c’è anche una più attenta segmentazione dei partner con maggiore specializzazione in area storage. «Dopo che lo scorso ottobre – ha spiegato Giovanni Calvio, manager of storage platform Italia presso Ibm Italia – abbiamo offerto ai nostri partner strategici il supporto aggiuntivo di circa 23 persone di sales e presales dedicate alla vendita di Storwize V7000, ora l’intento è quello di rilanciare attraverso attività personalizzate di formazione, di marketing e di incentivazione».


Digitalic per Alias

ALIAS E PANASONIC, FILIERA STRATEGICA PER IL CANALE

COMUNICARE CON IL FUTURO

Panasonic e Alias consolidano la loro partnership ad alto tasso di valore sul mercato. Grazie a una precisa specializzazione, stanno raccogliendo importanti risultati sia in ambito Pbx sia a livello di soluzioni di videosorveglianza e videoconferenza HD Stefano Barbieri, senior manager Pbx & Hdvc di Panasonic System Communications Company Europe

Audio, video, voce e dati, di ogni forma e dimensione, che convergono al centro del protocollo IP. Una rivoluzione in atto da tempo, una rivoluzione che sta completamente cambiando le coordinate del mercato e, con esse, il Dna degli operatori di canale, che proprio in questo settore puntano a sviluppare business a valore. Lo sa bene un distributore a valore come Alias, nato a Udine quasi 20 anni fa e che da tempo ha indirizzato le sue attenzioni anche sul promettente mercato delle comunicazioni di nuova generazione, dal VoIP alle Unified Communications, passando per videosorveglianza e videoconferenza. Un’attenzione che si è tradotta nella consueta vocazione verso lo sviluppo di competenze molto precise, da mettere a disposizione dei propri partner. Un’atten-

zione che, a livello tecnologico, trova una delle sue espressioni più riuscite nella partnership con un brand come Panasonic, insieme al quale Alias sta sviluppando importanti sinergie. «Per noi – conferma Stefano Barbieri, senior manager Pbx & Hdvc di Panasonic System Communications Company Europe – Alias rappresenta un punto di riferimento molto importante sul canale, soprattutto per la grande specializzazione e per la focalizzazione dimostrate nei confronti del reseller del mondo IT. Per quanto riguarda le soluzioni tecnologiche sulle quali stiamo spingendo maggiormente insieme ad Alias, a livello Pbx, una delle stelle polari è senza dubbio il nuovo sistema NS1000». Il server KX-NS1000 Business Communications è infatti una soluzione avanzata basata su tecnologia SIP e IP per comunicazioni aziendali, progettata per consentire alle imprese di implementare e ottimizzare con facilità servizi di comunicazione di rete e messaggistica unificata. «L’introduzione nel mercato di questa nuova soluzione sta recando frutti estremamente positivi – spiega Barbieri –. L’Italia è stato il Paese europeo che ha ottenuto i migliori risultati durante il periodo di pre-lancio:

segno tangibile di un mercato attento alle innovazioni capaci di aumentare la competitività delle proprie aziende. Le imprese sono sempre più consapevoli che comunicazione e collaborazione sono due fattori importanti per la propria crescita. Una piattaforma scalabile con performance elevate come KX-NS1000 può ottimizzare i processi lavorativi, generando reali opportunità per le aziende, in particolare l’aumento della produttività e una tangibile riduzione dei costi. Grazie anche a una simile soluzione, pur in un mercato che a livello generale denota una certa flessione, come Panasonic stiamo guadagnando market share». Pbx e sistemi di comunicazione IP di nuova generazione, dunque, ma non solo. Come anticipato, Panasonic e Alias stanno da tempo sviluppando una precisa strategia in due segmenti di grande dinamismo come la videosorveglianza su IP e la videoconferenza. «Grazie ad Alias stiamo spingendo molto e siamo cresciuti notevolmente sia sul versante della videosorveglianza sia a livello di videoconferenza HD, anche in virtù di soluzioni come il Visual Communications HD (Hdvc), un innovativo sistema in alta definizione a banda ridotta».

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IL MONDO DEI LEAD

COFFEE QUATTRO|MOSSE|PER|UN|LEAD

Francesca Pilone @FPilone

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Il termine “lead” è molto diffuso tra i vendor, ma anche il canale si è abituato a questo concetto e ormai piace a tutti farne uso. Forse perché noi spesso vincoliamo l’erogazione dei fondi di co-marketing – di cui abbiamo fatto lunghe chiacchiere nel nostro precedente coffee break – proprio alla generazione di nuovi lead, o semplicemente perché la cultura della “lead generation” ha ormai raggiunto un buon livello di maturità. E poi, perché è importante essere proattivi nella generazione di nuove opportunità, se si vuole continuare a differenziarsi dalla competition! Ai più attenti (e cattedratici) piace distinguere tra azioni di “demand generation” (mirate a stimolare l’attenzione, o meglio la domanda, verso la value proposition inclusa nell’offerta) e azioni di “lead generation”. Queste ultime hanno l’obiettivo di scandagliare attentamente clienti e prospect alla ricerca di specifiche opportunità di business correlate al messaggio declinato nella proposta commerciale. Le lead devono essere qualificate in termini di esigenze, tempistiche di realizzazione, budget allocato per il progetto e potere decisionale del contatto. Queste quattro informazioni consentono di classificarle su una scala di priorità e di indirizzarle con la giusta attenzione, distinguendo tra le più semplici richieste di approfondimento e le più urgenti esigenze progettuali. L’importante è non sottovalutare l’attenzione con cui tutte queste azioni devono essere pianificate. Bisogna correlare molto bene il messaggio con il target di riferimento, per generare il giusto interesse dei destinatari. Vanno quindi selezionate le più adeguate azioni marketing: mailing, banner, social, webcast, seminari, eventi, tavole rotonde, fiere… Va veicolata una “call to action” chiara, che sappia scovare ogni interesse, supportata da una corretta attività di telemarketing. Infine, bisogna tracciare ogni informazione con la massima meticolosità e stimolare un rapido “close the loop” da parte della forza di vendita… per evitare di generare lead per i concorrenti! (Situazione, ahimè, non così insolita).


BREAK ADDIO|CACCIA,|MI|DO|ALLA|PESCA!

Come sta il tuo marketing tradizionale? Da un po’ gira la voce che non se la passa troppo bene, eppure non molla… continua ad andare a “caccia” di nuovi contatti, che possano trasformarsi in clienti. Peccato che per fare tutto ciò sia necessario agire come un Rambo armato fino ai denti e utilizzare dei cannoni per “abbattere” qualche canarino… ossia sparare tanti costosissimi proiettili del proprio budget marketing. Il risultato è che oggi servono sempre più armi per catturare sempre meno prede. Da tempo individui un po’ meno “armati” – ma sicuramente più precisi – si aggirano nei corridoi delle aziende praticando uno sport meno chiassoso della caccia, ma più performante: la pesca. È una disciplina molto più complessa di quanto non si creda: bisogna capire quali pesci ci sono nell’area che si vuole conquistare, quale amo e quale esca utilizzare e aspettare che la lenza scenda, usando una lunga tecnica di ingaggio per catturare il pesce. Queste attività sono identificate come “lead generation online”: un modello di business che vi fa lasciare in garage le armi e vi consente di contattare i potenziali clienti che, cercando sui motori di ricerca informazioni su prodotti e servizi di loro interesse, trovano gli annunci che parlano della tua offerta e decidono di contattarti. Che strategia usare? Il presupposto fondamentale è che il cliente resta con chi sa innovare. Per aumentare la credibilità è utile un mix di strumenti fatto di relazioni tradizionali (come i convegni e le attività di presence) e innovative: è infatti il Web 2.0 il canale del futuro per il coinvolgimento del cliente. A mio avviso i driver di lead generation più efficaci sono: i blog e un sito Web ottimizzato e ben indicizzato dai motori di ricerca attraverso attività SEO e SEM; una landing page per aumentare i contatti utili, iscriversi a un servizio, partecipare a un concorso o richiedere un preventivo; il presidio dei social media più affini per rilevare i trend, i competitor e misurare la dinamicità del mercato. Infine credo che la metrica da seguire oggi sia acquisire nuovi clienti, ma soprattutto fidelizzarli: a questo scopo le campagne di lead generation online permettono di acquisire contatti a cui vendere prodotti o servizi utilizzando il sito aziendale, gli eventi, l’e-mail marketing, le cold call della forza vendita, il direct mail e le videopromozioni Web.

Valerio Rosano @ValerioRosano

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DIGITALIC È UNA RIVISTA CERTIFICATA DA CSST. UNA GARANZIA PER TUTTI I NOSTRI PARTNER.


TECNOLOGIA IL|TABLET|PIÙ|SOTTILE AL|MONDO Sarà il tablet più sottile al mondo. Archos ha annunciato l’uscita del G10 XS (XS sta per eXtremely Slight), un tablet Android da 10 pollici con uno spessore di appena 7,6 mm. Un design ultrasottile con il quale verrà stabilito un nuovo record, superando l’attuale detentore del primato ovvero il Toshiba Excite 10 LE (conosciuto anche come AT200). Non si sa molto sulle caratteristiche interne del G10 XS, ma è certo che sarà accompagnato da una tastiera (anche questa supersottile) che trasformerà il tablet in un piccolo pc. Un componente aggiuntivo che si fonde con il tablet, offrendo così una

IN PILLOLE

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nuova modalità di utilizzo, come già dimostrato dai prodotti Asus. Con la sua tastiera installata il tablet Archos manterrà un design molto affilato, arrivando ad appena 12 mm totale di spessore, ovvero come un nuovo iPad con la sua smart cover. Il prezzo sarà compreso tra i 200 e i 400 euro.

Microsoft, la formazione è un gadget gratuito Si scrive “MPN Insegna” e si legge come un innovativo gadget scaricabile gratuitamente, che consente di accedere in modo semplice e immediato a tutte le informazioni relative a corsi ed eventi di formazione sulle più innovative tecnologie Microsoft.

Un nuovo volto per il marketing di HP Psg HP Italia ha annunciato la nomina di Paolo Ciotti a marketing manager di Personal Systems Group. Ciotti avrà la responsabilità di valorizzare l’offerta, la tecnologia, l’esperienza di acquisto e i prodotti Psg per tutti i mercati.

Collegandovi a questo QR code, avrete la possibilità di vedere in anteprima lo straordinario design del nuovo G10 XS di Archos

Panasonic sulla stampa fa sul serio Una ricerca indipendente condotta dal centro studi InfoSource, relativa al primo semestre 2011, ha registrato una crescita rilevante della Panasonic nel mercato delle stampanti per pc. Tale incremento, raggiunto in soli due anni, si è concretizzato con il quarto posto in classifica tra i più importanti vendor.

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Miliardi|di|dollari per|miliardi|di|dati Le stime Idc per il mercato dei Big Data non lasciano dubbi sulla necessità di investire, senza esitazioni, alla ricerca di un posto di primo piano in uno scenario particolarmente promettente Alessio Ferri

I Big Data sono senza dubbio la nuova delicata sfida che un gran numero di aziende sarà chiamata ad affrontare da qui ai prossimi anni. Ma mai come di questi tempi, non è solamente la quantità delle informazioni a essere particolarmente elevata nelle questioni legate a tale fenomeno. Per chi ambisce a un ruolo di protagonista in qualità di fornitore di soluzioni e assistenza, le prospettive risultano decisamente interessanti. Il primo studio mondiale sul mercato delle tecnologie e dei servizi per i Big Data realizzato da Idc, infatti, stima che il valore di questo settore è destinato a crescere con un tasso composto annuo del 40%, passando dai 3,2 miliardi di dollari registrati nel 2010 ai

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16,9 miliardi del 2015. Si tratta di un ritmo di crescita pari a circa sette volte quello del mercato Ict nel complesso. Una previsione troppo allettante per essere trascurata, soprattutto nel momento in cui margini e opportunità nello scenario più esteso si riducono in misura consistente. Dal punto di osservazione della società di ricerche, il mercato dei Big Data si sta espandendo rapidamente sulla spinta delle nuove soluzioni proposte sia dai grandi IT vendor sia dalle società emergenti. Già oggi, inoltre, nonostante l’argomento ancora relativamente giovane, per gli utenti esistono molte opportunità di utilizzare queste tecnologie al fine di aumentare l’efficienza operativa e guidare l’innovazione. Non a caso, viene

sottolineato come i fornitori IT già consolidati – a partire da quelli coinvolti nel settore della business analytics – stiano predisponendo soluzioni in grado di supportare i Big Data sia facendo evolvere la propria offerta interna sia effettuando acquisizioni mirate. D’altra parte, anche chi non può contare su grandi risorse e competenze acquisite in passato, non sta certo a guardare. Per quanto riguarda le startup, Idc stima che oggi già più di mezzo miliardo di dollari sia stato investito dai venture capitalist in tecnologie per i Big Data. Intitolato Worldwide Big Data Technology and Services 2012-2015 Forecast, lo studio evidenzia anche come a costituire il tasso composto annuo del 40% del mercato dei Big Data dal 2010 al 2015 contribuiranno la componente server con un Cagr del 27,3%, quella software con un Cagr del 34,2% e quella storage con un Cagr del 61,4%. L’unico problema che potrebbe frenare questa crescita è che, al momento, si assiste a una carenza di risorse umane qualificate nella gestione di tecnologie per i Big Data, così come a una mancanza di esperti in processi analitici. Uno skill shortage (letteralmente “carenza di abilità”) possibile fonte di problematiche allo sviluppo interno di progetti sui Big Data, ma – di conseguenza – possibile ulteriore impulso al rilascio di tecnologie sotto forma di servizi cloud.



BIG DATA

ri io Fer Aless

L’AVVENTO DEI BIG DATA RIGUARDA DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE TUTTE LE AZIENDE. MENO DISCUSSO E PUBBLICIZZATO DI SOCIAL MEDIA E CLOUD COMPUTING MA POTENZIALMENTE MOLTO, MOLTO PIU’ INCISIVO E STRATEGICO PER I DESTINI DEL MERCATO ICT. UN’EVOLUZIONE DI FRONTE ALLA QUALE NESSUNO PUO’ FARSI COGLIERE IMPREPARATO

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Ogni minuto oltre 24 ore di filmati vengono caricati su YouTube e ancora… le aziende andranno a gestire cinquanta volte le informazioni oggi in loro possesso entro il 2020… Un modo forse un po’ grezzo – ma efficace – per raccontare come, oggi più che mai, possa ampiamente ritenersi chiusa l’era della ricerca spasmodica delle informazioni e dei dati. Al tempo del Web 2.0, dei device di ogni forma e dimensione e della digitalizzazione, non è più una questione di dove trovare le informazioni, ma di come gestire la marea montante di dati critici in viaggio a velocità siderali lungo reti e

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direttrici complicatissime da monitorare e gestire adeguatamente. Oggi, la vera differenza sul mercato la farà chi, per primo, saprà mettere il naso in questo mare magnum multiforme, saprà prendere esattamente ciò che gli serve, quando gli serve e soprattutto saprà proteggerlo e metterlo a disposizione dei propri processi aziendali in maniera strategica. Sebbene sia il più evidente, il tema della quantità è tuttavia solo un modo molto parziale di guardare a un’evoluzione molto più ampia, profonda e articolata… Difficili da gestire, complicatissimi da definire, i Big Data sono un fenomeno molto più delicato di quanto possa sembrare. Richiedendo un’attenta integrazione con le altre novità più popolari del momento, il tema dei Big Data deve essere affrontato dalla maggior parte delle aziende: sebbene il grande palcoscenico sia attualmente dominato da virtualizzazione e cloud computing, trascurare una corretta gestione di questo nuovo fenomeno può rivelarsi un errore fatale. Un errore in cui, primo forse fra tutti, non può e non deve incappare il canale indiretto. Sul piatto infatti c’è una complessa, ma molto ghiotta, opportunità di traghettare le aziende verso una nuova era arrivando a gestirne non solo il semplice sviluppo o l’installazione di una soluzione, ma i più strategici e articolati processi di business… il che fa tremendamente rima con valore e margine.

Dati a tutto tondo Come ogni argomento nuovo alla grande utenza, il primo passo è inquadrarlo in modo attento, senza trascurare alcun aspetto. «Con il termine Big Data ci si riferisce alla quantità di dati con cui le aziende e gli enti pubblici devono fare i conti tutti i giorni – esordisce Angelo Tenconi, analytics & technology development director di Sas –. Non ci riferiamo solo ai dati numerici, ma anche a tutte quelle informazioni provenienti dalle fonti più diverse e in formati differenti, anche non strutturati. Pensiamo ai testi, alle immagini, ai video che condividiamo tutti i giorni sui social network».

Per iniziare a capire meglio come affrontare il tema e inquadrarne il potenziale, la questione deve essere analizzata a fondo, sin dalla definizione. «È legata alla presenza di una grande quantità di dati che eccedono le capacità di elaborazione dei database tradizionali – afferma Roberto Salucci, solutions consultant di Hitachi Data Systems –. I Big Data vengono definiti utilizzando tre parametri: volume,

velocità e variabilità. La caratterizzazione è infatti data dal volume delle informazioni, dalla velocità con cui affluiscono e devono essere elaborati e dalla variabilità dei formati. In sintesi, dati non strutturati, che contengono informazioni vitali per le aziende, ma spesso sommersi da altri dati». Una realtà da affrontare senza alcuna titubanza, per evitare il rischio di perdere il controllo della situazione. «Le aziende andranno a gestire cinquanta volte le informazioni oggi

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BIG DATA

Cristian Meloni CoomVault

come Dati Ricchi». Come sempre in circostanze analoghe, un buon punto di partenza è trovare elementi in comune con il passato e il presente. «In un certo senso il fenomeno non è nulla di realmente nuovo – afferma Leonardo Galimberti, enterprise information solutions delivery leader di HP –. Le sfide derivanti dai volumi e dalla complessità dei dati in continua crescita sono iniziate decenni fa con l’avvento dei desktop computer, se non addirittura prima. L’enfasi attuale, comunque, è in larga parte derivante dall’esplosione dei dati non strutturati connessi ai social network, congiuntamente all’insorgere di nuove tecnologie che permettono di associare in maniera automatica a questi dati la relativa semantica». Ostinandosi a seguire il modello tradizionale, si

Gianluca Colombo Dell

Enrico Cereda Ibm

Dario Regazzoni NetApp 52

Ferrara, head of indirect sales di Emc –. Non è solamente una questione di spazio utilizzato, quanto piuttosto una condivisione di nuovi strumenti, di nuove tecnologie, di nuove idee per raccogliere il massimo valore dai dati disponibili». «È interessante pensare ai Big Data come ai Grandi Dati, valorizzandone quindi il contenuto e le informazioni che possiedono e muovendosi così da un significato quantitativo a uno qualitativo – aggiunge Gianluca Colombo, storage sales specialist di Dell –. Da Grandi Dati di qualità si possono analizzare, ricavare, sintetizzare Nuovi Dati costruendo così una genesi virtuosa di informazioni a tutto beneficio del business. Andando a cercare il valore delle informazioni anche fuori dai confini aziendali, il termine Big Data può essere letto

Antonio Gentile Fujitsu

Angelo Tenconi SAS

in loro possesso entro il 2020, con la conseguente necessità di adottare un modello di integrazione dei Big Data all’interno della propria infrastruttura odierna – sottolinea Massimo Fasoli, head of data center & virtualization sales di Cisco –. Le aziende stanno cercando di tenere il passo con il costante aumento dei dati, sia in termini di volumi sia di velocità, e questa rapida crescita richiede un cambiamento fondamentale nel modo di archiviare, analizzare e consultare». Il primo potenziale errore, come detto, è limitarsi a considerare il problema dal punto di vista della quantità. «Questi dati e informazioni rappresentano un’incredibile risorsa e ricchezza informativa anche se, ovviamente, richiedono nuovi approcci e modalità di gestione – spiega Michele

corre seriamente il pericolo di entrare in una spirale. «Spesso si misurano i dati in capacità disco, in volume necessario a ospitarli o ci si riferisce in Terabyte prescindendo dal tipo, dal valore degli stessi e dal fatto che siano vere informazioni e quindi davvero utili o necessari per il business dell’azienda – puntualizza Vincenzo Costantino, senior solutions marketing manager virtualization Emea di Symantec –. La non corretta gestione del dato porta le aziende a comprare nuovo hardware e quindi nuovo spazio da usare e da riempire: così si rimanda il problema solo di qualche anno. Quest’approccio non fa altro che favorire ulteriormente l’accumulo indiscriminato dei dati e quindi le complessità di gestione o risoluzione». In effetti, non serve molto prima di capire come in realtà il vero passaggio epocale riguardi solo marginalmente lo storage. «La difficoltà consiste nel gestire volumi significativi di dati ogni giorno, che spesso superano le capacità di archiviazione, gestione e analisi dei tipici strumenti software di database – riflette Matteo Uva, channel manager di VMware –. Le informazioni sono sempre più variegate e complesse rispetto al passato ed è importante riuscire a interpretarle e utilizzarle correttamente». «Le aziende sono alla ricerca di soluzioni che permettano di accelerare, il più possibile, l’aggiornamento e la consultazione dei dati da parte dei decisori e del management – conferma


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Antonio Gentile, senior IT consultant di Fujitsu Technology Solutions –. In un momento di incertezza economica come quello che stiamo vivendo, c’è una necessità di flessibilità e dinamicità sempre più spinta». Affrontando la situazione da questo punto di vista, i primi sviluppi non tardano a manifestarsi. «Parliamo di una quantità di dati che rappresentano una miniera di opportunità per comprendere e modellare il mondo che ci circonda – afferma Luca Venturelli, direttore server & cloud di Microsoft –. Per esempio, analizzare il sentiment di un prodotto del concorrente nei due giorni passati e reagire con una promozione sui nostri prodotti, oppure nel retail, analizzare le abitudini di acquisto della clientela e proporre loro offerte su misura».

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Massimo Fasoli Cisco

Luca Venturelli Microsoft

Leonardo Galimberti HP

Gianpaolo Sticotti CA Technologies

BIG DATA

Nessuno può chiamarsi fuori Se per tante aziende i Big Data significano una nuova sfida, in alcuni ambienti è difficile definirli come un “universo sconosciuto”. «I reparti ricerca e sviluppo sono tipicamente le prime aree aziendali coinvolte, perché naturalmente si trovano a dover gestire quantità ingenti di dati – spiega Gianpaolo Sticotti, channel sales manager di CA Technologies –. Il fenomeno è comunque in crescita anche in altre aree aziendali e si sta diffondendo in tutti i campi, alimentato dalla velocità di scambio delle informazioni e agevolato anche dalla relativa facilità che vi è nell’acquisizione di spazi di archiviazione a costi contenuti». Nessun dubbio, comunque, circa le prospettive in un’ambito aziendale più generico. «Le prime realtà

ad avere avuto a che fare con queste problematiche sono state, probabilmente, le multinazionali di Internet, quindi organizzazioni molto grandi – precisa Cristian Meloni, presales & ps manager di CommVault –. Il concetto però dovrebbe essere calato all’interno di ogni settore dell’industria, a seconda delle dimensioni dei dati stessi e degli strumenti IT utilizzati in quel determinato ambito specifico». Una questione da affrontare non tanto per necessità, ma soprattutto per i potenziali benefici. «Finora queste informazioni non sono ancora state sfruttate al meglio, ma certamente hanno tutte le carte in regola per portare un vantaggio competitivo – afferma Enrico Cereda, vice president Systems and Technology Group di Ibm –. Per esempio, i riscontri di altre persone relativi a prodotti o servizi possono tornare utili per mettere a punto strategie e investimenti. Abbiamo a disposizione questa grande mole di dati e al momento la sfruttiamo solo in parte, quando può aiutarci ad anticipare le tendenze del mercato».

Nuovo modello, nuove spese Come ogni rivoluzione che si rispetti, anche i Big Data promettono grandi vantaggi. Prima di poter attingerne a piene mani, però, immancabilmente si presenta la necessità di investire. «Le infrastrutture IT – spiega Dario Regazzoni, direttore tecnico di NetApp – sono messe a dura prova per

diversi motivi: la complessità (dal momento che oggi le informazioni sono collegate fra loro e costituite da più tipologie di dati), la velocità (visto che le aziende devono restare al passo con il flusso dei dati per rendere utili queste informazioni) e, infine, i volumi». In linea con le più recenti tendenze, un fattore importante è legato alla scalabilità; in questo caso, con l’ulteriore variabile della difficoltà nel reperire un riferimento valido per tutti. «Il nuovo approccio si basa su uno storage dei dati con un’enorme scalabilità, con un modello che include nuovi componenti che permettono l’elaborazione dei Big Data – riprende Fasoli di Cisco –; la politica della misura unica per tutti non è più valida, le imprese devono determinare quali siano gli elementi da utilizzare, dove e come farne uso, e come integrarli negli attuali modelli di business, strategie di dati e infrastrutture di rete». Una fase di studio in troppi casi ancora sottovalutata. Come emerge infatti dalla seconda puntata della ricerca Oracle Next Generation Data Centre Index, condotta da Quocirca, la maggior parte delle aziende intervistate a livello mondiale è stata colta alla sprovvista. Una situazione, però, destinata a cambiare. «Rispetto all’indagine del febbraio 2011, si è registrato un progresso in termini di utilizzo avanzato dei data center per l’ottimizzazione delle performance IT e di business – commenta Sergio Esposito, country leader server and storage



Analisi oltre ogni immaginazione La fase di preparazione all’era dei Big Data può sembrare che si muova a rilento. Ben più chiare invece le idee sulle prospettive. «I grandi cambiamenti riguarderanno sopratutto le applicazioni software, in grado di analizzare sempre più velocemente la maggiore quantità dei

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Roberto Salucci Hitachi Data Systems

Michele Ferrara Emc

che tante aziende – e non solo nelle stanze del marketing – sognano da tempo. «Consentirà alle aziende di formulare offerte ai clienti in tempo reale, in funzione di quello che stanno facendo in quel momento – puntualizza Salucci di Hds –. Ciò significa che molte tipologie di aziende potrebbero arrivare a personalizzare all’istante le offerte per ogni singolo cliente; inoltre molte aziende potrebbero formulare nuove promozioni in funzione dei trend d’acquisto o sviluppare

Vincenzo Costantino Symantec

Renzo Gasparello Nexsan

dati e il loro utilizzo in modo pratico e razionale – sottolinea Renzo Gasparello, country manager Nexsan –. Se consideriamo che ogni giorno vengono prodotti 2,5 quintilioni di nuovi byte, va da sé ritenere che gli investimenti per le infrastrutture IT diventino sempre più importanti e impegnativi». Cambiamenti, dalle previsioni decisamente appetibili: «Secondo una ricerca Idc – precisa Gentile di Fujitsu – il valore del mercato dei Big Data è destinato a crescere con un tasso composto annuo del 40%, passando dai 3,2 miliardi di dollari del 2010 ai 16,9 miliardi del 2015». Sono queste prospettive assai significative, considerando che si tratta di uno dei settori capaci negli ultimi anni di rivelarsi tra i meno immuni alla crisi economica. «Una specifica area applicativa è quella dei Big Data Analytics, ovvero degli strumenti e delle tecnologie in grado di analizzare grandi quantità di dati, immagazzinarli e organizzarli in un formato adatto all’analisi e di occuparsi del loro trattamento – dichiara Ferrara di Emc –. I vantaggi nei processi aziendali saranno significativi: nuove opportunità di business, servizi innovativi, personalizzazione delle offerte e dei prodotti, nuove professionalità a servizio dello sviluppo, nuove opportunità di collaborazione fra enti di ricerca ed università». Tradotto in pratica, quello

Sergio Esposito Oracle

systems di Oracle –. Un segnale che le aziende stanno comprendendo è l’esigenza di attuare dei cambiamenti, incrementando l’utilizzo a breve termine di servizi cloud e data center in outsourcing; allo stesso tempo procedendo a una pianificazione più a lungo termine per quanto riguarda le infrastrutture dati». In Italia, in particolare, le aziende descritte con scarsa visibilità sui carichi di lavoro futuri sono scese dal 34% al 21%, mentre l’utilizzo di tecniche previsionali di base è aumentato dal 18% al 31%. Per chi fosse ancora indeciso sulla strada da seguire, possono rivelarsi utili alcune considerazioni. «Tutto ruota intorno a tre filoni: semplicità, consolidamento e protezione degli investimenti – spiega Cereda di Ibm –. È esattamente quello che vogliamo garantire, in una situazione dove si avrà a che fare inevitabilmente con piattaforme eterogenee, dove è importante contare su software capaci di gestire in modo uniforme grandi quantità di dati, facendo anche da collante tra i diversi sistemi di analisi sul mercato».

Matteo Uva VMware

BIG DATA

molto velocemente nuovi prodotti in funzione delle preferenze espresse dai clienti». «Si assisterà a una sempre più precisa profilazione del cliente a cui verranno proposte offerte sempre più mirate – rilancia Colombo di Dell – con conseguente risparmio di risorse aziendali che non saranno più disperse, ma focalizzate sugli obiettivi rilevanti». Addirittura, non manca chi si spinge verso scenari estremi: «La conoscenza accessibile mediante queste tecnologie


Digitalic per Salvix

SERVIZI AVANZATI

SALVIX, IL CLOUD MADE IN ITALY

Il cloud apre infinite possibilità e non c’è bisogno di andare lontano per trovare soluzioni all’avanguardia. Salvix, un’azienda italiana al 100%, propone questo servizio già da quattro anni e con caratteristiche uniche. «Con la visione di portare l’innovazione del cloud nella piccola e media impresa italiana, Salvix – afferma Salvatore Giannetto, presidente dell’omonima azienda – ha creato i servizi ReeVoCloud. Il nostro cloud computing ReeVo non offre solo la virtualizzazione dei server, ma una soluzione completa di virtualizzazione e remotizzazione: dei desktop, dei server, degli applicativi, fino alla completa sala dati e senza la necessità di complesse architetture e conoscenze per il loro utilizzo. Tutto è infatti gestito da un team di esperti a disposizione del cliente e con enormi vantaggi, innanzitutto in termini di costi diretti: non occorre acquistare apparecchiature (server, desktop, storage, backup, firewall, licenze) e altro ancora. Il beneficio per le start-up, per esempio, è impareggiabile: possono dotarsi della tecnologia più moderna senza doverla acquisire e pagando solo un canone in modalità pay-per-use; grazie ad un semplice collegamento a banda larga e ai ReeVoThin Client, il cliente è in grado di utilizzare dei desktop

virtuali come normali computer, senza doversi preoccupare di tutta la gestione dei software, dei client, dei server, del backup e delle licenze. Inoltre ReeVoCloud Desktop è sempre disponibile e accessibile ovunque, è funzionale, personalizzabile, efficiente, green e completo per la micro azienda come per quella medio-grande e con la massima flessibilità di crescita. Insomma, gli utenti impiegano dinamicamente le risorse IT di cui hanno bisogno per il proprio business, pagando in base al loro reale utilizzo. Ma uno dei risparmi più importanti è l’affidabilità del sistema: si evitano infiniti problemi derivanti dal blocco dei desktop e dall’uso scorretto delle risorse informatiche». Uno dei timori più diffusi rispetto all’adozione dei servizi cloud riguarda la connettività. «In realtà la banda larga si sta ormai diffondendo su tutto il territorio italiano anche grazie ad altre tecnologie (HDSL, Fibra Ottica, WiMAX, H3G) e dove questa è presente sono ormai anni che è estremamente affidabile – continua Giannetto – viceversa basta dotarsi di una seconda connessione (magari a consumo, limitando i costi) per avere un efficace backup. Bisogna anche sfatare un altro mito: non occorrono grandi ampiezze di banda per utilizzare il cloud, perché tutte le elaborazioni avvengo-

no nel nostro data center e quello che viaggia in Rete è solo la visualizzazione; è semplice e veloce come navigare in Internet». Altro dubbio diffuso è la sicurezza. «Si è convinti che avere in casa gli apparati (server e desktop) garantisca maggior sicurezza, ma è una falsa convinzione – sottolinea Giannetto –. Noi investiamo centinaia di migliaia di euro in sistemi di sicurezza, fisica e informatica, e nei sistemi di backup (www.reevo.it/CloudCenter.html) per garantire la corretta protezione dei dati e il rispetto della normativa sulla privacy. Non c’è dubbio che i dati di un’azienda siano più al sicuro all’interno di un data center all’avanguardia come il nostro, in grado di supportare, ad esempio, i requisiti di sicurezza e affidabilità previsti dalla certificazione SAS70 (condizione di sicurezza dei dati necessaria per chi lavora con multinazionali americane quotate in Borsa). E non dimentichiamoci che il nostro data center è in Italia, nel rispetto delle normative del Garante della Privacy… lo si può vedere e toccare». Salvix si pone verso il mercato in sinergia con il system integrator e mette a disposizione il suo cloud italiano per tutti i rivenditori, che possono rispondere alle esigenze dei loro clienti, allargando la propria offerta con servizi avanzati e assistenza di alto livello.

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BIG DATA

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andamenti e dell’oggetto delle discussioni più popolari nei social network, con la conseguente ottimizzazione di campagne pubblicitarie, ma anche l’individuazione di frodi finanziare, specialmente nel settore pubblico».

E il canale? Come sempre in questi momenti, tra il dire e il fare (cioè tra mettere in pratica una nuova soluzione e raccoglierne i frutti), c’è di mezzo il mare: la distanza infatti non è da poco. E, tipicamente, il peso ricade per buona parte su chi si trova tra i due fuochi, ovvero quelli dei produttori da un lato e quello degli utenti dall’altro. «Un elemento che contraddistinguerà i partner di maggior successo – afferma Sticotti di CA – sarà la capacità di seguire le aziende nel processo di gestione dei

Analisi senza compromessi

Amedeo Prodi SAP

può divenire sistemica – aggiunge Galimberti di HP –. In questo modo le azioni più appropriate possono essere eseguite automaticamente, senza la necessità di intervento umano». Senza trascurare problematiche neppure affrontate a causa della loro grande complessità: «Oltre ad agire velocemente e in tempo reale, incorporando gli strumenti analitici nei processi aziendali e avvicinandoli ai punti di decisione – propone Tenconi di Sas – si aggiunge la possibilità di gestire i rischi finora sconosciuti e le domande sempre più rilevanti che arriveranno dal business nel prossimo futuro». Un contributo fondamentale arriverà inoltre da un’area raramente considerata in ambito aziendale, ovvero quella delle discussioni più note sui social media. «I principali benefici – spiega Venturelli di Microsoft – sono individuabili nella comprensione dei comportamenti degli utenti e delle interazioni in applicazioni Web e mobile, nell’identificazione degli

Big Data mediante servizi con consulenza legati alla progettazione e al dimensionamento delle infrastrutture, oltre che alla definizione delle strategie di backup, ripristino e ritenzione dei dati». «Il canale deve aiutare le aziende nella corretta gestione dei dati e non solo assecondare le richieste di nuovo storage – conclude

Quando un’azienda nata e cresciuta al punto da diventare praticamente sinonimo del campo di applicazione del proprio software decide di aggiustare il tiro, allargandosi dal gestionale all’analisi dei dati, il segnale non deve essere sottovalutato. «Fino a poco tempo fa, non era possibile arrivare a tutti i livelli di dettaglio di una ricerca a causa degli eccessivi tempi di attesa: più crescevano i dati, più si poneva la necessità di ridurre i dettagli all’interno del data warehouse tradizionale – afferma Amedeo Prodi, customer solution manager di Sap –. Ma l’utente di oggi ha bisogno di analizzare dati provenienti da fonti diverse, per studiare i trend di mercato e indirizzare le strategie di busi-

Costantino di Symantec –. I clienti apprezzeranno molto più la capacità progettuale dei partner che faranno da system integrator, stabilizzeranno la crescita dello storage e ottimizzeranno la ricerca delle informazioni. I partner sono nella posizione di poter definitivamente semplificare l’infrastruttura dei clienti e il loro rapporto con i dati».

ness, raffinando le analisi fino ad arrivare al livello di dettaglio necessario». Questo è esattamente il nuovo ambizioso obiettivo, la cui importanza strategica è confermata da una soluzione dedicata. «Con Hana (High-Performance Analytic Appliance) siamo arrivati a quello che definiamo il “real real time” – spiega Prodi –. Un motore in-memory computing con uno strumento integrato di calcolo e database per elaborare grandi quantità di dati in tempo reale in memoria centrale. Una soluzione che garantisce velocità di analisi, riferita a una mole importante di dati, e permette di eseguire ogni genere di interrogazione, anche in modalità cross rispetto alle diverse business unit».


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PUNTO G 60

RIO+20: SE FA BENE ALL’AMBIENTE, FA MALE AI POLITICI? Antonella Tagliabue Amministratore delegato della società di consulenza strategica di direzione Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e grandi gruppi italiani. Da anni si occupa di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione’. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”

Dal 20 al 22 giugno si terrà a Rio de Janeiro la Conferenza sull’ambiente “Rio+20”, in occasione del ventesimo anniversario dell’Earth Summit del 1992 e a 40 anni dalla prima conferenza Onu sulle tematiche ambientali. Molti dei buoni propositi di cui

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si era discusso venti anni fa sono ancora oggi lettera morta. Il vero merito della Conferenza di Rio del 1992 è stato quello di portare sotto le luci della ribalta il tema dello sviluppo sostenibile e di rendere “popolare” la salvaguardia dell’ambiente, innescando meccanismi virtuosi di coinvolgimento attivo della cosiddetta società

“E’ IL TUO MONDO”: QUESTO LO SLOGAN SCELTO PER RIO+20. SI’, MA TUO DI CHI?

civile, come è successo ad esempio con il programma Agenda 21. Nel 1992 si decise anche la costituzione della Commissione ONU per lo Sviluppo Sostenibile (UNCSD). In molti non ne hanno mai sentito parlare. Non è un buon segno, dato che si tratta dell’organismo incaricato di organizzare


si basa il consenso nei confronti di chi ci governa. La Conferenza di Rio del 1992 durò due settimane. Quest’anno il tutto avverrà in tre giorni, ma è una soluzione comprensibile in tempi di austerità. Sembrerebbe anche che la scelta delle date abbia dovuto scontrarsi con ragioni di forza maggiore. Il quotidiano inglese The Guardian riporta che Rio+20 è stata posticipata di una settimana, rispetto al programma iniziale, per non interferire con le celebrazioni che si terranno in molti Paesi per il Giubileo di Diamante della regina Elisabetta. Probabilmente nemmeno il premier britannico David Cameron sarà presente a Rio+20. Eppure secondo il programma dell’UNCSD ai leader mondiali non verrà chiesto di prendersi nuovi impegni, non ci sarà niente di sostanzialmente diverso da quanto stabilito nel 1992. Molti degli esperti che avevano preso parte alla Conferenza di venti anni fa dicono che il clima è cambiato, in senso anche metaforico. In pratica, manca la fiducia. E sembra mancare inoltre la capacità – o la volontà – di prendere decisioni difficili, di assumersi delle responsabilità, soprattutto in tempi duri come quelli che stiamo vivendo. Però è troppo facile essere semplicemente cinici. E la lotta al cinismo dovrebbe essere forse il primo piccolo, minimo, obiettivo di Rio+20. È sbagliato pensare, come fanno in molti, che il problema sia salvare i vertici multilaterali, anche se in troppi si impegnano a favore di questa causa.

Se il vertice è uno strumento inadatto, allora bisogna trovare di meglio. Ma se non c’è un obiettivo davvero condiviso, non possono esserci strumenti adeguati. A meno che non si pensi che il futuro del pianeta possa dipendere da un improvviso colpo di fortuna. È altrettanto sbagliato partire dal presupposto che agli scienziati piaccia predire disastri. E non porterà da nessuna parte nemmeno continuare a sottolineare che chi è più ricco – o chi sta diventando ricco – inquina di più e deve quindi pagare di più. Chi è più ricco, o chi sta diventando molto ricco e molto in fretta, ha maggiori possibilità di crescere in modo sostenibile e di essere un laboratorio per il futuro del pianeta. Se l’obiettivo è la Green Economy, le dimensioni contano. I piccoli esperimenti su scala locale sono importanti, ma non bastano. “È il tuo mondo”: questo lo slogan scelto per Rio+20. Sì, ma tuo di chi? Sono in pochi a sapere che tra due mesi si terrà la Conferenza; di quello che accadrà e dei temi che si discuteranno se ne parla davvero poco. In passato, in occasione di precedenti vertici e summit, avevamo assistito al proliferare di proclami altisonanti, in cui si sproloquiava in termini di appuntamenti e svolte epocali per il futuro dell’umanità. Questa volta, se c’è un punto su cui tutti concordano è che le aspettative in vista della Conferenza di Rio del prossimo giugno sono davvero basse. Molto basse. Potrebbe non essere una cattiva notizia.

RISORSE

Rio+20. Alla Conferenza di Rio parteciparono più di 100 leader e capi di Stato, incluso l’allora presidente degli Stati Uniti George Bush, che però qualche anno dopo si rifiutò di firmare il protocollo di Kyoto, che impegnava i Paesi aderenti a ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Pare che il prossimo giugno l’attuale presidente Barack Obama non ci sarà, probabilmente perché gli effetti di una sua partecipazione in piena campagna elettorale, per il rinnovo del mandato, sono imprevedibili. O forse perché potrebbero essere prevedibili, ma non positivi. Se ciò fosse vero, sarebbe grave. E dovremmo tutti riflettere sul fatto che far bene all’ambiente fa male alla politica e, soprattutto, alle ragioni su cui

Earth Day Il 22 aprile si celebrerà l’Earth Day, la giornata della Terra, e circa un miliardo di persone nel mondo parteciperanno alle varie manifestazioni. In Italia l’evento principale sarà il concerto che si terrà a Roma, a Villa Borghese. Tutte le informazioni sulla mobilitazione globale sul sito www.earthday.org, dove è possibile acquistare t-shirt e poster, oltre che fare donazioni in favore dei progetti per la tutela dell’ambiente.

Il solare antizanzara Un caricabatteria solare che scaccia gli insetti molesti: si chiama mPowerpad Solar Charge e l’azienda Power Third Wave lo ha presentato al Clean Energy Expo Asia di Singapore. Ricarica tutti gli apparecchi elettronici e tiene lontane mosche e zanzare grazie agli ultrasuoni. Le sue dimensioni non superano quelle di un iPad, integra una torcia e una radio, ed è dotato di led per la lettura in modalità rilassante. Il prezzo dovrebbe essere di circa 80 dollari.

Sosteniamo la spesa, coltiviamo i valori È la campagna della rete delle Botteghe Altromercato dove si possono acquistare dieci prodotti a prezzo ridotto – lasciando inalterato il compenso dei produttori – con un’offerta rinnovata ogni mese fino a giugno. L’obiettivo è di facilitare la spesa equosolidale e sostenere gli acquisti delle famiglie anche in tempo di crisi. Nel 2011 il fatturato al dettaglio di Altromercato ha superato i 90 milioni di euro, con una crescita dell’8% rispetto al 2010.

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ATTUALITA’

Viscom|Italia|2012: strategia per|il|futuro Viscom e Digitalic insieme per una collaborazione all’insegna dell’innovazione e del valore. In esclusiva proprio per la nostra rivista, Paola Sarco – exhibition manager di Viscom Italia – racconta il cammino verso la rinnovata veste della manifestazione.

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Come vi state preparando alla prossima edizione di Viscom? Il team di Reed Exhibitions Italia è già all’opera per la 24° edizione di Viscom (dal 4 al 6 ottobre 2012 presso la Fiera Milano Rho) con nuovi obiettivi, nuove strategie e una nuova immagine grafica. Ci puoi anticipare qualcuna delle novità che vedremo? Molte le novità in fase di progettazione, a partire

Roma 20-21 aprile 2012 Mercure Roma West Trieste 18-19 maggio 2012 Savoia Excelsior Palace

da una maglia espositiva rinnovata per posizionare in modo più strategico le aziende standiste, per enfatizzare i luoghi deputati agli eventi e per suggerire al visitatore un percorso più mirato. Viscom Italia quest’anno ha deciso di darsi tre ruoli fondamentali: il primo è quello “commerciale”, ovvero diventare la principale piazza dove stringere nuove relazioni di business e confrontarsi con gli opinion leader del settore. Il secondo è un ruolo “educativo”, per far capire le potenzialità della comunicazione visiva attraverso le sue applicazioni a un pubblico sempre più trasversale. Infine – ultimo ma non ultimo – il ruolo “culturale”: vogliamo infatti creare uno spazio performante e multisensoriale per stupire ed emozionare i nostri clienti.

Viscom Italia è l’unico appuntamento europeo per confrontarsi con i player dell’intera filiera della comunicazione visiva, mettere in scena prodotti, materiali, applicazioni, tecnologie e far scoprire che il linguaggio visivo è il più potente dei mezzi di comunicazione. Digitalic c’era nel 2011, con la distribuzione del numero 1, e ci sarà anche alla prossima edizione

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Milano 4-6 ottobre 2012 Fiera Milano Rho

Paola Sarco, exhibition manager di Viscom Italia

Parliamo di digital signage, sul quale già lo scorso anno avete puntato parecchio… Viscom Italia, da quattro anni, si propone come vetrina di riferimento per il mondo del digital signage, presentando un’area espositiva delle migliori evoluzioni tecnologiche. Inoltre ci serviamo di diversi workshop interattivi per animare lo spazio dedicato a questo settore che, avendo grandi possibilità applicative di sviluppo, è un ambito su cui crediamo moltissimo. Ci saranno altri eventi formativi e/o applicativi che si svolgeranno nei padiglioni di Viscom? Ovviamente ci sarà il Bulino d’oro (4° edizione), che è il concorso dedicato all’incisione e alla fresatura leggera, e poi il D.I.V.A, Display Italia Viscom Awards (2° edizione). Visto che tra le molte forme di comunicazione una delle più efficaci è rappresentata dalle soluzioni espositive per il punto vendita, packaging, vending, shop fitting e digital signage, tale concorso – realizzato in collaborazione con Display Italia – premierà le migliori realizzazioni in questo settore. Viscom Boutique sarà, invece, un

temporary shop, unico nel suo genere per stile ed eleganza, dove spiccheranno le sofisticate tecniche in materia di riqualificazione d’interni ed insegnistica, il tessuto personalizzato con le competenze di chi da anni lavora con la stampa digitale e il ricamo e, infine, un giusto mix di soluzioni interattive firmate digital signage e i migliori display sul mercato. Aprile e maggio prossimi sono i mesi dei Viscom Regional. Cosa rappresentano nel panorama di Viscom Italia? I roadshow regionali coniugano area espositiva e momento congressuale, offrendo una due giorni di informazione e formazione di livello sull’industria della comunicazione visiva, ma soprattutto un’occasione per tutti gli operatori professionali per cogliere nuove sfide e creare partnership vincenti. Per maggiori informazioni: www.viscomitalia.it Reed Exhibitions Italia Srl Via Marostica, 1 20146 Milano Tel. +39 02 43517061 Fax + 39 02 43517065 e-mail:viscomitalia@reedexpo.it


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ATTUALITA’

Quattro|passi|nel|cuore del|data|center I progressi della tecnologia giocano un ruolo importante nell’evoluzione dei componenti IT, ma non sono i soli a orientare l’attività dei reparti ricerca e sviluppo. Un altro fattore, altrettanto importante, è la messa a punto di soluzioni in grado di rispondere alle nuove esigenze del mercato. Questa la linea seguita da Intel, dalla quale scaturisce la nuova generazione di processori della famiglia Xeon. «Nello sviluppo delle Cpu client e server seguiamo rigorosamente una roadmap regolarmente aggiornata in funzione di quanto emerge direttamente sul campo – afferma Carmine Stragapede, telecom and enterprise ecosystem manager dell’azienda –. In questo caso, la famiglia E5-2600 vuole diventare il cuore del data center». Il profondo cambiamento in atto nel mondo IT rende infatti indispensabile un nuovo aggiornamento delle infrastrutture. Secondo i dati raccolti da Intel, entro il 2015 ci saranno 15 miliardi di dispositivi collegati

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e oltre 3 miliardi di utenti connessi. Il volume globale di traffico IP dei data center è destinato ad aumentare del 33% ogni anno fino al 2015, superando i 4,8 Zettabyte all’anno, ossia una cifra più di tre volte superiore rispetto al 2011. Con questi livelli di crescita, ogni utente connesso genererà più di 4 Gb di traffico di dati ogni giorno, l’equivalente di un film Hd della durata di 4 ore. La quantità di dati da archiviare

Prestazioni, integrazione, cifratura e sostenibilità: ecco le linee guida per la nuova generazione Xeon di Cpu Intel pensata per ridisegnare la configurazione dei server nell’era del cloud computing Alessio Ferri

Carmine Stragapede, telecom and enterprise ecosystem manager di Intel

aumenterà, di conseguenza, di circa il 50% l’anno. Per supportare questo sviluppo, il numero di server cloud a livello mondiale è destinato a diventare oltre il triplo entro il 2015. «Il modello di utilizzo dei servizi sarà sempre più basato sul cloud computing – spiega Stragapede –. Il data center deve cambiare faccia, con progetti nuovi end-toend, pensati per rispondere a prestazioni di calcolo e connettività anche interne, oltre alla connessione con il mondo intero». Quattro di conseguenza gli elementi fondamentali che caratterizzano la nuova Cpu. Prima di tutto, si prosegue nella crescita nelle prestazioni, aumentando dell’80% la potenza di calcolo rispetto alla generazione Xeon precedente. Quindi, a supporto del volume di dati da trasferire, si integra il controller I/O all’interno del chip, con la possibilità di gestire lo standard Pci express 3.0. Inoltre, grande attenzione viene data alla sicurezza, con la scelta di integrare la crittografia Aes-Ni (a sostegno anche dei Big Data), eliminando le perplessità per le ricadute sulle prestazioni legate a una soluzione di cifratura software. Infine, al passo con i tempi, si registra una grande attenzione alla sostenibilità. «È un argomento cruciale nel cloud computing – conclude Stragapede –. Una volta centralizzata la potenza di calcolo, i data center crescono come consumi e il nuovo Xeon è in grado di migliorare l’efficienza del 50% a parità di prestazioni».



ATTUALITA’ Patrice Henry, country manager Logitech per l’Italia

Logitech|espande il|business e|si|affaccia|al|B2B Logitech, come spiega Patrice Henry, country manager dell’azienda per l’Italia, in trent’anni di storia ha costantemente puntato sull’innovazione, introducendo sempre nuove tecnologie. Oggi sta cambiando fortemente non solo a livello globale ma anche in Italia, con nuovi prodotti – in termini sia tecnologici sia di design – e nuovi obiettivi strategici riguardanti il canale. «Fino a poco tempo fa siamo stati focalizzati quasi esclusivamente sul mondo dei pc, desktop e portatili – rileva Henry – ma adesso investiamo molto sui prodotti legati al mondo dei tablet e degli smartphone (che offrono enormi possibilità di crescita): infatti puntiamo a offrire nuovi accessori per rendere più facile e divertente la fruizio-

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A colloquio con Patrice Henry, manager alla guida della filiale italiana di Logitech ora pronta a rafforzare la propria strategia B2B grazie a un coinvolgimento crescente dei rivenditori. Si parte con un portale ad hoc per poi proseguire con programmi e incentivi Riccardo Pirana

Pmi|e|innovazione,|la|strada|è|lunga ma|l’e-commerce|vola… Giunta alla seconda edizione, Epson Business Coun­cil è un’inizia­tiva che ha il duplice obiettivo di conoscere meglio le microimprese nel Vecchio continente e di forni-

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re una serie di spunti e suggerimenti attraverso l’esperienza di piccoli imprenditori di successo e di esperti che si incontrano una volta all’anno per condividere opinioni e suggerimenti. Per un approfondimento sulla

I dati di una ricerca commissionata da Epson sulle microimprese a livello europeo (1.250 le interviste) e sul loro rapporto con l’innovazione. Ne emerge un quadro, soprattutto italiano, molto complesso ma con qualche piccola, grande sorpresa

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realtà italiana Epson ha coinvolto la Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato), con l’obbiettivo di dare voce alle imprese artigianali nostrane. A Davide Di Scioscio, business manager Office Product di Epson, il compito di raccontare i dati di una ricerca sulle microimprese a livello europeo (1.250 le interviste effettuate online nell’ottobre 2011). «La ricerca è stata svolta per comprendere meglio le richieste e le sfide che queste aziende stanno affrontando – spiega Di Scioscio –. In

ne di tali dispositivi da parte dei nostri clienti. In quest’ottica Logitech sta perfezionando la sua strategia in ambito retail, dedicando parecchie risorse al merchandising. Per approcciare il mercato finale in maniera completa – continua Henry – stiamo cercando di cogliere tutte le opportunità che il mercato offre, compresi small and medium business e corporate». Nell’ambito dell’organizzazione Logitech una parte è specificamente rivolta al canale, con una strategia dedicata al B2B. Da pochi giorni è stato aperto il Logitech Partner Exchange (Lpe), un portale di riferimento per i partner di canale, che potranno accedervi per avere informazioni istituzionali e di prodotto relative a Logitech. Sono inoltre previsti programmi dedicati al canale per la formazione e la certificazione (saranno resi noti prima dell’estate), ma anche di reward, volti a premiare i partner per il loro contributo in termini sia di fatturato e marginalità sia di collaborazione.

Italia, metà delle aziende intervistate contavano da 1 a 5 dipendenti, metà da 6 a 10. Le domande riguardavano l’impegno verso i clienti, la crescita e gli investimenti, l’uso delle tecnologie e l’innovazione». Fra i numerosi dati evidenziati da Di Scioscio, risulta interessante il fatto che in Italia il 35% del business sviluppato dalle microimprese intervistate avviene tramite l’e-commerce: percentuale no­te­vole, considerate le dimensioni delle aziende. Resta comunque molto da fare per far crescere le microimprese della Penisola utilizzando la leva delle nuove tecnologie, pur conservando le peculiarità del mondo imprenditoriale italiano.


in equilibrio perfetto con le esigenze del mercato s.r.l.

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CARTE VALORI


ATTUALITA’

Umberto Calloni, titolare di Guatteri e Visual Project

Risultati|eccellenti? Questione|di|tecnica|e|abilità Già dal numero 2 di Digitalic, Guatteri e Visual Project ha iniziato un percorso di approfondimento intorno ai vari segreti della stampa. Questa volta spingiamo un po’ l’acceleratore sull’aspetto tecnico e proviamo a parlare di plastificazione in argento realizzata su supporti cartacei che vengono stampati con inchiostri Uv – su un letto di bianco precedentemente steso – per poi essere nobilitati con vernice ora lucida, ora

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«Il metallizzato rappresenta per noi un lavoro quotidiano che può raggiungere quantitativi vicini ai due milioni di fogli all’anno». A tu per tu con Umberto Calloni, titolare di Guatteri & Visual Project Daniela Schicchi

ibrida. Nel primo caso lo stampato sarà lucido all over (ovunque), mentre nel secondo caso (con vernice ibrida) saremo in presenza di un effetto che nasce dal “litigio” di due vernici diverse, rispettivamente una ibrida e una lucida, dove la prima, che viene scritta su una lastra alimentata da calamaio, va ad incontrare la vernice piena stesa dalla torre di verniciatura. Dall’incontro fra le due vernici scaturisce un “litigio” che crea una parziale repulsione reciproca (come tra olio e acqua) che si traduce in un piacevole effetto lucido/opaco (grumoloso). In questo modo quando il foglio passa in macchina con la sequenza, bianco,stampa in quadricromia, vernice ibrida, vernice lucida, il risultato è un vero capolavoro.

Il tutto perché, oltre la bellezza del metallopiù o meno mitigato dalla presenza del bianco- risultano contrasti, intrecci ed effetti ottici dove il lucido appare anche rugoso, donando non solo un impatto visivo ma anche materico al tatto.

Splendido, ma attenzione alla carta Questo tipo di nobilitazione si presta per copertine e lavorazioni editoriali, cartelle, astucci e packaging di lusso, con tirature di una certa importanza. I costi sono sicuramente più bassi di altre lavorazioni nobili, pur rappresentando investimenti degni di nota. Al supporto cartaceo, infatti, viene accoppiato un film che incrementa il costo rispetto alla semplice carta, la stampa uv – poi – è più costosa di quella tradizionale così come la vernice ibrida rispetto a quella a base acqua. «Tra tutte le lavorazioni speciali – afferma Umberto Calloni, titolare di Guatteri e Visual Project – da questa nobilitazione si ottiene un risultato estetico eccezionale a costi ancora contenuti; da qui il motivo per il quale noi spingiamo moltissimo su questa tipologia di stampa e quotidianamente riceviamo nuove commesse legate all’argento». Attenzione, però, alla grammatura della carta. I 130 gr satin, infatti, sono la soglia minima richiesta per ottenere un lavoro di qualità e a volte anche questa può creare problemi causati dalla sensibilità del film al calore dei forni UV. In sostanza, maggiore la grammatura della carta, migliore sarà il risultato. La carta satin da 150 gr risulta essere un supporto ideale per la lavorazione descritta, anche se si può arrivare fino a 450 gr.


Energy & Utilities Forum 24 Maggio 2012 Milano, Hotel Melià Il mercato energetico internazionale, negli ultimi anni, è condizionato da un’instabilità economica che evidenzia dinamiche di crescita divergenti tra le diverse aree del mondo. I prezzi delle principali fonti di energia mostrano una volatilità spesso non dovuta alla domanda e all’offerta, ma piuttosto determinata dalle aspettative di natura speculativa che si formano nei mercati finanziari. Cosa bisogna aspettarsi dal futuro e come prepararsi? Il controllo dell’efficienza operativa nella gestione del business di energia e acqua è sempre più al centro dell’attenzione dei manager del settore. Efficienza energetica nei processi di produzione e distribuzione, razionalizzazione dei consumi degli utenti finali, riduzione degli inquinanti e sostenibilità ambientale rimangono gli imperativi cui le aziende devono rispondere. •  Ma come l’ICT sta contribuendo a rendere il settore più efficiente, competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale? •  A che punto sono i progetti legati alle smart grid in Europa e in Italia? In particolare quali sono le iniziative perseguite per la migliore integrazione delle fonti di generazione distribuita? •  Quali sono le innovazioni sul fronte della vendita dell’energia e della gestione dei clienti? •  Quali sono gli esempi più innovativi di “Smart Cities” in Italia? •    Quali sono i progetti realizzati e le best practice? Giunto alla sua sesta edizione, l’Energy & Utilities Forum di IDC risponde, in un ambiente indipendente e neutrale, a questi interrogativi mettendo in condivisione le esperienze di produttori, distributori, trader di energia e utilities e fornitori di sistemi, tecnologie e servizi per questo settore.

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MRKTNG SIDE THE 70

SE NON SEI FONZIE… LEGGIMI Matteo Ranzi Negli anni ’80 scopre la sua passione per la pubblicità e sogna di avere da grande un’agenzia propria. Mette quel sogno nel cassetto. Negli anni ’90 Università, snow-board e vendita di auto per passione. Ad ottobre del 2000 arriva la laurea in Bocconi. Specializzazione Marketing. Viene chiamato in Ingram Micro. In 3 anni diventa Business Manager. La sua passione lo porta alla guida del Marketing Communication e poi del Trade Marketing. Una sera di Marzo del 2009 riapre il cassetto chiuso negli anni ’80 e ritrova il suo sogno. Riascoltando il famoso discorso di Steve Jobs, capisce che è arrivato il momento di dare sfogo al suo lato foolish e hungry. Fonda Mille Ottani, l’agenzia marketing di cui è titolare. Fa della sua passione una professione e si lancia nella nuova avventura. Ogni giorno le sue riflessioni sul marketing vengono seguite nei social network da oltre 3.000 marketeers.

Metodo di comunicazione efficace in tre sole mosse: “Ehiii…” e una ragazza si scioglieva. Lo seguiva immediatamente e lui, Fonzie, aggiungeva una conquista alla sua incredibile carriera di playboy. Non aveva bisogno di parole, era il personaggio più silenzioso di tutti del telefilm “Happy Days”. Però otteneva qualsiasi cosa, anche solo con uno sguardo. Sei un Fonzie del business e i clienti cadono tutti ai tuoi piedi senza alcuno sforzo? Passa allora al prossimo articolo di Digitalic: questo non ti servirà. Se invece non è così, potresti aver bisogno di un metodo per comunicare in modo efficace. Anche a te capita talvolta di non riuscire a convincere tutti i clienti (Pain)? Di metodi per farlo ce ne sono centinaia, quasi tutti complessi e inapplicabili nella quotidianità. Ne esiste però uno unico nel suo genere per efficacia. È basato sui principi del neuromarketing. È schematico, semplice e applicabile in qualsiasi situazione (Claim). L’ho appreso nel 2004 frequentando dei corsi

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di SalesBrain e leggendo il libro Selling To the Old Brain. In questi anni mi ha permesso di raggiungere tanti traguardi professionali nell’ambito del marketing e di far ottenere numerosi successi ai miei clienti. Puoi vedere le testimonianze della loro soddisfazione sul sito milleottani.com (prova del Gain). Procede per tre passi:

1- Pain A nessuno, proprio nessuno, interessa nulla di te e dei tuoi prodotti. A tutti invece interessa sempre la stessa cosa: il proprio benessere. Per cercare di ottenerlo, ci si prefigge due obiettivi: fuggire dal “dolore” e perseguire il piacere. Il primo è quello più immediato. Quindi esistono


reso noto subito, in modo che il cliente si riconosca immediatamente in quella problematica e desideri uscirne. No Pain, No Gain: se non esiste un problema da risolvere, non esiste alcun vantaggio che possa convincere qualcuno a scegliere la tua soluzione. 2- Claim Una volta che il Pain è manifesto e l’interlocutore dimostra di riconoscersi in quella situazione, è il momento del Claim. Si tratta di dichiarare che il tuo prodotto è la soluzione migliore per risolvere quel Pain. E deve essere in qualche modo unico nelle sue capacità risolutive, perché se risultasse identico ad altri sarebbe difficile essere scelti. “Il mio prodotto è la soluzione per il tuo problema perché è l’unico che: 1…; 2… e 3…”. Converrebbe sempre indicare tre motivi, che poi dovranno essere dimostrati. Devono essere tutti punti legati alla risoluzione del Pain e non vantaggi accessori citati tanto per farlo. 3- Dimostrazione del Gain Una volta che il cliente riconosce di soffrire di quel Pain, e quindi si dimostra aperto ad ascoltare i tuoi Claim, è fondamentale concludere il messaggio dimostrando che ciò che hai dichiarato è veritiero. La prova del Gain può essere fatta con varie modalità. La testimonianza di altri clienti, una dimostrazione pratica del prodotto, dei dati oggettivi e certificati sono efficaci.

Più prove hai a disposizione, più convincente potrai essere. Le previsioni di mercato e le statistiche invece non sono prove del Gain molto convincenti. Evita di utilizzarle, se ne hai altre più valide. Questi tre passi sono la base del metodo efficace di comunicazione ideato dal team di SalesBrain. Puoi sperimentarlo da subito: è semplice, immediato e utilizzabile quotidianamente. È applicabile a tutte le comunicazioni aziendali: advertising, video, e-mailing, landing page, siti web, presentazioni, speech ecc. Ti potrà aiutare anche al di fuori del business, perché rappresenta le fondamenta di ogni comunicazione convincente. Ora che hai scoperto il metodo giusto, ti mancano alcune ultime nozioni fondamentali per creare i tuoi messaggi specifici (Pain). Per apprenderle, puoi leggere il libro Selling to The Old Brain, perché è l’unico testo al mondo che: 1) approfondisce il metodo Pain-Claim-Gain; 2) racchiude i migliori esempi sul metodo; 3) ti permette in sole tre ore di avere tutte le informazioni che ti servono per utilizzare con successo da subito il metodo (Claim). Io l’ho fatto e ho ottenuto tante soddisfazioni professionali. Come me, tanti altri: nella sezione testimonial del sito italian. salesbrain.com troverai le loro testimonianze (prova del Gain). Ma magari tu sei Fonzie e non ne hai bisogno…

RISORSE

una serie di problemi “dolorosi” (Pain) che ognuno vuole risolvere per stare meglio. Un po’ come quando si è malati e si ha la necessità di una medicina. Se ciò che proponi risolve un Pain specifico dei tuoi clienti, ti ascolteranno e saranno predisposti ad essere convinti. Altrimenti lascia perdere, perché non percepiranno il valore risolutivo della tua proposta in rapporto ai loro problemi. In questo caso è meglio fare un favore gratuitamente al cliente. Creerai così un debito emozionale nei tuoi confronti e il suo Pain diventerà quello di ricambiare il favore nel breve periodo. Una comunicazione efficace inizia sollevando il Pain. Va

http://tinyurl.com/3cmo4x9 La sigla del telefilm americano “Happy Days” in cui Henry Winkler, in arte Fonzie, con un solo sguardo o un solo gesto conquistava tutte le ragazze.

http://tinyurl.com/7rnb6ss Un esempio pratico di applicazione del metodo alla comunicazione video su di un prodotto dedicato ai responsabili di catene di franchising.

http://alturl.com/roqze Selling to The Old Brain, il libro di SalesBrain sul metodo di cui abbiamo parlato. È stato scritto da Patrick Renvoisé e Christophe Morin, ideatori del metodo.

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ATTUALITA’ Massimo Palermo, Italy country manager, HP Networking, Hewlett-Packard Italiana

Collegandovi a questo QRCode avrete la possibilità di ascoltare e vedere il reportage integrale con l’esclusiva intervista rilasciata da Massimo Palermo

Nella|rete|di|HP Collaboration, video e mobility. Non ha dubbi Massimo Palermo, da pochi mesi nominato Italy country manager, HP Networking di HewlettPackard Italiana: questi sono i trend che stanno dettando i tempi del mercato del networking in questa prima parte dell’anno. «Entro il 2020 saranno decine di miliardi i dispositivi di ogni forma che accederanno alla Rete, così come miliardi saranno le transazioni che sulla Rete verranno realizzate ogni giorno, ora, secondo… E questo solo per dare un’idea di massima della grandissima pressione oggi in atto sul mondo del networking». La risposta e la strategia di HP dinnanzi a una simile sfida sono

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molto chiare e si focalizzano sul concetto di Flex Network. «L’obiettivo – spiega Palermo – è quello di fornire reti più semplici, accessibili e flessibili, con un’attenzione ai costi. Reti più aperte A tu per tu con Massimo Palermo, Italy country manager, HP Networking, HewlettPackard Italiana. I trend in atto nel mondo del networking e le risposte di HP attraverso il supporto dei partner di canale Marco Lorusso

Virtuale|e|sicuro,|si|può|fare Si fa presto a dire virtualizzazione, oggi. Si fa un po’ meno presto a essere sicuri che un ambiente virtualizzato sia adeguatamente protetto. Il tema è quasi scontato: sull’onda dell’esplosione dei dati, della diffusione del cloud e soprattutto degli

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La protezione degli ambienti virtuali è ormai in cima alle priorità dei Cio e delle aziende italiane. Uno strategico aiuto in questo senso arriva da Trend Micro, che ha annunciato Deep Security 8.0 anche nel nostro Paese. I dettagli dalla voce di Maurizio Martinozzi, sales manager engineering dell’azienda

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ambienti virtuali, le regole del gioco per Cio e aziende stanno cambiando a velocità vertiginosa e ora parlare di sicurezza associata a tali fenomeni vuol dire chiamare in causa strategie e approcci completamente diversi rispetto al passato. Fra i primi a intuire la necessità di cambiare passo in questo senso vi è Trend Micro, che già da tempi non sospetti aveva annunciato un crescente focus proprio sulle soluzioni di sicurezza legate a progetti complessi in ambito cloud e virtualizzazione… L’esempio più recente in tal senso è il lancio di Deep Secu-

basate su open standard, così come le desiderano oggi i Cio e le aziende, reti che offrono servizi di business sempre piu veloci». Una strategia ambiziosa il cui successo, soprattutto in ambito Pmi, passa tutto dalla capacità di sviluppare valore a livello territoriale da parte dei partner di canale. «Il canale è per noi un tassello chiave nel go to market – spiega Palermo –. La capillarità che i rivenditori a valore italiani sono in grado di offrire non ha paragoni. In cambio HP mette sul piatto un’offerta molto ampia, solida e un brand consolidato. Il tutto combinato con certificazioni e programmi ad hoc che consentiranno ai nostri reseller di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle nuove onde del cloud, della mobility, della comunicazione video e di tutti i servizi evoluti che bisogna essere in grado di erogare ai propri clienti per sviluppare importanti margini».

rity 8.0, ultima versione di quella che è stata la prima soluzione agentless per i server virtuali. «Nella nuova versione – spiega Maurizio Martinozzi, sales manager engineering Trend Micro – è prevista anche la capacità anti-malware agentbased, che permette di estendere le funzioni di protezione ai server fisici dotati di sistemi operativi Windows e Linux e offre una protezione continua e ottimizzata dei desktop virtuali che si spostano all’esterno e all’interno dei data center». Trend Micro Deep Security garantisce quindi una protezione avanzata per i sistemi del data center dinamico, dai desktop virtuali ai server fisici, virtuali o in-the-cloud. «Al di là di avere tra le mani una tecnologia che sicuramente diversifica il discorso di protezione delle infrastrutture – continua Martinozzi –, oggi soprattutto i nostri partner di canale devono essere perfettamente consapevoli che il tema generale è quello della protezione: è intorno a tale esigenza che bisogna farsi trovare pronti con le strategie e le soluzioni adeguate».


Gigamon|rilancia|in|Italia grazie|a|Computerlinks

Formazione|e|cloud, ecco|il|nuovo|corso di|Computerlinks Pochi fronzoli e tanta sostanza: Computerlinks è un distributore rigorosamente a valore. Il 2011 si è chiuso con una sensibile crescita e ora la società è impegnata a rilanciare una simile andatura attraverso nuove partnership e l’avvio di strutture a supporto dei reseller

Il valore che premia, il valore seguito con coerenza e precisione chirurgica; il valore come unica vocazione da sempre. Computerlinks è un distributore solido, poco propenso ai fronzoli e alle frasi fatte. Il valore per la filiale del distributore mondiale specializzato in e-Security ed e-Business è, insomma, una cosa seria e tremendamente concreta. È solo attraverso una simile ricetta che, anche nel 2011, la società ha confermato un ottimo andamento pur in un contesto di mercato ancora poco brillante. Sulla scia di simili risultati, ora si punta a fornire un supporto ancora più completo a partner e clienti, potenziando la virtual classroom, creando un apposito ambiente demo e puntando sui servizi di cloud

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Il 2012 di Computerlinks avrà un sapore tutto speciale anche grazie al rilancio di una serie di collaborazioni strategiche. Su tutte quella con Gigamon, protagonista mondiale nelle soluzioni di Traffic Visibility Fabric che ha deciso di scommettere ulteriormente sul nostro Paese, schierando l’intera offerta di soluzioni efficienti e innovative per il monitoraggio della rete. In particolare, gli apparati Gigamon GigaVUE forniscono alle aziende, ai data center e ai service provider un’elevata visibilità del traffico nelle reti sia fisiche sia virtuali, senza compromettere le prestazioni o la stabilità dell’ambiente di lavoro. «Schierare la nostra offerta in una realtà di mercato importante quale quella italiana costituisce un ulteriore passo nella nostra strategia di espansione – commenta Raphael Tsitrin, regional sales director Emea di Gigamon –. Inoltre, l’accordo di collaborazione con Computerlinks, iniziato ad aprile 2011, ci consente di poter accedere in maniera capillare alla vasta rete di reseller che fanno capo al distributore a valore aggiunto». «Gigamon è un vendor che offre qualcosa di originale sul mercato – spiega Claudio Vettoretto, Cto di Computerlinks Italia – nell’ambito dell’ottimizzazione intelligente del traffico di rete. In pochi mesi siamo riusciti a coinvolgere nuovi rivenditori sul brand con i quali sviluppare progetti su nuovi clienti».

computing. «Per rispondere alla sempre crescente richiesta di sessioni formative – racconta Federico Marini, amministratore delegato di Computerlinks Italia e Austria – è stata potenziata la virtual classroom, la piattaforma IT per la formazione di Computerlinks. Ora può gestire più di 100 sessioni remote contemporanee con relativi lab virtuali. Inoltre abbiamo inaugurato la nuova struttura TecLab, un

ambiente demo che permette ai partner di toccare con mano le ultime versioni delle soluzioni hardware e software incluse nel portfolio». Per finire, è stata rafforzata l’offerta Alvea di servizi cloud per il canale, indirizzati a reseller e system integrator, che comprendono tecnologie dedicate alle infrastrutture cloud (tra le quali firewall, endpoint security e backup, content e application delivery, cloud-attached storage) basate su diverse soluzioni di vendor che fanno parte del

portfolio di Computerlinks. «I servizi Alvea – spiega Marini – sono sviluppati per permettere ai partner di offrire ai propri clienti servizi basati su modalità pay-per-use, caratterizzati da una gestione agile e veloce tramite portale, rispondendo in modo efficace alle esigenze di scalabilità, di riduzione significativa degli investimenti e della possibilità di creare infrastrutture IT a prova di futuro, senza nuove e costose installazioni hardware».

Federico Marini, amministratore delegato di Computerlinks Italia e Austria

Claudio Vettoretto, Cto di Computerlinks Italia

Raphael Tsitrin, regional sales director Emea di Gigamon

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ATTUALITA’

Facciamo sul|serio! A dire il vero la presenza nel mondo del networking è “vecchia” di qualche anno ma, spiega Marco Astori, country product manager consumer electronics open platform business group di Asus, «nel corso degli anni passati il presidio, pur forte, non era così evidente. Asus però da sempre cerca di essere tra i primi in ogni mercato in cui decide di specializzarsi e così, anche sul networking, è giunto

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Conosciuta più per il suo ruolo da protagonista in altri segmenti IT, ora anche sulle reti Asus fa tremendamente sul serio. Dallo scorso anno è stata attivata una divisione ad hoc e la gamma di soluzioni è stata completamente ridisegnata sia a livello tecnologico sia a livello di design… Marco Lorusso

il momento di cambiare marcia». Dallo scorso anno infatti è stata attivata una Business Unit ad hoc e la gamma è stata completamente ridisegnata. «Abbiamo aumentato notevolmente la nostra attenzione al design – continua Astori –. I nostri prodotti networking, per uso domestico e per gli uffici di piccole dimensioni, oggi coniugano l’eccellenza tecnologica tradizionale di Asus con un impatto estetico molto forte, che li fa diventare oggetti perfetta-

L’anno|di|Hybris Hybris fornisce tecnologia software che facilita le aziende nella creazione di soluzioni globali e multicanale (web, mobile, punti vendita e relazioni con i clienti), grazie a una vantaggiosa piattaforma unica e modulare che consente di integrare e avere sempre a portata di mano e aggiornati tutti i contenuti relativi ai prodotti, e di abilitare le ven-

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Risale a un anno fa l’inizio delle operazioni in Italia: in soli 12 mesi la società ha avviato con successo il canale di vendita e ora si prepara al rilancio, rafforzando alcune partnership di valore Riccardo Pirana

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Marco Astori, country product manager consumer electronics open platform business group di Asus

mente integrati nell’ambiente in cui si trovano, efficaci e facili da utilizzare ma anche belli da vedere e mostrare». «A differenza di altri brand operativi in questo settore, che sta evidenziando interessanti dinamiche di crescita grazie anche alla convergenza su IP e alla diffusione dei sistemi di domotica e videosorveglianza, come Asus ci rivolgiamo esclusivamente al mondo consumer – precisa Astori –. A livello di approccio al mercato ci ap-

dite su diversi canali. Questo per fornire agli utenti un’esperienza uniforme attraverso tutti i punti di contatto. Rafforzare e consolidare il canale di vendita è un punto fondamentale della strategia di Hybris, che segue standard elevati nella selezione dei propri partner commerciali con una duplice modalità: da una parte, utilizza system house rinomate

poggiamo a un’efficace rete di computer shop, che ci offrono grosse soddisfazioni per la loro fidelizzazione e per la loro penetrazione sul territorio. Nell’ultimo anno però si è sviluppato molto anche il nostro canale retail, grazie a un presidio e a un’attenzione crescenti. Un’attenzione che ci sta ripagando con importanti risultati anche a livello di market share: lo scorso anno era al 2% ma entro il 2012 puntiamo a elevarlo al 10%».

per fornire servizi individuali di consulenza e di implementazione del software alle Pmi; dall’altra, crea partnership con specialisti leader nel settore dell’implementazione globale a supporto dei principali gruppi aziendali. In questo modo copre tutti i mercati con soluzioni specifiche. «L’e-commerce in Italia non è certo sviluppato come in altri Paesi europei – spiega Roberto Lei, country manager di Hybris Italia – ma ciò per noi costituisce una grande opportunità di crescita». A un anno dall’avvio delle operazioni dirette in Italia, l’obbiettivo del rafforzamento della rete di partner tier-1 è stato raggiunto e Hybris può contare sulla collaborazione di prestigiosi partner come Accenture, Lbi, Portaltech Reply, Techedge e Value Team. Un’importante partnership con Adobe è appena stata annunciata dalla nota software house e riguarda l’ottimizzazione dei processi di acquisto online per distributori e retailer.

Roberto Lei, country manager di Hybris Italia


Fortinet|investe|sui|partner,|ma «attenzione|a|non|improvvisare» «Il tempo in cui ci si focalizzava su 20 brand diversi per altrettante tipologie di tecnologie differenti è ormai concluso; questi sono tempi di specializzazioni, verticalizzazioni e valori concreti. Rivenditori e distributori non devono aprire a un nuovo vendor tanto per provare; un progetto e un’idea vanno sposati e bisogna crederci fino in fondo». Questo è il pensiero di Joe Sarno, regional sales vice president di Fortinet, un manager di lungo corso sul mercato e in particolare sul canale a valore italiano e non solo. Affrontare un’intervista con lui è sempre un po’ come guardare dall’alto, non solo l’ambito strategico della sua azienda, ma tutte le più interessanti dinamiche che stanno investendo il mercato. «Come il cloud – continua Sarno – un tema intorno al quale c’è oggi una grande confusione soprattutto relativamente al centralissimo aspetto della sicurezza e della protezione dei dati. Di sicurezza se ne parla molto in questo ambito, ma io ne vedo ancora davvero poca in giro. Ci sono progetti

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I dati di crescita del 2011 e di questa prima parte del 2012 continuano a sorridere, nonostante la non facile situazione generale. Gli investimenti e gli obiettivi di Fortinet in Italia dalla viva voce di Joe Sarno, regional sales vice president

importanti che stanno partendo in ambito cloud, ma a mio avviso di security se ne fa ancora concretamente poca. Per questo Fortinet per quest’anno punta su un messaggio molto pratico: “The power to control”. L’idea è quella di mettere le aziende nelle condizioni di erogare e accedere a servizi cloud Joe Sarno, regional sales vice president di Fortinet

(o di qualunque altra forma) che siano però in grado di essere controllati e messi al servizio del business in totale sicurezza. La gestione e il controllo di questi nuovi paradigmi tecnologici sono centrali». Idee e strategie chiare dunque che, dati alla mano, stanno piacendo al mercato e in particolare

ai rivenditori. Non a caso, proprio a inizio anno, Fortinet ha varato una serie di iniziative volte a rafforzare il management italiano, con particolare attenzione alla divisione dedicata al canale. «Sabatino Schiavoni (un’esperienza maturata in Juniper Networks, Check Point e Sonicwall - ndr) è entrato in Fortinet – ha spiegato Sarno – in qualità di nuovo channel manager della società. Paolo Caloisi, invece, già channel director dell’azienda, è stato nominato sales & channel director di Fortinet. La sua promozione conferma l’attenzione della società verso i clienti e l’importanza di avere un canale forte e strutturato con l’obiettivo di espandere il business nel mercato italiano, del quale Caloisi ha una profonda conoscenza. Non solo, Antonio Madoglio è stato promosso a responsabile del team di System Engineers (SE) in Italia. Un team che è stato arricchito grazie anche all’arrivo di Umberto Pirovano e Aldo Di Mattia». Pirovano è stato infatti nominato senior systems engineer di Fortinet, con l’obiettivo di sviluppare il mercato finance italiano grazie anche alla sua esperienza in Unicredit Servizi Informativi (in qualità di network security manager) e in Juniper Networks (come senior systems engineer manager). Infine Di Mattia – dopo una lunga esperienza nel settore security, lavorando per due tra i più importanti partner di Fortinet – è entrato, come anticipato poco sopra, in Fortinet in qualità di system engineer.

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REPORT ADV

NON E’ UNA COSA PER GRANDI. INTERNET PUO’ ESSERE UN OTTIMO MEZZO PER LA PROMOZIONE ANCHE PER LE PICCOLE E PICCOLISSIME IMPRESE. ESISTONO STRUMENTI E ATTIVITA’ MOLTO MIRATE CHE POSSONO ESSERE UTILI ANCHE A CHI NON E’ UN GIGANTE. Google e Facebook. Siti, portali e casella e-mail. La pubblicità online fa in modo che un brand sia visibile potenzialmente in ogni momento della navigazione, meglio se proprio quando lo stiamo cercando – o stiamo guardando qualcosa di simile – per raccogliere informazioni o per fare un acquisto. Per questo, il ritorno dell’advertising online è positivo anche per le piccole e medie imprese, che hanno budget pubblicitari contenuti ma grandi esigenze di visibilità. In uno studio commissionato a Boston Consulting da Google, intitolato “Fattore Internet. Come Internet sta trasformando l’economia italiana”, emerge che le Pmi attive online con un sito e operazioni di web marketing o e-commerce hanno registrato nell’ultimo triennio un incremento annuo dei ricavi dell’1,2%, contro il trend negativo delle altre imprese.

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Un investimento sicuro I vantaggi che porta il Web, sempre secondo lo stesso studio, sono innanzitutto un maggior ritorno sull’investimento in adv, poiché su Internet si riescono a valutare con precisione le performance di qualsiasi azione di comunicazione, sia essa il numero dei clic su un banner o quello dei fan di una pagina Facebook. Il Web inoltre favorisce l’interazione con i clienti, i cui feedback diretti aiutano a migliorare l’attività, e consente di ampliare mercato e clientela. Ma quali sono gli investimenti indispensabili per una Pmi? Andrea Boscaro, fondatore di The Vortex, società di formazione specializzata in marketing digitale, illustra i fondamentali: «Una Pmi non può rinunciare a farsi trovare su Internet tramite le parole chiave per cui un potenziale cliente la può cercare. Ecco perché la presenza sui motori di ricerca è così importante. Dopodiché deve assicurarsi che un utente

che voglia contattarla possa farlo attraverso un canale semplice e immediato, come il sito o la presenza su un social network. Inoltre, il bello di un’attività di marketing digitale è che ci permette di “spendere” in pubblicità a fronte di rendimenti più monitorabili: tutto questo a patto che abbiamo saputo adottare i giusti accorgimenti per tracciarli».

Comprare parole La prima attività fondamentale è l’investimento sui motori di ricerca, il cosiddetto “Search engine marketing” (Sem), che comprende le azioni che portano traffico al sito web aumentando la visibilità del brand sui motori di ricerca. Lo strumento più utilizzato è quello del keyword advertising, che consiste nell’acquistare parole chiave per veder comparire i propri annunci ben in evidenza sulla pagina dei risultati. La piattaforma più diffusa per la pubblicità search è

Google AdWords (perché Google ha quasi il 70% di quota di mercato tra i motori di ricerca), che funziona in base a un meccanismo d’asta per cui le keyword, collegate ad annunci testuali, vengono acquistate a costo per clic (Cpc), cioè in base a quante persone cliccano effettivamente sull’annuncio. Il prezzo di acquisto viene determinato in base a diverse variabili, tra cui la disponibilità a pagare, la coerenza tra keyword, annuncio e landing page (la pagina a cui rimanda l’annuncio) e la storicità dei clic sulla keyword. La piattaforma, anche se a prima vista può sembrare complessa, può essere utilizzata da qualsiasi utente dotato di pazienza e della guida online (adwords.google. it). In caso non si abbia tempo a disposizione per imparare, ci si può affidare a una delle agenzie esperte in Sem (come 77Agency).

Sito completo e ottimizzato Il sito web è il principale canale di contatto tra l’utente e l’impresa e rappresenta l’identità virtuale del brand, riflettendone non solo l’offerta ma anche i valori. Completo di tutte le informazioni e costantemente aggiornato, deve essere costruito in ottica Seo, cioè in modo che compaia ai primi posti


nei motori di ricerca. Un esempio positivo è il sito della piccola catena di caffè Arnold Coffee (arnoldcoffee. it), all’interno del quale si trovano tutte le bevande e le torte in menu e le indicazioni per raggiungere le caffetterie. Un’ampia sezione è dedicata alla storia dell’idea ed è in creazione la pagina “prenota online”, che collega la visita virtuale al sito web con l’intenzione di bersi un buon caffè seduti su un comodo divanetto.

Via libera al social L’altro canale particolarmente efficace tramite cui l’utente può entrare in contatto con il brand è costituito dai social network. Si tratta di una delle attività a cui i navigatori

dedicano (o sprecano, dipende dai punti di vista) più tempo: una buona presenza social è strategica perché il proprio brand goda di una buona visibilità. «Investire nei social network è utile per creare e rinforzare una relazione con i propri utenti al fine di fidelizzarli e di aumentarne l’investimento – chiarisce Boscaro – e per raggiungere nuovi clienti grazie al passaparola sul Web». Un’esperienza interessante sul social network professionale per eccellenza, LinkedIn, è quella di Dymo, azienda produttrice di soluzioni per l’etichettatura. Tramite la promozione di un dibattito sull’organizzazione dell’ufficio (argomento di per sé non tra i più stimolanti)

PER|NON SBAGLIARE Gli errori più comuni secondo Andrea Boscaro, The Vortex:

1. Non darsi un obiettivo e quindi non monitorarlo con gli strumenti adeguati. 2. Non legare la propria presenza sui social media (blog, Linkedin…) a un piano editoriale capace di generare benefici per i lettori in target. 3. Cominciare dalla fine, ovvero da una presenza attiva sul Web con pagine Facebook e account Twitter senza aver preventivamente adottato il digitale in tutti i settori dell’azienda.

Girl in The Cloud

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REPORT ADV nella sezione “Answers” e l’ideazione di diversi sondaggi sponsorizzati, la campagna – ideata con la concessionaria italiana del social network WebAds – è riuscita a suscitare l’attenzione per il brand da parte di persone che non lo conoscevano. I commenti raccolti sono stati ben 160.

Branding o performance? Per portare traffico verso un sito o una pagina web, magari dedicata a un’offerta particolare, si utilizza anche la cosiddetta “pubblicità display” sui portali o sui siti Internet, che comprende i banner tradizionali e i rich media, cioè tutti quei formati ad alto impatto che attirano l’attenzione dell’utente, includendo spesso anche animazioni e contenuti video. Solitamente la pubblicità display ha funzioni di brand awareness e viene venduta a costo per mille impressions (Cpm), assumendo che quanto più un utente

vedrà il brand tanto più la marca guadagnerà in notorietà. Non solo. Questi formati, soprattutto i rich media, hanno lo scopo di coinvolgere l’utente – quello che in gergo si chiama “creare engagement” – spingendolo a interagire con il brand in modo che la sua percezione della marca migliori. Esiste un’altra tendenza di mercato consolidata per la display tradizionale, che è l’acquisto con obiettivi di traffico o di performance. In questo caso i banner vengono venduti a Cpc o Cpl (costo per lead), con l’obiettivo di ottenere contatti (clic) o conversioni, ossia il compimento di un’azione da parte del consumatore, come l’iscrizione a un servizio, il download di una brochure, la prenotazione di un test drive o anche l’acquisto di un prodotto. Queste campagne assicurano al cliente un ritorno garantito sul suo investimento.

IL|SODALIZIO|DI|ONLINE|E|OFFLINE La catena di punti vendita per bricolage, fai da te e giardinaggio OBI ha ideato, con l’agenzia Sems, una campagna search in cui l’elemento chiave era la connessione tra online e offline. In primo luogo sono stati inseriti su Google Place i punti vendita, in modo da creare campagne AdWords con estensione di località e targetizzate sul territorio. Alle campagne sono state collegate landing page dedicate, con uno specifico buono sconto che l’utente doveva stampare e portare nel punto vendita, consentendo così anche la monitorizzazione delle conversioni.

SE|LA|FARMACIA|DIVENTA|SOCIAL Un blog, un profilo Facebook e Twitter, una location su Foursquare e un canale e-commerce. La Farmacia Serra di Genova, a conduzione familiare, si pone per il suo pubblico online come consulente sulla salute, in particolare quella dei bambini. Un’idea originale: a ogni check-in su Foursquare corrisponde una donazione a una struttura genovese.

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INVESTIMENTO IN|CRESCITA

Le persone connesse a Internet sono in costante aumento, così come il tempo trascorso davanti allo schermo di un pc, tablet o smartphone: secondo i dati Audiweb, gli utenti connessi in Italia nel 2011 sono cresciuti del 9,4% rispetto al 2010, arrivando a superare quota 38 milioni, con 13 milioni di utenti attivi al giorno che navigano per circa un’ora e mezzo. Le attività in cui gli italiani occupano più tempo sono i social network (86% degli utenti), i video (71%) e la musica (37%). Proprio per intercettare l’attenzione della crescente popolazione dei web surfer è importante essere presenti anche sul Web, un mezzo di comunicazione che ha visto crescere gli investimenti degli advertiser nello scorso anno, segnando un +15%. Tanto per avere un’idea delle cifre, si parla di 1,188 miliardi di euro, pari al 14% del mercato pubblicitario complessivo, che conta invece un totale di 8,7 miliardi di euro ed è in calo del 3% rispetto allo scorso anno (dati Iab, novembre 2011). Secondo lo Iab (Interactive Advertising Bureau), la Display adv è lo strumento di comunicazione web su cui le aziende investono maggiormente, con un valore di 455 milioni di euro (in crescita del 16% dal 2010 al 2011), seguito dal search, che cresce del 18% attestandosi su un valore di 448 milioni di euro.

Caro amico ti scrivo… Per raggiungere gli utenti in un rapporto one-to-one, si può utilizzare anche l’invio di una e-mail pubblicitaria (Dem), che arriva direttamente nella casella di posta. Molti siti raccolgono iscrizioni e possono vantare database verticali, a seconda del target del sito, che sono disposti a vendere in genere a Cpm per invii settimanali. Esistono poi società di e-mail marketing (ContactLab, MailUp) che gestiscono piattaforme tecniche ed enormi database, e a cui è possibile rivolgersi per invii targetizzati.

Sempre presente Sem, sito, social network, display, e-mail marketing: sono questi i primi strumenti che una Pmi dovrebbe

utilizzare per gestire la sua visibilità online. I vantaggi offerti dalla comunicazione su Internet sono molteplici: dalla misurabilità delle attività alla targetizzazione in termini di profili demografici, di interesse o sul territorio, fino ad arrivare al costante monitoraggio delle opinioni: tramite l’interazione con i propri utenti, ad esempio tramite un profilo Twitter, è possibile conversare con i clienti e migliorare il livello di servizio. Una buona gestione dell’immagine virtuale non deve comunque sottovalutare l’importanza del presidio nel mondo reale, creando un costante collegamento tra attività online e offline. Affinché un brand continui ad essere presente anche quando lo schermo si spegne.



LEGA NERD 80

UNA MUFFA CI SALVERÀ… Lega Nerd È un volgare Social Blog scritto da nerd che tratta di tutto ciò che importa veramente nella vita: La Figa, il Computer, Sheldon Cooper e il numero 42. Lega Nerd è uno dei principali punti di riferimento della cultura nerd / geek in Italia. Lega Nerd non ha un tema preciso, ma tratta ogni argomento e novità potenzialmente interessante e curioso. Il nostro pubblico è composto da “nerd” o più semplicemente da persone curiose che hanno voglia di scoprire e imparare sempre cose nuove. Gli articoli vengono scritti direttamente dai nostri lettori: Lega Nerd è un blog scritto in crowdsourcing, in cui cioé è la stessa comunità degli utenti che produce il contenuto. Lega Nerd è poi Social Blog, cioè un blog che mette a disposizione dei propri lettori tutta una serie di funzionalità sociali al fine di stimolare l’uso della piattaforma creando quindi una comunità più unita, attiva e partecipante alle attività comuni.

Questa storia è incentrata su uno sviluppatore particolare, paziente e preciso e su un algoritmo che potrebbe aprire nuove vie per l’ottimizzazione di reti, la gestione del traffico dati in Internet e l’applicazione nel campo delle telecomunicazioni, dei trasporti e della robotica. La “mente” è una muffa mucillaginosa giallastra, la Physarum Polycephalum, che in milioni di anni ha sviluppato un sistema di adattamento capace di effettuare calcoli complessi, come ad esempio identificare il percorso più

Q

SI POTREBBE DIRE CHE L’EVOLUZIONE, IN MILIONI DI ANNI, HA MESSO A PUNTO LA REGOLAZIONE DEI CAPILLARI DELLA PHYSARUM IN MODO TALE DA OTTENERE L’ALGORITMO GIUSTO PER IL PROBLEMA DEL CAMMINO PIU’ BREVE. (BONIFACI)

breve da compiere per raggiungere una fonte di cibo; lo studio matematico del fenomeno “Physarum” è opera di due ricercatori italiani del Cnr, Vincenzo Bonifaci e Antonio Ruberti. La Physarum polycephalum ha un caratteristico colore giallo e si sviluppa principalmente in ambienti umidi e freschi, tipicamente nelle zone d’ombra create da sostanze ligno-cellulose in decomposizione. La sua normale alimentazione si basa su spore e batteri. Si tratta di un organismo unicellulare, costituito sì da un’unica cellula, ma con migliaia di nuclei coordinati

tra loro che lo rendono in grado di rispondere a più stimoli contemporaneamente (da ciò anche il nome di “melma policefala”). Viene spesso presa come modello di studio a causa della sua facilità di coltivazione in vitro, in particolare per mobilità ameboide, motilità delle cellule e flusso di spola (cioè il processo che permette alla muffa di “camminare” lungo dei tragitti). Altre ricerche più recenti si sono però soffermate su capacità molto più evolute e interessanti di questo organismo che lo mettono al centro di futuribili studi nello sviluppo di biodispositivi di elaborazione.


Nakagaki dell’Hokkaido University). Questo ed altri test hanno evidenziato la grande capacità della Physarum polycephalum nel rispondere agli stimoli chimico-fisici, tanto da mettere in moto studi di robotica che la coinvolgono.

Il Bio-robot

Ricerche e prospettive future Esperimenti provenienti dal Giappone hanno messo in luce un’interessante abilità di questa melma: una volta identificati due punti da cui attingere nutrimento, la Physarum polycephalum ha la capacità di estendersi da uno all’altro seguendo il percorso più breve possibile, aggirando quindi ostacoli ed evitando di occupare zone inutili. L’ottimizzazione del percorso viene effettuata anche aumentando i punti di alimentazione, così da creare una “ragnatela” di vasi di connessione tra le varie zone di aggregazione dei nuclei. I primi aspetti interessanti sono stati messi in luce provando un semplice esperimento: i ricercatori hanno rappresentato l’area intorno a Tokyo collocando il cibo in posizione e quantità tali da simulare i diversi agglomerati urbani; la muffa – partendo da “Tokyo” – ha delineato una rete di connessione altamente efficiente tra tutti i punti della mappa. Vincenzo Bonifaci e Antonio Ruberti hanno analizzato matematicamente il comportamento della Physarum polycephalum, partendo dalla precedente

ricerca dell’Hokkaido University. Sono riusciti a mettere in luce come il ritirarsi, l’estendersi, il gonfiarsi e lo sgonfiarsi dei vari “capillari” (operazioni effettuate dalla muffa per ottimizzare le funzioni biologiche) siano regolati da un complesso algoritmo matematico. La definizione di tale algoritmo può essere la base per sviluppare nuovi sistemi “pensanti” o lo stesso può essere utilizzato per risolvere problemi nel campo dei trasporti e delle telecomunicazioni. Le capacità di questo semplice e pur stupefacente organismo non si fermano qui. La Physarum polycephalum è infatti in grado di “memorizzare” il ricorrere di eventi per lei condizionanti, fino ad anticiparne la sopraggiunta: sottoposta a quattro cicli di caldo/freddo in cui durante la fase a bassa temperatura era costretta a rallentare i suoi movimenti, la muffa – anche non sottoponendola ad un quinto ciclo – rallentava i suoi movimenti in corrispondenza del ciclo freddo non effettuato, ma dopo poco si riadattava alla nuova condizione (esperimento condotto da Toshiyuki

Dai robot in grado di compiere scelte di percorso basate sulle reazioni che la “melma” ha generato a seguito di stimoli elettrochimici (come si vede nel video collegato al secondo QR code), si è arrivati allo sviluppo di un vero bio-robot denominato Plasmobot. Il Plasmobot rappresenta la punta di una ricerca sui metodi di calcolo non convenzionali e in particolare sul cosiddetto calcolo amorfo eseguito dal professor Andy Adamatzky dell’University of the West of England (Bristol). Il progetto non prevede l’utilizzo di processori al silicio, ma affida tutte le operazioni di calcolo alla muffa che è capace di gestirne parallelamente molte in contemporanea. In teoria queste strada potrebbe portarci a soluzioni a base biologica con prestazioni di elaborazione analoghe a quella dei super computer. Questi sono ovviamente solo i primi passi di un processo che potrebbe portare ad una nuova era di calcolatori e robot basati su sistemi biologici che – addirittura – potrebbero parzialmente svincolarci dalla dipendenza dal silicio. Petrus http://leganerd.com/ people/petrus

RISORSE

IL PLASMOBOT SARA’ CONTROLLATO DA GRADIENTI SPAZIALI DI LUCE, CAMPI ELETTROMAGNETICI E DALLE CARATTERISTICHE DEL SUBSTRATO SU CUI È COLLOCATO. SARA’ UN ROBOT AMORFO, INTELLIGENTE, COMPLETAMENTE CONTROLLABILE E PROGRAMMABILE IN CUI E’ INCORPORATO UN COMPUTER A PARALLELISMO MASSICCIO. (ADAMATZKY)

http://www.moebiusonline.eu/fuorionda/ Blob.shtml A questo indirizzo troverete un servizio approfondito, con molto materiale audio e video integrativo, che racconta la nascita e lo sviluppo della muffa “intelligente” e soprattutto ne descrive le potenzialità in ambito tecnologico.

Collegandosi a questo QR code si avrà la possibilità di vedere un curioso e stupefacente esempio di percorso intelligente che il Physarum polycephalum è in grado di effettuare anche all’interno di un complicato labirinto.

Collegandosi a questo QR code è invece possibile visualizzare un esempio concreto di robot azionato e guidato dalla muffa “intelligente”. Il robot riesce a evitare i pericoli e a non cadere dal tavolo.

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MAD4IT

GIRA,|GIRA,|TANTO|TORNI|QUA…

Sono tempi di nuvole, balzi in avanti e innovazioni che possono dare ossigeno a un’economia funestata da trend a dir poco ondivaghi. Sono tempi di sguardo verso il futuro o, se preferite, verso l’alto: non potrebbe essere altrimenti. Data la situazione, è normale per tutti – ognuno a suo modo – voler gettare il cuore oltre l’ostacolo e soprattutto capire come e su quali strumenti puntare per riavviare il motore. In Italia il mercato Ict sembra aver scelto la sua leva strategica: le Pmi sono infatti la “Destinazione Paradiso” per grandi vendor e distributori. Questioni di massa critica e di “immaturità” del target. Oggi, un impressionante reticolato di piccoli ma ambiziosi imprenditori, grazie anche all’onda della “consumerizzazione”, si trova fra le mani strumenti e tecnologie che promettono di regalare loro una competitività e una insperata rapidità di esecuzione che poco hanno a che vedere con le loro reali possibilità di spesa e di investimento. Ma un tablet non fa primavera: per mettere un tale strumento al servizio dei processi di business occorre fare un passo in più rispetto alla pura “consumerizzazione”. Bisogna trovare qualcuno che sappia spiegare, ascoltare e sostenere manager e imprese che, spesso, di tempo e competenze ne hanno pochi… E allora? Per molti, come anticipato mesi fa, il cloud e tutto ciò che ne consegue ha spezzato la catena dell’intermediazione sul canale Ict, mettendo in contatto aziende e utenti con il fornitore di servizi. Può darsi che la prospettiva sia davvero questa, ma la pratica ci insegna che proprio dal valore aggiunto delle terze parti passa il successo di una strategia (quella legata al mondo Pmi) sulla quale tutti o quasi ora tornano a puntare. Tra i molti esempi, emblematico è l’annuncio di Telecom e Microsoft. “Prospettiva Impresa” è un progetto ambizioso che, tramite un canale Marco Lorusso indiretto di specialisti, promette di avvicinare Caporedattore Digitalic il cloud computing a un mercato ampio ma marco@digitalic.it complicato come quello della piccola e media impresa italiana. «Gira, gira, gira… tanto torni qua…» verrebbe da dire citando lo storico pezzo di Luciano Ligabue perché, dati alla mano, anche se non sarà facile e non sarà per tutti, se ripresa sarà, per il mercato Ict sembra proprio che passerà ancora una volta dal canale indiretto…

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