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Perchè una ragazza d'oggi può uccidersi? di Marta Puoi chiamarmi Ana, diventeremo amiche. Sono l‟unica amica che hai, resterò l‟unica amica che avrai. Investirò del tempo per forgiarti, pretendo la tua fedeltà assoluta. L‟insicurezza già divora come un tarlo la tua mente. Hai chiesto al tuo ragazzo se sei abbastanza magra. Ma certo - ti ha mentito. Preferisce la tua amica. E i tuoi amici? Loro non ti conoscono, non ti capiscono, non sono imparziali! Mentono. Continuamente. I tuoi genitori, figuriamoci. Ti vogliono bene, ma… questo è il loro ruolo. Sono obbligati a svolgerlo. Nessuno ti capisce, nessuno ti accetta per quella che sei. Smetti di languire e afferra la tua vita: assumine il controllo totale. Mi occuperò di diminuire l‟apporto calorico dei tuoi pasti aumentando l‟attività fisica. Ti spronerò al limite. Dovrai accettarlo, perché non puoi sfidarmi! Sto entrando in te, profondamente. Ben presto sarò sempre con te. Sono con te quando ti svegli al mattino e quando corri su per le scale. Guardati con sgomento nello specchio. Sollecita e scaccia il grasso, e sorridi quando sporgeranno le ossa. Sono con te quando formuli il tuo plan quotidiano: 400 calorie, 2 ore di esercizio fisico. Sono io che faccio questo, perché da ora i miei pensieri sono i tuoi pensieri. Ti seguo durante il giorno. Sono nella tua mente, mi nutro del tuo corpo. La fame dà dolore, e tu speri che io non sia dentro di te. Impossibile: io sono te. Presentati in buono stato. Risucchia quel grasso che hai nello stomaco. Digiuna. Rifiuta il cibo. Fai credere di aver già mangiato. Nessun pezzo di qualsiasi cosa. Se mangi tutto il controllo verrà spezzato. Digiuna. E quando guarderai nello specchio, distorcerò l'immagine del tuo riflesso. Ti mostrerò obesa e ripugnante. Ma tu non devi saperlo, altrimenti ricominceresti a mangiare e il nostro rapporto finirebbe per schiantarsi. Talvolta ti ribellerai. Seguirai la piccola fibra ribelle sopravvissuta nel tuo corpo e ti avventurerai fino alla cucina . Ritroverai le tue mani ad allungarsi, letargicamente, come un incubo, attraverso l'oscurità verso il pacco dei crackers. Li butterai giù, meccanicamente, semplicemente per godere del fatto che ti opponi a me. Raggiungerai un'altra scatola, poi un'altra, e un'altra ancora... Il tuo stomaco diventerà gonfio e grottesco, e ancora non ti fermerai. Ma io sono tutto ciò che hai: ti riaggrapperai a me, implorerai il mio aiuto. Ti trascinerò in bagno, sulle tue ginocchia, a fissare nel vuoto della tazza del cesso. Ti caccerai due dita in gola e la tua festa di cibo risalirà. Finché non sputerai sangue e acqua e ti renderai conto che è tutto andato. Ti rialzerai in preda alle vertigini. Non svenire. Alzati immediatamente. Tu vacca grassa questo dolore lo meriti! Sei ossessionata, dolorante, ferita. Ti protendi, ma qualcuno ascolterà il tuo lamento? Tutto ciò è rigido? Non vuoi che accada ? Sono ingiusta? Io sono tutto ciò che hai.Sono l‟unica amica che hai. Se lotti contro di me lotterai contro te stessa.

Se io muoio tu muori. Nessuno può infrangere questa bolla di vetro. Sono la tua trappola e la tua salvezza. Ti ho generata io sottile, perfetta. Tu appartieni a me. Quindi non combattermi. Mi chiamo Anoressia Nervosa, e se io muoio tu morirai con me.

Incisione di Cuori (La Canzone del Parco) di Francesco Lei uscì sbattendo la porta che era quasi alba. Che fosse finita con l'ennesimo lui, lo sapeva da tempo; solo ora trovava il coraggio di andarsene. Il dove importava poco, la rabbia e le sue quattro cose in una sacca erano sufficienti ad andare. E con la voglia di fuggire che ti ribolle dentro c'è solo una cosa da fare: camminare fregandosene della méta, perché ora l'importante non è raggiungere ma allontanarsi. Camminare stordita la portò in un posto strano, un quartiere di periferia le cui strade le ricordavano qualcosa, immagini vaghe di lei stessa tanti anni prima. Tra la nebbia del primo mattino presero forma sagome irreali di alberi rinsecchiti e lugubri. Un vecchio parco abbandonato. Panchine divelte, cestini sfondati,... ma i ricordi iniziarono a prendere forme più definite. E allora corse lungo il viale dei suoi quindici anni, dei suoi sabati dopo scuola, al solito posto, la solita ora. All'incrocio dei due viali principali, il platano l'aspettava. Cuori incisi, lui e lei, sull'unico albero ancora verde. Posò la sua mano sulla corteccia, un brivido la scosse e diventò difficile distinguere dove finisse la brina e dove iniziassero le lacrime. Ma il ricordo di lui e lei, amanti giovani, le fece credere che fosse ancora possibile esistere. Per gli umani fragili, un nuovo giorno iniziava.


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