L’edilizia chiede una “ristrutturazione” Ecocem risponde alla crisi della prefabbricazione industriale aprendosi al settore dell’edilizia civile, con componenti prefabbricati dalle migliorate prestazioni termiche e statiche. L’esperienza di Battista Tombini Carlo Gherardini Da sinistra gli ingegneri Alfredo e Battista Tombini e il geometra Enrico Tombini della Ecocem Srl di Osio Sotto (BG) www.ecocem.it
l settore edile soffre ormai da parecchi anni, a partire dalla contrazione della domanda dovuta alla saturazione del mercato, arrivando fino all’Imu e all’aumento delle tasse sugli immobili. E le imprese del comparto devono far fronte a una crisi economica galoppante, aggravata dalla scarsa fiducia da parte degli istituti finanziari, che non erogano credito neanche alle aziende storiche, e da un quadro normativo che non tutela le imprese dai ritardi nei pagamenti dei lavori effettuati. «La crisi che ha investito il nostro settore – afferma l’ingegner Battista Tombini, titolare della Ecocem di Osio Sotto – ci spinge a trovare nuovi sbocchi e soluzioni in mercati ancora da scoprire. Ma, al di là delle attuali difficoltà, credo che anche
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all’interno del settore ci siano innovazioni che permetteranno di nutrire aspettative verso il futuro. Mi riferisco in particolare al continuo miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, all’isolamento sismico e alla sostenibilità ambientale, tematiche molto importanti verso le quali il comparto presta particolare interesse». La vostra realtà è impegnata soprattutto nell’ambito della prefabbricazione industriale. Quali le principali attività? «Ecocem, che guido con il supporto dei miei figli, l’ingegner Alfredo e il geometra Enrico, è partita dalla produzione delle prime tipologie di manufatto prefabbricato per l’edilizia come blocchi, pavimentazioni autobloccanti e tubi, e si è in