L'olio italiano e la sfida della qualità

Page 91

4.1.2 Certificazioni di qualità regolamentate da norme volontarie

N

egli anni ‘90 la norma tecnica UNI EN ISO 8402 ha definito la qualità «come l’insieme delle caratteristiche di un’entità [sia essa un’attività, un processo, un prodotto, un sistema o una persona, o una qualsiasi loro combinazione] che ne determina la capacità di soddisfare esigenze espresse e implicite

del cliente. Ulteriori caratteristiche dei prodotti, quindi, possono essere “codificate” mediante forme di certificazione volontaria che attestano la conformità del prodotto ai requisiti della norma internazionalmente riconosciuta (emessa da organizzazioni internazionali UNI EN ISO) per cui ha ottenuto la certificazione. La certificazione accreditata da parte terza e indipendente è il mezzo con cui un’azienda, che vi aderisce volontariamente, può dimostrare agli stakeholder economici e sociali la conformità del suo sistema di gestione e dei suoi prodotti/servizi ai requisiti della norma internazionalmente riconosciuta (emessa da organizzazioni internazionali UNI EN ISO) e per cui ha ottenuto la certificazione. Attraverso l’implementazione del sistema di gestione, l’azienda costruisce una solida base per attivare un efficace e continuo processo di miglioramento, aumentare la propria capacità di soddisfare le esigenze e aspettative dei propri clienti nonché di gestire i rischi di impresa e accrescere la propria competitività sul mercato. La certificazione volontaria di prodotto e di processo (certificazione di filiera) è finalizzata a valorizzare il prodotto/processo agendo sulla sua identificazione e differenziazione. La certificazione di prodotto, in particolare, attesta che il prodotto presenta caratteristiche (chimico-fisiche, nutrizionali, sensoriali, ecc.) che si traducono in requisiti definiti, controllabili e misurabili, diversi o più restrittivi di quelli di legge. Nelle aziende di trasformazione e distribuzione si va diffondendo la certificazione volontaria di processo, la cosiddetta “filiera controllata” (per esempio percorso qualità CONAD), ovvero uno schema che integra la certificazione di prodotto, attestando la rintracciabilità del prodotto e garantendo che sono gestiti in tutte le fasi della filiera i requisiti igienico-sanitari secondo i criteri dell’HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point), per identificare i possibili rischi del processo produttivo, individuarne i punti critici e prevedere per ognuno di essi modalità di controllo tali da prevenirli. Al riguardo, è bene chiarire che le forme di autocontrollo certificate a livello volontario non escludono l’obbligo della codifica di determinate procedure regolamentate a livello cogente (reg. CE n. 178/02) e che interessano tutti gli operatori della filiera: produzione agricola; accettazione e stoccaggio della materia prima (processo primario); lavorazione/trasformazione (processi secondari); packaging, stoccaggio e trasporto; distribuzione e commercio. 91


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.