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MUTAZIONI RARE NEL MIRINO DELLA RICERCA

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EVENTI FELICI

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EUROPEAN CF CONFERENCE 2023

MUTAZIONI RARE NEL MIRINO DELLA RICERCA

Dal 7 al 10 giugno si è svolto a Vienna il 46° Congresso organizzato dalla Società Europea della fibrosi cistica (ECFS). Diverse relazioni sono state di ricercatori impegnati in progetti finanziati dalla Fondazione, come quelle delle ricercatrici Angela della Sala e Alessandra Murabito dell'Università di Torino, del gruppo di Emilio Hirsch (FFC#3/2022); quella di Ivan Lorè che ha mostrato i risultati del suo progetto in corso (FFC#7/2022) incentrato sullo studio di isolati clinici di Mycobacterium abscessus; quello di Cristina Cigana che ha presentato i dati di uno studio sulla relazione tra CFTR e l'infezione da SARS-Cov2. Sempre nell'ambito microbiologico, Maria Luisa Mangoni ha illustrato i risultati degli esperimenti sui peptidi Esc (FFC#4/2022) e la loro attività di potenziatori oltre che antimicrobica. Carlo Castellani (Istituto Gaslini di Genova e Direttore scientifico di Fondazione) ha partecipato alle sessioni sullo screening neonatale e la diagnosi precoce di FC. Il Congresso è stato occasione per fare il punto anche sulla terapia genica. In particolare Eric Alton, Imperial College di Londra, ha ricordato come negli ultimi anni siano stati migliorati i vettori per trasferire il gene terapeutico nelle cellule, abbassando così il rischio di attivare oncogeni, ovvero di inserirsi in porzioni del genoma non volute. Uno degli ambiti della ricerca, rilevante anche per la FC, riguarda infatti la possibilità di veicolare il farmaco (sia questo una molecola antibiotica, antinfiammatoria o un sistema di terapia genica) all'interno delle cellule bersaglio. Per questo, lo sviluppo di nanoparticelle (NP) in grado di trasportare tali composti (delivery) è stato oggetto di diverse presentazioni. La sfida per la FC è la capacità delle NP di muoversi attraverso il muco e, su questo tema, è stato presentato anche il lavoro di Koen Raemdonck, partner del nuovo progetto strategico della Fondazione, GenDel-CF, coordinato da Anna Cereseto dell'Università di Trento, moderatrice di questa sessione. La presentazione di Raemdonck, Ghent University (Belgio), era incentrata sui risultati di esperimenti per l'utilizzo di nanoparticelle da trasportare nel polmone, cariche di mRNA di CFTR. È stata mostrata l'efficacia e commentate le possibilità di bypassare la barriera naturale data dal muco attraverso opportune modifiche chimiche alle NP.

Molta attenzione è stata riservata alle mutazioni rare. Dalla presentazione Mutazioni rare e modulatori: cosa manca? di Jeffrey Beekman (Centro di Medicina rigenerativa dell'Università di Utrecht, Paesi Bassi) è emerso che, delle 2.114 mutazioni sul gene CFTR associate a FC, il 38,6% sono missenso. Tra le varianti del gene CFTR che causano la fibrosi cistica - presenti nel database CFTR2, che usa le informazioni cliniche di 89 mila persone con FC - il 18% potrebbe essere trattato con i modulatori attualmente disponibili. E questo potrebbe valere per il 96% delle persone con FC di etnia nordeuropea.

Fabrice Lejeune dell'Università di Lille (Francia) ha invece parlato dei meccanismi per il recupero delle mutazioni stop e fatto il punto su alcuni composti in sviluppo. Tra quelli citati dal ricercatore c'è Ataluren (principio attivo del farmaco Translarna per la distrofia muscolare di Duchenne) che non ha però dimostrato benefici clinici in studi di fase 3; ELX-02 che non ha dato risultati apprezzabili nello studio di fase 2; la molecola NV245 della ricercatrice Ivana Pibiri dell'Università di Palermo, finanziata da FFC Ricerca, recentemente presa in licenza da un'azienda farmaceutica. Lejeune ha aggiunto a questa lista di molecole anche DAP (2,6-diaminopurine), composto estratto dal fungo Lepista flaccida e sviluppato nel suo laboratorio, che ha mostrato risultati promettenti in esperimenti in vivo, recuperando l'attività di CFTR con mutazioni di stop come W1282X.

Ermanno Rizzi

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