Mondo_ex

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scrivere questo libro su un mondo «ex». Sapevo a quale rischio anda­ vo incontro. La soluzione mi sembra però appropriata ad una reaùà sulla quale non abbiamo più presa. La lingua francese, conservata talvolta COrM una sorta di sfida o di rischio, soprattutto nell'epoca stalinista, mi ha aiutato da quando ho lasciato la ex-Iugoslavia. Me ne sono servito abbondantemente, da quando io stesso sono emigrato, fra asilo ed esilio, durante questi ultimi anni passati a Parigi e poi a Roma. L'ho fatta mia per quanto ho potuto. I destini si ripetono spes­ so nelle famiglie degli «ex». Un emigrato diventa di solito un nomade. Forse lo è per definizio­ ne. Ho viaggiato e continuo a farlo. Quest'opera si ricollega al mio Epistolario dell'Altra Europa (e alla sua versione russa, intitola­ ta Tra asilo ed esilio) . Nelle mie << lettere aperte» con le quali cerca­ vo di difendere, sotto il regirM di allora, un 'intellighenzia in pericolo all'Est, interpolavo a tratti delle riflessioni che si ritrovano anche qui, in un altro ordine di scrittura e di l.ettura. Ci sono libri la cui compo­ sizione non dipende soltanto dal loro autore. Ho pubblicato questo prologo nel 1994 quasi simultaneamente, a Parigi (su «Le Monde») e a Mosca (su «Moskovskie Novosti»), au­ spicando un dibattito sul mondo «ex». fl mio testo è stato ripreso da molte riviste straniere senza alcun seguito. Queste confessioni invita­ no però a un esame di coscienza del quale un gran numero di «ex», dovunque siano, prova bisogno.

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