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PASSI DOLOMITICI E MOBILITA’

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MARMOLADA

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uno strumento di ostacolo rispetto alla nostra economia» e per questo ha richiamato la necessità «di riguardare l'impianto delle norme affinché vi sia un reale equilibrio tra la tutela ambientale» e la «necessità di garantire alle nostre aziende di continuare a lavorare e, quindi, di dare opportunità di sviluppo e di occupazione sul nostro territorio, all'insegna di un rispetto maggiore del nostro ecosistema». L'approvazione della riforma costituzionale viene salutata con i toni entusiastici anche dal presidente della Camera, Roberto Fico. «Si tratta di un passaggio storico. Un segnale chiaro del Parlamento». Soddisfatte anche le associazioni ambientaliste: «La tutela dell'ambiente diventa un principio fondamentale della Repubblica», dice Donatella Bianchi del Wwf. Barbara Acquaviti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere della Sera | 9 Febbraio 2022

p. 10, edizione di Treviso-Belluno

Montagna, la legge in dirittura d’arrivo «Occasione unica anti-spopolamento»

M. G. Belluno La legge sulla montagna? «Una grande occasione per dare prospettive di sviluppo alle aree montane che, da oltre un decennio, registrano un drammatico spopolamento». Lo dice il presidente della Provincia, Roberto Padrin. Che ieri ha partecipato alla riunione indetta dal ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, per fare il punto sulla legge-quadro per la montagna, il progetto di legge con disposizioni in favore delle zone montane. «Abbiamo analizzato le bozze del progetto di legge che approderà in Parlamento tra poche settimane. La ministra Gelmini, che ringrazio per la disponibilità, ha individuato come orizzonte temporale la fine di febbraio» spiega Padrin. Sul tavolo della riunione, in particolare il cronoprogramma, col Mef (ministero dell’Economia e Finanze) che sta definendo la nuova classificazione dei Comuni di montagna e l’avanzamento di ulteriori proposte da inserire nella bozza che sarà portata in Parlamento, in particolare l’allargamento della metanizzazione e della rete digitale alle aree montane. Padrin ha focalizzato l’attenzione soprattutto sul recupero dei borghi montani, «indispensabile per rendere attrattivi i territori e accoglienti per le nuove professionalità di cui le nostre comunità necessitano. Però è necessario superare la parcellizzazione delle proprietà private che rende troppo spesso impossibile per i Comuni e gli enti locali proporre progetti di recupero». Sottolinea Padrin: «Il valore aggiunto di questo progetto di legge è che non si parla di sussidi alla montagna, ma di sviluppo omogeneo delle aree, con attenzione a cittadini e imprese, nella logica di tenere le persone a vivere nelle Terre Alte». Il presidente della Provincia ha chiesto alla ministra Gelmini la possibilità di valorizzare nel testo il ruolo dell’Upi (Unione Province italiane) e, in particolare, del coordinamento delle tre Province interamente montane, sottoscritto il 14 luglio 2021. «Le Province possono attuare politiche legate ai rispettivi piani strategici che ben si integrano nel quadro del progetto di legge. Che rappresenta un primo passo concreto verso una nuova visione della montagna e del ruolo delle Province montane».

Alto Adige | 10 febbraio 2022

p. 34

Pedaggi, non se ne parla Sì ai cartelli Unesco

MASSIMILIANO BONA Dolomiti Pedaggi sui passi, almeno per ora non se parla. Bocciata in Consiglio provinciale una mozione in questa direzione mentre è passata di misura (17 voti a 16) l'idea di «rendere chiaramente riconoscibile con cartelli posti lungo il perimetro l'area del sito Unesco, segnalando al contempo che si tratta di un'area sensibile». Un piccolo passo avanti verso una maggiore tutela ma anche un intelligente mossa di marketing. La mozione presentata dai consiglieri Unterholzner, A.Ploner, Faistnauer, F. Ploner, Köllensperger e Rieder è stata emendata da Unterholzner (Enzian) e Knoll, Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit), Mair, Leiter-Reber (Die Freiheitlichen) e Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol). Unterholzner: «Finora campagne poco coraggiose».Le premesse della mozione sono in parte condivisibili. Josef Unterholzner ha sottolineato che dopo l'attribuzione nel 2009 del riconoscimento dell'Unesco per le Dolomiti «la missione di tutelare questo ecosistema così sensibile era stata ed è spesso dimenticata». Ad oggi «non esistono per quest'area di 135 mila ettari, strategie orientate al futuro e decisioni in questa direzione da parte dei responsabili politici, del turismo e della Fondazione Dolomiti Unesco. A ciò si somma l'assenza di scelte coraggiose per quanto riguarda la mobilità, e - nonostante i buoni propositi espressi a suo tempo da Alto Adige Marketing - di campagne di sensibilizzazione per trasformare il turismo di massa in un turismo di

qualità». La mozione chiedeva poi di prendere da realtà come la svizzera Zermatt «rinunciando alla mobilità gratuita».Alfreider: «Ci stiamo lavorando al Ministero. Passi avanti per lo Stelvio».Per l'assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider sul tema si sta lavorando su più fronti. «Serve un cambio di paradigma e sono necessari tempo e preparazione. Si è riusciti a intervenire con una norma di attuazione, in modo da rendere possibile un pedaggio anche su una strada di collegamento come quella del passo Sella, ma va considerato che ci sono partner da considerare al di là del Passo. Da parte del Governo c'è maggiore attenzione, lo stesso ministro Giovannini era soddisfatto della proposta dell'Alto Adige e si stanno studiando le possibilità di modifica relative alle zone sensibili con l'appoggio dell'onorevole Schullian. Si sta lavorando anche per limitare gli accessi per via digitale, come si è provato a fare a Braies, ma bisogna fare attenzione ad altre disposizioni, quali ad esempio la privacy. Si lavora a regolamentazioni di questo tipo anche per il Passo dello Stelvio. Ci sono contatti con la Lombardia, ma ci vogliono tempo e pianificazione. L'obiettivo è di dare alle persone la possibilità di raggiungere queste località senza usare la macchina ed evitando intasamenti nel fondovalle. La mozione va respinta, mancano i presupposti giuridici».Kuenzer: «La Fondazione si è già attivatdi più fronti».Maria Hochgruber Kuenzer (Svp), referente altoatesina nel Cda Dolomiti Unesco, ha chiarito che la Provincia di Bolzano ha sempre messo in primo piano la particolarità dell'area. «È stato segnalato che sono necessari nuovi programmi per tutelare l'area, ma l'Alto Adige ne è solo una parte. Nel frattempo, sono state installate insegne ai limiti dell'area protetta per sensibilizzare di più sulla questione». Team K: «Il pedaggio sarebbe stato di grande aiuto».Paul Kölensperger (Team K), ricordando di aver firmato la mozione originaria, si è detto favorevole alla proposta, ritenendo «il pedaggio un passo importante per tutelare l'area sensibile Dolomiti Unesco, al fine di evitare il traffico e puntare a mezzi di trasporto più sostenibili».Verdi contro il pedaggio.Hanspeter Staffler (Verdi) ritiene che la proposta andasse nella direzione giusta. Ha ricordato che «nel 2009 nessuno pensava che la messa sotto tutela avrebbe attirato tanti turisti, promuovendo il contrario di quanto si voleva fare. I problemi sulle strade e i passi dolomitici ci sono da anni, e le proposte elencate possono andare bene, «tuttavia un sistema che prevede un pedaggio non aiuta a ridurre il traffico, e manca un riferimento alla limitazione, come a Braies, dove si stanno ipotizzando limiti di accessi giornalieri».

Alto Adige | 10 febbraio 2022

p. 6

«Dolomiti, troppo traffico» La proposta di pedaggio bocciata in consiglio Non passa la linea delle opposizioni. Ok solo alla nuova segnaletica

BOLZANO È stata bocciata, ieri in consiglio provinciale, un’articolata proposta dell’opposizione di istituire una serie di limitazioni al traffico nel territorio dolomitico. La mozione, intitolata «Piano strategico per la mobilità nell’area sensibile delle Dolomiti patrimonio Unesco», era stata firmata dai consiglieri del Team K, di Enzian, di Süd-Tiroler Freiheit, dei Freiheitlichen e di Perspektiven für Südtirol. In aula, il primo firmatario Josef Unterholzner (Enzian) ha sostenuto: «La missione di tutelare l’ecosistema dolomitico, dopo l’attribuzione nel 2009 del riconoscimento di Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, è stata dimenticata, non esistendo strategie né scelte coraggiose per quanto riguarda la mobilità. Nonostante i buoni propositi espressi all’epoca da Alto Adige Marketing di organizzare campagne di sensibilizzazione per trasformare il turismo di massa in un turismo di qualità, non sono state in realtà realizzate misure degne di nota, mentre i volumi di traffico ed inquinamento, anche acustico, sono arrivati a un punto di non ritorno. Per questo — ha aggiunto il consigliere Unterholzner — sono urgentemente necessari dei piani coerenti per indirizzare e gestire i flussi turistici, anche tramite contingentamenti e abolizione della mobilità gratuita verso le principali attrazioni, sull’esempio di quanto fatto a Gornergratt e Zermatt, in Svizzera». Fatta questa premessa, nella mozione si chiedeva di impegnare la giunta ad una serie di iniziative: rendere chiaramente riconoscibile, con cartelli posti lungo il perimetro, il territorio patrimonio Unesco, richiedere un pedaggio per tutti i veicoli con motori a combustione, consentire il passaggio gratuito ai veicoli elettrici, installare colonnine di ricarica ai piedi delle strade per i passi, coordinare tali misure con le Province limitrofe per un’applicazione omogenea, utilizzare i ricavi dei pedaggi per migliorie all’interno del sito Unesco e, infine, prevedere un efficiente sistema di trasporto pubblico. Tra i vari interventi in aula, Maria Hochgruber Kuenzer (Svp), quale responsabile nominata dall’Alto Adige per il cda della Fondazione Dolomiti Unesco, ha riconosciuto che sono necessari nuovi programmi per tutelare l’area, ma ha anche ricordato che l’Alto Adige ne è solo una parte. L’assessore provinciale alla Mobilità, Daniel Alfreider, nel suo intervento ha anche aggiunto una piccola nota personale, spiegando che egli stesso, vivendo vicino al Passo Sella, conosce bene la situazione del traffico: «I Comuni confinanti se ne occupano da ben prima del 2009 — ha spiegato l’assessore — Il ministro Enrico Giovannini è attento a questi temi e si stanno studiando varie possibilità per le zone sensibili. Si sta lavorando anche per limitare gli accessi per via digitale, come si è provato a fare a Braies, ma bisogna fare attenzione ad altre disposizioni, quali per esempio quelle sulla privacy. Si lavora a regolamentazioni di questo tipo anche per il passo dello Stelvio, con contatti in corso con la Lombardia, ma ci vogliono tempo e pianificazione. L’obiettivo è di dare alle persone la

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