
8 minute read
TRENO DELLE DOLOMITI: IL DIBATTITO
Corriere delle Alpi | 17 Aprile 2021
p. 21
Il treno per Cortina via Agordo
Gianni Santomaso Belluno «Il Bellunese deve dimostrare di essere un territorio adulto, in grado di prendersi la responsabilità di decidere in autonomia quello che è il miglior percorso ferroviario per il futuro della provincia».Il Comitato Ferrovia Dolomiti Bellunesi ha chiesto ufficialmente al presidente della Provincia di riunire tutti i sindaci bellunesi attorno a un tavolo per valutare i quattro progetti esistenti per raggiungere Cortina da Venezia viaggiando su rotaia. Lo ha fatto ieri pomeriggio nel corso della conferenza stampa online in cui ha presentato nei dettagli il quarto di tali progetti: quello del "Treno delle Dolomiti Venezia-Cortina lungo la Valle del Cordevole", redatto dall'architetto Stefano Dell'Osbel. Progetto che, secondo il comitato agordino presieduto da Paolo Selva Moretti, ha una serie di caratteristiche che lo rendono migliore degli altri: quello lungo la Valle del Boite (Ponte nelle Alpi - Longarone - Calalzo - San Vito - Cortina), quello lungo la Valle dell'Ansiei (Ponte - Longarone - Calalzo - Auronzo - Cortina), di quello che unisce Boite e Ansiei (Ponte - Longarone - Calalzo - Auronzo - San Vito - Cortina).Il tracciatoLo studio di Dell'Osbel prevede che il treno in arrivo da Ponte nelle Alpi esca da Belluno in affiancamento alla linea per Feltre, scavalchi i colli di Sois, Bes e Orzes grazie a una galleria da 1,6 chilometri, passi vicino alla nuova chiesa del Mas, poi risalga il Cordevole transitando per le stazioni di La Stanga e La Muda e la fermata de Le Campe e arrivi ad Agordo. Da qui il percorso riprende verso Taibon, Cencenighe, Avoscan di San Tomaso e, tramite un tunnel di 1,6 chilometri, arriva alla partenza degli impianti di Alleghe. Altri 900 metri di galleria e si arriva a Caprile da dove un ulteriore tunnel (di 13,7 o 12,8 chilometri, a seconda della soluzione che si sceglierà) porterà all'uscita di Cortina sud, la stessa dove ipotizza di arrivare il percorso lungo la Valle del Boite.Il confronto con gli altri tracciatiSia Selva Moretti che Gherardo Zaltron, pure lui del Comitato, hanno evidenziato la bontà del progetto e gli aspetti che dovrebbero farlo preferire rispetto agli altri. Primeggia sia per il minor numero di chilometri di gallerie (21,2 rispetto ai 28,2 del Boite, ai 28,8 dell'Ansiei e ai 25 dell'Ansiei/Boite) che per i tempi di percorrenza (1h 05 contro 1h 25, 1h 35 e 1h 50). Per quanto riguarda la lunghezza, con i suoi 72 km è invece secondo dietro al tracciato del Boite (69,5) e davanti ad Ansiei (84) e Ansiei/Boite (88).Punti di forzaPer il Comitato il tracciato agordino avrebbe un valore aggiunto a livello turistico. Non solo perché darebbe accesso al Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, all'Alta Via n.1 o a siti di grande valenza culturale come le miniere di Valle Imperina, del Fursil, il Museo di Papa Luciani e quello mineralogico, ma perché garantirebbe un collegamento con tutti i principali comprensori sciistici. «Da Cencenighe», ha detto Selva Moretti, «con una navetta in 10 minuti si arriva al San Pellegrino; ad Alleghe si scende e si è in pista; da Caprile in un quarto d'ora si arriva a Malga Ciapela e ci si collega con Arabba-Marmolada e con il Sellaronda, con la galleria si approda agli impianti di Cortina».I costiIl confronto fra progetti è stato fatto anche sui costi, calcolati in base a due parametri: quelli usati dalla Regione per il progetto lungo il Boite e quelli del Comitato. In base ai primi il più economico è quello del Boite (910 milioni di euro), seguito da Ansiei (940), Boite/Ansiei (1035) e Cordevole (1050); in base agli altri vince sempre il Boite (1100), seguono Ansiei e Cordevole (1250) e Ansiei/Boite (1350). --© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 18 Aprile 2021
p. 17
Binari per Cortina, ora si decide In pole position la linea Val Boite
IL CASO Il ministro alla transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto che i fondi del Recovery plan in infrastrutture saranno orientati prevalentemente verso la ferrovia piuttosto che l'asfalto, a meno che non si tratti di completare i progetti in corso o di piste ciclabili. Il presidente della Regione Luca Zaia e la sua vice, Elisa De Berti, si sono dunque convinti, una volta di più, a procedere rapidamente con la presentazione dell'ipotesi progettuale del Treno delle Dolomiti. Zaia aveva anticipato tempo fa che avrebbe svelato lo studio non appena fosse rientrato l'allarme più severo della pandemia. È dunque probabile che l'appuntamento maturi in maggio. Per dove transiterà il treno è top secret, ma indiscrezioni autorevoli lo danno per molto probabile lungo la Val Boite, quindi da Calalzo verso Tai di Cadore, Valle, Vodo, Borca, San Vito, Cortina. Ovviamente compirà un tracciato diverso dal trenino delle Olimpiadi del 1956, perché oggi c'è la pista ciclabile ad occupare la tratta ferroviaria.Il percorso si svilupperà in parte sulla destra del Boite, non attraverserà, dunque, tutti i paesi. Anche perché lo scopo è quello di portare i turisti il più rapidamente possibile da Venezia, in particolare
dall'aeroporto (dove arriverà prossimamente la ferrovia) a Cortina. Non è escluso che da Calalzo ad Auronzo venga realizzata una linea ferroviaria a scartamento ridotto per collegare la città delle Tre Cime e lo stesso Comelico. Salta, dunque, l'ipotesi per la Val Marzon ed il traforo sotto la montagna in direzione di San Vito o di Cortina. In queste settimane, invece, in Regione si è riflettuto sull'ipotesi di una direttissima per Belluno e l'Agordino con traforo fino al capoluogo ampezzano. La percorrenza è più breve ma si fa notare che bisognerebbe realizzare un tratto molto più lungo di ferrovia ed un traforo costoso. L'investimento che si immagina è, infatti, attorno ad un miliardo di euro. L'opera non sarà pronta per le Olimpiadi. È già molto se per quella data arrivasse l'elettrificazione fino a Calalzo. Per fine 2024 è dato per concluso il cantiere fra Belluno, Feltre e Montebelluna, per il quale esistono il progetto e i relativi finanziamenti. Da Ponte nelle Alpi a Calalzo l'elettrificazione è solo sulla carta. --fdm © RIPRODUZIONE RISERVATA
Gazzettino | 21 Aprile 2021
p. 11, edizione Belluno
«Il progetto del treno è avvincente»
Comitato treno delle Dolomiti in pressing verso amministrazioni e cittadini per fare massa critica attorno al progetto che prevede il passaggio in Agordino. Tra gli interlocutori privilegiati vi è la Provincia di Belluno che vede in maniera positiva questa ipotesi, «meritoria sicuramente di approfondimenti», come sottolinea Dario Scopel, consigliere delegato alla viabilità per Palazzo Piloni. «Il territorio, sia agordino sia cadorino, dica la propria opinione», l'appello del presidente Roberto Padrin. Come a dire, bene i comitati, ma escano pubblicamente, con ordini del giorno, documenti o raccolte firme, anche i sindaci, le associazioni di categoria, i sodalizi volontaristici che operano a favore della comunità e anche, più semplicemente, chi in queste terre alte ci vive e ci lavora.
LA POSIZIONE
«La proposta di linea ferroviaria in Agordino è sicuramente interessante, stando alla presentazione fornita dal Comitato - afferma il consigliere Scopel -. Per tempi di percorrenza e chilometraggio, sempre stando all'organismo presieduto da Paolo Selva Moretti, è un'ipotesi valida, e proprio per questo serviranno studi di fattibilità e approfondimenti. Per passare da una bella idea a un bel progetto sono necessari dati tecnici, costi/benefici e specifiche relazioni. Quanto all'ipotesi, è senza dubbio avvincente, anche se non credo che il trasporto merci sia fattibile (come ipotizzato a servizio di Luxottica ndr), senza prima adeguare la linea da Belluno verso sud». «La Provincia - evidenzia il presidente Padrin - ha un documento programmatico che si chiama Piano territoriale di coordinamento provinciale: approvato nel 2007, quando l'ente era elettivo, esso contiene già un progetto di sviluppo della ferrovia e prevede il percorso diretto da Calalzo a Cortina, via Valboite. Tutti gli altri itinerari proposti emergono da idee e volontà del territorio che andranno vagliati in sede di assemblea dei sindaci. Poi però bisogna capire quale infrastruttura vogliamo: un treno turistico che fa il giro delle Dolomiti? Un treno che collega nel minor tempo possibile la pianura a Cortina? Un treno solo passeggeri o anche merci? E nel secondo caso, è fattibile con l'infrastruttura ferroviaria esistente tra il Bellunese e Padova-Venezia?».
FONDI E TEMPISTICHE
«Per quanto riguarda tempistiche e iter futuri - spiegano Padrin e Scopel - al momento non siamo in grado di fornirne. Quel che è certo è che la provincia ha un bisogno estremo di collegamenti. E tutto quello che può agevolare l'infrastrutturazione, in maniera logica e ragionata secondo le esigenze del territorio, va bene. Servirebbero tempi rapidi. Ma altre opere viarie - come l'Alemagna e gli interventi di variante - ci mostrano che non è sempre semplice passare dal progetto all'opera finita e conclusa». «I finanziamenti delle grandi opere poi - concludono i rappresentanti della Provincia - sono uno dei principali punti di domanda. La mobilità ha dei capitoli particolari in sede europea. Sarà una sfida del territorio - della Provincia e della Regione, ma anche dello Stato - trovare il gioco di squadra più funzionale a portare prima di tutto attenzione e volontà, poi progetti e risorse». Raffaella Gabrieli © riproduzione riservata
Corriere delle Alpi | 28 Aprile 2021
p. 29
Treno, Bond sceglie l'Agordino «Idea valida per l'economia»
la posizione Bond sta col treno lungo il Cordevole. Il parlamentare bellunese di Forza Italia ha avuto modo di discutere con il Comitato ferrovia Dolomiti bellunesi sul progetto relativo al treno delle Dolomiti che da Ponte nelle Alpi intende raggiungere Cortina passando per l'Agordino. Uno dei quattro progetti in lizza. Il deputato feltrino non ha però dubbi. «Io aderisco all'idea del Comitato, presieduto da