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COLLEGAMENTO CORTINA – ARABBA - CIVETTA

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DOLOMITI IN TV

DOLOMITI IN TV

Corriere del Veneto | 6 Aprile 2021

Disponibile online qui: https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/politica/21_aprile_06/dolomiti-progetto-segreto-che-preoccupa-lunesco-bb9bbac0-96a4-11eb-9062-f607427fe665.shtml

Dolomiti, il progetto segreto che preoccupa l’Unesco Dopo un anno e mezzo di richieste la Fondazione Dolomiti non ha ancora avuto i documenti dei nuovi collegamenti previsti per le Olimpiadi di Cortina

di Marco Bonet Un anno e mezzo di domande rimaste senza risposta. E sì che a porle non sono petulanti umarell intenti a passare il tempo a bordo cantieri, ma la Fondazione Dolomiti, la Commissione italiana dell’Unesco, il Centro del Patrimonio Mondiale, il ministero dell’Ambiente. Niente, le carte del progetto dei nuovi impianti di collegamento che in vista delle Olimpiadi del 2026 dovrebbero unire Cortina ad Arabba e ad Alleghe, dando vita al più grande carosello sciistico d’Europa, non si riescono a vedere. Con una circostanza quanto meno curiosa: la Regione, che dovrebbe disporre di tutta la documentazione dal momento che non solo ha dato la massima copertura politica all’operazione (il presidente Luca Zaia ne parla come del principale progetto di rinascita della montagna veneta) ma la cofinanzierebbe pure, non mette però le carte a disposizione della Fondazione in cui siede come membro del consiglio di amministrazione, accanto agli altri attori del territorio. Se n’è parlato in almeno tre riunioni: il 13 gennaio, il 18 maggio e il 3 agosto 2020, sempre senza successo. E così cresce la preoccupazione di quanti, anche all’interno della stessa Fondazione, temono che l’Unesco possa ritirare il riconoscimento nel caso in cui si realizzasse senza concertazione un intervento che si incunea tra le vette Patrimonio dell’Umanità. La Regione L’assessore alla Montagna Federico Caner, interpellato dal Corriere del Veneto, ritiene «prematura» qualunque dichiarazione al riguardo, sebbene passati i Mondiali di sci il dibattito pubblico sia ora totalmente orientato alle opere da realizzare nei cinque anni che ci separano dalle Olimpiadi. Mario Vascellari, titolare della società che gestisce gli impianti della Marmolada e ideatore del progetto che realizzerebbe guidando una cordata di imprenditori del settore, non è invece mai stato raggiungibile. Quel che si sa, dunque, lo si sa solo grazie alle anticipazioni date da Zaia, alle indiscrezioni di alcuni siti specializzati, alle proteste degli ambientalisti (a cominciare da Mountain Wilderness) ma anche di alcuni amministratori locali, su tutti il sindaco di Livinallongo Leondro Grones, autore di una durissima lettera indirizzata proprio a Zaia, che lamenta, tra i tanti aspetti negativi, il mancato rispetto dei luoghi memoria della Grande Guerra.

Corriere del Veneto | 8 Aprile 2021

p. 7, edizione Treviso - Belluno

Caso Unesco, depositate due interrogazioni «Dolomiti, Zaia tiri fuori le carte dei nuovi impianti»

Ma. Bo. Venezia Là dove non è riuscita la Fondazione Dolomiti Unesco, ci provano le opposizioni in consiglio regionale, che chiedono con due interrogazioni al presidente Luca Zaia e all’assessore alla Montagna Federico Caner di tirare fuori le carte del progetto di collegamento Cortina-Alleghe e Cortina-Arabba, «così che si possa sviluppare un dibattito pubblico trasparente e corretto, alla luce del sole». Come ha scritto martedì il Corriere del Veneto , da più di un anno la Fondazione chiamata a vigilare sulle vette Patrimonio dell’Umanità sta cercando di avere informazioni sul progetto da 64 milioni annunciato a più riprese da Zaia come una delle opere simbolo della rinascita della montagna veneta ma di cui nessuno, a parte la Regione e i proponenti (una cordata di impiantisti capitanata da Mario Vascellari, titolare della cabinovia sulla Marmolada), conoscono i dettagli. In tre diverse occasioni ne ha discusso il consiglio di amministrazione della Fondazione (dove Caner siede in rappresentanza della Regione), dopo le richieste di chiarimenti arrivate dalla Commissione italiana dell’Unesco, il Centro del Patrimonio Mondiale, il ministero dell’Ambiente, ma senza che mai se ne riuscisse a venire a capo. «Il rischio concreto, come accadde a Vicenza in occasione della costruzione della caserma Dal Molin, è che l’Unesco metta in discussione il riconoscimento dato alle Dolomiti nel 2009 - spiega il capogruppo del Pd Giacomo Possamai, che ha depositato in consiglio un’interrogazione sul tema -. Sarebbe una sciagura per il Bellunese e per tutto il Veneto. Francamente non si riesce a capire

perché Zaia e Caner non vogliano tirare fuori le carte e ancor meno perché non le vogliano dare alla Fondazione, nel cui cda siede la stessa Regione. Le Olimpiadi di Cortina 2026, a cui pare si vogliano agganciare questi nuovi impianti, sono un’occasione straordinaria di rilancio e di visibilità internazionale per il nostro territorio; avremo tutti gli occhi puntati addosso, nel bene e nel male, per cui non si possono commettere errori. E non c’è dubbio che mettersi contro l’Unesco sarebbe un errore gravissimo. Senza contare che parte dei finanziamenti deriverebbero dal Recovery Fund, che fa della sostenibilità ambientale uno dei suoi cardini». D’accordo il dem Andrea Zanoni: «Ambiente e fondi pubblici è un binomio che richiede sempre la massima trasparenza e va superata questa sgradevole impasse per cui la Fondazione, creata per tutelare le Dolomiti, non riesce ad avere documenti relativi ad impianti che sorgerebbero nel cuore delle Dolomiti». Una seconda interrogazione è stata presentata dai Verdi: «È inammissibile che non si discuta di un progetto di privati finanziato al 50% con soldi pubblici - commenta la consigliera regionale Cristina Guarda insieme a Luana Zanella dell’esecutivo nazionale e Luigino Tonus di Belluno -. Un’attività produttiva con limitati benefici per l’occupazione che non solo aggredisce le Dolomiti con progetti invasivi e speculativi in aree di alto pregio ambientale e paesaggistico, con il concreto rischio di un depennamento delle Dolomiti dalla lista dei siti patrimonio Unesco, ma non tiene conto dei cambiamenti climatici e della necessità di ripensare il turismo in modo ecosostenibile»

Corriere del Veneto | 20 Aprile 2021

p. 6, edizione Treviso-Belluno

Dolomiti, il piano che spaventa l’Unesco in commissione Ambiente alla Camera Progetto da 64 milioni, la presidente Rotta chiede audizioni

Venezia Le opere per i Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, ed in particolare il progetto di collegamento Cortina-Arabba e Cortina- Alleghe «segreto» a tal punto che neppure la Fondazione Dolomiti Unesco è riuscita finora a vederlo, approdano in parlamento. La presidente della commissione Ambiente della Camera, la dem Alessia Rotta, ha infatti deciso di dedicare a questo argomento una serie di audizioni, con tutti i protagonisti della vicenda, dai componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione ai vertici dell’Unesco, dall’assessore regionale al Turismo e alla Montagna Federico Caner agli ideatori del progetto, ossia la cordata di imprenditori capitanata da Mario Vascellari. Le audizioni non sono ancora state calendarizzate ma la macchina organizzativa si è messa in moto e si vedrà se nel corso del dibattito in commissione si riuscirà a sapere qualcosa di più di questo progetto da 64 milioni destinato a rivoluzionare la mobilità nell’area (non solo quella sugli sci stando alle anticipazioni dei proponenti), che secondo il presidente della Regione Luca Zaia costituisce il fiore all’occhiello del piano di rinascita economica del Bellunese mentre per gli ambientalisti potrebbe costare alle Dolomiti il riconoscimento Unesco di Patrimonio dell’Umanità. Ambientalisti nient’affatto tranquillizzati dalle parole della vice presidente della Regione con delega alle Infrastrutture Elisa De Berti, che in più occasioni negli ultimi giorni, commentando la nomina dei commissari per l’Alta Velocità, ha auspicato la rapida creazione di identiche strutture commissariali anche in vista dei Giochi: «Vorremmo evitare di fare una figura barbina planetaria, per questo serve la nomina di un commissario: partiamo dalle varianti di Cortina e Longarone - ha detto ai quotidiani Gedi - ma poi ci sono impianti a fune, pista da bob, villaggio olimpico, ribaltamento del casello autostradale di Verona Sud. Dobbiamo accelerare». Parole, in particolar quel «non possiamo perdere due anni di tempo per la Via», che non sono piaciute al consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni: «La direttiva Via non prevede deroghe, neanche per i progetti legati ai Giochi olimpici. Non si possono fare deroghe sull’ambiente, a maggior ragione in un territorio patrimonio dell’umanità, nessuna scorciatoia ai danni della montagna. Ed è grave che un assessore regionale reputi queste procedure come scartoffie o, peggio, un fastidioso impiccio burocratico».

Corriere delle Alpi | 28 Aprile 2021

p. 11

Impianti a basso impatto per proteggere le Dolomiti

Belluno Servono approfondimenti tecnologici per realizzare impianti di risalita che limitino il più possibile il loro impatto sul paesaggio dolomitico. Se ne è discusso ieri in Commissione ambiente alla Camera dei deputati, dove si sta affrontando l'analisi delle soluzioni progettuali ipotizzate in vista delle Olimpiadi invernali di Cortina.«Le Dolomiti patrimonio dell'Umanità e le Olimpiadi 2026 non possono essere messe in contrapposizione. Serve un tavolo unico di confronto tra Stato, Regioni, Province, Comuni, Fondazione Unesco, una cabina di regia unica per condividere la futura realizzazione degli impianti a fune in montagna».Lo afferma Alessia Rotta, presidente della Commissione ambiente della Camera che ieri ha tenuto le audizioni sulle ipotesi dei collegamenti a fune che, è stato ricordato,

costituiscono un pezzo importante della mobilità in montagna. L'ecosistema della montagna e delle Dolomiti in particolare è molto delicato, ricorda Rotta, «da qui la difficoltà di realizzare collegamenti in grado di contemperare esigenze diverse legate alla mobilità, al turismo e all'ambiente. Vanno progettati nel dettaglio prendendo spunto dalle migliori esperienze esistenti in Europa. Il nostro suggerimento è di coinvolgere le istituzioni coinvolte e di affidarsi ai più accreditati politecnici italiani ed europei per lo studio delle soluzioni impiantisriche più innovative e meno impattanti», conclude la presidente. --© RIPRODUZIONE

Corriere del Veneto | 29 Aprile 2021

p. 3, edizione Treviso - Belluno

Caner: «Dolomiti, non c’è alcun progetto» L’assessore sugli impianti contestati: l’ipotesi avanzata dai privati viola i vincoli ambientali

Marco Bonet venezia Al momento non esiste alcun progetto di collegamento tra Cortina e Alleghe e tra Cortina e Arabba: «Siamo ancora nella fase della raccolta dei documenti e non è stato dato alcun incarico ad alcun professionista». In ogni caso, già si sa che non sarà possibile realizzare gli impianti proposti da alcuni imprenditori bellunesi perché «la Regione ha ben chiaro che si tratta di tracciati non percorribili dal punto di vista ambientale». Così l’assessore regionale al Turismo e alla Montagna Federico Caner ha chiarito martedì, nel corso delle audizioni convocate dalla presidente della commissione Ambiente alla Camera Alessia Rotta, la vicenda del progetto (ma forse a questo punto sarebbe meglio parlare di una semplice idea) relativo al collegamento tra Cortina e i comprensori sciistici del Civetta e del Sellaronda, più volte citato dal presidente della Regione Luca Zaia come uno dei fiori all’occhiello del piano di rilancio dell’economia del Bellunese. «C’è stato, quello sì, un passaggio politico con le vicine Province di Bolzano e di Trento - ha spiegato Caner - che hanno dato il loro assenso ad un piano complessivo di riordino della mobilità dell’area, teso alla riduzione del traffico automobilistico soprattutto sui passi. In questo senso, stiamo immaginando un sistema di mobilità alternativa, sostenibile, all’interno dell’area delle Dolomiti, basato su impianti a fune. Siamo, insomma, nulla più che alla definizione dell’obiettivo generale; più avanti, una volta raccolta la documentazione necessaria, procederemo con l’affidamento dell’incarico ai professionisti». Caner ha quindi confermato l’esistenza di un progetto messo a punto dai privati, «un gruppo di impiantisti di Arabba», ma ha escluso che possa essere preso in considerazione perché «non rispetta i vincoli imposti dalla legge Pecorario Scanio, che ci sono ben noti». Prima dell’assessore, i deputati avevano ascoltato la relazione del Segretario Generale della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, Enrico Vicenti, molto chiaro sui punti che più avevano preoccupato la Fondazione Dolomiti, ossia l’ente che vigila sulle montagne venete: «Occorre estrema cautela - ha avvertito Vicenti -. È infatti difficile immaginare che la realizzazione di ampliamenti dei comprensori sciistici già esistenti della dimensione ventilata possa essere compatibile con la tutela dell’integrità del Sito Patrimonio dell’Umanità. Di conseguenza forte sarebbe per il Sito il rischio, in caso di loro effettiva realizzazione, di venire iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale in pericolo con un conseguente forte danno di immagine per il territorio interessato e l’intero Paese». Dunque, «i progetti devono essere resi pubblici ed oggetto di consultazione con tutti gli attori interessati e vedere coinvolta sin dalla fase iniziale la Fondazione Dolomiti Unesco». Commenta Rotta, concluse le audizioni: «Le Dolomiti patrimonio dell’Umanità e le Olimpiadi 2026 non possono essere messe in contrapposizione. Serve un tavolo unico di confronto tra Stato, Regioni, Province, Comuni, Fondazione Unesco, una cabina di regia unica per condividere la futura realizzazione degli impianti a fune in montagna».

Corriere delle Alpi | 30 Aprile 2021

p. 29

La Regione dice no al collegamento tra Cortina e Arabba

il caso La Regione, per quanto di sua competenza, darà l'ok al collegamento tra Cortina, Cinque Torri, Caprile e monte Fertazza, quindi Alleghe. Quando, però, arriverà a Venezia il progetto di Mario Vascellari, Sergio Pra e gli altri impiantisti. Il secondo collegamento, ipotizzato dal passo Falzarego ad Andraz e, quindi a Cherz, sopra Arabba, «non si può fare». Parola di Federico Caner, assessore regionale al turismo. «L'ho spiegato anche agli investitori che hanno avanzato questa proposta», spiega Caner. «La loro idea era di attraversare un'area sottoposta a molteplici vincoli, impossibili da superare. Ho spiegato agli interessati che i vincoli imposti dalla legge Pecoraro Scanio non si possono cancellare, nemmeno modificare».Non si fa più, dunque, il secondo collegamento? «Si fa, trovando

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