6 minute read

“IO… NOI… SIAMO MISSIONE!” - Festa della Famiglia Canossiana - 18 aprile 2021 »

“Io… Noi… Siamo missione!”

Festa della Famiglia Canossiana - 18 aprile 2021

Advertisement

Domenica 17 aprile abbiamo vissuto un bel momento di famiglia e di spiritualità canossiana, in collegamento e in presenza in tanti punti d'italia: ringraziamo il Signore, chi ha contribuito e chi ha partecipato. S. Maddalena ci incoraggia a continuare insieme la sua missione con cuore grande. riportiamo qui l'intervento di madre Miriam Campisi che in conclusione ha sintetizzato le significative testimonianze sulla missione.

P. Francesco vercellone

“i o sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. bisogna riconoscere se stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare”. “Avrei bramato di potermi ridurre in polvere, se in quel momento avessi potuto dividermi per tutto il mondo, perché Dio fosse conosciuto e amato”.

Questi passi, tratti dalla evangelii Gaudium e dalle Memorie, dicono l’attualità del messaggio di Maddalena, in sintonia con la Chiesa del suo tempo e con la Chiesa di oggi. Sono la conferma che in Maddalena era presente una vera e propria chiamata alla missione, con tutta la forza che viene dallo Spirito.

A me il compito di concludere la ricca condivisione di testimonianze con una riflessione di sintesi sulle quattro testimonianze ascoltate alla luce di tre categorie.

L’ascolto di queste storie di vita mi ha ricondotto all'esperienza carismatica di Maddalena vissuta nella chiesa di San Nicolò dei Tolentini, a Venezia, non lontano dalla casetta in Campo Sant'Andrea, Sestiere di Santa Croce. Era l'aprile 1812 e Maddalena, con la compagna Betta Mezzaroli, era andata in questa chiesa mentre si celebrava la santa Messa in onore di un apostolo o evangelista, quasi certamente San Marco. Sentendo al Vangelo parlare

della «vita apostolica», capì che quello era lo stile di vita che Dio chiedeva alla sua nascente istituzione: “ogni volta, o quasi, che ascoltando la Messa sentivo il passo del vangelo: «euntes in universum mundum», senza saperne il motivo mi sentivo intenerire e riempire di consolazione; benché non fossi facile al pianto, mi venivano le lacrime agli occhi”.

Un primo elemento, comune sia alle testimonianze ascoltate sia all’esperienza di Maddalena, è proprio il contesto liturgico: in ascolto della Parola, l’atteggiamento di preghiera, durante una celebrazione eucaristica, porta sia Maddalena sia i nostri cinque testimoni a vivere gradualmente il dono di Dio che è stato loro consegnato, e che costituisce un aspetto essenziale del carisma canossiano: l’amore universale missionario.

Ci si può chiedere allora quale sia la connessione tra l’”euntes” e la risonanza interiore che ha avuto in Maddalena il

versetto di Marco 16,15-20 che è la consegna che Gesù stesso fa ai suoi, quando, dopo la risurrezione, li invia per una missione universale. “Andate”, indica un movimento di avvicinamento, di “prossimità”; nell’andare ci si avvicina agli altri. Gesù ha fatto questo per noi, si è fatto “prossimità”, perché incarnandosi si è “avvicinato” a noi, è venuto ad “abitare” in mezzo a L’invito ad andare è “in tutto il mondo”: indica cioè che l’annuncio è per tutti, non ,, noi. È lo stesso comandamento che ha dato ai suoi discepoli, “a due a due”, insieme; siamo ricondotti a quanto ci è selettivo, ma a dimensione universale. Il vero discepolo non esclude nessuno ,, ha detto Emanuele: la missione è “insieme, nel quotidiano e senza orologio”, sia in riferimento ad una comunità evangelizzatrice che educativa. L’invito ad andare è “in tutto il mondo”: indica cioè che l’annuncio è per tutti, non è selettivo, ma a dimensione universale. Il vero discepolo non esclude nessuno. La comunità dei discepoli è chiamata a vivere un movimento di avvicinamento, di prossimità, non di selezione, entrando così in tutte le culture, assumendo tutte

le lingue e raggiungendo i destinatari più diversi e più lontani: ritornano qui le testimonianze di P. Andrea, già missionario in Tanzania, e di Emanuele volontario in Congo.

La missione si realizza così in un contesto di annuncio, come ci hanno raccontato Donato e Daniela volontari in Croazia, e proprio come dice Maddalena: “vorrei potessimo far tutto e in ogni luogo, ma essendo tanto piccoline, almeno potessimo operare dove è maggiore il bisogno”.

È proprio questo movimento, l’“andare in tutto il mondo”, che fa intenerire Maddalena e la riempie di consolazione, fino a farla piangere. La commuove il percepirsi coinvolta nella causa del Regno che è per tutti, partecipe della stessa missione degli apostoli a respiro universale. È allora possibile riconoscere due aspetti della missione in Maddalena: • la missione universale in senso geografico – “in tutto il mondo”; • la missione universale in senso umano – “tutta la persona”.

La missione universale in senso geografico, “in tutto il mondo”, è l’aspetto più conosciuto.

Sono moltissimi i testi di Maddalena che lo documentano. Eccone solo due: “Mi sentii disponibilissima ad andare, per il Signore e per il suo servizio, anche al Polo, se fosse stato necessario, benché abbattuta nelle forze fisiche”.

“Mia cara figlia, si governi e cerchi di terminare il suo raffreddore se vuole che andiamo a pellegrinare per l’universo mondo e dilatare l’istituto delle Figlie della Carità nel paese delle balene”.

La missione universale in senso umano, per “tutta la persona” nella sua completezza, è l’aspetto meno conosciuto, ma ugualmente presente in Maddalena che lo incarna nelle diverse realtà.

L’Istituto nascente doveva arrivare per quanto possibile a tutte le necessità della persona, in questo senso si può parlare di universalismo umano, antropologico, aperto a tutti i bisogni della persona. È la Carità universale, che si trova: • nel bisogno di EDUCARE, ascoltato nell’esperienza di insegnamento di Emanuele, in Congo e qui in Italia • nel bisogno di EVANGELIZZARE, raccontato da P. Andrea, da Donato e da Daniela; • nel bisogno di CONFORTARE chi si trova nelle “periferie del mondo” – come dice Papa Francesco - in carcere, o povero, o abbandonato…

È questo Amore universale che chiama alla missione; una chiamata ad andare collocata in un CONTESTO DI RICERCA tenace e continua del proprio “posto nel mondo”; ricerca che si realizza in alcuni luoghi, è abitata da persone, è caratterizzata da parole, sogni e segni diversi. È la storia di Claudia, che ci ha raccontato come, “passo dopo passo”, sta gradualmente scoprendo il “gran dono della vocazione a questo Santo istituto”, come dice Maddalena nella prefazione alla Regola Diffusa.

Sia la vocazione sia la missione sono dono!

Una voce che chiama, un mondo che attende, mani che si tendono, sguardi che accolgono… affascinata dal Suo amore e dalla bellezza dell’immenso cuore di Gesù Crocifisso, tra dubbi e ostacoli, Claudia si è messa in sintonia con questa voce, è stata più volte sollecitata da eventi e persone, e ha intuito che la vita è qualcosa di meraviglioso, perché – come dice ancora Maddalena nella Regola Diffusa – il dono della vocazione e la scoperta della missione sono simili ad un “piccolo seme che sta crescendo”: “Si tratta di più… Si tratta inoltre…”!

È il sogno che Maddalena propone ancora oggi a Claudia, a P. Andrea, ad Emanuele, a Donato e Daniela; a ciascuno di noi là dove siamo: vocazione e missione sono dei doni, e come tali sono dinamici e camminano con la storia e dentro la storia; attirano e fanno sognare in grande, perché ciò che è offerto è così bello da non potervi rinunciare!

“Si tratta di più… si tratta inoltre”: ciascuno di noi è chiamato a riscoprire la grandezza di donare e il valore del servire che apre e libera il cuore; ciascuno è chiamato a vivere l’avventura di rischiare e di giocarsi per annunciare “il più Grande Amore”.

Affascinati dalla Parola, che ci riempie di passione il cuore, seguiamo insieme Gesù e la sua Croce, che sostiene la nostra missione.

m. miriam Campisi