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DISEGNO DI ELENA PONGIGLIONE

LA POSTA DI DOC HOLLIDAY

Victor Mature, il grande Doc Holliday

Gent.mo dottor Fava "doc Holliday", ho appena visto in sala un vecchio film girato a Genova con Victor Mature e mi rivolgo a Lei, in quanto con questa rubrica rende omaggio a uno dei grandi personaggi interpretati dall'attore, forse il più importante della sua carriera. Per Lei, Mature era un bravo attore o era solo un bisteccone? Ed è vero che aveva origini italiane, come ho letto da qualche parte? Cordiali saluti. Pasquale Musso – Genova Caro Musso, il film di cui lei parla è presumibilmente “Interpol” (1957) di John Gilling (in originale “International Police” o “Pickup Alley”) di cui ha scritto recentemente Renato Venturelli proprio in Film Doc n.95 del 6 Novembre 2011. Venturelli ricordava che era stato ampiamente girato a Genova -via Balbi, il Lagaccio, il Ponte di Carignano, eccetera- ma che la nostra città non vi era menzionata, camuffata, secondo la necessità della sceneggiatura, principalmente da Atene, e forse anche da altri luoghi. Al fianco di Mature recitarono attori di buon livello, o comunque di buona notorietà, come Anita Ekberg, Trevor Howard, Bonar Colleano. Per venire al succo della sua domanda credo si possa rispondere che Victor Mature era tante cose insieme: al tempo stesso un bravo attore e, come dice lei, un “bisteccone”. In una prima parte della carriera egli apparve in film di notevole importanza. Ad esempio, come ricorda il lettore, in “Sfida infernale” (My Darling Clementine, 1946) di

Forza Italia  • 07 •

John Ford dove fu appunto a fianco di Herry Fonda - nella parte di Wyatt Earp - il Dr. John “Doc” Holliday: anni dopo dopo in “Sfida all’O.K.Corral” (Gun fight at the O.K. Corral) lo stesso personaggio venne interpretato da Kirk Douglas mentre la parte di Wyatt toccò a Burt Lancaster. Nel 1947 Victor Mature fu invece il gangster Nick Bianco nell’ottimo “Il bacio della morte” (Kiss of Death) del grande Henry Hathaway, ricordato soprattutto perché fu il film di esordio di Richard Widmark nella parte di un sadico, Tommy Udo, che lo rese famoso. Si può dire che ancora per un decennio Victor Mature ebbe una carriera di successo ove appunto interpretò parti di buon livello o comunque di successo. Ricordo “Il gigante di New York” (Easy Living, 1949) di Jacques Tourneur a fianco di Lizabeth Scott, Lucille Ball e Lloyd Nolan. Oppure il gigantesco Sansone irretito da Dalila (Hedy Lamarr) in “Sansone e Dalila” (Samson and Delilah, 1949) di Cecil B. De Mille, allineando poi altri personaggi epici ad esempio ne “La tunica” (The Robe, 1953) di Henry Koster con Richard Burton e Jean Simmons. Via via con il passare del tempo Victor Mature si gonfiò, sia fisicamente che professionalmente, pur con qualche momento di maggiore credibilità come in “Controspionaggio” (Betrayed, 1954) di Gottfried Reinhardt ove, opposto a Clark Gable impersonava un capo partigiano olandese traditore. Di classe anche il resto del “cast” con Lana Turner e soprattutto Louis Calhern, O.E.Hasse e Wilfrid Hyde–White. Mature era nato nel 1913 a Louisville nel Kentucky (secondo altre fonti nel 1915) e morì nel 1999 in una “community”, Rancho Santa Fe, in California. Malato da diversi anni e da diverso tempo lontano dal cinema. Salvo un mio errore la sua ultima, fugace apparizione fu in un toccante film del 1979 “Oltre il giardino” (Being

There) di Hal Ashby, cavallo di battaglia di Peter Sellers, a fianco di molti tipici attori hollywoodiani, fra cui Shyrley MacLaine e Melvyn Douglas. Fu, nei pregi e nei difetti, con la sua ostentata tipologia da italo-americano atletico, una tipica figura post bellica, completamente superata dai tempi e dalle mode. Era di padre italiano, Marcello Gelindo Maturi (un arrotino nato a Pinzolo in Trentino quando faceva ancora parte dell’Austria-Ungheria, ed emigrato negli Stati Uniti nel 1912) e di un oriunda svizzera, Clara P.Ackley. Come si vede il suo cognome era un vago arrangiamento americano dell’originale trentino. Ebbe ben cinque mogli ed una figlia. Partecipò alla Seconda Guerra Mondiale come sottoufficiale del Coast Guard.

Per scrivere a Claudio G.Fava: claudio.g.fava@village.it

[ di Giovanni Robbiano ]

VERRANNO RECUPERATI IN TV FILM INEDITI O POCO VISTI DI GIOVANI AUTORI LIGURI

Non fiori ma opere di bene…! M

I È VENUTO in mente questo titolo ma una ragione c’è e la spiego. Premessa, questa volta non tratto di un film piccolo o medio che sia ma di una iniziativa che spero possa avere un senso. Da qualche tempo collaboro con una tv privata genovese, da tempo in precaria situazione e da qualche mese nelle mani di un nuovo gruppo: la gloriosa TeleGenova. Non sto a parlare dei problemi enormi che si debbono affrontare per risollevare un marchio che era finito in pesanti sofferenze, intanto ci vuole molto tempo e molto lavoro e i primi segnali di un nuovo rilancio si vedranno da qui in avanti, lentamente ma si spera costantemente; parlo piuttosto del desiderio di rilanciare una voce storica con idee possibilmente interessanti. Il che non vuol dire necessariamente idee nuove: la pretesa di fare qualcosa di nuovo in televisione ci ha

regalato alcuni dei programmi più avvilenti di sempre. Certo un po’ di gusto e qualche intuizione non guastano ma su questo vedremo. La prima cosa a cui ho pensato assumendo il mio “incarico” è stata l’idea che film, magari visti poco, potrebbero suscitare interesse e tenere la gente seduta davanti allo schermo, il che è poi quello che conta nel nostro caso, noi non dobbiamo manipolare le menti, dobbiamo solo far passare un po’di pubblicità… Così siamo andati in cerca di accordi e posso anticiparlo, tra qualche settimana cominceremo a programmare classici, filmoni in bianco e nero, comiche, anche capolavori: sembra non interessino a nessuno e con le dovute proporzioni, te li tirano dietro…E allora, ho pensato, e se cercassi di recuperare quei film che non sono mai usciti, alcuni oggettivamente brutti ma tanti decenti e perfino decorosi? E via una campagna di ricerca che necessariamente è partita da Genova e dintorni: così posso annunciare che cominceremo a trasmettere, “hic et nunc” alcuni dei film più o meno recenti prodotti nelle nostre contrade,

anzi per lo più autoprodotti. Cominciamo con Il Metodo Orfeo, di Filippo Sozzi del 2008: un piccolo horror sorprendentemente gradevole, che ha raccolto qualche premio ed è stato gestito con grande professionalità e ottimo risultato tecnico da uno staff quasi integralmente genovese, a partire dal regista – sceneggiatore (con l’aiuto di Sabrina Sappa e Alessandro Gentini) , il cast artistico (Riccardo Traverso e Cecilia Nesti con l’apparizione del nostro feticcio Alberto Bergamini) , la fotografia (Sara Fenu) e produzione tra cui a braccio non me ne vogliano gli altri cito l’amico Stramaglia… Un manipolo di ex allievi della gloriosa Sdac di Maurizio Gregorini che ha sfornato in tanti anni un buon numero di futuri professionisti o amateurs di livello come il buon Filippo. Due parole sul film, è un classico archetipo del genere, lo scrittore che assieme alla compagna affitta una casa isolata, qui all’Elba, anche se la location non viene contestualizzata, per scrivere un thriller, peccato che, come nei classici del genere, la villa sia stata luogo di una strage efferata… Il protagonista ci va apposta, convinto che la discesa in quel luogo di sofferenza ag-

giunga valore alla sua opera, e ovviamente se ne pentirà. La volontà è proseguire in questa ricerca, andando anche a scovare opere più lontane nel tempo di ambiente e produzione genovese e oramai perse in qualche mensola, invisibili da tempo o addirittura da sempre: piccole rassegne di cortometraggi, film indipendenti girati rompendo i salvadanai, qualche operazione maggiormente ambiziosa che magari ha avuto poca fortuna. I contatti sono stati presi, ci sono almeno una decina di prodotti pronti, l’invito a chi mi legge è di farsi vivo, segnalarmi il suo film o il film di qualche conoscente: mi trovate a giorobbiano@gmail.com, a voi la palla, attendo con curiosità. MARZO - APRILE 2012 FILM DOC

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