Cantieri del documentario

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CANTIERI DEL DOCUMENTARIO PALERMO 3-14 DICEMBRE 2008

Inaugurazione della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia Corso di Documentario storico artistico e Docu-fiction Stati Generali del Documentario Italiano The Best of Fest: rassegna dei migliori titoli selezionati dai festival italiani di documentario Tavole rotonde, incontri e dibattiti sulle forme e i linguaggi del cinema del reale


CANTIERI DEL DOCUMENTARIO un progetto a cura di Alessandro Rais coordinamento Ignazio Plaia La terza edizione degli Stati Generali del Documentario Italiano è a cura dell’Associazione Doc/it Programma: Mariangela Barbanente, Michele Mellara, Alessandro Rossi in collaborazione con: Mario Balsamo, Emanuele Svezia, Gioia Avvantaggiato, Alessandro Signetto, Valentina Brero, Federico Schiavi, Raffaele Brunetti, Valeria Caggese, Massimo Arvat, Paolo Pallavidino Segreteria, rassegna film e ospitalità: Lorenzo Burlando, Elisa Trento, Alessandra Matera Coordinamento organizzativo a Palermo: Cristina Alga, Filippo Pistoia (CLAC - Centro Laboratorio Arti Contemporanee) Ufficio stampa “Cantieri del Documentario”: Barbara Perversi Ufficio stampa Doc/it: Mongini Comunicazione Ufficio stampa Presidenza Regione Siciliana c/o Ass. Beni Culturali: Laura Compagnino Progetto grafico: Guido Mapelli (Assessorato Reg. Beni Culturali, U.O. 21) Coordinamento redazionale del catalogo: Marcello Alajmo (Assessorato Reg. Beni Culturali, U.O. 33) Schede: Marcello Alajmo, Cristina Alga e Lorenzo Burlando Impaginazione del catalogo: Salvo Aleo Foto di copertina: Simona Scaduto Allestimento esterno: Alessi spa, Exporre allestimenti Allestimento sala stampa: Logistica: Novaservice srl, Palermo Stampa: Eurografica srl, Palermo Catering: Petit Cafè Nobel, Palermo Responsabile tecnico proiezioni: Danilo Flachi Service proiezioni: Cinemeccanica, Palermo Media partner: Si ringrazia la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Presidente: Francesco Alberoni Direttore Generale: Marcello Foti Conservatore della Cineteca Nazionale: Sergio Toffetti Direttore didattico della Sede Sicilia: Antonino Buttitta Direttore della Sede Sicilia: Bartolomeo Corsini Si ringraziano per la preziosa collaborazione: Archivio Ducrot, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo, Cineteca di Bologna, Panaria Film; Francesco Alliata, Vittoria Alliata, Francesca Angelucci, Maria Bonanno, Benedetta Cacicia, Giuseppina Cannonito, Enrico Carapezza, Flavio Casgnola, Carlo Cresto-Dina, Piero Di Domenico, Magda Diliberto, Gaetano Dolcemascolo, Gianluca Farinelli, Franco Fidelio, Rosa Maria Foderà, Sergio Gelardi, Silvana Genova, Federico Lazzaro, Annick Le Jan, Pietro Lo Monaco, Luca Lucchesi, Alina Marazzi, Denise Marfia, Rita Marino Giovenco, Sara Massa, Eliana Mauro, Catherine Mc Gilvray, Mario Milone, Donatella Palumbo, Alessandra Perrone, Caterina Pilenga, Graziella Pitrolo, Salvo Prestifilippo, Daniela Prinzivalli, Antonio Provenzani, Antonella Purpura, Lucia Roca, Simona Scaduto, Giuseppe Schillaci, Ettore Sessa, Fabio Severino, Silvia Signorino.


RAFFAELE LOMBARDO Unione Europea POR Sicilia 2000-2006. Sottomisura 5.01c Evento inaugurale della sede che ospiterà il Dipartimento di Documentario, l’Archivio Regionale ed il Laboratorio Sperimentale del Cinema, dell’Audio-visivo e delle Nuove Tecnologie presso i Cantieri Culturali della Zisa” Codice Monit n. 1999.IT.16.1.PO.011/5.01c/9.3.13/0006 Regione Siciliana Presidente: On. Raffaele Lombardo Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione Assessore: On. Antonello Antinoro Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e dell’Educazione Permanente Dirigente Generale: Avv. Romeo Palma Servizio Film Commission Regione Siciliana Dirigente del Servizio e Funzionario delegato per la realizzazione dell'Evento: Alessandro Rais Alessandra Patti, Antonella Molene Servizio Film Commission Regione Siciliana Unità Operativa XXXIV - Interventi Finanziari Cinema e Audiovisivi Dirigente dell'Unità Operativa e Responsabile del procedimento: Lucrezia Fricano Ignazio Plaia (Responsabile istruttoria del procedimento), Domenico Presti, Luisa Fileccia (Responsabile del monitoraggio) Servizio Film Commission Regione Siciliana Unità Operativa XXXIII - Filmoteca Regionale Siciliana Dirigente dell'Unità Operativa: Laura Cappugi Marcello Alajmo, Gabriella Di Salvo, Nadia Volpe, Domenico Calabrò, Maurizio Spadaro Servizio Patrimonio Dirigente del Servizio: Benedetta Cacicia Servizio Patrimonio - Unità Operativa XIII Dirigente dell'Unità Operativa: Giuseppina Cannonito Sara Massa (Responsabile istruttoria del procedimento)

Servizio Film Commission Regione Siciliana Via delle Croci 8, Palermo filmcommission@regione.sicilia.it tel. 091 7071481 / 091 7071835; fax 091 7071713 U.O. XXXIII - Filmoteca Regionale Siciliana cinema@regione.sicilia.it Via Nicolò Garzilli 34 e 38, Palermo tel. 091 9827830 / 091 9827831; fax 091 9827832

Presidente della Regione Siciliana Oggi inauguriamo una struttura in grado di mostrare sia la caratura internazionale della Sicilia, sia la grande attenzione dell'amministrazione verso i giovani artisti della nostra regione e dell'area euromediterranea. La Sicilia si candida a divenire il punto di riferimento per la formazione dei registi. Ai Cantieri Culturali alla Zisa si svilupperà un centro per la produzione di documentari storici e artistici, in grado di essere competitivo a livello mondiale grazie anche alle avanzate tecnologie presenti. Sarà questa una delle tante eccellenze che verranno realizzate in questa regione. Il nostro obiettivo è infatti quello di rendere la Sicilia protagonista, con un ruolo riconosciuto nell’Europa e nel mondo. Per farlo stiamo operando seguendo differenti linee guida. Prioritariamente l’impegno è rivolto a una strategia di sviluppo che parta dal basso. Non è più pensabile che scelte fatte altrove ricadano sulle spalle dei siciliani, imponendo modelli di sviluppo e crescita non compatibili con le istanze e le peculiarità dei territori. In questo ambito si inserisce la scelta di investire sul cinema, quale opportunità economica e strumento di crescita culturale. Creare un’industria di settore in Sicilia ha due obiettivi. Uno è quello di far conoscere l’immenso e pregiatissimo patrimonio ambientale e culturale dell’isola, già di per sé veicolo di attrazione di investimenti, offrendo al tempo stesso professionalità siciliane di alto livello. L’altro è quello di potenziare il know-how esistente per dare vita, in questa regione, a tematiche e proposte assolutamente innovative che siano da punto di riferimento in tutto il mondo. I professionisti che le università siciliane formano con ottimi risultati, devono avere la possibilità di scegliere dove lavorare, non può essere un'imposizione dettata dalla necessità e dall’impossibilità di trovare ruoli adeguati. Per realizzare questo ambizioso progetto abbiamo scelto di investire fondi secondo una ripartizione intelligente ed oculata, nella consapevolezza che i finanziamenti a pioggia siano inutili perché si disperdono, senza raggiungere gli scopi prefissati. La razionalizzazione delle risorse è uno dei doveri che abbiamo nei confronti dei cittadini e di questa terra. Stiamo lavorando al meglio delle nostre possibilità per rispettare questo imperativo categorico. Su questo cardine abbiamo impostato la nostra azione di governo, assumendoci la responsabilità di compiere scelte drastiche su temi importanti come la sanità e la gestione ed organizzazione dei criteri di spesa dei Fondi europei. Abbiamo messo mano con grande decisione e con inevitabili incomprensioni alla modernizzazione ed all'efficienza della pubblica amministrazione che è e dovrà essere ancor di più al servizio del cittadino e come tale deve offrire, in maniera snella e veloce, servizi efficienti ed efficaci alla collettività. Stiamo lavorando per creare in Sicilia un turismo culturale che sia volano di sviluppo ed al tempo stesso motore propulsore per la tutela delle bellezze storiche ed ambientali della Regione. La Sicilia è un luogo incantato. Una terra bellissima. In questa scuola si formeranno autori e registi che racconteranno la storia e le meraviglie di questo angolo di paradiso unico al mondo.

U.O. XXXIV - Interventi Finanziari Cinema e Audiovisivi uo34bca@regione.sicilia.it Via delle Croci 8, Palermo tel. 091 7071481 / 091 7071835; fax 091 7071713

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ANTONELLO ANTINORO

DIEGO CAMMARATA

Assessore Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione

Sindaco di Palermo

La sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia, Corso di Documentario Storico Artistico e Docu-fiction che oggi si inaugura, costituirà un’importante occasione di sviluppo per la nostra terra. La scuola, struttura di altissimo profilo, unica nel suo genere in Italia, consentirà la formazione di film-maker, con un bagaglio professionale di altissimo profilo. L’attenzione principale, ovviamente, è rivolta ai giovani che vogliono investire sul proprio futuro, acquisendo professionalità e know-how da affermare in campo nazionale ed internazionale. Professionalità che possano trovare un loro ruolo ed una loro dignità anche in Sicilia per arrestare la fuga di cervelli che, da anni, si ripete nel Mezzogiorno d’Italia. La sfida che vogliamo vincere, infatti, è quella di creare un'industria cinematografica in Sicilia, che possa da un lato, sviluppare progetti, idee e tematiche di grande interesse sotto il profilo della crescita culturale e sociale dell’isola, dall’altro, contribuire a far conoscere le professionalità esistenti sul territorio, dando loro nuove opportunità di lavoro, favorendo anche la crescita ed il consolidamento del know-how presente nell'isola. Per farlo abbiamo messo in atto una serie di interventi a sostegno del settore cinematografico, di cui la sede Sicilia del centro sperimentale di Cinematografia rappresenta una tappa. Innanzitutto si è creata una legge specifica in materia e successivamente sono state realizzate attività concrete quali la sottoscrizione dell’accordo di programma quadro Cinema “Sensi Contemporanei” con cui abbiamo cofinanziato il film di Marco Amenta, “La siciliana ribelle”, recentemente presentato al Festival del cinema di Roma; si stanno cofinanziando anche almeno altri 20 film, tra documentari e lungometraggi, fra cui i prossimi lavori di Franco Maresco, Roberta Torre, Giuseppe Tornatore, Stefano Savona, Alfonso Arau, Donatella Maiorca, Franco Battiato, Nello Correale. È stato scelto di investire risorse consistenti dei fondi europei a sostegno del cinema. Attraverso il Por Sicilia 2000/2006 sono stati finanziati i film: “Palermo Shooting” di Wim Wenders, “Rosso Malpelo” di Pasquale Scimeca, il documentario di John Turturro “Progetto Sicilia” e l’opera prima del siciliano Nello La Marca, ”La Terramadre”, selezionato al Festival di Berlino 2008. Ho sbloccato il fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo in Sicilia, finalizzato alla realizzazione di opere dirette alla valorizzazione del territorio regionale, alla promozione del patrimonio ambientale e naturale dell’isola ed all’attrazione nel territorio regionale di iniziative imprenditoriali che favoriscano l’occupazione e lo sviluppo. Inoltre esistono all'interno dell’amministrazione regionale due strutture, Cine Sicilia srl e la Sicilia Film Commission dedicate al settore. Adesso la scommessa è quella di mettere a sistema tutto l’esistente per farne un unicum che divenga il punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale per il cinema.

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La città di Palermo ha da oggi una Scuola di cinema. Si fa concreto il progetto che insieme alla Regione e al Centro Sperimentale di Cinematografia abbiamo avviato sette anni fa. Al Comune è toccato il compito di dare a questa Scuola una sede acconcia. Abbiamo ristrutturato ben tre padiglioni dei Cantieri culturali alla Zisa che dal prossimo mese di gennaio ospiteranno corsisti e docenti e che arricchiranno ulteriormente l’offerta culturale che questa straordinaria “cittadella” propone non solo alla città ma all’intero paese. Aule per l’attività didattica, teatri di posa, sale cinematografiche e multimediali, caffetteria e botteghe. Con questa inaugurazione Palermo paga con gioia il suo tributo all'industria del cinema, con l’auspicio di divenire sempre di più non solo set cinematografico ma anche centro esportatore di talenti. Questa amministrazione ha sempre creduto nell’apporto, non solo culturale ma anche economico che il cinema avrebbe potuto portare alla nostra città. È del 2003, quando ancora l’Assemblea regionale non aveva legiferato al riguardo, che a Palermo funziona regolarmente una film commission che in cinque anni ha sostenuto e favorito la produzione di centinaia di film documentari, docu-fiction, istant-movie. Ad essa si aggiunge, da qualche tempo, l’attività, ugualmente preziosa, della Sicilia Film Commission, istituita -con giusta attenzione a questo settore- dal parlamento regionale. Al Comune, dopo la realizzazione dei padiglioni (avvenuta con puntualità) toccherà sostenere la spesa relativa al funzionamento, pulizia e vigilanza. Insieme a questo parteciperemo con entusiasmo alla gestione della Scuola, così come la convenzione firmata nei mesi scorsi ci chiama a fare. Siamo certi che la sezione di Palermo della Scuola di Cinema funzionerà in maniera egregia: lo garantisce il nome e la storia del professore Antonino Buttitta, che è stato chiamato ad assumerne la responsabilità. E lo garantisce anche il patrimonio accumulato in questi anni dalla Scuola Nazionale di Cinema gestita con grande capacità tecnica, e altrettanta lungimiranza politica, dal professore Francesco Alberoni. Per i giovani cineasti palermitani da oggi c’è una grande opportunità: frequentare il Corso di Documentario Storico Artistico e Docu-fiction che selezionerà i giovani talenti siciliani e consentirà loro di annullare le distanze, fino ad oggi certamente penalizzanti, che ci sono fra la nostra città e i centri nazionali ed internazionali della formazione e produzione cinematografica. Questo luogo straordinario, realizzato grazie all’impegno dell’assessore comunale all’urbanistica Mario Milone e dei nostri tecnici, consentirà anche di ospitare a Palermo festival, incontri, convegni. L’appuntamento con gli Stati generali del Documentario italiano è la prima scadenza. Altri ne verranno e il Comune sarà partecipe, insieme alla Regione e alla Scuola Nazionale di Cinema, di proposte e realizzazioni. Questo progetto è divenuto realtà grazie all’impegno di tutti gli attori messi in campo. Continueremo ad impegnarci perché questo cammino cominciato oggi porti Palermo, e i suoi giovani talenti, sugli schermi di tutto il mondo.

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ROMEO PALMA Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e dell'Educazione Permanente

La Sicilia sembra essere una terra vocazionalmente predestinata al documentario. Uno scrigno di inesauribili risorse culturali, artistiche, sociali, antropologiche e paesaggistiche, che non ha mai smesso di suscitare la curiosità e l’entusiasmo dei cineasti: non soltanto di quelli ieri come oggi desiderosi di ambientare le loro storie in scenari naturali sempre diversi e di particolare suggestione, ma anche di quelli curiosi di esplorare le tante pieghe della realtà siciliana, insieme incline al mutamento come alla persistenza. E così, accanto ai nomi di siciliani illustri, come Francesco Alliata, Vittorio De Seta, Ugo Saitta, o il primo Giuseppe Tornatore, si sono via via aggiunti quelli di documentaristi altrettanto acuti nello sguardo - benché non siciliani - come Gianfranco Mingozzi, Giuseppe Ferrara, Mario Verdone, o gli stessi Gregoretti e Rossellini ed Antonioni: che proprio mentre lavorava ad un progetto di set siciliano finanziato dalla nostra Amministrazione, è scomparso, poco più di un anno fa. Ecco, far tesoro della propria tradizione per proiettarsi verso il mercato ed il futuro con strumenti nuovi e sofisticati: questo è il senso della nostra azione. In un panorama come quello italiano, in cui la produzione documentaristica - i cui meriti artistici è un onore sottolineare - sembra essere penalizzata da un pigro mercato televisivo interno e da una distribuzione cinematografica ancora troppo tradizionale, la Regione Siciliana ha voluto scommettere lavorando all'istituzione di un Istituto di alta formazione come la Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia che oggi inauguriamo. Investendo su questo progetto, destinato a formare giovani professionalità attrezzate di ampie competenze che le proiettino verso nuove fasce di mercato ed a muovere nel contempo un articolato indotto, il Dipartimento regionale dei Beni Culturali ha aggiunto un altro importante tassello all'azione che persegue da almeno due anni a questa parte nel senso dello sviluppo di una vera industria audiovisiva in Sicilia. Lo abbiamo fatto, lo facciamo e continueremo a farlo, movimentando in modo virtuoso risorse comunitarie, creando uno specifico “Film Fund” nel nostro Bilancio regionale, attivando accordi di programma che attingono a fondi statali, valorizzando i professionisti del settore che operano sul territorio regionale, creando servizi e competenze in grado di attrarre nell'Isola nuovi investimenti produttivi, investendo su tutti i livelli e gli ambiti della formazione specialistica, ed anche progettando nuove strutture destinate a dar corpo, in un futuro non lontano, all'idea di un territorio in grado di sostenere un ciclo produttivo completo nel campo del cinema e dell'audiovisivo. Con competenza e trasparenza, per un progetto che coniughi cultura e sviluppo nel senso pasoliniano di “progresso”, e consenta alla Sicilia di confrontarsi in modo maturo attraverso il linguaggio, le poetiche e le forme produttive del cinema e dell'audiovisivo con i più diversi interlocutori internazionali. Un plauso a tutti coloro che con intelligenza, passione ed abnegazione si sono prodigati per questo entusiasmante obiettivo programmato e avviato due anni or sono e l'augurio a tutti coloro che saranno formati al termine del ciclo di lezioni di portare sempre nella loro esperienza l'immagine prevalente della gente onesta e laboriosa di Sicilia.

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FONDAZIONE CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA La Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia è la più importante Istituzione italiana di insegnamento, ricerca e sperimentazione nel campo della cinematografia, intesa nel suo senso più ampio: film, documentario, fiction, animazione. Fra le sue finalità vi sono lo sviluppo dell'arte e della tecnica cinematografica e audiovisiva a livello d'eccellenza attraverso due distinti settori della Fondazione stessa: Scuola Nazionale di Cinema e Cineteca Nazionale. La Scuola Nazionale di Cinema, che ha la sede principale a Roma e sedi distaccate in Piemonte, Lombardia e Sicilia, si pone come missione lo sviluppo dell'arte e della tecnica cinematografica ai massimi livelli, per mezzo della ricerca, della sperimentazione, della produzione e dell’attività didattica. Costituisce un incubatore culturale dove confluiscono tutti i tipi di operatori nel campo della cinematografia: produttori, registi, fotografi, sceneggiatori, scenografi, attori, montatori, musicisti e tecnici del suono oltre a esperti della cinematografia digitale, docenti, studenti e studiosi di tutto il mondo. La Cineteca Nazionale conserva il patrimonio filmico italiano (circa 80.000 film di cui 2000 disponibili per la diffusione culturale) e si occupa della conservazione, l'incremento e il restauro delle opere. Svolge inoltre, in Italia e all'estero, un ruolo di valorizzazione e promozione di tale patrimonio culturale, anche mediante convenzioni con enti, istituzioni e associazioni culturali, scuole e università. Nel 2006, è inoltre nato, ad Ivrea - nei locali dell’ex-Olivetti - l’Archivio Nazionale di Cinema d’Impresa dove sono raccolti i fondi più importanti del documentario industriale italiano (oltre 25.000 bobine). SEDE SICILIA La Sede Sicilia, nata nel 2008 da un accordo tra il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Regione Siciliana ed il Comune di Palermo, ha come missione istituzionale quella di preparare e formare giovani Filmmaker in grado di operare, in termini di eccellenza, nel campo della cinematografia ma con una particolare specializzazione nel settore del Documentario e della Docu-Fiction storico artistica. Il CSC ha scelto di concentrare la propria attività e le proprie energie in questo settore per tre motivi. L’Italia ha un enorme patrimonio artistico ed una storia millenaria ma non l’ha mai raccontata né in forma letteraria, né in forma cinematografica come invece hanno fatto altri Paesi quali Francia e Gran Bretagna. Può farlo se si organizza esplicitamente allo scopo. Il secondo motivo è che la Sicilia, oltre ad avere un patrimonio artistico straordinario con una immensa stratificazione culturale, si trova al centro del Mediterraneo e appare dunque la Sede più idonea ad essere il motore di una iniziativa cinematografica volta a documentare e raccontare la storia e l’arte dei popoli e degli stati che vi gravitano attorno. Terzo motivo, il Cinema italiano, inoltre, ha un passato glorioso e resta di altissima qualità, ma oggi si trova in difficoltà per la concorrenza internazionale dominata dalla produzione di lingua anglosassone. La specializzazione e la creazione di una idonea struttura produttiva, possono però permettere di occupare nuovi settori nel mercato mondiale. È il caso della Docu-Fiction. Palermo potrebbe perciò diventare un importante polo creativo e produttivo. È in questa direzione che il CSC ha concepito e dato forma ad un progetto didattico incentrato su un’idea originale di cinema documentario e docu-fiction storico-artistica che si estende all’intera area mediterranea mediante studi, ricerche, accordi di produzione, coproduzione e distribuzione avvalendosi anche della CSC Production. Tutto questo con un rigore 7


ALESSANDRO RAIS Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia epistemologico che si declina in tutte le potenzialità espressive, spettacolari e comunicative specifiche del mezzo cinematografico. La Scuola si pone l'obiettivo di offrire ai giovani aspiranti cineasti un modello formativo in sintonia con la continua evoluzione di un mercato del lavoro globale e del progresso tecnologico, e di fornire un’approfondita conoscenza della Storia e dell’Arte europea e del Mediterraneo. La Scuola si rivolge, dunque, a giovani con solide basi culturali nel campo storico e artistico, che abbiano già maturato conoscenze ed esperienze nell’ambito audiovisivo e dato prova delle proprie capacità. Il percorso formativo è strutturato in moduli che comprendono: materie cinematografiche, generali e specifiche, ed insegnamenti umanistici finalizzati alla cinematografia. Il corso si sviluppa nell’arco di un triennio ed è riservato ad allievi provenienti da ogni parte del mondo. Il primo e il secondo anno sono dedicati allo studio con maestri del cinema-documentario e con professori delle materie storiche, artistiche e musicali. Il terzo anno è dedicato completamente alle attività pratiche, alle produzioni di documentari “classici” e “docu-fiction”, rivolte al mercato, commissionate da Istituzioni, strutture pubbliche e/o soggetti privati. L’impostazione didattica del corso intende porre in evidenza le interazioni e le problematiche tra le componenti scientifiche e umanistiche e i sistemi espressivi specifici dell’immaginario filmico, per delineare una figura professionale nuova in grado di coniugare: rigore scientifico, creatività, capacità di suscitare coinvolgimento ed emozione. La Scuola si avvale di qualificati docenti provenienti dal mondo del Cinema, dell’Università e della Ricerca, tra i quali Milly Buonanno, Antonino Buttitta, Giovanni Oppedisano, Rubino Rubini, Tommaso Strinati. Nel corso del triennio saranno organizzati incontri e seminari con personalità del mondo artistico, professionale e imprenditoriale per favorire una comunicazione di conoscenze ed esperienze, la più ampia possibile, della “realtà” nella quale i futuri cineasti si troveranno ad operare. La finalità ultima della Sede Sicilia di Cinema Documentario Storico e Artistico è di stimolare la nascita di un Centro di Produzione radicato nel territorio e proiettato nel futuro, che evolva in una Industria Cinematografica Documentaristica - vera e propria Fabbrica dell’Immaginario - in grado di raggiungere rapidamente una posizione leader nei mercati nazionali e internazionali di riferimento. La prestigiosa Sede, che dispone di una superficie coperta di oltre 1800 mq, situata nel padiglione n°6 presso i Cantieri culturali alla Zisa, rappresenta oggi, all'interno dell'area metropolitana della città di Palermo, il più importante esempio di recupero e di riconversione di un'area industriale altrimenti destinata alla demolizione. I Cantieri culturali (ex officine del mobilificio Ducrot) si distinguono come spazi storici identificandosi sempre più come luogo deputato alla sperimentazione del contemporaneo, all'incontro delle culture europee e mediterranee e, ancora, come luogo di confronto e fusione delle diverse arti e mestieri.

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Sicilia Film Commission IL CINEMA IN CANTIERE Siamo sempre stati convinti che il documentario fosse un punto di snodo essenziale non soltanto del linguaggio cinematografico, ma di ogni nuova progettualità che si misurasse con l’audiovisivo. Abbiamo disegnato a partire da questa idea il profilo e l’impianto teorico della Filmoteca Regionale Siciliana; e all’opera di documentaristi illustri abbiamo guardato in prima istanza quando ci siamo adoperati, anche in collaborazione con altre Cineteche di più consolidata storia ed esperienza, per il restauro e la valorizzazione di fondi cinematografici legati alla storia della cultura siciliana (Vittorio De Seta, la Panaria Film di Francesco Alliata, Ugo Saitta). E ancora (ma non soltanto) al documentario è stato significativamente orientato il nostro sguardo quando nel ‘94 abbiamo avviato il progetto “Cinema: lezioni siciliane” invitando nel corso degli anni illustri cineasti italiani e stranieri (con docenti come De Seta, Wiseman e Mingozzi accanto a nomi come Ruiz, Kiarostami, Amelio, Emmer, Lanci e Guédiguian) a tenere workshop intensivi a Palermo: dando una prima risposta alla forte richiesta formativa che verificavamo nell’Isola e ponendo così le basi per una progettualità didattica che sfocia ora nell’apertura della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia con il suo Corso di Documentario e Docu-fiction. E se all’interno della nuova Legge regionale sul Cinema (L.R. 16/2007) l’Assessorato regionale ai Beni Culturali ha recentemente attivato un Film Fund di sostegno alla produzione audiovisiva che non innalza steccati fra la fiction e il documentario, così come avviene nelle scelte dell’APQ Cinema e nella progettualità avviata da “Cinesicilia srl”, anche questo non è un caso. Siamo dunque felici che oggi, inaugurando la sede del CSC con questi “Cantieri del Documentario”, anche gli Stati Generali del Documentario Italiano - grazie alla preziosa collaborazione con l’Associazione Doc/it - possano concorrere a fare della Sicilia un moderno “cantiere aperto” della produzione audiovisiva. Infine: se parlo al plurale non è certo per malinteso sussiego. Al contrario: lo faccio perché mi è sempre stato chiaro che lo sforzo che portiamo avanti da oltre 15 anni all'interno dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali (prima soltanto come Filmoteca Regionale Siciliana, adesso anche come Sicilia Film Commission) è un duro lavoro di gruppo, che insieme con me ha sempre visto l’intelligenza e l'impegno, ben oltre l’ordinario dovere d’ufficio, di una pattuglia di “burocinèfili” (come ironicamente ci chiamava l'amico Franco Maresco) che parte da uno “zoccolo duro” costituito da Ignazio Plaia, Marcello Alajmo e Maurizio Spadaro, a cui via via si sono aggiunti altri compagni di lavoro come Luisa Fileccia, altri si sono persi per strada, e che oggi può contare anche su tante valide “new entries” come Laura Cappugi e Lucrezia Fricano, e poi Alessandra Patti, Nadia Volpe, Mimmo Presti, Antonella Molene, Mimmo Calabrò e Gabriella Di Salvo. Che ringrazio tutti. E se parlo al plurale è ancora perché mi è ben chiaro che soltanto con un dialogo aperto e costruttivo con i vertici amministrativi e politici dell'Istituzione pubblica all’interno della quale lavoriamo, e con l'individuazione e il perseguimento di un progetto comune, si possono ottenere i risultati che servono al territorio e all'utenza siciliana, e che unicamente motivano la nostra azione. Qualche passo concreto in questo senso forse lo stiamo già facendo.

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Mariangela Barbanente, Michele Mellara, Alessandro Rossi Doc/it - Stati Generali del Documentario Italiano Gli Stati Generali del documentario italiano a Palermo chiudono un 2008 che ha visto svolgersi un intenso dibattito sul documentario italiano sia all'interno che all'esterno di Doc/it. È stato un anno denso di discussioni, spesso anche molto accese, fra registi, produttori, critici e direttori di festival. L'incontrarsi a Palermo ha quindi un duplice valore. Da un lato rappresenta l'ormai atteso appuntamento biennale nel quale il mondo del documentario italiano riflette su se stesso e cerca un dialogo pubblico con quanti (istituzioni, reti televisive, festival, film comisson) hanno o dovrebbero avere a cuore il cinema documentario come forma fra le più alte di sperimentazione cinematografica e televisiva; dall'altra questa edizione degli Stati Generali dovrebbe servire ad aprire un confronto tra autori, produttori, direttori di festival, critici e pubblico teso ad evidenziare la pluralità stilistica e la ricchezza contenutistica del documentario italiano degli ultimi anni. Elementi essenziali per immaginare nuove linee di azione politica di Doc.it. Per affrontare questo compito Doc/it ha creduto utile riunire a Palermo una folta delegazione di direttori di festival di cinema e di documentario italiani. L'abbiamo fatto con la convinzione che sia assolutamente necessario confrontarsi con loro sul valore artistico e sulla creatività del cinema documentario italiano e - perché no? - sulla possibilità di mettere in rete esperienze e percorsi. Sulla ipotesi di costruzione di nuovi percorsi distributivi e nuove possibilità di visibilità interrogheremo anche alcune fra le esperienze più interessanti e pionieristiche del nostro paese (D.E.R.; Documè; UCCA). Anche in questo caso cercheremo connessioni, punti di contatto, modelli da espandere, consapevoli della necessità di unire le esperienze. Da questa consapevolezza nascono anche gli altri momenti di discussione che si svolgeranno a Palermo. Tra questi, uno sarà dedicato ad una nascente associazione - della quale Doc/it stessa è fra i promotori - destinata ad affrontare la difficile e cruciale battaglia del fairuse e del diritto di citazione. Un'altra associazione appena nata, Centoautori, sarà ospite di Doc/it a Palermo proprio per cercare di individuare strategie di lotta comuni per il variegato e trasversale mondo di registi cinematografici, autori e artigiani del cinema, che sempre di più sfuggono ad una definizione univoca e ad una schematica categorizzazione artistico-salariale. Saranno cinque giorni molto intensi lungo i quali saremo accompagnati da molte proiezioni (purtroppo non tante quanto avremmo voluto ma il maggior numero consentito dal tempo a disposizione). I film presentati - prodotti tra il 2007 e il 2008 - sono stati segnalati da molti dei festival ospitati dall'iniziativa. Inoltre, durante le tavole rotonde, avremo modo di vedere spezzoni e scene estratte da documentari italiani, opportunamente scelte dai nostri ospiti. Saranno quattro giorni importanti per interrogarsi ancora una volta su come poter raccontare il nostro paese, le sue pulsioni, le sue debolezze, i suoi cambiamenti, il suo essere parte di un mondo allo stesso tempo più vasto (sempre più raccontato) e più piccolo (sempre più localizzato). Sono infine proprio queste domande, complesse e fondamentali per chiunque si interessi al documentario, che verrano messe sul tappeto dell'incontro dialogico a Palermo.

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CIRCUITO FESTIVAL


CIRCUITO FESTIVAL

BELLARIA FILM FESTIVAL Il Bellaria Film Festival è una delle manifestazioni “storiche” nel panorama festivaliero italiano. Nasce infatti nel 1983 come “Anteprima per il Cinema Indipendente Italiano” e nel corso degli anni ha sempre mantenuto un'attenzione centrale verso le differenti forme di produzione indipendente nel nostro paese. Il film documentario si muove in Italia in una situazione paradossale e contraddittoria: da un lato soffre di una cronica “disattenzione” da parte delle reti televisive pubbliche e private (quindi proprio i soggetti che altrove alimentano la produzione), dall'altro sta conoscendo una formidabile esplosione di talenti e di realizzazioni a vario titolo sperimentali. Si tratta appunto di produzioni totalmente indipendenti - spesso vere e proprie “autoproduzioni” in un’epoca dove le tecnologie di ripresa e montaggio consentono l'avverarsi del mito della caméra-stylo - che risentono naturalmente della povertà dei mezzi a disposizione, ma che rivelano una libertà di approccio e un’urgenza espressiva ormai estranee alla fiction classica. In queste ultime tre edizioni quindi il Festival ha voluto darsi come titolo completo: Bellaria Film Festival - Anteprimadoc. Estratto da «Quaderni del CSCI» 2008/4

FESTIVAL DEL CINEMA DI FRONTIERA Marzamemi (SR) Frontiera, non come territorio ai margini, ma come la parte situata di fronte. Cinema di Frontiera non cinema di periferia, cascame di un cinema dominante, centripeto, che si difende. Un Cinema che sia punta avanzata verso l'esterno, avamposto e non retroguardia. Cinema di Frontiera inteso nel suo valore simbolico, oltre che geografico nell'accezione più ampia del termine.Frontiere territoriali, culturali, ma anche dell'anima e dei linguaggi; punto d'incontro tra passato, presente e fututro. Cinema interculturale che cerca i caratteri congiungenti tra i popoli più che quelli divisori. Questi i significati di un'idea che vuole dare inizio ad un appuntamento culturale, che elegge come sua sede ideale il territorio siracusano tra Marzamemi e Portopalo e che di anno in anno intende imporsi tra i più importanti avvenimenti cinematografici dell'estate siciliana.

FESTA DI CINEMA DEL REALE CINEMAMBIENTE Environmental Film Festival Torino Cinemambiente, nato a Torino nel 1998 con l'ambizione di far crescere attraverso il cinema la cultura dell'ambiente, vuole essere anzitutto festival nel senso di festa, dove vedere i migliori film dell'anno a tematica ambientale, assistere a dibattiti, a momenti di riflessione che proseguano nel territorio o nelle scuole. Nella nostra visione di cinema, i film sull'ambiente non sono solo i documentari in stile televisivo, ma i cartoni animati sull'inquinamento, le inchieste sulla deforestazione, sulle ecomafie, i film sulle guerre, i lavori poetici di famosi registi come De Seta, Quilici, Flaherty e Ivens. A livello internazionale Cinemambiente è promotore dell'Environmental Film Festival Network, associazione che raggruppa i più importanti festival internazionali a tematica ambientale.

Specchia (LE) Cinema del reale è un progetto dedicato al cinema più spericolato, curioso, inventivo che si possa vedere in Italia. Si propone di far conoscere e diffondere autori e opere audiovisive che offrono descrizioni e interpretazioni personali e singolari delle realtà passate e presenti del mondo e rivelano generi documentari differenti: film sperimentali, film-saggio, diari personali, film di famiglia, grandi reportage, inchieste storiche, narrazioni classiche, racconti frammentari... Opere di autori riconosciuti o meno noti, con diversi orizzonti geografici, politici e culturali, sono espressione di un cinema che dispone di scarse risorse economiche ma che è dotato di grandi capacità inventive e comunicative. Cinema del reale è un progetto del laboratorio di comunicazione Big Sur.

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI LOCARNO ECOVISION Palermo Nel corso degli anni, l'EcoVision Festival ha favorito una serie di relazioni e scambi con le altre aree di cultura mondiale ed ha ottenuto, tra gli altri, il prestigioso patrocinio del Comitato Italiano per l'UNESCO. Il tema del festival è “l'ambiente” visto da tutte le sue sfaccettature. Lo scopo del Festival è quello di esaltare e promuovere la produzione cinematografica e documentaristica avente come tematiche, tutte le produzioni che riguardano l'ambiente e la natura sotto qualsiasi aspetto. 12

Nel corso dei suoi 62 anni di storia, il Festival Internazionale del Film di Locarno ha saputo conquistarsi un posto unico all'interno del panorama delle grandi manifestazioni cinematografiche. Ogni anno, in agosto, circa 10.000 spettatori, 1.100 giornalisti, quasi 3.400 professionisti si danno appuntamento nel cuore dell'Europa, a Locarno, una piccola città svizzero italiana, che durante undici giorni diventa la capitale mondiale del cinema d'autore. Geograficamente situata al crocevia di tre grandi culture europee (italiana, tedesca e francese), con un pubblico che proviene in parti uguali da queste tre aree, il Festival di Locarno ha 13


Circuito festival saputo fare di questa particolarità una carta vincente. Inoltre la sua solida tradizione orientata all’apertura e al dialogo ne ha fatto una piattaforma ideale per difendere la cinematografia europea e mondiale - dall’America del Sud fino all'Asia. Locarno non conosce frontiere, né di ordine geografico, né tematico o stilistico e accoglie una decina di sezioni, tutti i tipi di cinema e tutti i vari formati.

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA La festa Internazionale del Cinema di Roma non è solo un festival, piuttosto una festa, un grande evento per chi ama il cinema, per chi lo fa, per chi lo fa vedere e per chi lo racconta. Si svolge nella città del cinema per eccellenza, con, al centro, un “Parco della Musica” che per dieci giorni diviene il “Parco del Cinema”. Ma è l'intera area metropolitana ad essere coinvolta, dal centro alla periferia, senza dimenticare le numerose iniziative che ampliano i confini della Festa alla provincia di Roma e all'intera regione Lazio. Il tentativo è quello di coinvolgere chiunque ami il cinema e magari non è mai andato a un festival. Tutto ciò è possibile proponendo, in primis, del buon cinema, ma anche offrendo allo spettatore una serie di iniziative collaterali di grande interesse: rassegne parallele, incontri e dimostrazioni, mostre, musica, moda, letteratura. Inoltre, fin dalla sua nascita, il festival ha fatto una scelta originale rispetto al suo Concorso, quella di affidare il verdetto sul miglior film (Premio Marco Aurelio), sulle migliori interpretazioni (maschile e femminile) e il Premio Speciale della Giuria a un gruppo di 50 spettatori “normali”: amanti di cinema di tutte le età, che vedono film di ogni genere, appassionati e non fanatici.

FESTIVAL DEI POPOLI Firenze Tutto ha inizio nel 1959 quando un gruppo di studiosi della comunicazione e di scienze umane fonda l'associazione Festival dei Popoli con l'intenzione di promuovere il cinema di documentazione sociale. Il primo atto consiste nell'organizzazione di un festival internazionale del documentario, che si caratterizzerà fino ad oggi come una delle più importanti manifestazioni mondiali del settore. Parallelamente, nasce l'archivio, che, nel corso delle quarantanove edizioni, porta il Festival a dotarsi di un catalogo di oltre 10.000 titoli, tra video e pellicole, e consente all'associazione di avviare, oltre alle necessarie operazioni di restauro, un'attività nel campo della formazione. Anno dopo anno, il Festival fa conoscere al suo pubblico i più noti cineasti del settore, organizzando retrospettive dei loro lavori, mentre ai convegni e alle tavole rotonde partecipano esponenti di spicco dei vari rami delle scienze sociali, che, seguendo le suggestioni delle sezioni tematiche, analizzano i differenti aspetti del mondo contemporaneo, unendo all'approfondimento dei contenuti una riflessione sulle problematiche della rappresentazione. 14

FILMMAKER Milano l festival, diretto da Silvano Cavatorta, nel corso degli anni è stato un importantissimo trampolino di lancio per molti giovani autori che si sono poi distinti nel panorama nazionale e internazionale. Registi come Silvio Soldini, Paolo Rosa, Daniele Segre e in anni più recenti Giovanni Maderna, Antonio Bocola, Paolo Vari, Alina Marazzi, Michelangelo Frammartino, hanno presentato proprio a FILMMAKER i loro primi lavori. Da più di dieci anni dedica attenzione particolare al documentario nazionale (intenzione sottolineata dal titolo che ha guadagnato nelle ultime undici edizioni il suffisso Doc.), così come viene ribadito il sostegno alla produzione per i giovani autori selezionati nel progetto produttivo “Paesaggi umani”.

HUMAN RIGHTS NIGHTS FILM FESTIVAL Bologna, Forlì Il Festival è nato e si è sviluppato in uno spirito di collaborazione comunitaria. Nato nel 2001 in forma di rassegna cinematografica sui diritti umani, e promossa dalla Cineteca di Bologna e dal CCSDD (Centro per Studi Costituzionali e Sviluppo Democratico - Johns Hopkins University / Facoltà di Giurisprudenza, Università di Bologna), nel corso degli anni il Festival è cresciuto in dimensioni, obbiettivi e prestigio. HRNFF è attualmente in fase di espansione e gode del sostegno nella città di istituzioni pubbliche, università, sponsor privati, organizzazioni non governative e sindacati. Negli ultimi anni, il festival registra presenze di oltre 4000 spettatori, nel corso di 10 giorni, oltre ad una crescente attenzione dei media, con recensioni nelle maggiori testate di stampa, quotidiani e riviste. Human Rights Nights è un'opportunità per ascoltare voci a volte marginalizzate e visionare rappresentazioni alternative, attraverso narrative cinematografiche dal mondo, che insieme dimostrano ed esprimono la complessità delle questioni dei diritti umani.

MEDITERRANEO VIDEO FESTIVAL Vittoria (RG) Il Mediterraneo Video Festival è un concorso internazionale del cinema documentario. È lo spazio dove si incontra e si confronta la cinematografia documentaristica internazionale, con particolare attenzione ad un cinema che riflette la diversità umana e la comprensione delle differenze, che promuove il rispetto delle identità dei luoghi e favorisce il dialogo interculturale. È il luogo che si apre alle produzioni indipendenti spesso invisibili e diventa vetrina, oltre che per i cineasti, anche per produttori e distributori. Il festival è curato da MEDFEST, associazione culturale, membro del C.I.C.T. (Consiglio Internazionale Cinema e Televisione) dell'UNESCO. 15


Circuito festival MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA Si tiene tradizionalmente a fine agosto, ed è uno dei più prestigiosi appuntamenti per il Cinema europeo e internazionale, accreditato della categoria “A” dalla Fiapf, cioè la Fédération Internazionale des associations de producteurs de films. Nato nel 1932 come Esposizione Internazionale d'Arte Cinematografica nell'ambito della XVIII Biennale di Venezia, connotandosi come la prima manifestazione internazionale del genere, dal '49 assegna il Leone d'oro di San Marco per il miglior film, riconoscimento attribuito a lungometraggi in anteprima mondiale (o comunque non ancora proiettati nel paese d'origine). Nel '35 ha assunto l'attuale denominazione, con cadenza annuale. Dopo la sospensione tra il '43 e il '45, nel dopoguerra la Mostra ha dedicato largo spazio ai film del Neorealismo italiano e a quello di registi affermati come Fritz Lang, Orson Welles, John Hudson, Jean Cocteau. In seguito vi si sono via via affacciate nuove cinematografie quali quella giapponese e quella indiana, permettendo al contempo di scoprire la Nouvelle Vague francese, il Cinema politico e i nuovi talenti del Cinema americano.

PREMIO LIBERO BIZZARRI San Benedetto del Tronto (AP) La Fondazione ha organizzato, nell’agosto 1994, la prima Rassegna del documentario italiano. La manifestazione ha avuto immediata risonanza in campo nazionale per le autorevoli partecipazioni e per il fatto di porsi come l'unico evento per la rivalutazione e lo studio del documentario. Le varie edizioni non hanno avuto mai un carattere celebrativo, ma hanno rappresentano uno stimolo ulteriore per l'affermazione di una nuova politica di sviluppo del documentario italiano. Tale obiettivo si rende ancor più concreto e credibile, grazie alla valorizzazione di una nuova generazione di registi che stanno suscitando un notevole interesse nei più importanti festival italiani e nella programmazione dei principali canali tematici.

SALINADOCFEST SalinaDocFest, festival del documentario narrativo, ideato e diretto da Giovanna Taviani, con la promozione e la collaborazione organizzativa di Salina-Isola Verde e dei Comuni di Leni, Malfa e Santa Marina, è un festival del documentario narrativo, che si svolge in un percorso itinerante nell'isola di Salina, patrimonio dell'Unesco e centro delle Isole Eolie, illustri protagoniste della storia del cinema italiano. A questa tradizione il Festival intende dare il suo contributo portando sull'isola il meglio della nuova produzione del documentario “narrativo”, con 16

i giovani cineasti più promettenti del panorama attuale, tentando di costruire un ponte ideale sul Mediterraneo. Dare visibilità agli invisibili è una scommessa che il Salinadocfest festival lancia a tutto il cinema italiano, in una prospettiva nuova che, attraverso workshop per insegnanti e studenti, individua nella scuola e nell'editoria un possibile canale alternativo di distribuzione del documentario. Gemellato con la Mostra Internazionale del Cinema di San Paolo, il Salinadocfest intende creare una rete internazionale di festival europei dedicati al documentario, ospitando di volta in volta un paese straniero con i suoi registi più promettenti.

SOLE E LUNA FESTIVAL Palermo ll festival di documentari “Sole e Luna” si propone come un concorso internazionale a premi sul tema delle produzioni documentaristiche aventi come argomento il Mediterraneo, l'Islam, la cultura e le tradizioni del vicino ed estremo oriente. Il festival si colloca entro uno spazio sorprendentemente lasciato libero dalle decine, se non centinaia, di festival organizzati ogni anno in Italia, spazio che è di oggettivo interesse e presso il quale si possono trovare e proporre documentari e film di grandissimo appeal per il pubblico, per i temi trattati, per la qualità dei progetti, per l'infinita varietà dei soggetti. Chi di noi veramente conosce i popoli, gli usi, i costumi, l'arte dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo? Chi di noi oggi non sente il bisogno di approfondire la propria conoscenza del mondo musulmano del quale tutti parliamo, con il quale tutti vogliamo, a vario titolo, confrontarci? Sin dalla prima edizione è stata raggiunta una posizione di assoluto rilievo internazionale nell'ambito dei festival di documentaristica a tema, e sono già in programma riproposte in sede di eventi, rassegne nelle scuole, nelle Università e negli Istituti di Cultura Italiani all'estero.

TORINO FILM FESTIVAL Il Festival Internazionale Cinema Giovani nasce nel 1982 nell'intento di scandagliare l'universo giovanile attraverso il linguaggio audiovisivo e nel contempo ricollocare idealmente il nuovo festival nel solco della ricerca che vent'anni prima aveva portato alla nascita della Mostra di Pesaro. Non a caso le prime edizioni del festival di Torino tributano alle correnti cinematografiche degli anni Sessanta importanti retrospettive. A fare da denominatore comune delle diverse accezioni della formula Cinema Giovani vi è l'idea di una rassegna capace di indagare sulle forme innovative, periferiche e sperimentali del cinema internazionale: un cinema “giovane” imperniato sul rinnovamento linguistico che si contrappone alle forme consolidate di cinematografia. Col passare degli anni il festival torinese procede ad una lenta ma sostanziale modifica della sua impostazione iniziale, pur mantenendo inalterati i caratteri dell'identità del festival. L'evoluzione professionale si completa infine nel 1997, attraverso il cambio di nome della rassegna: da Festival Cinema Giovani a Torino Film Festival, una nuova denominazione per un festival che ha oramai ultimato il suo passaggio da rassegna tematica “locale” ad ambiziosa manifestazione che si muove entro il contesto dei grandi festival internazionali. 17


Circuito festival

TRENTO FILMFESTIVAL Il TrentoFilmfestival è il più antico e acclamato festival internazionale di film dedicati alla montagna, all'esplorazione e all'avventura. Un programma delineato nel segno di una ricca sezione di film narrativi e documentari d'autore che presentano racconti emozionanti di uomini in relazione agli spazi della natura, oltre che di uomini in relazione agli spazi della montagna e dell'avventura. Una ricca selezione di film di fiction e documentari, di ogni genere e durata, spaziano dai temi più strettamente legati alla montagna e all'alpinismo, fino a quelli ambientali, sociali e storici, con una proposta eclettica di opere che hanno come costante e sfondo i paesaggi montani, esotici o estremi. Oltre al programma cinematografico il festival propone anche eventi, incontri, mostre.

VEDERE LA SCIENZA FESTIVAL Milano La scienza risulta quasi invisibile nel nostro paese: poche sono le occasioni in cui i temi legati alla ricerca scientifica arrivano al grande pubblico in modo chiaro e senza superficialità. Vedere la Scienza è una di queste. Organizzata dall'Istituto di Fisica Applicata dell'Università degli Studi di Milano in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana e con la Provincia di Milano, Vedere la Scienza è senza dubbio la più prestigiosa manifestazione italiana di film, documentari e video a soggetto scientifico provenienti da tutto il mondo. Vedere la Scienza offre una selezione tra i migliori documentari scientifici della più recente produzione internazionale accanto a film che appartengono alla storia del cinema e della televisione, scelti per la loro qualità.

VISIONI ITALIANE Bologna Il festival Visioni Italiane nasce nel 1994 per dare a spazio a tutti quei lavori di “varia misura” che venivano realizzati dai giovani autori e che erano per lo più invisibili: cortometraggi, documentari, film sperimentali, esordi più o meno originali. La Cineteca di Bologna ha creduto fino in fondo che, al fianco di uno sguardo storico sul cinema recuperato dall'oblio attraverso il festival “Il cinema ritrovato”, insieme all'attività permanente sul cinema del presente con la programmazione giornaliera delle sale, fosse importante proseguire la strada intrapresa con Visioni Italiane verso un cinema del futuro, dando spazio alle opere di giovani autori che costituiranno il nuovo cinema nazionale. Dal 2003, grazie alla collaborazione con l'associazione Doc.it, il festival ha aperto una sezione competitiva, Visioni Doc, dedicata al documentario. Ad affiancare la selezione italiana, la Mostra delle Scuole Europee di Cinema mostra i saggi di diploma delle più importanti scuole europee. 18

I DOCUMENTARI


DIECI DOCUMENTARI STORICI Pêcheries de thon en Sicile (Pesca del tonno in Sicilia) (1907, 7') produzione: Pathé (n. 1800 della serie “Scènes en plein air”) velocità di proiezione: 16 fotogrammi al secondo copia della Cineteca Nazionale. Un rarissimo film che descrive la pesca del tonno in Sicilia, dalla mattanza nelle acque del trapanese all'inscatolamento nello stabilimento di Favignana, oggi sede di un museo della Regione Siciliana dedicato a questa antica tradizione.

Tonnara di Francesco Alliata, Renzo Avanzo, Quintino di Napoli, Piero Moncada (1947, 10') Produzione Panaria Film restauro effettuato nel 2006 dal CRICD-Filmoteca Regionale Siciliana in collaborazione con la Cineteca del Comune di Bologna. copia della Filmoteca Regionale Siciliana. I ragazzi della Panaria, tutti appassionati di pesca subacquea, filmano la tradizionale pesca del tonno in Sicilia introducendosi con la macchina da presa sott'acqua tra reti e tonni poco prima della mattanza, mentre sulle barche i tonnaroti danno vita ai riti tradizionali di questa antichissima pesca.

Zolfara di Ugo Saitta (1947, 10') soggetto e sceneggiatura, fotografia: Ugo Saitta copia della Filmoteca Regionale Siciliana. Documentario di eccezionale interesse etnoantropologico. È tra i primi documentari neorealisti italiani dell'immediato dopoguerra. Ha carattere sociale e registra l'immane fatica dello zolfataro siciliano ed i vecchi sistemi di estrazione dello zolfo. Alcune scene sono state girate ad una profondità media nel sottosuolo di 500 metri.

Immagini popolari siciliane sacre di Mario Verdone (1954, 10') produzione: Sperimental Film aiuto regia Fernando Birri copia della Cineteca Nazionale

Immagini popolari siciliane profane di Mario Verdone (1954, 12') produzione Sperimental Film aiuto regia Fernando Birri copia della Cineteca Nazionale « […] Coi fratelli Agostino e Alfonso Sansone […] facemmo dei sopralluoghi a Trecastagni, Palermo, Bagheria, Partinico. È stato un periodo bellissimo in cui mi sono goduto gran parte della Sicilia e ho imparato tante cose; ho conosciuto pupari e cantastorie come Peppino Celano, pittori di carretto, pittori di insegne, di ex voto, e tutto questo risulta in Immagini popolari siciliane […]. Il documentario era lungo circa seicento metri ma la misura fissata dal ministero per i documentari da sostenere con premi ai produttori era di trecento: quindi troppo lungo. In Italia la distribuzione di questo film nei cinematografi era difficoltosa perché i cortometraggi non dovevano durare più di dieci minuti. Allora ripresi il mio documentario di sei20

cento metri e, facendo degli opportuni tagli, raggruppai separatamente tutte le immagini sacre e tutte le immagini profane e ne formai due diversi documentari […]» (Mario Verdone, tratto dal volume “Un percorso di auto-educazione: materiali per una bio-bibliografia di Mario Verdone”, Roma, Arakne, 2003)

L'Italia non è un paese povero di Joris Ivens (1960, 110') produzione: Proa (Produttori Associati, Roma) per Eni. assistente regia: Giovanni (Tinto) Brass. sceneggiatura: Joris Ivens, Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani. commento: Alberto Moravia e Corrado Sofia, detto da Enrico Maria Salerno. serie in tre parti per la televisione italiana: “Fuochi della Val Padana”, “Due città”, “Appuntamento a Gela”. copia della Cineteca Nazionale Enrico Mattei, presidente dell'Eni, nel 1959 chiese a Joris Ivens di realizzare un filmato sui benefici della ricerca di idrocarburi in Italia. Il film fu concepito per la TV, a sostegno della visione industriale di Enrico Mattei. Il documentario è diviso in tre parti. La terza parte, “Appuntamento a Gela”, ruota intorno al matrimonio tra una ragazza siciliana ed un uomo del nord Italia che lavora su una piattaforma off-shore. Il regista utilizza in questo film tecniche innovative come la “camera a mano”, una diversa modulazione della velocità della pellicola e modalità operative mutuate dalla televisione. La Rai si rifiutò di mandare in onda il film nella versione integrale in quanto lo spaccato dell'Italia mostrato dal film era stato giudicato particolarmente crudo. Dopo molte trattative, il documentario venne mandato in onda fortemente censurato e presentato come “Frammenti di un film di Joris Ivens”.

Li mali mistieri di Gianfranco Mingozzi (1963, 10') sceneggiatura: Gianfranco Mingozzi; testo: Ignazio Butitta; produzione: Documento Film; copia della Cineteca Nazionale «A Palermo pi campare l'omu 'nventa li mistieri…» (Ignazio Buttitta) «Mingozzi, che è uno tra i migliori registi italiani di cortometraggio, ha delineato ne Li mali mistieri un delicato ed efficace ritratto dell'infanzia palermitana, cui i versi del poeta Ignazio Buttitta contribuiscono a dare una virile e commessa carica poetica» (Lino Miccichè)

Con il cuore fermo, Sicilia di Gianfranco Mingozzi (1965, 30') sceneggiatura: Gianfranco Mingozzi; testo: Leonardo Sciascia; consulenza: Cesare Zavattini; produzione: Clodio Cinematografica; copia della Cineteca Nazionale «Le immagini sconvolgenti di una realtà sottosviluppata si organizzano in una sorta di poema visuale, molto denso, senza deviazione, senza concessioni naturalistiche. Il film è diviso in tre parti, distinte come i tre canti di un poema: la terra, la zolfara, la mafia […]. Interviste, 21


Dieci documentari storici commento (di Leonardo Sciascia) foto fisse (una insostenibile sequenza di “morti di mafia”) sono integrati da Mingozzi in un'opera che è più di un documentario di denuncia, malgrado la sua forza in questo campo: una riflessione “di un cuore fermo”, un poema civico che ci scopre una Sicilia senza folclore, quella di una disperazione quotidiana di una società arcaica e chiusa» (Goffredo Fofi). «Non so da cosa nascesse questo amore per il sud, probabilmente dai tanti viaggi fatti, nei quali mi sono sempre sentito a mio agio, al contrario che al nord. Il sud mi si è subito aperto come un libro appassionante e ancora poco letto, e poi c'erano i contenuti, i drammi, il divario tra nord e sud. Ogni volta che ci tornavo, era come se io stesso mi sentissi colpevole di questo divario» (Gianfranco Mingozzi)

Idea di un’isola di Roberto Rossellini (1967, 53') produzione: Orizzonte 2000 soggetto e sceneggiatura: Roberto Rossellini fotografia: Mario Fioretti montaggio: Maria Rosada musica: Mario Nascimbene copia della Cineteca Nazionale «[…] un documentario dedicato alla Sicilia da Roberto Rossellini nel 1970. Commentando questa sua “opera minore” (un documentario per la televisione americana: però quando il regista si chiama Roberto Rossellini anche le opere minori sono maggiori) ebbe a dire: “Sulla Sicilia ci sono molte leggende […] ma nessuno ha fatto uno sforzo per tentare di vedere che cos'è la Sicilia e quale è il comportamento dei suoi abitanti […]”» (Stefano Beccastrini)

A Gela qualcosa di nuovo di Fernando Cerchio (1960, 18') copia dell’Archivio Cinematografico ENI Gli insediamenti industriali conseguenti alla scoperta dei giacimenti di petrolio nel mare di Gela hanno determinato, in pochi anni, notevoli trasformazioni economiche e sociali. La nuova realtà viene confrontata con il recente passato.

DOCUMENTARI IN ANTEPRIMA Il cavaliere sole di Pasquale Scimeca (Italia, 2008, 82', 35mm) (documentario cofinanziato dal POR Sicilia 2000-2006, sott. 5.01c) produzione: Arbash in collaborazione con Assessorato Regionale Beni Culturali e Film Commission Regione Siciliana. con Franco Scaldati, Gaspare Cucinella, Vincenzo Albanese, Antonio Ciurca, Melino Imparato, Raffaella Esposito, Sara Favarò, Egle Mazzamuto. aiuto regia: Giovanni Calvaruso, Nennella Buonaiuto segretaria di edizione: Fiorella Giovannelli fonico di presa diretta: Maximilian Gobiet montaggio del suono: Valentino Giannì mixage: Angelo Raguseo scenografia: Paolo Previti montaggio: Mascia Calamandrei, Pasquale Scimeca direttore di produzione: Linda Di Dio organizzatore generale: Rosario Calanni Macchio. delegata di produzione Arbash: Rosa Scimeca. sceneggiatura: Franco Scaldati, Nennella Buonaiuto, P. Scimeca direttore della fotografia: Duccio Cimatti. “Il Cavaliere Sole alla ricerca del paese dove non si muore mai”, è un'antica favola popolare, ripresa da Italo Calvino, e messa in scena dal drammaturgo Franco Scaldati agli inizi degli anni ottanta del Novecento. Dopo venticinque anni, Scaldati inizia un viaggio nella Sicilia contemporanea, quella reale e quella del mito, del sogno e della letteratura, alla ricerca dei suoi vecchi attori per rimettere in scena lo spettacolo. Nel corso del viaggio, insieme ai suoi vecchi compagni, incontra anche dei personaggi della letteratura (Rosso Malpelo e la madre di Vittorini del romanzo “Conversazione in Sicilia”), e tutti parteciperanno alla recita, mentre attorno a loro la città di Palermo, come per magia, scompare, lasciandoli soli in un mondo dove esiste solo la loro follia e la loro poesia. Pasquale Scimeca nasce ad Aliminusa, un piccolo paese contadino della Sicilia. Dopo il liceo si trasferisce a Firenze dove si laurea in Lettere. Per alcuni anni insegna Letteratura, fino al 1989 quando realizza il suo primo film La donzelletta con il quale partecipa al Festival del cinema indipendente di Bellaria. Nel 1992 dirige il suo secondo film Un sogno perso. Nel 1993 partecipa al Festival di Venezia con Il giorno di San Sebastiano e vince il “Globo d'oro”. Negli anni seguenti realizza diversi documentari tra i quali Nella tana del lupo e Sem Terra. Nel 1996 dirige Briganti di Zabut (menzione speciale al Festival di Taormina e gran premio della giuria al Grosseto Film Festival). Nel 2000 esce Placido Rizzotto con il quale partecipa a numerosissimi festival internazionali di cinema vincendo numerosi premi. Nel 2003 ultima l'edizione del film: Gli indesiderabili con il quale partecipa al Festival del cinema di Locarno e ottiene il Premio “Sergio Leone” al Festival di Annecy. Nel 2005 con La Passione di Giosuè l'ebreo partecipa a numerosi festival internazionali, e vince il premio “Citc Unesco” e il “Prix Enrico Fulchignoni” al Festival di Venezia. Nel 2007 con Rosso Malpelo partecipa al Festival di Giffoni dove vince il “Premio Amnesty International” e numerosi altri premi e riconoscimenti.

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Documentari in anteprima In viaggio con i pupi di Maurizio Sciarra (2008, 77', 35mm). (Documentario cofinanziato dal POR Sicilia 2000-2006, sott. 5.01c) produzione: Lionello Cerri, Lumiere & Co. in collaborazione con Assessorato Regionale Beni Culturali e Film Commission regione Siciliana soggetto: Maurizio Sciarra sceneggiatura: Maurizio Sciarra, Mimmo Cuticchio fotografia: Alessio Torresi Gelsini montaggio: Letizia Caudullo musiche: Lele Marchitelli suono in presa diretta: Massimo Casseriani montaggio del suono: Giuseppe D'Amato mixage: Marco Coppolecchia organizzazione: Domenico Cuscino organizzazione generale: Elisa Puleo, Ass. Figli d'Arte Cuticchio con Mimmo Cuticchio, Pina Patti Cuticchio, Teresa Cuticchio, Anna Cuticchio, Nino Cuticchio, Rosa Cuticchio, Giacomo Cuticchio, Filippo Verna, Fulvio Verna, Tania Giordano, Noriko Takahashi, Franco Ruffini, Nicola Savarese, Piera Cuticchio, Paolo Verna, Gaetano Riticella, Marcello D'Agostino, Mimma Giordano. «Una famiglia di pupari, i Cuticchio, riporta agli antichi fasti una delle espressioni più tipiche della cultura siciliana, l'Opra dei Pupi. Con loro, sette figli nati in sette diversi paesi della Sicilia, un viaggio alla scoperta della tradizione e del paesaggio, che si fa “cunto”. Ci sono tante storie in giro per il mondo che aspettano di essere raccontate. Quella dei Cuticchio era una di queste. Conobbi i Cuticchio nel corso del mio primo film, La stanza dello scirocco. Il film si apriva con un prologo che, attraverso uno spettacolo di pupi, narrava la leggenda che era alla base del film. E introduceva il clima di favola un po' magica e un po' folle che l'Opra dei pupi porta con sè. Da allora il mio legame con Mimmo e con la sua famiglia è rimasto forte, ma come “in quiescenza”. Seguitavo a vedere i suoi spettacoli, nelle trasferte romane, o gli facevo visita nei miei soggiorni palermitani. Poi, l'occasione offerta dall'Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana, e per esso dalla Sicilia Film Commission, di realizzare documentari in quella terra affascinante. Là si è finalmente realizzato l'incontro tra me e le storie dei Cuticchio. Perché ogni storia ha bisogno di chi la racconti, di chi la porti agli occhi del mondo, di chi, attraverso i mezzi e la grammatica del cinema, organizzi in immagini e sentimenti i racconti di una vita vissuta. Sono orgoglioso che sia stato io il primo a raccontare, compiutamente, la storia di questa famiglia speciale, di questi eredi di una tradizione che altrimenti sarebbe scomparsa. Sono fiero di avere portato i protagonisti di questa vera e propria epopea sui luoghi che spesso non avevano neanche conosciuto, a rievocare un passato che tutti loro hanno introiettato così bene da poterlo poi riproporre autentico e innovativo, ogni volta diverso eppure così simile a quello dei padri. La storia di una famiglia di pupari, quindi, ma soprattutto la storia di una grande passione, che si è trasmessa di padre in figlio, e che continua a scavalcare generazioni. Mi fa impressione, rivedendo il filmato, ritrovare in Giacomo Cuticchio, che adesso raccoglie la tradizione che fu di suo nonno ed è di suo padre, quel ragazzino che oltre dieci anni fa suonava la pianola nel mio 24

primo film. E che, come ho appreso adesso, stava dando la scalata ad un mestiere antico ma ancora affascinante e magico». (Maurizio Sciarra) Maurizio Sciarra è Nato a Bari, il 15 aprile 1955. Membro di EFA European Film Award. Dopo un inizio come fotografo e documentarista, nel 1977 inizia a lavorare come aiuto regista; la collaborazione più importante è quella con Luigi Comencini, con cui lavora per oltre dieci anni, realizzando film come Cuore, La Storia, Un ragazzo di Calabria, Buon Natale, Buon Anno. Realizza il suo primo lungometraggio nel 1997: La stanza dello scirocco, con Giancarlo Giannini e Tiziana Lodato. Il film, prodotto dalla Fandango e distribuito dalla Warner Bros. Italia vince il festival di Annecy e il secondo premio al Festival di Valencia e riceve numerosi altri riconoscimenti in festival di tutto il mondo. Del 2001 il film Alla rivoluzione sulla due cavalli, con Adriano Giannini, Gwaenelle Simon, Andoni Gracia, Francisco Rabal. Il film vince il Pardo d'oro al Festival di Locarno 2001. Nel 2006 esce Quale Amore, tratto da “La Sonata a Kreutzer” di Lev Tolstoj, con Giorgio Pasotti, Vanessa Incontrada, Arnoldo Foà, Maria Schneider.

L'isola in me: in viaggio con Vincenzo Consolo di Ludovica Tortora de Falco (Italia, 2008, 75'). (Documentario cofinanziato dell'APQ Cinema per lo sviluppo dell'industria audiovisiva nel Mezzogiorno) produzione: Giuseppe Schillaci, Ludovica Tortora de Falco fotografia: Ferran Paredes Rubio montaggio: Ilaria Fraioli musica: Andrea Amendola Un viaggio nella Sicilia suggestiva e straziante di Vincenzo Consolo, un ritratto originale dell'isola attraverso gli occhi dello scrittore, ma anche un ritratto dell'uomo e dell'artista attraverso le luci e le ombre della sua terra. Questo documentario riscopre la voce preziosa di Consolo attraverso i suoi testi e le immagini della sua Sicilia. Dalle profondità del Mito dell'isola, emerge una lettura lucida della Storia siciliana e italiana dal Dopoguerra ad oggi: l'emigrazione verso il Nord, la vita dei minatori delle zolfare, la fine del mondo contadino, l'industrializzazione e le devastazioni del territorio, i terremoti e le selvagge ricostruzioni, le stragi mafiose di ieri e di oggi. Ludovica Tortora de Falco, autrice e regista, nasce a Roma nel 1973. Si trasferisce a Parigi dal 1991 al 1994. Rientra a Roma nel 1995 dove attualmente vive e lavora. Nel 2004 si laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Roma Tre dopo aver conseguito nel 1995 un primo diploma universitario in Economia Aziendale presso l'Università “La Sorbona” di Parigi. Dal 2003 frequenta diversi corsi di specializzazione in linguaggi e tecniche cinematografiche. Dal gennaio 2005 al luglio 2006 è Responsabile - Capo Progetto della sede italiana dell'organizzazione internazionale Unione Latina, di cui da settembre 2006 è Consulente per il Corso di Formazione in tecniche cinematografiche organizzato presso il Centro Sperimentale di Cinema di Roma. Nel luglio 2006 lavora sul set del film di Salvatore Mereu Sonetaula, come assistente video. Da novembre 2006 cura la regia del progetto di documentario sul laboratorio teatrale del carcere minorile Casal del Marmo di Roma. È fondatrice e unica amministratrice dal febbraio 2007 della società Arapan Cinema Documentario. 25


Documentari in anteprima Sicilia di John Turturro e Roman Paska (2008, 90'). (Documentario cofinanziato dal POR Sicilia 2000-2006, sott. 5.01c) produzione: Esperia Film, in collaborazione con Assessorato Regionale Beni Culturali e Film Commission Regione Siciliana direttore della fotografia: Marco Pontecorvo montaggio: Michael Berenbaum aiuto regista: Edoardo Ferretti con JohnTurturro, Donatella Finocchiaro, Vincenzo Pirrotta, Mimmo Cuticchio Il progetto Sicilia è un film lungometraggio di impianto documentario interpretato e diretto da John Turturro. Ad affiancare il noto attore e regista americano nella direzione del film è stato chiamato Roman Paska, un regista molto esperto di teatro e cultura popolare. Il film è un inno alla Sicilia attraverso lo sguardo lucido e affettuoso di un italo-americano (i nonni materni di Turturro erano originari di Palermo e di Aragona, in provincia di Agrigento) che torna nella sua antica terra per ritrovare le proprie radici e scoprirne tradizione e modernità. Nel corso della sua esplorazione Turturro si imbatterà in tanti compagni di viaggio, corpi e menti della nuova e dell'antica Sicilia: Andrea Camilleri, i cui personaggi parlano siciliano in tutte le lingue del mondo, Mimmo Cuticchio, emblema della tradizione teatrale dell'Opera dei Pupi, Donatella Finocchiaro, una delle attrici di riferimento del nuovo cinema italiano, Emma Dante, tra le più importanti rivelazioni del panorama del teatro contemporaneo, Vincenzo Pirrotta, geniale attore dalle dirompenti capacità vocali e gestuali, Gioacchino Lanza Tomasi, esperto d'arte e di teatro, musicologo, figlio adottivo dell'autore de “Il Gattopardo” Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E via via che la “cronaca” si fa racconto, il viaggio del nostro protagonista è squarciato da materiali documentali, quadri, fotografie, filmati d'epoca. Potremo così avvicinarci di più ai profondi e drammatici contatti tra la Sicilia e l'America nel secolo appena trascorso.

John Michael Turturro (1957) è attore, regista e sceneggiatore. Cresciuto a Brooklyn in una famiglia cattolica italo-americana di (padre pugliese, madre di origini siciliane), completa il Master of Fine Arts alla Yale School of Drama e inizia la sua carriera come comparsa nel film Toro scatenato (1980). Negli oltre 60 film in cui ha recitato, Turturro ha mostrato tutto il suo istrionismo e la sua versatilità lavorando con registi come Martin Scorsese, Spike Lee, Joel ed Ethan Coen, Woody Allen, Francesco Rosi e Michael Cimino, e interpretando personaggi diversissimi tra di loro, alcuni dei quali memorabili. Come regista ha realizzato tre lungometraggi: Mac (1992), Illuminata (2008) e Romance & Cigarettes (2004). Roman Paska, regista e artista teatrale, vive a New York. Ha sviluppato uno stile originale ispirato dalle marionette di Cina, Giappone e Indonesia e ha messo in scena col suo gruppo teatrale una serie di pièces caratterizzate dall'integrazione delle marionette con attori, ballerini e musicisti. I suoi lavori presentati con grande successo nei teatri di tutto il mondo hanno ricevuto numerosi premi e consensi dalla critica internazionale. Ha pubblicato articoli e saggi sul teatro contemporaneo, ha insegnato storia del teatro e letteratura drammatica alla Columbia University e ha tenuto lezioni di teatro e musica presso prestigiose università europee. Ha inoltre organizzato diverse esposizioni e installazioni tra cui una retrospettiva sul lavoro di Dario Fo e Franca Rame e una mostra sulle marionette siciliane dalla collezione del Museo delle Marionette di Palermo. Nel 2006 ha messo in scena a New York e Napoli “Souls of Naples”, un adattamento dal film Questi fantasmi di De Filippo, con John Turturro. Le foto del set di Turturro sono di Salvo Prestifilippo

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EVENTO

PANORAMA DEL DOCUMENTARIO ITALIANO All Human Rights For All. Sguardi del cinema italiano sui diritti umani di AA.VV. (Italia, 2008, 120') ideato e coordinato da Roberto Torelli, Associazione Rinascimento produttore esecutivo: Gianfranco Piccioli per Settimaluna e Rai Cinema

produzione: Idrusa s.a.s. Amelia passa il tempo, o aspetta che il tempo passi, a 94 anni. Scrive, legge, si soffia il naso, lancia un'occhiata miope alla televisione, fa ginnastica. Sogna di stare in un'isola deserta, sola e nuda, o immersa nell'acqua, come da giovane.

I registi che hanno aderito al progetto: Carlo Lizzani (art. 1), Giobbe Covatta e Franco Angeli (art. 2),Giorgio Treves (art. 3), Claudio Camarca (art. 4), Emanuele Scaringi (art. 5), Daniele Cini (art. 6), Tekla Taidelli (art. 7), Anne Riita Ciccone (art. 8), Fiorella Infascelli (art. 9), Ivano De Matteo (art. 10), Costanza Quatriglio (art. 11), Marina Spada (art. 12), Nello Correale (art. 13), Mohsen Melliti (art. 14), Daniele Luchetti (art. 15), Giovanni Veronesi (art. 16), Matteo Cerami (art. 17), Luciano Emmer (art. 18), Giuseppe Ferrara (art. 19), Antonietta De Lillo (art. 20), Antonello Grimaldi (art. 21), Wilma Labate (art. 22), Vittorio De Seta (art. 23), Saverio Di Biagio (art. 24), Roberta Torre (art. 25), Pasquale Scimeca (art. 26), Liliana Ginanneschi (art. 27), Fausto Paravidino (art. 28), Antonio Lucifero (art. 29), Citto Maselli (art. 30)

Chiara Idrusa Scrimieri. Nata a Galatina (Lecce) nel 1975, laureata in Storia dell'Arte, lavora tra l'Emilia-Romagna e il Salento. È docente dei laboratori didattici di ripresa e montaggio presso la Cineteca di Bologna e fa parte del laboratorio sperimentale dell'audiovisivo IpotesiCinema diretto da Ermanno Olmi. Dal 2004 sta curando il progetto multimediale sulla città di Gallipoli, Caddipulina, finalizzato alla produzione di un film sui bambini che abitano nell'isola del centro storico. Da settembre 2006 è inoltre nella direzione artistica di “Ientu te Cinema-Festival” di Gallipoli. Ha collaborato a numerose produzioni di corti e mediometraggi spaziando dal reparto scenografico all'aiuto regia ed è autrice di racconti e lavori documentari. Con Amelia ha vinto nel 2008 il premio “Visioni Doc - Emilia Romagna Film Commission” a “Visioni Italiane”.

Realizzato grazie alla collaborazione gratuita di 30 autori e oltre 800 professionisti del cinema italiano, All human rights for all è stato presentato in anteprima mondiale l'1 dicembre 2008 al Teatro Argentina di Roma. Il film intende celebrare il tema universale dei diritti umani attraverso lo guardo particolare del cinema italiano in occasione del 60° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che fu proclamata dall'Assemblea Generale dell'ONU a Parigi il 10 dicembre 1948. Film collettivo e no-profit, si compone di trenta cortometraggi ispirati ai trenta articoli della Dichiarazione Universale.

L’America me l'immaginavo di Alina Marazzi (1991, 22') fotografia: Claudio Bellero montaggio: Francesco Lupi Timini, Beatrice Zecchinelli produzione: Francesco Virga per Mediterraneo produzioni, con il contributo di Filmmaker

Le libertà fondamentali in essa sancite non sono ancora una realtà per tutti e troppo spesso i governi mancano della volontà politica per l'attuazione delle norme internazionali che loro stessi hanno accettato volontariamente. Questo film rappresenta una occasione unica per amplificare il contenuto di ciascun articolo e far sì che questi diritti siano una viva realtà - conosciuti, compresi e goduti da tutti, ovunque. Il film ricorda che in un mondo ancora fragile dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, la Dichiarazione fu il primo documento globale di ciò che adesso diamo per scontato - la dignità e l'uguaglianza intrinseche nell'uomo. Attualmente disponibile in più di 360 lingue, la Dichiarazione è il documento più tradotto al mondo - una prova dell'universalità della sua natura e della sua portata. Ha ispirato molte Costituzioni di numerosi nuovi Stati indipendenti e nuove democrazie. È diventato un metro di misura attraverso cui riconoscere ciò che è, o dovrebbe essere, giusto o sbagliato. 28

Amelia di Chiara Idrusa Scrimieri (2008, 17’)

Storie di emigrazione dall’isola siciliana di Marettimo verso la California e l'Alaska. Le donne di Marettimo raccontano l’esperienza dell'emigrazione verso le Americhe dal punto di vista di chi è rimasto a casa e ha vissuto l'emigrazione solo attraverso i racconti epici degli uomini. Lettere, racconti di ieri e di oggi, fotografie d’epoca, canzoni di emigranti e repertori della più recente emigrazione dei pescatori marettimari in Alaska compongono il ritratto di una delle tante storie di emigrazione italiana oltre l'Atlantico. Alina Marazzi è regista di documentari televisivi a carattere sociale; ha lavorato come aiuto regista per il cinema, principalmente con Giuseppe Piccioni. Ha collaborato con “Studio Azzurro” sia su progetti cinematografici che installazioni. Ha tenuto laboratori audiovisivi all'interno del carcere di San Vittore a Milano e per due anni ha lavorato all'interno del progetto “Fabrica” sotto la direzione artistica di Godfrey Reggio. Si è segnalata all'attenzione della critica e del pubblico internazionale con il suo primo film documentario Un'ora sola ti vorrei, un ritratto della madre morta suicida quando lei aveva sette anni, di cui cerca di ricostruire l’esistenza attraverso un montaggio di sequenze filmate dal nonno paterno. Presentato a Locarno, il film riceve la menzione speciale della giuria, e in seguito il premio per il miglior documentario al Festival di Torino. Dopo il successo di questo film intimo e personale, ha realizzato Per sempre (2005), un documentario spirituale sulla vita monastica, e Vogliamo anche le rose, con il quale intende «ripercorrere la storia delle donne dalla metà degli anni Sessanta fino alla fine dei Settanta e metterla in risonanza con il nostro presente conflittuale e contraddittorio, nell'intento di suscitare una riflessione su tematiche ancora aperte se non addirittura rimesse grossolanamente in discussione». 29


Panorama del documentario italiano Il bastone siciliano di Alessandro Aiello e Giuseppe Di Maio (Italia, 2008, 58') prod.: Associazione Documenta - Osservatorio Tradizioni Popolari Un viaggio inedito all'interno dell'affascinante e semisconosciuto mondo del “bastone siciliano”: dalle origini in un contesto agro-pastorale (sec. XIII circa) alle prime scuole clandestine, fino alle estensioni moderne ad opera dei nuovi maestri. In un ambito geografico che trova il suo epicentro alle pendici del vulcano Etna e specialmente a Giarre/Riposto, per estendersi poi tra Santa Domenica Vittoria e Paternò, fino a Siracusa, il documentario ricostruisce l'immagine di una Sicilia antica e “segreta”. Arte arcaica di autodifesa, disciplina semiclandestina di straordinaria efficacia ma anche conoscenza che viaggia all'interno delle arti marziali convenzionali, il “bastone siciliano” è ricco di peculiarità storiche, etniche, antropologiche ed etico-morali. Il reportage raffigura due universi paralleli che hanno raccolto l'eredità del “bastone siciliano” storico gestendo in maniera controversa e spesso tormentata esigenze come la conservazione della conoscenza e la sua diffusione. Mentre la “Paranza rutata” e la “Scuola della battuta” pongono l'accento sul contatto armonico con la natura, su un codice di disciplina e lealtà verso l'avversario e verso il maestro-padre, il “Liubo” (riconosciuto dal Coni ed in effetti unico sport di origine italiana) trova la sua finalità nel processo educativo e formativo dell'attività agonistico-sportiva. Alessandro Aiello, nato a Catania il 27 Marzo 1961 ove tuttora vive. Co-fondatore del collettivo “Canecapovolto” (1992) ed autore di cortometraggi, drammi radiofonici e progetti d'Arte Contemporanea. Nel 2003 fonda con Giuseppe Di Maio “Documentà/Osservatorio Tradizioni Popolari”, struttura che realizza documentari di carattere etno-antropologico riguardanti la Sicilia. Giuseppe Di Maio è nato a Siracusa nel 1964 e risiede a Catania dal 1984. Dal 1992 diventa socio della cooperativa Azdak di Catania, dove entra in contatto con l’ambiente cinematografico catanese occupandosi di rassegne cinematografiche d'essai, della gestione cinematografica e di didattica dell'audiovisivo. Insieme ad Alessandro Aiello fonda nel 2003 “Documentà/Osservatorio Tradizioni Popolari”, struttura che realizza documentari di carattere etno-antropologico riguardanti la Sicilia.

Below Sea Level di Gianfranco Rosi (2008, 105') produzione: 21oneproductions In una terra di nessuno, a 40 metri sotto il livello del mare, in una base militare dismessa a 250 km a sud-est di Los Angeles, in un vasto deserto, vive un gruppo di persone ai confini del mondo, senza elettricità, senza acqua, senza polizia, senza governo. Questa è la storia di Ken e Lily, di Carol e Wayne, di Mike, Cindy e Sterling. Questo film copre quattro anni della loro vita e le loro vite compongono la sceneggiatura di questo film. Sembrano degli homeless, ma non hanno nulla a che vedere con i “barboni”. La loro vita scorre in una 30

situazione estrema e tuttavia riproduce la normalità. Cucinano, leggono, fanno l'amore, curano il loro aspetto, cercano lavoro, fanno musica, coltivano ancora sogni… Non hanno rifiutato la società, le convenzioni, la "normalità", ma ciascuno di loro, per circostanze diverse, si è trovato "fuori". Sono la nuova povertà. Questo film straordinario ed emozionante ha vinto il premio “Doc/it - Sicilia Film Commission” alla LXV Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2008), che verrà consegnato ufficialmente al regista a Palermo nel corso di questa manifestazione.

Boatman di Gianfranco Rosi (1993, 56') produzione: Gianfranco Rosi sottotitoli: Lucia Roca e Catherine mc Gilvray Boatman è un viaggio in barca compiuto lungo le rive del Gange insieme al timoniere Gopal. Rosi descrive, con una serie di brevi ritratti, la vita sulle sponde del fiume sacro indiano. Il tema centrale è l'immagine del cerchio infinito di vita e morte, radicato nelle vite degli indiani e manifestato in modo convincente nel modo in cui celebrano l'addio ai defunti. Gianfranco Rosi è nato ad Asmara in Eritrea, ha vissuto in Turchia, in Italia e in America e ha la nazionalità italiana e americana. Si è laureato alla New York University Film School. Ha prodotto, diretto e curato la fotografia del mediometraggio Boatman (1993) che ha partecipato con successo a numerosi festival internazionali vincendo molti premi, è uscito in sala (non in Italia) ed è stato trasmesso dalle principali televisioni mondiali. Ha inoltre diretto il cortometraggio Afterwards, presentato al festival di Venezia e prodotto da Fabrica Cinema, numerose Pubblicità Progresso, video industriali e cinque corti. Ha curato la fotografia e le riprese di svariati documentari, tra cui Face Addict di Edo Bertoglio (2005), presentato al Festival di Locarno. Come freelance, si occupa di supervisione creativa al doppiaggio per Universal, Fox, Dreamworks. Nel 2008 Below Sea Level, il suo primo lungometraggio documentario, ha vinto al Festival di Venezia il premio Orizzonti e il premio Doc/it-Sicilia Film Commission.

Come un uomo sulla terra

di Andrea Segre e Dagmawi Yimer in collaborazione con Riccardo Biadene (2008, 60') produzione: Associazione Asinitas Onlus, Zalab

«La voce diretta dei migranti etiopi sulle brutali modalità con cui la Libia sta operando, per conto e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa, il controllo dei flussi migratori dall'Africa. Dagmawi Yimer studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell'inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. 31


Panorama del documentario italiano Sopravvissuto alla trappola libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus, punto di incontro di molti immigrati africani, coordinata da Marco Carsetti e da altri operatori e volontari. Qui ha imparato non solo l'italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia, e di provare a rompere l'incomprensibile silenzio su quanto sta succedendo nel paese del Colonnello Gheddafi». (Andrea Segre e Dagmawi Yimer) Come un uomo sulla terra ha vinto il Premio della giuria ed il Premio del pubblico del SalinaDocFest 2008. Andrea Segre (1976) ha realizzato tra il 1998 e il 2001 alcuni documentari per Rai 3. In seguito ha diretto per produzioni indipendenti: Marghera Canale Nord (2003); Dio era un musicista (2004); uno degli episodi del progetto Checosamanca (2006); La Mal'ombra (2007, Premio Avanti! al Torino Film Festival); A sud di Lampedusa (2007) sulle espulsioni dei migranti africani nel deserto del Teneré, di cui Come un uomo sulla terra può rappresentare una continuazione. Dagmawi Yimer (1977) è arrivato in Italia nel luglio 2006, dove ha ottenuto la protezione umanitaria. Dal 2007 collabora con la scuola di italiano di Asinitas. Ha realizzato uno degli episodi del documentario Il Deserto e il Mare e alcuni cortometraggi di documentazione dell'attività della scuola. Riccardo Biadene (1973) ha lavorato per varie produzioni, tra cui, nel 2005, un documentario Enel di Fabiana Sargentini sugli infortuni sul lavoro e Viaggio segreto di Roberto Andò. Nel 2007 ha diretto e montato il backstage di Per non dimenticarti di Mariantonia Avati. Lo stesso anno ha realizzato il documentario Alain Danielou Centenary.

Dalle Officine Ducrot alla Scuola Nazionale di Cinema di Luigi Valente (Italia, 2008, 20') produzione: Honeymoon - Laboratorio Cinema e Restauro S.r.l. ideazione e soggetto: Flavio Casgnola aiuto regia: Laura Perini, Fiorenza Ciotti consulenza tecnico-scientifica: Graziella Pitrolo montaggio: Diego Emanuele, Emanuele Governale redazione: S. Gristina, E. Cammarata, D. Casgnola, L. Ferraccini, S. Ciulla. musica originale: Marcello Insinna voce fuori campo: Carmen Avellone «Il rilancio dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo rappresenta un obiettivo strategico capace di attrarre opportunità finanziarie con importanti ricadute occupazionali in ambito creativo e tecnologico, com'è quello della cinematografia, in special modo se legata alla produzione cinedocumentaria. Le ex Officine Ducrot, luogo della memoria storica di Palermo, tornano a rivivere e produrre non più arredi o idrovolanti ma cultura, eventi, performance. Il filmato ripercorre le vicende delle “Officine” e della città attraverso i racconti di chi ne è stato protagonista per quasi un intero secolo. Il fermento artistico e produttivo che caratterizzò 32

quell'epoca viene raccontato attraverso un lavoro di sintesi e riemerge con le stesse motivazioni di allora. Riconvertire, ancora una volta, oggi tocca al cinema che proprio nel secolo dei Florio e dei Ducrot ne ha criticamente accompagnato le vicende» (Luigi Valente) Il documentario si avvale della preziosa consulenza tecnico-scientifica dei professionisti che per conto del Comune di Palermo hanno curato il progetto e la direzione dei lavori del restauro funzionale dei tre padiglioni destinati ad ospitare la Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia e le altre strutture adiacenti (sala cinematografica e stecca di uffici dedicati all'archivio cinematografico regionale e ad altre istituzioni pubbliche afferenti all'audiovisivo) che verranno gestite in sinergia dall'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dal Comune. Luigi Valente. Architetto, esperto in restauro monumentale e di archeologia del paesaggio, è nato a Palermo nel 1954. A Roma ha conseguito la specializzazione in restauro monumentale presso l’università La Sapienza. L'intensa attività professionale lo ha visto progettare e dirigere innumerevoli restauri monumentali ed anche partecipare a diverse campagne di scavo archeologico. Il suo esuberante interesse per le energie alternative e per i temi della sostenibilità e del mondo insulare lo hanno portato a rivestire l'incarico di Presidente della sezione italiana di Insula Consiglio Scientifico Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile, con il quale e per il quale è impegnato a sostenere un nuovo e più consapevole modo di intendere le strategie d’intervento sul territorio. Non avendo mai abbandonato la passione per il cinema-documentario, tanto da aver realizzato la sua prima opera all’età di 16 anni, ha recentemente fondato “Honeymoon laboratorio cinema e restauro” centro di produzioni artistiche indipendente.

Di nuovo Anni difficili di Tatti Sanguineti (Italia, 2008, 78') produzione: Comune di Modica, Briguglio Films, Livingstone. assistente: Germano Maccioni organizzazione e ricerche: Rosellina d’Errico fotografia: Luigi Pasquale suono: Carlo Cialoni montaggio: Arianna Carletti, Gabriella Scaglione con Giulio Andreotti, Turi Vasile, Tullio Kezich, Goffrerdo Fofi, Anna Proclemer, Enrico Stinchelli, Michele Suozzo. Si ringrazia l'Istituto Luce. «Questo piccolissimo lavoro indipendente concepito dalla triangolazione fra un comune siciliano, il figlio di un vecchio produttore che ha mantenuto i diritti dell'opera di suo padre e un cane sciolto a cui non è consentito lavorare dentro la cineteca dello stato, narra le vicende del film “più antiqualunquista” del cinema italiano del dopoguerra, Anni difficili di Luigi Zampa e Vitaliano Brancati. Costretto dalle circostanze per la prima volta a decidere con la propria testa, il sottosegretario allo spettacolo dell'anno 1948 difese il film Anni difficili contro quei funzionari addetti alla censura che non potevano amare la caricatura di loro stessi fatta da Brancati e da Zampa. Il film non è “uno sputo in faccia a tutti gli italiani”, come si disse, però si ride e si deglutisce amaro. Siamo in zona Ciprì e Maresco. Anzi, Maresco e basta. 33


Panorama del documentario italiano Anni difficili e questo documentario che ne accompagna affettuosamente il ritorno, provano a rispondere alle domande più “difficili”. Per un ventennio gli italiani furono tutti pecoroni? Furono tutti comparse teatrali? La risposta la fornì naturalmente Brancati medesimo ed è la seguente: “Ridere dei propri difetti è una virtù dei popoli civili. Nessuno può ridere di un popolo o di un individuo che sappia ridere di se stesso” (Vitaliano Brancati). Di nuovo Anni difficili ha l'ambizione di avere un qualche valore già in se e per se, ma va inteso come una proposta e un progetto da sviluppare». (Tatti Sanguineti) Gaetano Sanguineti, detto Tatti, nasce a Savona nel 1946. Si definisce “di formazione cinéphile, di titolo filologo classico”. Vive a Milano dal 1972, dal 2005 a Roma. È stato pubblicista per La Repubblica, Panorama e L'Europeo. Operatore e organizzatore culturale (Festival di Venezia, Festival di Taormina, Cinema Ritrovato di Bologna, Festa del Cinema di Roma) è uno dei più importanti storici del cinema italiano ed ha pubblicato numerosi saggi e volumi. È stato anche attore in film di Moretti, Del Monte, Calogero, Monicelli, Giuseppe Bertolucci, Ciprì e Maresco (per il ruolo de Il ritorno di Cagliostro ha vinto un Nastro d'Argento come miglior attore non protagonista). È stato regista teatrale e televisivo e numerose sono state le sue collaborazioni e conduzioni televisive. È uno dei conduttori, fondatori e ideatori della trasmissione radiofonica “Hollywood party”.

Doctor Ice di Stefano Tealdi (2008, 58') produzione: Stefilm Kristan Bromley ha lavorato per 12 anni come ingegnere al British Aerospace. Oggi compete a livello olimpico nelle gare di skeleton, e ha vinto la Coppa del Mondo nel 2005 correndo a 130 km/h su uno slittino da lui stesso sviluppato e costruito. “Doctor Ice”, come Bromley viene chiamato dai media inglesi, costruisce il suo successo sulla ricerca scientifica, la tecnologia, il design, l'allenamento virtuale tramite software specifici e, naturalmente, le sue doti atletiche. Per “Doctor Ice” l'allenamento in pista e la ricerca scientifica sono due facce della stessa medaglia: grazie a simulazioni al calcolatore e tecniche di analisi 3D, infatti, lavora sia sulla sua preparazione atletica sia sulla risposta dell'attrezzatura che impiega, sull'aerodinamica della postura in gara e su quella dello slittino. Il documentario segue Kristan fin dallo sviluppo della prima slitta e arriva fino alle attuali strategie, che comprendono l'uso del “capture motion system”, lo stesso usato negli studi cinematografici di Hollywood per i film animati. Kristan e la sua squadra sfidano, con l'aiuto della scienza e della tecnologia, i paesi più avvantaggiati negli sport invernali: tutto per guadagnare i centesimi di secondo che possono farlo salire sul podio ai prossimi giochi di Vancouver. E con i risultati del suo lavoro, l'Università di Sheffield Hallam sviluppa attrezzi e processi utili alla società. Con le sue imprese, “Doctor Ice” mette la scienza al servizio dello sport e lo sport al servizio della scienza! Stefano Tealdi. Nato a Johannesburg, in Sud Africa, studia architettura a Torino e con la laurea diventa responsabile della produzione presso il laboratorio audiovisivi del Politecnico di Torino. Nel 1985 fonda con Elena Filippini ed Edoardo Fracchia la Stefilm, lavorandovi come regista e produttore. Oggi lo scopo prioritario della società è quello di produrre film e programmi televisivi di alta qualità promuovendo giovani talenti e progetti internazionali che focalizzano su forti storie umane. Dal 1988 ha diretto numerosi documentari, soprattutto in 34

Africa. L'ultimo s'intitola Eritrea, il tempo di un sogno, un documentario che segue la vita di due giovani eritrei per 10 anni. Recentemente, in veste di produttore, ha realizzato diverse co-produzioni internazionali tra cui: Song on a narrow path - storie da Gerusalemme; Leonardo: l'uomo dietro alla Sindone?; Porto Marghera - un inganno letale; Case sparse; Sorriso Amaro; Citizen Berlusconi; Gelato: una passione senza tempo; Le mie tre cime. È stato presidente del EDN (European Documentary Network) ed è coordinatore nazionale di INPUT, Television in the Public Interest. Ha fondato con altri l'associazione FERT (Filming with a European Regard in Turin) ed ha coordinato le prime otto edizioni italiane del workshop sul documentario Documentary in Europe. Svolge docenze sulla produzione del documentario per diverse istituzioni italiane ed internazionali.

Fondamenta delle Convertite di Penelope Bortoluzzi (2008, 117') produzione: Penelope Bortoluzzi Un anno nel carcere femminile di Venezia: la vita quotidiana nei corridoi e negli spazi comuni di un ex-monastero affacciato sulla laguna. Detenute provenienti dal mondo intero, i loro bambini e le agenti penitenziarie vivono in una promiscuità senza tregua, destreggiandosi ciascuno a suo modo fra gerarchie, amicizie, giochi di ruolo e di potere. Penelope Bortoluzzi. Nata a Venezia nel 1978, si è laureata in cinema a Parigi. Ha realizzato nel 2003 Coulisses, cortometraggio documentario su una troupe di attori sordomuti e nel 2007, per ARTE, Caroline, ritratto di una scultrice. Per tre anni si è dedicata alla realizzazione del suo primo lungometraggio, Fondamenta delle convertite. In competizione nel Concorso Internazionale del 49° Festival dei Popoli, ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria.

Die Jungfrau von Palermo (La vergine palermitana) di Antonio Guidi (Germania-Italia, 2005, 82’) fotografia: Sudeehr Palsane. Montaggio: Ulrike Tortora produzione: Antonio Guidi e University of Television and Film Munich, Germany Die Jungfrau von Palermo è dedicato alle storie, leggende, canzoni che si sono sviluppate intorno alla figura di Santa Rosalia, patrona della città di Palermo. Queste storie, nascoste negli angoli più remoti della città, sono state tramandate oralmente e sono sopravvissute per secoli in palcoscenici e teatri grandi e piccoli. L'annuale "festino", un festival in onore della Santa, è considerato dagli abitanti l'evento più importante dell'anno, e viene celebrato con profonda devozione e grande gioia. Il film documenta i riti e le tradizioni riguardanti la figura di Santa Rosalia e parla della gente di Palermo, che tiene in vita la tradizione nei canti solenni, negli spettacoli dei pupi, nelle menti e nei cuori. Chi era veramente Santa Rosalia? Nel film ognuno dà il suo personale punto di vista. Antonio Guidi si è diplomato con questo film alla Hochschule für Fernsehen und Film di Monaco di Baviera. Apprezzato in numerosi festival internazionali, il film è stato anche premiato alla terza edizione del Sole e Luna Festival di Palermo. 35


Panorama del documentario italiano Martha. Memorie di una strega di Giovanni Calamari (2007, 50') produzione: Minnie Ferrara & Associati Dura e imponente come le Dolomiti. Dolce e fragile come i sentieri che tagliano l'altipiano dello Sciliar. Martha è lo specchio di una montagna antica fatta di tradizioni, di fiabe, di erbe profumate, di fatica e di solitudine. Nasce a Bolzano e cresce a Castelrotto, un delizioso e ordinato borgo altoatesino. Troppo ordinato, però. Martha capisce in fretta di essere fuori posto, di non riuscire a seguire la strada tracciata per lei dagli altri. Inizia così una lunga e faticosa ricerca d'identità. Affronta se stessa, il paese, la famiglia con passo deciso, lo stesso delle interminabili camminate in montagna. Sulle sue spalle, insieme al peso dello zaino, porta quello delle sofferenze di tutte le donne che, prima di lei, hanno provato a sgretolare quella gabbia fatta di sassi, di prati e di vasi alle finestre. Martha disegna. Disegna sull'erba, sotto il sole, per fermare il senso del proprio affanno. Traccia scudi colorati per proteggersi. Balla intorno al fuoco e racconta storie di fate e di nani. Si spoglia di tutto: vestiti e paure. In paese la chiamano “la malattia di Martha”. La giovane donna che voleva i pantaloni alla fine troverà la magia. “Sono una strega”. E poco importa se qualcuno non ci crede. Giovanni Calamari è nato nel 1970 a Milano, dove attualmente vive e lavora. Nel 2001 ha realizzato il suo primo documentario. Ha firmato la regia di docu-reportages di programmi scientifici e mini-fiction di attualità per conto di Mediaset e La7. Ha lavorato per “L'isola dei famosi” e “Le invasioni barbariche”. Il tema ricorrente nei suoi documentari è quello di raccontare l'umanità dei personaggi, le storie personali degli individui che esprimono il valore della memoria collettiva. Tra i suoi lavori: La disfatta sul Don. La verità sull'Armata italiana in Russia; La vita fragile; A scuola di Top Gun; Il porno alla sbarra.

La minaccia di Luca Bellino e Silvia Luzi (2008, 86') produzione: Suttvuess È il punto di partenza di un viaggio nel Paese che ha dato il via all'onda rossa in America Latina. Il Venezuela è il sogno di una nascente società socialista o soltanto un'altra mistificazione di populismo e dittatura? Un viaggio con il Presidente Chávez verso la riserva di petrolio più grande del mondo, alle falde del fiume Orinoco, è il pretesto per entrare nelle vite dei venezuelani a 9 anni dall'inizio della rivoluzione bolivariana. Le missioni governative per combattere fame e analfabetismo, la creazione di un sistema di sanità pubblica e lo sviluppo di un'economia basata sul lavoro cooperativo sono alcune delle operazioni che caratterizzano l'era Chávez. Dall'altro lato il Venezuela e le sue 60 morti violente a settimana e i suoi ospedali collassati, la chiusura del canale televisivo più seguito, i vecchi immigrati europei in fuga, la lista nera degli oppositori e l'onnipresente propaganda governativa. Venezuela in rotta verso il socialismo: è ancora possibile nei nostri tempi post-ideologici? Silvia Luzi. Giornalista specializzata in affari internazionali, ha lavorato per Il Corriere della 36

Sera, Il Messaggero e nella redazione Esteri del Tg1. Ha realizzato numerose inchieste di cronaca e reportage dall'Africa. Luca Bellino. Regista documentarista nato a Salerno nel 1978 ha realizzato numerosi documentari tra cui I Fuochi e la Montagna (21’, Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, Biennale Artisti del Mediterraneo), Mate Y Moneda (52’, Premio Documè 2005, Migliore documentario italiano dell'anno, Primo Premio Nanook Film Festival di Palermo), e altri lavori di videoarte in Argentina e Cile. Si occupa principalmente di migrazioni e politica. Insegna cinema documentario all'Università di Roma Tre, per il master in Mediazione Culturale, e ha diretto corsi per il CIR - Consiglio italiano per i Rifugiati.

Napoli Piazza Municipio di Bruno Oliviero (2008, 55') produzione: Indigo Film, Ananas, Point du jour Napoli Piazza Municipio è un lungo viaggio che si svolge in poche centinaia di metri quadrati: la piazza del municipio di Napoli. Un viaggio che ci porta in diverse epoche storiche, in diversi paesi attraverso le lingue che si parlano nella piazza, in diversi contesti sociali. La grande spianata che si affaccia sul porto ha al suo interno molti altri luoghi, in qualche modo simbolici: il palazzo del Municipio, il castello Angioino del XIII sec., il cantiere della futura metropolitana in cui hanno scoperto un porto e le carcasse d'imbarcazioni del I secolo a.C., il teatro cittadino, il mercato dei fiori. Tra questi luoghi che evocano la storia della città, le persone che passano sulla piazza raccontano la loro storia, la storia del nostro tempo, in cui il passato a volte è fin troppo presente, a volte è rimosso o dimenticato. Il film ha ottenuto il premio come Miglior documentario italiano all'ultimo Torino Film Festival “per la sua capacità di cogliere con uno sguardo cinematografico caleidoscopico le tante anime e contraddizioni di una città, attraverso il racconto di uno dei suoi luoghi più simbolici”. Bruno Oliviero. Nasce nel 1972 vicino a Napoli dove studia antropologia e filosofia. In seguito si trasferisce a Milano. Insegna documentario a Milano e a Venezia dove dal 2007 codirige insieme a Silvio Soldini una scuola di documentario. Dividendosi tra teatro e cinema, Bruno Oliviero ha realizzato diversi film di finzione e documentari, tra cui il cortometraggio Isaac a Ponticelli (1997), La guerra di Antonietta (2002), vincitore del Premio Maremmadoc, Odessa (2006), realizzato insieme a Leonardo Di Costanzo, che è stato presentato a numerosi festival internazionali.

Il passaggio della linea di Pietro Marcello (2008, 60') produzione: Indigo Film, in associazione con Mercurio Cinematografica e in collaborazione con Rai 3 Il passaggio della linea è un “viaggio” lungo l'Italia cadenzato dal ritmo dei treni espressi a lunga percorrenza, da tempo abbandonati ad un destino di lento degrado, che attraversano la penisola da sud a nord e viceversa, in un percorso che va dalla notte al mattino. Una carrellata di paesaggi, architetture, volti, dialetti e voci, vite che si mescolano in un corpo unico a bordo dei treni. All'interno degli scompartimenti spogli si intrecciano le vite di pas37


Panorama del documentario italiano seggeri che spesso parlano lingue diverse e portano con sè storie lontane. Si tratta per lo più di pendolari in viaggio verso il nord, giovani, stranieri, impiegati in lavori precari, abituati a percorrere lunghe distanze utilizzando il più modesto ed accessibile fra i mezzi di trasporto. Fuori, oltre i finestrini sporchi e appannati, si susseguono paesaggi a volte dolorosamente segnati dall'intervento dell'uomo, a volte intatti nella loro prepotente bellezza. Dentro, il tempo è scandito solo dal variare della luce che illumina gli stretti corridoi e svela volti spesso stanchi e assorti. Pietro Marcello. Nel 1998/2003 ha lavorato come organizzatore e programmatore della rassegna cinematografica “Cinedamm” presso il Damm di Montesanto, Napoli. Successivamente è stato assistente alla regia per il documentario Antonio di Leonardo Di Costanzo. Nel 2002 ha realizzato il radiodocumentario Il tempo dei magliari trasmesso da Radio 3 nel contenitore "Centolire". Aiuto regia per il corto Il Ladro di Sergio Vitolo, ha realizzato i corti Carta e Scampia (2003). Ha lavorato come operatore e montatore per il documentario di Nick Dines, Fuggifuggi e, nel 2004, ha collaborato al documentario di Giovanni Cioni dal titolo Le anime del purgatorio. Nel 2004 ha realizzato il film documentario Il cantiere, vincitore dell'11a edizione del Festival Libero Bizzarri. L'anno seguente ha portato a termine il film documentario La baracca, premio del pubblico a Videopolis 2005. Infine, nel 2005 ha collaborato come volontario per una ONG in Costa d'Avorio per la realizzazione di un docu-film dal titolo Grand Bassan. Ha scritto il suo primo libro “Il tempo dei magliari” a quattro mani con Marcello Anselmo

Le pere di Adamo di Guido Chiesa (2007, 86') produzione: Orione Cinematografica, Amk a Films Production, IMTM film, Offbeat film “L'uomo mangiò il frutto dell'albero della conoscenza e incominciò a sapere, apprendere, separare. E da quel momento iniziarono anche i suoi guai. Forse ne avrebbe evitati parecchi se si fosse accorto che, su quell'albero, oltre alle mele, c'erano anche delle pere…” Mattino presto, un corteo di persone per strada: protestano perché gli industriali, i sindacati e il governo francese hanno deciso di modificare il loro sussidio di disoccupazione. Un annoso problema, un’immagine consueta. Le loro grida svegliano un buffo omino che abita il fumetto che fa da filo conduttore al film. A far da guida nel viaggio è il paradigma scientifico, ossia l'idea che attraverso la ragione, la prova e la verifica, l'essere umano possa conoscere e controllare la natura e tutto ciò che la riguarda (umani inclusi). Un modello di pensiero che ha nella logica la sua grammatica e nella ricerca dell'esattezza la sua ossessione. Un paradigma che, nella sua fase classica, dall'Illuminismo al '900, non ha fatto che richiamarsi all'antico detto che recita ai bambini delle elementari che non bisogna mischiare le pere con le mele. Guido Chiesa partecipa nel 1991 al Festival di Venezia con il suo primo lungometraggio, Il caso Martello, aggiudicandosi la Grolla d'Oro quale "Miglior esordio alla regia". Nel 1994 gli viene assegnato a Torino il premio Fipresci della Critica Internazionale per il film Babylon (1994). Con Il partigiano Johnny (2000) si aggiudica invece il Premio Ragazzi e cinema al 38

Festival di Venezia e il Premio della Giuria al Festival di Stoccarda. Il film successivo Lavorare con lentezza (2004), è stato premiato al Festival di Venezia e in numerosi altri festival internazionali.

Shooting Palermo di Hella Wenders (Germania, 2008, 45') riprese: Irma Vecchio montaggio: Verena Neumann musiche originali: Ludwig Eckmann foto: Donata Wenders, Letizia Battaglia, Wim Wenders postproduzione: Francesca Hecht, Carolin von Roth con Wim Wenders, Campino, Dennis Hopper, Lou Reed, Milla Jovovich, Giovanna Mezzogiorno, Letizia Battaglia, Giovanni Sollima, Leoluca Orlando, Sebastian Blomberg. produzione: Gian Piero Ringel, Wim Wenders Shooting Palermo racconta il set di Palermo Shooting, il più recente lungometraggio diretto da Wim Wenders, la storia di Finn, un fotografo tedesco di successo che in seguito ad una crisi abbandona il lavoro e giunge da Duesseldorf a Palermo, dove la sua vita cambierà definitivamente. Il documentario, diretto da Hella Wenders, nipote del regista tedesco, cerca di scoprire la città-porto in tutte le sue sfaccettature al di fuori del set “ufficiale” attaverso l'incontro con alcuni esponenti del mondo culturale cittadino come la fotografa Letizia Battaglia, protagonista di una delle scene del lungometraggio. Il making-of comprende anche due interviste con il violoncellista e compositore Giovanni Sollima e con Leoluca Orlando, le cui scene sono poi state eliminate dal montaggio definitivo del film di Wim Wenders. Hella Wenders è nata a Münster (Germania) nel 1977, ha studiato cinema, televisione, arte e letteratura all'Università della Ruhr. Ha realizzato le seguenti opere video-cinematografiche: Two thin red lines (2002), Partly cloudy, partly sunny (2004), Where the pepper grows (2005), A sunday in winter (2007), On the road in Africa (2007), Oxfam Africa Spot (2007), Documentation about children in an inclusive working school (2007-2008), Marisol (2008), Shooting Palermo (2008)

Lo stato di eccezione di Germano Maccioni (2007, 87') produzione: Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi Il documentario affronta il processo penale di primo grado che è stato celebrato presso il Tribunale Militare di La Spezia, tra il febbraio del 2006 e il gennaio del 2007, e che ha riguardato le responsabilità di diciassette ex militari tedeschi SS per i delitti perpetrati nell'autunno del 1944 in Italia, durante quella che è considerata la più grande strage nazifascista dell'Europa Occidentale: l'eccidio di Monte Sole. La strage avvenne nell'Appennino bolognese, lungo la Linea Gotica, dove un intero Reparto SS, al comando del Maggiore Walter Reder, uccise più di settecento civili inermi, tra uomini, donne, infermi, vecchi e bambini. Dopo un 39


Panorama del documentario italiano silenzio durato oltre sessant'anni a causa dell'insabbiamento di 695 fascicoli relativi a stragi nazifasciste compiute in Italia, un processo è stato riaperto per stabilire verità mai affrontate.

Il mondo perduto I cortometraggi di Vittorio De Seta. 1954-1959

Germano Maccioni. Nato a Bologna nel 1978, inizia a lavorare come attore nel 1998, formandosi con il Teatro dell'Argine sotto la direzione di Pietro Floridia. Nel 2000 recita per Giancarlo Cobelli, al fianco di Kim Rossi Stuart e Sonia Bergamasco e nel 2001 frequenta l'American Conservatory Theatre a San Francisco. Successivamente inizia un percorso formativo-artistico con il cantante e poeta Giovanni Lindo Ferretti e si avvicina al cinema grazie a un laboratorio condotto da Marco Bechis. Dirige nel 2006 il suo primo documentario, Ming, sulla vita del partigiano Carlo Venturi.

Edizioni Feltrinelli (collana “Real Cinema”) a cura della Cineteca di Bologna / con il sostegno della Sicilia Film Commission - Filmoteca Regionale Siciliana

Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi (2007, 85') produzione: M.I.R. Cinematografica, Rai Cinema, Ventura Film, RTSI Televisione Svizzera Italiana Vogliamo Anche le Rose racconta il profondo cambiamento portato dalla liberazione sessuale e dal movimento femminista in Italia a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Il film si propone di raccontare fatti della storia recente con l'originalità di uno sguardo “al femminile” su vicende che videro protagoniste proprio le donne. Viene messa in secondo piano una presunta oggettività dei fatti a favore di un concerto di voci che raccontano quelle vicende in prima persona. Le storie, vere ed esemplari, riportate nei diari privati di tre giovani donne mostrano le ragioni più intime e personali che stanno alla base di questa rivoluzione sociale, dalla presa di coscienza della condizione femminile alla messa in discussione del primato maschile, fino a una radicale revisione del rapporto uomo-donna. Anita, Teresa e Valentina provengono da regioni d'Italia diverse e appartengono a classi sociali diverse, eppure sono accomunate dal fatto di essere donne e da un’uguale rivendicazione: non si riconoscono più in una società patriarcale, maschilista e maritale, che le vuole madri efficienti, mogli obbedienti, figlie integerrime. (La biografia di Alina Marazzi è a pagina 29)

Lo zio Sem e il sogno bosniaco di Chiara Brambilla (2008, 52') produzione: Mir Cinematografica Le colline di Visoko, sperduto villaggio nel cuore della Bosnia, nascondono in realtà cinque piramidi create da una civiltà scomparsa. Sono le più antiche e alte del mondo. Lo sostiene Semir Osmanagi, misterioso businessman bosniaco tornato a Visoko dopo quindici anni di esilio americano. L'incredibile scoperta ha stravolto l'immaginario del luogo e la vita delle persone. Lo Zio Sem e il sogno bosniaco è una commedia umana che racconta un anno della vita di Visoko dopo la scoperta. L'intuizione di Semir cede il posto al sogno ad occhi aperti di un'intera comunità: il sogno bosniaco. Chiara Brambilla è nata a Milano nel 1982. Nel 2004 si è laureata presso l'Università degli Studi di Milano in Scienze dei Beni Culturali con indirizzo Cinema e Teatro. Il suo primo documentario interamente autoprodotto, Casa Plastica (2006), è passato in diversi festival italiani vincendo il Premio “Avanti!” al Bellaria Film Festival. 40

PRESENTAZIONI EDITORIALI

Il Dvd raccoglie i 10 cortometraggi girati dal '54 al '59 tra Sicilia, Sardegna e Calabria da Vittorio De Seta, uno dei maggiori maestri viventi del cinema italiano: opere che si collocano accanto ad Eisenstein e Flaherty, e tra i monumenti del cinema italiano. Il libro che accompagna il dvd ed è inserito nel cofanetto, dal titolo “La fatica delle mani” (a cura di Mario Capello), è aperto da un contributo inedito di Roberto Saviano e contiene una presentazione di Martin Scorsese e saggi firmati da Alberto Farassino, Goffredo Fofi, Marco Maria Gazzano, Vincenzo Consolo. I saggi sono tratti dal volume del 1995 “Il cinema di Vittorio De Seta” a cura di Alessandro Rais (edizione Maimone, Catania).Tra gli extra del DVD, una lunga intervista esclusiva al regista.

Nel 1954 Vittorio De Seta gira sei documentari in Sicilia (Lu tempu di li pisci spata, Isole di fuoco, Surfarara, Pasqua in Sicilia, Contadini del mare, Parabola d'oro). Fortemente innovativi, sono subito riconosciuti a livello internazionale. Isole di fuoco riceve il primo premio per il documentario del Festival di Cannes del 1955. L'anno seguente è Contadini del mare a vincere al Festival di Mannheim. Nel '58-59 dirige altri quattro importanti cortometraggi: in Sicilia (Pescherecci), in Sardegna (Pastori di Orgosolo; Un giorno in Barbagia), in Calabria (I dimenticati). Martin Scorsese, presentando questi documentari nel corso di un omaggio al Tribeca Film Festival, ha definito De Seta “un antropologo che si esprime con la voce di un poeta”. E in effetti, vedendo i lavori raccolti in questo dvd, non si può che essere d'accordo. Che si tratti dell'epica lotta dei minatori con le vene di zolfo in Surfarara, della naturale eleganza e dignità dei pastori di Pastori di Orgosolo, o della danza feroce e arcaica dei tonnaroti in Contadini del mare, sempre De Seta rivolge il suo sguardo partecipe a realtà già allora minacciate da “uno sviluppo senza progresso”, donandoci una preziosa testimonianza di riti, usanze e saperi ormai scomparsi. E lo fa senza trascurare la bellezza delle inquadrature, le innovazioni tecniche più recenti e l'eredità del cinema più importante del mezzo secolo precedente. 41


Presentazioni editoriali Storia del documentario italiano “Storia del documentario italiano” risponde a una duplice esigenza: essere un primo affresco storiografico dell'“altro cinema”, dalle origini ai giorni nostri e, al tempo stesso, un'attenta riflessione sulla natura di un linguaggio che coinvolge discipline e saperi diversi. Il documentario, dai più considerato un fratello minore del «cinema vero», fase transitoria nella produzione di un cineasta, è da sempre ancorato alla dicotomia realtà/finzione. Marco Bertozzi lo libera da etichette e semplicistiche definizioni, tracciando alcune linee guida fondamentali che permettono di addentrarsi nell'inesplorato universo di temi, stili, personalità del «cinema del reale», immagini che hanno fissato il volto dell'Italia nel tempo. Non a caso questo libro ripercorre le tracce di un'«idea documentaria» di volta in volta declinata secondo lo spirito del tempo e la sensibilità di chi la pratica: dalle vedute del precinema ai voli della modernità futurista; dalle cine-mitraglie del secondo conflitto mondiale ai “provvidi” interventi del Piano Marshall contro le miserie post-belliche; dalle indagini antropologiche sul Mezzogiorno ai corpi (sovra) esposti nel turbinio delle contestazioni sessantottesche; dai «critofilm» ai «tecnofilm»; dall'ingresso nei mondi segreti degli istituti psichiatrici alle video-prove nei processi per il G8 di Genova. Un recupero della memoria - intima e collettiva - che avvia la rivisitazione di opere e autori per troppo tempo consegnati all'oblio e innesca riflessioni necessarie per comprendere la forza, la bellezza e le difficoltà della nuova onda documentaria nel cinema italiano contemporaneo. Marco Bertozzi è documentarista e storico del cinema. Ha insegnato Cinema documentario al Centro Sperimentale di Cinematografia e al DAMS di Roma Tre. Attualmente è docente all'Università IUAV di Venezia. Le sue ricerche riguardano le forme del «cinema del reale» e le sue interrelazioni con gli immaginari urbani e le appartenenze culturali (in film quali Appunti romani, 2004 e Il senso degli altri, 2007). Tra i suoi libri: La veduta Lumière. L'immaginario urbano nel cinema delle origini (Bologna, 2001), L'occhio e la pietra. Il cinema, una cultura urbana (Torino, 2003), L'idea documentaria. Altri sguardi dal cinema italiano (a cura di, Torino, 2003) e Schermi di pace (a cura di, Roma, 2006).

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Presentazione del quarto numero dei “Quaderni del Centro Studi sul Cinema Italiano” (rivista annuale edita a Barcellona) dedicato al documentario italiano contemporaneo Fiction or nonfiction, that is the question... I «Quaderni del Centro Studi sul Cinema Italiano» (CSCI) continuano a proporsi come spazio di confronto e riflessione, aperto al contributo di studiosi di tutto il mondo, intorno al cinema italiano. L’attenzione per gli autori e le opere del passato (i numeri monografici dedicati a Fellini e a Zavattini, i saggi sulla circolazione dei nostri film in America Latina o in Spagna, o ancora quelli sulle coproduzioni ispano-italiane) non ha mai relegato in secondo piano l'interesse per la produzione recente, evidente nelle rubriche che rappresentano proprio momenti di aggiornamento sull'attualità. Ci sembrava tuttavia che il cinema italiano contemporaneo richiedesse uno sforzo di approfondimento maggiore, soprattutto da parte di chi è impegnato professionalmente nella sua promozione e diffusione all'estero. Così abbiamo dedicato la sezione monografica dello scorso numero alla produzione del XXI secolo, senza distinzioni di genere e, anzi, con una attenzione speciale per cinema del reale, da sempre comunque di casa nella nostra rivista. Nonostante ciò, o forse proprio per questo, sentivamo il bisogno di sfaccettare ulteriormente il discorso, di ascoltare altre voci e (ri)conoscere altri volti per fare il punto sulla questione della nonfiction in Italia oggi. L'appuntamento “monografico” con il documentario era dunque un'esigenza forte della redazione, solo rimandata al momento in cui fossimo riusciti a riunire le condizioni giuste. L'incontro con Marco Bertozzi doveva rivelarsi, in tal senso, decisivo. Con la sua professionalità e il suo contagioso entusiasmo Marco ha curato un volume a tutto tondo, in cui alle voci dei protagonisti si intrecciano quelle degli studiosi suggerendo stimolanti collegamenti “a distanza” tra maestri consolidati ed esordienti di grande caratura, mettendo in crisi di continuo la possibilità di una rigida sistematizzazione del discorso teorico, smascherando con legittimo orgoglio (e con le carte in regola) la superficialità di chi ancora pretende di relegare la nonfiction a un ruolo da comprimario nell'universo cinematografico. Il titolo della sezione monografica - Il miraggio del reale: per una mappa del cinema documentario italiano - la dice già lunga sulla volontà di lavorare contro gli stereotipi. La prima parte riunisce dodici saggi, preceduti da un'introduzione del curatore, in cui gli autori osservano e analizzano il documentario italiano da angolazioni diverse ma complementari, offrendone - in un intreccio virtuoso tra critica, teoria ed esperienza sul campo - una visione d'insieme di riferimento obbligato per quanti vorranno avvicinarsi da oggi all'argomento. La seconda parte raccoglie le testimonianze di una quarantina di realizzatori in una sorta di dialogo a distanza tra di loro e con il “pubblico” dei lettori. Rispondendo ad alcuni quesiti aperti, in forma di auto-intervista o di riflessione libera, ciascuno si è posizionato con convinzione sullo scacchiere del cinema del reale. Ogni voce arricchisce il discorso generale di mille sfumature e di altrettante (pro)vocazioni. Daniela Aronica (Direttore ed editore «Quaderni del CSCI») 43


RADIO 24 Media partner dei Cantieri del Documentario

Programma

Anche Radio 24 protagonista ai Cantieri del documentario e agli Stati Generali del Documentario italiano 2008. L'emittente radiofonica del “Sole 24 Ore” prende parte all'evento che si svolge a Palermo seguendo le giornate dei lavori e realizzando la riduzione radiofonica di uno dei documentari presentati agli Stati Generali, che sarà trasmessa nel periodo delle festività natalizie.

MERCOLEDÌ 3 DICEMBRE ore 12 Inaugurazione della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia

L'emittente del “Sole 24 Ore” è da sempre attenta alla produzione documentaristica, ed ha realizzato diverse serie di radio documentari autoprodotti, come “Route 66” un viaggio attraverso l'America profonda, oppure “Al di là del mare”, voci e storie dal mondo dell'immigrazione, o “luoghi” suoni e racconti dal mondo. Al momento è in onda al sabato alle 22 e alla domenica alle 21,30 la serie RadioDoc, realizzata in collaborazione con History Channel. In occasione dell'appuntamento di Palermo, parte della produzione di radio documentari verrà resa disponibile sul sito di Radio 24 all'indirizzo www.radio24.it, assieme alle informazioni sui Cantieri del Documentario e sugli Stati generali del Documentario Radio 24 seguirà inoltre la giornata inaugurale di mercoledì 10 dicembre con servizi e collegamenti nei giornali radio e dedicherà parte della trasmissione di cinema “La Rosa Purpurea”, in onda sabato 13 alle ore 18.00, alla manifestazione. Le anticipazioni sugli Stati Generali del documentario nel corso de “Il riposo del guerriero” di domenica 7 dicembre. Radio 24 - Il Sole 24 Ore è la prima emittente “news&talk” italiana. Una radio di programmi, di persone, linguaggi, sonorità ed emozioni; una radio che informa con passione e che accompagna l'ascoltatore nel corso di tutta la giornata attraverso voci ricche di personalità e capacità narrativa. L'emittente radiofonica ha preso il via il 4 ottobre 1999 e in otto anni ha superato il traguardo di oltre 5.187.000 ascoltatori nella settimana raggiungendo la soglia di oltre 2.225.000 ascoltatori nel giorno medio. Radio 24 è un'emittente d'informazione generalista, caratterizzata da una programmazione multitematica: parla di attualità, cultura, sport, economia, lavoro, salute e di tutto ciò che alimenta gli interessi degli ascoltatori, con programmi che rispondono alle loro specifiche esigenze in modo coinvolgente ed emozionale.

Immagini popolari siciliane sacre, di Mario Verdone (1954, 10’)

Intervengono:

Immagini popolari siciliane profane, di Mario Verdone (1954, 10’)

Raffaele Lombardo Presidente della Regione Siciliana

L'Italia non è un Paese povero (terza parte: “Appuntamento a Gela”), di Joris Ivens (1960, 33’)

Antonello Antinoro Assessore Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione

Li mali mistieri, di Gianfranco Mingozzi (1963, 10’)

Diego Cammarata Sindaco della Città di Palermo Francesco Alberoni Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Romeo Palma Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e dell'Educazione Permanente Marcello Foti Direttore Generale della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Antonino Buttitta Direttore didattico della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia Bartolomeo Corsini Direttore della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia Alessandro Rais Direttore della Sicilia Film Commission MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE ore 16 La Sicilia nel documentario selezione di documentari storici a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale, in collaborazione con la Filmoteca Regionale Siciliana. Introduzione di Sergio Toffetti, Conservatore della Cineteca Nazionale Pêcheries de thon en Sicile (Pesca del tonno in Sicilia), film Pathé della serie “Scènes en plein air” (1907, 7’) Tonnara, di Francesco Alliata, Renzo Avanzo, Quintino di Napoli e Pietro Moncada (1947, 10’)

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Zolfara, di Ugo Saitta (1947, 11’)

Con il cuore fermo, Sicilia, di Gianfranco Mingozzi (1965, 30’) Idea di un’isola, di Roberto Rossellini (1967, 53’) Mattia Voltaggio (Archivio Cinematografico ENI) presenta: A Gela qualcosa di nuovo, di Fernando Cerchio (1960, 18’) ore 19 Settembre ’43 (dalle Officine Ducrot alla Scuola di Cinema) di Luigi Valente, a cura di Flavio Casgnola e Graziella Pitrolo (2008, 20') prima proiezione assoluta, alla presenza del regista e dei curatori scientifici Interviene Mario Milone, Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica del Comune di Palermo ore 20.30 Il Cavaliere Sole, di Pasquale Scimeca (Italia, 2008, 85' – documentario cofinanziato dal P.O.R. Sicilia 2000-2006, Misura 5.01c) Prima proiezione assoluta, alla presenza del regista e di Franco Scaldati ore 22 All Human Rights For All Sguardi del Cinema Italiano sui Diritti Umani di AA. VV. (Italia, 2008, 120’) film collettivo no-profit realizzato da 30 autori e più di 800 professionisti del cinema italiano, in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Saranno presenti i registi: Nello Correale, Costanza Quatriglio, Pasquale Scimeca, Roberta Torre GIOVEDÌ 11 DICEMBRE ore 16.30 Il bastone siciliano, di Alessandro Aiello e Giuseppe Di Maio (Italia, 2008, 58’), alla presenza dei registi

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Programma ore 17.30 Shooting Palermo, di Hella Wenders (Germania, 2008, 45’), alla presenza della regista ore 18.15 Rassegna “The Best of Fest - I migliori documentari italiani selezionati dai direttori dei festival” “Sole e Luna Festival” presenta: Die Jungfrau von Palermo (La vergine palermitana), di Antonio Guidi (Germania-Italia, 2005, 82’), alla presenza del regista ore 20 Consegna del premio “Doc/it - Sicilia Film Commission” Intervengono: Gianfranco Rosi, regista del documentario “Below Sea Level”, vincitore del premio “Doc/it - Sicilia Film Commission” alla 65a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; Hugues Le Paige, presidente della Giuria del premio “Doc/it - Sicilia Film Commission”; Alessandro Rais, Direttore della Sicilia Film Commission; Alessandro Signetto, Associazione Doc/it ore 20.30 Omaggio a Gianfranco Rosi Below Sea Level, di Gianfranco Rosi (Italia-Usa, 2008, 105') Boatman, di Gianfranco Rosi (Italia-Usa, 1993, 55’, sottotitoli a cura di Lucia Roca e Catherine Mc Gilvray) Alla presenza del regista e del montatore Jacopo Quadri VENERDÌ 12 DICEMBRE ore 10 - 13.30 Apertura delle sessioni di lavoro degli Stati Generali del Documentario Italiano terza edizione Saluto di Federico Schiavi, Presidente dell’Associazione Doc/it Circuito Festival: Sessione dedicata ai più importanti festival italiani che offrono spazio al documentario. I direttori e i curatori delle selezioni presenteranno il proprio festival. A seguire si terrà un dibattito con i professionisti del settore sull’importante ruolo che i festival giocano nella promozione e visibilità del documentario.

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Festival partecipanti: Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Festival Internazionale del Film di Roma, Festival Internazionale del Film di Locarno, Bellaria Film Festival, Premio Libero Bizzarri, SalinaDocFest, CinemAmbiente Environmental Film Festival, Festival dei Popoli, Filmmaker, Human Rights Nights Film Festival, Trento Filmfestival, Torino Film Festival, Vedere la Scienza Festival, Visioni Italiane, Festa di Cinema del reale, Mediterraneo Video Festival, Sole e Luna Festival, Festival Internazionale del Cinema di Frontiera, EcoVision. Moderatore: Luca Mosso ore 15.30 Rassegna “The Best of Fest” “Premio Libero Bizzarri” e “Human Rights Nights Film Festival” presentano: Lo Stato di Eccezione, di Germano Maccioni (2007, 87’), alla presenza del regista. “Vedere la Scienza Festival” presenta: Doctor Ice, di Stefano Tealdi (2008, 58’), alla presenza del regista ore 18 Cinema: Opportunità Sicilia: le iniziative della Regione Siciliana a sostegno della produzione cinematografica e audiovisiva intervengono: Antonello Antinoro, Assessore Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione Romeo Palma, Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e dell’Educazione Permanente Gaetano Blandini, Direttore Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Alberto Versace, Presidente del Comitato di Coordinamento dell’APQ Cinema per lo sviluppo dell'industria audiovisiva nel Mezzogiorno Sergio Gelardi, Presidente di Cinesicilia srl Alessandro Rais, Direttore della Sicilia Film Commission ore 19.30 Presentazione del quarto numero dei “Quaderni del Centro Studi sul Cinema Italiano”, dedicato al documentario italiano contemporaneo. Intervengono: Daniela Aronica (Direttore ed editore della rivista), Luciano Barisone (Direttore Festival dei Popoli), Giovanna Taviani (Direttrice SalinaDocFest), Mariangela Barbanente (regista) e altri autori dei saggi presenti nel volume.

ore 21 Sicilia, di John Turturro e Roman Paska (Italia, 2008 – documentario cofinanziato dal P.O.R. Sicilia 2000-2006, Misura 5.01c) Prima proiezione assoluta, alla presenza dei registi, dell’attrice Donatella Finocchiaro e dei produttori Bruno Restuccia e Giuliana Del Punta ore 22 Rassegna “The Best of Fest” “Festival dei Popoli” presenta: Fondamenta delle Convertite di Penelope Bortoluzzi (2008, 117'), alla presenza della regista SABATO 13 DICEMBRE ore 10 - 11.15 L’autore trasversale Incontro realizzato in collaborazione con l’associazione Centoautori. Saranno presenti autori che hanno lavorato sia nell’ambito del cinema di finzione che in quello del cinema della realtà. Esperienze a cavallo di due generi che sempre di più mostrano evidenti punti di contatto. Intervengono: Stefano Rulli, Vittorio Moroni, Antonietta De Lillo, Pier Paolo Giarolo Moderatore: Mario Balsamo ore 11.15 - 13.15 Raccontare il Paese Come il nostro Paese e la realtà che ci circonda vengono raccontati dalle reti televisive: gli spazi dedicati al documentario italiano, gli stilemi narrativi dominanti, i format, le censure indotte e praticate. Intervengono: Lorenzo Hendel (commissioning editor Rai3), Paola Tinari (vicedirettore Rai Educational), Alfredo Moroni (commissioning editor La7), Gabriella Gallozzi (critico cinematografico), Cristina Piccino (critico cinematografico), Gianfranco Pannone (regista), Gustav Hofer (regista). Moderatore: Andrea Purgatori ore 13.15 - 13.30 Presentazione dell’associazione Centoautori Interviene Stefano Rulli ore 14 Di nuovo Anni difficili di Tatti Sanguineti (2008, 78’), alla presenza del regista ore 15.30 Rassegna “The Best of Fest”

“Filmmaker” presenta: Il passaggio della linea di Pietro Marcello (2008, 60'), alla presenza del regista “Trento Filmfestival” presenta: Martha, memorie di una strega di Giovanni Calamari (2007, 50'), alla presenza del regista “SalinaDocFest” presenta: Come un uomo sulla terra di Andrea Segre e Dagmawi Yimer, in collaborazione con Riccardo Biadene (2008, 60'), saranno presenti Andrea Segre e Riccardo Biadene ore 19.30 Presentazione del volume: “Storia del documentario italiano” di Marco Bertozzi Il volume, pubblicato da Marsilio Editori a fine settembre, ripercorre la storia culturale del Novecento italiano legandola alle vicende dei protagonisti e delle opere del panorama documentario. Il libro verrà presentato da Gianfilippo Pedote insieme all’autore. ore 21 In viaggio con i pupi, di Maurizio Sciarra (Italia, 2008, 75’ – documentario cofinanziato dal P.O.R. Sicilia 2000-2006, Misura 5.01c) Prima proiezione assoluta, alla presenza del regista, di Mimmo Cuticchio e del produttore Lionello Cerri ore 22.30 Rassegna “The Best of Fest” “Torino Film Festival” presenta: Napoli Piazza Municipio di Bruno Oliviero (2008, 55'), alla presenza del regista “Bellaria Film Festival” presenta: Lo Zio Sem e il Sogno Bosniaco di Chiara Brambilla (2008, 52'), alla presenza della regista DOMENICA 14 DICEMBRE ore 10.30 - 11.30 Il Fair Use Incontro sul tema del copyright nelle opere audiovisive. Verranno messi a fuoco i cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi anni e i possibili sviluppi futuri della normativa relativa al diritto di citazione di opere audiovisive protette da diritto d'autore. Intervengono: Marco Visalberghi e Marcello Mustilli

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Programma ore 11.30 - 13 Circuiti ed esperienze distributive del documentario italiano Verranno messe a confronto alcune tra le più interessanti realtà che stanno lavorando sul concetto di “rete” per sperimentare nuove forme di promozione del documentario. Partecipano: Greta Barbolini per UCCA (Unione Circoli Cinematografici Arci), Giuliano Girelli per Documè (Circuito indipendente del documentario etico e sociale), Enza Negroni per Docintour (progetto a cura della Regione Emilia Romagna, D.E-R e Cineteca del Comune di Bologna per la circuitazione di documentari in Regione). Moderatore: Alessandro Rossi ore 13 - 13.30 “Tuttaporto”: un nuovo spazio per il documentario a Palermo. Interviene: Roberto Manzone (regista e ideatore della rassegna “Tuttaporto”) ore 15.30 Rassegna “The Best of Fest” “Cinemambiente” presenta: La Minaccia di Silvia Luzi e Luca Bellino (2007, 86'), alla presenza dei registi “Festival Internazionale del Film di Roma” presenta: Le pere di Adamo di Guido Chiesa (2007, 90') “Visioni Italiane” presenta: Amelia di Chiara Idrusa Scrimieri (2007, 17') ore 19 Presentazione del Dvd: “Il mondo perduto: i cortometraggi di Vittorio De Seta 1954-1959”, edito da Feltrinelli nella collana “Real Cinema”, a cura della Cineteca di Bologna, con il sostegno della Sicilia Film Commission – Filmoteca Regionale Siciliana. Intervengono: Vittorio De Seta, Vincenzo Consolo ore 21 L'isola in me: in viaggio con Vincenzo Consolo di Ludovica Tortora de Falco (Italia, 2008, 75’ – documentario cofinanziato dall’APQ Cinema per lo Sviluppo dell’industria audiovisiva nel Mezzogiorno) Prima proiezione assoluta, alla presenza della regista e di Vincenzo Consolo

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ore 22.30 L’America me l’immaginavo di Alina Marazzi (Italia, 1991, 22’) ore 23 Rassegna “The Best of Fest” “Festival Internazionale del Film di Locarno” presenta: Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi (2007, 85')


Unione Europea

POR Sicilia 2000/2006 Misura 5.01 c

Regione Siciliana Assessorato Beni Culturali, Ambientali e P.I. Dipartimento Beni Culturali, Ambientali ed E.P.

Direzione Generale per il Cinema

Sicilia Film Commission tel. 091 7071481 tel. 091 7071835 Doc/it tel. 051 204840 www.siciliafilmcommission.org www.documentaristi.it www.fondazionecsc.it Cantieri Culturali alla Zisa via Paolo Gili, 4 - Palermo


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