FIAB 2011 - Dalle rotaie alle bici - testo integrale

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Dall'alto in basso, da sinistra a destra: sette immagini del tratto recuperato tra Predazzo e Cavalese; tre immagini del ponte dismesso (non recuperato) sul torrente Avisio presso Masi di Cavalese - dove termina il recupero - prima e dopo la realizzazione della ciclabile; ponte ferroviario dismesso (non recuperato) sul torrente Travignolo a Predazzo; due passaggi della strada forestale nel bosco vicino al passo S. Lugano e sul panoramico viadotto di Gleno; antichi ruderi nei pressi di Castelfeder e la valle dell'Adige sullo sfondo; la ex stazione di Pausa, ora usata come abitazione privata.

All'ultimo decennio del '800 risalgono i primi progetti, alternativi tra loro, di una ferrovia che unisse la Val di Fiemme con la ferrovia del Brennero, proposti dalle città di Trento (Lavis-Val di Cembra-Predazzo) e di Bolzano (Egna-Predazzo-Moena). Solo nel 1915, con l'entrata in guerra del Regno d'Italia contro l'Impero austro-ungarico, l'Impero riprese il progetto proposto da Bolzano, spostando a Ora l'innesto sulla linea del Brennero per non dover costruire un ponte sull'Adige e realizzare in tempi brevi una ferrovia utile a trasportare rapidamente le truppe in Val di Fiemme, area di confine. Costruita negli anni 1915-18 come ferrovia militare a scartamento ridotto, con il lavoro anche di prigionieri serbi e russi, ebbe un raggio di curvatura minimo di soli 60 metri, molti tornanti e una pendenza massima del 4,2%. Divenuta italiana al termine della guerra (spostato il confine al Brennero), passò poi in gestione da FS alla neocostituita società Ferrovia Elettrica della Val di Fiemme, che negli anni 1928-29 la elettrificò - dimezzando i tempi di percorrenza - e allargò il sedime (che rimase ridotto), in vista di un uso per il trasporto sia merci che viaggiatori, soprattutto turisti. La concorrenza

del trasporto su gomma ne fece decidere la chiusura nel 1963, seguita a breve dallo smantellamento. Dagli inizi degli anni '90 la Provincia Autonoma di Trento ha recuperato il sedime da Predazzo a Masi di Cavalese come pista ciclabile asfaltata. Tra S. Lugano e Cavalese il sedime è stato in parte assorbito dalla strada statale. Tra Montagna e Passo S. Lugano (confine tra le province di Bolzano e Trento) buona parte dei circa 15 km del sedime è ora una panoramica strada forestale (indicata come Promenaden-Wanderweg e s.f. Ferrovia della Val di Fiemme) che conserva le maggiori opere d'arte della ex ferrovia, come lo spettacolare viadotto in curva presso Gleno, un ponte e cinque gallerie illuminate. La strada forestale, che attraversa il Parco naturale del monte Corno e ogni anno è teatro di una gara di mtb intitolata "La vecia ferovia" (37 km da Ora a Molina di Fiemme), è percorribile anche con biciclette da turismo. La comunità comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina ha in fase di progettazione una pista ciclabile tra Ora e S. Lugano, che ricalcherà ove possibile il tracciato ferroviario. Tra Ora e Montagna rimane solo qualche traccia del sedime, assorbito dalla viabilità ordinaria o dai campi. Schede

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