Rivista Girotonno2013

Page 50

Le origini della tonnara di Carloforte risalgono alla metà del diciassettesimo secolo ed esattamente al 1654, quando un finanziere genovese, Gerolamo Vivaldo, acquistò da Filippo IV, re di Spagna, alcune tonnare in Sardegna, tra le quali quella di Portoscuso, compresi gli impianti per la conservazione. Già allora il mare antistante era interessato dalla “corsa” del tonno rosso. Circa un secolo fa, da Portoscuso la lavorazione fu trasferita nella vicina isola di San Pietro, a Carloforte, che di fatto resta l’ultimo avamposto della tradizione. La zona del sud-ovest della Sardegna conobbe, in passato, diverse aziende-tonnare, che sono progressivamente sparite nel corso del Novecento. Giuliano Greco, procuratore generale della Carloforte tonnare PIAM e gerente della Consociazione Tonnare Sarde, ha le spalle una tradizione secolare: impegno e orgoglio contraddistinguono la sua attività, anche se non mancano le difficoltà.

greco: tante le difficoltà, ma la passione è immutata

la tonnara di carloforte Una lunga storia di successi e sorrisi, ma c’è spazio anche per qualche problema… Gli ultimi tagli del governo italiano ci hanno costretto a interrompere la produzione del tonno in scatola. L’auspicio è di farla ripartire nel giro di un paio d’anni. Le normative europee sono molto restrittive, specie dalla fine degli anni Novanta, quando i pesci, più che in quantità, sono diminuiti drasticamente in pezzatura, diventando più piccoli, passando ad esempio da una media di circa 150-180 kg a una di 35-40. Siamo stati anche multati per la pesca di tonni sotto taglia, fortunatamente negli ultimi due anni si è registrata una risalita della media.

al cento per cento il prodotto, considerando che le spese di ogni tonnara oscillano tra 500 e 600 mila euro. Come è cambiata la mattanza negli ultimi decenni? Si è proiettata nella modernità e nella contemporaneità, non solo per le tecnologie più avanzate di pesca. A differenza di quanto sostengono presunti ecologisti e sedicenti animalisti, è soprattutto meno cruenta, perché da tempo sono stati aboliti uncini e rampini. I tonni non sono certo massacrati, c’è grande attenzione per la qualità finale del nostro pescato e per la sua immediata conservazione. Ancora oggi non sono rari gli attacchi che ci arrivano da più parti, spesso attraverso i mezzi di informazione, quasi sempre senza che ci venga concesso il diritto di replica. Le autorità vigilano sulla taglia dei pesci e l’operazione di dissanguamento non è cruenta né crudele, visto che avviene quando i tonni sono già morti, a garanzia dei consumatori, in quanto serve ad evitare la degenerazione del cibo e a preservare la qualità delle carni.

Fra tante difficoltà, come si porta avanti la vostra attività? Ci vuole tanta passione, innanzi tutto, è un elemento indispensabile. Poi bisogna essere dentro il meccanismo, con basi solide, non soltanto quelle economiche. I rendimenti ormai sono piuttosto scarsi, se si considerano gli alti costi iniziali. Se qualcuno volesse iniziare adesso un’attività del genere sarebbe considerato pazzo. Bisogna ottimizzare 50


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.