Lifetime

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LIFETIME Ricciolo Magazine 01

Volume Anno

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Cost

Fall Winter zer o

- Stile - Moda - Personaggi - Arte -



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NO N S OLO I BAMBIN I A M A NO L’ AVVEN TURA Go outside and explore

E D ITORIALE La prima domanda che probabilmente vi porrete sfogliando le prime pagine sarà: Ma come mai avete deciso di creare un magazine? Perché? Lifetime nasce per dare spazio e respiro alle mille sfumature d’arte e creatività che nascono, che vivono, che operano in Sardegna e non solo. Queste figure eccellenti, questi innovatori, a volte non hanno la giusta visibilità e spazio d’azione per poter far conoscere alla nostra comunità il loro personalissimo modo di vivere e vedere il mondo. Sarebbe un delitto, una follia, assecondare una tendenza diffusa, ovvero quella di guardare e valutare solo le meraviglie che provengono -ad esempio- dall’altro angolo del pianeta, ignorando che in quest’isola meravigliosa, prendas ‘e oru incastonato nel blu del Mediterraneo nascono, crescono e vivono talenti innumerevoli e sconosciuti. Ricciolo fa tendenza, contro i cliché, segue il suo fiuto, aguzza la sua vista e le sue orecchie alla ricerca del talento, della creatività e delle mille sfumature che compongono e creano i concetti appena espressi. Lifetime vorrebbe far vivere al lettore un viaggio che gli permetta di gustare le curve delle strade costiere alla ricerca di piccoli paradisi; conoscere, parlare e ridere con uomini e donne dalle vite intense e ricche di colori, respirando i profumi delle stagioni, riempendosi gli occhi d’arte e stile. Questo è il nostro viaggio, il TUO viaggio che per noi oggi si chiama Lifetime . Viviamolo assieme federico gaudino

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R I CC I O L O F R O M T H E B E G I N N I N G “Sono orgogliosa di essere uno dei sei ambassador di So Glam, questo gruppo ha basi internazionali ed è basato sulla sviluppo delle nuove tendenze. Far parte di realtà simili per una Sarda e’ davvero un eccezione...” Testi di Alberto Caboni Foto di Federico Gaudino

Passata la notte, l’alba cagliaritana ti investe e ti accompagna verso il nuovo giorno. Verso un caff è, compagno di una chiacchierata a sei occhi, tra il sottoscritto, Annalisa e Marco. Se voglio scoprire davvero le radici che permettono a Ricciolo di essere una sequoia rigogliosa e f lorida, loro sapranno darmi tutte le informazioni. Annalisa e Marco sono i creatori, i fondatori di Ricciolo. Li incontro vicino alla casa madre, al salone che ha originato tutto, il Ricciolo Center di via Montecassino. La nostra chiacchierata sarà breve, ma assolutamente intensa. Ci sediamo al tavolino, ordiniamo tre espressi. La prima domanda la faccio quasi a bruciapelo, Annalisa è spumeggiante nel raccontarti i dati, i retroscena. Riesce a tenere l’ascoltatore attento e sul pezzo, sempre. Marco è più pacato, tono di voce morbido, sguardo intenso, di chi dentro di sè ha un universo di conoscenze e nozioni. AbC “La prima domanda -ovviamente- riguarda la nascita di Ricciolo. Quando, dove, come e perché? Ed il nome Ricciolo? Come nasce?””

Si consultano con uno sguardo, poi Annalisa prende la parola. “Bisogna partire dalla base. Mia madre lavorava come parrucchiera, avendo un background tradizionale ed uno stile che rispecchiava la moda dell’epoca. Ti parlo degli anni 80’, il range di tempo in cui Ricciolo è stato concepito e si è sviluppato dalla fase embrionale sino a divenire il salone che conosciamo” MAR “Era un periodo storico molto particolare. Gli anni 80’ sono stati una decade opulenta, eccessiva, colorata. Io rientrai a Cagliari dopo aver seguito un corso di trucco cinematograf ico a Roma. Tre mesi di full immersion che permisero di amplif icare il mio desiderio di novità e di innovazione” ANN “Sia io che Marco abbiamo un background artistico. Io vengo dal Liceo Artistico, ho sempre avuto l’amore per l’arte; una spiccata vena creativa. Io volevo portare a Cagliari ed in Sardegna la novità, la moda, il fashion. Le tendenze che potevi trovare, più che a Roma a Milano, a Londra e New York. Immagina l’impatto che ebbe un tipo di modernità simile nella nostra città”.

ANN “Una domanda multipla, in pratica” AbC “Direi di sì. O forse la possiamo vedere come una domanda aperta, senza conf ini. Spiegare la nascita di una tua creatura -suppongo- non si possa riassumere con una risposta semplice.

AbC “Vi videro come dei visionari? Come degli incoscienti? O foste visti come coraggiosi, come dei Braveheart?”

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ANN “Inizialmente, la novità rischiava di essere troppo. Noi sapevamo, credevamo realmente nel progetto. E la nostra perseveranza, assieme alle capacità, ci hanno permesso di dimostrare che il progetto era ed è tuttora valido e funzionale.”. AbC “Il nome Ricciolo? Chi ha avuto l’idea?” A prendere la parola è Marco. Si schiarisce la voce “Il nome rispecchia il periodo. É un insieme di suoni morbido, gradevole. In più, è un nome che ti trasmette da subito l’idea di hair stylist”. Interviene Annalisa “Un nome molto anni Ottanta, molto funzionale ed italiano. Oggi potrebbe essere rivisto e ripensato, dando un tocco di innovazione. Ci abbiamo anche pensato.” AbC “Pensato ma non messo in pratica?” MAR “Non messo in pratica, esatto. Alla f ine, ragionandoci su, ci siamo detti: perché cambiarlo? È divenuto un brand, un marchio identif icativo, un nome che riporta subito ai concetti di stile e di qualità. Ricciolo è rimasto tale”.

Marco, terminata la frase, mi saluta. Viene richiesta la sua presenza nell’hair salon. Ci rivedremo dopo. Resto con Annalisa e le chiedo di guidarmi attraverso l’evoluzione di Ricciolo, come fosse una novella Cicerone. Le chiedo del connubio tra Ricciolo e la moda, che so essere forte.

continuerò il racconto. Tra f ine Ottanta ed inizio Novanta, tramite Wella -con la quale siamo partner esclusivi da oltre vent’anni” siamo arrivati ad Enzo Mirigliani e Miss Italia. Ci siamo arrivati inizialmente come consulenti d’immagine. Ma di fatto le nostre capacità erano tali da poter pensare di proporre una gestione del concorso in Sardegna. Miss Italia non era valorizzata nell’Isola. Parallelamente da oltre tre anni muoveva i primi passi un progetto da noi fortemente voluto in insieme a con Michela, l’ agenzia di moda Les Noveaux AbC “Se penso a Ricciolo, Le Noveau e Miss Italia, mi vengono in mente alcuni nomi niente male. Però vorrei ne parlassi tu liberamente” ANN “Se penso a Le Noveaù, penso a Michela Giangrasso. Ci siamo conosciute ad una sf ilata, lei aveva 14 anni ed era deliziosa, e dall epoca abbiamo fatto tante cose assieme. Era una ragazzina all epoca, ed oggi è una donna indipendente, forte, anima di una tra le agenzie di moda più forti del territorio. Per me, per noi è fantastico pensare al fatto di aver avuto una sorta di sesto senso, di f iuto, di scouting riguardo alcune persone. Persone che ora sono delle eccellenze in diversi campi oltre che avere con noi un rapporto che va oltre l’amicizia. É una grande famiglia, un albero ramif icato e vivo”. AbC “Quando inizia uff icialmente il rapporto tra voi e Miss Italia? Nel 93, giusto?” ANN “Giustissimo”

ANN “Considera che per i primi tempi è stato diff icile portare questa ventata di novità,siamo stati gli apripista di tante innovazioni e tendenze che a volte il pubblico deve avere il tempo di far proprie. Tra la f ine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, tutte le energie investite hanno iniziato a dare gli agognati frutti. Ed è arrivato il contatto con il mondo della moda e Miss Italia”. AbC “Non ti faccio neanche la domanda successiva, visto che l’hai appena anticipata” Ridiamo, mentre Annalisa sottolinea il fatto che sia una sua peculiarità, quella di intuire gli argomenti e le direzioni che un discorso può percorrere. ANN “Tornando alla domanda che ti ho ‘bruciato’,

AbC “L’anno dopo, nel ‘94, avviene il colpo grosso, il centro perfetto.” ANN “Nel 1994 tutti gli sforzi, tutte le energie vengono catalizzate nel giusto modo. La ragazza che riuscimmo a trovare, che divenne da subito nostra amica, partì dall’Isola e conquistò Salsomaggiore. Si tratta di Alessandra Meloni. Una vittoria incredibile per tutti, un’emozione forte. Capisci che tutto quello che hai fatto, che si è fatto assieme, è andato nel giusto modo. Alessandra è una nostra cara amica che spesso torna a trovarci. Un rapporto che dura più di vent’anni. É molto bello, non credi?” AbC “Assolutamente d’accordo. Pensavo ad un altro rapporto nato grazie a Ricciolo e Miss Italia. Sempre

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Mi riferisco a Caterina Murino”. ANN “Caterina è stata un’altra scoperta dell agenzia, una persona che da subito ci trasmise delle bellissime sensazioni. La storia non ha smentito la nostra intuizione, anzi, anche con lei c’è un rapporto che va oltre l’amicizia, appena può, passa a trovarci. Un rapporto fantastico”. Caterina ora è un attrice di successo e ne siamo orgogliosi. AbC “Ricciolo è stata una fucina di talenti e non solo, direi”. ANN “Ti riferisci ad Andrea (Andrea Pinna, autore de ‘Le perle di Pinna’. NdA), immagino. Andrea lavorava al desk accoglienza nel salone di via Montecassino. Ogni volta che vedevo e sentivo le sue conclusioni, quelle che di fatto hanno generato le vere e proprie Perle, gli dicevo: ‘Tu devi fare questo lavoro. Questo è il tuo destino’. Un altro Talento fu Manuele Mameli anche lui oggi lavora a Milano ed e’ un grande amico di Andrea, conosciuto qui in salone, Manuele oggi lavora per persone di spicco dello spettacolo come Make up Artist e di anno in anno si sta affermando nello scenario nazionale. AbC “A proposito di sogni. Quali sono i tuoi sogni nel cassetto, se puoi aprirlo un momento e farmi dare un’occhiata?” ANN “Una domanda bella tosta. I sogni sono legati all’evoluzione: quella personale, quella legata al brand ed ai propri obiettivi. Posso dirti che i sogni sono tanti, tutti legati al concetto di evoluzione e di crisi, di mutazione e cambiamento.” AbC “Mutazione, cambiamento, evoluzione. Come è evoluto Ricciolo?” Nel frattempo anche Marco, liberatosi dagli impegni per qualche minuto, torna da noi. Proprio nel momento giusto per rispondere. MAR “Ricciolo si è evoluto in contemporanea con i tempi che ha vissuto, mantenendo sempre un passo nel domani, nel futuro” piccola pausa rif lessiva, “Pensa che tra gli anni Novanta ed i primi Duemila, Ricciolo ha visto molti suoi collaboratori spiccare il volo in maniera autonoma. Abbiamo ramif icato ed aperto alcuni saloni in diversi punti della città. Ti

posso nominare il salone Ricciolo di Piazza Savoia, nel cuore del quartiere Marina ed il salone Ricciolo di Via Messina. Entrambi i saloni appena citato non fanno più parte del circuito.” AbC “Formando un generazione di hair stylist, è nella legge dei grandi numeri che diversi collaboratori diventino indipendenti e cerchino la propria strada. Questo processo come è stato vissuto e metabolizzato?” ANN “Con naturalezza, direi. Con l’orgoglio di aver formato e cresciuto diversi hair stylist con le giuste conoscenze, basi solide. Questo ci rende f ieri, senza ombra di dubbio”. AbC “Parlando di formazione, Annalisa, tu puoi parlare con dovizia di particolari. Penso a So Glam!” ANN “Sì. So Glam è un progetto importante della Wella. Sono orgogliosa di essere uno dei 5 ambassador di questo gruppo basato sullo stile francese e sulle nuove tendenze. È un traguardo ma -come sempre, per quanto mi riguarda- è anche un punto di partenza. Ogni traguardo raggiunto deve stimolarti, deve divenire un punto di partenza per un nuovo traguardo. Per non avere rimpianti.” AbC “E mi hai nuovamente anticipato la domanda. Hai dei rimpianti?” ANN “Rimpianti... Non li vedo come rimpianti. Penso a quello che non ho fatto ed alle decisioni che ho preso. Ad ogni scelta corrisponde una rinuncia. Forse potrei dirti che mi dispiace non essere andata fuori dall’Isola per lavorare. Quello potrebbe essere un rimpianto. Ma quella decisione è stata presa coscientemente.” MAR “Una decisione diff icile, ma ci ha premiato. Alla f ine, restando qua abbiamo combattuto, costruito, sognato. Continuiamo a sognare e costruire il nostro domani. Quindi non sono rimpianti. È stata una ‘Sliding Door’, per citare il f ilm. Ma è stata la porta giusta”.

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Decisamente è stata la porta giusta. Saluto Annalisa e Marco, richiamati dai molteplici impegni. È stata una bella chiacchierata con due persone profonde, gradevoli, con cui parleresti per delle ore. Come stare in famiglia. Quando si dice la classe non è acqua.

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Melania Ecca Testimonial Ricciolo 2015



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I d ue gi orni p iù imp ortanti d ella vi ta s ono que llo in cu i sei na to e que llo in cui capi s ci p e rché . MARK TWAIN

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PICCO L E IMPREN DITRICI E I L ORO SOGN I Serena Gaudino fondatrice di Bikini Glam si racconta Testi di Alberto Caboni Foto di Federico Gaudino

B I K I N I G L A M : I L FA S H I O N S I V E S T E DA S P I AG G I A L’intervista con Serena Gaudino è f issata per le sei e mezza. Ancora non so che questa chiacchierata avrà come quinta teatrale ed attrici protagoniste le innumerevoli gallerie della nuova litoranea che conduce a Villasimius. É lì che Serena sta andando. “Ciao, eccomi” esordisce “Vorrei scusarmi in anticipo, ma potremmo avere diff icoltà a sentirci in certi momenti; tra un po’ inizia il tratto della gallerie”. Io, che quella strada la conosco il tanto giusto, le rispondo di non preoccuparsi. Le gallerie non ci fermeranno. AbC “Mi dicevi che stai andando a Villasimius” SG “Sì, sto andando al Timi Ama ad organizzare e supervisionare la mia linea di costumi”. La linea in questione è la Bikini Glam, di cui Serena è inventrice, curatrice, responsabile. È la sua creatura e questa sarà la sua seconda stagione da fashion designer. Le chiedo in quale modo sia arrivata a concepire e creare questo progetto e quale sia stata la sua vita prima di Bikini Glam. SG”Io sono laureata in Scienze della Formazione. È stato un percorso affascinante, che mi ha entusiasmato. Ma ho sempre avuto l’amore per la moda e per il fashion. Provengo da una famiglia che

da sempre si tuffa nelle arti: mia madre (Annalisa), oltre ad essere una hair stylist è anche un’ottima pittrice, mio fratello è un designer… Posso dire che gli stimoli non mi siano mancati”AbC” Come mai hai pensato proprio ai costumi piuttosto che un altro capo di abbigliamento?” SG” Il costume da bagno è quel capo d’abbigliamento che tutti indossano e che tutti utilizzano. È un indumento che indossi sia tu sia un ragazza sia tu sia più agée.” AbC “Un capo universale, in pratica. Per un messaggio universale?” SG “Esatto. Il messaggio universale è il connubio, l’unione tra il costume da bagno e l’arte. Credo fortemente nel fatto che ogni elemento che indossi debba rispecchiare la tua personalità, la tua essenza. La mia linea si incentra su questo, su elementi che si possono combinare tra di loro all’inf inito, con la particolarità di una texture, una graf ica accattivante e molto ricercata. Non è stato facile valutare quali opere d’arte, quali textures potessero rendere al meglio”. La prima serie di gallerie ci interrompe. Riusciamo a ristabilire un contatto.

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AbC “Per chi è stata pensata Bikini Glam? Per quale donna, per quale target?” SG “Il target è -di fatto- molto ampio. I costumi Bikini Glam possono essere indossati sia dalla ragazza, dalla teenager che è attenta a fashion ed alle tendenze sia dalla signora che ricerca un costume raff inato, elegante ma molto dinamico. Anche perché la linea ha una particolarità”. AbC “Quale?” SG “Puoi abbinare, accoppiare diversi pezzi tra loro. Ti faccio un esempio: una brasiliana o un slip nero abbinato ad un top colorato o in fantasia. Senza dimenticare il pareo”. AbC “Di fatto hai tre componenti variabili, da abbinare all’inf inito? Ogni giorno, una donna che decide di utilizzare la Bikini Glam può presentarsi in spiaggia con un outf it totalmente diverso rispetto a quello del giorno precedente modif icando di un minimo l’abbinamento?” SG “Esattamente. Questo è uno degli obiettivi della linea: poter permettere un’inf inita quantità di abbinamenti grazie ad elementi che possono aiutare anche a mascherare o -al contrario- valorizzare una parte del corpo, la silhouette.”. Un’altra selva di gallerie si frappongono insistentemente nella nostra chiacchierata. Mentre digito nuovamente il numero e spero che le gallerie siano momentaneamente terminate, ripenso all’ultima risposta di Serena. Una linea in grado di poter tendenzialmente soddisfare ogni tipologia di donna, grazie a un design interessante e la possibilità di inf inite combinazioni. Ma come sarà confezionato, mi chiedo? Avrà un packaging particolare? Serena risponde al telefono e, quasi senza prender f iato, le rigiro la domanda. SG “Sì, la linea ha un packaging curato. Ogni aspetto della collezione è stato valutato e pensato per rendere al meglio sia visivamente sia qualitativamente. Questa

sarà la seconda estate Bikini Glam per me. Ho avuto modo di far fruttare tutta l’esperienza dello scorso anno” Mi riprometto di chiederle in maniera più approfondita di questi due anni come creatrice di una linea fashion, ma -che posso farci?- la curiosità è sovrana. Le chiedo se ha la possibilità di inviarmi tramite social o email una foto del packaging. “Certo” mi risponde ed in pochi secondi tutte le curve della litoranea vengono attraversate da una foto. Arriva il f ile e lo apro mentre sono in vivavoce. AbC “Geniale. Questo è il primo aggettivo che mi viene in mente ed è quello più calzante. Come ti è nata l’idea del bicchierone da frullato?” Serena ride “Ti è arrivata la foto, suppongo! Mi è sembrato un’idea originale, che trasmettesse a tutti coloro che vedono la linea l’idea di freschezza e colore. AbC “Un packaging artistico per una linea pensata e creata sull’arte.” SG “Direi che hai centrato il punto” AbC “A proposito di punto. Scusando il gioco di parole, mi faresti il punto su Bikini Glam fuori dall’Isola? Hai riscosso successi anche su clienti che partono dai quattro angoli della terra per arrivare a vivere l’estate di Villasimius?” SG “Devo dirti di sì. Diverse clienti straniere, europee ma non solo, hanno visto la linea esposta sia al Timi Ama sia al Free Beach (sempre a Villasimius NdA) e sono rimaste particolarmente colpite. Considera che il packaging -quello che hai visto nella foto- è disposto su alzatine, quasi come fosse un buffet. E l’impatto visivo c’è”. AbC “Oltre ai due punti a Villasimius, dove si può trovare la Bikini Glam?” SG “La Bikini Glam è presente nei saloni

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Ricciolo Center e Ricciolo Easy, oltre che da Annatheis in Via Alghero. Piano piano la collezione si sta ramif icando e sta trovando sempre più estimatori”. L’ultimo treno di gallerie che ammutolisce la conversazione passa in fretta. Il tempo di rassicurare Serena “Due minuti ed abbiamo f inito” e le faccio quella che -di fatto- sarà l’ultima domanda. “Vorrei chiederti quali sono i prossimi sogni che non vedi l’ora di tirar via dal famigerato cassetto. E, se posso, qual è il SOGNO.” Il termine “SOGNO” lo esclamo come se davvero uscissero i suoni MAIUSCOLI. Enfatizzo, incuriosito da quale possa essere la risposta. “Mi piacerebbe” risponde Serena, dopo averci giustamente pensato su qualche secondo “provare a cimentarmi in un lavoro legato alla mia laurea. Questo sicuramente è un sogno nel cassetto.”

Altra risata. “Esatto” mi risponde “Il vero sogno lo sto vivendo ora, adesso, con Bikini Glam. Il vero sogno è quello che ti da una forza incredibile”. Ringrazio Serena. Siamo riusciti a terminare l’intervista, nonostante le gallerie invadenti e disturbatrici. “Siamo riusciti a f inire prima di arrivare a Villasimius?” SG “Sono appena entrata in città. Direi che ce l’abbiamo fatta”. Termino la telefonata, mi affaccio alla f inestra e mi godo un po’ di maestrale che, f inalmente, viene a salutare la città e strappare via il cappotto di afa. Se il vero sogno è quella forza che ti permette di superare ogni ostacolo, quella che diventa una necessità, un bisogno da soddisfare, un’esigenza primaria per te, allora Serena sta vivendo il vero sogno. Le auguro di viverselo sempre così, con l’entusiasmo ed il sorriso. Così si vivono i sogni, anzi i SOGNI.

AbC “Ma il sogno maiuscolo non è questo, vero?”

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Fotografia tratta dal progetto OUR LIFE MEMORIES Federico Gaudino. Disponibile in stampa Fine Art su ordinazione



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Dona a chi ami ali p e r volare, ra dici p e r tornare e moti vi p e r rimane re . DALAI LAMA

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A D HO L L YWOOD PER UN TOAST L’avvincente storia di Filippo Serci che con un toaster ha stregato le Star

Foto e Testi di Federico Gaudino

Quando si dice un pozzo di idee l’ idea va a quell amico, quel parente che ogni volta che lo incontri ti racconta le cose piu’ incredibili che tu nemmeno in un intera vita te le saresti immaginate. Poi ci sono quelli come Filippo Serci che non solo le pensano ma le fanno!

finendo un lavoro che a breve partira’ per gli stati uniti alla volta Hollywood, si ho detto Hollywood non ho sbagliato, per un grande nome del cinema. Mi accoglie con il suo fare gentile e sorridente e mi introduce nel suo regno fatto di aerografi e atrezzature a me sconosciute.

Conosco Filippo da almeno 20 anni, da quando un amico mi porto’ in un garage di via maroncelli a cagliari, per vedere i lavori con l aerografo di un visionario, di un folle, che sapeva esattamente cio’ che stava facendo. Da allora sono centinaia i progetti sui quali ha messo mano e tutti trasudano intelligenza creativa e quella giusta dose di sregolatezza che dona ai suoi oggetti una luce speciale.

mi poggio su un bancone da lavoro e mentre lui si rimette a lavoro faccio qualche domanda: Fili perche’ non mi racconti un po’ la tua storia??

Vado a trovarlo nel suo laboratorio per fargli due domande e due foto proprio quando sta

FS: bhe fede lo sai, il mio percorso creativo è cominciato alla fine degli anni 80 quando quasi per fatalità conobbi l’arte aerografica, una tecnica artistica che dà all’utente la possibilità di creare dei lavori pittorici molto realistici e suggestivi. Per tanti anni, fino ad oggi, ho sempre avuto la voglia di conoscere e sperimentare nuove tecniche e non mi ha mai abbandonato

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anzi, in questi anni è aumentata in maniera esponenziale fino alla realizzazione tre anni fa’ del mio primo “sound music toaster”. FG : ma spiegami come è nata questa incredibile idea del music toaster, e sopratutto, cosa e’ esattamente? FS : Tutto è nato durante un viaggio in Florida mentre si faceva colazione davanti ad un tostapane, nel momento in cui abbassai la leva per la tostatura partì casualmente in contemporanea una canzone dalla filo di fusione che accompagnò quasi per caso il periodo della tostatura. L’attesa della tostatura sembrò più breve e piacevole. Tornai a Casa e mi misi subito sotto per cercare di creare un oggetto unico, un toaster che potesse essere sia un oggetto artistico, grazie alla decorazione ad aerografo e digitalart della scocca esterna ma soprattutto che potesse interagire con l’utente. FG : quale è ora il tuo obiettivo? FS : Ultimamente cerco di realizzare delle opere che possano essere, oltre che ammirate, utilizzate da chi ne entra in possesso. Tutto questo unito allo studio di particolari tecniche elettroniche e audio sono riuscito a creare i miei “SOUND MUSIC TOASTER” gli unici toaster al mondo che accompagnano la tostatura con una base musicale, belli da guardare e piacevoli da ascoltare.

FG : lo sai che rimango ammaliato dai tuoi racconti, si vede che sai cio che fai, e lo trasmetti con un tale entusiasmo che e’ impossibile non esserne coinvolti, ma tu in effetti come ti definiresti? FS : Non mi sono mai sentito un artista ma un creativo, non c’è sensazione migliore che dare sfogo ai propri sogni. Mai fermarsi mai sottovalutarsi. FG : con questa frase hai detto tanto del tuo lavoro, del tuo approccio e della passione che metti nei tuoi lavori, grazie per il racconto. Ora aspetta un attimo che ti scatto qualche foto per ricordare questa fantastica chiaccherata. Nei momenti piu’ impensati ricevo i suoi messaggi dove mi racconta le nuove idee, e vi assicuro che non accade di rado. a volte sognare non costa nulla, e se ci si sforza un po’di piu’ riusciamo anche a dar vita a qualche magia.

FG : lo so che sei una persona umile, ma raccontami un pò la storia di questi toaster che vanno ad abitare nelle case delle star hollywoodiane FS : Dopo tanto lavoro sia in laboratorio che al pc cercando, sempre nuove strade da percorrere, con grande sorpresa da parte mia alcuni toaster sono approdati in case di personaggi del calibro di Richard e Lauren Donner ( produttori cinematografici hollywoodiani) , Mark Marshall anch’esso produttore cinematografico, l’attore Corey Feldman dei mitici Goonies , Bud Spencer e quello per il grande Steven Spielberg.

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“Non mi sono mai sentito un artista ma un creativo, non c’è sensazione migliore che dare sfogo ai propri sogni. Mai fermarsi mai sottovalutarsi.”

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Alessandra Meloni miss italia 1994


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L a vi ta è t rop p o b reve p e r sprecarla a re alizzare i sogni de g li altri Oscar Wild

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QUA NDO PARTIRE VUOL DIRE DIV EN TARE EASY Matteo Gaudino ci racconta quella visione nata a Brik Lane Testi di Alberto Caboni Foto di Federico Gaudino

I L R I CC I O L O L O N DO N S T Y L E E N O N S O L O

È f ine pomeriggio quando arrivo all’angolo tra via Pacinotti e via Manzoni. La mia destinazione è Ricciolo Easy e, appena superato l’angolo, lo vedo subito. Tre vetrine ampie e luminose. Apro la porta e vengo accolto da Matteo, che di Ricciolo Easy è il proprietario e fondatore. “Prego, accomodati. Gradisci un caff è?” Mi dice. AbC “Sì, grazie. Ma trattate così tutti i clienti?”Mi guarda e sorride MG “Assolutamente sì. Ogni cliente, ogni persona che viene a visitarci deve sentirsi da subito a proprio agio, quasi come se fosse a casa sua o a casa di un grande amico.” Arriva il caff è ed è davvero buono. Nel frattempo sopraggiunge anche Federico, il fratello di Matteo nonché l’Interior designer che ha curato in maniera quasi maniacale ogni minimo dettaglio del salone. Mi rivolgo a loro “Ma qui sembra di essere a New York. O a Londra”. MG”Ho vissuto quasi un anno a Londra. Abitavo nella “vera” Londra, a Bricklane. La ci sono diverse case con i mattoni a vista. È uno stile che mi ha colpito e l’ho voluto riproporre qui”

pezzi unici, customizzati e creati in base ai nostri desideri e necessità. Ad esempio, le luci sono state studiate sin dalla fase di progettazione e realizzate calibrandone su una tonalità di bianco ottimale” Mi guardo ancora intorno e vedo una poltrona con stampe di Dylan Dog. Il buon vecchio Dylan Dog tracciato dalle linee nette e precise di Tiziano Sclavi. “Questa è la postazione self service” mi spiega Matteo. Vedendo la mia espressione, sorride e continua a raccontare “Metti caso che tu sia di fretta ma abbia la necessità di una piega veloce, un colpo di spazzola per rimetterti in ordine. Pensa a tutte le persone che hanno poco tempo, ma il bisogno ed il piacere di sentirsi sempre in ordine. Questa è la soluzione. Sul desk, sulla postazione trovi tutto quello che ti può occorrere. Ti siedi e ti gestisci in completa autonomia, in maniera veloce ed ottimale” “Se ti dico che è un’idea spettacolare mi credi?” dico, I due fratelli ridono, facendomi capire con quella risata che la mia sincerità è stata accettata come tale. “Mettiamoci a sedere” propone Federico “Così parliamo ancor più tranquillamente.”.

“Senza dimenticare” aggiunge Federico “Che ogni elemento del salone è stato studiato ad hoc. Sono

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“Ho vissuto quasi un anno a Londra. Abitavo nella “vera” Londra, a Bricklane. La ci sono diverse case con i mattoni a vista. È uno stile che mi ha colpito molto e l’ho voluto riproporre qui”


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Ci ritroviamo seduti attorno ad un tavolo, design accurato ed in linea con tutto quello che riesco a vedere. La conversazione entra nel vivo ed io comincio a porre le domande che mi ero appuntato, per poter andare a fondo nel percorso professionale di Matteo.

AbC “Matteo, mi dicevi che hai vissuto a Londra. Portare in un salone lo stile Londinese a Cagliari che ambisce a diventare cosmopolita ma ancora non lo è, che impatto ha creato quando hai aperto Ricciolo Easy e hanno visto tutto questo?”

AbC “Sembra davvero di stare a casa, ragazzi. A proposito, volevo chiedervi, ma cos’è Ricciolo?”

MG “ Molti hanno apprezzato la novità e le idee. Piano piano possiamo dire che anche gli scettici hanno capito meglio l’innovazione e mi reputo molto soddisfatto della nostra crescita”

MG “Per me o in generale?”

AbC “E per quanto riguarda il punto dove avete aperto Ricciolo Easy? Una scelta strategica?”

AbC “Prima per te, direi” MG “Innanzitutto una grande famiglia. un team di professionisti che lavorano con massima serietà. Per me è un format che è nato oltre trent’anni fa e che tutt’ora trovo molto attuale. È esperienza e attenzione per il cliente. R.Easy poi è l’ evoluzione naturale dello storico Ricciolo. AbC “In quale modo hai creato questo nuovo progetto, pur sempre rispettando la tradizione?” MG “il salone, prima di tutto. È completamente custom, realizzato su misura per noi. La postazione self di cui ti ho parlato prima. Un tesoro è il piccolo centro estetico, scostato rispetto alle postazioni dell’hair styling. Quello che vogliamo proporre e che proponiamo è la possibilità di poter entrare da noi e uscire dopo un total look, vivendo un esperienza rilassante, avvolgente e soddisfacente”

MG “Sì, assolutamente. La vicinanza con il parcheggio multi piano è un fattore importante. Il cuore commerciale della città, batte nel quartiere di San Benedetto, dove c’è il mercato, Via Dante e Via Paoli a due passi, dove vi sono negozi di alto livello. La nostra clientela ama fare shopping, sentirsi in un contesto vivo e questo lo è appieno. AbC “Vorrei tornare sul tema Ricciolo e sui suoi valori fondamentali” MG “Ti posso dire tre fattori: preparazione professionale, capacità relazionale, potere comunicativo. Questi sono i nostri Must che animano la f ilosof ia aziendale e sui quali basiamo il nostro approccio lavorativo.” AbC “Possiamo dire che il Ricciolo ha formato una generazione di hair stylist?”

AbC “Quale è la vostra vision?” MG “E Ricciolo è un idea, una creatura che è mutata e muta negli anni. Ci teniamo ad essere un gruppo all’avanguardia sulla tecnica e sempre disposto all’ innovazione. Nulla resiste al cambiamento se non è capace di adattarsi”

MG “Assolutamente sì, ma non solo. Pensa a tutte le estetiste, le truccatrici, le modelle che hanno fatto parte e fanno ancora parte del nostro percorso lavorativo.”

AbC “Possiamo dire che Ricciolo Center, quello di Via Montecassino, è la casa madre, dove tutto è nato, e poi c’è Ricciolo Easy, proiettato nel ventunesimo secolo. Una sorta di Cantera sperimentale?”

AbC “Quale è il futuro di Ricciolo Easy? Cosa vorreste migliorare ancor di più?

MG “Siamo un’evoluzione. R.Easy eredita il concept della casa madre, e propone uno approccio in certi aspetti semplif icato, ma pur sempre di altissimo livello, dando spazio a giovani talenti che credono ed amano questo lavoro.

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MG “Dopo varie analisi di marketing abbiamo intrapreso un cambiamento riguardante tutta la strategia comunicativa. Stiamo pianif icando un lavoro annuale basato sulla creazione di contenuti digitali che punta a portare l’immagine corporate ai massimi livelli presenti sul territorio. Ovviamente anche la cura del total look e’ un obbiettivo importante, vogliamo raggiungere risultati eccellenti sempre con la cura e l’attenzione” La nostra intervista è terminata. Saluto Matteo e Federico, ringrazio ancora per il caff è e giro le spalle alle tre vetrine illuminate dai lampioni. S’è fatta sera e manco me ne sono reso conto. Succede spesso quando scambio due chiacchiere in un clima rilassato. Ho ancora una domanda che gira e viaggia tra le mie sinapsi. Mi volto verso i due fratelli. “E se volessi chiedervi un ulteriore approfondimento sulla storia di Ricciolo, specie sui primordi?” A rispondermi è Federico “Ti consiglierei vivamente una chiacchierata di Annalisa e Marco. Dammi un secondo” conclude, spostandosi di pochi passi ed impugnando il telefono. Telefonata breve e rapida, poche parole evidentemente eff icaci. Si riavvicina a me “Se domani sei disponibile, Annalisa e Marco saranno più che felici di fare una chiacchierata con te”. Questa chiacchierata mi ha fatto capire che non vi è nessun tipo di fortuna nel raggiungere gli obbiettivi professionali, ma anzi ci sono tanti anni di fatica, amore, momenti belli ed altri meno, che solo chi ha davvero un sogno e’capace di trasformare in opportunità.

Andiamo a scoprire la radici di Ricciolo. (vedi Pag 6)

Volume 01  No. 01  Jan 2016




Fotografia tratta dal progetto ‘CELLULA EX CELLULA’ di Carlo Canessa. Fotografia Federico Gaudino. Disponibile in stampa Fine Art su ordinazione


SECTION FOUR

O ur L i fe Me morie s

Progetto Fotografico di Federico Gaudino OLM e’ la rappresentazione del Ricordo, del pensiero e della Rif lessione. Le rif lessioni e i pensieri attingono dal nostro vissuto attraverso immagini mai del tutto nitide, mai mono dimensionali, quasi sempre contaminate da tante emozioni e sfaccettature. Mi son voluto perdere in un viaggio mentale e cercare di riprodurre visivamente cio’ che la mente fa di continuo ma che ci è impossibile fotografare. Ho voluto Creare una sequenza di immagini a rappresentare le nostre memorie come estrapolate dai nostri pensieri, come se il nostro vissuto potesse rimanere stampato ad imperitura memoria. Queste foto sono rif lessioni pure, sia per cosa rappresentano, sia per la tecnica usata per crearle. Nessuna foto ha subito sovrapposizioni tramite foto ritocco ma e’ generata da veri rif lessi catturati attraverso una struttura rif lettente da me progettata e realizzata che permette la ripresa di più piani in un solo Frame.

Analisi Critica LensCulture Mi piace molto questa serie e sono intrigata dal processo e di come è stato creato questo lavoro. L’ aurore mostra grandi doti creative con la Fotografia senza utilizzare nel suo processo la manipolazione digitale e proprio per questo ammiro e aprezzo questo lavoro. E’ un piacere vedere lavori come questo che mantengono la creatività fotografica analogica ancora viva. Di certo trovare una buona tecnica è un fattore, per far diventare la serie seducente e significativa ci vuole ancora un passo avanti. Adoro l’ immagine ‘’Lo Stupore’’ che ritrae il bambino, mi fa pensare ai lavori di Rodchenko, un artista che usava una composizione fotografica semplice ma attraverso riflessioni creava visioni che trasformavano il nostro modo di vedere il mondo. La foto del bambino è un immagine davvero impattante dove la sua tecnica è espressa al massimo potenziale. Questo lavoro può essere valutato sotto l’ aspetto dell’ impatto visivo, quindi selezionare ed editare rigorosamente può risultare la giusta chiave per l’ artista. Spero che questo lavoro abbia un seguito viste le potenzialità che ha dimostrato, ha solo bisogno di una rifinitura finale.

Volume 01  No. 01  Jan 2016



Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci. (Jim Morrison)


T H A N K YO U I Veri ring raziamenti vanno allo Staff del Ricciolo, a tutti i componenti che og ni g iorno offrono il loro sorriso e la loro energ ia professionale per rendere le persone che entrano nei nostri saloni,

delle persone soddisfatte ed appagate del loro Look e del tempo passato con noi. Grazie di vero cuore perchè senza di voi tutto questo non sarebbe possibile.

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