Il Breviarium Ambrosianum di Pietro Casola (1490)

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Notandum etiam est quod per ebdomadas que occurrunt per Adventum posite sunt lectiones pro tribus diebus, que supplere debent in diebus quibus fit offitium de sanctis qui non habent legendas proprias. Parimodo infra ebdomodas post Epiphaniam et Pentecosten sunt lectiones pro quatuor diebus que dicende sunt prout supra designatur. (Breviarium ambrosianum 1487, f. 54v)

Ulteriori istruzioni vengono fornite di tanto in tanto all’interno dei singoli formulari. Si veda ad esempio l’inizio dell’ufficio di s. Martino, in cui vengono spiegati i riti di introduzione di Vespro e Mattutino: Nota quod in principio cuiuslibet Vesperi et Matutini dicenda est secreta oratio dominicalis, videlicet «Pater noster», Vers. «Dominus vobiscum». Resp. «Et cum spiritu tuo». Sed etiam advertendum est quod quando quis solus dicit officium loco «Dominus vobiscum» debet dicere «Domine exaudi orationem meam et clamor meus ad te perveniat». (Breviarium ambrosianum 1487, f. 54v)

Del Maino non si preoccupa di illustrare nei dettagli lo schema di ciascuna ora liturgica. Egli preferisce aiutare colui che si apprestava a recitare l’ufficio non tramite un sistema di norme, ma fornendogli un volume in cui tutti i testi necessari sono disposti nell’ordine in cui devono essere utilizzati: «satius enim et utilius duxi ad perfectam huius officii cognitionem dirrectum et explicitum servasse tenorem verborum nihil distrahendo quoniam reddere opus perplexum et dubium multa necessaria pretermittendo». Si tratta certamente del sistema più semplice per fugare dubbi e, se il principio fosse rispettato scrupolosamente, norme illustrative sarebbero superflue. Tuttavia seguire questo criterio dovette presto rivelarsi problematico. Del Maino fu quindi costretto a derogare in parte al proprio assunto di partenza. Consideriamo a titolo di esempio ancora l’ufficio per s. Martino, che, secondo quanto indicato dalle rubriche poste al termine di vespro e mattutino, assume valore di modello per le altre celebrazioni del ciclo santorale: «Iste modus notatus in precedentibus Vesperis debet observari in omnibus Vesperis de sanctis, nisi alia rubrica impediat» e ancora «nota quod iste modus predicti Matutini observatur quotienscumque fit de aliquo festo». Questo formulario “tipo” presenta però alcune omissioni: mancano l’antifona in choro, le indicazioni per il salmo 116, il cantico Magnificat e i Kyrie che precedono l’orazione conclusiva dei Vespri, senza che al loro posto siano indicati require. La scelta operata da Gentilino Del Maino non appare quindi del tutto coerente. Pietro Casola ricorre agli stessi espedienti adottati dai suoi predecessori, e li completa con una rubrica introduttiva, posta prima dell’ufficio di s. Martino, nella quale espone in forma discorsiva il modo in cui devono essere condotte le diverse celebrazioni, indicando la successione dei testi da recitare nelle singole ore e spiegando, ove necessario, come dovevano essere eseguiti i brani40. Egli dedica particolare attenzione agli uffici di Vespro e Mattutino, esaminando i diversi casi che potevano verificarsi in relazione al giorno occorrente (feria, sabato, domenica o solennità del Signore, feste di santi), mentre per le ore di Prima, Terza, Sesta, Nona e Compieta, che presentano una struttura più stabile, rinvia alla sezione loro dedicata all’interno del volume (ff. 120r-124r). E’ indicato infine lo schema dei Vespri domenicali, in cui sono elencate le parti che compongono l’ufficio con i rispettivi incipit. Grazie alle sue indicazioni chi si accingeva alla recita dell’Ufficiatura quotidiana aveva a propria disposizione uno schema chiaro di riferimento al quale ricorrere 40

Il testo della rubrica è riportato in Appendice. 12


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