Performance 03 2016

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FORUM: QUAL È LA VOSTRA OPINIONE? Come illustrato in queste pagine, il tema DHEA - in assenza di univoche ricerche scientifiche - si presta a numerose interpretazioni. Voi, cosa ne pensate? Credete che sia giusto distinguere fra l'atleta giovane e l'atleta master anche in materia di controlli antidoping? Scrivetemi a performance@fif.it oppure postate un messaggio sulla pagina Facebook FIF.

Il parere del medico dello sport Alberto Mario Bargossi

DHEA: NON CI SONO PROVE EVIDENTI CHE AUMENTI LA PERFORMANCE O FUNZIONI COME ANTI-AGING «In via di principio, credo che le leggi vadano rispettate. Se è il caso, si può valutare se emendarle e correggerle. Anticipo che, come medico e medico dello sport, ritengo che – quando esistano condizioni patologiche – non dovrebbe esser concessa o dovrebbe essere sospesa l’idoneità medico-sportiva all’attività sportiva agonistica, per tutelare prima di qualsiasi altro interesse la salute del praticante. Nel caso del dott. Bortolozzi, non vedo motivo per discostarmi dal principio di obbedienza. Ecco alcuni punti che mi preme approfondire.

1.

PROBLEMA DHEA. Sul Dhea le opinioni sono divergenti. Sulla base della mia esperienza come esecutore dei controlli antidoping per diverse federazioni del Coni, so – da confidenze riservate e per così dire ‘fuori verbale’ – che per anni e fino a quando le tecniche analitiche erano insufficienti a individuare somministrazione di ormone di origine esogena, atleti importanti ne hanno fatto uso seguendo il consiglio di chi li aveva convinti che ne avrebbero tratto un vantaggio in termini di performance. Evidenza questa mai dimostrata, però. Inutile a quanto so, ogni mio intervento dissuasivo. Più facilmente si crede ciò che si desidera.

2.

AUTOSOMMINISTRAZIONE. L’argomento secondo cui l’auto-somministrazione ripristini uno stato fisiologico mi vede contrario: se un atleta non può competere senza farmaci esogeni di tipo ormonale, io non rilascerei l’idoneità agonistica per il periodo durante il quale è in terapia. Lo stesso varrebbe se il farmaco ormonale in questione fosse l’eritroproteina! L’esempio Armostrong-testosterone può valere da monito.

3. APPROCCIO ANTI-AGING. Diverso è l’approccio anti-invecchiamento. Secondo alcuni gerontologi, il Dhea esogeno potrebbe esser capace di reintegrare una progressiva minor sintesi endogena. Analogo ragionamento è fatto per GH, etc. E qui, non dovremmo sottovalutare il passaparola senza fact checking, né l’enorme interesse commerciale in una popolazione che sta invecchiando. Ma anche qui, più facilmente si crede ciò che si desidera. Anche in tal caso, il modello di reintegro e conseguente miglior stato di salute-benessere non è supportato da prove forti di evidenza. Vale per il Dhea e vale per il GH. Si vede solo un aumento della concentrazione plasmatica il cui significato fisiologico però è tutto da capire.

4.

UROLOGI DIVISI. Anche gli urologi sono divisi in due parti: quelli secondo cui il Dhea esogeno faciliti l’iperplasia prostatica e quelli per cui l’iperplasia prostatica sia indifferente al Dhea, tanto che anche una eventuale maggior problema prostatico sia comunque indipendente dalla terapia con Dhea.

5.

IL CASO BORTOLOZZI. Con il massimo rispetto per il collega Bortolozzi, che certamente fa bene a continuare nella sua attività sportiva – e di questo sì che esistono prove forti di evidenza –, mi pongo la domanda che posi una decina di anni fa a me stesso: se davvero siamo convinti che gareggiare nelle categorie master (nel mio caso, salire ancora sul tappeto per incontri di lotta greco-romana) abbia un senso diverso dal gratificare il nostro ego?». Performance

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