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MERCATO/ RAPPORTO CENSIS
MERCATO/RAPPORTO CENSIS
NEL SEGNO DELLA RIPARTENZA
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IL RUOLO DEL DISTRIBUTORE COME MOTORE TRAINANTE DEL SETTORE HORECA. PARTE DA QUESTA TESI IL RAPPORTO CENSIS/ITALGROB CHE VERRÀ PRESENTATO NEL MEETING DI RIMINI DEL 28 MARZO
DI MARIA ELENA DIPACE
Raccontare come la pandemia ha modificato il rapporto degli italiani con il Fuori Casa, abitudine costitutiva e molto apprezzata dello stile di vita del nostro popolo. È il focus individuato da Censis nella ricerca commissionata da Italgrob - Il valore economico e sociale della distribuzione Horeca nel post Covid-19 - in occasione dell’International Horeca Meeting di Rimini, che accende una luce su un protagonista silenzioso ma strategico della filiera Horeca: il settore della Distribuzione. Decisivo perché connettore tra le industrie produttrici e la miriade di punti di consumo presenti nei territori che rifornisce quotidianamente, rendendo di fatto possibile vivere quella convivialità ‘fuori casa’ attorno a cibi e bevande, che tanto piace agli italiani. “Oggi che il mondo dell’Horeca è chiamato a rilanciarsi, dopo il duro prezzo
pagato durante il Covid-19, far emergere il valore sociale generato dai distributori rendendolo visibile e facendolo comprendere a tutti, è decisivo”. Introduce così Francesco Maietta, responsabile dell’area Politiche sociali del Censis, i risultati del Rapporto Censis/Italgrob di cui ci parla in anteprima in questa intervista.
PUÒ SPIEGARE MEGLIO IL CONCETTO DI VALORE SOCIALE?
Il valore sociale è un concetto che si lega direttamente alla percezione soggettiva di un fenomeno e, in questo caso, a quella che i cittadini hanno della distribuzione Horeca e del suo operato. Il Rapporto individua le componenti fondamentali del valore sociale creato direttamente o indirettamente dalla Distribuzione Horeca, mostrando che esse rinviano alla qualità della vita individuale e collettiva, allo sviluppo locale, e ad altri aspetti della vita che il fuori casa migliora, anche grazie al contributo dei distributori. La novità vera del Rapporto consiste nello svelare una verità elementare ma misconosciuta: non esisterebbe una dimensione costitutiva dello stile di vita italiano, quella indotta dal fuori casa, se non ci fosse il settore della DH. settore anch’esso che ha registrato picchi positivi di imprese, occupazione e fatturati. Oggi che il mondo dell’Horeca è alle prese con una ripartenza dopo il tracollo subito nel 2020, il valore economico del settore della distribuzione si lega alla sua capacità di resilienza di fronte alla crisi e al suo ruolo di supporto agli esercizi pubblici, a cui ha garantito i rifornimenti e anche ritmi sostenibili nei pagamenti.
UN VALORE SOCIALE CHE SI TRADUCE IN VALORE ECONOMICO PER L’INTERA FILIERA, CON BENEFICI SU TUTTO IL TERRITORIO. CORRETTO?
Si, è esattamente così, perché il valore economico generato dal settore si muove di pari passo con il valore sociale. Infatti, la crescente rilevanza sociale del fuori casa si lega al protagonismo economico della filiera, certificato da crescita costante che l’ha resa uno dei motori della ripartenza post 2008; per cui decisivo è stato il ruolo della distribuzione Horeca,
DALL’ANALISI EMERGE COME IN QUESTO PERIODO DI EMERGENZA SANITARIA, IL FUORI CASA RAPPRESENTI UN LUOGO DI CUI I CITTADINI AVVERTONO LA MANCANZA, DOVE RICERCANO LA NORMALITÀ…
Sì, il Rapporto mostra come in fondo per gli italiani tornare nei luoghi del fuori casa faccia riassaporare la quotidianità a cui erano abituati fino a due anni fa, prima della convivenza prolungata con divieti e limitazioni alla mobilità. D’altronde, non solo la maggioranza degli italiani, specialmente nei momenti più duri della pandemia, ha avuto grande nostalgia di pranzi, cene, aperitivi, festeggiamenti fuori casa, che riempivano la quotidianità pre-pandemica ma quando le condizioni epidemiologiche lo hanno consentito, sono tornati a popolare i luoghi fisici del fuori casa.
E NON SOLO: IL FUORI CASA RICHIAMA UN VIVERE COLLETTIVO CHE MIGLIORA IL BENESSERE DELLA GENTE. MA GLI ITALIANI SPENDERANNO ANCORA COME IN PASSATO PER IL FUORI CASA?
Di certo, possiamo dire che gli italiani vogliono riprendere in mano la propria vita quando la pandemia sarà archiviata. Infatti, nel Rapporto emerge una intenzionalità

esplicita a voler tornare in bar, ristoranti, pub e wine bar, ecc. con uguale o maggiore frequenza di prima. Se le intenzionalità di consumo degli italiani nel breve periodo dovranno presumibilmente ancora misurarsi con le nuove impennate del virus, in uno scenario di medio-lungo periodo, di convivenza pacifica con il Covid-19 o di definitivo superamento della pandemia, possiamo dire che il fuori casa rimarrà un protagonista della vita economica e sociale.

IL DIGITALE CHE IMPATTO HA SUL RAPPORTO DEGLI ITALIANI CON IL FUORI CASA?
Dal lavoro, alla didattica, al tempo libero… il digitale ha consentito di dare continuità alle vite nonostante il confinamento in casa. L’ingresso nella digital life ha significato per tanti italiani la scoperta definitiva delle piattaforme web per ordinare pranzi, cene, aperitivi, ecc. Al contempo, dal Rapporto emerge chiaramente che il digital non significa addio al Fuori Casa: diciamo che le persone si ritroveranno con più ampie opportunità di scelta.
QUALCUNO DICE CHE SARÀ SEMPRE PIÙ IMPORTANTE ASCOLTARE I BISOGNI DEL CONSUMATORE PER CONTINUARE A GENERARE BUSINESS. MA QUALI SONO QUESTI BISOGNI, COSA È EMERSO DALLA RICERCA?
Più che importante, sarà fondamentale per i protagonisti del fuori casa modulare la propria offerta a partire dall’ascolto dei consumatori e dei loro bisogni. Infatti, come emerge dal Rapporto Italgrob-Censis, il Covid-19 lascia in eredità una sovranità del consumatore potenziata, anche grazie al digitale che mette a disposizione flussi continui e facilmente accessibili di dati e informazioni per comparare, valutare e scegliere prodotti, servizi, luoghi di consumo. Per quanto riguarda i nuovi bisogni dei consumatori, è presumibile che si consolideranno e rinforzeranno alcuni trend già presenti nel pre-pandemia, come ad esempio la componente esperienziale. In questo caso luoghi in grado di stimolare emozionalità e sensazioni positive. E poi ci sono altre dimensioni come la sostenibilità.
MA COME SARÀ LO STILE DI VITA DEGLI ITALIANI E CHE RUOLO AVRÀ IL FUORI CASA?
Possiamo dire che l’esperienza pandemica orienterà gli stili di vita verso la ricerca di una più alta qualità della vita, per cui si valuteranno i propri comportamenti, abitudini e anche scelte di consumo in base a ciò che fa stare bene e cosa no.
QUANTO È ESSENZIALE IN QUESTO SCENARIO IL RUOLO DEI DISTRIBUTORI?
Resta decisivo, fondamentale. In primo luogo, perché svolgendo un ruolo di giuntura vitale della filiera ‘out of home’, accompagnerà la ripartenza degli esercizi pubblici nei territori, che abbiamo visto essere volano per le economie locali: quel turismo di prossimità che genera un più alto coinvolgimento dei residenti nella comunità, con benefici per la qualità della vita. Inoltre, la Distribuzione Horeca, operando a fianco degli altri protagonisti della filiera, sarà decisiva anche nel costruire un’offerta originale, personalizzata, modulata sui bisogni dei consumatori emergenti.
RITIENE, IN BASE AI DATI RACCOLTI, CHE SIA DAVVERO UNA OCCASIONE PER L’ITALIA DI CRESCITA E RICONOSCIMENTO DEL RUOLO STRATEGICO ANCHE DEL COMPARTO TURISTICO ED ENOGASTRONOMICO?
Sì, lo è senz’altro. In particolare, sono maturi i tempi per promuovere una volta e per sempre un’idea ampia di turismo, di cui una componente significativa richiama proprio il nostro patrimonio enogastronomico: emblema della nostra cultura e dello stile di vita italiano nel mondo. Pertanto, appare importante delineare un’azione di filiera, ovvero condivisa da tutti i soggetti che operano a vario titolo nel settore, compreso il mondo dell’Horeca e i suoi protagonisti, che sono sia beneficiari dell’indotto generato dai flussi turistici sia promotori attivi di turismo.