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«Con Coin apriremo nei centri per fare da polo di aggregazione. Excelsior a Milano? Lo faremo in house»

I piani di sviluppo dei grandi magazzini raccontati dal nuovo ceo. «Amplieremo la rete di negozi, ma il focus sarà su spazi più piccoli rispetto al passato». Più attenzione alla clientela giovane e alle contaminazioni shopping e servizi. E sull’operazione di Piazzale Cordusio il manager dice: «Pronto nel 2024 con una shopping experience differente»

DI ANDREA BIGOZZI

«Nel 2022 il business (300 milioni di euro, ndr) è tornato a essere molto vicino ai livelli 2019, che per la nostra insegna era stato un anno record, mentre il risultato di esercizio è stato addirittura migliore. Prevediamo una significativa crescita delle vendite anche per quest’anno, intanto andiamo avanti con le ristrutturazioni dei negozi più importanti e contemporaneamente valutiamo possibili opzioni di sviluppo del nostro network, preferendo i centro città ai centri commerciali. E poi c’è il grande progetto di Piazzale Cordusio a Milano, che si concretizzerà nel 2024, ma la nostra squadra è già in azione». Ugo Turi è da poco più di sei mesi il ceo di Coin, gli storici grandi magazzini italiani che stanno vivendo un’importante trasformazione come dimostrano i numeri: 30 milioni di visitatori, 9 milioni di scontrini emessi, più di mille brand in portfolio.

Cosa prevede il piano di sviluppo?

In questo momento di crisi dei piccoli dettaglianti, vogliamo proporci come alternativa al negozio di prossimità, non solo sul piano commerciale ma anche su quello sociale. Partendo dal format lanciato per il negozio di Firenze all’ex Loggia del Grano nei prossimi tre anni porteremo l’insegna Coin nei centri di citta di provincia dove non siamo attualmente presenti. I dati dei negozi di Vicenza e Sassari, che crescono a doppia cifra abbondante, rafforzano la nostra strategia. Prevediamo una decina di nuovi opening, puntando su location di forte visibilità, con metrature inferiori rispetto a quelle che ci hanno contraddistinto in passato e che, come nel caso di Firenze, rispecchino le nuove abitudini di consumo, offrendo non solo abbigliamento, accessori e bellezza, ma anche ristorazione e portando avanti collaborazioni con alcune eccellenze del territorio, che possano portare la loro offerta all’interno del nostro punto vendita.

Quindi l’attuale contesto macroeconomico e l’inflazione non faranno mettere in stand-by gli investimenti?

No, anche perché i negozi ristrutturati sono quelli che registrano risultati sopra la media e attirano clienti più giovani, che sono un nostro obiettivo. Ma questo è legato anche al fatto che il brand mix sta cambiand. I marchi più amati dalle nuove generazioni chiedono di rientrare nella nostra selezione e poi stiamo ampliando e diversificando sempre più l’offerta. Recentemente l’inserimento di una vasta gamma di gioielli maschili è stata un successo.

L’era dei grandi formati è finita?

Pensiamo che per il format Coin 1.000/1.500 metri quadrati siano sufficienti. La maggior parte dei negozi più ampi li stiamo riconvertendo in Execelsior, che è la nostra insegna più evoluta. Como, per esempio, lo abbiamo ristrutturato di recente, mentre il restyling di Verona, in corso, è un intervento molto importante.

A proposito di Excelsior, si avvicina un momento molto importante: nel 2024 aprirete a Milano. Che aspettative avete?

Abbiamo preso uno spazio molto importante in piazzale Cordusio, con ingresso su via Tommaso Grossi, che sarà pedonalizzata e diventerà una sorta di prosecuzione di Galleria Vittorio Emanuele. Si tratta di 4mila metri quadrati lordi e 2.800 netti: ci saranno spazi per lo shopping, ma anche un bistrot e tanti servizi. Sarà il nostro fiore all’occhiello e ci stiamo già lavorando. Ci occuperemo direttamente del buying: il nostro team di 5 professionisti guidato da Giovanni Pace è già al lavoro. 

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