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Francesco Vinea, Le tentazioni di Sant’Antonio Nell’Ottocento il tema delle tentazioni di Sant’Antonio ha appassionato molti artisti di scuole e regioni diverse. Il più noto è certamente quello dipinto nel 1878 da Domenico Morelli (fig. 1). Si tratta di un’opera severa ed esclusiva in un momento storico dominato dal positivismo scientifico che giustificava il materialismo e l’anticlericalismo, l’eremita pensato dal pittore napoletano non dispera di salvarsi dall’apparizione fra le rocce di accattivanti volti e sorrisi femminili e dal nudo che si srotola dalla stuoia ai suoi piedi, perché confida nell’aiuto divino. Tutta la rappresentazione è pervasa da un realismo crudo e drammatico. Nell’opera di Vinea, sono passati più di venti anni, l’atmosfera è completamente diversa, direi spregiudicatamente gioiosa, nonostante un paesaggio ostile ed innevato che ricorda le asperità de La Verna. La qualità pittorica è alta, la materia smaltata e scintillante nelle sue infinite varietà di rosa non si discosta dal gusto allora di moda, introdotto a Roma da un gruppo di artisti spagnoli graditi e protetti dal principe Odescalchi. Il Vinea dedica il dipinto all’amico dottore Luigi Billi (fig. 2), noto medico allora aiuto Soprintendente all’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze e direttore del Reale Ospedale di Maternità. Il Billi, grande amico anche di Diego Martelli, aveva sposato Marianna Giarrè (Firenze 1835–1906), educatrice, scrittrice e più tardi direttrice dell’Istituto Superiore di Magistero a Firenze. La Giarrè (fig. 3) ebbe la stima e l’amicizia di Nicolò Tommaseo e Giosuè Carducci. Il rapporto familiare dei coniugi Billi con Diego è di vecchia data, risale al 1860, e durerà tutta la vita, e così sarà anche quello con Francesco Vinea. Ricordo come per le “strenne” del Circolo Artistico Fiorentino del numero unico intitolato Pesce d’Aprile, pubblicato il 1 aprile 1882, il Vinea illustrasse un sonetto della Giarrè dal titolo Povera Gina. Ritroveremo il Billi nel 1896 insieme a Francesco Gioli e ad Arnaldo Pozzolini nella commissione che scelse le cose d’arte di Diego Martelli legate al Comune di Firenze. Nel 1910, a riprova del suo interesse per l’arte, e in particolare per quella dei suoi amici macchiaioli, il Billi sarà tra i prestatori alla Mostra Retrospettiva, organizzata dalla Società delle Belle Arti e inaugurata a Firenze il 14 aprile di quell’anno. Il dottor Luigi Billi morirà a Firenze il 16 maggio 1910. V. Q.

Domenico Morelli, Tentazioni di Sant’Antonio, (1878), Roma, Galleria d’Arte Moderna

Al centro del gruppo Luigi Billi e, seduto, Giosuè Carducci

Bibliografia di riferimento per le figg. 2 e 3: P. Dini, Personaggi illustri del secolo XIX nell’Archivio Piero Dini. Fotografie originali d’epoca, Edizioni Terzo Millennio, Montecatini Terme, 2012, nn. 141, 688. Marianna Giarrè Billi, con Giosuè Carducci


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