Asta 0164

Page 124

litografie di Daumier già a Barcellona nel 1897, grazie al pittore catalano Isidre Nonell e a proposito del rapporto tra Picasso e Daumier ne segnala la profondità: “Mais, en 1901, lors d’une importante rétrospective de l’ensemble de l’œuvre de l’artiste à Paris, au palais de l’École des beaux-arts, Picasso fut bouleversé par le bas–relièf Les Émigrants, qui lui inspira, selon Phoebe Pool, la gouache Les Fugitifs. La gouache est remarquable per l’audace de ses élisions, par l’abstraction de ses rythmes, toutes audaces que Picasso admirait chez Daumier, dont il connaissait déjà le Don Quichotte. Daumier lui paraissait dans la descendance du dernier Goya” (Pierre Daix, Le Nouveau Dictionnaire Picasso, Parigi, 2012, p. 233). Tutto il modernismo era stato dunque affascinato dal tema dei giochi circensi, come dimostra l’attenzione dedicata al tema anche dallo scrittore Ramon Gomez de la Serna (1888-1963), che aveva scritto una monografia su Picasso e aveva divulgato il Cubismo e il Futurismo nel libro El Cubismo y todos los ismos, 1920, e aveva scritto un libro, Il circo. Gomez de la Serna era stato anche l’inventore delle “Greguerias” (letteralmente chiasso, baccano), e allo spirito delle “Greguerias” potrebbero appartenere questo tipo di opere grafiche. Nel 1960, quando Picasso realizzò questi Lutteurs, aveva da poco compiuto il ciclo sulla corrida, sui matadores e i picadores, nelle tecniche della xilografia policroma su linoleum, della acquatinta, La Tauromaquia del 1957, continuate in Le Picador, 1961, e si era volto a quell’Hommage à Bacchus, 1960, grande litografia che prelude e accompagna le esplosioni di disegni e quadri di soggetto erotico, sorta di Baccanali in cui egli sembra ritrarsi, secondo una lettura di Michel Leiris, nella posizione dell’accusato (George Bloch, Pablo Picasso, Catalogue Raisonné gravé et lithographie 1904-1967, vol. I, Berna, 1971, pp. 205-219, nn. 941-1017). Scriveva Michel Leiris nel 1960: “Quando, a partire dal 5 giugno 1959, non sono più i combattimenti del picador ma i suoi amori che costituiscono il tema centrale di quella serie in cui ogni termine è un piccolo mondo a sé, l’epopea lascia il posto al romanzo picaresco”, e al romanzo picaresco sembrano appartenere questi lottatori sornioni e quasi gaudenti della loro fisicità (Michel Leiris, Il pittore e la modella. Scritti su Picasso, Milano, 2003, pp. 68-69). Ancora una volta Picasso si conferma qui un genio dell’arte secondo quella felice definizione di David Hockney: “La reale influenza di Picasso deve ancora manifestarsi. Più passa il tempo, più scopriamo il suo lavoro – lo assimiliamo, lo capiamo – e più riusciamo a intuire il suo reale significato” (David Hockney, Picasso, Milano, 2001, p. 13). Honoré Daumier, I lottatori


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.