disegni di nudo che Modigliani realizzò tra il 1914 ed il 1919; in esso il fascino sensuale della figura è accentuato dalla posa in cui la modella è posta in posizione laterale rispetto all’artista ed i contorni voluttuosi del suo corpo si fondono con le rotondità delle sue forme quasi scultoree, alla maniera delle Cariatidi dello stesso Modigliani. Notevole è in questo disegno l’influsso della scultura africana, a cui l’artista si era accostato a partire dal suo arrivo a Parigi nel 1906, qui esemplificato dalla linearità geometrica della figura e del volto, cosa che conferisce a questo lavoro i tratti tipici dei disegni eseguiti appunto a partire dal 1914, caratterizzati dalla forma ad “S” del soggetto, dagli occhi a mandorla e dal naso affilato. Il disegno si caratterizza per una particolare morbidezza nelle volute del cappello e nel tratteggio delle braccia incrociate, ma la figura si pone secondo quei canoni di allungamento e di torsione che contraddistingueranno molte delle opere successive. Nei disegni di Modigliani, come in Donna con cappello, non vi è l’uso del chiaroscuro, i mezzi toni non esistono, le ombre sono forme, e le forme si compenetrano formando delle zone d’ombra, in tal modo che in questo disegno non vi sono elementi di secondo piano, tutto partecipa con la medesima intensità alla resa finale dell’opera: i tratti usati per dare spessore
Feticcio Kota, Congo
al modello sono così solo una maniera per sottolineare l’intensità della materia. Non ci è dato conoscere chi sia la modella del disegno, si sa che spesso Modigliani utilizzava personaggi sconosciuti, gente del popolo, perso- Béatrice Hastings, Londra, 1907 ne umili o comunque persone che facevano parte della sua vita, come Beatrice Hastings, conosciuta appunto nel 1914, con cui l’artista visse per circa due anni, o come il pittore Diego Rivera, sempre incontrato nel 1914. Tramite i suoi disegni Modigliani tentava di rendere immortale chi vi era effigiato, egli cercava di entrare nei pensieri e nelle emozioni di chi ritraeva: i suoi personaggi rivelavano in lui un interesse profondamente radicato, egli si poneva come uno psichiatra davanti al proprio paziente, e sicuramente egli si pose in tale maniera prima di ritrarre la modella di Donna con cappello. Tramite poche linee Modigliani è stato in grado di rendere immortali i suoi personaggi e di valicare i vecchi limiti del disegno: “Modigliani ha ridato la giovinezza alle vecchie formule del disegno con una linea istintiva, sobria e protetta, che vive con forza nel foglio, senza sentirsi asservita alle estetiche del passato. I suoi disegni all’inizio non rassomigliavano a quelli di nessun altro, nonostante egli dicesse che disegnava come tutti quanti. […] Nei suoi disegni la spontaneità gestuale è apparente e ingannevole, anche perché la maggior parte dei disegni non sono concepiti come abbozzi di studio per la pittura, ma come opere e sé stanti” (Osvaldo Patani, Amedeo Modigliani. Catalogo generale. Disegni 1906-1920, Leonardo Editore, Milano, 1994 p. 13).