Marta pierobon small talk booklet bo mi

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Marta Pierobon

Small Talk In questo progetto l’artista indaga l’aspetto aggregativo dell’idea di salotto, dello scambio relazionale tra le persone e degli oggetti stessi che creano quegli ambienti, importanti come luogo di scambio sociale ma anche e soprattutto come luogo all’interno del quale veniva (viene ?) creata cultura. La mostra si inserisce all’interno del progetto BO_MI di FARNESPAZIO che vede gli artisti confrontarsi in un primo tempo con lo spazio LOCALEDUE di Bologna e poi con lo spazio di GAFF Milano, quasi a tendere un sottile filo tra le due città e le due comunità di appassionati d’arte contemporanea.


a LOCALEDUE BOLOGNA dal 21 settembre al 12 ottobre 2013

"Am Rande der Nacht" Queste presenze definiscono un gesto, indicano un'esperienza, intendono, con la loro scala dilatata, costituire un fatto reale, come un tavolo in una stanza, e aprire un dialogo tra lo spettatore e lo spazio, in un totale cambiamento nei confronti del rapporto fruitore-scultura. Forme che modificano lo spazio circostante attraverso un segno carico di memorie, vibrano come corde di violino rispetto alla stanza che diventa cassa armonica. Marta Pierobon riesce a trasformare situazioni ordinarie, situazioni arcaiche, idiomi morti, in elementi di rimando mentale, in fatti formali, anche in fattori decorativi. Si tratta di interventi complessi, carichi di conflittualità, di rimandi ermetici e rituali, di evocazioni magiche; essi creano un rapporto acuto di tensione più energetica che emotiva attraverso segni e colori, riuscendo, peraltro, a raggiungere anche una sottile, sottesa, carica poetica. Artifici che sembrano voler tentare di riunire l'insieme. Eroi nell'arte combinatoria, questi insiemi non rivendicano nessuna intenzionalità storicistica, spezzettano il mondo delle forme seguendo un sistema di falle, di rotture, di discontinuità, di cosiddette incompatibilità ed incoerenze che aiutano chi guarda a non bloccarsi su un solo tipo di funzionamento, simbolico o unitario, a senso unico, insomma permettendo alle forme di guidare i sensi. Che la sua azione sia innanzitutto destabilizzante? Sicuramente assume carattere antropologico e sociologico allo stesso tempo. Non solo le grandi dimensioni la riguardano, realizza anche lavori di piccola dimensione, molto probabilmente frammenti di progetti più grandi, in altri casi prototipi di realizzazioni possibili, oppure monadi indipendenti. Marta Pierobon mette continuamente in gioco la capacità percettiva dell'osservatore, proponendo immagini ed aspetti diversi che rendono diverse le opere secondo il primo punto di vista, attiva così un'accumulazione di livelli che suggerisce quasi una continua accumulazione di significati. Marco Tagliafierro


Small Talk #1, installation's view, iron, plaster, pigment, unfired clay, wood and paper, 195 x 70 cm and 184 x 68cm, 2013


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a GAFF MILANO dal 30 ottobre al 22 novembre 2013

Meandri della materia Una superficie che pare vaporosa, lievitata, si stratifica sugli specchi come risultato di una misteriosa azione. Il supporto-campo di questa azione diventano idealmente tutte le pareti che includono tra i meandri della materia una scultura o le gestualità di passaggio. Gestualità impregnanti, in grado di coinvolgere ogni segno, sia permanente, sia in transito. La presenza della scultura, elemento che si confronta con la molteplicità dei gesti spalmati sulla superficie specchiante, genera un incontro ma anche un conflitto con ciò che accade intorno. Marta Pierobon non ha agito direttamente sulle pareti e non le ha coinvolte tutte poiché il suo intervento non mira ad esprimere un documento della vita, del pensiero, e della tenacia, suo o di qualcun altro, non riguarda il “privato”, nemmeno la civetteria, giammai l’aggressività o l’indiscrezione, il suo agire concerne invece le infinite possibilità di percepire un ambiente. Se accanto a questo si può esperire un’intensità emozionale di grande tensione è perché attraverso il lavoro di Pierobon è possibile fare esperienza del progressivo passaggio del tempo, che scavando i suoi solchi, fa si che ogni cosa non sia mai uguale a sé stessa, istante dopo istante. Intensità emozionale, senso del tempo, al di là della propria vita, che sembra, peraltro, proprio in questa impietosa, continua registrazione, protrarsi al di là dei suoi limiti temporali. La variazione delle forme dipende dallo spazio, Pierobon non ha mai inteso fornire copie del reale o copie di copie, per questo non ha realizzato vere tappezzerie ma ha preferito stimolare una conoscenza non storica né concreta, basata sui fatti, ma astratta, così da trasformarla in studio dei fatti stessi attraverso i suoi segni. Si crea, così, anche un rapporto dialettico tra gli oggettiopera che esistono nello stesso spazio e nel tempo e lo spazio e il tempo dello spettatore. Marta Pierobon sembra voler dimostrare che l’arte si elabora mediante un meccanismo che crea come un passaggio dalla dimensione del passato (della memoria) alla dimensione del presente. I suoi lavori si confrontano con la dimensione tempo che non è solo oggettiva ma varia secondo la capacità di comprensione dell’osservatore e secondo il tempo che passa dall’emissione dell’informazione alla sua ricezione. Marco Tagliafierro


Small Talk#2, installation’s view, clay, resin and spray paint, 25x16cm, print on mirror aluminum, 100 x 70 cm, print on mirror aluminum , 130 x 90 cm, 2013


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LOCALEDUE Via Azzo Gardino, 12c 40123 BOLOGNA

Via Franchino Gaffurio, 8 20124 MILANO


LOCALEDUE e GAFF sono un progetto FARNESPAZIO Š associato MDA Manifattura delle Arti www.farnespazio.it www.newmuseum.org/artspaces/view/farnespazio


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