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Don Marco ci racconta la sua

Sono giorni di preparativi e attesa a Desenzano, Albino e Comenduno per l’ordinazione sacerdotale di un nostro giovane, don Marco Nicoli, in calendario nel pomeriggio di sabato 27 maggio a Bergamo nella cattedrale di sant’Alessandro.

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Abbiamo incontrato don Marco a pochi giorni dalla sua prima Messa.

«Ho 27 anni, sono originario di Desenzano al Serio dove ho ricevuto i primi sacramenti, sono cresciuto nella parrocchia di Albino (coinvolto nelle attività da amici e da don Gianluigi) e anche in quella di Comenduno visto che mia mamma viene da lì. Negli anni ho sempre mantenuto legami con tutte e tre le parrocchie. La mia famiglia è composta da mia mamma Manuela, mio papà Piero e mio fratello Andrea che adesso è sposato e vive con la sua famiglia a Cene. Prima di entrare in seminario ho studiato al liceo Amaldi di Alzano».

Come nasce la tua vocazione?

«Dall’incontro di alcune persone che, come dico sempre, mi hanno regalato il Signore e l’hanno fatto più che con parole, con la vita. Sono entrato in seminario dopo la quinta liceo, nel panorama dei molti desideri che avevo nel cuore non era l’unico e non penso fosse neanche il più chiaro. Una serie di vicissitudini mi ha dato l’opportunità di riflettere e metterli in un giusto ordine. Inizialmente la mia vocazione avviene a diversi anni dalla morte di mio papà. L’ho perso in terza media. È stato importante perché l’ho visto affrontare la malattia con il rosario in mano e sempre pronto a dare un sorriso per tranquillizzare chi si preoccupava per lui, sorriso che ha mantenuto fino all’ultimo stampato sul volto con gli occhi rivolti al cielo. Esperienza che non mi ha tolto il dolore ma mi ha dato un grande senso di pace infondendomi una sicurezza che mi ha permesso di affrontarlo. Ho preso anch’io il rosario, ho cominciato a far passare i grani e in quella pace che si trova quando ci si mette davanti al Signore ho iniziato a inseguire anch’io questo sorriso e quella pace che un po’ mancavano».

Quale è stato il momento decisivo?

«Avevo un desiderio che risuonava più forte in me, quello di diventare papà, volevo donare anch’io quello che mio papà mi aveva donato. Ricordo che un giorno, mentre stavo scrivendo la mia tesina di maturità, aiutato da una mia cugina laureata in lettere, lei a un certo punto si ferma e mi chiede: “Non ti pacerebbe diventare prete?” Io le risposi: “Se proprio Dio mi chiamasse non gli dirò di no, però mi spiacerebbe non diventare papà”. Dopo un attimo di silenzio mi rispose: “Un prete ha tanti figli, la sua comunità”. È stata la scintilla che mi ha aiutato a superare un muro che pareva invalicabile e a capire che Dio non butta via il desiderio di nessuno ma ci chiede di consegnarglielo per ridarcelo più grande».

In questi anni ha già operato e collaborato in alcune parrocchie, oltre alle tre di Albino. Ci parla di queste esperienze?

«Tutte esperienze molto significative. Durante l’anno di propedeutica sono stato a Terno d’Isola; poi un anno ad Alzano Lombardo nelle parrocchie di Alzano Sopra e Alzano Maggiore; attualmente sono nell’unità pastorale di Casazza, Gaverina Terme, Monasterolo del Castello e San Felice al Lago».

Quando sei diventato Diacono?

«Lo scorso 29 ottobre».

Cosa significa per te diventare sacerdote?

«Rispondere a quella chiamata da cui è nata la mia vocazione. Non so bene ancora cosa esattamente vorrà dire, cosa dovrò vivere e come dovrò incarnarla nel luogo in cui verrò mandato».

Dopo l’ordinazione si apre per te un nuovo cammino, quali le attese e quali i timori?

«Come il Signore mi ha chiamato chiedo a Lui di stare lì accanto a me. Sento molto forte il desiderio di fare un lavoro di squadra con Lui, nella speranza di riuscire a donare agli altri il Signore che a me è stato donato, è la cosa più bella e basterebbe questa. I timori sono legati alle cose più imminenti, a dove andrò, alla parrocchia a cui sarò destinato. La condizione in cui vieni messo è determinante sul tuo essere lì e sulla tua missione, devi cercare di annunciare il Signore nel modo più opportuno rispetto a quel luogo. Nelle parrocchie dove sono