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sorrisi e

lacrime 30° Pierra Menta 2015

Laetitia Roux Mireia Mirò

Fabio Menino


30째 PIERRA MENTA 2015 4 TAPPE 80 KM 9.480 M D+ 53 CAMBI ASSETTO 14 TRATTI A PIEDI


1. Laetitia Roux (FRA) e Mireia Mirò (ESP) 11h43.10 2. Axelle Mollaret (FRA) e Emelie Forsberg (SWE) 11h51.17 3. Séverine Pont Combe (SUI) e Jennifer Fiechter (SUI) 12h21.31


sorrisi e lacrime 30° Pierra Menta 2015

Laetitia Roux Mireia Mirò

Areches-Beufort, marzo 2015

© Fabio Menino 2015 © Fabiomenblog 2015


A Laetita e Mireia, per tutte le emozioni che avete saputo regalare in questi quattro fantastici giorni di Pierra Menta Che i vostri sacrifici e il vostro temperamento siano d’esempio per le future generazioni di scialpinisti

Fabiomenblog




LACRIME E SORRISI E’ difficile spiegare cosa sia realmente una gara di scialpinismo come la Pierra Menta. Sarebbe più facile limitarsi a descriverne le difficoltà tecniche e l’impegno richiesto agli atleti per affrontarla. Basterebbe dire che le sue quattro giornate di gare contemplano oltre 9.500 metri di dislivello positivo, 80 km di sviluppo e innumerevoli passaggi tecnici su creste aeree a fil di cielo e pendii ghiacciati. Oppure, bisognerebbe parlare degli atleti presenti, dire che nella sua storia trentennale si sono cimentati tutti i più forti interpreti della disciplina. Tutto questo, però, non sarebbe sufficiente a descrivere realmente cosa sia una gara di sci alpinismo

come la Pierra Menta. Per farlo, esistono sostanzialmente due uniche soluzioni; osservarla dal vivo e ammirare attentamente il comportamento degli atleti, possibilmente cercando di entrare nel loro animo. Io ho provato a farlo recandomi ad Areches-Beaufort, nella Savoia francese, immortalando con i miei scatti l’avventura di due ragazze, Laetitia e Mireia. Già vincitrici di due edizioni passate, per queste due grandi atlete la Pierra Menta 2015 ha segnato un’altra tappa fondamentale del loro percorso umano e sportivo. Dopo un anno di assenza dalle gare da parte di Mireia, infatti, si sono nuovamente unite in cordata in occasione di questa gara. Forza del loro temperamento, hanno deciso di farlo in una delle prove più dure e difficili.

Davanti a loro, alla vigilia, tanti sogni, tanta voglia di ritornare a vincere insieme ma anche tante incertezze e altrettante paure. Lacrime e sorrisi hanno costituito la parte predominante della loro avventura. Le loro lacrime e i loro sorrisi mi hanno permesso di avvicinarmi a comprendere realmente cosa sia Pierra Menta. Le loro lacrime e i loro sorrisi, infine, mi hanno permesso di avvicinarmi ulteriormente a Laetitia e Mireia. E sono state proprio le lacrime e i sorrisi che hanno unito i loro spiriti ancora più di prima, forse per sempre. L’hanno fatto nella prova più difficile, quella in cui il risultato finale sarebbe stato semplicemente uno dei tanti dettagli al cospetto del valore dell’avventura interiore che avrebbero vissuto. Sorrisi e lacrime | 7


GIORNO 1 12 km 1.429 m D+ Le Bois - 1.176 m Chornais - 1.311 m Le Planay - 1.178 m Col de la Bathie - 1.853 m Cote - 2.029 m Le Planay - 1.178 m Piapolay - 1.600 m Le Bois - 1.170 m 1. Mollaret – Fosberg 1h31.08

2. Roux – Mirò 1h31.18 3. Pont Combe – Fiechter 1h35.40


L’ALIBI CHE NON C’E’ L’alibi è un concetto che può avere molteplici sfumature e altrettante modalità d’impiego. Dal latino “altrove”, se nel diritto costituisce un mezzo di prova per l’imputato, è la sua estensione di scusa, pretesto o giustificazione che spesso e volentieri trova riscontro nel mondo sportivo. Fondamentalmente, l’aggrapparsi o meno a un alibi in ambito sportivo dipende dal carattere e dalla personalità del singolo atleta. Vi sono poi situazioni specifiche in cui l’alibi coincide con la realtà dei fatti e che è evidente ancora prima dello svolgersi dell’evento. Già alla vigilia della Pierra Menta, per esempio, sia Laetitia che Mireia avevano a disposizione un alibi sportivo perfetto, coincidente in

tutto e per tutto con la realtà dei fatti, da poter utilizzare nel caso di un risultato agonistico non in linea con le aspettative. Detta in poche parole, nessuna delle due aveva nulla da perdere. Laetitia, la più forte scialpinista in circolazione, la dominatrice assoluta delle ultime stagioni, ha infatti deciso di unirsi in coppia con Mireia, assente dal mondo delle competizioni per un anno intero. La stessa Mireia, anche lei in passato già vincitrice di tutti i più importanti appuntamenti di sci alpinismo, poteva contare proprio su questa sua assenza prolungata. Inoltre, oltre a una questione specifica di allenamento fisico, un anno di pausa affievolisce anche l’attitudine mentale a primeggiare. Detta in poche parole, per loro sarebbe stato sufficiente un discreta posizione nella classifica

finale per ricevere comunque consensi e lodi. Se tutto quello che ho scritto vale per la maggior parte degli sportivi, però, non è assolutamente riferibile ai grandi campioni. Per il campione, infatti, l’alibi è un concetto completamente estraneo al suo modo di ragionare, di agire e d’intendere la propria esistenza. Per il campione, molto semplicemente, l’alibi non esiste. Ecco perché in questa Pierra Menta mi sono entusiasmato per l’avventura di Laetitia e Mireia, perché ho percepito fin dall’inizio che avrebbero corso senza pensare all’evidenza dei loro alibi, perché sapevo molto bene che per loro, un risultato diverso dalla vittoria finale sarebbe stata una sconfitta. Sorrisi e lacrime | 9






GIORNO 2 20 km 2.767 m D+ Le Bois - 1.176 m Chornais - 1.311 m Le Planay - 1.178 m Mirantin - 2.460 m Lac - 2.048 m Vache Rouge - 2.379 m Cote - 1.838 m Grande Jornée - 2.460 m La Fraidaz - 1.737 m Combettes - 2.134 m Le Bois - 1.170 m 1. Roux - Mirò 3h16.15

2. Mollaret - Fosberg 3h21.07 3. Pont Combe – Fiechter 3h26.36


ATTACCO Anche se in una gara come la Pierra Menta è del tutto evidente che sia una competizione a coppie, spesso e volentieri mi sono chiesto se in una competizione simile abbia più valore la componente individuale o quella di squadra. Dopo averci pensato a lungo, porto con me la convinzione che questo dipenda molto da caso a caso ma che per le posizioni di vertice la componente di squadra sia nettamente preponderante su quella individuale. La riprova di di questo mio pensiero l’ho avuta durante la prima giornata di gare. Da una decina di secondi è transitata sul ripido pendio ghiacciato la coppia formata da Emelie Forsberg e Axelle Mollaret.

Per Laetitia e Mireia, quindi, l’avventura Pierra Menta inizia con una certezza su tutte; che dovranno esprimere tutte se stesse per primeggiare. Ho visto transitare per prima Laetitia. Fiera, con la schiena dritta e il suo solito sorriso ammaliante. Sembrava volasse, sembrava che le sue movenze aggraziate avessero annullato il ghiaccio e la pendenza, sembrava stesse compiendo il gesto più naturale per un essere umano. Con se, portava anche gli sci della compagna. E poi è arrivata Mireia, una decina di secondi dopo. L’ho osservata chinata su se stessa, appoggiata saldamente ai suoi bastoni, con lo sguardo rivolto in basso. Sognando ad occhi aperti avrei voluto aiutarla, avrei voluto farla riunire a Laetitia. Solo riguardandola attentamente,

nel pieno del suo sforzo fisico, ho capito che in realtà tra di loro vi era solo una breve distanza fisica ma che quella mentale era inesistente. Sapevo che Laetitia aveva dato il giusto spazio alla compagna, che l’aveva lasciata da sola su quel tratto per non appesantirla ulteriormente della sua superiorità. Sapevo anche che dall’alto, non solo poteva confidare sul carattere di Mireia ma anche sul fatto che sarebbe uscita da sola da quel momento di difficoltà. Infine, sapevo anche molto bene che Laetitia non poteva fare altrimenti, che doveva dettare il ritmo giusto per costruire il loro sogno finale; la vittoria alla Pierra Menta. Entrambe sapevano che, nonostante le difficoltà, quello era il momento per attaccare.

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GIORNO 3 28 km 2.741 m D+ Le Bois - 1.176 m Chornais - 1.311 m La Serraz- 1.010 m Charmette - 2.058 m Le Marsia - 1.600 m Pierra Menta - 2.487 m Vallon du Coin - 2.210 m Mont Coin - 2.539 m Ste Barbe - 1.357 m Le Cuvy - 1.700 m Le Bois - 1.170 m 1. Roux - Mirò 3h48.35

2. Mollaret - Fosberg 3h54.31 3. Pont Combe – Fiechter 3h55.47


GESTIONE Anche se in una gara come la Pierra Menta è del tutto evidente che sia una competizione a coppie, spesso e volentieri mi sono chiesto se in una competizione simile abbia più valore la componente individuale o quella di squadra. Dopo averci pensato a lungo, porto con me la convinzione che questo dipenda molto da caso a caso ma che per le posizioni di vertice la componente di squadra sia nettamente preponderante su quella individuale. La riprova di di questo mio pensiero l’ho avuta durante la prima giornata di gare. Da una decina di secondi è transitata sul ripido pendio ghiacciato la coppia formata da

Emelie Forsberg e Axelle Mollaret. Per Laetitia e Mireia, quindi, l’avventura Pierra Menta inizia con una certezza su tutte; che dovranno esprimere tutte se stesse per primeggiare. Ho visto transitare per prima Laetitia. Fiera, con la schiena dritta e il suo solito sorriso ammaliante. Sembrava volasse, sembrava che le sue movenze aggraziate avessero annullato il ghiaccio e la pendenza, sembrava stesse compiendo il gesto più naturale per un essere umano. Con se, portava anche gli sci della compagna. E poi è arrivata Mireia, una decina di secondi dopo. L’ho osservata chinata su se stessa, appoggiata saldamente ai suoi bastoni, con lo sguardo rivolto in basso. Sognando ad occhi aperti avrei voluto aiutarla, avrei voluto farla riunire a

Laetitia. Solo riguardandola attentamente, nel pieno del suo sforzo fisico, ho capito che in realtà tra di loro vi era solo una breve distanza fisica ma che quella mentale era inesistente. Sapevo che Laetitia aveva dato il giusto spazio alla compagna, che l’aveva lasciata da sola su quel tratto per non appesantirla ulteriormente della sua superiorità. Sapevo anche che dall’alto, non solo poteva confidare sul carattere di Mireia ma anche sul fatto che sarebbe uscita da sola da quel momento di difficoltà. Infine, sapevo anche molto bene che Laetitia non poteva fare altrimenti, che doveva dettare il ritmo giusto per costruire il loro sogno finale; la vittoria alla Pierra Menta.

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GIORNO 4 19 km 2.543 m D+ Le Bois - 1.176 m Col Forclaz – 2.350 m Lac Cornu – 2.224 m Antecime – 2.633 m Lac Vert – 2.038 m Grand Mont - 2.686 m Lac Tournant - 2.001 m Tete Rouge- 2.313 m Le Bois - 1.170 m 1. Mollaret - Fosberg 3h04.31 2. Roux - Mirò 3h07.02

3. Pont Combe – Fiechter 3h23.28


GIOIA Esistono svariati modi per esternare la gioia. Nonostante questo, nel proprio animo, penso che il concetto di gioia, a parità d’intensità, sia univoco per tutti. Sul traguardo finale della Pierra Menta, nell’ultima giornata di gara, ho osservato attentamente sia Laetitia che Mireia. Volevo cogliere una parte della loro intimità, quella relativa all’esternazione della gioia per il grande successo appena conseguito. Laetitia non ha tradito la sua usuale apparenza e ha regalato lunghi sorrisi a se stessa e a tutto il pubblico presente. A dire il vero anche Mireia ha sorriso a lungo, prima tagliando il traguardo, poi abbracciando la sua compagna e infine durante l’intervista. Poi, però, l’ho vista

appartarsi in un angolo del parterre con una ragazzo che presumo sia il suo allenatore nazionale. Ho osservato attentamente il suo viso con il sorriso che si allontanava lentamente lasciando spazio alla commozione. Mireia si è nascosta al petto del suo amico e ha pianto. Una delle sue lacrime l’ho anche vista, era carica di gioia. In quel preciso momento, Laetitia e Mireia, in coppia, avevano appena vinto la loro terza Pierra Menta. Eppure, non penso che la loro gioia fosse unicamente riferibile al risultato sportivo. Penso che fosse una gioia per qualcosa di molto più profondo, qualcosa di paragonabile al compimento di se stesse. Ecco perché penso che si trattasse di vera gioia. Nel durante dei quattro giorni, non sono riuscito a impormi una squadra preferita, sia in ambito maschile che

femminile. Avrei gioito per qualsiasi vincitore come ho gioito per l’impresa compiuta da tutti i partecipanti della Pierra Menta. Eppure, quel giorno, sul traguardo finale, anch’io ho provato un senso di gioia. A regalarmelo sono state proprio queste due ragazze, una con i suoi sorrisi, l’altra con le sue lacrime, insieme con la loro unica gioia. Quel giorno, sul traguardo finale della Pierra Menta, seppur in disparte e con pochi contatti diretti, ho avuto il privilegio di vivere un’altra tappa della loro splendida avventura umana.

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