Exibart.onpaper n.40

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76.intervallo

FACCIAMO13CON

# lemma

di marco enrico giacomelli

le preferenze di Riccardo Caldura 01. 02. 03. 04. 05. 06. 07. 08. 09. 10. 11. 12. 13.

La città

Berlino

Il libro

I Frammenti di Eraclito

Il film

Fino alla fine del mondo di Wim Wenders

Il cantante

Sarah Vaughan

Il ristorante

"Ai quattro ferri" a Venezia

Il cocktail

Daiquiri

L'uomo politico

Anna Finocchiaro

Il quotidiano

Corriere della Sera

L'automobile

Va bene quella che ho: una Picasso bienergy

Lo stilista

Duit Jorself

L'attore

Harvey Keitel

LAMPADARIO

Il programma tv Reporter La canzone

Girl in the other room di Diana Krall

Ludovico Pratesi - direttore Centro d'Arte Contemporanea Pescheria di Pesaro

ahbbellooo!!! s t r a f a l c i o n i

d i g e s t

"E ora abbiamo pure conquistato il diritto di organizzare Manifesta, la più importante tra le mostre d'arte contemporanea d'Europa…" [panorama in uno speciale sulla città di bolzano] ...con buona pace di Documenta, Biennale ecc. ecc. "I tempi sono cambiati, e proprio nella capitale francese parte la nuova tendenza..." [il domenicale del sole 24ore scopre che alcuni musei hanno ristoranti di livello] Chissà cosa ne pensano al Castello di Rivoli dove, da anni, ospitano il talento di Davide Scabin... "Come è accaduto nella periferia londinese con la Tate Modern..." [il corriere della sera mette in parallelo futuribili progetti romani con attuali musei inglesi] Hanno spostato la Tate nelle banlieus londinesi forse? "...ha creato un premio che fa invidia al Turner Prize". [io donna intervista giovanna furlanetto, inventrice del premio furla] Accipicchia... "A Napoli apre il Madre: manuale di storia dell'arte contemporanea" [un lancio ansa in occasione della presentazione degli ultimi restauri del museo campano] Ah, adesso il Museo d'Arte Donnaregina si è trasformato in un libro... “piuttosto bizzarra è la Sagrada Familia di Gaudì - la chiesa costruita dal celebre architetto pazzo Antonio Gaudì, a Barcellona. Secondo molti, il palazzo, senz'altro molto stravagante, starebbe meglio in un parco di Walt Disney che in una lista seria delle meraviglie del mondo, ma è questione di punti di vista." [il corriere della sera commenta le nuove meraviglie del mondo proposte da rough guides] No comment...

premio spam per l’arte.

abbiate pietà di noi (e della nostra e-mail) Ancora non sappiamo se la cosa ci farà piacere o dispiacere. Ancora non sappiamo se prenderlo come un normale segnale dei tempi che corrono o se interpretarlo come campanello d'allarme. Tuttavia il fatto che l'eccellente rivista

LABEL periodico di Torino ma proiettato verso il mondo, decida di interrompere le pubblicazioni per puntare tutto sul web ci fa sicuramente preoccupare. Non per la cosa in sé, che potrebbe rivelarsi una scelta azzeccata, ma per l'incolumità delle nostre e-mail: se si meritano il premio spam ora, figuriamoci quando saranno solo on line…

Flavio Favelli - Vestibolo d'Aspetto, 2005 - Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato - Foto: Dario Lasagni

Il lampadario non è soltanto quell'oggetto che vi permette di avere qualcosa in più che una lampadina appesa a un filo, manco viveste in un quadro di Bacon. No, il lampadario ha pure alcune funzionalità non meramente riferibili all'estetica, che di design o arte si tratti (c'è una collezione targata Fabrica Features che non è affatto male). In alcuni casi serve a trattare la luce, a innescare fenomeni di diffusione, rifrazione ecc. Talora la luce l'assorbe; e penso all'opera di Joana Vasconcelos alla Biennale del 2005, con quell'enorme lampadario i cui "cristalli" erano costituiti da assorbenti interni. A migliaia. Diremmo un lavoro certosino, se l'aggettivo non paresse blasfemo in questo contesto. Quanto a mania compositiva, non è da meno Claudio Massini, che per la Stanza preziosa pare abbia sovrapposto "ottanta strati di tecnica mista su tela". Nella stanza, va da sé, spicca un bel lampadario. Oramai non (lo) si usa quasi più, tanto che può divenire l'indice di un cambio (violento) di paradigma socio-culturale (penso a The King Is Dead (0,023 sec.) di Piero Golia, e similmente allo schianto del lampadario di Susanne Kutter alla Nuova Pesa di Roma, e ancora a Specchio e Vetro di Francesco Gennari). Sul lato opposto, può invece farsi lucifero d'una novella idea di mondo, e penso all'Autre Monde di Jennifer Tee, visto alla Biennale di San Paolo del 2004. È quindi fisiologico che, riferendosi a esso, si faccia spesso segno verso una deriva non necessariamente kitsch che lo distanzia dalla sicura terraferma della funzione originaria. Chi non ha avuto mamma o nonna possidenti di quei catafalchi che, pur andando a energia elettrica, mimavano l'utilizzo della candela? In casa di Pae White doveva essercene almeno un esemplare, come parrebbe dimostrare Chandeliers. Con la sua consueta levità, Aldo Mondino aveva pensato a un

alleggerimento, donandogli una corona di penne Bic. Sul fronte della radicale decontestualizzazione, fra gli esempi più notevoli si ricorda Noise of Light di Adrian Paci: l'oggetto è mastodontico, ma a dar corrente sono dieci rumorosissimi generatori. Il tutto en plein air, con un immaginabile effetto perturbante. Meno eclatante l'operazione ideata da David Hammons con l' Untitled in collezione Pinault: il prezioso lampadario dispone i suoi bracci intorno a un tabellone da basket, e pure la rete del cesto è costituita da cristalli. Forse un ricordo infantile, quando giocare a palla in casa era vietato per il timore che si fracassassero simili ninnoli. Più cupa l'interpretazione di Terence Koh, che si rifà allo stilema della Luce Nera, ripercorrendo con un semplice gesto la tradizione millenaria che da certa mistica giunge a Paulhan. Gesto simile a quello fissato sulla grande tela di Pizzi Cannella intitolata Interno, via del Paradiso, dove l'unica fonte di luce non riesce a sopraffare le tenebre circostanti, tanto più opprimenti perché non monocromatiche. Torniamo alla gravità del lampadario. Qualcuno è riuscito a smorzarne il peso alleggerendo l'impatto etimologicamente estetico: Carlo Mollino, negli interni del Teatro Regio di Torino. Magistralmente interpretati da alcune fotografie retroilluminate di Elisa Sighicelli, Mollino, Agitato e Mollino, Scherzo . Fuori concorso gli addicted: a Flavio Favelli dedichiamo l'immagine; a vedovamazzei una panoramica, dal lampadario come giaciglio di lusso per temerari (Climbing) al lampadario confondibile (!) con gli effetti d'un bombardamento (Ho Chi Min), fino al lampadario come elemento caratterizzante una stanza grahamiana (Bluish).

Il prossimo lemma sarà radiografia


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