01_Atti_69_SCIVAC_ok:Atti_69_SCIVAC
16-05-2011
10:41
Pagina 272
69° CONGRESSO INTERNAZIONALE MULTISALA SCIVAC RIMINI 27-29 MAGGIO 2011
Citologia epatica: passato, presente e futuro Carlo Masserdotti Med Vet, Dipl ECVCP, Spec Bioch Clin ITD, Brescia
CENNI DI MICROANATOMIA EPATICA. Il fegato è costituito da un rapporto complesso tra gli epatociti, un sistema di vascolarizzazione venosa ed arteriosa, provenienti rispettivamente dalla vena porta e dall’arteria epatica e da un sistema di capillari, che trasporta la bile dagli epatociti alla cistifellea ed all’intestino. Il sangue portale arterioso e venoso, proveniente rispettivamente dall’arteria epatica e dalla vena porta, scorre all’interno di vasi sinusoidi, delimitati da cellule endoteliali il cui citoplasma fenestrato permette il passaggio di soluti e molecole plasmatiche con diametro fino a ca. 1000 Å e che conseguentemente favorisce gli scambi metabolici con gli epatociti; le cellule endoteliali sono separate dagli epatociti dallo spazio di Disse, una sottile intercapedine supportata da un quantitativo minimo di fibrille collagene, soprattutto di tipo I e III, oltre che da molecole di proteoglicani o glicoproteine, quali fibronectina e laminina, complessivamente identificate con il termine di matrice extracellulare (ECM). A ridosso delle fenestrature dei capillari sinusoidi, nel versante vascolare, si localizzano le cellule di Kupffer, macrofagi epatici specializzati e rari elementi linfocitari, mentre nel lume dello spazio di Disse sono situate le cellule stellate, che immagazzinano vitamina A e rappresentano cellule effettrici nei processi di fibrosi e rari mastociti, soprattutto in corrispondenza dei segmenti centrolobulari. I vasi sinusoidi delimitano le filiere di epatociti, la cui superficie citoplasmatica effettua attivi scambi metabolici con il materiale plasmatico che filtra dalle fenestrature. Il sangue, scorrendo nei sinusoidi, e dopo aver operato gli scambi metabolici con gli epatociti, raggiunge il lume della vena centrolobulare, dal quale viene immesso nel circolo venoso epatico per uscirne tramite la vena epatica, che a sua volta si getta nella vena cava caudale. A fronte di un flusso ematico che percola i sinusoidi con direzione porto-centrale, esiste un flusso con direzione opposta, che trasporta invece la bile, uno dei principali prodotti di secrezione del fegato, dagli epatociti verso lo spazio portale, dapprima attraverso sottili canalicoli biliari tra gli epatociti, successivamente in piccoli dotti periportali delimitati da cellule cuboidali e da epatociti, detti canali di Hering, che raggiungono il vaso biliare localizzato nel contesto dello spazio portale e delimitato a sua volta da cellule cuboidali o colonnari.
citologici ed alterazioni istopatologiche corrispondenti hanno permesso di perfezionare i risultati dell’indagine citologica. Nello studio della citopatologia epatica è necessario anzitutto saperne riconoscere i limiti, poiché essa ha modesta applicazione pratica nella gestione di alcune malattie quali i disordini di circolo, alcune forme infiammatorie o nel riconoscimento delle alterazioni congenite, dove è necessaria la precisazione istologica. Il passato. Gli anni romantici della citologia veterinaria in Italia, tra la fine degli anni ottanta e novanta, sono stati caratterizzati dall’entusiasmo e dalla pervicacia dei suoi esecutori; purtroppo la citologia epatica si basava necessariamente su prelievi eseguiti su basi di anatomia topografica, che obbligavano l’esecuzione di prelievi di parenchima epatico senza il supporto dell’ecoguida e conseguentemente senza la possibilità di eseguire campionamenti mirati a lesioni focali od in aree di interesse patologico; inoltre erano modeste le conoscenze relative alle condizioni patologiche rilevabili con tecniche così sommarie. Su basi di questo tipo è stato in ogni caso possibile emettere considerazioni diagnostiche con l’esame citologico per alcune condizioni che coinvolgevano in toto il parenchima epatico, quali malattie infiammatorie suppurative settiche, degenerative, l’amiloidosi ed alcune neoplasie, quali il linfoma. Il presente. Lo stato attuale della citologia epatica riconosce nelle tecniche di prelievo ecoguidato ed all’approfondimento basato sul raffronto con i risultati della diagnostica istopatologica il suo supporto più importante. Il livello odierno di conoscenza ha permesso di approfondire i concetti relativi a molte condizioni basate su criteri morfologici. Alcuni esempi sono rappresentanti dalle seguenti considerazioni: - epatopatia vacuolare: anzitutto si precisa che le principali condizioni definite con questo termine in realtà non sono caratterizzate da una vacuolizzazione effettiva del citoplasma, se con questo termine si vuole identificare la presenza di compartimenti citoplasmatici delimitati da membrana. In realtà l’accumulo di glicogeno e di lipidi citoplasmatici, conosciuti con i termini di epatopatia steroidoindotta e di steatosi sono costituite da un accumulo citoplasmatico di materiale privo di contenimento membranario. Il significato fisiopatologico di queste condizioni è
CITOPATOLOGIA EPATICA. L’evoluzione scientifica, la conoscenza delle malattie epatiche e il raffronto tra quadri
272