69a edizione

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16-05-2011

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69° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

resistenza. In tabella 1 vengono riportate le principali cause di inefficacia o resistenza insulinica nel cane e nel gatto.

(NIDDM). Nonostante in commercio ve ne siano di molti tipi, in medicina veterinaria gli studi sono pochi e riguardano per lo più le sulfuniluree (glipizide). Nel cane il diabete è sempre insulino-dipendente (IDDM) con totale assenza di produzione insulina da parte del pancreas. Gli ipoglicemizzanti orali per funzionare necessitano di una residua funzionalità pancreatica e pertanto non sono indicati nella specie canina. Il glipizide è in grado di migliorare i segni clinici da iperglicemia in circa il 30% dei gatti diabetici. Il glipizide (da considerarsi sempre una seconda scielta) deve essere somministratato alla dose di partenza di 2,5 mg/gatto PO, SID con il pasto. Il monitoraggio terapeutico è simile a quello della terapia con insulina.

TERAPIA INSULINICA Negli ultimi anni le ditte farmaceutiche hanno progressivamente tolto dal commercio le insuline di origine animale (prevalentemente insuline suine o bovine) per sostituirle con insuline ricombinanti umane. Dal 2000, l’insulina umana è disponibile unicamente alla concentrazione di 100/U/ml. Solo il Caninsulin® è ancora formulato in 40 U/ml. È quindi essenziale utilizzare le siringhe adeguate al tipo di insulina. Le insuline possono essere ad azione rapida, intermedia o lenta. L’insulina rapida (es. Humulin R®) è in soluzione e può essere somministrata per via sottocutanea, intramuscolare o endovenosa. Questa viene riservata esclusivamente al trattamento della chetoacidosi diabetica attraverso la somministrazione endovenosa in infusione o in piccoli boli intramuscolari. Generalmente, nella terapia del diabete non complicato, si utilizzano insuline a lunga durata d’azione (glargine) o a intermedia durata d’azione (NPH, insulina isofano) o miste (Caninsulin®) con somministrazione sottocutanea. Caninsulin® è l’unica insulina registrata per uso veterinario. Si tratta di un’insulina mista di origine suina. Il 30% è ad azione rapida e il 70% ad azione ultralenta (PZI). Sia nel cane che nel gatto questa insulina deve essere somministrata ogni 12 ore. Si consiglia di iniziare con un dosaggio di 0,25-0,5 U/Kg BID, SC. Nel gatto si somministrano 1 U/gatto BID per soggetti <4kg e 2U/gatto BID per quelli >4 kg. L’insulina glargine (Lantus®) è una nuova insulina di sintesi. Glargine ha un pH di circa 4 e quindi poco solubile a pH fisiologico. Ciò permette la formazione di microprecipitati sottocutanei. Ciò consente un tardivo, prolungato e relativamente costante assorbimento di insulina dal sito di iniezione. La formazione dei microprecipitati dipende fortemente dal pH e la glargine non deve quindi essere diluita. Da studi su gatti sani e diabetici appare come la somministrazione ogni 12 ore permetta di ottenere un ottimo controllo glicemico. La dose raccomandata è la stessa della Caninsulin®. In uno studio condotto in Australia, l’utilizzo di questa insulina in associazione con una dieta a basso tenore di carboidrati e alto tenore proteico ha determinato la remissione del diabete in tutti gli 8 gatti in cui è stata utilizzata. Questa insulina, pur ottima nella specie felina, nel cane presenta un’efficacia terapeutica lievemente inferiore rispetto alla Caninsulin® (Fracassi et al 2010). Dopo aver istruito il proprietario è possibile dimettere l’animale con la terapia insulinica; in alternativa è possibile ospedalizzare il soggetto nel primo giorno di terapia misurando 3 volte la glicemia (ad esempio alle 11 a.m., alle 2 p.m. e alle 17 p.m.) al fine di rilevare un eventuale stato ipoglicemico (la glicemia non deve scendere al di sotto degli 80 mg/dl, altrimenti il dosaggio deve essere ridotto). Il soggetto andrà poi rivalutato settimanalmente.

Dieta (cane) Molti studi dimostrano che diete a basso tenore lipidico e alto tenore di fibra e carboidrati sono molto utili nel controllare la patologia nel cane. L’utilizzo di tali tipi di diete permette di ridurre il dosaggio di insulina, di abbassare i livelli glicemici nonché delle fruttosamine e dell’emoglobina glicata. I carboidrati di tali diete sono carboidrati complessi. È fondamentale evitare zuccheri semplici, infatti in tal caso gli zuccheri vengono assorbiti molto rapidamente, prima che l’insulina possa agire. Tali diete diminuiscono gli acidi grassi liberi, aumentano il numero di recettori per l’insulina, migliorano l’azione della stessa e fanno diminuire il colesterolo. L’elevato contenuto di fibra diminuisce l’iperglicemia postprandiale. Effetti collaterali di diete ad alto tenuto di fibra possono essere un aumento del numero delle defecazioni, costipazione e flatulenze. Uno studio condotto da Fleeman e coll (2009) mette in dubbio l’utilità di diete ad alto tenore di fibra, sostenendo che rispetto a una normale dieta di mantenimento l’elevato tenore di fibra non mostri particolari vantaggi nella gestione del diabete mellito canino.

Dieta (gatto) Solo negli ultimi anni è stata scoperta quale sia la dieta ottimale per i gatti diabetici. Recenti studi indicano infatti che nel gatto diete commerciali con alto tenore proteico e basso tenore di carboidrati (es. Diabetic Royal Canin®, m/d Hill’s® o DM Purina®) hanno effetti estremamente positivi sul controllo glicemico del gatto diabetico. Il gatto è infatti un carnivoro obbligato e quindi utilizza di preferenza le proteine rispetto ai carboidrati come fonte glucidica. È stato dimostrato come tali diete permettano di ridurre notevolmente l’utilizzo di insulina e siano associate con un elevato tasso di remissione del diabete.

Esercizio fisico L’esercizio fisico risulta importante nel mantenere un buon controllo glicemico e nel perdere peso nei soggetti obesi. L’esercizio fisico migliora inoltre l’assorbimento insulinico dal sito di iniezione, migliora la vascolarizzazione stimolando l’utilizzo di glucosio a livello muscolare. Nel cane l’esercizio deve essere preferibilmente effettuato negli stessi orari della giornata. L’esercizio fisico regolare permette di ridurre la dose di insulina. Il proprietario deve essere informato che durante l’attività fisica si può sviluppare ipoglicemia, pertanto, una fonte glucidica (ad es. miele)

Ipoglicemizzanti orali Gli ipoglicemizzanti orali vengono utilizzati nell’uomo per le forme di diabete mellito non insulino dipendente

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