La Professione Veterinaria 9-2013

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VETERINARIA 9| 2013

18-03-2013

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Attualità scientifica Vet Journal

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Aspetto ecografico del mucocele salivare nel cane Ecogenicità variabile in relazione allo stadio cronologico della lesione l mucocele salivare è una delle cause di tumefazione sottomandibolare nel cane ed è dovuto a una raccolta di saliva mucoide proveniente da una ghiandola salivare danneggiata. Uno studio ha descritto gli aspetti clinici ed ecografici di 13 mucocele salivari confermati in altrettanti cani. La diagnosi finale veniva posta mediante citologia degli aghi aspirati in tutti i casi, associata ad asportazione chirurgica delle lesioni in 7 cani. Nei soggetti visitati da 2 settimane a 1 mese dopo l’inizio dei segni clinici il mucocele salivare appariva come una struttura ecogena tondeggiante con un notevole volume di contenuto ane-

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MASTITE OVINA: SCREENING MOLECOLARE IN RAZZE DIVERSE

a mastite clinica e subclinica altera in maniera diretta la funzione della ghiandola mammaria e ha un notevole impatto economico sull’industria lattierocasearia ovicaprina. Uno studio ha esplorato la diagnosi molecolare della mastite subclinica ovina come metodo di screening più veloce e preciso rispetto alle tecniche microbiologiche e biochimiche valutando le proprietà molecolari e chimiche dei campioni di latte crudo di animali sani e di 3 razze di pecore allevate in Portogallo. Sulla base dello screening PCR per il 16S RNA ribosomiale, i campioni di latte di tutte le pecore venivano classificati come contaminati (n=123) o non contaminati (n=104). Sui campioni contaminati si utilizzavano primer specifici per l’identificazione dei patogeni (Staphylococcus aureus, Streptococcus agalactiae, Streptococcus dysgalactiae e Streptococcus uberis). Il patogeno più frequentemente identificato era Streptococcus agalactiae. Lo studio valutava inoltre se i campioni contaminati e non contaminati fossero chimicamente differenti in termini di contenuto di grasso, proteine, lattosio, pH e solidi non grassi. Lo screening molecolare consentiva un’identificazione rapida ed efficiente del latte ovino crudo contaminato, inclusa l’identificazione del patogeno, prima che fossero identificabili alterazioni significative delle proprietà chimiche del latte. Tale metodologia potrebbe portare a un trattamento specifico ed efficace della mastite e a una conseguente riduzione dei costi di allevamento, concludono gli autori. (M.G.M.) “Molecular screening of ovine mastitis in different breeds” Guerreiro O, Velez Z, Alvarenga N, Matos C, Duarte M. J Dairy Sci. 2013 Feb; 96 (2): 752-60.

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cogeno centrale. La parete appariva come una struttura iperecogena chiaramente identificabile circostante la ghiandola. Nei soggetti visitati da 1 a 2 mesi dall’inizio dei segni clinici, il volume del materiale anecogeno appariva minore rispetto ai casi acuti. L’aspetto complessivo del mucocele salivare era eterogeneo. Nei cani visitati 2 mesi dopo l’inizio dei segni clinici il mu-

cocele appariva granuloso o a chiazze, con un aspetto eterogeneo e un ulteriore riduzione del contenuto anecogeno. In un soggetto visitato 3 mesi dopo l’inizio dei segni clinici, il mucocele era duro alla palpazione e appariva iperecogeno con ombra acustica distale. L’aspetto ecografico del mucocele salivare varia in base allo stadio cronologico della malat-

tia, concludono gli autori. (M.G.M.) “Clinical and ultrasonographic characteristics of salivary mucoceles in 13 dogs” Torad FA, Hassan EA. Vet Radiol Ultrasound. 2013 Feb 27. ■


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