65a edizione Scivac Program - Abstract 2010

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3-06-2010

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65° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

PERICARDITE SETTICA DA PROIETTILE A BASSA VELOCITÀ IN UN GATTO: TRATTAMENTO CHIRURGICO M. Annoni, Med Vet, M. Frati, Med Vet, S. Pozzo, Med Vet, D. Zuliani, Med Vet Liberi professionisti, Clinica Veterinaria Tibaldi, Milano, Italia Area di interesse: Chirurgia Introduzione. Le ferite da arma da fuoco derivano dalla penetrazione o dalla perforazione dei tessuti del corpo da parte di un qualsiasi tipo di proiettile, la cui forma, velocità e massa vanno a influenzare gravità e grandezza della ferita.4 Le moderne armi ad aria compressa, possono sparare proiettili a velocità simile ad armi da fuoco di piccolo calibro (da 180 a 300 m/sec)3 provocando danni anche fatali.4 Per le loro caratteristiche, i proiettili a bassa velocità decelerano rapidamente dopo aver percorso una breve distanza; rallentano ancora all’impatto con la cute e la loro penetrazione è limitata dall’ipoderma e dalla muscolatura sottostante. Ciò nonostante, se sparati da distanza ravvicinata, possono arrivare anche agli strati profondi. Queste lesioni da sparo, se toraciche, permettono inizialmente una terapia conservativa; l’esplorazione chirurgica è invece indicata in caso di emorragia profusa oppure in caso di gravi lesioni ad organi e strutture interne.4,5,6,7 Qui è riportato un caso di pericardite settica secondaria alla presenza di un proiettile in cavità toracica. La pericardite settica, spesso conseguenza di ferite da morso al torace, di migrazione di un corpo estraneo o di batteriemia, è causa di essudato purulento caratterizzato da una grande varietà di batteri aerobi e anaerobi o da miceti.1,2 Descrizione del caso. Un gatto comune europeo, femmina, sterilizzata, di otto anni, venne riferito per tamponamento cardiaco clinicamente manifesto. Adottata sette anni prima, i proprietari assicuravano che la gatta non era mai più uscita di casa da allora. Alla visita l’animale appariva dispnoico con toni cardiaci attutiti, polso superficiale e mucose leggermente pallide. Le radiografie toraciche, oltre ad un imponente versamento pericardico occupante tutta la cavità toracica, evidenziavano la presenza di un corpo estraneo radiopaco compatibile con un proiettile, localizzato nell’emitorace destro posto fra la punta del cuore e la cupola diaframmatica. Venne effettuata una pericardiocentesi eco-guidata che permise di drenare 100 millilitri di un liquido torbido e lievemente ematico. All’esame ecocardiografico venne rinvenuta un’area iperecoica, corrispondente alla zona del corpo estraneo, il cui esame citologico compatibile con essudato settico, era sovrapponibile a quello del versamento pericardio. Una toracotomia laterale a livello del settimo spazio intercostale destro, permise di rimuovere il corpo estraneo e di effettuare una pericardiectomia. All’ispezione della cavità toracica, il pericardio, nuovamente dilatato dall’accumulo di essudato, andava ad occupare quasi tutta la cavità, mentre i lobi polmonari caudale destro, medio ed accessorio apparivano diffusamente atelettasici. Più ventralmente venne visualizzata una grossa aderenza costituita dalla fusione dell’apice del lobo polmonare medio con la punta del cuore. Il proiettile, individuabile solo alla palpazione, si trovava completamente incarcerato in questo tessuto ascessuale. In primis venne drenato il versamento pericardico e poi asportato il proiettile mediante incisione dell’area interessata. La resezione “en bloc” di tutto il tessuto infetto, richiese anche una pericardiectomia sub totale subfrenica ed una lobectomia parziale a carico del lobo polmonare medio. L’esame istologico definì il tessuto asportato come nodulo piogranulomatoso con severa e diffusa pericardite linfoplasmacellulare cronica. Conclusioni. I proiettili, una volta penetrati nei tessuti, possono migrare attraverso i piani fasciali o gravitare nelle cavità toracica ed addominale; in alcuni casi possono entrare nel sistema vascolare ed embolizzare. In medicina umana sono stati documentati casi di proiettili penetrati a livello bronchiale e poi espulsi tossendo.5 È difficile stabilire con esattezza quale sia stato il percorso del proiettile. Potrebbe essere penetrato direttamente in torace, oppure la sua localizzazione toracica potrebbe essere il frutto di diverse migrazioni. Non si può nemmeno escludere che, se non si fosse instaurata la pericardite settica, il proiettile sarebbe potuto rimanere in situ per altrettanto tempo. Infatti, la presenza di proiettili, è spesso un reperto radiografico occasionale.5 Una recente mobilizzazione del corpo estraneo, piuttosto che un deficit immunitario del paziente, potrebbero essere tra le cause della manifestazione clinica. Il caso è reso particolarmente interessante per il tipo di corpo estraneo, per la sede in cui è stato rinvenuto e soprattutto per il tempo trascorso tra la sua presunta penetrazione e l’insorgenza della sintomatologia; non ultimo il fatto che a conoscenza degli autori non esistono pubblicazioni in letteratura di casi clinici similari. Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Orton EC. Cardiovascular System. In: Small Animal Thoracic Surgery; 1995:177-179. Fossum TW. Chirurgia dell’apparato cardiocircolatorio. In: Chirurgia dei piccoli animali; 2004; 688-694. Slatter D. Textbook of small animal surgery 3rd ed;2003:139-140. Swaim SF and Henderson RA. Il trattamento delle ferite nei piccoli animali; 1995;67-72. Pavletic MM. Gunshot wound management. The Compendium Dec 1996;Vol.18,No.12. Pavletic MM. Gunshot wounds in veterinary medicine: projectile ballistics. Part I. Compend Contin Educ Prat Vet 8(1):47-60,1996. Pavletic MM: Atlas of small animal reconstructive surgery;1992;99-118.

Indirizzo per corrispondenza: Dott. Maurizio Annoni - Clinica Veterinaria Tibaldi, Viale Tibaldi 66, 20136 Milano (MI), Italia Tel. 0258106826 - E-mail: annoni.maurizio@gmail.com

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