62a edizione Scivac Rimini - parte2

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62° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

Piodermiti profonde e da batteri multiresistenti: opzioni terapeutiche, non solo antibiotiche Chiara Noli Med Vet, Dipl ECVD, Borgo San Dalmazzo (CN)

David Morgan BSc, MA, VetMB, CertVR, MRCVS,Ginevra, Svizzera

La piodermite profonda è un’infezione cutanea che si estende nel derma e nel sottocute. Il processo patologico induce spesso segni clinici sistemici, distruzione dei follicoli piliferi e formazione di tessuto cicatriziale a seguito della guarigione. La piodermite profonda è la conseguenza dell’estensione di una piodermite superficiale, secondaria a grave follicolite o dell’inoculazione di batteri nei tessuti profondi. Nel cane, le condizioni patologiche sottostanti più frequenti sono la demodicosi e le infezioni micotiche, mentre nel gatto la piodermite profonda è nella maggior parte dei casi causata da ferite da combattimento profonde. La presentazione clinica della piodermite profonda dipende dall’area coinvolta, dalla profondità della malattia e dalla risposta immunitaria dell’ospite. La presenza di prurito è variabile. I casi meno gravi si manifestano con papule che evolvono in bolle emorragiche, che in seguito si rompono residuando ulcere crostose. Le forme più gravi sono caratterizzate da un’area dolente, spesso estesa, di intenso eritema con formazione di numerosi tragitti fistolosi che drenano in superficie un essudato emopurulento. Le lesioni della piodermite profonda si sviluppano rapidamente nelle aree sottoposte a pressione (piodermite dei calli) e sul tronco. Le possibili presentazioni cliniche della piodermite profonda sono: • Follicolite e foruncolosi piotraumatica • Follicolite e foruncolosi del mento • Foruncolosi interdigitale • Piodermite profonda del Pastore tedesco La diagnosi di piodermite profonda si basa sull’aspetto clinico caratteristico (bolle emorragiche, fistole e ulcere) e sulla conferma della presenza di infezione mediante esame citologico. La demodicosi, le malattie immunomediate (lupus eritematoso, pemfigo, piogranuloma sterile e reazioni ai farmaci) e le neoplasie sono diagnosi differenziali ma anche possibili cause sottostanti della piodermite profonda. Gli esami diagnostici di base per l’identificazione della causa sottostante (es., difetto di cheratinizzazione) sono: raschiati cutanei multipli, esame citologico dell’essudato, coltura fungina e, se indicato, biopsia cutanea (meglio dopo 2-3 settimane di terapia antibiotica). Il controllo efficace della piodermite profonda prevede l’eliminazione dei sintomi e la prevenzione delle recidive. Poiché la maggior parte di queste infezioni è secondaria, la

terapia non sarà efficace se non viene identificata e trattata la causa sottostante. La piodermite profonda richiede una terapia sistemica possibilmente associata a una terapia topica. In tutti casi di piodermite profonda, soprattutto in quelli che non rispondono alla terapia antibiotica convenzionale, o qualora la citologia riveli la presenza di organismi bastoncellari (Gram negativi), è consigliabile effettuare la coltura batterica e il test di sensibilità antibiotica. Le cefalosporine di prima generazione come la cefalessina (15-30 mg/kg BID) o il cefadroxil (20-30 mg/kg SID) hanno una buona attività contro S. intermedius e altri batteri Gram positivi, una varietà di organismi anaerobi e alcuni organismi Gram negativi. I macrolidi come l’eritromicina (10-15 mg/kg TID) e la tilosina (10 mg/kg BID) sono farmaci batteriostatici a stretto spettro che inibiscono la sintesi proteica ribosomiale. Le lincosamidi, lincomicina (20 mg/kg BID) e clindamicina (10 mg/kg BID), sono efficaci contro il 75% circa dei ceppi di stafilococco, tuttavia è possibile una resistenza crociata con l’eritromicina. L’associazione amoxicillina clavulanato (15-25 mg/kg BID) ha un’attività battericida ad ampio spettro (inclusi molti anaerobi) che agisce inibendo il legame crociato peptidico nella sintesi della parete batterica. Gli antibiotici sopra descritti non sono invece sempre adeguati in presenza di batteri bastoncellari (spesso Gram negativi), a meno che non sia indicato dall’antibiogramma. Gli antibiotici che seguono dovrebbero essere utilizzati solo dopo aver effettuato un antibiogramma e qualora rappresentino l’unica alternativa. I fluorochinoloni sono agenti battericidi che agiscono inibendo la replicazione del DNA. Possiedono un ampio spettro di azione con basso tasso di resistenza tra i più comuni patogeni batterici, tuttavia non sono efficaci contro molti anaerobi ed alcuni streptococchi agli intervalli di dosaggio standard (enrofloxacina 5 mg/kg q24h, difloxacina 5 mg/kg q24h e marbofloxacina 2 mg/kg q24h). La rifampicina inibisce la moltiplicazione batterica agendo contro la RNA polimerasi. È altamente solubile nel grasso e si concentra nel citoplasma dei macrofagi e dei neutrofili. La rifampicina è altamente efficace contro gli stafilococchi e penetra bene nel tessuto granulomatoso cronico. L’intervallo di dosaggio è pari a 5-10 mg/kg q24h. La resistenza si sviluppa rapidamente ed è sempre consigliabile somministrare la rifampicina in associazio389


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