62a edizione Scivac Rimini - parte1

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62° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

Colite istiocitaria ulcerativa Karin Allenspach Dr Med Vet, FVH, Dipl ECVIM-CA, PhD, FHEA, Hatfield, UK

CARATTERISTICHE CLINICHE ED ISTOPATOLOGICHE DELLA COLITE ISTIOCITARIA ULCERATIVA DEL CANE

specifiche elimination diet), e somministrazione di farmaci antinfiammatori o immunosoppressori come la sulfasalazina, il prednisolone e l’azatioprina. Tuttavia, queste strategie di solito non sono riuscite a migliorare i segni clinici degli animali colpiti, e la maggior parte dei casi è stata sottoposta ad eutanasia perché risultava refrattaria al trattamento. Due ricerche recenti hanno oggi suscitato speranza nel trattamento della malattia, con un totale di 12 casi riportati che avevano dimostrato un netto aumento della risposta alla somministrazione di enrofloxacin (5 mg/kg una volta al giorno) o ad protocollo di combinazione con enrofloxacin, amossicillina (20 mg/kg PO due volte al giorno) e metronidazolo (10-15 mg/kg PO due volte al giorno).16 La risposta al trattamento con enrofloxacin nei lavori più recenti è risultata spettacolare, con tutti i cani che rispondevano entro 3-12 giorni dall’inizio delle somministrazioni. È particolarmente incoraggiante che parecchi cani, secondo quanto riportato in letteratura, siano risultati liberi da malattia quando il farmaco è stato interrotto al termine di un ciclo di 4-6 settimane di trattamento antibiotico con enrofloxacin.4 Questo implica la possibilità di ottenere la guarigione in alcuni casi, anche se finora non sono stati riferiti periodi di follow-up superiori a 21 mesi ed è possibile che alcuni cani necessitino di trattamento con enrofloxacin per un periodo molto più lungo di 6 settimane o eventualmente anche per tutta la vita. In 5 casi riportati, le biopsie furono ripetute dopo il termine del ciclo antibiotico, in un momento in cui i cani mostravano una remissione clinica. In tutti questi 5 cani, vennero dimostrato un drastico miglioramento delle lesioni istologiche, con scomparsa dei macrofagi PAS-positivi in 3 casi e marcata riduzione del numero dei macrofagi negli altri due.4

La colite ulcerativa istiocitaria (HUC) è una forma di infiammazione intestinale che compare più frequentemente nei cani Boxer giovani. Venne descritta per la prima volta 30 anni fa1 e da allora in poi è stata rilevata in molti Paesi, come gli USA,2,3,4 l’Australia,5,6 il Giappone e l’Europa,7,8 in particolare nel Regno Unito.9 Oltre al Boxer, è stata descritta con scarsa frequenza in altre razze, come il Mastiff, l’Alaskan Malamute,10 il Bulldog francese,11 il Bulldog inglese4 ed anche in un gatto.12 La malattia insorge principalmente nei cani giovani con meno di 2 anni di età. I segni clinici sono quelli di una grave infiammazione cronica del grosso intestino e comprendono diarrea, ematochezia, aumento della frequenza della defecazione, tenesmo e muco eccessivo nelle feci. Nei casi gravi, possono anche comparire perdita di peso ed inappetenza. I riscontri endoscopici mostrano sedi di una grave emorragia del colon ed ulcerazioni sparse, con strie di mucosa di aspetto normale. Istologicamente, le lesioni iniziali possono presentarsi con un infiltrato infiammatorio misto nella lamina propria, che è sottostante all’epitelio degenerato.1,3,13,14 Con lesioni più estese e malattia cronica, le ulcerazioni diventano più visibili al rilievo istologico, con una grave infiltrazione della lamina propria e delle regioni della sottomucosa con neutrofili, macrofagi, linfociti, plasmacellule e mast cell. Di solito, si riscontra anche un’imponente perdita della superficie epiteliale nelle biopsie derivanti da lesioni e una perdita di cellule caliciformi nell’intero colon. La lesione istologica patognomonica, tuttavia, è l’accumulo di grandi macrofagi che mostrano una intensa positività alla colorazione con l’Acido Periodico di Schiff (PAS) nel loro citoplasma.2,13,15 Questo è ancora il modo migliore per diagnosticare la HUC con certezza. Gli studi immunoistochimici hanno dimostrato che le lesioni da HUC sono caratterizzate da un aumento del numero delle cellule L1-positive, nonché delle cellule positive al MHC di classe II, delle cellule positive CD3 e delle plasmacellule positive per IgG.9

RICERCHE SULLA PATOGENESI DELL’HUC I meccanismi coinvolti nella patogenesi della HUC del cane sono stati oggetto di dibattito per decenni. Il recente successo del trattamento antibiotico nella HUC canina ovviamente solleva la domanda se la malattia possa essere causata da un microrganismo infettante. Tuttavia, non è la prima volta che questa ipotesti è stata oggetto di studio. Il ruolo giocato dai macrofagi PAS-positivi è stimolante, dato che questa tecnica determina la colorazione intracellulare del materiale fagocitato dai macrofagi e gli studi iniziali condotti con il microscopio elettronico hanno dimostrato i cosiddetti “corpi residuali”, che sembrano dei microrganismi simili a batteri, nei macrofagi che si colorano positiva-

TRATTAMENTO DELLA HUC Sfortunatamente, sino a non molto tempo fa la prognosi per l’HUC variava da riservata ad infausta. Il suo trattamento consiste in varie combinazioni di terapia dietetica (cioè aumento del contenuto di fibra nella formulazione e uso di 38


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