59° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
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Patologie prostatiche nel cane Jeanne Barsanti DVM, MS, Dipl ACVIM (Specialty of Internal Medicine), Professor, Georgia, USA
Iperplasia Fisiopatologia: L’aumento del numero delle cellule epiteliali è più marcato dell’incremento delle loro dimensioni. La vascolarizzazione della prostata è aumentata. Si sviluppano cisti fluide intraparenchimali. L’iperplasia richiede la presenza dei testicoli. Il mediatore ormonale è il diidrotestoterone intraprostatico. Riscontri clinici: La maggior parte dei cani colpiti è asintomatica. I segni clinici più comuni sono rappresentati da scolo uretrale emorragico, ematuria e/o defecazione difficoltosa. La prostata è non dolente e simmetricamente ingrossata. L’urina è normale o contiene sangue. Lo sperma è normale o emorragico. All’esame ecografico, la ghiandola può apparire diffusamente iperecogena, con cavità parenchimali. La capsula prostatica è liscia. Qualsiasi area cavitaria risulta tipicamente ben definita e con margini lisci. In uno studio, quattro cani su dodici con cisti intraprostatiche asintomatiche individuate mediante ecografia erano affetti da una UTI asintomatica e in tutti questi animali si è avuto un riscontro positivo agli esami colturali per lo stesso microrganismo dal fluido delle cisti prostatiche. Quindi, in tutti i cani con cisti intraprostatiche è indicata l’urocoltura.
Trattamento Il trattamento dell’iperplasia prostatica è necessario soltanto se sono presenti segni anormali. La terapia più efficace è la castrazione, che esita in una diminuzione del 75% delle dimensioni della ghiandola nell’arco di 8-9 settimane. La terapia medica consiste nella somministrazione di estrogeni, antiandrogeni e progestinici. Nell’uomo, per il trattamento dell’iperplasia prostatica sono ampiamente pubblicizzati i prodotti che contengono estratti di una pianta, la Serenoa repens (saw palmetto). Non siamo in grado di documentare alcun effetto benefico o dannoso di un prodotto di questo tipo nei cani con la stessa malattia.
Infezione prostatica Fisiopatologia: Le infezioni si verificano principalmente nei cani maschi interi, ma se sono presenti prima della castrazione possono persistere anche dopo. Il batterio solitamente coinvolto è E. coli.
Riscontri clinici: Nella prostatite acuta e nell’ascessualizzazione, di solito si notano anoressia, letargia e febbre. Nella maggior parte dei casi di prostatite cronica non vi sono segni direttamente riferibili alla ghiandola. Il cane può essere portato alla visita a causa di ricorrenti episodi di cistite. In presenza di un ascesso di grandi dimensioni o di ascessi multipli, l’animale può presentare tenesmo o disuria. Nel 10% dei casi sono stati notati segni di shock settico. Alla palpazione, in caso di ascessualizzazione la ghiandola risulta solitamente anormale: ingrossata, asimmetrica e di consistenza variabile. Nelle infezioni prostatiche sono comuni ematuria, piuria e batteriuria. È necessario effettuare un’urocoltura utilizzando un campione prelevato mediante cistocentesi o cateterizzazione. Nella prostatite acuta o nell’ascessualizzazione spesso è presente una leucocitosi neutrofila con o senza spostamento a sinistra. Nella prostatite cronica, i leucociti di solito sono normali. Il profilo biochimico è normale nella prostatite cronica, mentre nelle infezioni acute e nelle ascessualizzazioni si possono riscontrare aumenti di bilirubina, fosfatasi alcalina ed acidi biliari. Nel 40% dei casi con ascessi è stata notata un’ipoglicemia. Questi riscontri sono indicativi di una setticemia da batteri Gram-negativi. Per la diagnosi di prostatite cronica è essenziale la valutazione del fluido prostatico. Quest’ultimo va probabilmente prelevato mediante eiaculazione oppure per aspirazione sotto guida ecografica da cisti intraprostatiche. Le radiografie in bianco possono essere normali oppure mostrare una perdita di dettaglio a livello dei margini della ghiandola nella prostatite acuta. La prostata di solito è radiograficamente normale nell’infiammazione cronica, ma in pochi casi si può osservare una mineralizzazione granulare del parenchima. Nell’ascessualizzazione può essere evidente un ingrossamento prostatico, che può avere profilo asimmetrico o irregolare. Si può avere un aumento di dimensioni dei linfonodi sottolombari. All’ecografia, nella prostatite acuta e cronica la ghiandola può presentare aumenti focali o diffusi dell’ecogenicità. Nella prostatite cronica, si può anche osservare una mineralizzazione multifocale, che però è più comune in caso di neoplasia. Nell’ascessualizzazione, la prostata di solito è asimmetrica ed iperecogena, con cavità ipoecogene parenchimali con accentuazione distale. Trattamento della prostatite acuta: Si somministra per 28 giorni un antibiotico scelto in base ai risultati dell’uro-