59a edizione Scivac Rimini - parte1

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59° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

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Leptospirosi nel cane: problema emergente o in aumento? Craig E. Greene DVM, MS, DACVIM, Professor, College of Veterinary Medicine, University of Georgia

Eziologia ed epidemiologia

Segni clinici

La leptospirosi, una malattia zoonosica di importanza mondiale, è causata dall’infezione da parte di serovar antigenicamente distinte delle specie parassitarie di Leptospira. Sulla base dell’analisi genetica, Leptospira interrogans sensu lato comprende come minimo 8 specie. Per quelle serovar di importanza patogena, la specie L. kirschneri contiene la serovar grippotyphosa, mentre la specie L. interrogans sensu stricto contiene le serovar hardjo, bataviae, canicola, pomona, icterohaemorrhagiae, autumnalis e bratislava. Le serovar sono mantenute in natura da numerosi ospiti-serbatoio rappresentati da animali selvatici e domestici con infezione subclinica che fungono da potenziali fonti di infezione e malattia per l’uomo e per altri ospiti animali incidentali. Grazie alla vaccinazione, la prevalenza della malattia causata da L. canicola ed L. icterohaemorrhagiae è diminuita, mentre vanno aumentando le prove del fatto che le altre serovar presentano una prevalenza crescente dal punto di vista della capacità di determinare la malattia. L’avanzare dei cani domestici nell’ambiente degli ospiti serbatoio selvatici in ambito rurale o suburbano è un altro fattore che accresce la prevalenza. Sin dall’avvento degli antibiotici e dei vaccini antileptospirosi, la malattia classica è diventata meno comune e grave e molti veterinari hanno sospeso l’impiego di questi vaccini. Nell’ultimo ventennio, si è osservato un aumento delle segnalazioni di leptospirosi nel cane causate da ceppi diversi da quelli utilizzati nei vaccini e la sindrome clinica è caratterizzata più da un’insorgenza insidiosa di una disfunzione epatica o renale cronica. La malattia sostenuta da grippotyphosa è stata presente nei cani da caccia ricoverati nei canili degli Stati Uniti sud-orientali. Negli stati nord-orientali si è osservato il predominio di pomona, mentre nella costa occidentale sono state riscontrate bratislava e pomona. Le leptospire sono potenzialmente in grado di diffondere direttamente fra gli ospiti a stretto contatto attraverso l’urina, le vie veneree, i morsi o l’ingestione di tessuti infetti. La trasmissione indiretta comporta l’esposizione di animali suscettibili a terreno, cibo o lettiere contaminati. Il contatto idrico è il mezzo più prevalente di diffusione e gli ambienti con acqua calda stagnante e pH alcalino favoriscono la sopravvivenza delle leptospire. Le temperature ambientali comprese fra 0 e 25°C mantengono il microrganismo, mentre il congelamento ne diminuisce la sopravvivenza.

I segni clinici dipendono dall’immunità dell’ospite e dalla virulenza, nonché dalla quantità di serovar alla quale sono stati esposti.1 Gli animali giovani sono colpiti più gravemente. Si nota l’insorgenza acuta di innalzamento della temperatura rettale, rigidità e disagio. In seguito possono comparire vomito, disidratazione e shock. Sono anche stati notati difetti della coagulazione. Nei casi subacuti si possono riscontrare anoressia, disidratazione e sete. Si possono osservare riluttanza a muoversi e segni respiratori di congiuntivite, rinite e tonsillite. Negli animali con infezione più cronica, il deterioramento progressivo della funzione renale si può manifestare con perdita di peso, poliuria e polidipsia, anoressia e vomito. I segni della disfunzione epatica acuta o cronica comprendono anche l’ittero da necrosi acuta o fibrosi cronica. Si possono anche osservare manifestazioni palesi di insufficienza epatica come inappetenza, perdita di peso, ascite, ittero o encefalopatia epatica. Le alterazioni cliniche nel gatto sono spesso lievi o inapparenti, nonostante la prova istologica di un processo infiammatorio cronico a carico dei tessuti renali ed epatici.

Diagnosi Le anomalie degli esami di laboratorio di solito sono rappresentate da leucocitosi, trombocitopenia, elevati livelli sierici di urea e creatinina e disturbi elettrolitici. I cani con disfunzione epatica mostrano frequentemente bilirubinemia ed elevati livelli di attività sierica degli enzimi del fegato. Le alterazioni dell’analisi dell’urina sono spesso costituiste da glicosuria, proteinuria e bilirubinuria, con aumento del numero di cilindri granulari, leucociti e talvolta eritrociti nel sedimento. Negli animali gravemente colpiti possono essere alterati i parametri della coagulazione. I test sierologici di solito sono rappresentati dall’agglutinazione microscopica (MA); tuttavia, soprattutto in Europa, sono stati utilizzati altri metodi come l’immunofluorescenza (FA) o l’ELISA. I cani con titoli positivi generalmente presentano una reattività crociata dei sieri con una varietà di serovar. Il titolo massimo viene generalmente interpretato come quello infettante, tuttavia questa reazione crociata può essere correlata a differenti genotipi che si sovrappongono. Il quadro della reattività sierologica è generalmente variabile in una data area geografica con l’adattamento di partico-


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