59° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
un muso più corto rispetto a quello del lupo. L’encefalo ha una dimensione inferiore del 20%: la riduzione è soprattutto a carico delle aree sensitive, così come accade nella maggior parte degli animali domestici. Il cane rispetto al lupo tende a mantenere alcuni caratteri giovanili (neotenia) o a presentare caratteri che imitano quelli giovanili (pseudoneotenia) (R. Marchesini). Gli accoppiamenti controllati hanno dato luogo alla nascita delle razze, popolazioni estremamente omogenee all’interno di una specie originate per volere dell’uomo (B. Gallicchio). La selezione ha attraversato periodi ben distinti. Dapprima è empirica e basata sull’attitudine al lavoro: l’interesse per la morfologia è scarso ed i riproduttori sono provati sul campo. In seguito, grazie alla standardizzazione (vedi tabella), emerge un sempre maggiore interesse per le caratteristiche estetiche: nell’epoca vittoriana l’allevamento inizia ad indirizzarsi verso anomalie o peculiarità che assumono il valore di simbolo di qualità e di prestigio.
Definizione di standard Lo standard è la descrizione di una variante genetica prodotta artificialmente dopo l’isolamento riproduttivo di una piccola popolazione (prole).
Nel 1822, infatti, nascono il pedigree ed il Libro d’Allevamento dove i soggetti sono riconoscibili con un nome e un numero. Intorno agli anni ’30 la selezione si disinteressa al comportamento della razza: la divergenza dal tipo primitivo è notevole e la consanguineità in continuo aumento. Compare, così, la fase critica caratterizzata da alterazione della riproduzione, alta frequenza di patologie ereditarie, alto tasso di mortalità infantile e longevità ridotta (maltrattamento genetico). Clamoroso è l’esempio del Pastore Tedesco dove, attualmente, è presente una vistosa differenza dal punto di vista estetico e comportamentale tra le linee da lavoro e da bellezza. La variazione dell’aspetto morfologico ha provocato la modificazione di alcune motivazioni (ad esempio la collaboratività e la concentrazione sono venute meno) ed un innalzamento dell’arousal (o attivazione emozionale). Le razze così selezionate sono state classificate con differenti modalità. È possibile evidenziare: • Classificazione convenzionale – morfologica (tipologie fondamentali: lupoidi, braccoidi, molossoidi, graioidi); • Razze specializzate e non specializzate; • Classificazione FCI (Federazione Cinologica Internazionale, evidenzia dieci gruppi e ciascuno comprende differenti razze); • Classificazione anglosassone (sporting/ gundogs, hound, working, terrier, toy, non sporting/ utility, herding/ pastoral, miscellaneous).
Motivazioni e vocazioni Le motivazioni sono disposizioni di orientamento verso un target o un’espressione comportamentale (R. Marchesini). Indicano l’orientamento del soggetto verso il mondo esterno e definiscono “ciò che cerca nel mondo” (la sensibi-
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lità verso particolari stimoli) e “cosa l’individuo si propone di fare” (la tendenza ad esprimere un certo comportamento). Le motivazioni sono un retaggio filogenetico: hanno un valore adattativo per la sopravvivenza della specie e sono riferibili alla selezione naturale, non a processi di apprendimento. Ogni specie, infatti, nasce con un retaggio motivazionale di tendenze ad esprimere particolari comportamenti. I behaviouristi hanno ignorato il concetto di motivazione, considerando i soli fabbisogni fisiologici o di mantenimento del corpo (mangiare, bere, dormire, respirare e così via). L’etologia classica, invece, riteneva la motivazione una forma di energia da sfogare attraverso un comportamento (teoria psicoenergetica). Nell’approccio cognitivo la mente funziona in maniera sistemica e non analitica: dal punto di vista neurobiologico la motivazione è spiegata in termini di set neurali (ovvero gruppi di neuroni interconnessi) che, attivando una cascata di eventi fisiologici, provocano l’espressione di un comportamento (repertorio cinestesico ed uno stato del corpo). L’approccio cognitivo considera la motivazione un’attivazione complessa che coinvolge anche altre componenti cognitive come le emozioni (risposte reattive di base, indotte dall’ambiente e da stati mentali, componenti fondamentali del processo di apprendimento) e l’arousal (livello di attivazione emozionale) (R. Marchesini). I set neurali che caratterizzano le motivazioni sono sottoposti a Darwinismo neuronale: quanto più una motivazione è sollecitata tanto più si potenzierà. Le motivazioni sono, quindi, rafforzate ontogeneticamente: la prevalenza di un assetto motivazionale rispetto ad un altro dipende dallo sviluppo ontogenetico del soggetto. Ad esempio, lanciando più e più volte una pallina, il proprietario “non sfogherà” la necessità del cane di rincorrere oggetti in movimento abbassando la motivazione predatoria. Invece, ne aumenterà il volume favorendo l’apparizione di un comportamento di inseguimento indirizzato verso ciclisti, podisti e così via. Le motivazioni prevalenti indicano lo spettro vocazionale dell’individuo, cioè a che cosa è interessato. Inoltre, ogni razza possiede alcune motivazioni enfatizzate ed altre neglette: questo assetto indica la vocazione di razza, ossia ciò verso cui il cane è predisposto (R. Marchesini). In alcune razze, motivazioni sinergiche (una data motivazione agisce rafforzandone un’altra) e controlaterali (una data motivazione agisce inibendone un’altra) si sovrappongono ponendo le basi per una fragilità emozionale. Ciò accade ad esempio nel Dalmata, cacciatore e guardiano delle carrozze, o nel Dobermann, cacciatore di topi, guardiano dei cavalli e difensore dei postiglioni lungo le strade. La pedagogia cinofila e la terapia comportamentale “lavorano” anche sulle motivazioni dell’individuo modificandone il volume o dando una cornice (contesto) alla motivazione stessa. È opportuno ricordare che queste ultime non possono essere né eliminate né aggiunte ma è possibile modificare il loro volume all’interno dell’assetto posizionale del soggetto agendo sulla stimolazione, sull’esercitazione, sulla gratificazione e così via. Per disciplinare una forte motivazione è necessario legarla ad un target (un contesto, come ad esempio una rappresentazione cinestesica) mentre è possibile enfatizzare una motivazione negletta attraverso la stimolazione, l’esercizio, la gratificazione (lavorando contemporaneamente sull’assetto emozionale e sull’arousal).