59a edizione Scivac Rimini - parte1

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59° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

della normale maturazione. Le alterazioni più gravi si verificano probabilmente in presenza di condizioni come l’endotossiemia e la setticemia, da cui il nome di modificazioni “tossiche”. Una delle prime forme delle alterazioni di questo tipo è il lieve incremento della colorazione blu del citoplasma neutrofilo. A causa dell’accorciamento del tempo di sviluppo si ha una ritenzione dell’RNA nel citoplasma, che assume ora una colorazione più blu. Dato che le cellule sono sempre più “immature” rispetto alla maturazione citoplasmatica, il citoplasma diventa sempre più blu. Una tossicità indicata come 2-3+ ha generalmente una colorazione moderatamente blu. Oltre alla modificazione tintoriale citata, si può riscontrare un aspetto schiumoso o una vacuolizzazione del citoplasma. Come nella colorazione blu, la tossicità più grave comporta un aspetto maggiormente schiumoso e vacuolizzato. In alcune specie animali (principalmente cane e bovino), la presenza di aggregati lamellari di Reticolo Endoplasmatico Ruvido-RNA esita nella formazione di inclusioni di colore blu chiaro piccole (di diametro compreso fra meno di 1 e poco più di 1 μm) e di forma irregolare nel citoplasma che possono essere individuate a livello di microscopia ottica. Queste inclusioni prendono il nome di corpi di Döhle. Quando sono presenti nel cane in associazione con un citoplasma più blu e potenzialmente schiumoso o vacuolizzato, vengono anch’esse considerate un segno di tossicità. Nel gatto e nel cavallo, non hanno alcun significato diagnostico. Tipicamente, le alterazioni tossiche vengono interpretate in relazione alla gravità del processo infiammatorio. Tanto più tali alterazioni sono gravi, tanto più grave è la flogosi. Di norma, anche il numero e la distribuzione dei leucociti (possibile spostamento a sinistra) riflettono la gravità dell’infiammazione. Il riscontro di una grave tossicità a fronte di una neutropenia con un prominente spostamento a sinistra è indicativo di grave flogosi che travolge le difese dell’organismo e comporta una prognosi variabile da riservata a grave. Il riscontro di una tossicità lieve (indicata come “1+”) non va ignorato se l’osservazione viene formulata da un tecnico qualificato. Queste alterazioni sono indicative di un’infiammazione più lieve e si riflettono tipicamente in una modificazione numerica dei leucociti più lieve o assente. Oltre alle alterazioni citoplasmatiche, anche il possibile riscontro di forme di neutrofili grandi o giganti viene considerato un segno di tossicità ed una conseguenza del “salto” di uno o più periodi di divisione durante il processo di sviluppo. Se ciò avviene, l’esito finale è una forma neutrofila che risulta più grande del normale. In molti casi, questo quadro è difficile da percepire, dal momento che la maggior parte se non la totalità delle forme neutrofile avrà dimensioni simili e, a meno che l’operatore non sia osservatore e confronti le forme neutrofile con altri leucociti, passeranno inosservate. LINFOCITI REATTIVI: “Riscontro di linfociti reattivi” è un commento comune nella maggior parte dei referti degli esami emocromocitometrici completi. Il suo significato è direttamente correlato alla stimolazione antigenica sistemica, ma le cause specifiche di questa stimo-

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lazione non sono identificabili. La reattività linfocitaria è tipicamente associata ad un aumento della colorazione blu del citoplasma dei linfociti ed al potenziale incremento della quantità del citoplasma stesso. Nel sangue periferico si possono osservare anche, in rare occasioni, linfociti plasmocitoidi e plasmacellule ben differenziate. Queste cellule presentano moderate quantità di citoplasma di intensa colorazione blu e possibili zone chiare perinucleari, variabili da maldistinte a distinte. I nuclei di queste cellule tendono ad essere tondeggianti, con quadri cromatinici uniformi e densi. Una delle importanti caratteristiche correlate ai linfociti reattivi è la loro accurata identificazione. Molti inizialmente confondono i metarubriciti meno maturi (eritrociti nucleati) con i linfociti reattivi. Anche la differenziazione dai linfociti “atipici” può costituire un problema. In generale, i linfociti atipici presentano un aumento della quantità di citoplasma senza alcun significativo incremento della colorazione blu dello stesso o solo con un aumento minimo di tale affinità tintoriale. In alcuni casi, possono essere presenti uno o più piccoli granuli citoplasmatici rosa, di diametro molto inferiore ad un micron. Quando non si osservano linfociti “atipici”, è necessario ricercare una potenziale malattia linfoproliferativa sottostante. Queste cellule possono rappresentare semplicemente una stimolazione antigenica sistemica, come le più comuni caratteristiche morfologiche “reattive”. Il riscontro di linfociti “atipici” con pochi piccoli granuli citoplasmatici rosa e conteggi linfocitari che arrivano sino a 15.000-20.000/μl è stato documentato in caso di infezione sistemica cronica, in particolare nell’erlichiosi cronica del cane. Il riscontro di linfociti “atipici” non indica una neoplasia. Si raccomanda di rivolgersi ad un patologo clinico veterinario o comunque a qualcuno con più esperienza. MONOCITI: nei monociti non si osservano anomalie morfologiche imponenti. La possibilità di vedere dei monociti differenziati in macrofagi in circolo esiste, ma è molto poco comune. L’identificazione di questi macrofagi viene effettuata preferibilmente mediante valutazione dettagliata a livello del margine sfrangiato dello striscio ematico. Sono stati segnalati eritrociti fagocitati nell’anemia emolitica immunomediata, vari agenti eziologici infettivi e cellule anormali (leucemiche). EOSINOFILI: gli eosinofili sono leucociti relativamente facili da identificare nel sangue periferico e, quando aumentano di numero, indicano la necessità di ricercare parassitosi sottostanti, ipersensibilità ed altre cause specifiche di infiammazione eosinofilica. Esiste la possibilità che vadano incontro a degranulazione, che però è poco comune nel sangue periferico. Gli eosinofili degranulati si presentano come leucociti polimorfonucleati con molteplici vacuoli citoplasmatici chiari e ben distinti. Di solito, si riscontrano uno o più granuli residui che rendono relativamente semplice l’identificazione di queste cellule. Gli eosinofili dei levrieri possono essere motivo di confusione. I loro granuli di norma non si colorano bene oppure possono apparire degranulati.


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