56° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
362
Approccio all’analgesia ed all’anestesia attraverso la discussione di casi clinici - 1 parte Marla Lichtenberger DVM, Dipl ACVECC, Wisconsin, USA
FARMACI UTILIZZATI PER L’ANESTESIA/ ANALGESIA NEGLI UCCELLI Gli uccelli più gravemente ammalati sono colpiti da dolore ed ansia durante l’ospedalizzazione. In questi animali si raccomanda caldamente la somministrazione di analgesici. Studi condotti nei piccioni hanno dimostrato che questi dispongono di un maggior numero di recettori oppiacei kappa nel proencefalo piuttosto che recettori oppiacei mu. Ci sono molte segnalazioni contrastanti sugli effetti dei farmaci dei recettori mu negli uccelli. Esiste una notevole preoccupazione circa le differenze interspecifiche per quanto riguarda i dosaggi richiesti dall’analgesia. Questa differenza di risposta può essere correlata a variazioni delle popolazioni dei recettori degli oppiacei all’interno del midollo spinale e del SNC. Ciò può spiegare perché non tutti gli uccelli rispondano agli agonisti mu, come la morfina, il fentanil e la buprenorfina, nella stessa maniera dei mammiferi. Il butorfanolo alla dose di 2 mg/kg per via intramuscolare si è dimostrato un utile analgesico negli uccelli. Lo abbiamo utilizzato CRI in sede intra- e postoperatoria nelle specie aviari, riuscendo ad ottenere con questa via di somministrazione un effetto di risparmio degli analgesici inalatori. Le MAC per l’isoflurano ed il sevoflurano negli uccelli sono, rispettivamente, pari all’1,44% ed al 2-3%. Il sevoflurano nelle specie aviari sembra essere meno irritante e, quindi, ridurre lo stress dell’inalazione mediante maschera. Tutti gli agenti inalatori determinano delle diminuzioni-dose dipendenti del rendimento cardiaco. Il meccanismo varia da un agente all’altro, con l’alotano che mostra delle riduzioni dose-correlate di gittata cardiaca, pressione sanguigna e tono vascolare sistemico, mentre l’isoflurano preserva meglio la gittata cardiaca, ma altera il tono vascolare sistemico e la perfusione tissutale. Tutti gli agenti inalatori causano potenzialmente degli incrementi della pressione intracranica. Nei pazienti ipovolemici (l’ipovolemia si verifica comunemente durante gli interventi con perdite dovute ad emorragie o con una cavità corporea aperta), è necessario impiegare concentrazioni più basse di questi agenti per prevenire una significative destabilizzazione cardiovascolare. Per questa ragione, utilizziamo sempre gli agenti inalatori in associazione con oppiacei per determinare un effetto di risparmio della MAC, o riduzione del dosaggio degli agenti inalatori durante l’intervento. Il butorfanolo viene comunemente impiegato come premedicazione per la chirurgia. Quando nel corso dell’intervento si verifica un’ipotensione dovuta ad una vasodilatazione indotta dall’agente inalatorio, al clinico restano poche
scelte. È possibile ripetere la dose di butorfanolo, che però determina raramente una significativa riduzione della concentrazione dell’agente inalatorio. L’ipotensione intraoperatoria richiede un’attenzione immediata. È necessario valutare la profondità dell’anestesia e ridurre il dosaggio degli agenti impiegati. Se l’ipotensione è dovuta a bradicardia, è possibile trattarla con atropina. Se si verifica un’ipotensione e la concentrazione dell’anestetico non può essere ridotta, si somministra un bolo di cristalloidi con un bolo di colloidi (amido eterificato). I boli vengono ripetuti fino a che la pressione sistolica non risulta > 90 mm Hg. Nell’ipotensione refrattaria il clinico può prendere in considerazione l’impiego della Oxyglobin® (2 ml/kg in bolo) al posto dell’amido eterificato. È necessario anche determinare il valore dell’ematocrito e della glicemia. Ipoglicemia ed anemia possono portare ad ipotensione refrattaria e se sono presenti vanno corrette. Se la pressione sanguigna è normale, l’uccello deve continuare ad essere trattato mediante CRI di cristalloidi (10 ml/kg/ora) ed amido eterificato (0,8 ml/kg/ora) o Oxyglobin® (0,2 ml/kg/ora). La somministrazione intraoperatoria (20 minuti prima della fine dell’anestesia) di FANS può diminuire la sensibilizzazione tissutale che si verifica come conseguenza del trauma chirurgico e può ridurre la dose necessaria di oppiacei. Per alleviare il dolore, quando i parametri di perfusione e quelli renali sono normali è possibile utilizzare farmaci antinfiammatori non steroidei come il meloxicam (Metacam®, Boehringer Ingelheim Vetmedica, Inc., St. Joseph, MO) alla dose di 0,5 mg/kg IM. I FANS vengono raramente utilizzati nel periodo preoperatorio per gli interventi chirurgici di lunga durata, perché esiste il rischio di sanguinamento ed ipotensione intraoperatori. Gli anestetici locali bloccano i canali del sodio, il che interrompe la trasmissione degli impulsi dolorifici. Quando vengono utilizzati in sede preoperatoria, questi agenti anestetizzano il punto di manipolazione del tessuto, il che contribuisce a prevenire la sensibilizzazione centrale. La lidocaina al 2% viene miscelata nelle stesse siringhe con bupivacaina allo 0,5% per eseguire un blocco cerchiante o incisionale, basato sull’impiego di una dose di 1 mg/kg di ciascuno dei due farmaci. Questa quantità totale si somministra in molteplici sedi sottocutanee ed intramuscolari. Questo blocco incisionale non viene mai utilizzato come unica analgesia. Si impiega un approccio multimodale che, ad esempio, può essere combinato alla somministrazione preoperatoria di un oppiaceo, un agente epidurale o un anestetico inalatorio ed al trattamento postoperatorio con FANS.