56a edizione Scivac Rimini - parte2

Page 248

56° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

562

SINOVITE VILLONODULARE NEL CANE. DESCRIZIONE DI UN CASO CLINICO Area di interesse: Ortopedia Silvia Sbrana1, Med Vet, Biol; Consuelo Ballatori1, Med Vet; Veronica Marchetti1, Med Vet, PhD, SCPAA Alessandro Poli2, Med Vet, Dipl ECVP; Mario Modenato1, Med Vet PhD, SMPA 1 Dipartimento di Clinica Veterinaria, Università di Pisa 2 Dipartimento di Patologia Animale, Profilassi e Igiene degli Alimenti, Università di Pisa Segnalamento e anamnesi. Un cane meticcio di taglia grande, maschio intero di 5 anni, è riferito per zoppia post ds, ad andamento intermittente, insorta circa 2 anni prima con tumefazione del garretto ds; contestualmente il paziente aveva rivelato segni clinico-patologici di leishmaniosi, per cui era stato sottoposto a cicli di antimoniato di n-metilglucamina e allopurinolo. Due mesi prima della visita la tumefazione del garretto e la zoppia erano recidivate, insieme a nuove alterazioni di laboratorio che inducevano il veterinario referente a ripetere la terapia per la leishmaniosi. Segni clinici. Alla nostra osservazione il paziente presenta buone condizioni generali e lieve linfoadenomegalia dei poplitei. L’esame ortopedico evidenzia una zoppia di 2° all’arto post ds, con tumefazione bilaterale delle ginocchia e dei garretti e segni riferibili a rottura bilaterale del LCA. L’esame radiografico in narcosi mostra una grave degenerazione osteoartritica di entrambe le ginocchia e dei garretti, confermata all’esame citologico del liquido articolare. Sulla base degli esami ematochimici, che rilevano lieve anemia normocitica normocromica e segni di flogosi attiva con presenza di monociti attivati, iperglobulinemia ed ipoalbuminemia, iperplasia linfoplasmacellulare alla citologia dei linfonodi poplitei, si consiglia di posticipare l’intervento relativo al LCA dopo stabilizzazione del problema medico, per il quale viene rinviato al veterinario referente, suggerendo terapia con FANS. A seguito di un peggioramento della zoppia, nonché dell’anemia e delle alterazioni del protidogramma, si decide per un profilo sierologico che risulta negativo per Borrelia burgdorferi, Ehrlichia canis, Rickettsia rickettsii e conorii, Anaplasma phagocitophyla e Leishmania infantum. Quest’ultima risulta negativa anche alla PCR su sangue, linfonodo e liquido sinoviale. Si eseguono quindi artrocentesi multiple di carpi e garretti, che risultano normali, e ginocchia, dove si notano segni di lieve osteoartrite, mentre a ds il liquido, xantocromico, leggermente torbido e con viscosità diminuita, mostra ipercellularità (7500 cell/mm3), ed un quadro infiammatorio caratterizzato da prevalenza di neutrofili (70%). Diagnosi e trattamento. Si decide per un intervento di esplorazione ed eventuale stabilizzazione del ginocchio ds. Il quadro intrarticolare mostra un’anomala proliferazione della membrana sinoviale, estremamente ispessita e di colore marrone-brunastro, con proliferazioni nodulari diffuse e occupanti l’intera cavità articolare. Coesiste grave erosione ossea, soprattutto a carico del labbro laterale della troclea femorale. Si opta per l’esecuzione di una sinoviectomia, stabilizzando nel contempo il ginocchio con tecnica di Flo modificata, con due soli tiranti, mediale e laterale. Nel periodo postoperatorio vengono somministrati FANS e condroprotettori. L’esame istopatologico da prelievo bioptico mostra una superficie sinoviale sollevata in numerose formazioni nodulari tappezzate da epitelio sinoviale rispettato ed i tessuti sottostanti con un denso infiltrato flogistico cronico costituito da piccoli linfociti, plasmacellule e rari macrofagi. La diagnosi è di sinovite villonodulare. Follow up. In seguito all’intervento chirurgico il paziente ha mostrato un lento miglioramento della zoppia, con un graduale seppur parziale recupero della funzione dell’arto. Ad un mese il controllo ematobiochimico evidenzia una persistenza dell’iperglobulinemia e dell’ipoalbuminemia, ma una risoluzione dell’anemia, lieve monocitosi in assenza di leucocitosi. Discussione e conclusioni. La sinovite villonodulare (SV), è una rara lesione proliferativa benigna della membrana sinoviale. Nell’uomo sono riportate due forme di SV, la forma localizzata, più frequente, e la forma diffusa. Nel cavallo la SV è descritta come massa peduncolata a livello dell’articolazione metacarpo-falangea e metatarso-falangea. Nel cane è lesione estremamente rara, con 8 casi riportati in bibliografia, a carico di spalla, carpo, anca, ginocchio; in tutti i casi la forma osservata è stata quella diffusa. La diagnosi definitiva di SV è istopatologica. Gravi lesioni ossee erosive sono state osservate in due degli otto casi pubblicati nel cane. Coinvolgimento osseo di vario grado è presente in circa il 15% di casi in medicina umana. L’eziopatogenesi della SV non è nota. Fra le ipotesi eziopatogenetiche ci sono forme neoplastiche, disordini immunologici, alterazioni nel metabolismo lipidico, traumi ed emorragie intrarticolari; nell’uomo è stata presa in considerazione la leishmaniosi. Questa, nel cane, era stata finora esclusa, mentre nel nostro caso potrebbe essere presa in considerazione, insieme con disordini immunologici primari o emorragie croniche secondarie alla patologia legamentosa. La sinoviectomia totale è riportata come tecnica chirurgica in medicina umana per i casi di SV diffusa. I dati pubblicati sul cane riportano successo in un caso su due trattati. Indirizzo per la corrispondenza: Silvia Sbrana, Dipartimento di Clinica Veterinaria, Università di Pisa, Via Livornese lato monte, 56010 S.Piero a Grado - Pisa Fax: 050.2210182 - Email: silviasbrana@hotmail.com


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.